No monte Skopa, na Bitínia, hoje Turquia, Santo AUXÊNCIO presbitero e arquimandrita que, desse lugar eminente, como de uma cátedras, apregoava a fé calcedonense com a potente voz das suas virtudes. (séc. V)
NOSTRIANO, Santo
Comemoração de
São NOSTRIANO bispo de Nápoles, Itália. (450)
ANTONINO, Santo
Em Sorrento, na Campânia, Itália, Santo ANTONINO abade que, depois de ter sido destruído pelos Lombardos o seu mosteiro, se retirou para a solidão. (830)
VICENTE VILAR DAVID, Beato
Em Valência, Espanha, o beato VICENTE VILAR DAVID mártir, que durante a perseguição religiosa, acolheu em sua casa sacerdotes e religiosas e preferiu morrer a negar a fé. (1937)
e ainda...
20 MERCEDÁRIOS DE PALERMO, Santos
Em
Palermo, i Beati: Stefano Marchesi, lettore di filosofia; Pietro Nolasco e Giovanni Battista Mansa commendatori; Gaspare de Ortega, Giovanni Zorita, Giuseppe Latona, Vincenzo Calderon e Giovanni Battista de Sartis, sacerdoti; Gaspare Fajolo, Adriano Calabrò, Bonaventura Palmerio, Giovanni Ruiz, Vincenzo Bonello, Pietro Salanitro, Pietro Salino, Vincenzo Carrenzo, Andrea Schiafino e Vincenzo Salanitro, coristi; Batilani Marsalio e Michele de la Rosa, conversi, furono vittime della carità durante la peste che devastava la città. Questi mercedari spontaneamente si offrirono ad aiutaregli ammalati e venendo contagiati loro stessi divennero così martiri della carità
ALEXANDRA DO EGIPTO, Santa
E' una santa della Chiesa Copta, vissuta probabilmente nella seconda metà del IV secolo e morta verso la fine dello stesso. Le notizie pervenutaci sono fornite per primo da Palladio di Elenopoli (363 - ca. 437) nella “Historia Lausiaca” e poi dalla matrona romana Melania la Giovane (383-439) la quale una volta aveva fatto visita alla reclusa. Nei primi secoli della Chiesa, si sentiva il bisogno, da parte dei penitenti, di trovare forme di mortificazione del corpo, per purificare sempre più lo spirito, così da poter accostarsi di più a Dio in intima unione, senza distrazioni dovute alle necessità e alle cure del corpo. Pertanto si ricercavano anche forme di penitenza, ritenute oggi assurde e inconcepibili, come quella di vivere sopra una colonna, in una grotta, nel deserto, senza sedersi mai, senza parlare con nessuno o come in questo caso farsi murare in un ambiente (reclusione) con sola una piccola apertura per l’introduzione del cibo, affidata ad anime buone, con digiuni più o meno forzosi. Condizioni di vita, diciamo oggi, ‘estreme’ che portavano il più delle volte ad una breve esistenza; Alessandra fu una di queste figure di eremiti, già più rara in quanto donna. Nata ad Alessandria d’Egitto, fin da giovane si era chiusa in una specie di tomba, con una semplice finestra come apertura e che veniva utilizzata per il cibo; visse in questa condizione per dieci anni fino alla sua morte avvenuta il 7 am_ïr (14 febbraio), quindi molto giovane, presumibilmente sui trent’anni. Melania che l’aveva visitata, aggiunge che Alessandra aveva lasciato il mondo per sfuggire alle tentazioni provenienti da un uomo, credendo di salvare così la sua e altrui anima. Il tempo trascorreva pregando, lavorando e meditando sulle vita dei patriarchi, profeti, apostoli e martiri. In un ‘Sinassario’ si legge che Melania la Giovane, la serviva, cioè le procurava del cibo e delle bevande, vestita con un cappuccio da servo e quest’opera di misericordia l’estendeva anche ad altri penitenti del luogo.
FORTUNATA, Santa
La venerazione per la vergine e martire santa Fortunata a Baucina, centro agricolo della provincia palermitana, risale al 29 gennaio 1790, quando il card. Saverio Cristiani, assistente al Soglio Pontificio, inviava le sacre reliquie contenute in una cassetta di legno, agli abitanti del paese di Baucina.
Siamo senz’altro in un periodo storico dove molte reliquie di martiri conservate nelle catacombe romane, i cosiddetti ‘corpi santi’, furono prelevate e inviate in dono e per devozione, un po’ dappertutto in Europa.
