Comemoração de Santo EVÁGRIO bispo de Constantinopla hoje Istambul, na Turquia que, tendo sido deportado para o exílio pelo imperador Valente, partiu dete mundo para o Senhor como insigne confessor da fé. (378)
JULIÃO, Santo
Em Toledo, Espanha, São JULIÃO bispo que reuniu nesta cidade três concílios e expôs nos seus escritos a recta doutrina, manifestando grande sentido da justiça, caridade e zelo das almas. (690)
FRIDOLINO, Santo
Em Sackingen no território da actual Suiça, São FRIDOLINO abade que, oriundo da Irlanda peregrinou através da Gália e chegou Sackingen onde fundou dois mosteiros em honra de Santo HILÁRIO. (séc. VIII)
CRODEGANDO, Santo
Em Metz, na Austrásia, hoje França, São CRODEGANDO bispo que recomendou ao clero a observância claustral com uma norma de vida irrepreensível e promoveu de modo insigne o canto da Igreja. (766)
42 SANTOS MÁRTIRES DA SÍRIA
Na Síria, a paixão de quarenta e dois santos mártires que, tendo sido presos em Amório da Frígia e conduzidos ao rio Eufrates suportaram um glorioso combate e receberam vitoriosos a palma do martírio. (848)
ROSA DE VITERBO, Beata
Em Viterbo na Toscana, Itália, a Beata ROSA virgem da Ordem Terceira de São Francisco que se entregou diligentemente às obras de caridade e consumou precocemente o breve curso da sua vida aos dezoito anos de idade. (1253)
COLETA BOYLET, Santa
Em Gand, Flandres, Bélgica, Santa COLETA BOYLET virgem que, depois de passar três anos de rigorosa austeridade, reclusa numa pequena habitação junto da Igreja, professou a regra de São Francisco e reconduziu muitos mosteiros de Clarissas à observância primitiva, promovendo especialmente o espírito de pobreza e de penitência. (1447)
e ainda ...
PÔNCIO DE POLIGNAC, Beato
Nato da un'illustre famiglia feudale dell'Alvernia e divenuto religioso cistercense a Grandselve nella diocesi di Tolosa, Ponzio ne fu eletto abate nel 1158 ed il suo nome compare con frequenza nel Cartulario di quella abbazia. Quando Alessandro III, fuggito dall'Italia durante la lotta con Federico Barbarossa, giunse in Francia alla fine dell'inverno 1162, e tenne ben presto il concilio di Montpellier, Ponzio si recò presso il papa che lo mandò in missione dal re di Francia Luigi VII. Iniziava cosI una carriera diplomatica che sarebbe durata, non senza intervalli, per una quindicina d'anni.
Divenuto nel 1165 abate di Clairvaux, carica che doveva occupare per cinque anni, partecipò nel 1169 con Alessandro di Colonia, abate di Citeaux, a un tentativo di conciliazione tra il papa e l'imperatore. Invitati dal Barbarossa, essi si recarono presso di lui, che probabilmente li incaricò di trasmettere al papa proposte ufficiose, e, in ogni caso, di sondare le eventuali disposizioni di Alessandro III. L'impresa non ebbe esito felice, come si sa, malgrado l'intervento di Eberardo, vescovo di Bamberga, che si era unito ad essi.
Divenuto vescovo di Clermont nel 1170, Ponzio dovette ancora una volta fare da mediatore nella riconciliazione tra il papato e l'impero, unitamente a Ugo, abate di Bonnevaux, altro cistercense. Questa volta ancora egli ebbe ruolo di ambasciatore dell'imperatore, contribuendo all'avvento della pace, che fu conclusa a Venezia nel 1177.
Possediamo sul suo episcopato un certo numero di interessanti testimonianze sulle chiese e i monasteri della sua diocesi, oltre che su alcuni dettagli della sua vita: fondò in particolare, nel 1182, la collegiata di Cournon. Era legato da amicizia con Maurizio di Sully, vescovo di Parigi e con l'abate di S. Genoveffa, Stefano di Tournay; il monaco cistercense Tommaso gli dedicò la sua Expositio in Cantica Salomonis e Alano de l'Arriyour, vescovo di Auxerre, la Vita di s. Bernardo che stava scrivendo. Il Grande Esordio di Citeaux (dist. II, cap. 25) traccia di lui, come al solito, un ritratto magniloquente, il che prova, per lo meno, che la memoria di Ponzio era venerata a Clairvaux quando vi risiedeva Corrado d'Heisterbach, autore dell'opera.
