Caros Amigos:
Desejo a todos os meus leitores
8º A N O
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ZAQUEU, Santo
Em Roma, no cemitério de São LOURENÇO, junto à Via Tiburtina, os santos ABÚNDIO e IRENEU mártires. (data incerta)
CIRÍACO, MÁXIMO e ARQUELAU e companheiros, Santos
Em Óstia, no Lácio, Itália, os santos CIRÍACO, MÁXIMO, ARQUELAU e companheiros, mártires. (data incerta).
LOPO DE SISTOV, Santo
Em Sistov, na Mésia Inferior, hoje Roménia, São LOPO mártiur que, segundo a tradição alcançou a liberdade de Cristo, sofrendo o martírio ao fio da espada. (data incerta).
CLÁUDIO, ASTÉRIO e NEON, Santos
Em Egeia, na Cilícia, hoje Turquia, os santos mártires CLÁUDIO, ASTÉRIO e NEON, irmãos que acusados pela sua madrasta de serem cristãos, foram degolados segundo a tradição, no tempo do imperador Diocleciano e do governador Lísias. (303)
FLAVIANO DE AUTUN, Santo
Em Autun, na Gália Lionense, hoje França, São FLAVIANO bispo, que resplandeceu no tempo do rei Clodoveu. (séc. V)
EUGÉNIO DE LONDONDERRY, Santo
Em Londonderry, na Irlanda, Santo EUGÉNIO primeiro bispo e Ardstraw. (séc. VI)
No mosteiro de São Filipe, próximo de Locros, na Calábria Inferior, Itália, Santo ANTÓNIO DE GERACE eremita. (séc. X)
Num barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort, França, o Beato JOÃO BOURDON (Protásio de Séez) presbitero da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos e mártir que, durante a revolução francesa, preso com muitos outros sacerdotes, assistiu e confortou os companheiros de cativeiro, até que, finalmente morreu contagiado pela enfermidade. (1794)
CONSTANTINO CARBONELL SEMPERE,
PEDRO GELABERT AMER e
RAIMUNDO GRIMALTÓS MONITOR, Beatos
Em Tabernes de Valldigna, Valência, Espanha, os mártires beatos CONSTANTINO CARBONELL SEMPERE, presbitero PEDRO GELABERT AMER e RAIMUNDO GRIMALTÓS MONITOR religiosos da Companhia de Jesus, que sofreram o martírio durante a perseguição contra a fé. (1936)
FLORENTINO PÉREZ ROMERO e
Il Beato Antonio nasce a Barce di Cirene (Libia) verso il 1490, figlio di genitori maomettani che lo educano alla legge coranica. Le Galee della Sicilia lo prendono prigioniero, lo sbarcano a Siracusa a terra insieme al bottino e lo espongono al bando al migliore offerente come schiavo. Viene acquistato da un massaro di Avola che lo occupa nell'ufficio del pastore e gli affida il suo gregge di pecore e di capre. li buon massaro avolese cerca di iniziare il giovane al cristianesimo, e catechizzandolo mette a fuoco particolarmente il dramma d'amore e della passione di Gesù. Antonio affascinato chiede il sacramento del Santo Battesimo scegliendo per sé il nome del famoso santo di Padova. Da quel giorno in poi si impegnerà a mettere in pratica quanto avrà ascoltato dalla parola di Dio così da volere servire il Signore ed essergli grato. Ad Avola Antica frequenta la chiesa di Santa Venera, dove si confessa e si comunica ed alimenta la lampada votiva all'altare dell'apostolo S. Giacomo. Questo per i 38 anni di permanenza in territorio Avolese. Nel frattempo il massaro che lo aveva acquistato dà in matrimonio due nipoti con dei netini donando loro il gregge e lo schiavo libico. Da allora Antonio va a Noto. I nuovi padroni però considerano le qualità soprannaturali e i miracoli del nuovo schiavo, lo rendono libero. Antonio rimarrà con loro altri quattro anni. Licenziatosi da loro, Antonio si offre a servire i carcerati ed i malati, poi sceglie la vita eremitica, come terziario francescano, ai Pizzoni di San Corrado Fuori le Mura. Periodicamente si reca a Noto per accostarsi ai sacramenti e raccogliere elemosine per i poveri. Consumato dall'ascesi eremitica, dagli anni e dalla malattia rende l'anima a Dio il 14 marzo 1550. Viene seppellito nella chiesa francescana di Santa Maria del Gesù a Noto che diviene meta di pellegrinaggi e di grazie. Nel 1611 viene data licenza di divulgare l'immagine con aureola di beato. La diocesi di Noto venera il beato Antonio il 14 marzo.
