Caros Amigos:
Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
Nº 2817 - (198 - 2016)
16 DE JULHO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
**********************************************************
Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
___________________________________________________________________________
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NOSSA SENHORA DO CARMO
NOSSA SENHORA DO CARMO que evoca o monte Carmelo, onde o profeta ELIAS reconduziu o povo de Israel ao culto do Deus vivo e, mais tarde, ali se retiraram alguns eremitas à procura de solidão, constituindo uma ordem de vida contemplativa sob o patrocínio da Santa Mãe de Deus.
Segue-se texto inserto em www.santiebeati.it, em língua italiana
Il 16 luglio ricorre una festa mariana molto importante nella
Tradizione della Chiesa: la Madonna del Carmelo, una delle devozioni più
antiche e più amate dalla cristianità, legata alla storia e ai valori
spirituali dell’Ordine dei frati della Beata Vergine Maria del Monte
Carmelo (Carmelitani). La festa liturgica fu istituita per commemorare
l’apparizione del 16 luglio 1251 a san Simone Stock, all’epoca priore
generale dell’ordine carmelitano, durante la quale la Madonna gli
consegnò uno scapolare (dal latino scapula, spalla) in tessuto,
rivelandogli notevoli privilegi connessi al suo culto.
Nel Primo Libro dei Re dell’Antico Testamento si racconta che il profeta Elia, che raccolse una comunità di uomini proprio sul monte Carmelo (in aramaico «giardino»), operò in difesa della purezza della fede in Dio, vincendo una sfida contro i sacerdoti del dio Baal. Qui, in seguito, si stabilirono delle comunità monastiche cristiane. I crociati, nell’XI secolo, trovarono in questo luogo dei religiosi, probabilmente di rito maronita, che si definivano eredi dei discepoli del profeta Elia e seguivano la regola di san Basilio. Nel 1154 circa si ritirò sul monte il nobile francese Bertoldo, giunto in Palestina con il cugino Aimerio di Limoges, patriarca di Antiochia, e venne deciso di riunire gli eremiti a vita cenobitica. I religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine e presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo. Il Carmelo acquisì, in tal modo, i suoi due elementi caratterizzanti: il riferimento ad Elia ed il legame a Maria Santissima.
Il Monte Carmelo, dove la Tradizione afferma che qui la sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa, che si trova nell’Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele e che si sviluppa in direzione nordovest-sudest da Haifa a Jenin. Fra il 1207 e il 1209, il patriarca latino di Gerusalemme (che allora aveva sede a San Giovanni d’Acri), Alberto di Vercelli, redasse per gli eremiti del Monte Carmelo i primi statuti (la cosiddetta regola primitiva o formula vitae). I Carmelitani non hanno mai riconosciuto a nessuno il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello che vedeva nel profeta Elia uno dei padri della vita monastica.
La regola, che prescriveva veglie notturne, digiuno, astinenza rigorosi, la pratica della povertà e del silenzio, venne approvata il 30 gennaio 1226 da papa Onorio III con la bolla Ut vivendi normam. A causa delle incursioni dei saraceni, intorno al 1235, i frati dovettero abbandonare l’Oriente per stabilirsi in Europa e il loro primo convento trovò dimora a Messina, in località Ritiro. Le notizie sulla vita di san Simone Stock (Aylesford, 1165 circa – Bordeaux, 16 maggio 1265) sono scarse. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, maturò la decisione di entrare fra i Carmelitani e, completati gli studi a Roma, venne ordinato sacerdote. Intorno al 1247, quando aveva già 82 anni, venne scelto come sesto priore generale dell’Ordine. Si adoperò per riformare la regola dei Carmelitani, facendone un ordine mendicante: papa Innocenzo IV, nel 1251, approvò la nuova regola e garantì all’Ordine anche la particolare protezione da parte della Santa Sede.
Proprio a san Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo e compose per Lei un bellissimo inno, il Flos Carmeli, la Madonna assicurò che a quanti si fossero spenti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo». La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta.
Autore: Cristina Siccardi
La devozione spontanea alla Vergine Maria, sempre diffusa nella cristianità sin dai primi tempi apostolici, è stata man mano nei secoli, diciamo ufficializzata sotto tantissimi titoli, legati alle sue virtù (vedasi le Litanie Lauretane), ai luoghi dove sono sorti Santuari e chiese che ormai sono innumerevoli, alle apparizioni della stessa Vergine in vari luoghi lungo i secoli, al culto instaurato e diffuso da Ordini Religiosi e Confraternite, fino ad arrivare ai dogmi promulgati dalla Chiesa.
