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8º A N O
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TEÓFILO DE ANTIOQUIA, Santo
FAUSTO, JANUÁRIO e MARCIAL, Santos
Em Córdova, na Hispânia Bética, os santos FAUSTO, JANUÁRIO e MARCIAL mártires, que adornam a cidade como três coroas. (séc. III)
FLORÊNCIO DE TESSALÓNICA, Santo
RÓMULO DE GÉNOVA, Santo
Em Sanremo, litoral da Ligúria, Itália, o sepultamento de São RÓMULO bispo de Génova que, cheio de ardor apostólico, morreu durante uma visita pastoral às povoações rurais. (séc. V)
VENÂNCIO DE TOURS, Santo
Em Tours, na Gália Lionense hoje França, São VENÂNCIO abade que, tendo casado na sua juventude, ao visuitar a basilica de São MARTINHO se comoveu ante a vida dos monges e, com o assentimento da esposa, optou por viver com eles em Cristo. (séc. V)
LEOBONO DE SALAGNAC, Santo
Em Salagnac, Limoges, na Aqyuitânia França, São LEOBONO eremita. (data incerta)
Em Iona, na ilha da Escócia, o sepultamento de São CONGANO abade que, chegou a esta região precedente da Irlanda, juntamente com sua irmã KENTIGERNA os filhos dela e alguns missionários. (séc. VIII)
SIMBERTO DE AUGSBURGO, Santo
Em Augsburgo, cidade da Baviera, Alemanha, São SIMBERTO que foi bispo e abade de Murbach. (807)
GERALDO DE AURILLAC, Santo
Em Saint-Cirgues, na região de Auvergne, Gália hoje França, São GERALDO conde de Aurillac que, procurando o melhor êxito para os seus territórios viveu secretamente a vida monástica com hábito secular, dando aos principes um exemplo memorável. (909)
CELEDÓNIA DE SUBIACO, Santa
Perto de Subiaco, no Lácio, Itália, Santa CELEDÓNIA virgem que, segundo a tradição durante 52 anos levou vida solitária e muito austera dedicada unicamente a Deus. (1152)
MADALENA PANATIÈRI, Beata
Em Trino no teerritorio de Monferrato, Itália, a Beata MADALENA PANATIÈRI virgem, irmã da Penitência de São Domingos. (1503)
PEDRO ADRIANO TOULORGE, Beato
Em Coutances, França, o Beato PEDRO ADRIANO TOULORGE presbnitero premonstratense e mártir. (1793)
ÂNGELO MARIA PRESTA BATLE, Beato
Em Olot, perto de Gerona, Espanha, o beato ÂNGELO MARIA PRESTA BATLE religiosos da Ordem dos Carmelitas e mártir. (1936)
LUÍS MARIA AYET CANÓS (António Ayet Canós), Beato
Em Tarrasa, Barcelona, Espanha, o Beato LUÍS MARIA AYET CANÓS (António Ayet Canós), religioso da Ordem dos Carmelitas e mártir. (1936)
FLORÊNCIO MIGUEL (Ruperto Garcia Arce), Beato
Em Barcelona, Espanha, o Beato FLORÊNCIO MIGUEL (Ruperto Garcia Arce) religioso da Congregação dos Irmãos das Escolas Cristãs e mártir. (1936)
ALEXANDRINA MARIA DA COSTA, Beata
Em Balasar, próximo de Braga, Portugal, a Beata ALEXANDRINA MARIA DA COSTA que, tendo ficado paralisada em todo o corpo ao fugir de quem a perseguia com má intenção, encontrou na contemplação da Eucaristia o modo de oferecer ao Senhor todos os seus sofrimentos por amor de Deus e dos irmãos mais necessitados. (1955)
BENEDETTO AL TRONCO, Santo
Il santo oggi festeggiato si inserisce nella folta schiera di santità che contraddistinse parecchie corti inglesi nel primo millennio. Il regno di Northumbria era costituito principalmente da due territori, la Bernicia e la Deira, sostanzialmente gli attuali Northumbria e Yorkshire, e Sant’Edwin era un principe della Deira che trascorse molti anni di esilio, durante il regno di Etelfrith di Bernicia. Quando questi nel 616 cadde in battaglia, Edwin succedette al trono, divenendo ben presto “bretwalda”, cioè monarca assoluto con autorità estesa anche su tutti gli altri sovrani anglosassoni. In quel periodo della sua vita egli era ancora pagano e quindi, nel chiedere in moglie Etelburga, figlia del re cristiano del Kent, dovette assicurare che non avrebbe interferito con la vita religiosa della sposa. Etelburga partì allora per il nord, accompagnata dal suo cappellano San Paolino.