Il 14 marzo 2012 è stata inaugurata ad Avola antica una statua in bronzo del Beato Antonio Etiope. Il suo culto è molto vivo in Brasile, mentre nel Netino è stato riscoperto grazie alle ricerche di Monsignor Guastella nel 1992, che lo ha proposto come patrono della Caritas della Diocesi di Noto.
JUSTINIANO (Stintan) de Ramsey, Santo
Nacque in Bretagna e, in seguito, emigrò nel Galles. Dopo un certo tempo passò nell'isola di Ramsey (Pembrokeshire) dove incontrò s. Onorio ed insieme a lui instaurò nell'isola la vita eremitica. La fama di Giustiniano attirò l'attenzione di s. David, che lo scelse come confessore.
Fu ucciso, secondo alcuni, da un servo indisciplinato, secondo altri dai pirati, e fu seppellito sulla terra ferma; la sua festa è celebrata il 23 agosto.
Il Baring-Gould riporta un altro santo dello stesso nome, chiamato, nel Galles, Gzuestlan, vescovo e confessore, il cui nome è stato latinizzato in Giustilianus o Gistlianus
Nasce a Kroscienko Nizne presso Krosno (Polonia) il 13 dicembre 1907 da Stanislao Findysz e Apollonia Rachwal, contadini di antica tradizione cattolica. L’indomani, 14 dicembre 1907 nasce alla vita di Grazia nella chiesa parrocchiale della SS.ma Trinità a Krosno.
Nell’anno 1919 termina la Scuola Elementare, gestita dalle Suore Feliciane (CSSF) a Kroscienko Nizne e inizia gli studi presso il Ginnasio Statale. Nell’autunno del 1927 giunge a Przemysl, entra nel Seminario Maggiore. La formazione al sacerdozio avviene sotto la guida del rettore il beato sac. Giovanni Balicki. A coronamento di questo periodo formativo l’ordinazione sacerdotale ricevuta il 19 giugno 1932. Intraprende la funzione di vicario nelle parrocchie di Boryslaw, Drohobycz, Strzyzów e Jaslo. In seguito l’8 luglio 1941 riceve la nomina di amministratore della parrocchia dei SS. Apostoli Pietro e Paolo a Nowy Zmigród. Dopo un anno, il 13 agosto 1942, viene nominato parroco della suddetta parrocchia.
Fra l’assiduo lavoro pastorale e le esperienze dolorose della guerra sono passati per il Rev. Findysz tre anni di vita pastorale a Nowy Zmigród. Il 3 ottobre 1944, come tutti gli abitanti, viene espulso dai tedeschi. Al suo ritorno, il 23 gennaio 1945, si dedica a riorganizzare la parrocchia.
Dopo la guerra il suo servizio si svolge in tempi duri sotto il governo comunista. Il Rev. Findysz continua l’opera di rinnovamento morale e religioso della parrocchia, si prodiga per preservare i fedeli, soprattutto giovani, dalla programmata ed intensiva ateizzazione comunista; aiuta, anche materialmente, tutti gli abitanti della parrocchia, indipendentemente dalla loro nazionalità o confessione; salva numerose famiglie di Lemki (grecocattolici), severamente perseguitati dalle autorità comuniste, minacciati d’essere espulsi senza pietà dai loro luoghi di residenza.
Il lavoro pastorale del Rev. Findysz è molto scomodo per le autorità comuniste. Fin dal 1946 è sorvegliato dai servizi segreti. Nel 1952 l’autorità scolastica lo sospende dall’esercizio dell'insegnamento della catechesi nel Liceo. Non può agire nel territorio dell’intera parrocchia perché l’autorità del distretto, per ben due volte (nel 1952 e nel 1954) respinge la sua richiesta di permesso di soggiorno nella zona di confine, dove si trovava una parte della parrocchia.
