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8º A N O
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Santos COSME e DAMIÃO mártires que, segundo a tradição, exerceram a medicina em Ciro, na Eufratésia, território da hodierna Síria, sem nunca pedir remuneração e curando a muitos com os seus cuidados gratuitos. (séc. III)
GEDEÃO, Santo
Comemoração de São GEDEÃO da tribo de Manasssés que foi juiz em Israel e, recebendo do Senhor o sinal do orvalho no velo de lã, com a fortaleza de Deus destruiu o altar de Baal e libertou o povo de Israel dos seus inimigos.
SENADOR DE ALBANO, Santo
Em Albano no Lácio, Itália, São SENADOR mártir. (séc. III)
EUSÉBIO DE BOLONHA, Santo
Em Bolonha, cidade de Emília-Romanha, Itália, a comemoração de santo EUSÉBIO bispo que, com Santo AMBRÓSIO defendeu a fé católica contra os arianos e se empenhou muito em promover entre as jovens o valor da virgindade. (séc. IV)
ESTEVÃO DE ROSSANO CALABRO, Santo
Em Gaeta, no Lácio, Itália, Santo ESTÊVÃO DE ROSSANO CALABRO monge, companheiro de São NILO o Jovem. (1001)
Na zona de Túsculo, próximo de Roma, São NILO O JOVEM abade, natural da Grécia que, aspirando a uma forma de viver santamente cultivou a prática da abstinência, humildade e peregrinação, teve o dom de profecia e sábia doutrina e fundou o célebre mosteiro de Grottaferrata segundo a observância dos Padres Orientais, onde, já nonagenário e em oração na igreja, entregou o seu espírito a Deus. (1004)
LÚCIA DE CALTAGIRONE, Beata
Em Salerno, na Campânia, Itália, a Beata LÚCIA DE CALTAGIRONE virgem da Ordem Terceira Regular de São Francisco. (1400)
Em Seul, na Coreia, a paixão dos santos SEBASTIÃO NAM I-GWAN e 8 companheiros INÁCIO KIM CHE-JUN, CARLOS CHO SHIN-CH'OI, COLOMBA KIM HYOIM, virgem, MADALENA PAK PONG-SON e PERPÉTUA HONG KUM-JU, viúvas; JULIETA KIM, ÁGUEDA CHON KYONG-HYOB e MADALENA HO KYE-IM, mártires, que, depois de sofrerem cruéis suplícios, foram degolados por causa da sua fé cristã. Comemoram-se também as santas mártires LUZIA KIM, CATARINA YI, viúva e sua filha MADALENA CHO virgem que, encarceradas pela sua fé em Cristo,. morreram também vítimas de atrozes tormentos em dia incerto deste mês. (1839)
TERESA (Maria Vitória Couderc), Santa
Em Lião, França, Santa TERESA (Maria Vitória Couderc) virgem que, superando as tribulações com ânimo sereno, fundou a Companhia de Nossa Senhora do Cenáculo na localidade de La Louvesc junto ao túmulo de São FRANCISCO DE RÉGIS. (1885)
GASPAR STANGGASSINGER, Beato
Em Gars, Munique, Alemanha, o Beato GASPAR STANGGASSINGER presbitero da Congregação do Santíssimo Redentor que, dedicado à formação dos jovens, foi para eles um exemplo de caridade alegre e oração assídua. (1899)
LUÍS TEZZA, Beato
Em Los Reyes, Peru, o beato LUÍS TEZZA presbitero da Ordem dos Clérigos Regrantes Ministros dos Enfermos que, para servir a Deus nos enfermos, fundou a Congregação das Filhas de São Camilo que sabiamente reuniu para se dedicarem a múltiplas obras de caridade. (1923)
Nacque nei pressi di Allariz (Orense) il 15 aprile 1890 e fu battezzato il giorno seguente. Fece il Noviziato a Siviglia ed emise la professione l'8 dicembre del 1909. Umile e pio, lavorò come insegnante in diversi collegi.La rivoluzione lo trovò a Santander. Si rifugiò allora a Bilbao presso alcuni parenti, ma la sua condizione di religioso fu presto conosciuta. A mezzanotte del 25 settembre 1936 quattro miliziani irruppero nel suo domicilio, e avendogli trovato un crocifisso e altri oggetti religiosi, lo condussero alla fucilazione.
Beatificato il 28 ottobre 2007.
CIPRIANO, JUSTINA e TECTISTO, Santos
Il legame tra la città di Piacenza e santa Giustina affonda le sue radici nella notte dei tempi. Già anticamente si venerava in città una santa con questo nome, individuata con santa Giustina da Padova.
Eppure la santa le cui ossa riposano ancora oggi a Piacenza nella Cattedrale a lei intitolata, pare avere nulla a che fare con quella di Padova. Di quale santa Giustina si tratta allora?
La Chiesa riconosce diverse sante chiamate Giustina. Di queste le uniche ad avere un qualche legame con Piacenza, sono santa Giustina da Padova e santa Giustina di Antiochia.
La santa Giustina di Piacenza pare che si debba riconoscere solo inizialmente in quella di Padova. A partire invece dal ritrovamento casuale ad opera dell’antipapa Giovanni Filagato nell’anno 1000 delle reliquie di santa Giustina di Antiochia nella Basilica di santa Rufina a Roma, il culto a Piacenza si sarebbe spostato su quest’ultima. Dette reliquie furono infatti portate in trionfo a Piacenza il 17 agosto del 1001, affinché potessero riposare nella Cattedrale intitolata alla santa e da allora in poi la santa Giustina venerata a Piacenza fu identificata con quella antiochena.
Figlia di un sacerdote pagano, Giustina aveva davanti a sé un futuro ricco e tranquillo. La tradizione la vuole gentile d’animo e di modi, bella d’aspetto e nobile di carattere. Una giovnae che dalla vita avrebbe potuto avere tutto quello che una ragazza della sua età avrebbe sognato: uno sposo all’altezza, dei figli e un futuro tranquillo tra gli agi di quei tempi. A tutto volle rinunciare in nome del suo amore per Cristo. Convertitasi dopo aver ascoltato la predica di un diacono, scelse la verginità e in nome di questo suo altissimo ideale rifiutò le insistenti avances di uno spasimante sfortunato che per convincerla ad innamorarsi di lui, non esitò a ricorrere ai sortilegi del noto mago Cipriano. Questi le inviava i demoni, ma la tradizione racconta che Giustina li cacciava con un semplice soffio della sua bocca e con il segno della Croce. La potenza straordinaria di questa fragile creatura stupì il mago, che finì a sua volta per convertirsi a Colui che è il più potente di tutti: il Cristo. Cipriano comprese che la magia e i suoi sortilegi non potevano nulla sull’Onnipotente. Si lasciò allora conquistare dall’amore per Gesù, il Signore. Uniti dallo stesso amore travolgente per il Crocifisso, Giustina e Cipriano condussero due esistenze esemplari finché furono catturati nel corso delle feroci persecuzioni degli Imperatori Diocleziano e Massimiano. Morirono entrambi martiri per decapitazione sulle sponde del fiume Gallo presso Nicomedia. Correva l’anno 302.