Secondo il celebre storico cristiano San Beda il Venerabile, Edwin era una persona assai prudente e meditò a lungo sull’eventualità della propria conversione al cristianesimo, ma infine tre fattori lo influenzarono verso tale scelta: l’essere scampato ad un attentato, il ricordo di una visione e di un voto fatto durante l’esilio ed infine, ma assolutamente non meno importante, una calorosa lettera ricevuta del pontefice San Gregorio Magno.
Come da tradizione il re radunò dunque i suoi consiglieri per sentire il loro autorevole parere ed uno di essi affermò: “O re, la vita degli uomini sulla terra, a confronto di tutto il tempo che ci è conosciuto, mi sembra come quando tu stai a cena con i tuoi dignitari d’inverno, con il fuoco acceso e le sale riscaldate, mentre fuori infuria una tempesta di pioggia e di neve, ed un passero entra in casa e passa velocissimo. Mentre entra da una porta e subito esce dall’altra, per questo poco tempo che è dentro non è toccato dalla tempesta ma trascorre un brevissimo momento di serenità; ma subito dopo rientra nella tempesta e scompare ai tuoi occhi. Così la vita degli uomini resta in vista per un momento, e noi ignoriamo del tutto che cosa sarà dopo, che cosa è stato prima. Perciò se questa nuova dottrina ci fa conoscere qualcosa di più certo, senz’altro merita di essere seguita”.
Stabilirono allora che la nuova religione avrebbe dovuto essere accolta solo nel qual caso fosse riuscita ad aiutarli a comprendere meglio il senso della vita, in quanto lo stesso sommo sacerdote dell’antico culto pagano locale riconobbe che a tal fine la religione dei loro padri non era di alcun aiuto. Invitato allora Paolino ad insegnare loro qualcosa in più sul suo Dio, decisero infine di aderire alla fede cristiana e di essere battezzati con il re Edwin a York nel 627.
Il re nominò poi San Paolino vescovo di tale città e promosse la costruzione di una chiesa in pietra nel sito ove ancora oggi sorge la cattedrale. Il santo monarca si adoperò inoltre per diffondere il cristianesimo ed una duratura pace in tutto il suo regno, tanto che Beda poté scrivere di lui: “Si tramanda che in quel tempo ci fu tanta pace in Britannia fin dove si estendeva il dominio del re Edwin che, come tuttora si usa dire proverbialmente, anche se una donna sola voleva percorrere tutta l’isola con un figlio natole da poco, poteva farlo senza pericolo alcuno”.
Nel 633 però Edwin cadde in battaglia, sconfitto preso Hetfield Chase dalle forze alleate del re gallese Cadwallon e del re pagano Penda di Mercia. In Inghilterra iniziò ben presto a nascere un culto popolare nei suoi confronti quale martire, soprattutto a York ed a Whitby, che culminò con la traslazione nell’abbazia di quest’ultima località, evento da considerarsi per quei tempi una vera e propria canonizzazione. Il pontefice Gregorio XIII concesse che venisse raffigurato tra i martiri nella cappella del Collegio inglese di Roma, dove gli furono anche dedicate una o due antiche chiese.