Da parte dell’autorità ecclesiastica è ritenuto un parroco zelante: riceve le onorificenze dell’Expositorio Canonicali nel 1946, del Rocchetto e della Mantelletta nel 1957, anno in cui viene nominato vicedecano e, nel 1962, decano del Decanato di Nowy Zmigród.
Nel 1963 inizia l'attività pastorale di “opere conciliari di bontà” (il sostegno spirituale del Concilio Vaticano II), spedisce lettere-appelli ai parrocchiani in situazione religiosa e morale irregolare esortandoli e incoraggiandoli a rimettere in ordine la loro vita cristiana. Le autorità comuniste reagiscono a questa azione con grande severità e lo accusano di costringere i fedeli a pratiche e riti religiosi. Il 25 novembre 1963, interrogato della Procura di Voivodato a Rzeszów, viene arrestato e condotto nel carcere di Castello di Rzeszów. Nei giorni 16-17 dicembre 1963 si svolge il processo presso il tribunale di Voivodato a Rzeszów e viene pronunciato il verdetto di condanna a due anni e sei mesi di reclusione. Il motivo dell’indagine, dell’accusa e della condanna era basato sul Decreto di tutela della libertà di coscienza e di confessione del 5 agosto 1949 che, semplicemente, era uno strumento nelle mani delle autorità comuniste per la limitazione e l’eliminazione della fede e della Chiesa cattolica dalla vita pubblica e privata in Polonia. Il Rev. Findysz venne anche pubblicamente discreditato, calunniato e condannato tramite pubblicazioni montate sulla stampa. Nel carcere del Castello di Rzeszów viene sottoposto a maltrattamenti e umiliazioni fisiche, psichiche e spirituali e, il 25 gennaio 1964, viene trasferito nel Carcere in Via Montelupich a Cracovia.
Poco prima di essere arrestato (settembre 1963), aveva subito un’operazione pericolosa, l’asportazione della tiroide, e lo stato della sua salute rimaneva incerto per la minaccia di complicazioni. Convalescente, rimane ancora sotto cura, seguito dai medici, in attesa di un secondo intervento, previsto nel dicembre dello stesso anno, per l’asportazione di un carcinoma all’esofago. L’indagine, il processo e le prove del carcere esercitano, senza dubbio, un grande influsso sullo sviluppo della malattia di Rev. Findysz che, deve essere ricoverato nell’ospedale della prigione. La sua salute non presenta sostanziale miglioramento per mancanza di cure e medici specialisti e soprattutto per l’impedimento dell’intervento chirurgico del carcinoma; in pratica è condannato ad una morte lenta. La malattia progredisce continuamente, come attestano gli esami medici fatti negli ospedali delle carceri di Rzeszów e di Cracovia.
Fin dall’inizio della sua condanna al carcere l’avvocato e la Curia Vescovile di Przemysl fanno ricorso alla procura e al tribunale di Rzeszów, chiedendo la sospensione dell’arresto a causa della precaria salute che minaccia la morte, ma le richieste respinte più volte, saranno accolte solo a fine del febbraio 1964 da parte del Tribunale Supremo di Varsavia.
Date le sue ormai gravissime condizioni di salute, il 29 febbraio 1964 dal carcere ritorna a Nowy Zmigród. Rimane nella canonica con grande pazienza e sottomissione alla volontà di Dio, sopportando le sofferenze della malattia e dell’esaurimento. In aprile viene ricoverato nell’ospedale specialistico di Breslavia. Le ricerche, le osservazioni dell’ospedale e gli esami complementari confermano che il carcinoma, per lo stadio raggiunto, non permette l’operazione chirurgica. Dato l’enfisema polmonare, la ricaduta in una forte anemia che lo destinava alla morte, torna a casa.
La mattina del 21 agosto 1964, dopo avere ricevuto i Sacramenti, muore nella canonica di Nowy Zmigród e il 24 agosto viene sepolto nel cimitero parrocchiale della stessa città. Il funerale è presieduto da Mons. Stanislao Jakiel Vescovo Ausiliare della Diocesi di Przemysl con la partecipazione di 130 sacerdoti e numerosi fedeli.
Il 27 giugno 2000 il Vescovo di Rzeszów Mons. Kazimierz Górny, dietro numerose richieste dei fedeli, inizia l’inchiesta diocesana per la beatificazione di Rev. Ladislao Fidnysz.