Fin qui la tradizione. Se le cose siano andate esattamente come ce le riporta la storia, non lo sapremo mai. E non ha molta importanza: fatto sta che la figura di Giustina ha attraversato i secoli senza nulla perdere della sua freschezza. La testimonianza di vita di una giovinetta innamorata del Vangelo di Cristo, la coerenza senza tentennamenti nella scelta della verginità, la serenità nell’affrontare il martirio, sono un esempio ancora attuale della radicalità della chiamata di ciascun cristiano. L’esempio di Giustina brilla oggi più che mai come monito al cristiano del Terzo Millennio a prendere sul serio la vocazione alla santità, che è per tutti e per ciascuno.
Così fragile e così potente, verrebbe da dire, pensando a questa ragazza che col solo segno della Croce ricacciava nelle tenebre i demoni inferociti. In fondo Giustina rappresenta la bellezza della vocazione cristiana, unica capace di trasformare per effetto della grazia delle umili creature in colossi di fede, speranza, carità. Giustina vergine, Giustina martire, Giustina giovane e fragile come tante altre, resa tuttavia invincibile dalla potenza di quel Crocifisso nel cui nome spese la sua vita e accettò di buon grado di sacrificarla. Dietro all’apparente sconfitta dei martiri, si cela invece l’eterna vittoria della vita che non muore.
Autore: Gaia Corrao
Sconosciuti alle antiche fonti agiografiche e ignorati dagli antichi martirologi orientali e occidentali, furono introdotti per la prima volta da Beda nel suo Martirologio e, attraverso i martirologi storici, passarono nel Romano, dove sono commemorati il 26 sett.; i Greci, invece, li venerano il 2 ott.
Sulla personalità e l'esistenza storica di questi santi gli studiosi non sono di egual parere: mentre alcuni tra i più antichi, seguiti da qualche moderno, non dubitarono di asserire che Cipriano fu un autentico vescovo e martire di Antiochia, altri, invece, pensano che egli non sia mai esistito come personaggio storico, ma sia stato creato dalla confusione coll'omonimo famoso vescovo di Cartagine. In verità le fonti, sebbene antiche e interessanti dal lato letterario, non sono troppo chiare dal punto di vista agiografico, anzi, contengono evidenti contraddizioni.
Da un sermone di s. Gregorio Nazianzeno pronunziato probabilmente il 3 ott. 379 in onore di Cipriano, si ricava che questi, dopo essere stato un mago, dotto in filosofìa, si convertì al cristianesimo e, fatto vescovo di Cartagine, illustrò la sua Chiesa e tutto l'Occidente con le sue virtù e gli scritti; durante la persecuzione di Decio fu prima esiliato e quindi decapitato; il suo corpo fu nascosto da una donna, ma in seguito ad una rivelazione, fu recuperato ed esposto alla venerazione dei fedeli. Questa tradizione fu conosciuta anche da Prudenzio che vi accenna nel suo carme in onore di s. Cipriano di Cartagine (Peristephanon, XIII, 21-34).
Secondo un componimento poetico dell'imperatrice Eudossia scritto verso la metà del sec. V, invece, Cipriano, già mago e convertito come vuole la tradizione gregoriana, non fu vescovo di Cartagine ma di Antiochia; al tempo della persecuzione di Diocleziano fu arrestato insieme con la vergine Giustina dal prefetto Entolmio che, dopo averli fatti tormentare, li inviò a Nicomedia dall'imperatore; questi li fece decapitare presso il fiume Gallo e insieme con loro fu ucciso anche Teoctisto; i corpi di tutti e tre furono portati a Roma da alcuni marinai e in loro onore la matrona Rufina edificò una basilica presso il foro di Claudio. Il componimento eudossiano ebbe larghissima diffusione nell'antichità e nel Medioevo tanto che, oltre all'originale greco, ne sono rimaste versioni in lingua latina, siriaca, araba, etiopica, slava, ecc.
Ma se la personalità storica di Cipriano, vescovo di Cartagine, è fuori ogni discussione, non altrettanto può dirsi per quella di Cipriano di Antiochia. Il Martirologio Siriaco lo ignora; nel Geronimiano non appare; a Roma una chiesa a lui dedicata non è mai esistita e nei sinassari greci fu introdotto certamente dopo la divulgazione dello scritto eudossiano. Sembra quindi più fondata l'opinione di coloro che negano la sua esistenza storica.
Per spiegare, poi, la doppia e contrastante tradizione di s. Gregorio ed Eudossia nei riguardi di Cipriano, gli studiosi ammettono che già nel sec. IV dovette esistere una leggenda agiografica di cui Cipriano e Giustina erano i protagonisti. Tale racconto, riferito fedelmente da Eudossia e confusamente da s. Gregorio, o per negligenza, data l'improvvisazione del suo discorso, o a ragion veduta per i suoi scopi particolari, ci è pervenuto : consta di tre parti, due delle quali esistevano certamente prima del 379, perché s. Gregorio vi allude espressamente, mentre la terza dovette essere composta tra la fine del sec. IV e l'inizio del V perché è sfruttata da Eudossia. Dalla lettura di questa leggenda appare evidente come l'autore (o gli autori) abbia avuto l'intenzione di mettere in risalto l'impotenza del diavolo contro i veri cristiani, la potenza del Cristo a favore dei suoi fedeli e l'efficacia salutare del pentimento.
