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8º A N O
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Nuno de Santa Maria
(Nuno Álvares Pereira), Santo
São NUNO DE SANTA MARIA (Nuno Álvares Pereira), religioso que, depois de ter comandando a defesa do reino como Condestável, foi recebido entre os irmãos da Ordem dos Carmelitas, onde levou uma vida pobre e escondida em Cristo. Tinha uma admirável piedade para com a Santíssima Virgem Maria, sentia grande satisfação em desempenhar os ofícios mais humildes na casa de Deus e mostrou sempre grande compaixão e liberalidade para com os pobres. Morreu em Lisboa, Portugal, no Convento do Carmo por ele fundado, no domingo da Ressurreição. (1431)
A seguir, Texto do Livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. - Braga
NOTA: Este texto foi escrito antes da Canonização, que ocorreu em 26 de Abril de 2009, por Decreto de BENTO XVI (*)
Tão conhecida é a biografia do mais representativo herói da nossa galeria medieval que apenas dele se fará um breve resumo.
Melânio de Rennes, Santo
Em Rennes, na Bretanha Menor, hoje em França, São MELÂNIO bispo que foi ao encontro do Senhor no lugar chamado «Plácium» junto ao rio Vilaine, onde tinha construido com as suas mãos uma igreja e congregado monges para o serviço de Deus. (511)
Iltuto de Llanitude Fawor, Santo
Em Noblac, perto de Limoges, na Aquitânia, hoje em França, São LEONARDO eremita. (séc. VI)
A seguir, texto do livro SANTOS DE CADA DIA da Editorial A. O de Braga:
Em Jerusalém, os santos CALÍNICO, HIMÉRIO, TEODORO, ESTÊVÃO, outro TEODORO, JOÃO, outro JOÃO e ainda outro cujo nome se desconhece, mártires, que eram todos soldados em Gaza e, quando os Sarracenos ocuparam a cidade, foram presos pelos inimigos; mas, encorajados pelo bispo São SOFRÓNIO, confessaram a sua fé em Cristo e por isso foram degolados e alcançaram glorioso martírio. (638)
Severo de Barcelona, Santo
Em Barcelona, Espanha, São SEVERO que, segundo a tradição, recebeu a coroa do martírio. (séc. VII)
Protásio de Lausane, Santo
No território dos Helvécios, na Borgonha, hoje na Suiça, São PROTÁSIO venerado como bispo de Lausane. (séc. VII)
Vinoco de Therouanne, Santo
No território de Therouanne, na Austrásia, hoje em França, São VINOCO abade, que, natural da Bretanha, foi recebido por São BERTINO na comunidade de monges de Sithieu e depois construiu um mosteiro de Wormhoudt que dirigiu santamente como prior,. realizando muitos trabalhos com as próprias mãos. (716)
Estêvão de Apt, Santo
Em Apt, na Provença da Gália, hoje França, Santo ESTÊVÃO bispo insigne pela sua mansidão que foi duas vezes em peregrinação a Jerusalém e restaurou a igreja catedral. (1046)
Teobaldo de Le Dorat, Santo
Em Le Dorat, territorio de Limoges na Aquitânia, França, São TEOBALDO presbitero que sendo cónego regular, exerceu a função de ostiário da igreja e nunca saiu do cenóbio para assistir aos enfermos e providenciar as suas necessidades. (1070)
Cristina de Stolmeln, Beata
Em Colónia, na Lotaringia, Alemanha, a beata CRISTINA DE STOLMELN virgem que, em plena comunhão com a paixão de Cristo superou todas as tentações do mundo.- )1312)
Tomás de Santo Agostinho
(Tomás Ochia Jihyoe "Kintsuba"), Beato
Em Nishizaka, no Japão, o Beato TOMÁS DE SANTO AGOSTINHO (Tomás Ochia Jihyoe "Kintsuba") presbitero da Ordem de Santo Agostinho. (1637)
498 Mártires espanhóis, Beatos
Autore: Fabio Arduino
Note: Per maggiori informazioni consultare il sito dell'Ufficio della Cause dei Santi della Conferenza Episcopale Spagnola: www.conferenciaepiscopal.es/santos/default.htm
Beatriz de Olive, Santa
Il “Menologium cistertiense” di Anversa del 1630, riporta questa santa leggendaria al 6 novembre. Beatrice monaca cistercense di Olive (Morlanwelz, Belgio), prima molto devota alla Vergine, avrebbe tradito la sua vocazione religiosa, abbandonando il suo monastero.
Dopo un lungo peregrinare di quindici anni, ormai pentita, ritornò ad Olive, dove apprese in una visione miracolosa, che la stessa Madonna, l’aveva sostituita durante la lunga assenza, sostenendo in sua vece l’intera Comunità.
Di lei non si sa altro, né il periodo in cui visse; il monastero cistercense di Olive fu fondato nel 1233 mentre alcuni documenti storici come il ‘Menologium’ di Henriquez, attestano l’esistenza di un culto per santa Beatrice di Olive nel secolo XVII; con queste due date si può supporre che sia vissuta fra il XIII e XIV secolo.
Ancora oggi si venerano le sue reliquie nella chiesa parrocchiale di Morlanwelz in Belgio.
Bernardo de Apiano, Beato
Il Beato Bernardo de Apiano, visse nel convento della Mercede di San Martino in Perpignano (Francia). Famoso per la santità della vita, l'osservanza della regola, lo studio e le virtù raggiunse santamente in Cristo la patria celeste.
L'Ordine lo festeggia il 6 novembre.
Demétrio, Santo
San Severo, venerato in Spagna, a Barcellona, dove il suo culto è stato rintracciato, dagli storici, fino al Mille. Pare che fosse Vescovo e che sia morto Martire. Ma non sappiamo in quale epoca, né per mano di quali persecutori. Sappiamo soltanto che con lui suggellò la propria fede con il sangue un contadino di nome Emeterio.
Un po' meglio delineata è la figura di San Demetrio, oggi commemorato, e venerato soprattutto nell'isola di Cipro, dove fu Vescovo. Demetrio è nome greco di chiara origine pagana. Ripete infatti il nome di Demetra, la " madre terra " dei Greci. Ma anche questo nome venne battezzato con il sangue di molti Martiri, sparsi qua e là nei vari calendari. San Demetrio era nato nell'isola di Cipro, mitica patria di Venere, che infatti veniva detta anche Ciprigna. I genitori del futuro Santo, buoni cristiani ma preoccupati della sua umana felicità, lo fecero sposare a soli 15 anni, con una dolce bambina che morì poco dopo il matrimonio.
Allora Demetrio, ancora giovanissimo, si ritirò in un monastero. Con il passare degli anni, inasprì sempre di più la sua vita di quotidiana penitenza, facendosi eremita.
Aveva quarant'anni, e intorno a lui si era creata la fama di prodigioso guaritore di anime e di corpi, quando il Vescovo lo volle suo coadiutore, consacrandolo sacerdote.
Alla morte del Vescovo, Demetrio tornò al monastero, dove venne scelto per abate. Poi, alla morte del nuovo Vescovo, la cattedra di Cipro venne offerta a lui.
Si nascose in una grotta, nota soltanto a un amico. Bisognò frustare quell'amico, per sapere dove Demetrio si fosse celato.
Portato quasi a forza sulla cattedra episcopale, resse per 25 anni il pastorale, con straordinaria pietà e grande saggezza. Morì ottantenne, nel 915. E per quanto, come abbiamo detto, la sua figura non abbia mai raggiunto larga fama ed estesa venerazione, la sua memoria non venne meno nell'isola di Cipro, dove ben quattro località ripetono il nome dell'antico Vescovo santo.