Durante la tappa romana della causa di beatificazione, la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto che il Rev. Ladislao Findysz è stato arrestato e condannato dalle autorità del regime comunista a motivo dell’annuncio del Vangelo, e il suo imprigionamento e le sofferenze fisiche e spirituali subite hanno causato la sua morte, perciò bisogna riconoscerlo martire per la fede. Questa mozione è stata presentata al Santo Padre e da Lui è stata approvata. Il 20 dicembre 2004 alla presenza di Sua Santità Giovanni Paolo II è stato promulgato il decreto sul martirio del Rev. Ladislao Findysz.
Dichiarato Venerabile da Giovanni Paolo II il 20 dicembre 2004, il cardinale Jozef Glemp lo ha beatificato il 19 giugno 2005, dando lettura della Lettera Apostolica del papa Benedetto XVI.
Questa è la prima causa di beatificazione, già conclusa, impostata sul martirio di un Servo di Dio che è stato vittima del regime comunista in Polonia. Inoltre questa è la prima causa di beatificazione istruita dalla diocesi di Rzeszów.
Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
Nº 2855 - (236 - 2016)
23 DE AGOSTO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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ROSA DE LIMA, Santa
Santa ROSA virgem que, insigne desde tenra idade pela sua austera sobriedade de vida, tomou em Lima, capital do Peru, o hábito das Irmãs da Ordem Terceira de São Domingos; dedicada à penitência e à oração, e ardente zelo pela salvação dos pecadores e das populações indigenas, aspirava dar a vida por eles, submetendo-se espontaneamente a todo o género de sacrifícios, a fim de conquistar a todos para Cristo. A sua morte ocorreu no dia 24 de Agosto. (1617)
ZAQUEU, Santo
Comemoração de São ZAQUEU bispo que, segundo a tradição foi o quarto bispo depois do apóstolo São TIAGO irmão do Senhor a dirigir a igreja de Jerusalém. (séc. II).
ABÚNDIO e IRENEU, Santos
Em Roma, no cemitério de São LOURENÇO, junto à Via Tiburtina, os santos ABÚNDIO e IRENEU mártires. (data incerta)
CIRÍACO, MÁXIMO e ARQUELAU e companheiros, Santos
Em Óstia, no Lácio, Itália, os santos CIRÍACO, MÁXIMO, ARQUELAU e companheiros, mártires. (data incerta).
LOPO DE SISTOV, Santo
Em Sistov, na Mésia Inferior, hoje Roménia, São LOPO mártiur que, segundo a tradição alcançou a liberdade de Cristo, sofrendo o martírio ao fio da espada. (data incerta).
CLÁUDIO, ASTÉRIO e NEON, Santos
Em Egeia, na Cilícia, hoje Turquia, os santos mártires CLÁUDIO, ASTÉRIO e NEON, irmãos que acusados pela sua madrasta de serem cristãos, foram degolados segundo a tradição, no tempo do imperador Diocleciano e do governador Lísias. (303)
FLAVIANO DE AUTUN, Santo
Em Autun, na Gália Lionense, hoje França, São FLAVIANO bispo, que resplandeceu no tempo do rei Clodoveu. (séc. V)
EUGÉNIO DE LONDONDERRY, Santo
Em Londonderry, na Irlanda, Santo EUGÉNIO primeiro bispo e Ardstraw. (séc. VI)
ANTÓNIO DE GERACE, Santo
No mosteiro de São Filipe, próximo de Locros, na Calábria Inferior, Itália, Santo ANTÓNIO DE GERACE eremita. (séc. X)
JOÃO BOURDON (Protásio de Séez), Beato
Num barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort, França, o Beato JOÃO BOURDON (Protásio de Séez) presbitero da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos e mártir que, durante a revolução francesa, preso com muitos outros sacerdotes, assistiu e confortou os companheiros de cativeiro, até que, finalmente morreu contagiado pela enfermidade. (1794)
CONSTANTINO CARBONELL SEMPERE,
PEDRO GELABERT AMER e
