Caros Amigos:
Nova foto do autor
8º A N O
===========================================
PELÁGIA, Santa
Em Antioquia, na Síria hoje Antakya, na Turquia, Santa PELÁGIA virgem e mártir, que São JOÃO CRISÓSTOMO exalta com grandes louvores. (302).
REPARATA DE CESAREIA DA PALESTINA, Santa
Comemoração de Santa REPARATA que é venerada em muitos lugares como virgem e mártir. (séc. IV)
Em Ruão, na Gália Lionense, hoje França, Santo EVÓDIO bispo. (séc. V)
FÉLIX DE COMO, Santo
RAGENFREDA, Santa
Em Denain, no Hinaut, França, Santa RAGENFREDA abadessa que com os seus bens fundou neste lugar um mosteiro. do qual foi digna abadessa. (séc. VIII)
Em Génova, na Ligúria, Itália, Santo HUGO religioso que depois de ter prestado o serviço militar durante longo tempo na terra Santa foi designado para reger a Comenda da Ordem de São João de Jerusalém nesta cidade e se distinguiu pela sua bondade e caridade para com os pobres. (1233)
JOÃO ADAMS, ROBERTO DIBDALE e JOÃO LOWE, Beatos
Em Londres, Inglaterra, os beatos JOÃO ADAMS, ROBERTO DIBDALE e JOÃO LOWE presbiteros e mártires que, no reinado de Isabel I, por terem exercido o ministério sacerdotal para o povo católico, foram condenados à morte e, depois de sofrerem atrozes tormentos em Tyburn, alcançaram o reino celeste. (1586)
No cemitério de Montcada, na Catalunha, Espanha, os beatos LAURENTINO (Mariano Alonso Fuentes), religiosos da Congregação dos Irmãos Maristas e 43 companheiros ALBERTO MARIA (Nestor Vívar Valdivieso), ÂNGELO ANDRÉ (Lúcio Izquierdo López), ANSELMO (Aniceto Falgueras Casellas), ANTOLÍN ROIG ALIBAU (António), EPIFÂNIO (Fernando Suñer Estrach), CARLOS RAFAEL (Carlos Bregaret Pujol), DIONÍSIO MARTINHO (José César Mercadal), FÉLIX LEÃO (Félix Ayúcar Eraso), FILIPE JOSÉ (Firmino Latienda Azpilcueta), FORTUNATO ANDRÉ (Fortunato Ruiz Peña). FRUMÊNCIO (Júlio Garcia Galarza), GABRIEL EDUARDO (Segismundo Hidalgo Martínez), GAUDÊNCIO (João Tubau Perelló), GIL FILIPE (Filipe Ruiz Peña), HERMÓGENES (António Badia Andalé), ISAÍAS MARIA (Vitoriano Martínez Martin), ISMAEL (Nicolau Ran Goñi), JAIME RAIMUNDO (Jaime Morella Bruguera), JOÃO CRISÓSTOMO (João Pelfort Planell), JOÃO DE MATA (Jesus Menchón Franco), JOSÉ CARMELO (Gregório Faci Molins), JOSÉ FREDERICO (Nicolau Pereda Revuelta), LAUREANO CARLOS (Pedro Sitjes Puig), LEÓNIDES (Jerónimo Messegué Riberas), LEOPOLDO JOSÉ (Florentino Redondo Insausti), LICARIÃO (Ângelo Roba Osorono), LINO FERNANDO (Vítor Guriérrez Gómez), MARTINIANO (Isidro Serrano Pabón), MIGUEL IRENEU (Leocádio Rodriguez Nieto), PORFÍRIO (Leôncio Perez Gómez), PRISCILIANO (José Mir Pons), RAIMUNDO ALBERTO (Feliciano Ayúcar Eraso), SÍLVIO (Vitoriano Gómez Gutiérrez), SANTOS (Santos Escudero Miguel), TEÓDULO (Lúcio Zudaire Aramendia), TIAGO (Serafim Zugaldia Lacruz), TIAGO MARIA (Tiago Sainz Martinez), VIRGÍLIO (Trifão Nicásio Lacunza Unzu), VITO JOSÉ (Vito José Elda Arruti), VÍTOR CONRADO (José Ambrós Dejuán), VITORINO JOSÉ (José Bianch Roca), VIVÊNCIO (João Nuñes Casado), VULFRANO (Raimundo Mill Arán), todos religiosos da Congregação dos Irmãos Maristas, e mártires. (1936)