Il più antico dei pezzi è intitolato Conversione di Cipriano. Ad Antiochia, Giusta, ascoltando le prediche del diacono Paralio, si converte al cristianesimo e, insieme con i genitori Edesio e Cledonia, riceve il Battesimo dal vescovo Ottato, mentre il padre, poco dopo, è ordinato presbitero. Per istruirsi meglio nella nuova religione, Giusta frequenta assiduamente la scuola catechetica della città, ma, nel tragitto dalla casa alla scuola, è osservata da un certo pagano Aglaide che se ne innamora e la chiede in sposa. Ella rifiuta perché ha deciso di restare vergine e Aglaide tenta di rapirla; ma, poiché il suo tentativo è frustrato, si rivolge al mago Cipriano che, dietro un forte compenso, prepara, aiutato dal demonio, un filtro amoroso da spargere intorno alla casa della fanciulla. Questa, accortasi dell'inganno, prega e, segnandosi con la croce, mette in fuga il demonio. Cipriano tenta ancora, evocando il padre dei demoni che promette di indurre Giusta alle nozze ingannandola sulla vera santità, ma la cristiana scopre il tranello e lo scaccia col segno della croce. Egli allora vuole conoscere il motivo del suo insuccesso e il demonio confessa che il segno di croce è più potente di lui. Cipriano ne è turbato, rinunzia ai suoi incantesimi, scaccia il demonio, consegna al vescovo Antimo tutti i suoi libri di magia e si dichiara cristiano. Il giorno dopo, sabato santo, riceve il Battesimo; l'anno successivo il vescovo gli conferisce gli ordini sacri fino al sacerdozio e dopo sedici anni, sentendosi vicino a morire, lo designa come suo successore sulla cattedra episcopale di Antiochia. Durante il suo episcopato Cipriano si adopera soprattutto a combattere gli eretici, mentre Giusta, che assume il nome di Giustina, è fatta diaconessa e messa a capo di un monastero. In tale vicenda si riconosce agevolmente il tema del mago che vende l'anima al diavolo e della ragazza che trionfa del suo seduttore, caro alle leggende popolari e immortalato nel Faust di Goethe.
Ma il racconto del mago Cipriano ebbe già, come si è detto, un doppio complemento; letterario il primo, sulla falsariga degli apocrifi scritturistici, agiografico il secondo, ad imitazione delle passiones dei martiri. Nel primo, intitolato Confessione di Cipriano, il mago Cipriano racconta la sua vita precedente alla conversione, piena di sortilegi, incantesimi, rapporti col diavolo, per esaltare la misericordia di Dio ed esortare i peccatori ad aver fiducia in essa. Consacrato fin da bambino ad Apollo, a sette anni fu iniziato ai misteri di Mitra e Demetra; a quindici conosceva le « virtù » dei frutti, degli alberi, delle erbe e di tutto ciò che esiste in terra, in cielo e in mare. Educato ad Argo, Elide e Sparta, imparò l'arte della divinazione in Frigia e a vent'anni si recò a Menfi in Egitto, dove apprese la magia e i rapporti col demonio; a trent'anni, per apprendere l'astrologia, si recò in Caldea e conobbe un diavolo che gli mise a disposizione una falange di demoni. Tornato ad Antiochia, ebbe presto gran rinomanza come filosofo e mago e fu visitato da Aglaide che gli confidò il suo amore per Giustina; tutti gli sforzi per conquistare questa, della quale anche lui si era innamorato, furono vani. Allora, constatando l'invincibilità del Cristo, Cipriano rientrò in se stesso, scacciò i demoni dei quali si era servito e, persuaso da un certo Timoteo che gli fece conoscere la misericordia di Dio, confessò pubblicamente tutti i suoi delitti e misfatti. L'amico Eusebio lo confortò ancora dicendogli che egli era vissuto nell'ignoranza, ma che i suoi delitti potevano essere perdonati se faceva penitenza. Cipriano si convinse, si fece condurre nella chiesa cristiana, bruciò pubblicamente i suoi libri, ricevette il Battesimo e si mise a predicare la dottrina di Cristo.
Il secondo complemento è intitolato Passione di Cipriano e narra la fine gloriosa di Cipriano e Giustina. Arrestati dal comes di Oriente, Entolmio, essi sono condotti a Damasco; durante l'interrogatorio Cipriano racconta il suo incontro con Giustina e la sua conversione ed esorta Entolmio a convertirsi anche lui, ma questi lo fa scarnificare, mentre Giustina è flagellata. Il giorno dopo ambedue sono immersi in una caldaia di pece bollente, ma ne escono illesi. Allora Entolmio li spedisce a Nicomedia da Diocleziano che li fa decapitare insieme con Teoctisto. I loro corpi sono gettati in pasto alle fiere, ma queste non li toccano; sei giorni dopo alcuni marinai li prendono e li portano a Roma, dove una certa Rufina dà loro onesta sepoltura.
Nel Medioevo, infine, si pretese trovare quei corpi presso il Battistero Lateranense e allora la festa di Cipriano e Giustina fu introdotta nel Breviario Romano.
E’ uno dei molti bambini che si asseriscono uccisi dai giudei. Secondo incontrollabili biografie, nato a Toledo il 17 dicembre 1487, all’età di due mesi Cristoforo sarebbe stato liberato dall’epilessia per intercessione di s. Giovanni da Matha e la madre, in segno di gratitudine, lo vestì con l’abito dei Trinitari. A quattro anni fu rapito da alcuni giudei i quali, secondo le loro idee superstiziose, credevano di poter essere liberati da ogni male cospargendo le sorgenti dei cristiani con una polvere ottenuta dal cuore di un bambino battezzato e da un’Ostia consacrata. Prima di essere ucciso, Cristoforo fu sottoposto a tormenti simili a quelli sopportati da Gesù e finalmente si eseguì il nefando sacrilegio durante la Settimana Santa del 1491. Due anni dopo la sua morte, il cardinale Pietro Gonzalez di Mendoza lo fece raffigurare in un quadro con l’abito trinitario.
Il culto di Cristoforo si diffuse rapidamente nella Spagna e fiorì specialmente ad opera del b. Simone de Rojas dell’Ordine Trinitario; Pio VII lo approvò nel 1805. La sua festa si celebra il 26 settembre
Giustino, romano di 17-18 anni, cittadino romano di aristocratica famiglia, viene decapitato a Roma sotto l'imperatore Nerone forse nell'anno 62 o 64.
Viene sepolto in una catacomba romana e nel 1680 i suoi furono trasferito, ad opera dei PP. Cappuccini, a Castelfranco Veneto. Inizialmente è deposto nella cappella della Pietà della Chiesa romanica poi, nel 1757, sotto l'altare dell'Assunta nel nuovo Duomo.