Emanuele della Sacra Famiglia
(Manuel Sanz Domínguez), Beato
Monaco professo e Riformatore dell'Ordine di San Girolamo; nato a Sotodosos (Spagna) nel 1887 e ucciso, in odio alla Fede, a Paracuellos de Jarama (Spagna) tra il 6 e l'8 novembre 1936. Papa Benedetto XVI ha riconosciuto il suo martirio in data 20 dicembre 2012. E' stato beatificato sotto il pontificato di Papa Francesco in data 13 ottobre 2013.
Emiliano da Irlanda, Santo
Per sant'Emiliano, come per tanti altri santi, le testimonianze di un culto sono anteriori alle testimonianze sulla vita. A Faenza esisteva una ecclesia s. Emiliani già nel XII secolo. Un sinodo del 1321 ordina che in tutta la città e nei borghi se ne celebri la festa. Un calendario faentino della prima metà del XV secolo ci attesta che la sua festa era celebrata il 6 novembre e dal 1512 questo giorno diventa di precetto per tutta la città. Con la soppressione Napoleonica la chiesa fu chiusa al culto e le reliquie traslate in Cattedrale.
Tutte le fonti a nostra disposizione (cf. Bibliothca Sanctorum IV, cc.1184-1185) si soffermano soprattutto sul racconto del miracoloso rinvenimento del sepolcro del santo e dei diversi prodigi che sono avvenuti nel corso degli anni. Della sua vita si sa ben poco: Emiliano era un santo vescovo irlandese, il quale venne a Roma per venerarvi le tombe degli Apostoli, ammalandosi nel viaggio di ritorno e morendo a Faenza.
Unico elemento cronologico è quello della sua morte avvenuta prima della conquista di Faenza da parte dei longobardi di Liutprando (740), giacchè furono appunto le rovine causate dalla guerra che fecero perdere la memoria del sepolcro.
Il Lucchesi sostiene che nella zona del ravvenate la presenza di monaci irlandesi venuti per condurvi vita eremitica o per predicare il Vangelo ai popoli germanici o per semplice pellegrinaggio, è cosa nota. Unici elementi certi sulla vita di Emiliano sono la traslazione delle reliquie di un santo dall'esterno della città alla chiesa di San Clemente, ed una seconda a quella di Santa Maia del Conte, che da allora cominciò a chiamarsi anche s.Emiliano. questa seconda traslazione avvenne prima del 1139.
Circa i miracoli narrati nelle fonti, molti autori sono concordi nel ritenere che vi è un ripetersi di luoghi comuni (cf. Bibliotheca Sanctorum, ivi.)
La sua memoria si celebra il 6 novembre, ed è obbligatoria per la città di Faenza. .
Félix de Génova, Santo
La Chiesa genovese nutre una particolare venerazione per alcuni santi che sono stati suoi pastori nella fede: il più celebre è sicuramente il terzo vescovo, San Siro, con il cui nome è universalmente nota la cattedra episcopale della città, poiché il cui culto per motivi a noi ignoti si espanse oltre i confini liguri in altre zone dell’Italia settentrinale.
Oggi si festeggià invece il suo predecessore, San Felice, sulla cui vita sono state tramandate ben poche notizie certe dal punto di vista storico. Visse a cavallo tra il IV ed il V secolo ed fu ricordato in particolare per essere stato padre e maestro di San Siro.
Il suo culto è sempre stato riservato ad un ambito ristrettamente locale, tanto da non essere mai stato citato dal Martyrologium Romanum. L’Arcidiocesi di Genova ha inserito nel calendario liturgico la sua commemorazione in data 6 novembre, unitamente ai santi Valentino e Romolo, che furono rispettivamente il primo ed il quarto vescovo della città.
Le spoglie mortali dei tre santi pastori ricevettero sepoltura nella basilica genovese dei dodici Apostoli, dedicata in seguito a San Siro, ma alcune loro insigni reliquie sono custodite ancora oggi anche nella cattedrale cittadina.
Garcia Darlet, Beato
Grande penitente spagnolo dell'Ordine Mercedario, il Beato Garcia Darlet, offrì se stesso in sacrificio a Dio. Per tutta la sua vita diede testimonianza di un'ardente fede, finché, nel convento di Sant'Eulalia in Pamplona (Spagna), ornato di divine virtù lasciò questo mondo per gioire eternamente nella gloria del Signore.
L'Ordine lo festeggia il 6 novembre.
Mártires Espanhóis Vicenzianos de Gijón- P. Fortunato Velasco Tobar, P. Leôncio Pérez Nebreda, Fr. Luís Aguirre Bilbao,
P. António Carmaniu Mercader, P. Ireneo Rodríguez González, P. Gregório Cermeño Barceló, P. Vicente Vilumbrales Fuente, Fr. Narciso Pascual Pascual, P. Tomás Pallarés Ibánez, Fr. Salustiano González Crespo, P. Pelayo-José Granado Prieto, P. Andrés Avelino Gutiérrez Moral, P. Ricardo Atanes Castro, P. Amado García Sánchez, Beatos
P. FORTUNATO VELASCO TOBAR era nato a Tardajos (Burgos) il 1 giugno1906. Entrò nella Congregazione della Missione il 18 settembre 1923, pronunciando i voti propri dell'Istituto il 19 settembre 1925. Come tanti altri martiri della Congregazione della Missione ricevette gli ordini sacri dalle mani da un altro insigne martire della stessa persecuzione :Cruz Laplana y Laguna, Vescovo di Cuenca. Nella sua prima messa celebrata nella Basílica de la Milagrosa lo assistettero tre suoi fratelli: i PP. Esteban, Luis eMaximino Velasco Tobar, C. M. Fatti gli studi superiori a Londres, fu destinato al collegio apostolico di Teruel, capitale, e poi spostato a Alcorisa (Teruel) nel 1935. Del Servo di Dio è stato detto che nel suo aspetto esteriore appariva un riflesso della felicità che sentiva nel cuore, così come il fervore della sua carità e la delicatezza di coscienza, perchè viveva pienamente la sua vita di sacerdote e missionario.
P. LEONCIO PÉREZ NEBREDA, era nato il 18 marzo 1895 a Villarmentero (Burgos). Entrò nella Congregazione della Missione il 19 agosto 1911 , pronunciando i voti propri dell'Istituto il 1 gennaio 1914. Fu ordinato sacerdote il 10 agosto 1921. Come P. Velasco fu sempre professore del Collegio apostolico della Congregazione, prima a Teruel e poi, dal 1935, ad Alcorisa. Aveva una spiccata intelligenza, ma mai si vantò delle sue buone qualità umane: al contrario, seguendo la teologia cristocentrica del Santo Fondatore, seppe vedere Cristo nella persona di ogni uomo, guadagnandosi così la fama di sacerdote fervoroso e retto.
Fr. LUIS AGUIRRE BILBAO nacque a Munguía (Vizcaya) il 19 agosto 1914. Orfano da bambino, presto sentì la vocazione religiosa. A 17 anni lasciò Guernica (Vizcaya) dove lavorava come meccanico per entrare nel noviziato il 29 giugno 1931,emettendo i voti il 30giugno 1933.Fu destinato al collegio di Alcorisa. Tre anni dopo si meritò la grazia del martirio, congiungendo la fama di santità a quella di innocenza. Qualche mese prima aveva manifestato per iscritto la sua conformità alla volontà di Dio e la sua ferma volontà di dimostrare la fede fino alla offerta della vita.Negli ultimi giorni il Servo di Dio ed il fr. Felipe Barbero, suo compagno di comunità, si scambiarono reciprocamente la raccomandazione delle loro anime.