JOÃO HUNOT, Beato
Ao largo de Rochefort, França, o Beato JOÃO HUNOT presbitero e mártir que, por causa da sua condição de sacerdote, na revolução francesa foi encerrado num barco-prisão onde consumou o testemunho da sua fidelidade a Deus. (1794)
JOSÉ TONIOLO, Beato
Em Pisa, Itália, o beato JOSÉ TONIOLO pai de família e cooperador salesiano. (1918)
JOSÉ LLOSÁ BALAGUER, Santo
Em Benaguacil, Valência, Espanha, o beato JOSÉ LLOSÁ BALAGUER religioso dos Terciários Capuchinhos de Nossa Senhora das Dores e mártir, que sofreu o martírio na perseguição contra a fé. (1936)
CLARA BADANO (Clara "Luz"), Beata
Em Sasello, perto de Savona, Itália, a Beata CLARA BADANO (Clara "Luz") jovem do Movimento dos Focolares. (1990)
ADRIÃO TAKAHASHI MONDO, sua esposa JOANA TAKAHASHI; LEÃO HAYASHIDA SUKEEMON, sua esposa MARTA HAYASHIDA e seus filhos MADALENA HAYASHIDA e DIOGO HAYASHIDA; LEÃO TAKEDOMI HAN'EMON e seu filho PAULO TAKEDOMI HAN'EMON, Beatos
Em Arima, Japão, os beatos ADRIÃO TAKAHASHI MONDO, sua esposa JOANA TAKAHASHI; LEÃO HAYASHIDA SUKEEMON, sua esposa MARTA HAYASHIDA e seus filhos MADALENA HAYASHIDA e DIOGO HAYASHIDA; LEÃO TAKEDOMI HAN'EMON e seu filho PAULO TAKEDOMI HAN'EMON, mártires. (1613)
MARZIO DA ÚMBRIA, Beato
Eremita vissuto nel XIII secolo in Umbria; notizie brevi sulla sua vita ci vengono tramandate da alcuni scrittori quasi contemporanei del beato, come il minorita Odorico da Forlì, che lo cita nella sua “Storia” dalle origini del mondo all’anno 1330.
Marzio nacque nel 1210, a Pieve di Compresseto, frazione di Gualdo Tadino, diocesi di Nocera Umbra da una famiglia semplice del popolo; fece per un certo tempo il muratore e nel tempo libero si dedicava all’assistenza degli ammalati e soccorrendo i bisognosi.
Aveva tre fratelli Silvestro (Salvetto), Leonardo e Filippo che divenne sacerdote; giunto ai 31 anni, abbandonò il mondo imitato dai fratelli e da altri; devotissimo di s. Francesco d’Assisi, che era morto una quindicina di anni addietro e che aveva rivoluzionato con la sua riforma di povertà evangelica, tutta la Regione Umbra, Marzio si ritirò in un romitorio presso Gualdo Tadino, abbandonato dai francescani.
Indossò l’abito dei Terziari Francescani e per 60 anni, si dedicò ad una vita di intensa unione con Dio, in una condizione di austerità e povertà eremitica.
Edificò con la parola e con l’esempio la popolazione dei dintorni, ottenendo pure conversioni strepitose; nei suoi ultimi anni divenne cieco, infermità che sopportò con ammirabile pazienza; morì in estrema povertà, vero ‘ povero evangelico’, l’8 ottobre 1301 a 91 anni.