Molti ecclesiastici e dignitari pontifici si facevano promotori di questi trasferimenti presso le loro zone d’origine o di possedimento, dando così inizio a devozioni locali molto forti verso il martire delle reliquie; in alcuni casi la storia personale del santo martire, perlopiù inesistente o non provata, veniva compilata da sacerdoti scrittori, a volte con molta fantasia, a volte facendo diventare il santo martire originario del luogo.
Per quanto riguarda santa Fortunata essa non compare nell’odierno ‘Martyrologium Romanum’, ma evidentemente il suo nome era riportato in edizioni precedenti; della sua storia si sa che fu una giovane fanciulla convertita al cristianesimo, vissuta a Palestrina, vicino Roma, intorno al 200 d.C.
La giovane Fortunata fu catturata dalle milizie romane mentre si recava a Roma, dove fu torturata, subendo poi il martirio nel mese di ottobre del 200 d.C.
Il suo corpo con una garza imbevuta del suo sangue, venne ricomposto nelle Catacombe di S. Ciriaca a Roma, dove rimase con ogni probabilità fino al gennaio 1790.
Le reliquie di s. Fortunata prelevate dal Cimitero di S. Lorenzo al Verano, allora Catacombe di S. Ciriaca, furono consegnate tramite il già citato cardinale Cristiani, il 14 febbraio 1790 al parroco di Baucina con Bolla pontificia di papa Pio VI.
Bisogna dire che detto parroco aveva fatto richiesta che fossero traslate le reliquie della santa martire presso la comunità di Baucina, in quanto aveva raccolto il racconto di un identico sogno fatto da suor Maria Celafani, madre superiora del Collegio di Maria di Baucina e da don Alfio Caruso, confessore dello stesso Collegio.
In ambedue i sogni santa Fortunata in sembianze di fanciulla, chiedeva di essere trasportata in Sicilia e lì venerata; le ricerche fatte effettuare dalla madre superiora, permisero di individuare nelle reliquie di santa Fortunata, il corpo della fanciulla dei sogni.
E infatti il favore della santa verso la popolazione di Baucina, si rivelò sin dal primo giorno dell’arrivo delle reliquie con un primo miracolo, seguito nel tempo da tanti altri prodigi e i numerosi ex voto lo testimoniano.
Verso il 1840 le reliquie vennero ricomposte nel corpo che attualmente si può vedere e venerare nell’artistica urna, conservata nella Chiesa di Maria SS. del Lume al Collegio di Maria in Baucina e fondata nel 1728-1737.
Aumentando sempre più la devozione dei fedeli di Baucina, s. Fortunata venne proclamata il 9 aprile 1870 compatrona del paese, insieme al patrono principale s. Marco.
La sua festa liturgica è fissata al 14 febbraio, giorno dell’arrivo delle reliquie a Baucina; mentre la festa patronale si svolge la seconda domenica di settembre.
La festa patronale e la diffusione del culto della santa è affidata alla Confraternita di S. Fortunata, eretta nel dicembre 1968; la festa come tante altre manifestazioni simili in Sicilia, si svolge con una processione in cui l’urna della santa viene posta su una preziosa, monumentale e tradizionale “Vara”, con il fercolo portato a spalla dai fedeli.
Il culto di s. Fortunata, seguendo i flussi emigratori della gente del Sud Italia, è arrivato in Gran Bretagna, Toronto (Canada), Valencia (Venezuela), Galliate nel milanese.
MODESTINO, FLORENTINO e FLAVIANO, Santos
San Modestino nacque ad Antiochia nel 245 da una nobile famiglia. Nel 302 fu consacrato vescovo della città e patriarca della regione di Antiochia. Con la persecuzione di Diocleziano (anno 303), si ritirò in un eremo sul monte Silpio, nel 310 ritornò alla sua sede patriarcale. Predicò il Vangelo di Cristo e compì numerosi miracoli e guarigioni. Arrestato e torturato, fu liberato dalla prigione dai fedeli della sua diocesi.
Modestino con i collaboratori Fiorentino sacerdote e Flaviano diacono partirono per giungere in Italia. Arrivarono via mare a Locri (in Calabria) ove predicarono il Vangelo, furono arrestati e portati in carcere a Sibari, secondo la tradizione furono liberati dall'Arcangelo Michele.
Per via mare raggiunsero Pozuoli o Cuma e da qui l'Irpinia, nei pressi di "Abellinum" ove predicarono gli insegnamenti di Cristo. Modestino compì miracoli e guarigioni.
Qui furono arrestati, imprigionati e processati da un inviato dell'imperatore Massenzio, e portati nel luogo detto "Pretorio" ove subirono il martirio con vesti arroventate, morirono nella notte fra il 14 e il 15 febbraio del 311.
