Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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SOTERO ou SOTER, Santo
Em Roma, São SOTERO ou SOTER papa, de quem São DIONÍSIO DE CORINTO celebra a egrégia caridade para com os irmãos, os peregrinos necessitados, os aflitos pela miséria e os condenados a trabalhos forçados. (175)
EPIPÓDIO e ALEXANDRE, Santos
Em Lião, na Gália, hoje França, Santo EPIPÓDIO que, depois de 48 gloriosos mártires desta cidade, foi preso conjuntamente com o seu amigo ALEXANDRE e consumou o martírio sendo decapitado. (178)
LEÓNIDAS, Santo
Em Alexandria, no Egipto, a comemoração de São LEÓNIDAS mártir que, no tempo do imperador Septímio Severo, foi morto ao fio da espada pela sua fé em Cristo, deixando ainda criança o seu filho ORÍGENES. (204)
CAIO, Santo
Em Roma, no cemitério de Calisto, junto à Via Ápia, o sepultamento de São CAIO, papa que, livrando-se da perseguição do imperador Diocleciano, morreu como confessor da fé. (296)
MARIAB, Santo
Comemoração de São MARIAB quer dizer «o Senhor anuncia» , corepíscopo e mártir na Pérsia, que durante a perseguição do rei Sapor II na Oitava da Páscoa sofreu o martírio por Cristo. (342)
AGAPITO I, Santo
Em Constantinopla, hoje Istambul, Turquia, o dia natal de Santo AGAPITO I, papa que se empenhou com firmeza para que o bispo de Roma fosse livremente escolhido pelo clero da Urbe e em toda a parte fosse conservada a dignidade da Igreja, enviado depois por Teódoto, rei dos Godos, a Constantinopla para se encontra com o imperador Justiniano , ali fortaleceu a verdadeira fé, ordenou Menas bispo daquela cidade, onde descansou em paz.
LEÃO, Santo
Em Sens, na Nêustria hoje França, São LEÃO bispo. (séc. VI)
TEODORO, Santo
Em Sykeon, Galácia na actual Turquia, São TEODORO bispo e hegúmeno que, movido pelo amor à solidão desde a infância, optou por um género de vida austero e,. constrangido a aceitar a sua ordenação como bispo de Anastasiópolis, pediu com insistência ao Patriarca de Constantinopla para que o deixasse voltar ao seu ermo. (613)
OPORTUNA, Santa
No territorio de Sées, na Nêustria, hoje França, Santa OPORTUNA abadessa,célebre pela sua rigorosa abstinência e austeridade. (770)
SENHORINHA, Santa
Em Basto, territorio da Lusitânia hoje Portugal, Santa SENHORINHA abadessa de quem se conta que Deus, por sua intercessão, alimentou imediatamente as monjas quando lhes faltou alimento. (980()
FRANCISCO VENIMBÉNI, Beato
Em Fabriano no PIceno, hoje nas Marcas, Itália, o Beato FRANCISCO VENIMBÉNI presbitero da Ordem dos Menores que foi exímio pregador da palavra de Deus. (1322)
... E AINDA ...
ADALBERTO, Beato
Visse nel sec. VIII, ma poche sono le notizie certe intorno alla sua vita. Nato da illustre casato, fu un ricchissimo signore della corte carolingia e sposò s. Regina, nipote di Pipino il Breve, dalla quale pare che abbia avuto dieci figlie. La primogenita, Ragenfreda o Reinfreda, è venerata come santa. Adalberto fu di una inesauribile carità e fondò per le figlie un monastero a Denain (Nord), nel quale alla sua morte, avvenuta il 22 apr. 790 ca., fu sepolto. Il Proprio (a. 1625) dell'abbazia di Denain contiene tre lezioni nell'officiatura a lui dedicata il 22 apr. col titolo di beato; però qualche martirologio che lo commemora gli attribuisce il titolo di santo.