Maria racchiude in sé tante di quelle virtù e titoli, nei secoli approfonditi nelle Chiese di Oriente ed Occidente con Concili famosi e studi specifici, tanto da far sorgere una terminologia ed una scienza “Mariologica”, e che oltre i grandi cantori di Maria nell’ambito della Chiesa, ha ispirato elevata poesia anche nei laici, cito per tutti il sommo Dante che nella sua “preghiera di s. Bernardo alla Vergine” nel XXXIII canto del Paradiso della ‘Divina Commedia’, esprime poeticamente i più alti concetti dell’esistenza di Maria, concepita da Dio nel disegno della salvezza dell’umanità, sin dall’inizio del mondo.
“Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura……”
Ma il culto mariano affonda le sue radici, unico caso dell’umanità, nei secoli precedenti la sua stessa nascita; perché il primo profeta d’Israele, Elia (IX sec. a.C.) dimorando sul Monte Carmelo, ebbe la visione della venuta della Vergine, che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, portando una provvidenziale pioggia, salvando così Israele da una devastante siccità.
In quella nube piccola “come una mano d’uomo” tutti i mistici cristiani e gli esegeti, hanno sempre visto una profetica immagine della Vergine Maria, che portando in sé il Verbo divino, ha dato la vita e la fecondità al mondo.
La Tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia, poi gli eremiti proseguirono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo e verso il 93 un gruppo di essi che si chiamarono poi ”Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, costruirono una cappella dedicata alla Vergine, sempre vicino alla fontana di Elia.
Si iniziò così un culto verso Maria, il più bel fiore di quel giardino di Dio, che divenne la ‘Stella Polare, la Stella Maris’ del popolo cristiano. E sul Carmelo che è una catena montuosa che si estende dal golfo di Haifa sul Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua vegetazione, bellezza e fecondità, continuarono a vivere gli eremiti, finché nella seconda metà del sec. XII, giunsero alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; proseguendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati.
L’Ordine non ebbe quindi un fondatore vero e proprio, anche se considera il profeta Elia come suo patriarca e modello; il patriarca di Gerusalemme s. Alberto Avogadro (1206-1214), originario dell’Italia, dettò una ‘Regola di vita’, approvata nel 1226 da papa Onorio III.
Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri: Messina e Marsiglia nel 1238; Kent in Inghilterra nel 1242; Pisa nel 1249; Parigi nel 1254, diffondendo il culto di Colei che: “le è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2).
Il 16 luglio del 1251 la Vergine circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre Generale dell’Ordine, beato Simone Stock, al quale diede lo ‘scapolare’ col ‘privilegio sabatino’, che consiste nella promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la sollecita liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.
Lo ‘scapolare’ detto anche ‘abitino’ non rappresenta una semplice devozione, ma una forma simbolica di ‘rivestimento’ che richiama la veste dei carmelitani e anche un affidamento alla Vergine, per vivere sotto la sua protezione ed è infine un’alleanza e una comunione tra Maria ed i fedeli.
Papa Pio XII affermò che “chi lo indossa viene associato in modo più o meno stretto, all’Ordine Carmelitano”, aggiungendo “quante anime buone hanno dovuto, anche in circostanze umanamente disperate, la loro suprema conversione e la loro salvezza eterna allo Scapolare che indossavano! Quanti, inoltre, nei pericoli del corpo e dell’anima, hanno sentito, grazie ad esso, la protezione materna di Maria! La devozione allo Scapolare ha fatto riversare su tutto il mondo, fiumi di grazie spirituali e temporali”.
Altri papi ne hanno approvato e raccomandato il culto, lo stesso beato Giovanni XXIII lo indossava, esso consiste di due pezzi di stoffa di saio uniti da una cordicella, che si appoggia sulle scapole e sui due pezzi vi è l’immagine della Madonna.
Nel secolo d’oro delle fondazioni dei principali Ordini religiosi cioè il XIII, il culto per la Vergine Maria ebbe dei validissimi devoti propagatori: i Francescani (1209), i Domenicani (1216), i Carmelitani (1226), gli Agostiniani (1256), i Mercedari (1218) ed i Servi di Maria (1233), a cui nei secoli successivi si aggiunsero altri Ordini e Congregazioni, costituendo una lode perenne alla comune Madre e Regina.
L’Ordine Carmelitano partito dal Monte Carmelo in Palestina, dove è attualmente ubicato il grande monastero carmelitano “Stella Maris”, si propagò in tutta l’Europa, conoscendo nel sec. XVI l’opera riformatrice dei due grandi mistici spagnoli Giovanni della Croce e Teresa d’Avila, per cui oggi i Carmelitani si distinguono in due Famiglie: “scalzi” o “teresiani” (frutto della riforma dei due santi) e quelli senza aggettivi o “dell’antica osservanza”.