Ponzio morì il 3 maggio 1187, secondo altri il 2 aprile 1189. Il suo epitafio è stato ritrovato nella chiesa di Chamalières, prossima a Clermont, dove probabilmente fu inumato: non abbiamo tuttavia la possibilità di verificarlo. Il suo nome è iscritto nel Menologio cistercense al 6 marzo, data conservata dal du Saussay nel suo Martirologio Gallicano.
Vittore di Piacenza, Santo
San Vittore è un diacono di Piacenza.
Su di lui ci sono solo poche notizie, e i pochi documenti che lo riguardano sono di epoca tardiva.
La tradizione lo indica quale diacono vissuto ai tempi del terzo vescovo Mauro.
Sempre secondo le stesse fonti è proprio questo vescovo a conferirgli l’ordinazione diaconale e in seguito alla sua morte prematura lo fa seppellire nella chiesa di San Savino.
Attraverso queste indicazioni si può affermare che San Vittore visse nel V secolo.
Di parere diverso il Campi che nella sua opera “Dell’Historia ecclesiastica di Piacenza” ritiene San Donnino un monaco che morì il 6 marzo 443.
Nel più antico codice liturgico dell’archivio capitolare di Piacenza, il codice 65 del XII secolo, non viene fatto alcun accenno a San Vittore diacono.
E’ accettato dalla moderna storiografica che gli studi sull’esistenza di questo santo risalgano al XV secolo.
San Donnino viene rappresentato spesso insieme con l’altro diacono San Donnino. Esiste una sua immagine sull’altare della cripta della chiesa di San Savino, dove sono conservati i suoi resti. Il santo tiene un libro nella mano sinistra mentre nella destra ha un ramo d’albero che non si può considerare una palma, in quanto San Vittore non subì alcun martirio.
Infine il santo è raffigurato con San Donnino in un dipinto, databile nel 1888, situato nella cappella del seminario di Piacenza.
Nel proprio della diocesi di Piacenza San Vittore era commemorato il 6 marzo.
Vittore e compagni Vittorino, Claudiano, Diodoro, Papia, Niceforo e Serapione, Santos
S. Vittore è citato al 6 marzo dal Martirologio Romano, insieme ad un gruppo di altri martiri, essi sono Vittorino, Claudiano e Bassa sua moglie.
Con il nome di Vittore ci sono ben 51 santi, in buona parte martiri da soli o in gruppetti con altri compagni.
Quando parliamo di martiri dei primi secoli vi sono quasi sempre poche notizie, incerte, confuse, a volte contraddittorie, come nel caso di questo gruppo a cui appartiene il s. Vittore di cui parliamo.
Il gruppo così composto proviene da Martirologi medioevali, mentre il Martirologio Geronimiano dice che
Vittore e Vittorino sono martiri a Nicomedia, mentre Claudiano e Bassa sono martiri di Apamea in Bitinia.
Il Martirologio Siriaco al 6 marzo cita solo s. Vittorino.
Mentre il Martirologio Geronimiano per la seconda volta cita sempre al 6 marzo un altro gruppo Vittore, Vittorino, Claudiano, Diodoro, Papia, Niceforo e Serapione martiri in Egitto.
Inoltre per la terza volta cita tre martiri di Attala in Panfilia, Claudiano, Diodoro, Papia, sempre al 6 marzo.
Potremo darci una spiegazione, che al quel tempo vi era una grande omonimia e nel contempo un gran numero di martiri, cosicché nello stesso giorno morivano cristiani dallo stesso nome, ma in questo caso in località e regioni diverse.
Altro non si può dire, che furono afflitti da svariati tormenti e reclusi in carcere nell’arco di tre anni.
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