ALEXANDRA, APOLO, ISAAC e CODRATO, Santo
Il nome Alessandra è il femminile di Alessandro; deriva dal greco ‘Aléxandros’ e significa “protettrice degli uomini”.
Il nome è sempre stato usato fin dall’antichità e della versione maschile si ricordano due re dell’Epiro, tre re di Macedonia, due re di Siria, un imperatore romano, otto papi, oltre 40 santi, tre re di Scozia, tre imperatori di Russia, ecc.
Nella versione femminile, il nome Alessandra è stato portato oltre che da sei fra regine e imperatrici, anche da cinque cristiane martiri, curiosamente sempre inserite in altrettanti gruppi di martiri.
Il più noto dei quali è quello di Amiso (Alessandra, Claudia, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia) celebrate il 20 marzo; poi c’è il gruppo delle martiri di Ankara (Tecusa, Giulitta e altre) celebrate il 18 maggio; poi c’è il gruppo di Ancira, il gruppo di Antiochia e infine il gruppo di Nicomedia di cui parliamo in queste note.
Bisogna dire che per quanto poco noto, il gruppo dei martiri di Nicomedia, composto da Alessandra, Apollo, Isacio (Isacco) e Codrato (Crotato) è menzionato da un numero rilevante di fonti agiografiche, sono ben 11 i Martirologi, Sinassari, Menologi, orientali ed occidentali che ne parlano; si evita qui di elencarli tutti.
Secondo una ‘passio’ armena, connessa al ciclo delle storie di s. Giorgio martire, Alessandra, ritenuta moglie leggendaria di Diocleziano, a volte di Daziano re persiano, per aver difeso e perorato con eccessivo zelo la causa dei cristiani, perseguitati per la loro fede, finì per incorrere nelle ire dell’imperatore, il quale dopo averla percossa e torturata di sua mano, la fece decapitare il 18 aprile del 303, primo anno della sua violenta e sanguinaria persecuzione.
Uguale sorte subirono nei giorni seguenti, Apollo, Isacco e Codrato, probabilmente domestici o funzionari di Alessandra; sebbene fossero legati da vincoli di varia natura con la Casa imperiale, non fu risparmiato loro il tormento della fame e infine la decapitazione.
Le condanne furono eseguite a Nicomedia in Bitinia, dove Diocleziano aveva stabilito la sua residenza imperiale.
I Sinassari orientali affermano che essi si erano convertiti al cristianesimo, considerando fra loro il coraggio con cui il martire s. Giorgio di Lydda, loro contemporaneo, aveva affrontato il martirio in Palestina.
La memoria dei martiri sopra menzionati, è celebrata secondo i vari testi in date diverse, dove il 21 e dove il 22 aprile; le successive aggiunte o presunte precisazioni, sui luoghi e sui fatti della vita e del martirio dei suddetti santi, si colorarono di leggenda e di mancanza di fondamenti storici.
Il nome è sempre stato usato fin dall’antichità e della versione maschile si ricordano due re dell’Epiro, tre re di Macedonia, due re di Siria, un imperatore romano, otto papi, oltre 40 santi, tre re di Scozia, tre imperatori di Russia, ecc.
Nella versione femminile, il nome Alessandra è stato portato oltre che da sei fra regine e imperatrici, anche da cinque cristiane martiri, curiosamente sempre inserite in altrettanti gruppi di martiri.
Il più noto dei quali è quello di Amiso (Alessandra, Claudia, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia) celebrate il 20 marzo; poi c’è il gruppo delle martiri di Ankara (Tecusa, Giulitta e altre) celebrate il 18 maggio; poi c’è il gruppo di Ancira, il gruppo di Antiochia e infine il gruppo di Nicomedia di cui parliamo in queste note.
Bisogna dire che per quanto poco noto, il gruppo dei martiri di Nicomedia, composto da Alessandra, Apollo, Isacio (Isacco) e Codrato (Crotato) è menzionato da un numero rilevante di fonti agiografiche, sono ben 11 i Martirologi, Sinassari, Menologi, orientali ed occidentali che ne parlano; si evita qui di elencarli tutti.
