Caros Amigos:
Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
Nº 2811 - (192-2016)
10 DE JULHO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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FÉLIX, FILIPE, VITAL, MARCIAL, ALEXANDRE, SILANO e JANUÁRIO, Santos
Em Roma, os santos mártires FÉLIX e FILIPE no cemitério de Priscila; VITAL, MARCIAL e ALEXANDRE no cemitério dos Jordanos; SILANO no cemitério de Máximo e JANUÁRIO no cemitério de Pretextato. Na sua memória conjunta se alegra a Igreja Romana que, no mesmo dia glorifica o triunfo de todos eles e se sente protegida com a intercessão de tantos exemplos de santidade. (data incerta)
RUFINA e SEGUNDA, Santas
Na Via Aurélia, a nove milhas de Roma, as santas RUFINA e SEGUNDA mártires. (data incerta)
ANATÓLIA e VITÓRIA, Santas
No território de Sabina, hoje no Lácio, Itália, as santas ANATÓLIA e VITÓRIA mártires. (data incerta)
JANUÁRIO e MARINHO, Santos
Na África Setentrional, os santos JANUÁRIO e MARINHO mártires. (data incerta)
APOLÓNIO DE SARDES, Santo
Em Icónio, na Lacaónia, hoje Kónya, na Turquia, Santo APOLÓNIO DE SARDES mártir, que segundo consta sofreu o martírio da crucifixão. data incerta)
LEÔNCIO, MAURÍCIO, DANIEL, ANTÓNIO, ANICETO e SISINO, Santos
Em Nicópolis, na antiga Arménia, os santos LEÔNCIO, MAURÍCIO, DANIEL, ANTÓNIO, ANICETO e SISINO e outros, mártires que no tempo do imperador Licínio e do governador Lísias foram torturados com vários suplícios. (séc, IV)
BIANOR e SILVANO, Santos
Na Pisídia, hoje Turquia, os santos BIANOR e SILVANO mártires. (séc. IV)
PASCÁRIO, Santo
Em Nantes, na Bretanha Menor, hoje França, São PASCÁRIO que recebeu Santo HERMELANDO com doze companheiros chamados do convento de Fontanelle e o enviou para a ilha de Indre, a fim de lá fundar um mosteiro. (séc. VII)
AMALBERGA, Santa
Em Tamise, na Flandres, Bélgica, Santa AMALBERGA a quem São WILIBRORDO impôs o véu das virgens consagradas. (772)
PEDRO VINCIÓLI, Santo
Em Perúgia, na Úmbria, Itália, São PEDRO VINCIÓLI presbitero e abade, que reconstruíu a Igreja em ruínas de São Pedro e junto dela fundou um mosteiro, no qual, suportando com paciência muitas oposições introduziu a observância cluniacense. (1007)
CANUTO, Santo
Em Odense, na Dinamarca, São CANUTO mártir, que, durante o seu reinado, animado por ardente zelo, difundiu o culto divino, contribuiu para promover a situação e actividade do clero e, depois de ter fundado as igrejas de Lundl e de Odense, foi assassinado por alguns súbditos rebeldes. (1086)
SOFIA (Maria Gertrudes Ripert d'Alauzier) e
INÊS DE JESUS (Sílvia Inês de Romillon), Beatas
Em Orange, na Provença, França, as beatas SANTA SOFIA (Maria Gertrudes Ripert d'Alauzier) e INÊS DE JESUS (Sílvia Inês de Romillon), virgens da Ordem de Santa Úrsula e mártires durante a revolução francesa. (1794)
ANTÓNIO NGUYEN HUU (Nam) QUYNH e
PEDRO NGUYEN KHAC TU, Santos
Em Dong-Hoi, cidade do Anam hoje Vietname, os santos ANTÓNIO NGUYEN HUU (Nam) QUYNH e PEDRO NGUYEN KHAC TU mártires, que eram catequistas e foram estrangulados no tempo do imperador Minh Mang por causa da sua fé cristã. (1840)
MANUEL RUIZ e 10 companheiros CARMELO VOLTA, PEDRO SOLER, NICOLAU ALBERCA, ENGELBERTO KOLLAND, ASCÂNIO NICANOR, presbíteros; FRANCISCO PINAZO e JOÃO DIOGO FERNÁNDEZ, FRANCISCO, MOOTI e RAFAEL MASSABKI, Beatos
Em Damasco, na Síria, os beatos mártires MANUEL RUIZ, presbitero e 10 companheiros
CARMELO VOLTA, PEDRO SOLER, NICOLAU ALBERCA, ENGELBERTO KOLLAND, ASCÂNIO NICANOR, presbíteros; FRANCISCO PINAZO e JOÃO DIOGO FERNÁNDEZ, religiosos da Ordem dos Frades Menores; FRANCISCO, MOOTI e RAFAEL MASSABKI irmãos de sangue, que, entregues fraudulentemente aios inimigos por um traidor, foram submetidos à tortura de vários suplícios e consumaram o seu martírio pela fé cristã com morte gloriosa. (1860)
LUÍS NOVARESE, Beato
Em Rocca Priora, próximo de Roma, o beato LUÍS NOVARESE presbitero fundador dos Silenciosos Operários da Cruz, dedicados especialmente ao apostolado entre os enfermos. (1984)
... E AINDA ...