La presunta santità di Sant’Edwin è comunque certamente da considerarsi più sicura rispetto a quella di parecchi altri santi sovrani di varie nazionalità venerati dalle Chiese cristiane: infatti Beda, fonte sicuramente attendibilissima in materia, lo definì re giusto e capace, convertitosi alla fede cristiana non prima di una meditata riflessione ed impegnato con tutto il cuore nell’evangelizzazione dei sudditi, senza ricorrere alla forza.
Sua moglie Etelburga, che gli sopravvisse sino all’8 settembre 647 divenendo badessa di Lyming, è talvolta anch’essa venerata come santa, anche se in tono assai minore.
PARASCEVE LA GIOVANE, Santa
La ‘Vita’ di santa Parasceve la Giovane, fu scritta dal metropolita di Mira, Matteo nel XVII secolo, dopo l’ultimo trasferimento delle reliquie in Moldavia nel 1641, sei secoli dopo la morte della santa eremita, quindi bisogna darne il valore relativo a questo lasso di tempo.
Parasceve nacque ad Epibatai, centro marittimo, distante un giorno di cammino da Costantinopoli; visse e morì molto probabilmente nel secolo X.
Appartenenti a nobile famiglia, lei e il fratello Eutimio, rimasero presto orfani e decisero ambedue di abbracciare la vita religiosa; Eutimio per le sue virtù, fu fatto vescovo di Madito e Parasceve, dopo un certo numero di anni trascorsi in un monastero, si ritirò come eremita in una zona desertica, emulando la santa vita delle antiche monache-eremite d’Egitto e della Siria: lunghe preghiere, veglie notturne e frequenti digiuni.
Mangiava qualcosa solo il sabato e la domenica e dormiva sulla nuda terra; ebbe una notte la visione di un angelo, il quale esortandola a perseverare nel suo sforzo di vita penitente, le raccomandò comunque di ritornare nel suo luogo natio.
Parasceve allora lasciò l’eremo e si recò a Costantinopoli e da pellegrina visitò i santuari, mettendosi sotto la protezione della Vergine nella chiesa di Blacherne; poi si ritirò ad Epibatai, dove continuò nelle pratiche di penitenza, mortificazione e preghiera, per il resto della sua vita; quando morì fu sepolta da gente che nemmeno la conosceva e il suo ricordo si spense.
Ma in epoca successiva, un miracolo riportò a fiorire il suo ricordo; nelle vicinanze di Epibatai, viveva uno stilita, un giorno alcuni marinai, gettarono ai piedi della sua colonna, il corpo di un loro compagno morto di peste. Il cadavere andò in putrefazione, emanando un lezzo così forte, che lo stilita pregò che qualcuno venisse a dargli sepoltura, alcuni uomini scavando la fossa, trovarono un corpo sotterrato che emanava un profumo così delicato da superare il puzzo del cadavere dell’appestato.
Un certo Giorgio facente parte del gruppo dei seppellitori, la notte ebbe un sogno, in cui gli veniva chiesto di deporre il corpo ritrovato in una bara, rivelandogli anche il nome di Parasceve, nata e cresciuta ad Epibatai.
Essa diventò la patrona della cittadina, anche perché in un altro sogno, avuto da una vicina di Giorgio, nella stessa notte, prometteva che avrebbe aiutato tutti coloro che con fede, sarebbero ricorsi a lei.
Le reliquie furono portate nella chiesa dei Ss. Apostoli, dove avvennero molti miracoli; esse superarono la sottrazione di numerose reliquie da Costantinopoli, da parte dei conquistatori Franchi, che nel 1204 le portavano in Occidente.
Ma nel 1230-31 il corpo di santa Parasceve fu ceduto dall’imperatore latino di Costantinopoli al re conquistatore bulgaro Giovanni II Asen (1218-1241) che lo trasportò a Turnovo in Bulgaria, dove accolto con solennità dal patriarca Basilio, fu deposto nella basilica del palazzo imperiale.