Nell’Ordine Carmelitano sono fiorite figure eccezionali di santità, misticismo, spiritualità claustrale e di martirio; ne ricordiamo alcuni: S. Teresa d’Avila (1582) Dottore della Chiesa; S. Giovanni della Croce (1591) Dottore della Chiesa; Santa Maria Maddalena dei Pazzi (1607); S. Teresa del Bambino Gesù (1897), Dottore della Chiesa; beato Simone Stock (1265); S. Angelo martire in Sicilia (1225); Beata Elisabetta della Trinità Catez (1906); S. Raffaele Kalinowski (1907); Beato Tito Brandsma (1942); S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, 1942); suor Lucia, la veggente di Fatima, ecc.
Alla Madonna del Carmine, come è anche chiamata, sono dedicate chiese e santuari un po’ dappertutto, essa per la promessa fatta con lo scapolare, è onorata anche come “Madonna del Suffragio” e a volte è raffigurata che trae, dalle fiamme dell’espiazione del Purgatorio le anime purificate.
Particolarmente a Napoli è venerata come S. Maria La Bruna, perché la sua icona, veneratissima specie dagli uomini nel Santuario del Carmine Maggiore, tanto legato alle vicende seicentesche di Masaniello, cresciuto alla sua ombra, è di colore scuro e forse è la più antica immagine conosciuta come ‘Madonna del Carmine’.
Durante tutti i secoli trascorsi nella sua devozione, Ella è stata sempre rappresentata con Gesù Bambino in braccio o in grembo che porge lo ‘scapolare’ (tutto porta a Gesù), e con la stella sul manto (consueta nelle icone orientali per affermare la sua verginità).
La sua ricorrenza liturgica è il 16 luglio, giorno in cui nel 1251, apparve al beato Simone Stock, porgendogli l’ “abitino”.
Nel Primo Libro dei Re dell’Antico Testamento si racconta che il profeta Elia, che raccolse una comunità di uomini proprio sul monte Carmelo (in aramaico «giardino»), operò in difesa della purezza della fede in Dio, vincendo una sfida contro i sacerdoti del dio Baal. Qui, in seguito, si stabilirono delle comunità monastiche cristiane. I crociati, nell’XI secolo, trovarono in questo luogo dei religiosi, probabilmente di rito maronita, che si definivano eredi dei discepoli del profeta Elia e seguivano la regola di san Basilio. Nel 1154 circa si ritirò sul monte il nobile francese Bertoldo, giunto in Palestina con il cugino Aimerio di Limoges, patriarca di Antiochia, e venne deciso di riunire gli eremiti a vita cenobitica. I religiosi edificarono una chiesetta in mezzo alle loro celle, dedicandola alla Vergine e presero il nome di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo. Il Carmelo acquisì, in tal modo, i suoi due elementi caratterizzanti: il riferimento ad Elia ed il legame a Maria Santissima.
Il Monte Carmelo, dove la Tradizione afferma che qui la sacra Famiglia sostò tornando dall’Egitto, è una catena montuosa, che si trova nell’Alta Galilea, una regione dello Stato di Israele e che si sviluppa in direzione nordovest-sudest da Haifa a Jenin. Fra il 1207 e il 1209, il patriarca latino di Gerusalemme (che allora aveva sede a San Giovanni d’Acri), Alberto di Vercelli, redasse per gli eremiti del Monte Carmelo i primi statuti (la cosiddetta regola primitiva o formula vitae). I Carmelitani non hanno mai riconosciuto a nessuno il titolo di fondatore, rimanendo fedeli al modello che vedeva nel profeta Elia uno dei padri della vita monastica.
La regola, che prescriveva veglie notturne, digiuno, astinenza rigorosi, la pratica della povertà e del silenzio, venne approvata il 30 gennaio 1226 da papa Onorio III con la bolla Ut vivendi normam. A causa delle incursioni dei saraceni, intorno al 1235, i frati dovettero abbandonare l’Oriente per stabilirsi in Europa e il loro primo convento trovò dimora a Messina, in località Ritiro. Le notizie sulla vita di san Simone Stock (Aylesford, 1165 circa – Bordeaux, 16 maggio 1265) sono scarse. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, maturò la decisione di entrare fra i Carmelitani e, completati gli studi a Roma, venne ordinato sacerdote. Intorno al 1247, quando aveva già 82 anni, venne scelto come sesto priore generale dell’Ordine. Si adoperò per riformare la regola dei Carmelitani, facendone un ordine mendicante: papa Innocenzo IV, nel 1251, approvò la nuova regola e garantì all’Ordine anche la particolare protezione da parte della Santa Sede.
