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8º A N O
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Em Siracusa, Sicília, Itália, São MARCIANO que é considerado o primeiro bispo desta cidade. (séc. II)
SERAPIÃO DE ANTIOQUIA, Santo
Comemoração de São SERAPIÃO bispo de Antioquia, celebre pela sua erudição e doutrina, que deixou grande fama de santidade. (211)
EUTRÓPIA DE ALEXANDRIA, Santa
Em Alexandria, no Egipto, Santa EUTRÓPIA mártir, que, por ter recusado negar a Cristo, foi cruelmente torturada até à morte. (séc. III)
MARCELO DE TÂNGER, Santo
Em Tânger, na antiga Mauritânia hoje Marrocos, a paixão de São MARCELO centurião, que no dia do aniversário do imperador, enquanto todos os ofereciam os sacrifícios, tirou o cinturão militar, as armas e a própria patente e atirou-os para diante das ídolos, afirmando que era cristão e não podia continuar a obedecer coerentemente ao juramento militar, mas só a Jesus Cristo; por isso sofreu o martírio sendo imediatamente decapitado. (298)
CLÁUDIO, LUPÉRCIO e VITÓRIO, Santos
Em Leão, na Hispânia hoje Espanha, os santos CLÁUDIO, LUPÉRCIO e VITÓRIO mártires, que, na perseguição de Diocleciano, sofreram, a morte pelo nome de Cristo. (303/304)
MÁXIMO DE APAMEIA, Santo
Em Cuma, na Campânia, Itália, São MÁXIMO mártir. (303)
GERMANO DE CÁPUA, Santo
Em Cápua, na Campânia, Itália, São GERMANO bispo que é mencionado pelo papa São GREGÓRIO MAGNO nos seus escritos. (540)
BENVINDA BOIÁNI, Beata
Em Cividale del Friúli, na Venécia, hoje na Friúli-Venézia Giúlia, Itália, a beata BENVINDA BOIÁNI virgem , das Irmãs da Penitência de São Domingos, que passou toda a sua vida entregue à oração e à austeridade. (1292)
JOÃO SLADE, Beato
Em Winchester, Inglaterra, o beato JOÃO SLADE mártir que, por negar a competência da rainha Isabel I nas questões espirituais, foi enforcado e cruelmente esquartejado. (1583)
TERÊNCIO ALBERTO O'BRIEN, Beato
Em Limerick na Irlanda, a paixão do Beato TERÊNCIO ALBERTO O'BRIEN bispo e mártir, da Ordem dos Pregadores que, nomeado para a sede da Igreja de Emily, trabalhou intensamente na assistência aos afectados pela peste; mas, sob o regime de Oliver Cromwell foi preso pelos soldados e levado ao patíbulo em ódio ao sacerdócio e à fé católica. (1651)
ÂNGELO DE ÁCRI, Beato
Em Ácri, na Calábria, Itália, o Beato ÂNGELO, presbitero da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos que percorreu incansavelmente o treino de Nápoles a pregar a palavra de Deus de modo apropriado ao povo simples. (1739)
JOÃO MIGUEL LANGEVIN, Beato
Em Angers, França, o beato JOÃO MIGUEL LANGEVIN presbitero e mártir, degolado por ser sacerdote, o primeiro dos cerca de cem homens e mulheres que, durante a época do terror na revolução francesa permaneceram unânimes e constantes na confissão da fé em Cristo até à morte. (1793)
ALEIXO ZARYCKYJ, Beato
Em Dolinka, perto de Karaganda, no Cazaquistão, o Beato ALEIXO ZARYCKYJ presbitero e mártir que, sob um regime hostil a Deus, foi deportado para um campo de concentração e no combate da fé alcançou a vida eterna. (1963)
GERARDO DE POTENZA, Santo
Il Vescovo Mauro rimane negli annali della chiesa veronese grazie alla sua fama per santità e miracoli. Il suo nome è stato inserito in vari elenchi. Lo troviamo nel Velo di Classe, nel Ritmo Pipiniano e nella Lapide Stefaniana del secolo X, nel Carpsunm, nell’antico Lezionario della Cattedrale, nel Martirologio Veronese e in quello Romano.