AMALBERGA DE MAUBERGE, Santa
Antichissima era la tradizione di questo nome tra gli Ostrogoti, tanto che la loro dinastia era appunto quella degli ‘Amali’. Il nome è attualmente scomparso, mentre si è molto diffusa la forma abbreviata di ‘Amalia’.
Di s. Amalberga ve ne sono tre, di cui due contemporanee fra loro, e si festeggiano lo stesso giorno il 10 luglio, a volte anche sotto il nome di ‘Amalia’.
S. Amalberga vergine, secondo una ‘Vita’ scritta da un monaco dell’abbazia di S. Pietro di Gand, era nata nelle Ardenne, nella ‘villa Rodingi’ (Belgio), allevata a Bilsen da santa Landrada e avrebbe ricevuto il velo monacale da s. Willibrordo.
Visse tra il VII e l’VIII secolo; trascorse i suoi ultimi anni nella cittadina di Tamise, dove morì nella seconda metà del secolo VIII ed a Tamise fu sepolta. Un secolo dopo le sue reliquie furono traslate nel monastero di S. Pietro di Gand (Belgio), dove furono solennemente esposte nel 1073.
Di lei parla anche un diploma di Carlo il Calvo imperatore (823-877), che in data 1° aprile 870, attesta che le reliquie di s. Amalberga vergine, erano conservate in quel tempo, dai monaci di S. Pietro di Monte Blandino a Gand. La festa si celebra il 10 luglio
ARNALDO DE CAMERINO, Beato
Gentiluomo italiano, il Beato Arnaldo da Camerino, entrò nell’Ordine Mercedario e fu un religioso di estrema umiltà e obbedienza. Propagò la fede cristiana con la predicazione e per essa ebbe a soffrire molto meritandosi un’infinita ricompensa divina. Morì famoso per carismi celesti. L’Ordine lo festeggia il 10 luglioa
AUDAZ, Santo
Una prima menzione di Anatolia è nel De Laude Sanctorum (Cap.XI,in PL.XX,col.453)" composto verso il 396 da Vittrice di Rouen (330-409). La Santa vi figura tra i taumaturghi. All'inizio del sec. VI troviamo Anatolia e Vittoria ricordate insieme nel Martirologio Geronimiano al 10 luglio:"VI idus iulii in Savinis Anatholiae Victoriae"; Vittoria è anche ricordata sola al 19 dicembre:"In Savinis civitate Tribulana Victoriae".