Fu il prino a donare la vita per Cristo. Il 29 luglio 1936, alle 7 di sera, si riunì la comunità nel Coro per prepararsi a morire. P. Emilio Conde confessò i tre Servi di Dio. Uscirono tutti cercando rifugio, tranne P. Fortunato, che era l'economo, e P. Luis, che rimasero in Casa pensando che potevano essere utili al bene spirituale del popolo. Lo stesso giorno i marxisti assaltarono la Casa, e la presero senza violenza. Presero i due, li separarono e proprio sulla porta si consumò il martirio di Aguirre, che morì gridando: "Viva Cristo Re". Stava per compiere 22 anni.
Intanto P. Fortunato fu portato in carcere con due sacerdoti e altri strappati alle loro comunità religiose. In quella prima notte di prigionia si confessarono tutti e si prepararono alla morte imminente. Li lasciarono invece liberi, ma il Servo di Dio fu arrestato di nuovo il 22 agosto: fu fucilato il 24 agosto 1936. Morì perdonando quelli che lo uccidevano.
P. Leoncio si era diretto verso Saragoza, cercando rifugio. Passò di villaggio in villaggio, ormai stremato. In un villaggio potè dir messa e tornare a ricevere l'assoluzione sacramentale: a Oliete (Teruel) lo riconobbero come religioso e un contandino, fingendo di aiutarlo, lo fece salire su un carretto e lo condusse in cima ad un burrone, a tre chilometri da Oliete, e lì lo uccise a colpi di uno strumento di lavoro dei campi, gettando il corpo dal precipizio. Era il 2 agosto 1936: il giorno seguente l'assassino cominciò a vantarsi raccontando pubblicamente il fatto brutale, con tutti i particolari. Si vantava dicendo che aveva abbattuto un grosso uccello.
P. ANTONIO CARMANIU MERCADER nacque e Rialp (Lérida) il 17 Aprile 1860. Nel 1872 entrò nel seminario diocesano di Seo de Urgel (Lérida) dove fece gli studi ecclesiastici fino al Febbraio 1879 quando passò al Noviziato della Congregazione della Missione, emettendo i voti propri dell'Istituto il 23 Febbraio 1881. Ordinato sacerdote nel 1881 fu destinato a Palma de Mallorca, rivelandosi un grande predicatore nelle Missioni popolari. Ebbe varie destinazioni a Figueras (Gerona), Bellpuig (Lérida) e Barcelona e Rialp, suo paese natale. Eretta la Provincia Canonica a Barcellona, il Servo di Dio vi fu incorporato. Nel 1936 faceva parte della Comunità della Casa Provinciale di Barcellona C/ Provenza 212. Come tutta la Comunità, fu costretto a fuggire di nascosto il 19 luglio 1936, rifugiandosi in varie case di conoscenti. Sentendosi più sicuro nel suo paese, passò a Rialp, col permesso del Superiore P. Ramis. Tuttavia fu perseguitato anche lì, per cui partì per la Francia, pensando di trovare rifugio in qualche Casa della Congregazione: ma fu scoperto e, sopo un periodo di carcerazione, fu martirizzato a causa della sua condizione di sacerdote e missionario il 17 agosto 1937, nel territorio municipale di Llavorsi, diocesi di Urgel, gridando "Viva Cristo Re !". Il Suo cadavere era perforato da 16 colpi di proiettile.
Sei sacerdoti e due fratelli coadiutori formavano la Comunità di Guadalajara. Nella primavera del 1936, furono trasferiti a Murguía (Álava), per metterli in salvo, gli aspiranti e parte dei professori: rimasero nella Casa solo i PP. Ireneo Rodríguez González, Gregorio Cermeño Barceló, Vicente Vilumbrales Fuente e Fr.Narciso Pascual Pascual. I quattro subirono il martirio il 6 dicembre 1936.
P. IRENEO RODRÍGUEZ GONZÁLEZ nacque a Los Balbases (Burgos) il 10 febbraio 1879. Il 2 giugno 1895 fu ammesso nella Congregazione della Missione, ed emise i voti propri dell'Istituto il 3 giugno 1897. Fu ordinato sacerdote il 1 novembre 1903 e immediatamente destinato nelle Filippine, dove eserciterà il suoi ministeri sacerdotali e missionari fino al 1923. Dal 1923 al 1927 ebbe la sua destinazione nella Casa Provinciale di Madrid e dal 1927 al 1931 a Cuba. Nel dicembre 1931 fu destinato al Collegio apostolico di Sigüenza (Guadalajara) dove troverà il martirio. Il tratto saliente della sua personalità era il suo spirito di fede e una simpatia ben orientata nei suoi ministeri. Amabile e condiscendente con tutti, la sua conversazione era sempre amena e gradevole. Buono di carattere, non ebbe mai risentimento con alcuno, ma anzi era sempre disponibile al servizio e per questo era da tutti benvoluto.
P. GREGORIO CERMEÑO BARCELÓ nacque a Saragoza il 9 maggio 1874. Entrò nella Congregazione della Missione il 27 aprile 1892, ed emise i voti propri dell'Istituto il 28 aprile 1894. Ordinato sacerdote l'8 settembre 1899 passò due anni, da professore, nel seminario di Porto-Alegre in Brasile ed ebbe diverse destinazioni in Spagna: l'ultima fu al Collegio apostolico di Guadalajara, nel 1929.
P. VICENTE VILUMBRALES FUENTE nacque a Reinoso de Bureba (Burgos) il 5 aprile 1909. Entrò nella Congregazione della Missione il 14 settembre 1926 ed emise i voti propri dell'Istituto il 27 settembre 1928. Fu ordinato sacerdote il 9 settembre 1934. Dopo un periodo per completare gli studi a Londres e una breve permanenza nella casa Provinciale di Madrid, fu inviato provvisoriamente al Collegio Apostolico di Guadalajara nel febbraio 1936. Lì lo colse la gloriosa morte coi suoi compagni di comunità.
Fr. NARCISO PASCUAL PASCUAL navque a Sarreaus (Orense) l'11 agosto 1917. Entrò nella Congregazione il 26 novembre 1933 e emise i voti propri dell'Istituto, come fratello coadiutore, il 27 novembre 1935 e fu destinato al Seminario di San Pablo de Cuenca. La persecuzione religiosa si manifestò con crudezza a Cuenca il 1 maggio 1936. Espulsa da Cuenca la Comunità dei Vincenziani per ordine governativoe con grandi minacce, il Fr. Pascual si rifugiò per un po' di tempo nel Palazzo Vescovile, per poi andare nella Casa Centrale di Madrid. Fu inviato dai superiori al Collegio apostolico intanto fondato a Guadalajara, dove morì per mano dei nemici della fede, insieme con tre compagni di Comunità, all'età di 19 anni.
Dal rifugio del palazzo Vescovile di Cuenca scrisse ai genitori una lunga e profonda lettera, dove tra l'altro dice: "Io non ho paura di niente di quello che si dice. Sono disposto a tutto, perchè se moriamo, moriamo per la fede in Cristo e professando Cristo, e per la nostra Patria, in difesa del suo santo ideale, e così ci salveremo".