Nella cronotassi ufficiale dei vescovi di Verona è al trentaduesimo posto, dopo San Pietro e prima di San Giovanni.
E’ stato Vescovo di Verona dal 612 al 622, anno della sua morte. Le cronache ci narrano che dopo esser stato nominato Vescovo, si è ritirato a vita solitaria sulle montagne veronesi dette delle Saline. A questo proposito non sappiamo se si sia ritirato abdicando all’episcopato o se abbia lasciato un coadiutore a governare la diocesi. Più probabile l’ipotesi che abbia rinunciato al governo della diocesi lasciando sul posto un vescovo Concessus II. Mauro condusse vita isolata per circa sette anni, nel silenzio e in penitenza. Come pastore della diocesi scaligera, in piena epoca Longobarda, rimase legato alla sua comunità con la preghiera e la penitenza. Per lui l’ascesi era una scelta consapevole.
Di sicuro, sappiamo che andò a Saline, visse in solitudine, dedito solo ad opere di pietà e di penitenza. Sempre dalle cronache antiche sappiamo che ormai vecchio, avrebbe lasciato le montagne per tornare a Verona. Durante questo viaggio morì sulle colline, intorno alla città, nei pressi del colle San Felice, luogo dove è sorta una chiesa in suo onore. Il 21 novembre è indicato come il giorno della sua morte. Alcuni storici riferiscono che in quel giorno tutte le campane della città si misero a suonare a festa, inspiegabilmente da sole.
Anche a Saline, nel XIII secolo sorse un luogo di culto tra i più belli del territorio scaligero.
Mons. Franco Segala nel suo Catalogus sanctorum Ecclesia veronesnsis, trascrive l’elogium di San Mauro dal martirologio della Chiesa veronese: Veronae sancti Mauri eiusdem urbis episcopi, admiranda in pauperes liberalitate, animi demissione, orationis assiduitate et corporis maceratione celebris, qui se indignum arbitrans, episcopatui cessit; ad montes in eadem dioecesi ut solitariam vitam degeret, se recepit, ubi per septemnium ieiuniis, vigiliis et orationibus vacabit; Veronam rediens, in itinere Deo spitirum reddidit”.
Nel secolo di questo Vescovo a Verona c’è un nuovo vigore religioso e all’epoca del suo episcopato risalgono la costruzione di alcune chiese e la fondazione di alcuni monasteri femminili.
Nel 1961 la S. Congregazione dei Riti, su proposta del vescovo di Verona, il venerabile, Giuseppe Carraro, riunì la memoria dei santi vescovi veronesi sotto un'unica festa il 30 ottobre.
Commendatore fino alla morte del convento di San Martino in Perpignano (Francia), il Beato Raimondo da Cardona, fu elevato da un'angelica purezza.Famoso per la santità della vita non mancò di essere ricompensato da Dio con favori straordinari e felicemente salì alla patria celeste.
L'Ordine lo festeggia il 30 ottobre.
Può far sorridere i moderni Cagliaritani che ben conoscono la loro bella chiesa dei santi Cosma e Damiano, sapere che il fondatore del monastero accanto a quella chiesa scelse tale luogo perché si trovava, allora, "lontano dal rumore della città di Cagliari ".
Oggi la chiesa, situata a oriente del centro cittadino, si trova in piena città moderna ed è circondata dal rumore dell'attività giornaliera e della vita di una moderna comunità, e la cornice è dunque ben diversa da quella del VI secolo, quando visse San Fulgenzio di Ruspe. Questo personaggio, originario dell'Oriente, dove era diventato Vescovo, venne esiliato in Sardegna, dove dovette trattenersi una quindicina di anni. In quel tempo volle costruire un monastero e scelse appunto il luogo "lontano dal rumore della città", ad oriente di Cagliari.