Poco dopo le due Sante compaiono effigiate nei mosaici di S.Apollinare Nuovo in Ravenna, l'una a fianco dell'altra, in mezzo alle martiri più illustri dell'Occidente, avendo a sinistra S.Paolina, a destra S.Cristina, in quel corteggio maestoso che fa omaggio a Cristo delle proprie corone. Abbiamo, infine, databile al VI o VII sec., una Passio ss.Anatoliae et Audacis et s. Victoriae, che fu letta da Adelmo (m.709) e poi da Beda (m. 735),i quali ne derivarono, il primo il carme in lode delle due Sante, il secondo gli elogi, per Anatolia e Audace al 9 luglio, per Vittoria al 23 dicembre, nel suo martirologio. Gli elogi di Beda, riassunti in Adone e in Usuardo, furono accolti quasi per intero dal Baronie nel Martyrologio Romano, che colloca appunto Anatolia ed Audace al 9 luglio e Vittoria al 23 dicembre. La Passio è un vero centone, dove riaffiorano spunti e dettagli delle "passioni" di Nereo e Achilleo,Calogero e Partenio, Rufina e Seconda, Giovanni e Paolo e di molti altri,come ha ben dimostrato il Raschini. Secondo la Passio, Anatolia e Vittoria, giovani romane di nobile famiglia, rifiutarono le nozze con due patrizi perché consacrate a Dio. I due aspiranti, allora, col favore imperiale, le relegarono nei loro possedimenti di Sabina, Vittoria presso Trebula Mutuesca (l’odierna Monteleone Sabino sulla via Salaria), Anatolia presso Tora. Dopo varie vicende, in cui si sbizzarrisce la fantasia dell’agiografo,Vittoria venne uccisa e sepolta in una caverna: Anatolia sopravvisse di poco. Un soldato, Audace, fu incaricato di ucciderla, rinchiudendola in una stanza con un serpente. Il rettile lasciò incolume la Santa, mentre si avventò su Audace entrato, l'indomani, nella stanza per accertarne la morte. Ma Anatolia salvò Audace dal serpente e Audace si fece cristiano; quindi, ambedue furono uccisi di spada. Il martirio delle due Sante e di Audace è fissato dalla Passio al tempo di Decio(249-51).
Per quanto scarso sia il valore di questo testo,il culto delle due Sante è antichissimo e, a partire dal sec. VI-VII, ad esse è congiunto Audace, del quale non è possibile, però, garantire se sia un personaggio reale o una creazione dell'agiografo. Centro del culto è sempre stata, la Sabina,dove dovette avvenire il martirio: Trebula Mutuesca (Monteleone Sabino) per Vittoria, Tora per Anatolia e Audace. Più tardi il culto si propagò in altri luoghi in seguito a traslazioni di reliquie. Il corpo di S.Vittoria fu trasferito nell'anno 827 dall'abate Pietro di Farfa, in fuga davanti ai Saraceni, nel Piceno, sul Monte Matenano: fu poi riportato a Farfa il 20 giugno 931 dall'abate farfense Ratfredo, ma nel Piceno rimase assai vivo il culto della Santa . I corpi di Anatolia e di Audace verso la metà del sec. X furono ritrovati nelle campagne di Tora dall'abate sublacense Leone e trasferiti a Subiaco. In epoca imprecisata un braccio di S.Anatolia fu trasportato nelle diocesi di Camerino, in un paese che si chiamò da allora Santa Anatolia (oggi Esanatoglia) in prov. di Macerata. I Documenti del Regesto Farfense, Sublacense, Tiburtino, nominano frequentemente chiese e contrade recanti il nome delle due Sante. E ancora oggi nella campagna Sabina, nel Tiburtino e nel Sublacense la devozione popolare per le due Sante è notevole.
I corpi dei ss. Anatolia e Audace riposano ancora a Subiaco nella basilica di S.Scolastica, sotto l'altare del Sacramento. Al di sopra un bel quadro secentesco rappresentante la Santa nell'atto di liberare Audace dal serpente. Il capo di S.Anatolia, come pure quello di S.Vittoria sono conservati, però, nel Sacro Speco. E l'immagine delle due Sante, che compare sull'arco di ingresso alla Santa Grotta in un affresco di scuola romana del sec.XIII, sembra guidare il fedele al mistico luogo santificato dalla presenza del grande Santo di Norcia. Altra immagine di Anatolia, di scuola senese del sec. XIV, è sulla parete di destra della Scala Santa dello stesso Santuario, presso la Grotta dei pastori.