La memoria liturgica è tradizionalmente l'ultima domenica di Settembre
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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
UM BOM resto do ANO DE 2016
Nº 2889 - (270 - 2016)
26 DE SETEMBRO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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COSME e DAMIÃO, Santos
Santos COSME e DAMIÃO mártires que, segundo a tradição, exerceram a medicina em Ciro, na Eufratésia, território da hodierna Síria, sem nunca pedir remuneração e curando a muitos com os seus cuidados gratuitos. (séc. III)
GEDEÃO, Santo
Comemoração de São GEDEÃO da tribo de Manasssés que foi juiz em Israel e, recebendo do Senhor o sinal do orvalho no velo de lã, com a fortaleza de Deus destruiu o altar de Baal e libertou o povo de Israel dos seus inimigos.
SENADOR DE ALBANO, Santo
Em Albano no Lácio, Itália, São SENADOR mártir. (séc. III)
EUSÉBIO DE BOLONHA, Santo
Em Bolonha, cidade de Emília-Romanha, Itália, a comemoração de santo EUSÉBIO bispo que, com Santo AMBRÓSIO defendeu a fé católica contra os arianos e se empenhou muito em promover entre as jovens o valor da virgindade. (séc. IV)
ESTEVÃO DE ROSSANO CALABRO, Santo
Em Gaeta, no Lácio, Itália, Santo ESTÊVÃO DE ROSSANO CALABRO monge, companheiro de São NILO o Jovem. (1001)
NILO O Jovem, Santo
Na zona de Túsculo, próximo de Roma, São NILO O JOVEM abade, natural da Grécia que, aspirando a uma forma de viver santamente cultivou a prática da abstinência, humildade e peregrinação, teve o dom de profecia e sábia doutrina e fundou o célebre mosteiro de Grottaferrata segundo a observância dos Padres Orientais, onde, já nonagenário e em oração na igreja, entregou o seu espírito a Deus. (1004)
LÚCIA DE CALTAGIRONE, Beata
Em Salerno, na Campânia, Itália, a Beata LÚCIA DE CALTAGIRONE virgem da Ordem Terceira Regular de São Francisco. (1400)
SEBASTIÃO NAM I-GWAN, LÚCIA KIM, CATARINA YI, MADALENA CHO e mais 8 companheiros INÁCIO KIM CHE-JUN,
CARLOS CHO SHIN-CH'OI,
COLOMBA KIM HYOIM,
MADALENA PAK PONG-SON e
PERPÉTUA HONG KUM-JU, JULIETA KIM, ÁGUEDA CHON KYONG-HYOB e
MADALENA HO KYE-IM, Santos
CARLOS CHO SHIN-CH'OI,
COLOMBA KIM HYOIM,
MADALENA PAK PONG-SON e
PERPÉTUA HONG KUM-JU, JULIETA KIM, ÁGUEDA CHON KYONG-HYOB e
MADALENA HO KYE-IM, Santos
Em Seul, na Coreia, a paixão dos santos SEBASTIÃO NAM I-GWAN e 8 companheiros INÁCIO KIM CHE-JUN, CARLOS CHO SHIN-CH'OI, COLOMBA KIM HYOIM, virgem, MADALENA PAK PONG-SON e PERPÉTUA HONG KUM-JU, viúvas; JULIETA KIM, ÁGUEDA CHON KYONG-HYOB e MADALENA HO KYE-IM, mártires, que, depois de sofrerem cruéis suplícios, foram degolados por causa da sua fé cristã. Comemoram-se também as santas mártires LUZIA KIM, CATARINA YI, viúva e sua filha MADALENA CHO virgem que, encarceradas pela sua fé em Cristo,. morreram também vítimas de atrozes tormentos em dia incerto deste mês. (1839)
TERESA (Maria Vitória Couderc), Santa
Em Lião, França, Santa TERESA (Maria Vitória Couderc) virgem que, superando as tribulações com ânimo sereno, fundou a Companhia de Nossa Senhora do Cenáculo na localidade de La Louvesc junto ao túmulo de São FRANCISCO DE RÉGIS. (1885)
GASPAR STANGGASSINGER, Beato
Em Gars, Munique, Alemanha, o Beato GASPAR STANGGASSINGER presbitero da Congregação do Santíssimo Redentor que, dedicado à formação dos jovens, foi para eles um exemplo de caridade alegre e oração assídua. (1899)
LUÍS TEZZA, Beato
Em Los Reyes, Peru, o beato LUÍS TEZZA presbitero da Ordem dos Clérigos Regrantes Ministros dos Enfermos que, para servir a Deus nos enfermos, fundou a Congregação das Filhas de São Camilo que sabiamente reuniu para se dedicarem a múltiplas obras de caridade. (1923)
MARIA DO AMPARO (Teresa Rosat Balasch) e MARIA DO CALVÁRIO (Josefa Romero Clariana), Beatas
Em Valência, Espanha, as beatas MARIA DO AMPARO (Teresa Rosat Balasch) e MARIA DO CALVÁRIO (Josefa Romero Clariana) virgens da Congregação da Doutrina Cristã e mártires, que, durante a perseguição religiosa, foram encarceradas e depois assassinadas por causa da sua fidelidade a Cristo Esposo. (1936)
RAFAEL PARDO MOLINA e
JOSÉ MARIA VIDAL SEGÓ, Beatos
Em Valência, Espanha, o beato RAFAEL PARDO MOLINA religioso da Ordem dos Pregadores e mártir, que morreu durante a perseguição contra a fé cristã. Com ele se comemora também o beato mártir JOSÉ MARIA VIDAL SEGÓ presbitero da mesma Ordem que passou à glória celeste depois de ter dado em Barcelona um inquebrantável testemunho da fé em Cristo. (1936)
CRESCÊNCIA VALLS ESPI, Beata
Em Puerto de Canals, Valência, Espanha, a beata CRESCÊNCIA VALLS ESPI virgem e mártir que sofreu o martírio durante a mesma perseguição religiosa. (1936)
MARIA DEL OLVIDO NOGUERA ALBELDA, Beata
Em Benifairó de Valldigna, Valência, Espanha, a beata MARIA DEL OLVIDO NOGUERA ALBELDA virgem e mártir, que na mesma perseguição, sofreu o martírio por causa da sua fé. (1936)
BOAVENTURA DE PUZOL (Júlio Esteve Flors), Beato
Em Gilet, Valência, Espanha, o beato BOAVENTURA DE PUZOL (Júlio Esteve Flors) presbitero da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos e mártir, que durante a mesma perseguição vítima da violência dos inimigos da fé cristã, foi ao encontro do Senhor (1936)
MARIA JORDÁ BOTELLA, Beata
Em Benifallin, Alicante, Espanha, a beata MARIA JORDÁ BOTELLA virgem e mártir que, na mesma perseguição venceu gloriosamente o bom combate por Cristo. (1936)
LEÃO MARIA DE ALACUÁS
(Manuel Légua Marti), Beato