Proprio a san Simone Stock, che propagò la devozione della Madonna del Carmelo e compose per Lei un bellissimo inno, il Flos Carmeli, la Madonna assicurò che a quanti si fossero spenti indossando lo scapolare sarebbero stati liberati dalle pene del Purgatorio, affermando: «Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo». La consacrazione alla Madonna, mediante lo scapolare, si traduce anzitutto nello sforzo di imitarla, almeno negli intenti, a fare ogni cosa come Lei l’avrebbe compiuta.
Autore: Cristina Siccardi
La devozione spontanea alla Vergine Maria, sempre diffusa nella cristianità sin dai primi tempi apostolici, è stata man mano nei secoli, diciamo ufficializzata sotto tantissimi titoli, legati alle sue virtù (vedasi le Litanie Lauretane), ai luoghi dove sono sorti Santuari e chiese che ormai sono innumerevoli, alle apparizioni della stessa Vergine in vari luoghi lungo i secoli, al culto instaurato e diffuso da Ordini Religiosi e Confraternite, fino ad arrivare ai dogmi promulgati dalla Chiesa.
Maria racchiude in sé tante di quelle virtù e titoli, nei secoli approfonditi nelle Chiese di Oriente ed Occidente con Concili famosi e studi specifici, tanto da far sorgere una terminologia ed una scienza “Mariologica”, e che oltre i grandi cantori di Maria nell’ambito della Chiesa, ha ispirato elevata poesia anche nei laici, cito per tutti il sommo Dante che nella sua “preghiera di s. Bernardo alla Vergine” nel XXXIII canto del Paradiso della ‘Divina Commedia’, esprime poeticamente i più alti concetti dell’esistenza di Maria, concepita da Dio nel disegno della salvezza dell’umanità, sin dall’inizio del mondo.
“Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura……”
Ma il culto mariano affonda le sue radici, unico caso dell’umanità, nei secoli precedenti la sua stessa nascita; perché il primo profeta d’Israele, Elia (IX sec. a.C.) dimorando sul Monte Carmelo, ebbe la visione della venuta della Vergine, che si alzava come una piccola nube dalla terra verso il monte, portando una provvidenziale pioggia, salvando così Israele da una devastante siccità.
In quella nube piccola “come una mano d’uomo” tutti i mistici cristiani e gli esegeti, hanno sempre visto una profetica immagine della Vergine Maria, che portando in sé il Verbo divino, ha dato la vita e la fecondità al mondo.
La Tradizione racconta che già prima del Cristianesimo, sul Monte Carmelo (Karmel = giardino-paradiso di Dio) si ritiravano degli eremiti, vicino alla fontana del profeta Elia, poi gli eremiti proseguirono ad abitarvi anche dopo l’avvento del cristianesimo e verso il 93 un gruppo di essi che si chiamarono poi ”Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, costruirono una cappella dedicata alla Vergine, sempre vicino alla fontana di Elia.
Si iniziò così un culto verso Maria, il più bel fiore di quel giardino di Dio, che divenne la ‘Stella Polare, la Stella Maris’ del popolo cristiano. E sul Carmelo che è una catena montuosa che si estende dal golfo di Haifa sul Mediterraneo, fino alla pianura di Esdrelon, richiamato più volte nella Sacra Scrittura per la sua vegetazione, bellezza e fecondità, continuarono a vivere gli eremiti, finché nella seconda metà del sec. XII, giunsero alcuni pellegrini occidentali, probabilmente al seguito delle ultime crociate del secolo; proseguendo il secolare culto mariano esistente, si unirono in un Ordine religioso fondato in onore della Vergine, alla quale i suddetti religiosi si professavano particolarmente legati.
L’Ordine non ebbe quindi un fondatore vero e proprio, anche se considera il profeta Elia come suo patriarca e modello; il patriarca di Gerusalemme s. Alberto Avogadro (1206-1214), originario dell’Italia, dettò una ‘Regola di vita’, approvata nel 1226 da papa Onorio III.
Costretti a lasciare la Palestina a causa dell’invasione saracena, i monaci Carmelitani, come ormai si chiamavano, fuggirono in Occidente, dove fondarono diversi monasteri: Messina e Marsiglia nel 1238; Kent in Inghilterra nel 1242; Pisa nel 1249; Parigi nel 1254, diffondendo il culto di Colei che: “le è stata data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saron” (Is 35,2).