La domenica 26 luglio 1936 i PP. Ireneo Rodríguez González, Gregorio Cermeño Barceló, Vicente Vilumbrales Fuente e Fr. Narciso Pascual Pascual furono incarcerati nella Prigione Centrale di Guadalajara. Tennero un comportamento esemplare tra le più grandi privazioni e vessazioni, insieme con altri sacerdoti e religiosi. Li uccisero tutti nello stesso carcere, nel modo più crudele, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 1936.
Come in molte altre diocesi, il Vescovo di Oviedo aveva affidato alla Congregazione della Missione l'organizzazione e la direzione spirituale del Seminario. Per questo si costituì all'inizio del sec. XX una comunità stabile che nel 1934 risultava composta da 5 sacerdoti ed un fratello codiutore. Tutti furono arrestati durante la persecuzione religiosa che nelle Asturie ebbe la sua massima intensità nell'ottobre 1934: diedero la loro vita per la fede i PP. TOMÁS PALLARÉS IBÁÑEZ E VICENTE PASTOR VICENTE e FR. SALUSTIANO GONZÁLEZ CRESPO, oltre due professori, sacerdoti secolari e sei seminaristi.
P. TOMÁS PALLARÉS IBÁÑEZ nacque a Iglesuela del Cid (Teruel) il 6 marzo 1890, entrò in Congregazione l'8 settembre 1906, pronunciò i voti 9 settembre 1908 e fu ordinato sacerdote a Madrid il 29 agosto 1915. Già nella sua prima destinazione, nelle Canarie, si distinse per per il suo talento, il suo preciso linguaggio dottrinale, la sua grande mortificazione e umiltà. Destinato alla Casa Provinciale, dal 1927 al 1930 visse un intenso tempo di apostolato. Stava per compiere i 40 anni, quando cominciò ad esercitare il suo ministero nel Seminario Diocesano di Oviedo. All'inzio ebbe l'incarico di mayordomo (amministratore) del Seminario e successivamente di direttore spirituale. Nell'ottobre del 1934 era Vice-Rettore, ed era considerato dai sacerdoti che lì si formarono come un vero padre.
Fr. SALUSTIANO GONZÁLEZ CRESPO nacque il 1 maggio1871 a Tapia de la Ribera (León), entrò in Congregazione il 28 ottobre 1894, pronunciò i voti il 29 ottobre 1896. Dal 1900 al 1928 fu destinato alle Canarie. Dopo un periodo nella Casa-Teologado di Cuenxa, in 1930 fu destinato al Seminario Diocesano di Oviedo, disimpegnando i compiti di cuoco e portiere, modello ed esempio di vita soprannaturale, semplicità e abnegazione per tutti i seminaristi che lo conobbero.
Gli altri quattro Servi di Dio della diocesi di Oviedo furono martirizzati nel 1936 e appartenevano alla comunità di Gijón (Asturias). Questi sono i loro nomi: P. PELAYO-JOSÉ GRANADO PRIETO, P. ANDRÉS AVELINO GUTIÉRREZ MORAL, P. RICARDO ATANES CASTRO E P. AMADO GARCÍA SÁNCHEZ.
P. PELAYO-JOSÉ GRANADO PRIETO nacque a Santa María de los Llanos (Cuenca) il 30 luglio 1895, entrò in Congregazione l'8 settembre 1914, pronunciò i voti il 9 settembre 1916 e fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1923. Il suo principale ministero fu la predicazione nelle missioni al popolo, che, nei suoi appunti personali, definì come " un'ambasciata che Dio invia attraverso i suoi ministri per trattare dell'unico affare che è la salvezza dell'anima". Fu destinato in diverse zone dell'Andalusia e a Badajoz fino al 1935, quando fu destinato alla casa di Gijón (Asturias) dove incontrerà il martirio il 27 agosto 1936.
Il martirio di P. Granado è marcato dall'obbedienza. Pauroso di natura, anche perchè aveva il ricordo incancellabile della precedente rivoluzione asturiana (1934) che lo aveva molto impressionato, P. Granado ripeteva spesso: "Ho paura di Gijón". Ciò nonostante non si rifiutò all'obbedienza e accettò la destinazione in Asturias. Uno dei suoi ministeri importanti era la predicazione, tanto nelle missioni popolari che nelle feste liturgiche straordinarie. La Comunità si era impegnata con il Parroco di un paese vicino chiamato La Corrada a predicare il sermone della festa della Vergine del Carmelo, che si celebrava la domenica successiva al 14 luglio, vale a dire il 19 luglio del 1936. Di fronte agli avvenimenti della vigilia, P. Pelayo non nasconde il suo timore, ma ritenendo di dover adempiere al dovere di La Corrada, celebra il sermone e assiste alla processione con una grande folla devota, ma anche con i persecutori della chiesa che minacciano: "Quello che si va a cercare, quello si trova..". Dopo essersi rifugiato per un certo tempo con sacerdoti della zona, senza tralasciare di amministrare i sacramenti a quelli nascosti, fu scoperto e, dopo vari giorni di sofferenze fisiche e morali, lo uccisero nel villaggio vicino, Soto del Barco, buttando il suo corpo a pezzi nel fiume Nalón.
P. ANDRÉS AVELINO GUTIÉRREZ MORAL nacque a Salazar de Amaya (Burgos) il 12 novembre 1886, entrò in Congregazione il 3 luglio 1903, pronunciò i voti il 4 luglio 1905 e fu ordinato sacerdote a Limpias nell'ottobre del 1911.
Sia a Limpias che a Tardajos, a Orense e a Gijón, si distinse per la sua predicazione zelante e ardente nelle missioni popolari, la sua resistenza alle avversità e alle difficoltà del periodo, la sua solida dottrina e la sua grande simpatia verso bambini e anziani. Stava a Gijón dal 1933: aveva dunque vissuto la persecuzione del 1934.
Andarono a prendere P. Avelino nella sua residenza il 25 luglio 1936: egli non nascose il suo nome, nè la sua condizione di sacerdote vincenziano,
Il 3 agosto fu portato con un camion a un villaggio chiamato Sariego, presso Villaviciosa, e da lì lo fecero salire, attraverso cespugli e già molto affaticato, sopra un monte, dove gli spararono varie volte, lasciandolo mezzo morto. Accorsero alcune paesani ad aiutarlo, ma spirò verso le 5 del pomeriggio, dopo un'estenuante agonia. Il parroco del villaggio raccolse per quanto fu possibile le testimonianze dei paesani e così si è potuto documentare perfettamente questi fatti.
P. RICARDO ATANES CASTRO nacque a Cualedro (Orense) il5 maggio 1875, entrò in Congregazione l' 11 maggio 1891, pronunciò i voti il 3 agosto 1893 e fu ordinato sacerdote il 27 maggio 1899.
La sua prima destinazione fu il Messico, dove passò 14 anni alternando l'insegnamento nel Seminario diocesano alla predicazione del vangelo agli indios mayas.
Nel 1914 fu destinato agli Stati Uniti, ritornò in Spagna nel 1924 destinato a Orense e nel 1935 fu inviato alla casa di Gijón (Asturias), da dove andrà incontro al martirio il 14 agosto 1936. Si conserva un suo scritto giovanile a un formatore del seminario, dove racconta il suo lavoro missionario nel Messico e gli parla con allegria della possibilità di morire martire. Si capisce che il formatore gli aveva parlato della relazione tra martirio e attività missionaria, ed il discepolo ora gli raccontava la sua esperienza.