BERNARDO DE QUINTAVALLE, Beato
Nato in Assisi negli ultimi decenni del sec. XII, Bernardo avendo conosciuto s. Francesco che aveva avuto ospite nel suo palazzo, si mise al suo seguito fin dal 1209, divenendo così il primo compagno del santo e « prima plantula » dell'Ordine Minoritico.
Con s. Francesco e i primi undici Minoriti fu a Roma dinanzi ad Innocenzo III per l'approvazione della regola serafica (16 aprile 1209); raggiunse poi Firenze e Bologna (1211), città che devono a lui i loro inizi francescani, e con fra Egidio si recò in Spagna, dove più tardi, come vogliono alcuni storici, fu ministro provinciale (1217-19). Tra il 1241 e il 1243 fu per qualche tempo a Siena. Lo ricorda il Salimbene che nella sua Cronica osserva di aver appreso da lui cose meravigliose intorno a s. Francesco. Non sembra esatta, pertanto, la data di morte fissata dal Wadding al 10 luglio 1241, ma è certo che non si può' oltrepassare il 1246, poiché l'11 agosto di quell'anno, quando i tre compagni Leone, Rufino e Angelo inviarono il loro Memoriale su s. Francesco al ministro generale, Crescenzio, Bernardo era già morto. Si era spento placidamente in Assisi, come gli aveva predetto s. France
NICOLA ALBERGA, Beato
Nato il 10 settembre 1830 a Cordova da Slanas e Maia Valentina, a venticinque anni entrò nell'Ordine francescano. Manifestata la volontà di farsi missionario, venne preparato al sacerdozio e alla missione nel collegio di Priego assieme ad altri due religiosi, martiri come lui, a Damasco : i beati Pietro Soler e Nicànore Ascanio. La santa educazione ricevuta in famiglia (dei suoi dieci fratelli, sei si consacrarono a Dio) lo portava ad affermare : « Soffrirò mille volte la morte, ma non tradirò mai il mio Signore », e a prepararsi, quasi consapevolmente, al martirio. Nel 1859 Alberga partì per la missione di Damasco
PACIFICO, Beato
Fu uno dei compagni prediletti di san Francesco che gli impose il nome Pacifico. Dopo una vita mondana, iniziando un cammino di conversione, si mise al seguito di Francesco, che predicava a San Severino Marche. Era il 1212. Introdusse i francescani nella regione Franco - Belga nel 1217 che san Francesco si era riservata. Ritornato in Italia, Gregorio IX gli affidò nel 1227 la cura delle clarisse di Siena. Frate Elia lo invitò di nuovo, dopo il 1230, a dirigere la provincia della Francia settentrionale
Antichissima era la tradizione di questo nome tra gli Ostrogoti, tanto che la loro dinastia era appunto quella degli ‘Amali’. Il nome è attualmente scomparso, mentre si è molto diffusa la forma abbreviata di ‘Amalia’.
Di s. Amalberga ve ne sono tre, di cui due contemporanee fra loro, e si festeggiano lo stesso giorno il 10 luglio, a volte anche sotto il nome di ‘Amalia’.
S. Amalberga vergine, secondo una ‘Vita’ scritta da un monaco dell’abbazia di S. Pietro di Gand, era nata nelle Ardenne, nella ‘villa Rodingi’ (Belgio), allevata a Bilsen da santa Landrada e avrebbe ricevuto il velo monacale da s. Willibrordo.
Visse tra il VII e l’VIII secolo; trascorse i suoi ultimi anni nella cittadina di Tamise, dove morì nella seconda metà del secolo VIII ed a Tamise fu sepolta. Un secolo dopo le sue reliquie furono traslate nel monastero di S. Pietro di Gand (Belgio), dove furono solennemente esposte nel 1073.