Il 16 luglio del 1251 la Vergine circondata da angeli e con il Bambino in braccio, apparve al primo Padre Generale dell’Ordine, beato Simone Stock, al quale diede lo ‘scapolare’ col ‘privilegio sabatino’, che consiste nella promessa della salvezza dall’inferno, per coloro che lo indossano e la sollecita liberazione dalle pene del Purgatorio il sabato seguente alla loro morte.
Lo ‘scapolare’ detto anche ‘abitino’ non rappresenta una semplice devozione, ma una forma simbolica di ‘rivestimento’ che richiama la veste dei carmelitani e anche un affidamento alla Vergine, per vivere sotto la sua protezione ed è infine un’alleanza e una comunione tra Maria ed i fedeli.
Papa Pio XII affermò che “chi lo indossa viene associato in modo più o meno stretto, all’Ordine Carmelitano”, aggiungendo “quante anime buone hanno dovuto, anche in circostanze umanamente disperate, la loro suprema conversione e la loro salvezza eterna allo Scapolare che indossavano! Quanti, inoltre, nei pericoli del corpo e dell’anima, hanno sentito, grazie ad esso, la protezione materna di Maria! La devozione allo Scapolare ha fatto riversare su tutto il mondo, fiumi di grazie spirituali e temporali”.
Altri papi ne hanno approvato e raccomandato il culto, lo stesso beato Giovanni XXIII lo indossava, esso consiste di due pezzi di stoffa di saio uniti da una cordicella, che si appoggia sulle scapole e sui due pezzi vi è l’immagine della Madonna.
Nel secolo d’oro delle fondazioni dei principali Ordini religiosi cioè il XIII, il culto per la Vergine Maria ebbe dei validissimi devoti propagatori: i Francescani (1209), i Domenicani (1216), i Carmelitani (1226), gli Agostiniani (1256), i Mercedari (1218) ed i Servi di Maria (1233), a cui nei secoli successivi si aggiunsero altri Ordini e Congregazioni, costituendo una lode perenne alla comune Madre e Regina.
L’Ordine Carmelitano partito dal Monte Carmelo in Palestina, dove è attualmente ubicato il grande monastero carmelitano “Stella Maris”, si propagò in tutta l’Europa, conoscendo nel sec. XVI l’opera riformatrice dei due grandi mistici spagnoli Giovanni della Croce e Teresa d’Avila, per cui oggi i Carmelitani si distinguono in due Famiglie: “scalzi” o “teresiani” (frutto della riforma dei due santi) e quelli senza aggettivi o “dell’antica osservanza”.
Nell’Ordine Carmelitano sono fiorite figure eccezionali di santità, misticismo, spiritualità claustrale e di martirio; ne ricordiamo alcuni: S. Teresa d’Avila (1582) Dottore della Chiesa; S. Giovanni della Croce (1591) Dottore della Chiesa; Santa Maria Maddalena dei Pazzi (1607); S. Teresa del Bambino Gesù (1897), Dottore della Chiesa; beato Simone Stock (1265); S. Angelo martire in Sicilia (1225); Beata Elisabetta della Trinità Catez (1906); S. Raffaele Kalinowski (1907); Beato Tito Brandsma (1942); S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein, 1942); suor Lucia, la veggente di Fatima, ecc.
Alla Madonna del Carmine, come è anche chiamata, sono dedicate chiese e santuari un po’ dappertutto, essa per la promessa fatta con lo scapolare, è onorata anche come “Madonna del Suffragio” e a volte è raffigurata che trae, dalle fiamme dell’espiazione del Purgatorio le anime purificate.
Particolarmente a Napoli è venerata come S. Maria La Bruna, perché la sua icona, veneratissima specie dagli uomini nel Santuario del Carmine Maggiore, tanto legato alle vicende seicentesche di Masaniello, cresciuto alla sua ombra, è di colore scuro e forse è la più antica immagine conosciuta come ‘Madonna del Carmine’.
Durante tutti i secoli trascorsi nella sua devozione, Ella è stata sempre rappresentata con Gesù Bambino in braccio o in grembo che porge lo ‘scapolare’ (tutto porta a Gesù), e con la stella sul manto (consueta nelle icone orientali per affermare la sua verginità).
La sua ricorrenza liturgica è il 16 luglio, giorno in cui nel 1251, apparve al beato Simone Stock, porgendogli l’ “abitino”.