Quando nel 1393 i Turchi s’impadronirono di Turnovo, allora capitale della Bulgaria, le reliquie furono trasferite a Belgrado, dove rimasero fino al 1521, quando la città venne conquistata da Solimano il Magnifico. Saputo della grande venerazione che i cristiani portavano a quelle reliquie, il sultano le inviò a Costantinopoli, dove il patriarca le fece deporre nella chiesa della Pammacaristos.
Ma anche qui non durò a lungo il riposo delle reliquie, quando nel 1586 Murad III tolse ai cristiani il santuario, esse con altre reliquie furono portate nella chiesa di S. Demetrio Kanabu e poi a S. Giorgio del Phanar nel 1612 e finalmente nel 1641 giunsero a Jasi in Moldavia, dove si trovano tuttora.
Dopo la traslazione a Turnovo la santa con il nome di Petka o Petnica ebbe grande popolarità tra il popolo bulgaro e ben presto divenne Patrona nazionale; del resto ella ha avuto sempre un culto particolare presso i popoli slavi balcanici, anche perché si credeva che i suoi genitori fossero slavi.
La sua festa ricorre il 13 ottobre.
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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
UM BOM resto do ANO DE 2016
Nº 2906 - (287 - 2016)
13 DE OUTUBRO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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TEÓFILO DE ANTIOQUIA, Santo
Comemoração de São TEÓFILO bispo de Antioquia, hoje na Turquia homem de exímia cultura, que ocupou esta sede episcopal como 6º sucessor de São PEDRO e escreveu um livro para defender a verdadeira fé contra o herege Marcião. (séc. II)
FAUSTO, JANUÁRIO e MARCIAL, Santos
Em Córdova, na Hispânia Bética, os santos FAUSTO, JANUÁRIO e MARCIAL mártires, que adornam a cidade como três coroas. (séc. III)
FLORÊNCIO DE TESSALÓNICA, Santo
Em Tessalónica, na Macedónia, hoje Grécia São FLORÊNCIO mártir que, segundo a tradição, depois de vários tormentos foi morto na fogueira. (séc. III)
LUBÊNCIO, Santo
LUBÊNCIO, Santo
Em Kobern junto ao rio Mosela, no territorio de Tréveris, hoje na Alemanha, São LUBÊNCIO presbitero. (séc. IV)
RÓMULO DE GÉNOVA, Santo
Em Sanremo, litoral da Ligúria, Itália, o sepultamento de São RÓMULO bispo de Génova que, cheio de ardor apostólico, morreu durante uma visita pastoral às povoações rurais. (séc. V)
VENÂNCIO DE TOURS, Santo
Em Tours, na Gália Lionense hoje França, São VENÂNCIO abade que, tendo casado na sua juventude, ao visuitar a basilica de São MARTINHO se comoveu ante a vida dos monges e, com o assentimento da esposa, optou por viver com eles em Cristo. (séc. V)
LEOBONO DE SALAGNAC, Santo
Em Salagnac, Limoges, na Aqyuitânia França, São LEOBONO eremita. (data incerta)
CONGANO DE IONA, Santo
Em Iona, na ilha da Escócia, o sepultamento de São CONGANO abade que, chegou a esta região precedente da Irlanda, juntamente com sua irmã KENTIGERNA os filhos dela e alguns missionários. (séc. VIII)
SIMBERTO DE AUGSBURGO, Santo
Em Augsburgo, cidade da Baviera, Alemanha, São SIMBERTO que foi bispo e abade de Murbach. (807)
GERALDO DE AURILLAC, Santo
Em Saint-Cirgues, na região de Auvergne, Gália hoje França, São GERALDO conde de Aurillac que, procurando o melhor êxito para os seus territórios viveu secretamente a vida monástica com hábito secular, dando aos principes um exemplo memorável. (909)