Alla notizia della sua morte accorse una folla di fedeli che fu testimone di numerosi prodigi, aumentando così la sua fama di santità; gli abitanti di Gualdo, eressero a poca distanza dalla città, una chiesa detta poi di S. Marzio, dove il beato venne sepolto sotto l’altare.
La chiesa si deteriorò col tempo e il vescovo di Nocera Umbra nel 1607, fece trasportare il corpo del beato Marzio, nel tempio di S. Rocco fuori Gualdo.
Il culto che gli è stato da sempre tributato non risulta però confermato ufficialmente.
Il Martirologio Francescano lo celebra l’8 ottobre, insieme agli altri tre fratelli, di cui però non esiste culto.
Gli Atti di queste due martiri, trasmessi da un antico manoscritto anconitano, ora perduto, e da un altro della Biblioteca Vallicelliana di Roma, contengono senza dubbio molti elementi leggendari, desunti dalle passiones di s. Cristina, s. Barbara e s. Vittoria, epertanto non sono stimati attendibili dalla moderna critica agiografica. Nondimeno è possibile ritenere probabile, in conformità di tradizioni e antichi monumenti liturgici e iconografici, che, nativedi Ancona, Palazia e Laurenzia siano state relegate a Fermo,ivi abbiano subito il martirio, forse all'epoca di Diocleziano, e che in seguito le loro spoglie sianostate traslate ad Ancona, loro città d'origine.
Il loro culto è ancora diffuso in varie località dell'antico Piceno (Fermo, Osimo, Camerino, ecc.). In Ancona il nome di Palazia è invocato in antichi libriliturgici e la sua figura appare in lastre graditedel sec. XI. Più tardi sorsero in suo onore unachiesa e un monastero; l'iconografia la rappresentòspesso insieme agli altri santi locali, e talvolta conla sua nutrice Laurenzia. La raffigurazione più nota èquella del Guercino, che si ispira ad alcuni episodidella passio.
I resti di queste martiri, a quanto sembra.conservarono a lungo in un'arca marmorea pressola cattedrale e quindi nella chiesa dedicata a s. Palazia;dopo la ricognizione del 1775, furono raccolti inuna piccola urna di bronzo, lavoro di imitazioneberniniana, donata alla cattedrale dal papa Benedetto XIV, già vescovo di Ancona.
La loro festa si celebra l'8 ottobre.
Nella letteratura pagana era nota la figura di una meretrice di nome Taide, che compare in una commedia di Terenzio. Anche Dante la cita, non certo per elogio, nel suo Inferno, ma tra gli adulatori, immersa nello sterco di Malebolge.
Quasi per bilanciare la figura della peccatrice pagana è sorta, nel vivace verziere dell'agiografia medievale, la leggenda della Santa Taide cristiana, peccatrice anch'ella, ma penitente e redenta.
Sembra quasi che la pietà cristiana abbia dato un seguito alla storia dell'antica Taide, completandola e coronandola in senso spirituale e in maniera edificante. Il risultato appare così come una suggestiva " moralità ", come si chiamavano le rappresentazioni allegoriche e didascaliche del Medioevo, che ha per oggetto la rinunzia al peccato e soprattutto l'esaltazione della penitenza.
La leggenda di Santa Taide segue lo stesso schema di quelle, ancora più celebri ' di Santa Maria Egiziaca e di Santa Pelagia, e di altre donne passate dal vizio più sfrenato alla penitenza più dura. I particolari del racconto sono però sempre diversi e sempre pittoreschi, con sfumature impreviste e significative. Vere e proprie " leggende ", cioè composizioni " da leggere ", con piacere sempre nuovo e curiosità mai delusa, anche quando sia noto il tema e palese l'intenzione edificante.