ANTÍOCO, Santo
Em Anastasiópolis, na Galácia, hoje Turquia, Santo ANTÍOCO mártir, irmão de São PLATÃO. (séc,. III)
ATENÓGENES DE SEBASTE, Santo
Em Sebaste, na antiga Arménia, hoje Sivas, na Turquia, Santo ATENÓGENES corepíscopo e mártir, que deixou aos dsicipulos um hino sobre a divindade do Espírito Santo e morreu queimado vivo por Cristo. (305)
HELÉRIO DE JERSEY, Santo
Em Jersey, ilha do Mar do Norte, Santo HELÉRIO eremita que, segundo a tradição sofreu o martírio às mãos dos piratas. (séc. VI)
MONULFO e GONDULFO, Santos
Em Maastricht, no Brabante, Austrásia hoje Holanda, os santos MONULFO e GONDULFO bispos. (séc. VI)
REINILDE, GRIMOALDO e GONDULFO, Santos
Em Saintes, no Hainaut, hoje França, os santos mártires REINILDE virgem, GRIMOALDO e GONDULFO que, segundo a tradição sofreram o martírio às mãos de salteadores. (680)
SISENANDO DE CÓRDOVA, Santo
Em Córdova, na Andaljuzia, Espanha, São SISENANDO diácono e mártir, que foi degolado pelos Mouros por causa da sua fé em Cristo.
IRMENGARDA DE CHIEMSEE, Santa
No mosteiro de Chiemsee, na Baviera, Alemanha, a Beata IRMENGARDA abadessa que, desde tenra idade abandonou o fausto do palácio real e se entregou ao serviço de Deus, levando consigo muitas companheiras virgens para seguirem o Cordeiro. (866)
SIMÃO DA COSTA, Santo
A paixão do Beato SIMÃO DA COSTA religioso da Companhia de Jesus e o último dos mártires da nau «São Tiago» que na véspera deste dia foram assassinados em ódio à igreja. (1570)
BARTOLOMEU DOS MÁRTIRES FERNANDES, Beato
Em Viana do Castelo, Portugal, no mosteiro de Santa Cruz, o Beato BARTOLOMEU DOS MÁRTIRES FERNANDES bispo de Braga, cuja memória em Portugal se celebra no dia 18 deste mês.(1590)
JOÃO SUGAR e ROBERTO GRISSOLD, Beatos
Em Warwich, na Inglaterra, os beatos JOÃO SUGAR presbitero e ROBERTO GRISSOL mártires que foram condenados à morte no reinado de Jaime I - o primeiro por ter entrado na Inglaterra como sacerdote, o segundo, por tê-lo ajudado - e, atormentados com duros suplícios, alcançaram a palma do martírio. (1604)
ANDRÉ DE SOVERAL e DOMINGOS CARVALHO, Beatos
Em Cunhaú, Natal, Brasil, os beatos ANDRÉ DE SOVERAL presbitero da Companhia de Jesus e DOMINGOS CARVALHO mártires que, durante a celebração da Missa com um numeroso grupo de fiéis, foram dolosamente retidos na igreja e barbaramente assassinados. (1645)
NICOLAU SAVOURET e CLÁUDIO BÉGUIGNOT, Santos
Num barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort - França, os beatos NICOLAU SAVOURET da Ordem dos Frades Menores Conventuais e CLÁUDIO BÉGUIGNOT da Ordem Cartusiana que durante a revolução francesa, encarcerados na sórdida galera em ódio ao seu sacerdócio pereceram consumidos pela enfermidade. (1794)
AMADA DE JESUS (Maria Rosa de Gordon) e 6 companheiras MARIA DE JESUS
(Margarida Teresa Charansol), SÃO JOAQUIM
(Maria Ana Béguin-Royal), SÃO MIGUEL
(Maria Ana Doux), SANTO ANDRÉ (Maria Rosa Laye), DOROTEIA DO CORAÇÃO DE MARIA
(Doroteia Madalena Júlia de Justamond) e
MADALENA DO SANTÍSSIMO SACRAMENTO
(Madalena Francisca de Justamont), Beatas
Em Orange, França, as beatas AMADA DE JESUS (Maria Rosa de Gordon) e 6 companheiras MARIA DE JESUS (Margarida Teresa Charansol), SÃO JOAQUIM (Maria Ana Béguin-Royal), SÃO MIGUEL (Maria Ana Doux), SANTO ANDRÉ (Maria Rosa Laye), DOROTEIA DO CORAÇÃO DE MARIA (Doroteia Madalena Júlia de Justamond) e MADALENA DO SANTÍSSIMO SACRAMENTO (Madalena Francisca de Justamont), virgens e mártires que, na mesma revolução, tendo-se recusado a abandonar a vida religiosa, foram condenadas à morte e receberam com alegria a palma do martírio. (1794)
MARIA MADALENA POSTEL, Santa
No territorio de Saint-Sauveur-le-Vocomte, na Normandia, França, Santa MARIA MADALENA POSTEL virgem que, na mesma perseguição, perante a expuilsão dos sacerdotes, prestou todo o género de auxilio aos enfermos e aos fieis e, estabelecida a paz, fundou a Congregação das Filhas da Misericórdia para a formação cristã das meninas pobres. (1846)
LANG YANGZI e PAULO LANG FU, Santos
Em Lujiapo, Qinghe, no Hebei, China, os santos LANG YANGZHI catecúmena e PAULO LANG FU seu filho, mártitres que durante a perseguição dos «Yihetuan» porque a mãe se declarou cristã, consumaram o martirio por Cristo na sua casa devorada pelas chamas. (1900)
TERESA ZHANG HEXHI, Santa
Em Zhangjiaji, Ningjin, Hebei, China, Santa TERESA ZHANG HEZHI mártir que, na mesma perseguição foi levada ao pagode dos pagãos e, recusando-se a prestar culto aos ídolos do lugar, foi trespassada pela lança com os seus dois filhos. (1900)
... E AINDA ...