CELEDÓNIA DE SUBIACO, Santa
Perto de Subiaco, no Lácio, Itália, Santa CELEDÓNIA virgem que, segundo a tradição durante 52 anos levou vida solitária e muito austera dedicada unicamente a Deus. (1152)
MADALENA PANATIÈRI, Beata
Em Trino no teerritorio de Monferrato, Itália, a Beata MADALENA PANATIÈRI virgem, irmã da Penitência de São Domingos. (1503)
PEDRO ADRIANO TOULORGE, Beato
Em Coutances, França, o Beato PEDRO ADRIANO TOULORGE presbnitero premonstratense e mártir. (1793)
ÂNGELO MARIA PRESTA BATLE, Beato
Em Olot, perto de Gerona, Espanha, o beato ÂNGELO MARIA PRESTA BATLE religiosos da Ordem dos Carmelitas e mártir. (1936)
LUÍS MARIA AYET CANÓS (António Ayet Canós), Beato
Em Tarrasa, Barcelona, Espanha, o Beato LUÍS MARIA AYET CANÓS (António Ayet Canós), religioso da Ordem dos Carmelitas e mártir. (1936)
FLORÊNCIO MIGUEL (Ruperto Garcia Arce), Beato
Em Barcelona, Espanha, o Beato FLORÊNCIO MIGUEL (Ruperto Garcia Arce) religioso da Congregação dos Irmãos das Escolas Cristãs e mártir. (1936)
ALEXANDRINA MARIA DA COSTA, Beata
Em Balasar, próximo de Braga, Portugal, a Beata ALEXANDRINA MARIA DA COSTA que, tendo ficado paralisada em todo o corpo ao fugir de quem a perseguia com má intenção, encontrou na contemplação da Eucaristia o modo de oferecer ao Senhor todos os seus sofrimentos por amor de Deus e dos irmãos mais necessitados. (1955)
... E AINDA ...
BENEDETTO AL TRONCO, Santo
Scarse sono le notizie biografiche sul patrono di S. Benedetto al Tronto.
S. Benedetto potrebbe essere stato un soldato, forse di origini friulane come dicono alcuni storici, dell’esercito imperiale di stanza a Cupra, convertitosi al cristianesimo durante il servizio militare. La tradizione dice che S. Benedetto fu martirizzato sul ponte del torrente Menocchia nei pressi dell’antica Civita di Cupra. Era il 13 ottobre dell’anno 304, quando era imperatore Diocleziano.
Dopo il martirio, i cristiani del luogo provvidero a dare sepoltura al martire, costruendo un sepolcro nascosto, quasi una catacomba a cui accedervi senza esser visti dai pagani. Sulla tomba del martire fu murata una lapide, che in parte ancora oggi si conserva.
Dopo l’editto di Costantino, sulla tomba del santo fu ben presto costruito un piccolo sacrario (oratorio), presso il quale venivano a pregare molti del luogo richiamati dalla fama taumaturgica del santo, soprattutto contro le malattie della testa. Più tardi, nei pressi del piccolo oratorio fu costruita una pieve. La pieve divenne poi chiesa abbaziale. Nel 1698, con i rifacimenti della chiesa, l’altare del santo fu incluso all’interno della pieve. Così la tomba del santo non fu mai spostata dal luogo primitivo.
Nella chiesa abbaziale di S. Benedetto, situata nella parte alta della città di S. Benedetto del Tronto, vicino all’ingresso, vi è murata la lapide che la tradizione locale dice essere parte della lapide del sepolcro di S. Benedetto martire. La lapide dice che Benedetto fu deposto in pace all’età di 28 anni, il 13 ottobre sotto Diocleziano e Massimiano consoli. La lapide dice inoltre che nella stessa tomba fu poi sepolta anche la sorella di S. Benedetto, Frutta, morta all’età di 58 anni.
Solenni sono i festeggiamenti che gli abitanti di S. Benedetto del Tronto dedicano al loro santo patrono nel giorno della festa del 13 ottobre.