Della leggenda di Taide esistono testi, abbastanza antichi, greci, siriaci e latini. Roswita, Abbadessa di Gandersheim, e Marbordio, Vescovo di Rennes, la ridussero a dramma, per le scene medievali. E più che dagli storici, è stata prediletta dagli scrittori, sian essi devoti agiografi come il Beato Jacopo da Varagine, o moderni letterati estetizzanti, come Anatole France.
Un Santo anacoreta, che vien detto Bessarione, oppure Serapione, oppure Giovanni il Nano, ma, più spesso, ha il nome di San Paffluzio, saputo dello scandalo di Taide, giunse alla casa della cortigiana e chiese d'esser ricevuto nella più segreta delle sue segrete stanze. Riconosciutolo per un monaco, la donna lo schernì: " Se è di Dio che hai paura, in nessun luogo potrai nasconderti ai suoi occhi! ".
Allora Pafnuzio abbandonò la finzione e parlò con santa fermezza: " Tu sai dunque che esiste un Dio? Perché allora sei la causa della perdita di tante anime? ". Taide cadde in ginocchio, chiedendo tre ore di tempo per liberarsi dalla donna che era stata fino ad allora. In quelle tre ore, fece un gran fuoco, sulla piazza, dei preziosi doni dei suoi visitatori, delle vesti procaci e dei monili vistosi.
Tre anni di penitenza, di preghiera e di contrizione in un monastero, resero l'anima di Taide peccatrice più candida di una colomba. Infatti, nel deserto, San Paolo, discepolo di Sant'Antonio Abate, vide nel cielo un magnifico letto custodito da tre vergini biancovestite: la Paura dell'inferno, la Vergogna per il peccato e la Passione di giustizia. Paolo credette che si trattasse del premio sperato per il vecchissimo Patriarca Sant'Antonio, ma una voce dal cielo lo dissuase. Si trattava dei premio di Taide, ormai perdonata.
Pafnuzio, informato di ciò, corse al monastero e disse alla donna di uscire pure dalla cella oscura e maleodorante dove la sua penitenza era fiorita con tanto rigoglio da cancellare il ricordo del male passato. Taide però non si mosse. Seguitò a pregare per i suoi peccati, anche se ormai scontati. Quindici giorni dopo era morta. La meretrice egiziana veniva accolta così nel letto dell'eterna gloria, custodito dalle tre Vergini biancovestite.
Nova foto do autor
Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
UM BOM resto do ANO DE 2016
Nº 2901 - (282 - 2016)
8 DE OUTUBRO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
**********************************************************
Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
___________________________________________________________________________
===========================================
PELÁGIA, Santa
Em Antioquia, na Síria hoje Antakya, na Turquia, Santa PELÁGIA virgem e mártir, que São JOÃO CRISÓSTOMO exalta com grandes louvores. (302).
REPARATA DE CESAREIA DA PALESTINA, Santa
Comemoração de Santa REPARATA que é venerada em muitos lugares como virgem e mártir. (séc. IV)