P. Atanes fu portato prigioniero nel carcere improvvisato per religiosi nel Collegio dei Gesuiti di Gijón. Lo inserirono nell'assassinio di massa del 14 agosto, insieme a sette sacerdoti secolari, quattro cappuccini (tre dei quali sacerdoti) e tre gesuiti. La cosa fu preparata come una specie di spettacolo pubblico: furono condotti in pieno giorno su un camion scoperto per le strade di Gijón, esposti alle grida della folla contro i sacerdoti e contro la Chiesa. Li uccisero nello stesso cimitero.
P. AMADO GARCÍA SÁNCHEZ nacque a Moscardón (Teruel) il 29 aprile 1903, entrò in Congregazione il 10 settembre 1917, pronunciò i voti il 30 aprile 1921, avendo compiuto i 18 anni, e fu ordinato sacerdote il 2 maggio 1926, avendone compiuti 23.
Sue prime destinazioni furono Ávila e Granada, sempre impegnato nel ministero delle missioni popolari, particolarmente nei paesi poveri. Nel febbraio del 1929 fu inviato a fondare la casa di Gijón (Asturias) e nel 1935 ne fu nominato Superiore. A Gijón, oltre che delle missioni, si occupava della cappellania delle Figlie della Carità e della direzione spirituale dei vari gruppi delle Figlie di Maria. Queste giovani del Patronato furono quelle che visitarono P. Amado in prigione e ne riconobbero poi il cadavere all'obitorio.
Dopo che fu preso P. Avelino Gutiérrez, si ritrovarono soli nella casa il Superiore, P. Amado García Sánchez, e il Fr. Paulino Jiménez, che era molto anziano. Il 15 agosto P. Amado andò a celebrare la messa in un collegio delle Figlie della Carità di Gijón: qualcuno lo vide e lo denunciò, ma riuscì a salvarsi dalla registrazione.
Le Figlie di Maria gli misero a disposizione le loro case, e restò nascosto qualche giorno. Aveva però lasciato solo nella residenza Fr. Paulino Jiménez e, come Superiore, volle riunirsi a lui. Li presero nei giorni 18 e 19 ottobre, portandoli prigionieri alla Chiesa dei Gesuiti, insieme a molti sacerdoti e religiosi. Nei pochi giorni di prigionia confessò molti e confortò coloro che andavano al martirio. Il 24 ottobre, vigilia di Cristo Re, di pomeriggio, venne il turno di P. Amado García: diede l'arrivederci in cielo a Fr. Paulino, che non fu ucciso perchè anziano, e andò in gruppo ad essere fucilato nel cimitero di Ceares de Gijón. Delle giovani Figlie di Maria trovarono il cadavere di P. Amado e riuscirono a portar via un asciugamano che aveva al collo, impregnato del suo sangue.Questo asciugamano si conserva nel museo dei martiri di Madrid, anche se ne mancano alcuni pezzi che quelle ragazze si divisero, come preziose reliquie.
Tornata la pace, si è potuto riconoscere il cadavere e seppellirlo con la dovuta dignità in una nicchia dei PP. Vincenziani di Gijón.
Autore: Suor Josefina Salvo FdC
Pietro Amelio, Beato
Religioso del convento di Santa Maria in Narbona (Francia), il Beato Pietro Amelio, fu valoroso soldato di Cristo. Combatté ovunque per la propagazione della fede cattolica e per allontanare i nemici del Signore finché celebre per la santità e la dottrina si addormentò in pace.
L'Ordine lo festeggia il 6 novembre.
Valentino de Génova, Beato
La sede episcopale di Genova è universalmente nota come “Cattedra di San Siro”, dal nome del terzo vescovo del capoluogo ligure, il cui culto ha superato per motivi a noi ignoti quello di altri pastori di tale città, espandendosi anche in altre zone dell’Italia settentrinale.
Il protovescovo di Genova fu invece un certo San Valentino, da non confondere assolutamente con l’omonimo patrono degli innamorati festeggiato al 14 febbraio, o comunque egli è il primo di cui sia stato tramandato il nome. Assai poche sono le notizie certe sul suo conto dal punto di vista storico. Visse nel IV secolo e svolse il suo ufficio pastorale con rara prudenza e grande carità, specialmente in favore degli orfani e delle vedove.
Il suo culto è sempre stato riservato ad un ambito ristrettamente locale, tanto da non essere mai stato citato dal Martyrologium Romanum. L’Arcidiocesi di Genova ha inserito nel calendario liturgico la sua commemorazione in data 6 novembre, unitamente ai santi Felice e Romolo, che furono rispettivamente il secondo ed il quarto vescovo della città.
Le spoglie mortali dei tre santi pastori ricevettero sepoltura nella basilica genovese dei dodici Apostoli, dedicata in seguito a San Siro, ma alcune loro insigni reliquie sono custodite ancora oggi anche nella cattedrale cittadina.
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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
UM BOM resto do ANO DE 2016
Nº 2930- (311 - 2016)
6 de NOVEMBRO de 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA PARA SEMPRE
NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
E SUA MÃE MARIA SANTÍSSIMA
NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
E SUA MÃE MARIA SANTÍSSIMA
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Comemorar e lembrar
os Santos de cada dia,
é dever de todo o Católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
os Santos de cada dia,
é dever de todo o Católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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Nuno de Santa Maria
(Nuno Álvares Pereira), Santo
São NUNO DE SANTA MARIA (Nuno Álvares Pereira), religioso que, depois de ter comandando a defesa do reino como Condestável, foi recebido entre os irmãos da Ordem dos Carmelitas, onde levou uma vida pobre e escondida em Cristo. Tinha uma admirável piedade para com a Santíssima Virgem Maria, sentia grande satisfação em desempenhar os ofícios mais humildes na casa de Deus e mostrou sempre grande compaixão e liberalidade para com os pobres. Morreu em Lisboa, Portugal, no Convento do Carmo por ele fundado, no domingo da Ressurreição. (1431)
A seguir, Texto do Livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. - Braga
NOTA: Este texto foi escrito antes da Canonização, que ocorreu em 26 de Abril de 2009, por Decreto de BENTO XVI (*)
Tão conhecida é a biografia do mais representativo herói da nossa galeria medieval que apenas dele se fará um breve resumo.
Nasce em 24 de Junho de 1360 (...há 656 anos...), em Cernache do Bonjardim - filho de Dom Álvaro Gonçalves Pereira (Prior do Hospital) e de Íria Gonçalves do Carvalhal, criada da corte. O Rei Dom Pedro I legitima-o no ano seguinte, a 24 de Julho. Entra no séquito do Rei Dom Fernando em 1373 - aos treze anos portanto - levado por seu pai. Logo se distingue num reconhecimento militar, quando o exército castelhano marcha sobre Lisboa. E é armado cavaleiro. Em 1376, a 15 de Agosto, por obediência às instâncias paternas e embora contrariado - pois o exalta já o sonho de imitar o exemplo de Galaaz e fazer voto de castidade - casa com Dona Leonor de Alvim, rica dama de Entre-Douro-e-Minho, já viúva de Vasco Gonçalves de Barroso. Têm, uma filha: Dona Beatriz. Em 1383, ante a crise provocada pela morte de Dom Fernando e pelo facto de a única filha do Monarca ser casada com o Rei de Castela, que ameaça a Independência Nacional , entra em intensa actividade política e exorta Dom João, Mestre de Avis, a tomar a chefia da revolta contra os Castelhanos. De momento, hesita o Mestre e NUNO ÁLVARES PEREIRA, desanimado, retira-se para Santarém - onde se dá o estranho encontro, em fins de Novembro, com o alfageme a quem confia a sua espada para afiar e restaurar. e que declara não lhe aceitar qualquer pagamento senão quando o vir elevado a Conde de Ourém. É o título usado por Andeiro, favorito da Rainha Dona Leonor Teles - que, pouco tempo adiante, a 6 de Dezembro, cai ferido de morte, em Lisboa pelo Mestre de Avis.