S. Benedetto potrebbe essere stato un soldato, forse di origini friulane come dicono alcuni storici, dell’esercito imperiale di stanza a Cupra, convertitosi al cristianesimo durante il servizio militare. La tradizione dice che S. Benedetto fu martirizzato sul ponte del torrente Menocchia nei pressi dell’antica Civita di Cupra. Era il 13 ottobre dell’anno 304, quando era imperatore Diocleziano.
Dopo il martirio, i cristiani del luogo provvidero a dare sepoltura al martire, costruendo un sepolcro nascosto, quasi una catacomba a cui accedervi senza esser visti dai pagani. Sulla tomba del martire fu murata una lapide, che in parte ancora oggi si conserva.
Dopo l’editto di Costantino, sulla tomba del santo fu ben presto costruito un piccolo sacrario (oratorio), presso il quale venivano a pregare molti del luogo richiamati dalla fama taumaturgica del santo, soprattutto contro le malattie della testa. Più tardi, nei pressi del piccolo oratorio fu costruita una pieve. La pieve divenne poi chiesa abbaziale. Nel 1698, con i rifacimenti della chiesa, l’altare del santo fu incluso all’interno della pieve. Così la tomba del santo non fu mai spostata dal luogo primitivo.
Nella chiesa abbaziale di S. Benedetto, situata nella parte alta della città di S. Benedetto del Tronto, vicino all’ingresso, vi è murata la lapide che la tradizione locale dice essere parte della lapide del sepolcro di S. Benedetto martire. La lapide dice che Benedetto fu deposto in pace all’età di 28 anni, il 13 ottobre sotto Diocleziano e Massimiano consoli. La lapide dice inoltre che nella stessa tomba fu poi sepolta anche la sorella di S. Benedetto, Frutta, morta all’età di 58 anni.
Solenni sono i festeggiamenti che gli abitanti di S. Benedetto del Tronto dedicano al loro santo patrono nel giorno della festa del 13 ottobre.
FRANCESCO DE TORQUEMADA e ALFONSO DE OSSORIO, Beatos
Missionari dell'Ordine Mercedario, i Beati
Francesco da Torquemada e Alfonso de Osso rio, furono inviati ad
evangelizzare in terra Brasiliana.Famosissimi per la santità e la gloria
dei miracoli, condussero, a Cristo Pastore delle anime, molti infedeli e
gloriosamente resero l'anima a Dio nella città di Belem.
L'Ordine lo festeggia il 13 ottobre.
GERARDO DE SCALA, Beato
L'Ordine lo festeggia il 13 ottobre.
GERARDO DE SCALA, Beato
Il santo oggi festeggiato si inserisce nella folta schiera di santità che contraddistinse parecchie corti inglesi nel primo millennio. Il regno di Northumbria era costituito principalmente da due territori, la Bernicia e la Deira, sostanzialmente gli attuali Northumbria e Yorkshire, e Sant’Edwin era un principe della Deira che trascorse molti anni di esilio, durante il regno di Etelfrith di Bernicia. Quando questi nel 616 cadde in battaglia, Edwin succedette al trono, divenendo ben presto “bretwalda”, cioè monarca assoluto con autorità estesa anche su tutti gli altri sovrani anglosassoni. In quel periodo della sua vita egli era ancora pagano e quindi, nel chiedere in moglie Etelburga, figlia del re cristiano del Kent, dovette assicurare che non avrebbe interferito con la vita religiosa della sposa. Etelburga partì allora per il nord, accompagnata dal suo cappellano San Paolino.
Secondo il celebre storico cristiano San Beda il Venerabile, Edwin era una persona assai prudente e meditò a lungo sull’eventualità della propria conversione al cristianesimo, ma infine tre fattori lo influenzarono verso tale scelta: l’essere scampato ad un attentato, il ricordo di una visione e di un voto fatto durante l’esilio ed infine, ma assolutamente non meno importante, una calorosa lettera ricevuta del pontefice San Gregorio Magno.