ELVIRA (Erlivira) DE OHREN, Santa
Il nome Elvira è un nome spagnolo di tradizione visigota, anche nella variante maschile Elvirio e fu abbastanza diffuso in Italia dal Settecento.
Infatti il nome divenne noto, soprattutto attraverso la conoscenza di opere drammatiche e liriche, di Molière, Mozart, Bellini, Verdi, D’Azeglio, dove è comunque presente un personaggio che porta questo nome.
In ambiente cristiano vi fu una s. Elvira martire, ricordata al 25 gennaio, di cui non si sa quasi niente e poi più conosciuta, una s. Elvira badessa in Germania; nella Biblioteca di Stato di Treviri, c’è un Breviario del secolo XIV da dove si apprende che Elvira visse nei secoli XI-XII, che fu prima monaca e poi badessa del monastero di Öhren.
Alla sua morte ebbe il culto delle sante vergini, con celebrazione al 16 luglio. Non si sa altro di lei.
Il nome deriva dall’ebraico “Elbirah” e significa “tempio di Dio”.
JUSTINIANO, Santo
Il nome Elvira è un nome spagnolo di tradizione visigota, anche nella variante maschile Elvirio e fu abbastanza diffuso in Italia dal Settecento.
Infatti il nome divenne noto, soprattutto attraverso la conoscenza di opere drammatiche e liriche, di Molière, Mozart, Bellini, Verdi, D’Azeglio, dove è comunque presente un personaggio che porta questo nome.
In ambiente cristiano vi fu una s. Elvira martire, ricordata al 25 gennaio, di cui non si sa quasi niente e poi più conosciuta, una s. Elvira badessa in Germania; nella Biblioteca di Stato di Treviri, c’è un Breviario del secolo XIV da dove si apprende che Elvira visse nei secoli XI-XII, che fu prima monaca e poi badessa del monastero di Öhren.
Alla sua morte ebbe il culto delle sante vergini, con celebrazione al 16 luglio. Non si sa altro di lei.
Il nome deriva dall’ebraico “Elbirah” e significa “tempio di Dio”.
JUSTINIANO, Santo
Solo un'appendice al Codex Hagiographicus latinus N. 2540 conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi ci informa, in maniera evidentemente leggendaria, su questo santo fanciullo. I suoi genitori, Aniano e Giusta, erano pagani e non avevano figli. Marziale, vescovo di Limoges, li converti, li battezzò e promise loro un discendente. La promessa si realizzò ed essi si recarono a portarne la notizia al vescovo. Per la strada di Angouleme, sulla Charente, il bambino venne al mondo, fu portato da Marziale e da lui battezzato; morí durante il viaggio di ritorno, nel luogo stesso della sua nascita, all'età di quattro giorni.
I miracoli che si dissero ottenuti invocando la sua intercessione, gli valsero la venerazione pubblica; è invocato a Limoges dove la sua festa si celebra il 16 luglio
VALENTINO DE TRÉVERI, Santo
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Vissuto nella prima metà del secolo IV, Valentino è un personaggio leggendario, onorato il 16 luglio, sia nella diocesi di Treviri, che in quella di Colonia.
In particolare, il vescovo Valentino è venerato a Treviri dove svolse il suo episcopato e annoverato fra i primi vescovi della città.
Treviri (Trier) città della Germania, situata sul fiume Mosella, presso il confine con il Lussemburgo, centro di colonizzazione romana, aveva il nome di “Augusta Treverorum” e proprio a partire da qualche anno prima del periodo del vescovo Valentino, fu sede di parecchi imperatori (285-400).