Eleito Regedor e Defensor do Reino, logo a 15 de Dezembro Dom João chama NUNO ÁLVARES PEREIRA para o Conselho do Governo.
A 6 de Abril de 1384, depois de rápidas operações no Alentejo, obtém o seu primeiro êxito de vulto, nos Atoleiros, graças à "táctica do Quadrado", aprendida dos Ingleses que, na batalha de Crécy (1346), com ela destroçaram a cavalaria do Rei de França, Filipe VI. E, a 1 de Julho, o Mestre de Avis nomeia-o Conde de Ourém e transfere para a sua posse os bens do Andeiro. O alfageme profeta tinha razão!
E chega o ano decisivo de 1385. Na mesma data de 6 de Abril, doze meses volvidos sobre a jornada dos Atoleiros, é aclamado Rei Dom JOÃO I nas Cortes de Coimbra, em que sobressai o «grão-doutor» João das Regras. Entre Abril e Junho, NUNO ÁLVARES PEREIRA - nomeado Condestável a 7 de Abril, pelo Monarca - conquista a Província do Minho em acções militares fulminantes. E a 14 de Agosto, fere-se a batalha de Aljubarrota, em que de novo o "quadrado" português desbarata a soberba cavalaria de Castela e se consolidou a nossa independência. NUNO ÁLVARES tem parte primordial no triunfo e a sua aura cresce mais ainda quando, em Outubro, ganha memorável vitória em Valverde.
No ano seguinte, depois da romagem de agradecimento a Santa Maria do Meio, na Sertã, reúne-se o Condestável a Dom João I para uma conferência com o Duque de Lencastre. Assenta-se no casamento da filha do Duque, Dona Filipa, com o nosso Rei - que se efectua a 2 de Fevereiro de 1387.
Em Outubro de 1388 - já então tinha falecido Dona Leonor de Alvim, e NUNO ÁLVARES deixou a filha entregue aos cuidados da avó - inicia, em Aljubarrota, a construção da Capela de São Jorge; em Julho de 1389, lança ombros a edifício de maior vulto: o Convento do Carmo, em Lisboa, sobranceiro ao Rossio.
As hostilidades contra os castelhanos prosseguem e o Condestável dá testemunhos constantes da agudeza do seu génio militar e da rijeza do seu braço.
Mas ajustam-se tréguas. E adivinha-se que no seu espírito despontam outras perspectivas e outras aspirações. Em 1393, reparte as terras que lhe foram doadas com os companheiros de armas. Em 1387, instala no Convento do Carmo, de Lisboa, os frades da Ordem do Carmo - com os quais estabeleceu relações de especial afecto no Convento de Moura; onde se recolheu o seu antigo meirinho João Gonçalves e cujo vigário-geral, Frei Alfonso de Alfama, especialmente considera. Em 1401, ajusta-se o casamento de sua filha Dona Beatriz com o bastardo régio Dom Afonso, Conde de Barcelos, legitimado por D. João I. Treze anos mais tarde, em 1414, morre a Condessa de Barcelos e o pai inconsolável, forma desde então o projecto de se recolher à clausura monástica. Ainda o solicitam, em 1415, para a expedição a Ceuta, que sinceramente aprova, e mais uma vez se ilustra como combatente - deixa assim ligado o seu nome ao primeiro passo que demos nos largos rumos da Expansão.
Até que, em 1422, partilha entre os netos os seus títulos e domínios: Ourém, que cedeu ao genro, para o mais velho; Arraiolos e o seu condado para o outro neto D. Fernando e para a mais nova Dona Isabel, já casada então com o Infante Dom João, o Castelo de Loulé e diversas terras.
Despojado dos bens materiais, já pode agora voltar-se para a busca de outra espécie de bens, os espirituais, que a sua grande alma ambiciona. E professa no Carmo, em 1423, a 15 de Agosto. Sempre o Dia de NOSSA SENHORA DA ASSUNÇÃO a presidir-lhe nos momentos culminantes da vida; desde o casamento, quarenta e sete anos antes, em 1385; e agora, ao definitivo ingresso no Mosteiro que vai ser a coroação de um dos mais extraordinários destinos que na História se conhecem!
Ei-lo perante nós, aquele que mais nos interessa: o asceta despegado de todas as ambições terrenas, de todas as humanas frivolidades, entregue por completo ao único fito de adorar e servir a Deus: o herói de outra batalha que, depois de se ter mostrado invencível nas lutas do mundo, abandona títulos, honras e riquezas - para ser apenas, humilde e feliz, FREI NUNO DE SANTA MARIA.
A sua existência é inteiramente percorrida por uma linha soberana, em que se descobrem três ideais distintos e um Ideal verdadeiro. Primeiro, a sedução generosa da Cavalaria - a fase em que só se deseja imitar Galaaz e ser paladino de todas as causas nobres; depois, a adesão apaixonada à defesa da independência nacional - a fase em que trava mil combates, manifesta total desprendimento pela vida e uma confiança como que sobrenatural na vitória, e desdenha os perigos, afronta exércitos com a maior indiferença pela desproporção numérica entre os seus e os adversários. Por fim, a anulação absoluta na vida religiosa - a fase em que, afastadas as ameaças, consolidado o Portugal independente, se retira para as sombras do claustro e unicamente aspira a engrandecer a sua alma com os mais edificantes actos de devoção e caridade. No fundo, o que sempre lhe comanda o destino é uma razão transcendente. Bem, o provam: a alta espiritualidade da sua conduta na juventude - quando procura esquivar-se ao casamento, decidido a cumprir como lendário Cavaleiro da Távola Redonda, um claro voto de pureza; mais tarde, nas horas guerreiras, os seus alheamentos místicos - como o daquele dramático lance de Valverde em que se isola numa oração ardente enquanto, à volta, tudo parece perdido, e afinal se levanta transfigurado para arrastar os companheiros ao assalto e ao triunfo; e, nos últimos anos, a naturalidade e a sinceridade insuperáveis com que se integra na sua missão de monge de Cristo, a prodigalizar actos de piedade e benemerência, agravar no coração do povo a imagem prodigiosa do Santo Condestável, maior ainda que a do libertador do território e vencedor dos Castelhanos!
Três ideais distintos, um Ideal verdadeiro: no fundo, NUNO ÁLVARES PEREIRA traz em si, desde o princípio, a vocação do serviço de Deus - para além de quaisquer outros senhores. E no serviço de Deus se extingue, abraçado ao Crucifixo, na pequena cela do Carmo, acompanhado até à última pelo Rei e pelos Infantes, chorado pelos mil desamparados que protegeu e acarinhou, no primeiro dia de Abril de 1431.