Come da tradizione il re radunò dunque i suoi consiglieri per sentire il loro autorevole parere ed uno di essi affermò: “O re, la vita degli uomini sulla terra, a confronto di tutto il tempo che ci è conosciuto, mi sembra come quando tu stai a cena con i tuoi dignitari d’inverno, con il fuoco acceso e le sale riscaldate, mentre fuori infuria una tempesta di pioggia e di neve, ed un passero entra in casa e passa velocissimo. Mentre entra da una porta e subito esce dall’altra, per questo poco tempo che è dentro non è toccato dalla tempesta ma trascorre un brevissimo momento di serenità; ma subito dopo rientra nella tempesta e scompare ai tuoi occhi. Così la vita degli uomini resta in vista per un momento, e noi ignoriamo del tutto che cosa sarà dopo, che cosa è stato prima. Perciò se questa nuova dottrina ci fa conoscere qualcosa di più certo, senz’altro merita di essere seguita”.
Stabilirono allora che la nuova religione avrebbe dovuto essere accolta solo nel qual caso fosse riuscita ad aiutarli a comprendere meglio il senso della vita, in quanto lo stesso sommo sacerdote dell’antico culto pagano locale riconobbe che a tal fine la religione dei loro padri non era di alcun aiuto. Invitato allora Paolino ad insegnare loro qualcosa in più sul suo Dio, decisero infine di aderire alla fede cristiana e di essere battezzati con il re Edwin a York nel 627.
Il re nominò poi San Paolino vescovo di tale città e promosse la costruzione di una chiesa in pietra nel sito ove ancora oggi sorge la cattedrale. Il santo monarca si adoperò inoltre per diffondere il cristianesimo ed una duratura pace in tutto il suo regno, tanto che Beda poté scrivere di lui: “Si tramanda che in quel tempo ci fu tanta pace in Britannia fin dove si estendeva il dominio del re Edwin che, come tuttora si usa dire proverbialmente, anche se una donna sola voleva percorrere tutta l’isola con un figlio natole da poco, poteva farlo senza pericolo alcuno”.
Nel 633 però Edwin cadde in battaglia, sconfitto preso Hetfield Chase dalle forze alleate del re gallese Cadwallon e del re pagano Penda di Mercia. In Inghilterra iniziò ben presto a nascere un culto popolare nei suoi confronti quale martire, soprattutto a York ed a Whitby, che culminò con la traslazione nell’abbazia di quest’ultima località, evento da considerarsi per quei tempi una vera e propria canonizzazione. Il pontefice Gregorio XIII concesse che venisse raffigurato tra i martiri nella cappella del Collegio inglese di Roma, dove gli furono anche dedicate una o due antiche chiese.
La presunta santità di Sant’Edwin è comunque certamente da considerarsi più sicura rispetto a quella di parecchi altri santi sovrani di varie nazionalità venerati dalle Chiese cristiane: infatti Beda, fonte sicuramente attendibilissima in materia, lo definì re giusto e capace, convertitosi alla fede cristiana non prima di una meditata riflessione ed impegnato con tutto il cuore nell’evangelizzazione dei sudditi, senza ricorrere alla forza.
Sua moglie Etelburga, che gli sopravvisse sino all’8 settembre 647 divenendo badessa di Lyming, è talvolta anch’essa venerata come santa, anche se in tono assai minore.
PARASCEVE LA GIOVANE, Santa
La ‘Vita’ di santa Parasceve la Giovane, fu scritta dal metropolita di Mira, Matteo nel XVII secolo, dopo l’ultimo trasferimento delle reliquie in Moldavia nel 1641, sei secoli dopo la morte della santa eremita, quindi bisogna darne il valore relativo a questo lasso di tempo.
Parasceve nacque ad Epibatai, centro marittimo, distante un giorno di cammino da Costantinopoli; visse e morì molto probabilmente nel secolo X.
