Em Bréscia, na antiga Venécia hoje na Lombardia, Itália, São TICIANO bispo.
VINVALEU, Santo
Na Cornualha da Armórica, hoje França, São VINVALEU primeiro abade do mosteiro de Landévennec que, segundo a tradição foi discípulo de São BUDOC na ilha Lavret e com a sua vida ilustrou a regra monástica. (533)
ARTELAIDE, Santa
Em Benevento, na Campânia, Itália, Santa ARTELAIDE virgem. (570)
ANSELMO, Santo
Em Nonântola, na Emília-Romanha, Itália, Santo ANSELMO fundador e primeiro abade do mosteiro desta cidade, que durante cinquenta anos promoveu a observância monástica, tanto pelo seu ensino como pelo exercício das suas virtudes. (8903)
CUNEGUNDES, Santa
Em Kaufungen, no território de Hessen, Alemanha, Santa CUNEGUNDES que, com o seu esposo, o imperador Santo HENRIQUE concedeu muitos benefícios à Igreja, e depois da morte do esposo, se retirou no claustro de Kaufungen, para se entregar à vida monástica, tomando Cristo como sua herança, e aí morreu. O seu corpo foi depositado com honras solenes em Bamberg junto dos ossos de Santo HENRIQUE. (1033-1039)
PEDRO JEREMIAS, Beato
Em Palermo, na Sicília, Itália, o Beato PEDRO JEREMIAS presbitero da Ordem dos Pregadores que, confirmado por São VICENTE FERRER no ministério da palavra de Deus se consagrou totalmente à o bra da salvação das almas. (1452)
JACOBINO DE CANEPÁCCI, Beato
Em Vercelas, no Piemonte, Itália, o Beato JACOBINO DE CANEPÁCCI religioso da Ordem dos Carmelitas insigne pela sua vida de oração e penitência
PEDRO RENATO ROGUE, Beato
Em Vannes, na Bretanha Menor, França, o Beato PEDRO RENATO ROGUE presbitero da Congregação da Missão e mártir que, durante a Revolução Francesa, recusando-se a prestar o nefando juramento imposto ao clero, permaneceu na cidade para exercer clandestinamente o ministério pastoral junto dos fiéis e, condenado à morte, partiu ao encontro da misericórdia do Senhor na própria igreja onde celebrava os sagrados mistérios. (1796)
TERESA EUSTÓQUIO VERZÉRI, Santa
Em Bréscia, na Lombardia, Itália, Santa TERESA EUSTÓQUIO VERZÉRI virgem fundadora da Congregação das Filhas do Sagrado Coração de Jesus. (1852)
INOCÊNCIO DE BERZO (João Scalvinóni), Beato
Em Bérgamo, na Lombardia, Itália, o Beato INOCÊNCIO DE BERZO (João Verzéri) presbitero da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos que resplandeceu pela exímia caridade com que se dedicou à pregação da palavra de Deus e à administração do sacramento da Penitência. (1890)
e ainda ...
BENEDITO SINIGARDI DE AREZZO, Beato
La chiamata del Signore di Benedetto Sinigardi avvenne durante una predica che S. Francesco d'Assisi tenne nel 1211 ad Arezzo. La fama del poverello attirava ovunque folle enormi e quel giorno Piazza Grande era piena all'inverosimile. Tra gli uditori c'era anche il ventenne Benedetto, figlio di Tommaso Sinigardo de' Sinigardi e della Contessa Elisabetta Tarlati di Pietramala. Era dunque esponente di due tra le famiglie più importanti della città ma, le parole di Francesco penetrarono a tal punto nel suo cuore che, commosso, decise di cambiare vita.
Aveva ricevuto una buona istruzione ed era un buon cristiano, frequentava le funzioni sacre digiunando tre volte alla settimana. Il suo animo era dunque pronto ad accogliere le parole del Serafico Padre e la sua scelta fu radicale, come lui lasciò gli agi e le ricchezze per abbracciare gioiosamente sorella povertà. Ricevette l'abito direttamente dalle mani di Francesco. Di animo buono, aveva eccellenti qualità che lo fecero subito amare e stimare dai confratelli e dal popolo. A soli 27 anni fu nominato Ministro Provinciale delle Marche, regione che tanta importanza aveva per il movimento francescano. L'ardore di pronunciare il Vangelo gli fece chiedere, successivamente, di andare missionario in terre lontane, anche tra gli infedeli e a rischio della vita. Andò in Grecia, in Romania e in Turchia e toccò con mano le realtà causate dallo scisma tra la Chiesa d'Oriente e quella d'Occidente. Tappa finale della sua missione furono i luoghi in cui si incarnò e visse il Figlio di Dio. Fu eletto Ministro Provinciale per la Terra Santa e nei sedici anni di permanenza in quelle terre costruì il primo convento francescano di Costantinopoli, avendo rapporti cordiali anche con l'Imperatore. Secondo la tradizione Giovanni di Brienne, Imperatore di Costantinopoli, seguendo l'esempio di S. Luigi dei Francesi e di S. Elisabetta d'Ungheria, volle ricevere dalle mani di Benedetto l'abito francescano.