Già allora esisteva lì una chiesa, anzi una basilica. Era intitolata a San Saturnino, e soltanto più tardi ha preso il nome dei due fratelli medici, Cosma e Damiano.
Si capisce quindi come questo monumento sia interessante dal punto di vista storico e artistico. Infatti, questa chiesa cagliaritana presenta le caratteristiche di un'architettura di tipo bizantino influenzata dalle costruzioni di quel periodo e di quello stile che un tempo si trovavano nelle regioni mediterranee dell'Africa. Questo particolare tipo di arte bizantina, scomparso quasi del tutto in Africa, si è conservato nell'isola che, simile a un grande parco nazionale dell'arte e della civiltà, custodisce memorie e vestigia antiche non soltanto di secoli, ma di molti millenni, con la freschezza di fiori di serra.
Ma chi era il San Saturnino, al quale, già nel VI secolo, era dedicata la basilica oggi intitolata ai Santi Cosma e Damiano?
La risposta non è facile, o meglio le risposte sono più d'una, e non è facile dire quale sia la più soddisfacente.
Secondo una tradizione, Saturnino è un Martire locale, di cui si narra una leggendaria Passione. Gli storici però osservano che tale tradizione è piuttosto tardiva, risalendo al Mille. Sembra costruita a posteriori per dare un volto e una storia al Santo al quale era dedicata l'antica basilica.
Per di più, il racconto della Passione di San Saturnino di Cagliari ricalca quello di un altro San Saturnino, quello di Tolosa, e di San Sergio.
Più probabile è l'ipotesi che vedrebbe in San Saturnino un Martire africano venerato in Sardegna, dati i frequenti contatti tra l'isola e le regioni mediterranee del continente africano, testimoniati anche, come abbiamo detto, nel campo dell'architettura medievale.
Ma di quale Saturnino Martire africano può trattarsi? I Martiri di questo nome sono piuttosto numerosi, e nessun indizio aiuta a scegliere quello giusto, o almeno probabile.
In conclusione, la personalità storica di San Saturnino di Cagliari è nebulosa, anzi francamente oscura. Resta la realtà del suo culto millenario nell'isola forte e generosa, e la sostanza di un monumento fuor del comune, a Cagliari, che ne ricorda la gloria e ne celebra i fasti, aggiungendo alla suggestione della leggenda e al calore della devozione il tocco fiorito della bellezza.
Lo svolgersi della sua ‘Vita’ è ritenuto privo di validi fondamenti. Nel IX sec. uno storico dell’epoca lo classifica come vescovo. Abbiamo due versioni della Passio quella del sec. X e quella del sec. XI, e vari elementi sono confusi fra loro. Secondo quella del sec. X Teonesto vescovo proveniente dall’isola di Namsis,
Assieme ai discepoli Albano, Urso, Tabra e Tabrata sarebbe giunto in Gallia per la via di Milano; ad Augusta (forse Aosta) Urso morì martire.
S. Teonesto con i rimanenti compagni si portò dal re Sisemund che a sua volta lo inviò dal vescovo Paolino, ma a Magonza anche Albano fu martirizzato. Entrato nel paese dei Goti il vescovo fu abbandonato in mare con gli altri due discepoli su una nave difettosa, dopo un lungo viaggio, oltrepassata Otranto, giunse nel Golfo di Venezia dove appena sbarcato fu ucciso dagli ariani insieme a Tabra e Tabrata il 30 ottobre del 380, presso Altino sul Sile, precisamente a Musestre.
Secondo la versione del l’XI sec., il santo vescovo viene nominato per la prima volta con il nome di Teonesto, il quale esce da Filippi, partecipa al Concilio di Cartagine del 670, come si vede circa tre secoli dopo, per il resto le notizie coincidono più o meno fra le due versioni. Teonesto è onorato a Magonza insieme ai due martiri Albano ed Urso e a Treviso insieme ai due martiri Tabra e Tabrata.
A Treviso divenne patrono della sede episcopale solo dopo il Mille; vengono menzionati per la prima volta nel calendario locale nel 1184. Sue reliquie sono conservate a Treviso e nella chiesa di s. Lorenzo a Venezia.