EVÓDIO DE RUÃO, Santo
Em Ruão, na Gália Lionense, hoje França, Santo EVÓDIO bispo. (séc. V)
FÉLIX DE COMO, Santo
Em Como, na Ligúria, hoje Lombardia, Itália, São FÉLIX bispo que, ordenado por Santo AMBRÓSIO DE MILÃO foi o primeiro bispo desta cidade. (séc. IV)
RAGENFREDA, Santa
Em Denain, no Hinaut, França, Santa RAGENFREDA abadessa que com os seus bens fundou neste lugar um mosteiro. do qual foi digna abadessa. (séc. VIII)
HUGO CANEFRI DE GÉNOVA, Santo
Em Génova, na Ligúria, Itália, Santo HUGO religioso que depois de ter prestado o serviço militar durante longo tempo na terra Santa foi designado para reger a Comenda da Ordem de São João de Jerusalém nesta cidade e se distinguiu pela sua bondade e caridade para com os pobres. (1233)
JOÃO ADAMS, ROBERTO DIBDALE e JOÃO LOWE, Beatos
Em Londres, Inglaterra, os beatos JOÃO ADAMS, ROBERTO DIBDALE e JOÃO LOWE presbiteros e mártires que, no reinado de Isabel I, por terem exercido o ministério sacerdotal para o povo católico, foram condenados à morte e, depois de sofrerem atrozes tormentos em Tyburn, alcançaram o reino celeste. (1586)
LAURENTINO (Mariano Alonso Fuentes) e 43 companheiros e 43 companheiros ALBERTO MARIA (Nestor Vívar Valdivieso), ÂNGELO ANDRÉ (Lúcio Izquierdo López), ANSELMO (Aniceto Falgueras Casellas), ANTOLÍN ROIG ALIBAU (António), EPIFÂNIO (Fernando Suñer Estrach), CARLOS RAFAEL (Carlos Bregaret Pujol), DIONÍSIO MARTINHO (José César
Mercadal), FÉLIX LEÃO (Félix Ayúcar Eraso), FILIPE JOSÉ (Firmino
Latienda Azpilcueta), FORTUNATO ANDRÉ (Fortunato Ruiz Peña). FRUMÊNCIO
(Júlio Garcia Galarza), GABRIEL EDUARDO (Segismundo Hidalgo Martínez),
GAUDÊNCIO (João Tubau Perelló), GIL FILIPE (Filipe Ruiz Peña), HERMÓGENES (António Badia Andalé), ISAÍAS MARIA (Vitoriano Martínez Martin), ISMAEL (Nicolau Ran Goñi), JAIME RAIMUNDO (Jaime
Morella Bruguera), JOÃO CRISÓSTOMO (João Pelfort Planell), JOÃO DE MATA
(Jesus Menchón Franco), JOSÉ CARMELO (Gregório Faci Molins), JOSÉ
FREDERICO (Nicolau Pereda Revuelta), LAUREANO CARLOS (Pedro Sitjes Puig), LEÓNIDES (Jerónimo Messegué Riberas), LEOPOLDO JOSÉ (Florentino Redondo Insausti), LICARIÃO (Ângelo Roba Osorono), LINO FERNANDO (Vítor Guriérrez Gómez), MARTINIANO (Isidro Serrano Pabón), MIGUEL IRENEU (Leocádio Rodriguez Nieto), PORFÍRIO (Leôncio Perez Gómez), PRISCILIANO (José Mir Pons), RAIMUNDO ALBERTO (Feliciano Ayúcar Eraso), SÍLVIO (Vitoriano Gómez Gutiérrez), SANTOS (Santos Escudero Miguel), TEÓDULO (Lúcio Zudaire Aramendia), TIAGO (Serafim Zugaldia Lacruz), TIAGO MARIA (Tiago Sainz Martinez),
VIRGÍLIO (Trifão Nicásio Lacunza Unzu), VITO JOSÉ (Vito José Elda
Arruti), VÍTOR CONRADO (José Ambrós Dejuán), VITORINO JOSÉ (José Bianch Roca), VIVÊNCIO (João Nuñes Casado), VULFRANO (Raimundo Mill Arán), beatos