Em Madrid, Espanha, o beato LEÃO MARIA DE ALACUÁS (Manuel Légua Marti), presbitero da Congregação dos Terciários de Nossa Senhora das Dores e mártir, que, durante a mesma perseguição alcançou a coroa de glória. (1936)
ANTÓNIO CID RODRIGUEZ, Beato
Em Bilbau, Espanha, o beato ANTÓNIO CID RODRIGUEZ religiosos da Sociedade Salesiana e mártir. (1936)
Em Valência, Espanha, as beatas MARIA DO AMPARO (Teresa Rosat Balasch) e MARIA DO CALVÁRIO (Josefa Romero Clariana) virgens da Congregação da Doutrina Cristã e mártires, que, durante a perseguição religiosa, foram encarceradas e depois assassinadas por causa da sua fidelidade a Cristo Esposo. (1936)
RAFAEL PARDO MOLINA e
JOSÉ MARIA VIDAL SEGÓ, Beatos
Em Valência, Espanha, o beato RAFAEL PARDO MOLINA religioso da Ordem dos Pregadores e mártir, que morreu durante a perseguição contra a fé cristã. Com ele se comemora também o beato mártir JOSÉ MARIA VIDAL SEGÓ presbitero da mesma Ordem que passou à glória celeste depois de ter dado em Barcelona um inquebrantável testemunho da fé em Cristo. (1936)
CRESCÊNCIA VALLS ESPI, Beata
Em Puerto de Canals, Valência, Espanha, a beata CRESCÊNCIA VALLS ESPI virgem e mártir que sofreu o martírio durante a mesma perseguição religiosa. (1936)
MARIA DEL OLVIDO NOGUERA ALBELDA, Beata
Em Benifairó de Valldigna, Valência, Espanha, a beata MARIA DEL OLVIDO NOGUERA ALBELDA virgem e mártir, que na mesma perseguição, sofreu o martírio por causa da sua fé. (1936)
BOAVENTURA DE PUZOL (Júlio Esteve Flors), Beato
Em Gilet, Valência, Espanha, o beato BOAVENTURA DE PUZOL (Júlio Esteve Flors) presbitero da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos e mártir, que durante a mesma perseguição vítima da violência dos inimigos da fé cristã, foi ao encontro do Senhor (1936)
MARIA JORDÁ BOTELLA, Beata
Em Benifallin, Alicante, Espanha, a beata MARIA JORDÁ BOTELLA virgem e mártir que, na mesma perseguição venceu gloriosamente o bom combate por Cristo. (1936)
LEÃO MARIA DE ALACUÁS
(Manuel Légua Marti), Beato
Em Madrid, Espanha, o beato LEÃO MARIA DE ALACUÁS (Manuel Légua Marti), presbitero da Congregação dos Terciários de Nossa Senhora das Dores e mártir, que, durante a mesma perseguição alcançou a coroa de glória. (1936)
ANTÓNIO CID RODRIGUEZ, Beato
Em Bilbau, Espanha, o beato ANTÓNIO CID RODRIGUEZ religiosos da Sociedade Salesiana e mártir. (1936)
Nacque nei pressi di Allariz (Orense) il 15 aprile 1890 e fu battezzato il giorno seguente. Fece il Noviziato a Siviglia ed emise la professione l'8 dicembre del 1909. Umile e pio, lavorò come insegnante in diversi collegi.La rivoluzione lo trovò a Santander. Si rifugiò allora a Bilbao presso alcuni parenti, ma la sua condizione di religioso fu presto conosciuta. A mezzanotte del 25 settembre 1936 quattro miliziani irruppero nel suo domicilio, e avendogli trovato un crocifisso e altri oggetti religiosi, lo condussero alla fucilazione.
Beatificato il 28 ottobre 2007.
... E AINDA ...
CIPRIANO, JUSTINA e TECTISTO, Santos
Il legame tra la città di Piacenza e santa Giustina affonda le sue radici nella notte dei tempi. Già anticamente si venerava in città una santa con questo nome, individuata con santa Giustina da Padova.
Eppure la santa le cui ossa riposano ancora oggi a Piacenza nella Cattedrale a lei intitolata, pare avere nulla a che fare con quella di Padova. Di quale santa Giustina si tratta allora?
La Chiesa riconosce diverse sante chiamate Giustina. Di queste le uniche ad avere un qualche legame con Piacenza, sono santa Giustina da Padova e santa Giustina di Antiochia.
La santa Giustina di Piacenza pare che si debba riconoscere solo inizialmente in quella di Padova. A partire invece dal ritrovamento casuale ad opera dell’antipapa Giovanni Filagato nell’anno 1000 delle reliquie di santa Giustina di Antiochia nella Basilica di santa Rufina a Roma, il culto a Piacenza si sarebbe spostato su quest’ultima. Dette reliquie furono infatti portate in trionfo a Piacenza il 17 agosto del 1001, affinché potessero riposare nella Cattedrale intitolata alla santa e da allora in poi la santa Giustina venerata a Piacenza fu identificata con quella antiochena.
Figlia di un sacerdote pagano, Giustina aveva davanti a sé un futuro ricco e tranquillo. La tradizione la vuole gentile d’animo e di modi, bella d’aspetto e nobile di carattere. Una giovnae che dalla vita avrebbe potuto avere tutto quello che una ragazza della sua età avrebbe sognato: uno sposo all’altezza, dei figli e un futuro tranquillo tra gli agi di quei tempi. A tutto volle rinunciare in nome del suo amore per Cristo. Convertitasi dopo aver ascoltato la predica di un diacono, scelse la verginità e in nome di questo suo altissimo ideale rifiutò le insistenti avances di uno spasimante sfortunato che per convincerla ad innamorarsi di lui, non esitò a ricorrere ai sortilegi del noto mago Cipriano. Questi le inviava i demoni, ma la tradizione racconta che Giustina li cacciava con un semplice soffio della sua bocca e con il segno della Croce. La potenza straordinaria di questa fragile creatura stupì il mago, che finì a sua volta per convertirsi a Colui che è il più potente di tutti: il Cristo. Cipriano comprese che la magia e i suoi sortilegi non potevano nulla sull’Onnipotente. Si lasciò allora conquistare dall’amore per Gesù, il Signore. Uniti dallo stesso amore travolgente per il Crocifisso, Giustina e Cipriano condussero due esistenze esemplari finché furono catturati nel corso delle feroci persecuzioni degli Imperatori Diocleziano e Massimiano. Morirono entrambi martiri per decapitazione sulle sponde del fiume Gallo presso Nicomedia. Correva l’anno 302.