Quis ser enterrado na Capela-Mor do Convento, em sepultura rasa - onde descansa, após as solenes exéquias ordenadas pelo Soberano. O Infante Dom Duarte, seu amigo dilecto, manda pôr uma lâmpada de prata sobre o túmulo, cuja chama arde, permanentemente, a consagrar-lhe a memória. Mais tarde, a Rainha Dona Joana, descendente de Nuno Álvares, filha dos Reis Católicos e mulher de Filipe, o Formoso, Arquiduque de Áustria, fá-lo trasladar para um rico mausoléu de mármore, com a sua figura esculpida num dos extremos em hábito de carmelita e noutro extremo sob o aspecto de Cavaleiro, provido de armas de guerra - mausoléu que o terramoto de 1755 destruirá. Quando os ossos do antigo Condestável vão para o lugar onde se acham actualmente, o Rei Dom José ordena que nova lâmpada ali seja colocada, também com fogo perpétuo.
Toda a Nação o considera Santo e se empenha em ver o seu culto autorizado pela Santa Sé. Daí, a súplica dirigida pelos Três Estados, nas Cortes de 1641, a Urbano VIII, para que proceda à beatificação de FREI NUNO DE SANTA MARIA - iinstância renovada pelas Cortes de 1674 a Clemente X.
Correm os séculos. E a 15 de Janeiro de 1918, a Sagrada Congregação dos Ritos, em sessão plenária, aprova e reconhece o culto do Santo Condestável, que o Papa Bento XV confirma, no decreto de 23 de Janeiro do mesmo ano.
Assim eleva a Igreja aos altares o mais perfeito expoente de Heroísmo e de Fé da Idade Média em Portugal.
NOTA: Este texto foi escrito antes da Canonização, que ocorreu em 26 de Abril de 2009, por Decreto de BENTO XVI (*)
Inácio Delgado y Cébrian, Francisco de Capillas, Domingos Hénarez, Gregório Lo, Francisco Chien, Tomás Toan, Tomás De, José Marchand, Pedro Dumonlin-Borie, Pedro Koa, Vicente Diom, e Afonso de Navarrete e muitos Companheiros, Santos
A seguir, Texto do Livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. - Braga
A evangelização da Indochina, tentada no século XVI por alguns franciscanos, começou por 1615 com missionários jesuítas. Houve perseguições, mas cerca de 1635, falava-se de 300 000 cristãos. De 1790, aproximadamente, até aos vinte primeiros anos do século XIX, o Cristianismo fez grandes progressos, mas houve, de 1820 a 1841, um perseguição violenta: o imperador de Anam, Minh-Mang, procurou abafar a fé. Encontrou primeiro contra si o governador da Cochinchina, bem disposto quanto aos cristãos; mas, depois da morte deste, em 1832, Minh-Mang deu largas à violência. Todos os novos missionários foram expulsos; os cristãos receberam ordem de renegar publicamente a sua religião pisando o Crucifixo; as igrejas deviam ser destruídas e o ensino suprimido. Em 1836, as portas foram fechadas aos Europeus e a caça aos Padres foi decretada. Vários deles pereceram, assim como bispos.
No ano santo do jubileu (1900), o papa Leão XIII beatificou 77 mártires, entre os quais sobressaíam Dom INÁCIO DELGADO Y CÉBRIAN (1761-1838), vigário apostólico de Tonquim Oriental e Dom DOMINGOS HENÁREZ (1765-1838), seu coadjutor, ambos dominicanos espanhóis que trabalhavam nesta missão havia uns cinquenta anos. Com efeito, os dominicanos seguiram os jesuítas na China no princípio do século XVII: é a eles que toca a honra de terem formado o primeiro padre e bispo autóctone chinês. Dom GREGÓRIO LO (1616-1691) e o primeiro mártir da China que foi beatificado, o Beato FRANCISCO DE CAPILLAS (1608-1648). Tendo a perseguição recomeçado em 1838, os dois bispos esconderam-se mas o Beato INÁCIO depressa foi preso e levado para Nam-Dinh, numa jaula de bambu.
Tinha sido colocado na estrada, fora da cidade, um crucifixo para os portadores passarem por cima com o preso, mas, a pedido de INÁCIO, foi deslocado o objecto sagrado. Em seguida, foi reposto porém onde estava: os fiéis, se queriam seguir o bispo, tinham de passar-lhe por cima. O Beato foi condenado à decapitação; mas, sendo septuagenário e doente, morreu a 21 de Julho, antes que se executasse a sentença, devido à disenteria, estando exposto ao sol e ao pó numa jaula demasiado pequena, que não lhe permitia estar direito. Era bispo titular de Milopótamos, na Creta central; sucedeu-lhe no título, dois anos depois, NICOLAU WESTMINSTER na Inglaterra, que escolheu a sé cretense «para gozar do patrocínio e dos exemplos de tão bom pastor».
O Beato DOMINGOS HÉNAREZ, bispo titular de Fessa (Numídia) desde 1800, e o seu catequista anamita, o Beato FRANCISCO CHIEN forma também presos numa jaula; decapitaram-nos a 25 de Junho. outro catequista, o Beato TOMÁS TOAN cedeu na tortura, mas arrependeu-se e subiu até Deus morrendo de sede e de fome, na prisão, em Junho de 1840.
O alfaiate, Beato TOMÁS DE, dizia à mulher que o viera visitar: «Vai dar de comer aos nossos filhos. Eu não voltarei. Tenho apenas um desejo, morrer pela fé. Ofereci-te a Deus com os nossos filhos». Ao mesmo tempo que estes mártires pertencentes à Ordem Dominicana (foram 26), Leão XIII beatificou um Lazarista, um Franciscano e 49 membros da Sociedade das Missões Estrangeiras de Paris, como o beato JOSÉ MARCHAND (cf. 30 de Novembro), morto em 1835, que fora capturado em Saigão. Executaram-no arrancando-lhe a carne do corpo com tenazes ao rubro.
Um membro da mesma Sociedade, o Beato PEDRO DUMONLIN-BORIE, foi ordenado sacerdote dezasseis meses antes da idade canónica. Uma semana depois, em Dezembro de 1830 foi enviado à missão de Tonquim. Consagrou alguns meses ao estudo intensivo da língua do país, bem difícil, porque esses dialectos têm nada menos que seis tons de pronúncias diferentes, assumindo assim cada palavra sentidos que variam. Depois trabalhou frutuosamente nas províncias de Nghe An e de Bo Chinh. Para continuar o seu apostolado, não obstante a perseguição, via-se obrigado a mudar frequentemente de residência; viaja de noite por pistas e caminhos transversais, contra chuvas e ventos, muitas vezes encharcado na lama ou com água até ao peito. O apóstolo ia procurar as ovelhas perdidas e salvá-las desse lobo que é o demónio. Mas a sua estatura fazia que facilmente o reconhecessem; era muito alto: bem seria preciso que o diminuíssem, escrevia ele bem disposto. Por último teve de esconder-se mas foi traído e, em Julho de 1838, lançaram-no numa prisão com dois padres anamitas, os beatos PEDRO KOA e VICENTE DIOM. Não lhes poupavam blasfémias nem palavras obscenas. «Estripai-me se quereis, disse o beato PEDRO, mas pelo menos deixai de falar assim». Enquanto estava na prisão, soube DUMONLIN-BORIE que fora escolhido como vigário apostólico e bispo titular, em substituição do precedente que morrera. Os visitantes, cristãos e pagãos, eram facilmente admitidos a estar com ele, e todos ficavam admirados com a sua alegria e paciência. Quando se recusou a revelar a um mandarim os nomes dos que o tinham albergado, um oficial observou: «Domina a sua língua por agora, mas que fará se o mandarem açoitar? - Verei nessa altura. Longe de mim gabar-me antes de tempo», retorquiu o novo Bispo. Alguns dias mais tarde, interrogado de novo, respondeu às perguntas que lhe faziam: «Tenho 30 anos e meio. Vim ao Tonquim num junco pertencente a um mandarim bem conhecido. Vivi na província de Quang Binh cinco ou seis anos e visitei quase todos os seus recantos. Os nomes desses locais pouco importam». Então, foi espancado com bambus tão selvaticamente que partia dele, em frangalhos, a carne. O mandarim perguntou-lhe se sofria. respondeu: «Sou feito de pele e ossos, como toda a gente, como não havia de sofrer?».-
Da prisão escrevia a um companheiro missionário que já não havia esperança de se tornarem a ver: não se devia pensar em tal. O tigre devora a sua vítima, não deixa que ela se ausente; e, falando com franqueza, ele ficaria desolado se escapasse a tão boa ocasião... Estava bem perto de se apresentar diante do trono do divino Juiz, mas os méritos do nosso Salvador tranquilizavam-no, as orações dos bons associados da Propagação da Fé davam-lhe confiança... Não tinha nenhum livro consigo, nem sequer um terço, somente um pedaço de corda a que dera nós. Durante quatro meses, foi muitas vezes açoitado e torturado por se negar a dizer os nomes dos seus irmãos, e outros dois padres imitaram a sua constância no sofrimento. A 24 de Novembro de 1838, foram levados à morte. No trajecto, um mandarim perguntou-lhe se não tinha medo. «Medo, porquê? Não somos rebeldes nem salteadores, só tememos a Deus». O beato PEDRO KOA e VICENTE DIOM foram estrangulados. o Beato DUMONLIN-BORIE devia ser decapitado. O algoz, que estimava o missionário, tinha bebido para tomar coragem; foi desajeitado e teve de lhe dar sete golpes para o liquidar.