Il santo da solo o in compagnia viene effigiato e scolpito in vari posti del trevigiano a partire dal Duomo, ai Comuni di Marano Veneziano, Possagno, ecc. La sua festa è al 30 ottobre
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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
UM BOM resto do ANO DE 2016
Nº 2923- (304 - 2016)
30 DE OUTUBRO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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MARCIANO DE SIRACUSA, Santo
Em Siracusa, Sicília, Itália, São MARCIANO que é considerado o primeiro bispo desta cidade. (séc. II)
SERAPIÃO DE ANTIOQUIA, Santo
Comemoração de São SERAPIÃO bispo de Antioquia, celebre pela sua erudição e doutrina, que deixou grande fama de santidade. (211)
EUTRÓPIA DE ALEXANDRIA, Santa
Em Alexandria, no Egipto, Santa EUTRÓPIA mártir, que, por ter recusado negar a Cristo, foi cruelmente torturada até à morte. (séc. III)
MARCELO DE TÂNGER, Santo
Em Tânger, na antiga Mauritânia hoje Marrocos, a paixão de São MARCELO centurião, que no dia do aniversário do imperador, enquanto todos os ofereciam os sacrifícios, tirou o cinturão militar, as armas e a própria patente e atirou-os para diante das ídolos, afirmando que era cristão e não podia continuar a obedecer coerentemente ao juramento militar, mas só a Jesus Cristo; por isso sofreu o martírio sendo imediatamente decapitado. (298)
CLÁUDIO, LUPÉRCIO e VITÓRIO, Santos
Em Leão, na Hispânia hoje Espanha, os santos CLÁUDIO, LUPÉRCIO e VITÓRIO mártires, que, na perseguição de Diocleciano, sofreram, a morte pelo nome de Cristo. (303/304)
MÁXIMO DE APAMEIA, Santo
Em Cuma, na Campânia, Itália, São MÁXIMO mártir. (303)
GERMANO DE CÁPUA, Santo
Em Cápua, na Campânia, Itália, São GERMANO bispo que é mencionado pelo papa São GREGÓRIO MAGNO nos seus escritos. (540)
BENVINDA BOIÁNI, Beata
Em Cividale del Friúli, na Venécia, hoje na Friúli-Venézia Giúlia, Itália, a beata BENVINDA BOIÁNI virgem , das Irmãs da Penitência de São Domingos, que passou toda a sua vida entregue à oração e à austeridade. (1292)
JOÃO SLADE, Beato
Em Winchester, Inglaterra, o beato JOÃO SLADE mártir que, por negar a competência da rainha Isabel I nas questões espirituais, foi enforcado e cruelmente esquartejado. (1583)
TERÊNCIO ALBERTO O'BRIEN, Beato
Em Limerick na Irlanda, a paixão do Beato TERÊNCIO ALBERTO O'BRIEN bispo e mártir, da Ordem dos Pregadores que, nomeado para a sede da Igreja de Emily, trabalhou intensamente na assistência aos afectados pela peste; mas, sob o regime de Oliver Cromwell foi preso pelos soldados e levado ao patíbulo em ódio ao sacerdócio e à fé católica. (1651)
ÂNGELO DE ÁCRI, Beato
Em Ácri, na Calábria, Itália, o Beato ÂNGELO, presbitero da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos que percorreu incansavelmente o treino de Nápoles a pregar a palavra de Deus de modo apropriado ao povo simples. (1739)
JOÃO MIGUEL LANGEVIN, Beato
Em Angers, França, o beato JOÃO MIGUEL LANGEVIN presbitero e mártir, degolado por ser sacerdote, o primeiro dos cerca de cem homens e mulheres que, durante a época do terror na revolução francesa permaneceram unânimes e constantes na confissão da fé em Cristo até à morte. (1793)
ALEIXO ZARYCKYJ, Beato
Em Dolinka, perto de Karaganda, no Cazaquistão, o Beato ALEIXO ZARYCKYJ presbitero e mártir que, sob um regime hostil a Deus, foi deportado para um campo de concentração e no combate da fé alcançou a vida eterna. (1963)
... E AINDA ...