Fin qui la tradizione. Se le cose siano andate esattamente come ce le riporta la storia, non lo sapremo mai. E non ha molta importanza: fatto sta che la figura di Giustina ha attraversato i secoli senza nulla perdere della sua freschezza. La testimonianza di vita di una giovinetta innamorata del Vangelo di Cristo, la coerenza senza tentennamenti nella scelta della verginità, la serenità nell’affrontare il martirio, sono un esempio ancora attuale della radicalità della chiamata di ciascun cristiano. L’esempio di Giustina brilla oggi più che mai come monito al cristiano del Terzo Millennio a prendere sul serio la vocazione alla santità, che è per tutti e per ciascuno.
Così fragile e così potente, verrebbe da dire, pensando a questa ragazza che col solo segno della Croce ricacciava nelle tenebre i demoni inferociti. In fondo Giustina rappresenta la bellezza della vocazione cristiana, unica capace di trasformare per effetto della grazia delle umili creature in colossi di fede, speranza, carità. Giustina vergine, Giustina martire, Giustina giovane e fragile come tante altre, resa tuttavia invincibile dalla potenza di quel Crocifisso nel cui nome spese la sua vita e accettò di buon grado di sacrificarla. Dietro all’apparente sconfitta dei martiri, si cela invece l’eterna vittoria della vita che non muore.
Autore: Gaia Corrao
Sconosciuti alle antiche fonti agiografiche e ignorati dagli antichi martirologi orientali e occidentali, furono introdotti per la prima volta da Beda nel suo Martirologio e, attraverso i martirologi storici, passarono nel Romano, dove sono commemorati il 26 sett.; i Greci, invece, li venerano il 2 ott.
Sulla personalità e l'esistenza storica di questi santi gli studiosi non sono di egual parere: mentre alcuni tra i più antichi, seguiti da qualche moderno, non dubitarono di asserire che Cipriano fu un autentico vescovo e martire di Antiochia, altri, invece, pensano che egli non sia mai esistito come personaggio storico, ma sia stato creato dalla confusione coll'omonimo famoso vescovo di Cartagine. In verità le fonti, sebbene antiche e interessanti dal lato letterario, non sono troppo chiare dal punto di vista agiografico, anzi, contengono evidenti contraddizioni.
Da un sermone di s. Gregorio Nazianzeno pronunziato probabilmente il 3 ott. 379 in onore di Cipriano, si ricava che questi, dopo essere stato un mago, dotto in filosofìa, si convertì al cristianesimo e, fatto vescovo di Cartagine, illustrò la sua Chiesa e tutto l'Occidente con le sue virtù e gli scritti; durante la persecuzione di Decio fu prima esiliato e quindi decapitato; il suo corpo fu nascosto da una donna, ma in seguito ad una rivelazione, fu recuperato ed esposto alla venerazione dei fedeli. Questa tradizione fu conosciuta anche da Prudenzio che vi accenna nel suo carme in onore di s. Cipriano di Cartagine (Peristephanon, XIII, 21-34).
Secondo un componimento poetico dell'imperatrice Eudossia scritto verso la metà del sec. V, invece, Cipriano, già mago e convertito come vuole la tradizione gregoriana, non fu vescovo di Cartagine ma di Antiochia; al tempo della persecuzione di Diocleziano fu arrestato insieme con la vergine Giustina dal prefetto Entolmio che, dopo averli fatti tormentare, li inviò a Nicomedia dall'imperatore; questi li fece decapitare presso il fiume Gallo e insieme con loro fu ucciso anche Teoctisto; i corpi di tutti e tre furono portati a Roma da alcuni marinai e in loro onore la matrona Rufina edificò una basilica presso il foro di Claudio. Il componimento eudossiano ebbe larghissima diffusione nell'antichità e nel Medioevo tanto che, oltre all'originale greco, ne sono rimaste versioni in lingua latina, siriaca, araba, etiopica, slava, ecc.
Ma se la personalità storica di Cipriano, vescovo di Cartagine, è fuori ogni discussione, non altrettanto può dirsi per quella di Cipriano di Antiochia. Il Martirologio Siriaco lo ignora; nel Geronimiano non appare; a Roma una chiesa a lui dedicata non è mai esistita e nei sinassari greci fu introdotto certamente dopo la divulgazione dello scritto eudossiano. Sembra quindi più fondata l'opinione di coloro che negano la sua esistenza storica.
Per spiegare, poi, la doppia e contrastante tradizione di s. Gregorio ed Eudossia nei riguardi di Cipriano, gli studiosi ammettono che già nel sec. IV dovette esistere una leggenda agiografica di cui Cipriano e Giustina erano i protagonisti. Tale racconto, riferito fedelmente da Eudossia e confusamente da s. Gregorio, o per negligenza, data l'improvvisazione del suo discorso, o a ragion veduta per i suoi scopi particolari, ci è pervenuto : consta di tre parti, due delle quali esistevano certamente prima del 379, perché s. Gregorio vi allude espressamente, mentre la terza dovette essere composta tra la fine del sec. IV e l'inizio del V perché è sfruttata da Eudossia. Dalla lettura di questa leggenda appare evidente come l'autore (o gli autori) abbia avuto l'intenzione di mettere in risalto l'impotenza del diavolo contro i veri cristiani, la potenza del Cristo a favore dei suoi fedeli e l'efficacia salutare del pentimento.