RAIMUNDO GRIMALTÓS MONITOR, Beatos
Em Tabernes de Valldigna, Valência, Espanha, os mártires beatos CONSTANTINO CARBONELL SEMPERE, presbitero PEDRO GELABERT AMER e RAIMUNDO GRIMALTÓS MONITOR religiosos da Companhia de Jesus, que sofreram o martírio durante a perseguição contra a fé. (1936)
FLORENTINO PÉREZ ROMERO e
URBANO GIL SÁEZ, Beatos
Em Vallbona, Valência, Espanha, os beatos mártires FLORENTINO PÉREZ ROMERO, presbitero e URBANO GIL SÁEZ religioso da Congregação dos Terciários Capuchinhos de Nossa Senhora das Dores que, durante a mesma perseguição consumaram gloriosamente o seu combate pela fé. (1936)
JOÃO MARIA DA CRUZ
Em Vallbona, Valência, Espanha, os beatos mártires FLORENTINO PÉREZ ROMERO, presbitero e URBANO GIL SÁEZ religioso da Congregação dos Terciários Capuchinhos de Nossa Senhora das Dores que, durante a mesma perseguição consumaram gloriosamente o seu combate pela fé. (1936)
JOÃO MARIA DA CRUZ
(Mariano Garcia Méndez), Beato
Em Silla, Valência, Espanha, o beato JOÃO MARIA DA CRUZ (Mariano Garcia Méndez), presbitero da Congregação dos Sacerdotes do Sagrado Coração de Jesus e mártir, que na mesma perseguição perseverou na fé em Cristo até à morte. (1936)
ROSÁRIA DE SOANO
(Petra Maria Vitória Quintana Argos) e SERAFINA DE OCHOVI
(Manuela Justa Fernández Ibero), Beatas
Em Puzol, Valência, Espanha, as beatas ROSÁRIA SOANO (Petra Maria Vitória Quintana Argos) e SERAFINA DE OCHOVI (Manuela Justa Fernández Ibero) virgens da Congregação das Terciárias Capuchinhas da Sagrada Família e mártires, que, durante a mesma perseguição alcançaram a graça do martírio. (1936)
ELISEU VICENTE (Vicente Alberich Lluch) e VALERIANO LUÍS (Nicolau Alberich Lluch), beatos
Em Valderrobles, Teruel, Espanha, os beatos ELISEU VICENTE (Vicente Alberich Lluch) e VALERIANO LUÍS (Nicolau Alberich Lluch) religiosos da Congregação dos Irmãos das Escolas Cristãs e mártires. (1936)
FRANCISCO DACHTER, Beato
No campo de concentração de Dachau, Munique, Baviera, Alemanha, o beato FRANCISCO DACHTER presbitero e mártir, natural da Polónia que, em tempo de guerra, esvaído pelas atrocidades nele operadas por médicos sem respeito algum pela dignidade humana, morreu por Cristo. (1944)
ANTÓNIO L'ETÍOPE (ou Categeró o D'Avola), Santo
Em Silla, Valência, Espanha, o beato JOÃO MARIA DA CRUZ (Mariano Garcia Méndez), presbitero da Congregação dos Sacerdotes do Sagrado Coração de Jesus e mártir, que na mesma perseguição perseverou na fé em Cristo até à morte. (1936)
ROSÁRIA DE SOANO
(Petra Maria Vitória Quintana Argos) e SERAFINA DE OCHOVI
(Manuela Justa Fernández Ibero), Beatas
Em Puzol, Valência, Espanha, as beatas ROSÁRIA SOANO (Petra Maria Vitória Quintana Argos) e SERAFINA DE OCHOVI (Manuela Justa Fernández Ibero) virgens da Congregação das Terciárias Capuchinhas da Sagrada Família e mártires, que, durante a mesma perseguição alcançaram a graça do martírio. (1936)
ELISEU VICENTE (Vicente Alberich Lluch) e VALERIANO LUÍS (Nicolau Alberich Lluch), beatos
Em Valderrobles, Teruel, Espanha, os beatos ELISEU VICENTE (Vicente Alberich Lluch) e VALERIANO LUÍS (Nicolau Alberich Lluch) religiosos da Congregação dos Irmãos das Escolas Cristãs e mártires. (1936)
FRANCISCO DACHTER, Beato
No campo de concentração de Dachau, Munique, Baviera, Alemanha, o beato FRANCISCO DACHTER presbitero e mártir, natural da Polónia que, em tempo de guerra, esvaído pelas atrocidades nele operadas por médicos sem respeito algum pela dignidade humana, morreu por Cristo. (1944)
... E AINDA ...