GERARDO DE POTENZA, Santo
Oggi, il Martirologio Romano fissa il ricordo di S. Gerardo vescovo a
Potenza nella Lucania. Era questi nativo di Piacenza e, trasferitosi a
Potenza, venne scelto come vescovo per le sue virtù e la sua attività
taumaturgica. Morto dopo appena otto anni di episcopato, il suo
successore Manfredo ne scrisse una Vita forse troppo dichiaratamente
panegiristica e soprattutto ne ottenne una canonizzazione "viva voce"
(ossia senza documentazione scritta) da parte del papa Callisto II
(1119-24).S. Gerardo, patrono della città e dell'archidiocesi di
Potenza, nativo di Piacenza, discendente dalla nobile e illustre
famiglia La Porta, fu Vescovo di questa città dal 1111 al 1119. Uomo di
cultura e di solida pietà, dopo aver trascorso la sua giovinezza in
patria si diresse verso l'Italia Meridionale, come tanti altri spiriti
nobili del suo tempo, o alla ricerca di solitudine o per essere più
vicino ai punti di imbarco dei crociati, diretti verso i luoghi santi.
Giunto a Potenza, Gerardo vide aprirsi davanti un vasto campo di
apostolato, specialmente tra la gioventù. Apri a tutti gratuitamente i
tesori della sua cultura e della sua bontà, attirandosi la simpatia di
tutto il popolo. Alla morte del Vescovo della città, clero e popolo lo
elessero loro pastore. Fu consacrato Vescovo ad Acerenza. La dignità
conseguita non mutò l'austerità della sua vita né la semplicità dei suoi
costu-mi. Manfredi, suo biografo e poi successore nella catte-dra
episcopale, cosi descrive questo periodo della sua vita: "Onorato della
gloria pontificale, apparve più umile, più mansueto, più piò, più
benigno, più diligen-te nell'esercizio delle virtù. Era di tanta
sobrietà da sembrare un monaco".
Il Signore si compiacque di far rifulgere la santità del suo servo ancora in vita, con segni miracolosi, come il cambiamento dell'acqua in vino. Appena un anno dopo la sua morte, il Pontefice di Roma Callisto II ne proclamò la santità. Le ossa di S. Gerardo riposano sotto l'altare a lui dedicato nella Chiesa Cattedrale di Potenza. Il Santo viene onorato, in modo particolare, il 30 ottobre, giorno della sua morte, e il 30 maggio a ricordo della traslazione delle sue ossa, fatta dal Vescovo Oberto nel 1250.
Il Signore si compiacque di far rifulgere la santità del suo servo ancora in vita, con segni miracolosi, come il cambiamento dell'acqua in vino. Appena un anno dopo la sua morte, il Pontefice di Roma Callisto II ne proclamò la santità. Le ossa di S. Gerardo riposano sotto l'altare a lui dedicato nella Chiesa Cattedrale di Potenza. Il Santo viene onorato, in modo particolare, il 30 ottobre, giorno della sua morte, e il 30 maggio a ricordo della traslazione delle sue ossa, fatta dal Vescovo Oberto nel 1250.
MAURO DE VERONA, Santo
Il Vescovo Mauro rimane negli annali della chiesa veronese grazie alla sua fama per santità e miracoli. Il suo nome è stato inserito in vari elenchi. Lo troviamo nel Velo di Classe, nel Ritmo Pipiniano e nella Lapide Stefaniana del secolo X, nel Carpsunm, nell’antico Lezionario della Cattedrale, nel Martirologio Veronese e in quello Romano.
Nella cronotassi ufficiale dei vescovi di Verona è al trentaduesimo posto, dopo San Pietro e prima di San Giovanni.