Appartenenti a nobile famiglia, lei e il fratello Eutimio, rimasero presto orfani e decisero ambedue di abbracciare la vita religiosa; Eutimio per le sue virtù, fu fatto vescovo di Madito e Parasceve, dopo un certo numero di anni trascorsi in un monastero, si ritirò come eremita in una zona desertica, emulando la santa vita delle antiche monache-eremite d’Egitto e della Siria: lunghe preghiere, veglie notturne e frequenti digiuni.
Mangiava qualcosa solo il sabato e la domenica e dormiva sulla nuda terra; ebbe una notte la visione di un angelo, il quale esortandola a perseverare nel suo sforzo di vita penitente, le raccomandò comunque di ritornare nel suo luogo natio.
Parasceve allora lasciò l’eremo e si recò a Costantinopoli e da pellegrina visitò i santuari, mettendosi sotto la protezione della Vergine nella chiesa di Blacherne; poi si ritirò ad Epibatai, dove continuò nelle pratiche di penitenza, mortificazione e preghiera, per il resto della sua vita; quando morì fu sepolta da gente che nemmeno la conosceva e il suo ricordo si spense.
Ma in epoca successiva, un miracolo riportò a fiorire il suo ricordo; nelle vicinanze di Epibatai, viveva uno stilita, un giorno alcuni marinai, gettarono ai piedi della sua colonna, il corpo di un loro compagno morto di peste. Il cadavere andò in putrefazione, emanando un lezzo così forte, che lo stilita pregò che qualcuno venisse a dargli sepoltura, alcuni uomini scavando la fossa, trovarono un corpo sotterrato che emanava un profumo così delicato da superare il puzzo del cadavere dell’appestato.
Un certo Giorgio facente parte del gruppo dei seppellitori, la notte ebbe un sogno, in cui gli veniva chiesto di deporre il corpo ritrovato in una bara, rivelandogli anche il nome di Parasceve, nata e cresciuta ad Epibatai.
Essa diventò la patrona della cittadina, anche perché in un altro sogno, avuto da una vicina di Giorgio, nella stessa notte, prometteva che avrebbe aiutato tutti coloro che con fede, sarebbero ricorsi a lei.
Le reliquie furono portate nella chiesa dei Ss. Apostoli, dove avvennero molti miracoli; esse superarono la sottrazione di numerose reliquie da Costantinopoli, da parte dei conquistatori Franchi, che nel 1204 le portavano in Occidente.
Ma nel 1230-31 il corpo di santa Parasceve fu ceduto dall’imperatore latino di Costantinopoli al re conquistatore bulgaro Giovanni II Asen (1218-1241) che lo trasportò a Turnovo in Bulgaria, dove accolto con solennità dal patriarca Basilio, fu deposto nella basilica del palazzo imperiale.
Quando nel 1393 i Turchi s’impadronirono di Turnovo, allora capitale della Bulgaria, le reliquie furono trasferite a Belgrado, dove rimasero fino al 1521, quando la città venne conquistata da Solimano il Magnifico. Saputo della grande venerazione che i cristiani portavano a quelle reliquie, il sultano le inviò a Costantinopoli, dove il patriarca le fece deporre nella chiesa della Pammacaristos.
Ma anche qui non durò a lungo il riposo delle reliquie, quando nel 1586 Murad III tolse ai cristiani il santuario, esse con altre reliquie furono portate nella chiesa di S. Demetrio Kanabu e poi a S. Giorgio del Phanar nel 1612 e finalmente nel 1641 giunsero a Jasi in Moldavia, dove si trovano tuttora.
Dopo la traslazione a Turnovo la santa con il nome di Petka o Petnica ebbe grande popolarità tra il popolo bulgaro e ben presto divenne Patrona nazionale; del resto ella ha avuto sempre un culto particolare presso i popoli slavi balcanici, anche perché si credeva che i suoi genitori fossero slavi.
La sua festa ricorre il 13 ottobre.
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
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Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com