ANTÓNIO L'ETÍOPE (ou Categeró o D'Avola), Santo
Il Beato Antonio nasce a Barce di Cirene (Libia) verso il 1490, figlio di genitori maomettani che lo educano alla legge coranica. Le Galee della Sicilia lo prendono prigioniero, lo sbarcano a Siracusa a terra insieme al bottino e lo espongono al bando al migliore offerente come schiavo. Viene acquistato da un massaro di Avola che lo occupa nell'ufficio del pastore e gli affida il suo gregge di pecore e di capre. li buon massaro avolese cerca di iniziare il giovane al cristianesimo, e catechizzandolo mette a fuoco particolarmente il dramma d'amore e della passione di Gesù. Antonio affascinato chiede il sacramento del Santo Battesimo scegliendo per sé il nome del famoso santo di Padova. Da quel giorno in poi si impegnerà a mettere in pratica quanto avrà ascoltato dalla parola di Dio così da volere servire il Signore ed essergli grato. Ad Avola Antica frequenta la chiesa di Santa Venera, dove si confessa e si comunica ed alimenta la lampada votiva all'altare dell'apostolo S. Giacomo. Questo per i 38 anni di permanenza in territorio Avolese. Nel frattempo il massaro che lo aveva acquistato dà in matrimonio due nipoti con dei netini donando loro il gregge e lo schiavo libico. Da allora Antonio va a Noto. I nuovi padroni però considerano le qualità soprannaturali e i miracoli del nuovo schiavo, lo rendono libero. Antonio rimarrà con loro altri quattro anni. Licenziatosi da loro, Antonio si offre a servire i carcerati ed i malati, poi sceglie la vita eremitica, come terziario francescano, ai Pizzoni di San Corrado Fuori le Mura. Periodicamente si reca a Noto per accostarsi ai sacramenti e raccogliere elemosine per i poveri. Consumato dall'ascesi eremitica, dagli anni e dalla malattia rende l'anima a Dio il 14 marzo 1550. Viene seppellito nella chiesa francescana di Santa Maria del Gesù a Noto che diviene meta di pellegrinaggi e di grazie. Nel 1611 viene data licenza di divulgare l'immagine con aureola di beato. La diocesi di Noto venera il beato Antonio il 14 marzo.
Il 14 marzo 2012 è stata inaugurata ad Avola antica una statua in bronzo del Beato Antonio Etiope. Il suo culto è molto vivo in Brasile, mentre nel Netino è stato riscoperto grazie alle ricerche di Monsignor Guastella nel 1992, che lo ha proposto come patrono della Caritas della Diocesi di Noto.
FERDINANDO DE CARDONA, Beato
Meritevolissimo provinciale di Castiglia (Spagna), dell'Ordine Mercedario, il Beato Ferdinando da Cardona, all'età di 90 anni santamente come aveva vissuto, morì nell'anno 1473 nel convento di Sant'Eulalia in Cordova. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa dello stesso convento.
L'Ordine lo festeggia il 23 agosto.
Meritevolissimo provinciale di Castiglia (Spagna), dell'Ordine Mercedario, il Beato Ferdinando da Cardona, all'età di 90 anni santamente come aveva vissuto, morì nell'anno 1473 nel convento di Sant'Eulalia in Cordova. Il suo corpo fu sepolto nella chiesa dello stesso convento.
L'Ordine lo festeggia il 23 agosto.
JUSTINIANO (Stintan) de Ramsey, Santo
Nacque in Bretagna e, in seguito, emigrò nel Galles. Dopo un certo tempo passò nell'isola di Ramsey (Pembrokeshire) dove incontrò s. Onorio ed insieme a lui instaurò nell'isola la vita eremitica. La fama di Giustiniano attirò l'attenzione di s. David, che lo scelse come confessore.
Fu ucciso, secondo alcuni, da un servo indisciplinato, secondo altri dai pirati, e fu seppellito sulla terra ferma; la sua festa è celebrata il 23 agosto.
Il Baring-Gould riporta un altro santo dello stesso nome, chiamato, nel Galles, Gzuestlan, vescovo e confessore, il cui nome è stato latinizzato in Giustilianus o Gistlianus
LADISLAU (Wladyslaw) FINDYSZ, Beato
Nasce a Kroscienko Nizne presso Krosno (Polonia) il 13 dicembre 1907 da Stanislao Findysz e Apollonia Rachwal, contadini di antica tradizione cattolica. L’indomani, 14 dicembre 1907 nasce alla vita di Grazia nella chiesa parrocchiale della SS.ma Trinità a Krosno.