I loro corpi furono raccolti dai cristiani abellinati e sepolti, sui corpi furono poggiate un insegna con i nomi e le dignità, inoltre a San Modestino fu poggiata, sul corpo, una scultura argentea raffigurante una colomba.
I loro corpi ritrovati nell'estate del 1166, furono portati nella cattedrale di Avellino, ove sono ancora oggi conservati nella "Cappella del Tesoro di San Modestino".
Nel 1220 furono nominati patroni primari della città e della diocesi di Avellino dal vescovo Ruggiero.
Alcune preghiere riguardanti San Modestino:
O glorioso San Modestino, tu che hai conosciuto fatiche e tormenti e sempre sei stato guidato dalla sacra Fiamma della Carità, volgi a noi lo sguardo e, per i tuoi grandi meriti, intercedi per chi ti chiede la grazia dell'amore.
Infiamma i nostri cuori d'amore verso il Padre, di carità verso il prossimo nostro, di serena pace per tutti, affinché ciascuno possa alfine godere con te la felicità della Luce eterna.Amen.
Pater, Ave e Gloria.
O nostro protettore San Modestino tu che mostrasti tanto amore per la nostra città, ti preghiamo di proteggerla da ogni sventura. Essa è affidata a te, e con essa, noi a te siamo tutti affidati.
Ti imploriamo in ginocchio proteggici, aiutaci, guidaci a superare le nostre difficoltà quotidiane, consigliaci, illuminaci affinché ciascuno possa vivere nella serenità della Grazia e alfine di approdare al porto dell'eterna salvezza. Amen.
Tre Gloria.
O gloriosi e invitti martiri della nostra fede, Modestino, Fiorentino e Flaviano, che, dopo aver sofferto per Gesù tanti tormenti e aver operato tanti miracoli veniste a rigenerare anche la nostra patria dall'idolatria al Cristianesimo, e, in essa lasciaste le preziose reliquie dei vostri corpi.
Otteneteci da Dio la grazia di resistere sempre, con coraggio ai nostri nemici spirituali, di giovare al nostro prossimo con l'esercizio delle opere di misericordia e, in morte, di lasciare anche alla patria l'esempio di bontà e di onore di virtù. Amen.
Pater, Ave e Gloria.
Quando sei stato vescovo tra noi hai portato alla fede cristiana molti uomini. Quell'insegnamento fu rafforzato col tuo sangue al punto che la fede sopravvisse a lungo.
Poi la città si rinnovò e si costruì con molti sacrifici una grande Chiesa e ritornasti per riempirla di gente. Dopo altri secoli il terremoto ha tolto la parola al centro antico, che è ancora deserto. Ti chiediamo, o San Modestino, di rendere vita alla tua città che tu proteggi, perché!= le vie risuonino di passi e di voci e nelle sue case dimori la pace e l'amore di Dio. Per tutto, per quello che ci hai dato e per quello che ci darai, ti diciamo grazie. Amen.
[Nota le prime tre preghiere sono state tradotte dal latino ed adattate da S. Orga]
Bibliografia:
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SCANDONE F., Storia di Avellino, I, parte prima Avellino 1946, pp. 102-114, 165-183; II, parte prima, Napoli 1948, pp. 84, 173-174; III, Napoli 1948, pp.224-225.
SCANDONE F., "Martirio di San Modestino", in La cattedrale di Avellino, nella storia, nel culto e nell'arte, Cava dei Tirreni 1966, pag. 65-70.
ZIGARELLI G., Storia della cattedra di Avellino e dei suoi pastori, Napoli 1856, pp. 36-35.
Autore: Stefano Orga
VICENTE SALANITRO, Beato
Il Beato Vincenzo Salanitro, appartenente dell'Ordine dei Padri Mercedari, è nato e battezzato nel 1591 nella chiesa Madre di Ciminna diede tutto se stesso durante la suddetta peste che si abbattè nel '600 nella città di Palermo e proprio per questa assidua e benigna assistenza e soccorso verso i malati di peste con la conseguenza di cui anche loro sono stati anche contagiati e quindi morti; per questo gesto esso insieme ai suoi confratelli hanno avuto il glorioso attributo di martiri della carità. I resti mortali di questo nostro grande Beato li possiamo vedere all'interno della Chiesa della Mercede al Capo sotto una lapide con scritto "Hic Salanitro iacet die 26 octobris 1626". L'unica effige del Beato è collocata dentro la Chiesa Madre di Ciminna nella colonna di sinistra prima dell'altare del Santissimo Sacramento