Secondo una ‘passio’ armena, connessa al ciclo delle storie di s. Giorgio martire, Alessandra, ritenuta moglie leggendaria di Diocleziano, a volte di Daziano re persiano, per aver difeso e perorato con eccessivo zelo la causa dei cristiani, perseguitati per la loro fede, finì per incorrere nelle ire dell’imperatore, il quale dopo averla percossa e torturata di sua mano, la fece decapitare il 18 aprile del 303, primo anno della sua violenta e sanguinaria persecuzione.
Uguale sorte subirono nei giorni seguenti, Apollo, Isacco e Codrato, probabilmente domestici o funzionari di Alessandra; sebbene fossero legati da vincoli di varia natura con la Casa imperiale, non fu risparmiato loro il tormento della fame e infine la decapitazione.
Le condanne furono eseguite a Nicomedia in Bitinia, dove Diocleziano aveva stabilito la sua residenza imperiale.
I Sinassari orientali affermano che essi si erano convertiti al cristianesimo, considerando fra loro il coraggio con cui il martire s. Giorgio di Lydda, loro contemporaneo, aveva affrontato il martirio in Palestina.
La memoria dei martiri sopra menzionati, è celebrata secondo i vari testi in date diverse, dove il 21 e dove il 22 aprile; le successive aggiunte o presunte precisazioni, sui luoghi e sui fatti della vita e del martirio dei suddetti santi, si colorarono di leggenda e di mancanza di fondamenti storici.
APELLE, Santo
Tra i fedeli di Roma, ai quali s. Paolo invia saluti, figura Apelle, distinto con l'onorevole titolo di "il probato in Cristo", il che vuol dire che con le prove subite per la fede si era dimostrato cristiano sincero.
Lo pseudo-Ippolito, nel suo trattato De LXX discipulis Christi, pone Apelle al ventottesimo posto, dicendolo vescovo di Smirne. Da questa fonte dipendono i menologi greci che lo ricordano come il primo vescovo di quella città, dove profuse i tesori della sua predicazione. Il Martirologio Romano ricorda Apelle insieme con Lucio (un altro discepolo del Signore secondo lo stesso pseudo-Ippolito) il 22 apr. e, col nome leggermente cambiato (Apellio), il 10 sett.; ma non si sa con certezza se Apelle e Apellio siano la medesima persona
Lo pseudo-Ippolito, nel suo trattato De LXX discipulis Christi, pone Apelle al ventottesimo posto, dicendolo vescovo di Smirne. Da questa fonte dipendono i menologi greci che lo ricordano come il primo vescovo di quella città, dove profuse i tesori della sua predicazione. Il Martirologio Romano ricorda Apelle insieme con Lucio (un altro discepolo del Signore secondo lo stesso pseudo-Ippolito) il 22 apr. e, col nome leggermente cambiato (Apellio), il 10 sett.; ma non si sa con certezza se Apelle e Apellio siano la medesima persona
LUCIO (LUCA), Santo
Il Martirologio Romano al 22 aprile reca: "Smyrnae sanctorum Apellis et Lucii ex primis Christi discipulis", e al 10 settembre: "Iterum sanctorum martyrum Apellii, Lucae et Clementis".
Tutti sono d'accordo sul fatto che molte sono le confusioni al riguardo, circa i nomi medesimi e le attribuzioni.
Il Baronio attinge ai menei greci, ma per inavvertenza omette Clemente al 22 aprile e muta i nomi di Apelle e di Lucio In realtà sembra non esset dubbio trattarsi dei medesimi tre santi: i menei greci, nel presentare brevemente il loro elogio, indicano alle due date le stesse attribuzioni: apostoli, vescovi rispettivamente di Smirne (Apelle), di Laodicea (Lucas o Lucius) e di Sardi (Clemente).