Nell’anno 1919 termina la Scuola Elementare, gestita dalle Suore Feliciane (CSSF) a Kroscienko Nizne e inizia gli studi presso il Ginnasio Statale. Nell’autunno del 1927 giunge a Przemysl, entra nel Seminario Maggiore. La formazione al sacerdozio avviene sotto la guida del rettore il beato sac. Giovanni Balicki. A coronamento di questo periodo formativo l’ordinazione sacerdotale ricevuta il 19 giugno 1932. Intraprende la funzione di vicario nelle parrocchie di Boryslaw, Drohobycz, Strzyzów e Jaslo. In seguito l’8 luglio 1941 riceve la nomina di amministratore della parrocchia dei SS. Apostoli Pietro e Paolo a Nowy Zmigród. Dopo un anno, il 13 agosto 1942, viene nominato parroco della suddetta parrocchia.
Fra l’assiduo lavoro pastorale e le esperienze dolorose della guerra sono passati per il Rev. Findysz tre anni di vita pastorale a Nowy Zmigród. Il 3 ottobre 1944, come tutti gli abitanti, viene espulso dai tedeschi. Al suo ritorno, il 23 gennaio 1945, si dedica a riorganizzare la parrocchia.
Dopo la guerra il suo servizio si svolge in tempi duri sotto il governo comunista. Il Rev. Findysz continua l’opera di rinnovamento morale e religioso della parrocchia, si prodiga per preservare i fedeli, soprattutto giovani, dalla programmata ed intensiva ateizzazione comunista; aiuta, anche materialmente, tutti gli abitanti della parrocchia, indipendentemente dalla loro nazionalità o confessione; salva numerose famiglie di Lemki (grecocattolici), severamente perseguitati dalle autorità comuniste, minacciati d’essere espulsi senza pietà dai loro luoghi di residenza.
Il lavoro pastorale del Rev. Findysz è molto scomodo per le autorità comuniste. Fin dal 1946 è sorvegliato dai servizi segreti. Nel 1952 l’autorità scolastica lo sospende dall’esercizio dell'insegnamento della catechesi nel Liceo. Non può agire nel territorio dell’intera parrocchia perché l’autorità del distretto, per ben due volte (nel 1952 e nel 1954) respinge la sua richiesta di permesso di soggiorno nella zona di confine, dove si trovava una parte della parrocchia.
Da parte dell’autorità ecclesiastica è ritenuto un parroco zelante: riceve le onorificenze dell’Expositorio Canonicali nel 1946, del Rocchetto e della Mantelletta nel 1957, anno in cui viene nominato vicedecano e, nel 1962, decano del Decanato di Nowy Zmigród.
Nel 1963 inizia l'attività pastorale di “opere conciliari di bontà” (il sostegno spirituale del Concilio Vaticano II), spedisce lettere-appelli ai parrocchiani in situazione religiosa e morale irregolare esortandoli e incoraggiandoli a rimettere in ordine la loro vita cristiana. Le autorità comuniste reagiscono a questa azione con grande severità e lo accusano di costringere i fedeli a pratiche e riti religiosi. Il 25 novembre 1963, interrogato della Procura di Voivodato a Rzeszów, viene arrestato e condotto nel carcere di Castello di Rzeszów. Nei giorni 16-17 dicembre 1963 si svolge il processo presso il tribunale di Voivodato a Rzeszów e viene pronunciato il verdetto di condanna a due anni e sei mesi di reclusione. Il motivo dell’indagine, dell’accusa e della condanna era basato sul Decreto di tutela della libertà di coscienza e di confessione del 5 agosto 1949 che, semplicemente, era uno strumento nelle mani delle autorità comuniste per la limitazione e l’eliminazione della fede e della Chiesa cattolica dalla vita pubblica e privata in Polonia. Il Rev. Findysz venne anche pubblicamente discreditato, calunniato e condannato tramite pubblicazioni montate sulla stampa. Nel carcere del Castello di Rzeszów viene sottoposto a maltrattamenti e umiliazioni fisiche, psichiche e spirituali e, il 25 gennaio 1964, viene trasferito nel Carcere in Via Montelupich a Cracovia.