E’ stato Vescovo di Verona dal 612 al 622, anno della sua morte. Le cronache ci narrano che dopo esser stato nominato Vescovo, si è ritirato a vita solitaria sulle montagne veronesi dette delle Saline. A questo proposito non sappiamo se si sia ritirato abdicando all’episcopato o se abbia lasciato un coadiutore a governare la diocesi. Più probabile l’ipotesi che abbia rinunciato al governo della diocesi lasciando sul posto un vescovo Concessus II. Mauro condusse vita isolata per circa sette anni, nel silenzio e in penitenza. Come pastore della diocesi scaligera, in piena epoca Longobarda, rimase legato alla sua comunità con la preghiera e la penitenza. Per lui l’ascesi era una scelta consapevole.
Di sicuro, sappiamo che andò a Saline, visse in solitudine, dedito solo ad opere di pietà e di penitenza. Sempre dalle cronache antiche sappiamo che ormai vecchio, avrebbe lasciato le montagne per tornare a Verona. Durante questo viaggio morì sulle colline, intorno alla città, nei pressi del colle San Felice, luogo dove è sorta una chiesa in suo onore. Il 21 novembre è indicato come il giorno della sua morte. Alcuni storici riferiscono che in quel giorno tutte le campane della città si misero a suonare a festa, inspiegabilmente da sole.
Anche a Saline, nel XIII secolo sorse un luogo di culto tra i più belli del territorio scaligero.
Mons. Franco Segala nel suo Catalogus sanctorum Ecclesia veronesnsis, trascrive l’elogium di San Mauro dal martirologio della Chiesa veronese: Veronae sancti Mauri eiusdem urbis episcopi, admiranda in pauperes liberalitate, animi demissione, orationis assiduitate et corporis maceratione celebris, qui se indignum arbitrans, episcopatui cessit; ad montes in eadem dioecesi ut solitariam vitam degeret, se recepit, ubi per septemnium ieiuniis, vigiliis et orationibus vacabit; Veronam rediens, in itinere Deo spitirum reddidit”.
Nel secolo di questo Vescovo a Verona c’è un nuovo vigore religioso e all’epoca del suo episcopato risalgono la costruzione di alcune chiese e la fondazione di alcuni monasteri femminili.
Nel 1961 la S. Congregazione dei Riti, su proposta del vescovo di Verona, il venerabile, Giuseppe Carraro, riunì la memoria dei santi vescovi veronesi sotto un'unica festa il 30 ottobre.
RAIMUNDO DE CARDONA, Beato
Commendatore fino alla morte del convento di San Martino in Perpignano (Francia), il Beato Raimondo da Cardona, fu elevato da un'angelica purezza.Famoso per la santità della vita non mancò di essere ricompensato da Dio con favori straordinari e felicemente salì alla patria celeste.
L'Ordine lo festeggia il 30 ottobre.
SATURNINO DE CAGLIÁRI, Santo
Può far sorridere i moderni Cagliaritani che ben conoscono la loro bella chiesa dei santi Cosma e Damiano, sapere che il fondatore del monastero accanto a quella chiesa scelse tale luogo perché si trovava, allora, "lontano dal rumore della città di Cagliari ".
Oggi la chiesa, situata a oriente del centro cittadino, si trova in piena città moderna ed è circondata dal rumore dell'attività giornaliera e della vita di una moderna comunità, e la cornice è dunque ben diversa da quella del VI secolo, quando visse San Fulgenzio di Ruspe. Questo personaggio, originario dell'Oriente, dove era diventato Vescovo, venne esiliato in Sardegna, dove dovette trattenersi una quindicina di anni. In quel tempo volle costruire un monastero e scelse appunto il luogo "lontano dal rumore della città", ad oriente di Cagliari.
Già allora esisteva lì una chiesa, anzi una basilica. Era intitolata a San Saturnino, e soltanto più tardi ha preso il nome dei due fratelli medici, Cosma e Damiano.