No cemitério de Montcada, na Catalunha, Espanha, os beatos LAURENTINO (Mariano Alonso Fuentes), religiosos da Congregação dos Irmãos Maristas e 43 companheiros ALBERTO MARIA (Nestor Vívar Valdivieso), ÂNGELO ANDRÉ (Lúcio Izquierdo López), ANSELMO (Aniceto Falgueras Casellas), ANTOLÍN ROIG ALIBAU (António), EPIFÂNIO (Fernando Suñer Estrach), CARLOS RAFAEL (Carlos Bregaret Pujol), DIONÍSIO MARTINHO (José César Mercadal), FÉLIX LEÃO (Félix Ayúcar Eraso), FILIPE JOSÉ (Firmino Latienda Azpilcueta), FORTUNATO ANDRÉ (Fortunato Ruiz Peña). FRUMÊNCIO (Júlio Garcia Galarza), GABRIEL EDUARDO (Segismundo Hidalgo Martínez), GAUDÊNCIO (João Tubau Perelló), GIL FILIPE (Filipe Ruiz Peña), HERMÓGENES (António Badia Andalé), ISAÍAS MARIA (Vitoriano Martínez Martin), ISMAEL (Nicolau Ran Goñi), JAIME RAIMUNDO (Jaime Morella Bruguera), JOÃO CRISÓSTOMO (João Pelfort Planell), JOÃO DE MATA (Jesus Menchón Franco), JOSÉ CARMELO (Gregório Faci Molins), JOSÉ FREDERICO (Nicolau Pereda Revuelta), LAUREANO CARLOS (Pedro Sitjes Puig), LEÓNIDES (Jerónimo Messegué Riberas), LEOPOLDO JOSÉ (Florentino Redondo Insausti), LICARIÃO (Ângelo Roba Osorono), LINO FERNANDO (Vítor Guriérrez Gómez), MARTINIANO (Isidro Serrano Pabón), MIGUEL IRENEU (Leocádio Rodriguez Nieto), PORFÍRIO (Leôncio Perez Gómez), PRISCILIANO (José Mir Pons), RAIMUNDO ALBERTO (Feliciano Ayúcar Eraso), SÍLVIO (Vitoriano Gómez Gutiérrez), SANTOS (Santos Escudero Miguel), TEÓDULO (Lúcio Zudaire Aramendia), TIAGO (Serafim Zugaldia Lacruz), TIAGO MARIA (Tiago Sainz Martinez), VIRGÍLIO (Trifão Nicásio Lacunza Unzu), VITO JOSÉ (Vito José Elda Arruti), VÍTOR CONRADO (José Ambrós Dejuán), VITORINO JOSÉ (José Bianch Roca), VIVÊNCIO (João Nuñes Casado), VULFRANO (Raimundo Mill Arán), todos religiosos da Congregação dos Irmãos Maristas, e mártires. (1936)
JOÃO HUNOT, Beato
Ao largo de Rochefort, França, o Beato JOÃO HUNOT presbitero e mártir que, por causa da sua condição de sacerdote, na revolução francesa foi encerrado num barco-prisão onde consumou o testemunho da sua fidelidade a Deus. (1794)
JOSÉ TONIOLO, Beato
Em Pisa, Itália, o beato JOSÉ TONIOLO pai de família e cooperador salesiano. (1918)
JOSÉ LLOSÁ BALAGUER, Santo
Em Benaguacil, Valência, Espanha, o beato JOSÉ LLOSÁ BALAGUER religioso dos Terciários Capuchinhos de Nossa Senhora das Dores e mártir, que sofreu o martírio na perseguição contra a fé. (1936)
CLARA BADANO (Clara "Luz"), Beata
Em Sasello, perto de Savona, Itália, a Beata CLARA BADANO (Clara "Luz") jovem do Movimento dos Focolares. (1990)
ADRIÃO TAKAHASHI MONDO, sua esposa JOANA TAKAHASHI; LEÃO HAYASHIDA SUKEEMON, sua esposa MARTA HAYASHIDA e seus filhos MADALENA HAYASHIDA e DIOGO HAYASHIDA; LEÃO TAKEDOMI HAN'EMON e seu filho PAULO TAKEDOMI HAN'EMON, Beatos
Em Arima, Japão, os beatos ADRIÃO TAKAHASHI MONDO, sua esposa JOANA TAKAHASHI; LEÃO HAYASHIDA SUKEEMON, sua esposa MARTA HAYASHIDA e seus filhos MADALENA HAYASHIDA e DIOGO HAYASHIDA; LEÃO TAKEDOMI HAN'EMON e seu filho PAULO TAKEDOMI HAN'EMON, mártires. (1613)
... E AINDA ...