Il più antico dei pezzi è intitolato Conversione di Cipriano. Ad Antiochia, Giusta, ascoltando le prediche del diacono Paralio, si converte al cristianesimo e, insieme con i genitori Edesio e Cledonia, riceve il Battesimo dal vescovo Ottato, mentre il padre, poco dopo, è ordinato presbitero. Per istruirsi meglio nella nuova religione, Giusta frequenta assiduamente la scuola catechetica della città, ma, nel tragitto dalla casa alla scuola, è osservata da un certo pagano Aglaide che se ne innamora e la chiede in sposa. Ella rifiuta perché ha deciso di restare vergine e Aglaide tenta di rapirla; ma, poiché il suo tentativo è frustrato, si rivolge al mago Cipriano che, dietro un forte compenso, prepara, aiutato dal demonio, un filtro amoroso da spargere intorno alla casa della fanciulla. Questa, accortasi dell'inganno, prega e, segnandosi con la croce, mette in fuga il demonio. Cipriano tenta ancora, evocando il padre dei demoni che promette di indurre Giusta alle nozze ingannandola sulla vera santità, ma la cristiana scopre il tranello e lo scaccia col segno della croce. Egli allora vuole conoscere il motivo del suo insuccesso e il demonio confessa che il segno di croce è più potente di lui. Cipriano ne è turbato, rinunzia ai suoi incantesimi, scaccia il demonio, consegna al vescovo Antimo tutti i suoi libri di magia e si dichiara cristiano. Il giorno dopo, sabato santo, riceve il Battesimo; l'anno successivo il vescovo gli conferisce gli ordini sacri fino al sacerdozio e dopo sedici anni, sentendosi vicino a morire, lo designa come suo successore sulla cattedra episcopale di Antiochia. Durante il suo episcopato Cipriano si adopera soprattutto a combattere gli eretici, mentre Giusta, che assume il nome di Giustina, è fatta diaconessa e messa a capo di un monastero. In tale vicenda si riconosce agevolmente il tema del mago che vende l'anima al diavolo e della ragazza che trionfa del suo seduttore, caro alle leggende popolari e immortalato nel Faust di Goethe.
Ma il racconto del mago Cipriano ebbe già, come si è detto, un doppio complemento; letterario il primo, sulla falsariga degli apocrifi scritturistici, agiografico il secondo, ad imitazione delle passiones dei martiri. Nel primo, intitolato Confessione di Cipriano, il mago Cipriano racconta la sua vita precedente alla conversione, piena di sortilegi, incantesimi, rapporti col diavolo, per esaltare la misericordia di Dio ed esortare i peccatori ad aver fiducia in essa. Consacrato fin da bambino ad Apollo, a sette anni fu iniziato ai misteri di Mitra e Demetra; a quindici conosceva le « virtù » dei frutti, degli alberi, delle erbe e di tutto ciò che esiste in terra, in cielo e in mare. Educato ad Argo, Elide e Sparta, imparò l'arte della divinazione in Frigia e a vent'anni si recò a Menfi in Egitto, dove apprese la magia e i rapporti col demonio; a trent'anni, per apprendere l'astrologia, si recò in Caldea e conobbe un diavolo che gli mise a disposizione una falange di demoni. Tornato ad Antiochia, ebbe presto gran rinomanza come filosofo e mago e fu visitato da Aglaide che gli confidò il suo amore per Giustina; tutti gli sforzi per conquistare questa, della quale anche lui si era innamorato, furono vani. Allora, constatando l'invincibilità del Cristo, Cipriano rientrò in se stesso, scacciò i demoni dei quali si era servito e, persuaso da un certo Timoteo che gli fece conoscere la misericordia di Dio, confessò pubblicamente tutti i suoi delitti e misfatti. L'amico Eusebio lo confortò ancora dicendogli che egli era vissuto nell'ignoranza, ma che i suoi delitti potevano essere perdonati se faceva penitenza. Cipriano si convinse, si fece condurre nella chiesa cristiana, bruciò pubblicamente i suoi libri, ricevette il Battesimo e si mise a predicare la dottrina di Cristo.
Il secondo complemento è intitolato Passione di Cipriano e narra la fine gloriosa di Cipriano e Giustina. Arrestati dal comes di Oriente, Entolmio, essi sono condotti a Damasco; durante l'interrogatorio Cipriano racconta il suo incontro con Giustina e la sua conversione ed esorta Entolmio a convertirsi anche lui, ma questi lo fa scarnificare, mentre Giustina è flagellata. Il giorno dopo ambedue sono immersi in una caldaia di pece bollente, ma ne escono illesi. Allora Entolmio li spedisce a Nicomedia da Diocleziano che li fa decapitare insieme con Teoctisto. I loro corpi sono gettati in pasto alle fiere, ma queste non li toccano; sei giorni dopo alcuni marinai li prendono e li portano a Roma, dove una certa Rufina dà loro onesta sepoltura.
Nel Medioevo, infine, si pretese trovare quei corpi presso il Battistero Lateranense e allora la festa di Cipriano e Giustina fu introdotta nel Breviario Romano.
CRISTOFORO DELLA GUARDIA, Santo
E’ uno dei molti bambini che si asseriscono uccisi dai giudei. Secondo incontrollabili biografie, nato a Toledo il 17 dicembre 1487, all’età di due mesi Cristoforo sarebbe stato liberato dall’epilessia per intercessione di s. Giovanni da Matha e la madre, in segno di gratitudine, lo vestì con l’abito dei Trinitari. A quattro anni fu rapito da alcuni giudei i quali, secondo le loro idee superstiziose, credevano di poter essere liberati da ogni male cospargendo le sorgenti dei cristiani con una polvere ottenuta dal cuore di un bambino battezzato e da un’Ostia consacrata. Prima di essere ucciso, Cristoforo fu sottoposto a tormenti simili a quelli sopportati da Gesù e finalmente si eseguì il nefando sacrilegio durante la Settimana Santa del 1491. Due anni dopo la sua morte, il cardinale Pietro Gonzalez di Mendoza lo fece raffigurare in un quadro con l’abito trinitario.
Il culto di Cristoforo si diffuse rapidamente nella Spagna e fiorì specialmente ad opera del b. Simone de Rojas dell’Ordine Trinitario; Pio VII lo approvò nel 1805. La sua festa si celebra il 26 settembre
JUSTINO, Santo
Giustino, romano di 17-18 anni, cittadino romano di aristocratica famiglia, viene decapitato a Roma sotto l'imperatore Nerone forse nell'anno 62 o 64.
Viene sepolto in una catacomba romana e nel 1680 i suoi furono trasferito, ad opera dei PP. Cappuccini, a Castelfranco Veneto. Inizialmente è deposto nella cappella della Pietà della Chiesa romanica poi, nel 1757, sotto l'altare dell'Assunta nel nuovo Duomo.
La memoria liturgica è tradizionalmente l'ultima domenica di Settembre
GRECA, Santa
Personaggio storico oltremodo singolare; per le tante caratteristiche della sua vita, che la portarono alla fine a ricevere il culto di Beata.