Si capisce quindi come questo monumento sia interessante dal punto di vista storico e artistico. Infatti, questa chiesa cagliaritana presenta le caratteristiche di un'architettura di tipo bizantino influenzata dalle costruzioni di quel periodo e di quello stile che un tempo si trovavano nelle regioni mediterranee dell'Africa. Questo particolare tipo di arte bizantina, scomparso quasi del tutto in Africa, si è conservato nell'isola che, simile a un grande parco nazionale dell'arte e della civiltà, custodisce memorie e vestigia antiche non soltanto di secoli, ma di molti millenni, con la freschezza di fiori di serra.
Ma chi era il San Saturnino, al quale, già nel VI secolo, era dedicata la basilica oggi intitolata ai Santi Cosma e Damiano?
La risposta non è facile, o meglio le risposte sono più d'una, e non è facile dire quale sia la più soddisfacente.
Secondo una tradizione, Saturnino è un Martire locale, di cui si narra una leggendaria Passione. Gli storici però osservano che tale tradizione è piuttosto tardiva, risalendo al Mille. Sembra costruita a posteriori per dare un volto e una storia al Santo al quale era dedicata l'antica basilica.
Per di più, il racconto della Passione di San Saturnino di Cagliari ricalca quello di un altro San Saturnino, quello di Tolosa, e di San Sergio.
Più probabile è l'ipotesi che vedrebbe in San Saturnino un Martire africano venerato in Sardegna, dati i frequenti contatti tra l'isola e le regioni mediterranee del continente africano, testimoniati anche, come abbiamo detto, nel campo dell'architettura medievale.
Ma di quale Saturnino Martire africano può trattarsi? I Martiri di questo nome sono piuttosto numerosi, e nessun indizio aiuta a scegliere quello giusto, o almeno probabile.
In conclusione, la personalità storica di San Saturnino di Cagliari è nebulosa, anzi francamente oscura. Resta la realtà del suo culto millenario nell'isola forte e generosa, e la sostanza di un monumento fuor del comune, a Cagliari, che ne ricorda la gloria e ne celebra i fasti, aggiungendo alla suggestione della leggenda e al calore della devozione il tocco fiorito della bellezza.
TEONESTO ou (Teonisto ou Tonisto), Santo
Lo svolgersi della sua ‘Vita’ è ritenuto privo di validi fondamenti. Nel IX sec. uno storico dell’epoca lo classifica come vescovo. Abbiamo due versioni della Passio quella del sec. X e quella del sec. XI, e vari elementi sono confusi fra loro. Secondo quella del sec. X Teonesto vescovo proveniente dall’isola di Namsis,
Assieme ai discepoli Albano, Urso, Tabra e Tabrata sarebbe giunto in Gallia per la via di Milano; ad Augusta (forse Aosta) Urso morì martire.
S. Teonesto con i rimanenti compagni si portò dal re Sisemund che a sua volta lo inviò dal vescovo Paolino, ma a Magonza anche Albano fu martirizzato. Entrato nel paese dei Goti il vescovo fu abbandonato in mare con gli altri due discepoli su una nave difettosa, dopo un lungo viaggio, oltrepassata Otranto, giunse nel Golfo di Venezia dove appena sbarcato fu ucciso dagli ariani insieme a Tabra e Tabrata il 30 ottobre del 380, presso Altino sul Sile, precisamente a Musestre.
Secondo la versione del l’XI sec., il santo vescovo viene nominato per la prima volta con il nome di Teonesto, il quale esce da Filippi, partecipa al Concilio di Cartagine del 670, come si vede circa tre secoli dopo, per il resto le notizie coincidono più o meno fra le due versioni. Teonesto è onorato a Magonza insieme ai due martiri Albano ed Urso e a Treviso insieme ai due martiri Tabra e Tabrata.
A Treviso divenne patrono della sede episcopale solo dopo il Mille; vengono menzionati per la prima volta nel calendario locale nel 1184. Sue reliquie sono conservate a Treviso e nella chiesa di s. Lorenzo a Venezia.
Il santo da solo o in compagnia viene effigiato e scolpito in vari posti del trevigiano a partire dal Duomo, ai Comuni di Marano Veneziano, Possagno, ecc. La sua festa è al 30 ottobre
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MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
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