MARZIO DA ÚMBRIA, Beato
Eremita vissuto nel XIII secolo in Umbria; notizie brevi sulla sua vita ci vengono tramandate da alcuni scrittori quasi contemporanei del beato, come il minorita Odorico da Forlì, che lo cita nella sua “Storia” dalle origini del mondo all’anno 1330.
Marzio nacque nel 1210, a Pieve di Compresseto, frazione di Gualdo Tadino, diocesi di Nocera Umbra da una famiglia semplice del popolo; fece per un certo tempo il muratore e nel tempo libero si dedicava all’assistenza degli ammalati e soccorrendo i bisognosi.
Aveva tre fratelli Silvestro (Salvetto), Leonardo e Filippo che divenne sacerdote; giunto ai 31 anni, abbandonò il mondo imitato dai fratelli e da altri; devotissimo di s. Francesco d’Assisi, che era morto una quindicina di anni addietro e che aveva rivoluzionato con la sua riforma di povertà evangelica, tutta la Regione Umbra, Marzio si ritirò in un romitorio presso Gualdo Tadino, abbandonato dai francescani.
Indossò l’abito dei Terziari Francescani e per 60 anni, si dedicò ad una vita di intensa unione con Dio, in una condizione di austerità e povertà eremitica.
Edificò con la parola e con l’esempio la popolazione dei dintorni, ottenendo pure conversioni strepitose; nei suoi ultimi anni divenne cieco, infermità che sopportò con ammirabile pazienza; morì in estrema povertà, vero ‘ povero evangelico’, l’8 ottobre 1301 a 91 anni.
Alla notizia della sua morte accorse una folla di fedeli che fu testimone di numerosi prodigi, aumentando così la sua fama di santità; gli abitanti di Gualdo, eressero a poca distanza dalla città, una chiesa detta poi di S. Marzio, dove il beato venne sepolto sotto l’altare.
La chiesa si deteriorò col tempo e il vescovo di Nocera Umbra nel 1607, fece trasportare il corpo del beato Marzio, nel tempio di S. Rocco fuori Gualdo.
Il culto che gli è stato da sempre tributato non risulta però confermato ufficialmente.
Il Martirologio Francescano lo celebra l’8 ottobre, insieme agli altri tre fratelli, di cui però non esiste culto.
PALAZIA e LAURENZIA, Santas
Gli Atti di queste due martiri, trasmessi da un antico manoscritto anconitano, ora perduto, e da un altro della Biblioteca Vallicelliana di Roma, contengono senza dubbio molti elementi leggendari, desunti dalle passiones di s. Cristina, s. Barbara e s. Vittoria, epertanto non sono stimati attendibili dalla moderna critica agiografica. Nondimeno è possibile ritenere probabile, in conformità di tradizioni e antichi monumenti liturgici e iconografici, che, nativedi Ancona, Palazia e Laurenzia siano state relegate a Fermo,ivi abbiano subito il martirio, forse all'epoca di Diocleziano, e che in seguito le loro spoglie sianostate traslate ad Ancona, loro città d'origine.
Il loro culto è ancora diffuso in varie località dell'antico Piceno (Fermo, Osimo, Camerino, ecc.). In Ancona il nome di Palazia è invocato in antichi libriliturgici e la sua figura appare in lastre graditedel sec. XI. Più tardi sorsero in suo onore unachiesa e un monastero; l'iconografia la rappresentòspesso insieme agli altri santi locali, e talvolta conla sua nutrice Laurenzia. La raffigurazione più nota èquella del Guercino, che si ispira ad alcuni episodidella passio.
I resti di queste martiri, a quanto sembra.conservarono a lungo in un'arca marmorea pressola cattedrale e quindi nella chiesa dedicata a s. Palazia;dopo la ricognizione del 1775, furono raccolti inuna piccola urna di bronzo, lavoro di imitazioneberniniana, donata alla cattedrale dal papa Benedetto XIV, già vescovo di Ancona.