Poco prima di essere arrestato (settembre 1963), aveva subito un’operazione pericolosa, l’asportazione della tiroide, e lo stato della sua salute rimaneva incerto per la minaccia di complicazioni. Convalescente, rimane ancora sotto cura, seguito dai medici, in attesa di un secondo intervento, previsto nel dicembre dello stesso anno, per l’asportazione di un carcinoma all’esofago. L’indagine, il processo e le prove del carcere esercitano, senza dubbio, un grande influsso sullo sviluppo della malattia di Rev. Findysz che, deve essere ricoverato nell’ospedale della prigione. La sua salute non presenta sostanziale miglioramento per mancanza di cure e medici specialisti e soprattutto per l’impedimento dell’intervento chirurgico del carcinoma; in pratica è condannato ad una morte lenta. La malattia progredisce continuamente, come attestano gli esami medici fatti negli ospedali delle carceri di Rzeszów e di Cracovia.
Fin dall’inizio della sua condanna al carcere l’avvocato e la Curia Vescovile di Przemysl fanno ricorso alla procura e al tribunale di Rzeszów, chiedendo la sospensione dell’arresto a causa della precaria salute che minaccia la morte, ma le richieste respinte più volte, saranno accolte solo a fine del febbraio 1964 da parte del Tribunale Supremo di Varsavia.
Date le sue ormai gravissime condizioni di salute, il 29 febbraio 1964 dal carcere ritorna a Nowy Zmigród. Rimane nella canonica con grande pazienza e sottomissione alla volontà di Dio, sopportando le sofferenze della malattia e dell’esaurimento. In aprile viene ricoverato nell’ospedale specialistico di Breslavia. Le ricerche, le osservazioni dell’ospedale e gli esami complementari confermano che il carcinoma, per lo stadio raggiunto, non permette l’operazione chirurgica. Dato l’enfisema polmonare, la ricaduta in una forte anemia che lo destinava alla morte, torna a casa.
La mattina del 21 agosto 1964, dopo avere ricevuto i Sacramenti, muore nella canonica di Nowy Zmigród e il 24 agosto viene sepolto nel cimitero parrocchiale della stessa città. Il funerale è presieduto da Mons. Stanislao Jakiel Vescovo Ausiliare della Diocesi di Przemysl con la partecipazione di 130 sacerdoti e numerosi fedeli.
Il 27 giugno 2000 il Vescovo di Rzeszów Mons. Kazimierz Górny, dietro numerose richieste dei fedeli, inizia l’inchiesta diocesana per la beatificazione di Rev. Ladislao Fidnysz.
Durante la tappa romana della causa di beatificazione, la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto che il Rev. Ladislao Findysz è stato arrestato e condannato dalle autorità del regime comunista a motivo dell’annuncio del Vangelo, e il suo imprigionamento e le sofferenze fisiche e spirituali subite hanno causato la sua morte, perciò bisogna riconoscerlo martire per la fede. Questa mozione è stata presentata al Santo Padre e da Lui è stata approvata. Il 20 dicembre 2004 alla presenza di Sua Santità Giovanni Paolo II è stato promulgato il decreto sul martirio del Rev. Ladislao Findysz.
Dichiarato Venerabile da Giovanni Paolo II il 20 dicembre 2004, il cardinale Jozef Glemp lo ha beatificato il 19 giugno 2005, dando lettura della Lettera Apostolica del papa Benedetto XVI.
Questa è la prima causa di beatificazione, già conclusa, impostata sul martirio di un Servo di Dio che è stato vittima del regime comunista in Polonia. Inoltre questa è la prima causa di beatificazione istruita dalla diocesi di Rzeszów.
TYDFIL, Santa
Tydfil (Tudful), figlia di Brychan, fu uccisa dai pagani a Merthyr
Tydfil nel Glamorganshire, circa l’anno 480, mentre visitava il suo
vecchio padre. Ella è patrona non soltanto della chiesa di Merthyr
Tydfil, ma anche del Llysronydd (ora Lisworney) e di Port Talbot nella
stessa contea di Glamorganshire.
La sua festa si celebra il 23 agosto
La sua festa si celebra il 23 agosto
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
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Textos recolhidos
In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
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Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com