Di lei parla anche un diploma di Carlo il Calvo imperatore (823-877), che in data 1° aprile 870, attesta che le reliquie di s. Amalberga vergine, erano conservate in quel tempo, dai monaci di S. Pietro di Monte Blandino a Gand. La festa si celebra il 10 luglio
ARNALDO DE CAMERINO, Beato
Gentiluomo italiano, il Beato Arnaldo da Camerino, entrò nell’Ordine Mercedario e fu un religioso di estrema umiltà e obbedienza. Propagò la fede cristiana con la predicazione e per essa ebbe a soffrire molto meritandosi un’infinita ricompensa divina. Morì famoso per carismi celesti. L’Ordine lo festeggia il 10 luglioa
AUDAZ, Santo
Una prima menzione di Anatolia è nel De Laude Sanctorum (Cap.XI,in PL.XX,col.453)" composto verso il 396 da Vittrice di Rouen (330-409). La Santa vi figura tra i taumaturghi. All'inizio del sec. VI troviamo Anatolia e Vittoria ricordate insieme nel Martirologio Geronimiano al 10 luglio:"VI idus iulii in Savinis Anatholiae Victoriae"; Vittoria è anche ricordata sola al 19 dicembre:"In Savinis civitate Tribulana Victoriae".
Poco dopo le due Sante compaiono effigiate nei mosaici di S.Apollinare Nuovo in Ravenna, l'una a fianco dell'altra, in mezzo alle martiri più illustri dell'Occidente, avendo a sinistra S.Paolina, a destra S.Cristina, in quel corteggio maestoso che fa omaggio a Cristo delle proprie corone. Abbiamo, infine, databile al VI o VII sec., una Passio ss.Anatoliae et Audacis et s. Victoriae, che fu letta da Adelmo (m.709) e poi da Beda (m. 735),i quali ne derivarono, il primo il carme in lode delle due Sante, il secondo gli elogi, per Anatolia e Audace al 9 luglio, per Vittoria al 23 dicembre, nel suo martirologio. Gli elogi di Beda, riassunti in Adone e in Usuardo, furono accolti quasi per intero dal Baronie nel Martyrologio Romano, che colloca appunto Anatolia ed Audace al 9 luglio e Vittoria al 23 dicembre. La Passio è un vero centone, dove riaffiorano spunti e dettagli delle "passioni" di Nereo e Achilleo,Calogero e Partenio, Rufina e Seconda, Giovanni e Paolo e di molti altri,come ha ben dimostrato il Raschini. Secondo la Passio, Anatolia e Vittoria, giovani romane di nobile famiglia, rifiutarono le nozze con due patrizi perché consacrate a Dio. I due aspiranti, allora, col favore imperiale, le relegarono nei loro possedimenti di Sabina, Vittoria presso Trebula Mutuesca (l’odierna Monteleone Sabino sulla via Salaria), Anatolia presso Tora. Dopo varie vicende, in cui si sbizzarrisce la fantasia dell’agiografo,Vittoria venne uccisa e sepolta in una caverna: Anatolia sopravvisse di poco. Un soldato, Audace, fu incaricato di ucciderla, rinchiudendola in una stanza con un serpente. Il rettile lasciò incolume la Santa, mentre si avventò su Audace entrato, l'indomani, nella stanza per accertarne la morte. Ma Anatolia salvò Audace dal serpente e Audace si fece cristiano; quindi, ambedue furono uccisi di spada. Il martirio delle due Sante e di Audace è fissato dalla Passio al tempo di Decio(249-51).
Per quanto scarso sia il valore di questo testo,il culto delle due Sante è antichissimo e, a partire dal sec. VI-VII, ad esse è congiunto Audace, del quale non è possibile, però, garantire se sia un personaggio reale o una creazione dell'agiografo. Centro del culto è sempre stata, la Sabina,dove dovette avvenire il martirio: Trebula Mutuesca (Monteleone Sabino) per Vittoria, Tora per Anatolia e Audace. Più tardi il culto si propagò in altri luoghi in seguito a traslazioni di reliquie. Il corpo di S.Vittoria fu trasferito nell'anno 827 dall'abate Pietro di Farfa, in fuga davanti ai Saraceni, nel Piceno, sul Monte Matenano: fu poi riportato a Farfa il 20 giugno 931 dall'abate farfense Ratfredo, ma nel Piceno rimase assai vivo il culto della Santa . I corpi di Anatolia e di Audace verso la metà del sec. X furono ritrovati nelle campagne di Tora dall'abate sublacense Leone e trasferiti a Subiaco. In epoca imprecisata un braccio di S.Anatolia fu trasportato nelle diocesi di Camerino, in un paese che si chiamò da allora Santa Anatolia (oggi Esanatoglia) in prov. di Macerata. I Documenti del Regesto Farfense, Sublacense, Tiburtino, nominano frequentemente chiese e contrade recanti il nome delle due Sante. E ancora oggi nella campagna Sabina, nel Tiburtino e nel Sublacense la devozione popolare per le due Sante è notevole.