La loro festa si celebra l'8 ottobre.
TAISIA (Taíde), Santa
Nella letteratura pagana era nota la figura di una meretrice di nome Taide, che compare in una commedia di Terenzio. Anche Dante la cita, non certo per elogio, nel suo Inferno, ma tra gli adulatori, immersa nello sterco di Malebolge.
Quasi per bilanciare la figura della peccatrice pagana è sorta, nel vivace verziere dell'agiografia medievale, la leggenda della Santa Taide cristiana, peccatrice anch'ella, ma penitente e redenta.
Sembra quasi che la pietà cristiana abbia dato un seguito alla storia dell'antica Taide, completandola e coronandola in senso spirituale e in maniera edificante. Il risultato appare così come una suggestiva " moralità ", come si chiamavano le rappresentazioni allegoriche e didascaliche del Medioevo, che ha per oggetto la rinunzia al peccato e soprattutto l'esaltazione della penitenza.
La leggenda di Santa Taide segue lo stesso schema di quelle, ancora più celebri ' di Santa Maria Egiziaca e di Santa Pelagia, e di altre donne passate dal vizio più sfrenato alla penitenza più dura. I particolari del racconto sono però sempre diversi e sempre pittoreschi, con sfumature impreviste e significative. Vere e proprie " leggende ", cioè composizioni " da leggere ", con piacere sempre nuovo e curiosità mai delusa, anche quando sia noto il tema e palese l'intenzione edificante.
Della leggenda di Taide esistono testi, abbastanza antichi, greci, siriaci e latini. Roswita, Abbadessa di Gandersheim, e Marbordio, Vescovo di Rennes, la ridussero a dramma, per le scene medievali. E più che dagli storici, è stata prediletta dagli scrittori, sian essi devoti agiografi come il Beato Jacopo da Varagine, o moderni letterati estetizzanti, come Anatole France.
Un Santo anacoreta, che vien detto Bessarione, oppure Serapione, oppure Giovanni il Nano, ma, più spesso, ha il nome di San Paffluzio, saputo dello scandalo di Taide, giunse alla casa della cortigiana e chiese d'esser ricevuto nella più segreta delle sue segrete stanze. Riconosciutolo per un monaco, la donna lo schernì: " Se è di Dio che hai paura, in nessun luogo potrai nasconderti ai suoi occhi! ".
Allora Pafnuzio abbandonò la finzione e parlò con santa fermezza: " Tu sai dunque che esiste un Dio? Perché allora sei la causa della perdita di tante anime? ". Taide cadde in ginocchio, chiedendo tre ore di tempo per liberarsi dalla donna che era stata fino ad allora. In quelle tre ore, fece un gran fuoco, sulla piazza, dei preziosi doni dei suoi visitatori, delle vesti procaci e dei monili vistosi.
Tre anni di penitenza, di preghiera e di contrizione in un monastero, resero l'anima di Taide peccatrice più candida di una colomba. Infatti, nel deserto, San Paolo, discepolo di Sant'Antonio Abate, vide nel cielo un magnifico letto custodito da tre vergini biancovestite: la Paura dell'inferno, la Vergogna per il peccato e la Passione di giustizia. Paolo credette che si trattasse del premio sperato per il vecchissimo Patriarca Sant'Antonio, ma una voce dal cielo lo dissuase. Si trattava dei premio di Taide, ormai perdonata.
Pafnuzio, informato di ciò, corse al monastero e disse alla donna di uscire pure dalla cella oscura e maleodorante dove la sua penitenza era fiorita con tanto rigoglio da cancellare il ricordo del male passato. Taide però non si mosse. Seguitò a pregare per i suoi peccati, anche se ormai scontati. Quindici giorni dopo era morta. La meretrice egiziana veniva accolta così nel letto dell'eterna gloria, custodito dalle tre Vergini biancovestite.
»»»»»»»»»»»»»»»»
&&&&&&&&&&&
Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com