E c'è un altro argomento: fonte di queste notizie è il trattato De LXX discipulis Christi, dello pseudo-Ippolito. Lucius sembra pertanto il vero nome, già erroneamente mutato in AOUX&S in alcuni menei greci, che tuttavia, come già notava il Baronio, ben lo distinguevano dall'evangelista.
Variazione che ha suggerito il riferimento del nostro Lucio al Luca cui accenna s. Paolo dove senz'altro Paolo parla dell'evangelista
Tutti sono d'accordo sul fatto che molte sono le confusioni al riguardo, circa i nomi medesimi e le attribuzioni.
Il Baronio attinge ai menei greci, ma per inavvertenza omette Clemente al 22 aprile e muta i nomi di Apelle e di Lucio In realtà sembra non esset dubbio trattarsi dei medesimi tre santi: i menei greci, nel presentare brevemente il loro elogio, indicano alle due date le stesse attribuzioni: apostoli, vescovi rispettivamente di Smirne (Apelle), di Laodicea (Lucas o Lucius) e di Sardi (Clemente).
E c'è un altro argomento: fonte di queste notizie è il trattato De LXX discipulis Christi, dello pseudo-Ippolito. Lucius sembra pertanto il vero nome, già erroneamente mutato in AOUX&S in alcuni menei greci, che tuttavia, come già notava il Baronio, ben lo distinguevano dall'evangelista.
Variazione che ha suggerito il riferimento del nostro Lucio al Luca cui accenna s. Paolo dove senz'altro Paolo parla dell'evangelista
MILES, ABORSAM (Abrosimo) e SINAI, Santos
Mártires na Pérsia
ESTÊVÃO DA HUNGRIA, Santo
Nella “Chronica XXIV Generalium Ordinis Minorum” si trova inserito un breve testo, intitolato “Passio fr. Stephani de Hungaria in civitate Saray Tartarorum”, che è l’unico documento conservatoci di Stefano. In esso, l’autore, peraltro anonimo – ma che si richiama alle testimonianze dirette di persone degne di fede presenti al martirio – narra che il francescano, nativo, sembra, da Naggyvarad in Transilvania, rinchiuso “in loco qui S. Iohannes dicitur”, vicino a Saray – identificato dal Golubovich in Selitrenoje in Russia “sulla riva orientale dell’Aktuba, affluente del Volga”, fuggì un giorno dalla detenzione cercando riparo in Saray, dove rinnegò il cattolicesimo, facendosi maomettano. Pentitosi ben presto dell’apostasia, abiurò la nuava religione, ma venne condannato al rogo. Spentosi il fuoco due volte miracolosamente, fu ucciso il 22 aprile 1334 con la spada e con lancio di pietre. Sul luogo del martirio avvennero varie guarigioni miracolose.
Stefano è presente, con una certa frequenza nelle fonti francescane come martire; basterà ricordare la “De Conformitate Vitae B. Francisci ad vitam d. Iesu” di Bartolomeo da Pisa, in “Analecta Franciscana”, IV, pp. 333-34; il “Compendium Chronicarum Fratrum Minorum” di Mariano da Firenze; la “Chronica” di Giovanni da Winterthur. Lo ricorda anche Giacomo delle Marche in un suo sermone “De excellentia Ordinis s. Francisci”. Nel Martirologo Francescano è commemorato al 22 aprile
Stefano è presente, con una certa frequenza nelle fonti francescane come martire; basterà ricordare la “De Conformitate Vitae B. Francisci ad vitam d. Iesu” di Bartolomeo da Pisa, in “Analecta Franciscana”, IV, pp. 333-34; il “Compendium Chronicarum Fratrum Minorum” di Mariano da Firenze; la “Chronica” di Giovanni da Winterthur. Lo ricorda anche Giacomo delle Marche in un suo sermone “De excellentia Ordinis s. Francisci”. Nel Martirologo Francescano è commemorato al 22 aprile
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
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In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
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