In seguito fu sede di principato ecclesiastico (vescovi-principi) nell’antico impero; purtroppo di lui non si può dire altro, che fu successore del vescovo Valerio e quasi certamente ha dato origine con il suo nome, ad un altro santo omonimo ed egualmente leggendario: Valentino vescovo di Tongres.
Il nome Valentino, molto usato nei secoli, deriva dal latino “Valentinus” e significa “gagliardo, vigoroso, adatto al matrimonio”. L’onomastico per antica tradizione, in Italia si festeggia il 14 febbraio in onore di s. Valentino, vescovo e martire di Terni e dell’omonimo prete romano, martire anche lui nel III secolo. Considerato il patrono dei fidanzati.
Si contano ben 21 santi o beati con questo nome, fra i quali il San Valentino di Treviri in Germania
VITALIANO DE ÓSIMO, Santo
Uno studioso agiografo ha identificato s. Vitaliano di Osimo con s. Vitaliano di Capua (3 settembre e 16 luglio), ma è stato contestato da altri studiosi, perché i due vescovi vissero effettivamente entrambi nel secolo VIII, ma la loro attività pastorale si svolse distintamente nelle due città citate.
Il culto popolare per s. Vitaliano ad Osimo, risale per lo meno all’inizio del secolo XVII, anche se non risulta nessun atto di canonizzazione ufficiale.
Non si conoscono specifici dati biografici, tranne che fu vescovo di Osimo (Ancona) per 33 anni, nel secolo VIII ed è considerato in modo controverso, immediato successore di s. Leopardo, primo vescovo della città.
Questa notizia farebbe supporre che anche s. Leopardo fosse vissuto nel secolo VIII, in realtà visse alcuni secoli prima; s. Vitaliano fece costruire o ricostruire la cadente cattedrale dedicata a s. Leopardo; e in questa chiesa fu sepolto anch’egli.
Nel 1755 una delibera del Comune di Osimo, lo annovera tra i santi protettori della città marchigiana; si celebra il 16 luglio
ESCAPULÁRIO DO CARMELO
Lo scapolare della Madonna del Carmelo è una delle più antiche devozioni nella storia della pietà cristiana. La sua origine risale a un’apparizione della Vergine a padre Simone Stock, il priore generale dei Carmelitani che supplicava spesso la Madonna di proteggere con qualche privilegio il suo Ordine. Il 16 luglio 1251 egli ebbe la visione di Maria che gli mostrò uno scapolare come simbolo di protezione dai pericoli e come promessa di pace, assicurando: «Questo sarà il privilegio per te e per i tuoi. Chi ne morirà rivestito si salverà».
Qualche decina d’anni più tardi, la precedente promessa fu ulteriormente confermata dalla Vergine durante un’apparizione a monsignor Jacques Duèze, al quale garantì: «Coloro che sono stati vestiti con questo santo abito saranno tolti dal purgatorio il primo sabato dopo la loro morte». Nel 1322 monsignor Duèze, divenuto Papa con il nome di Giovanni XXII, si riferì alle parole della Madonna in una Bolla – oggi ritenuta non autentica dagli storici – nella quale parlò di questo «Privilegio sabatino». Nel 1726 Papa Benedetto XIII estese a tutta la Chiesa la festa della beata Maria Vergine del Monte Carmelo, fissandola al 16 luglio.
Agli inizi lo scapolare era un indumento senza maniche e aperto sui lati che nel Medioevo veniva utilizzato da monaci e frati per ricoprire l’abito sul petto e sulla schiena, in modo da non insudiciarlo durante i tempi del lavoro. Col tempo, lo scapolare del Carmelo si è ridotto di dimensioni e oggi consiste in due piccoli pezzi rettangolari di lana marrone, sui quali di norma ci sono l’immagine della Vergine e quella di Gesù che mostra il proprio cuore, uniti da stringhe e portati sul petto e sulla schiena. Lo scapolare deve essere benedetto da un sacerdote durante la cerimonia di imposizione.
Per concessione di papa Pio X, è possibile sostituire lo scapolare di stoffa con una medaglia benedetta che abbia da un lato l’immagine del Sacro Cuore e dall’altro quella della Madonna. Un suggerimento pratico è quello di usare la medaglia di giorno e di indossare lo scapolare nel tempo del riposo notturno, in quanto ritrovare ogni sera lo scapolare accanto al letto e compiere il gesto di indossarlo richiama alla mente la consacrazione a Maria e rinnova la fiducia in lei.
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MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
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