Dopo questa intensa attività apostolica, ormai anziano, fu richiamato in patria nella città natale; ad Arezzo il convento dei Frati Minori era situato nella zona di Poggio del sole. Qui morì vecchissimo nel 1282, circondato dalla fama di santità. Gli si attribuirono subito miracoli e fu proclamato beato dal popolo prima che dall'autorità ecclesiastica. Non ci sono pervenuti suoi scritti, ma abbiamo due testimonianze della sua spiritualità, incentrata sulla devozione alla Passione di Gesù e verso la Santa Vergine. Commissionò, negli ultimi anni di vita, il Crocifisso detto “del Beato Benedetto” che oggi sorge sull'altare maggiore della Basilica di S. Francesco, nel centro di Arezzo, dove anche il suo corpo fu trasportato dopo l'abbattimento del convento in cui era morto. Fu lui che indicò al pittore, cosiddetto Maestro di S. Francesco, tutti i particolari con cui doveva essere eseguito. Nella stessa Basilica, nella cappella maggiore, si trova anche il ciclo di affreschi della "Leggenda della Croce", dipinti da Piero della Francesca due secoli dopo.
Al Beato Benedetto, inoltre, si attribuisce la bellissima consuetudine di recitare quotidianamente l'antifona "Angelus locutus est Mariae", meditando il mistero salvifico dell'incarnazione del Figlio di Dio nel seno verginale di Maria. L'Angelus Domini divenne una pia pratica cara prima a tutto l'ordine francescano, poi a tutta la Chiesa, come lo è tuttora.
Nella sua visita alla città d'Arezzo Giovanni Paolo II, il 23 maggio 1993, dopo aver sostato in preghiera davanti alla tomba del Beato Benedetto, nel suo discorso disse: " E' sempre molto suggestiva questa sosta a metà della giornata per un momento di preghiera mariana. Lo è oggi in modo singolare, perché ci troviamo nel luogo dove, secondo la tradizione, è nata l'usanza di recitare l'Angelus Domini."
La memoria del B. Benedetto Sinigardi è celebrata il 13 di agosto. Nella Bibliotheca Sanctorum è ricordato al 3 marzo.
CALUPPANO, Santo
Secondo s. Gregorio di Tours, che lo conobbe personalmente, Caluppano sarebbe nato verso il 526 e sarebbe stato ricevuto giovinetto nel monastero di Melitum (forse l'attuale Méallet, nel cantone di Mauriac). Di salute malferma, Caluppano non poteva attendere al lavoro come gli altri religiosi, e, poiché questi si lamentavano di lui, decise di abbandonare l'abbazia e di vivere da eremita. Si ritirò, pertanto, in una caverna, su una roccia non molto lontana, dove si nutrì del pane che gli portavano i suoi antichi confratelli, dei pesci che Dio faceva apparire nella sua grotta e dell'acqua di una sorgente che aveva fatto scaturire miracolosamente. I serpenti vivevano in tanta familiarità con lui da andarglisi ad attorcigliare intorno al capo.
L'eremita soffrì a lungo orribili tentazioni e il demonio gli apparve sotto forma di un drago : pregando e facendosi il segno di croce egli riuscì, però, a liberarsene. Fu visitato dal vescovo di Clermont} s. Avito, che, trovandolo colto e istruito, lo ordinò diacono e poi prete. Caluppano morì verso il 576, il 3 marzo, giorno in cui se ne celebra la festa : attualmente non restano tracce del suo culto.
NOVE IRMÃOS DE CHERCHEULIDZE, Santos
Eroi georgiani, abitanti nel villaggio di Marabda (Georgia orientale, provincia di Kacheti), dove, nel 1625, ebbe luogo una famosa battaglia contro gli invasori persiani.
I nove fratelli avevano fatto voto al Signore che nessuno di loro avrebbe lasciato il campo di battaglia nel caso in cui le truppe georgiane fossero state sconfitte dal nemico, superiore per forze. Secondo la tradizione, assieme ai nove fratelli scesero in campo anche la madre e la sorella; queste curavano i feriti, cucinavano e lavavano per i combattenti. Tutti i fratelli, insieme con la madre e la sorella, caddero nella battaglia presso Marabda e furono sepolti sul campo stesso.
Il racconto della loro lotta per la libertà della patria e per la difesa della fede cristiana, oltre che nelle fonti ecclesiastiche, si è tramandato in parecchi canti e poesie popolari e nella cronaca Descrizione del regno di Kartli di V. Bagrationi (La vita della Georgia).
Il giorno della commemorazione dei fratelli Chercheulidze e degli altri novemila georgiani, periti nella stessa battaglia, è il 3 marzo, coincidente con la commemorazione del protomartire Razhden.
PIAMUN, Santa
Il 3 marzo i menei bizantini annunciano la memoria di Piamun con un distico di lode, ma senza fornire alcuna notizia biografica.
Questa santa, che non è commemorata altrove, è nota attraverso Palladio, che le dedica un capitolo della sua Historia Lausiaca, e ciò permette di pensare che ella vivesse nella seconda metà del IV sec. in Egitto, come indica il racconto. Piamun viveva con sua madre, lavorava alla tessitura del lino e si nutriva soltanto la sera; la santità della sua vita le aveva meritato il dono della profezia. In occasione di una piena del Nilo, gli abitanti di un villaggio vicino erano entrati in conflitto con quelli del paese della santa, e si apprestavano ad occuparlo. Piamun, avvertita dei progetti del nemico, tentò di convincere i preti del villaggio ad intercedere presso costoro per risparmiare i propri concittadini, ma i preti non ne ebbero il coraggio e chiesero a Piamun di andare ella stessa. Allora la fanciulla si ritirò in casa rimanendo in preghiera per tutta la notte; il mattino seguente alle prime luci dell'alba, i nemici, mentre erano soltanto a tre miglia dal villaggio, furono misteriosamente fermati senza poter più avanzare. Ad alcuni di loro fu rivelato che si trattava dell'effetto delle preghiere di Piamun; allora vennero essi stessi a chiedere la pace ai loro vicini invitandoli a rendere grazie a Dio che, attraverso le preghiere di Piamun, li aveva salvati.
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