I corpi dei ss. Anatolia e Audace riposano ancora a Subiaco nella basilica di S.Scolastica, sotto l'altare del Sacramento. Al di sopra un bel quadro secentesco rappresentante la Santa nell'atto di liberare Audace dal serpente. Il capo di S.Anatolia, come pure quello di S.Vittoria sono conservati, però, nel Sacro Speco. E l'immagine delle due Sante, che compare sull'arco di ingresso alla Santa Grotta in un affresco di scuola romana del sec.XIII, sembra guidare il fedele al mistico luogo santificato dalla presenza del grande Santo di Norcia. Altra immagine di Anatolia, di scuola senese del sec. XIV, è sulla parete di destra della Scala Santa dello stesso Santuario, presso la Grotta dei pastori.
BERNARDO DE QUINTAVALLE, Beato
Nato in Assisi negli ultimi decenni del sec. XII, Bernardo avendo conosciuto s. Francesco che aveva avuto ospite nel suo palazzo, si mise al suo seguito fin dal 1209, divenendo così il primo compagno del santo e « prima plantula » dell'Ordine Minoritico.
Con s. Francesco e i primi undici Minoriti fu a Roma dinanzi ad Innocenzo III per l'approvazione della regola serafica (16 aprile 1209); raggiunse poi Firenze e Bologna (1211), città che devono a lui i loro inizi francescani, e con fra Egidio si recò in Spagna, dove più tardi, come vogliono alcuni storici, fu ministro provinciale (1217-19). Tra il 1241 e il 1243 fu per qualche tempo a Siena. Lo ricorda il Salimbene che nella sua Cronica osserva di aver appreso da lui cose meravigliose intorno a s. Francesco. Non sembra esatta, pertanto, la data di morte fissata dal Wadding al 10 luglio 1241, ma è certo che non si può' oltrepassare il 1246, poiché l'11 agosto di quell'anno, quando i tre compagni Leone, Rufino e Angelo inviarono il loro Memoriale su s. Francesco al ministro generale, Crescenzio, Bernardo era già morto. Si era spento placidamente in Assisi, come gli aveva predetto s. France
NICOLA ALBERGA, Beato
Nato il 10 settembre 1830 a Cordova da Slanas e Maia Valentina, a venticinque anni entrò nell'Ordine francescano. Manifestata la volontà di farsi missionario, venne preparato al sacerdozio e alla missione nel collegio di Priego assieme ad altri due religiosi, martiri come lui, a Damasco : i beati Pietro Soler e Nicànore Ascanio. La santa educazione ricevuta in famiglia (dei suoi dieci fratelli, sei si consacrarono a Dio) lo portava ad affermare : « Soffrirò mille volte la morte, ma non tradirò mai il mio Signore », e a prepararsi, quasi consapevolmente, al martirio. Nel 1859 Alberga partì per la missione di Damasco
PACIFICO, Beato
Fu uno dei compagni prediletti di san Francesco che gli impose il nome Pacifico. Dopo una vita mondana, iniziando un cammino di conversione, si mise al seguito di Francesco, che predicava a San Severino Marche. Era il 1212. Introdusse i francescani nella regione Franco - Belga nel 1217 che san Francesco si era riservata. Ritornato in Italia, Gregorio IX gli affidò nel 1227 la cura delle clarisse di Siena. Frate Elia lo invitò di nuovo, dopo il 1230, a dirigere la provincia della Francia settentrionale
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
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Textos recolhidos
In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
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Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com