Contessa di nascita, sposa e vedova una prima volta, sposa e vedova una seconda volta, madre affettuosa e premurosa, reggente del ducato, monaca, poi impegnata in politica, conciliatrice delle fazioni in lotta, di nuovo monaca cistercense, pellegrina, fondatrice di monastero.
Ermengarda, il cui nome deriva dall’antico provenzale Ermenjardis, tratto dal tedesco arcaico “Irmingard” e significa “protetta da Irmin, ossia il dio Odino”, nacque verso la metà del secolo XI ad Angers, da Folco IV conte d’Angiò.
Giovanissima, secondo le usanze del tempo, sposò Guglielmo IX conte di Poitiers, del quale rimase vedova dopo alcuni anni, nel 1093 si risposò con Alano Fergent, duca di Bretagna.
Quando il duca suo marito, partì per la Crociata, Ermengarda governò da reggente la Bretagna e si curò dell’educazione del figlio minore Conano.
Al ritorno dalla Crociata, Alano ormai malato e scosso nello spirito, decise, come capitava spesso in quei tempi, di lasciare la guida del ducato e di ritirarsi nel monastero di Redon; anche la pia moglie volle seguirlo nella sua scelta e ormai autonomo il figlio, si ritirò nel duplice monastero femminile e maschile di Fontevrault, sotto la direzione del beato Roberto d’Arbrissel (1111).
Alla morte del suo sposo Alano, Ermengarda uscì dal monastero per assumere personalmente un ruolo politico di conciliatrice, nella provincia di Bretagna sconvolta dagli intrighi di corte e dagli interessi dei nobili.
San Bernardo da Chiaravalle (1091-1153), riformatore dei cistercensi, le indirizzò parecchie lettere amichevoli, rendendole omaggio per il suo senso di giustizia, fondato sulla fede cristiana.
E dalle mani del santo, nel 1129, ricevette il velo delle monache cistercensi nel priorato di Larrey, presso Digione.
Su invito del fratello Folco, divenuto re di Gerusalemme, Ermengarda compì un rapido viaggio come pellegrina in Palestina. Al suo ritorno in Bretagna, fondò l’abbazia cistercense di Buzay, presso Nantes, di cui fu primo abate Nivardo, fratello di s. Bernardo.
Ermengarda morì a Larrey il 1° giugno 1147 e fu sepolta a Redon dove già era stato tumulato il marito Alano.
Il Menologio di Citeaux la commemora il 25 settembre, mentre nel nuovo “Menologio Cistercense” è ricordata al 31 maggio, ma senza alcun titolo. .
MARIA DA NATIVIDADE, Beata
Consacrata a Dio fin dalla fanciullezza, la Beata Maria della Natività, donò tutto ai poveri e fu una grande ricamatrice fra le monache mercedarie del monastero deilAssunzione in Siviglia. Ornata dì doni celesti, gli apparve più volte Cristo legato alla colonna flagellato, portare sulle spalle la croce, crocifisso e trafitto dalla lancia; sentì in se stessa la forza della passione e i dolori fino all'efusione del sangue. Finché giunta al termine della vita fu portata da Gesù Sposo nel coro degli Angeli nella patria del paradiso.
L'Ordine la festeggia il 26 settembre.
Personaggio storico oltremodo singolare; per le tante caratteristiche della sua vita, che la portarono alla fine a ricevere il culto di Beata.
Contessa di nascita, sposa e vedova una prima volta, sposa e vedova una seconda volta, madre affettuosa e premurosa, reggente del ducato, monaca, poi impegnata in politica, conciliatrice delle fazioni in lotta, di nuovo monaca cistercense, pellegrina, fondatrice di monastero.
Ermengarda, il cui nome deriva dall’antico provenzale Ermenjardis, tratto dal tedesco arcaico “Irmingard” e significa “protetta da Irmin, ossia il dio Odino”, nacque verso la metà del secolo XI ad Angers, da Folco IV conte d’Angiò.
Giovanissima, secondo le usanze del tempo, sposò Guglielmo IX conte di Poitiers, del quale rimase vedova dopo alcuni anni, nel 1093 si risposò con Alano Fergent, duca di Bretagna.
Quando il duca suo marito, partì per la Crociata, Ermengarda governò da reggente la Bretagna e si curò dell’educazione del figlio minore Conano.
Al ritorno dalla Crociata, Alano ormai malato e scosso nello spirito, decise, come capitava spesso in quei tempi, di lasciare la guida del ducato e di ritirarsi nel monastero di Redon; anche la pia moglie volle seguirlo nella sua scelta e ormai autonomo il figlio, si ritirò nel duplice monastero femminile e maschile di Fontevrault, sotto la direzione del beato Roberto d’Arbrissel (1111).
Alla morte del suo sposo Alano, Ermengarda uscì dal monastero per assumere personalmente un ruolo politico di conciliatrice, nella provincia di Bretagna sconvolta dagli intrighi di corte e dagli interessi dei nobili.
San Bernardo da Chiaravalle (1091-1153), riformatore dei cistercensi, le indirizzò parecchie lettere amichevoli, rendendole omaggio per il suo senso di giustizia, fondato sulla fede cristiana.
E dalle mani del santo, nel 1129, ricevette il velo delle monache cistercensi nel priorato di Larrey, presso Digione.
Su invito del fratello Folco, divenuto re di Gerusalemme, Ermengarda compì un rapido viaggio come pellegrina in Palestina. Al suo ritorno in Bretagna, fondò l’abbazia cistercense di Buzay, presso Nantes, di cui fu primo abate Nivardo, fratello di s. Bernardo.
Ermengarda morì a Larrey il 1° giugno 1147 e fu sepolta a Redon dove già era stato tumulato il marito Alano.
Il Menologio di Citeaux la commemora il 25 settembre, mentre nel nuovo “Menologio Cistercense” è ricordata al 31 maggio, ma senza alcun titolo. .
MARIA DA NATIVIDADE, Beata
Consacrata a Dio fin dalla fanciullezza, la Beata Maria della Natività, donò tutto ai poveri e fu una grande ricamatrice fra le monache mercedarie del monastero deilAssunzione in Siviglia. Ornata dì doni celesti, gli apparve più volte Cristo legato alla colonna flagellato, portare sulle spalle la croce, crocifisso e trafitto dalla lancia; sentì in se stessa la forza della passione e i dolori fino all'efusione del sangue. Finché giunta al termine della vita fu portata da Gesù Sposo nel coro degli Angeli nella patria del paradiso.
L'Ordine la festeggia il 26 settembre.
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
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MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
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