Em 1867, 205 confessores da fé, martirizados no Japão, foram beatificados por PIO IX. Havia entre eles vários dominicanos, em particular um castelhano, Padre AFONSO NAVARRETE. Valladolid, as Filipinas, a Espanha de novo e por fim o Japão, em 1611, são as grandes etapas deste apóstolo no seu itinerário de conquistador. Em Nagasáqui, organizou confrarias para se ocuparem dos doentes e recolherem as crianças abandonadas. Debateu-se com furiosos que desejavam violentar pobres cristãos, depois de terem lançado ao fogo todos os objectos de devoção que possuíam. Todos os cristãos o queriam ver, tê-lo ao lado. Afinal, foi decapitado com um jesuíta catequista.
Outros dominicanos chegaram ao martírio no país do Sol Nascente. Por meio deles, o Sol vermelho, vermelho de sangue, que se levantava sobre o Japão, tornava-se o Sol de Justiça. A 10 de Setembro de 1622, Cinco Padres, quatro espanhóis e um Italiano, com quatro estudantes da Ordem dos Pregadores, morriam em Nagasáqui, queimados a fogo lento. Houve assim 22 vítimas, entre as quais Franciscanos e Jesuítas. Outros 30, em geral japoneses convertidos, foram decapitados.
Félix de Tonisa, Santo
Em Toniza, na Numídia, hoje Túnis, na Tunísia, São FÉLIX mártir, do qual Santo AGOSTINHO parece referir-se, quando fala ao povo, dizendo: «Verdadeiramente feliz no nome e na coroa; confessou a fé em Cristo e foi entregue à tortura; no dia seguinte encontraram no cárcere o seu corpo exânime». séc. III)
Eleito Regedor e Defensor do Reino, logo a 15 de Dezembro Dom João chama NUNO ÁLVARES PEREIRA para o Conselho do Governo.
A 6 de Abril de 1384, depois de rápidas operações no Alentejo, obtém o seu primeiro êxito de vulto, nos Atoleiros, graças à "táctica do Quadrado", aprendida dos Ingleses que, na batalha de Crécy (1346), com ela destroçaram a cavalaria do Rei de França, Filipe VI. E, a 1 de Julho, o Mestre de Avis nomeia-o Conde de Ourém e transfere para a sua posse os bens do Andeiro. O alfageme profeta tinha razão!
E chega o ano decisivo de 1385. Na mesma data de 6 de Abril, doze meses volvidos sobre a jornada dos Atoleiros, é aclamado Rei Dom JOÃO I nas Cortes de Coimbra, em que sobressai o «grão-doutor» João das Regras. Entre Abril e Junho, NUNO ÁLVARES PEREIRA - nomeado Condestável a 7 de Abril, pelo Monarca - conquista a Província do Minho em acções militares fulminantes. E a 14 de Agosto, fere-se a batalha de Aljubarrota, em que de novo o "quadrado" português desbarata a soberba cavalaria de Castela e se consolidou a nossa independência. NUNO ÁLVARES tem parte primordial no triunfo e a sua aura cresce mais ainda quando, em Outubro, ganha memorável vitória em Valverde.
No ano seguinte, depois da romagem de agradecimento a Santa Maria do Meio, na Sertã, reúne-se o Condestável a Dom João I para uma conferência com o Duque de Lencastre. Assenta-se no casamento da filha do Duque, Dona Filipa, com o nosso Rei - que se efectua a 2 de Fevereiro de 1387.
Em Outubro de 1388 - já então tinha falecido Dona Leonor de Alvim, e NUNO ÁLVARES deixou a filha entregue aos cuidados da avó - inicia, em Aljubarrota, a construção da Capela de São Jorge; em Julho de 1389, lança ombros a edifício de maior vulto: o Convento do Carmo, em Lisboa, sobranceiro ao Rossio.
As hostilidades contra os castelhanos prosseguem e o Condestável dá testemunhos constantes da agudeza do seu génio militar e da rijeza do seu braço.
Mas ajustam-se tréguas. E adivinha-se que no seu espírito despontam outras perspectivas e outras aspirações. Em 1393, reparte as terras que lhe foram doadas com os companheiros de armas. Em 1387, instala no Convento do Carmo, de Lisboa, os frades da Ordem do Carmo - com os quais estabeleceu relações de especial afecto no Convento de Moura; onde se recolheu o seu antigo meirinho João Gonçalves e cujo vigário-geral, Frei Alfonso de Alfama, especialmente considera. Em 1401, ajusta-se o casamento de sua filha Dona Beatriz com o bastardo régio Dom Afonso, Conde de Barcelos, legitimado por D. João I. Treze anos mais tarde, em 1414, morre a Condessa de Barcelos e o pai inconsolável, forma desde então o projecto de se recolher à clausura monástica. Ainda o solicitam, em 1415, para a expedição a Ceuta, que sinceramente aprova, e mais uma vez se ilustra como combatente - deixa assim ligado o seu nome ao primeiro passo que demos nos largos rumos da Expansão.
Até que, em 1422, partilha entre os netos os seus títulos e domínios: Ourém, que cedeu ao genro, para o mais velho; Arraiolos e o seu condado para o outro neto D. Fernando e para a mais nova Dona Isabel, já casada então com o Infante Dom João, o Castelo de Loulé e diversas terras.
Despojado dos bens materiais, já pode agora voltar-se para a busca de outra espécie de bens, os espirituais, que a sua grande alma ambiciona. E professa no Carmo, em 1423, a 15 de Agosto. Sempre o Dia de NOSSA SENHORA DA ASSUNÇÃO a presidir-lhe nos momentos culminantes da vida; desde o casamento, quarenta e sete anos antes, em 1385; e agora, ao definitivo ingresso no Mosteiro que vai ser a coroação de um dos mais extraordinários destinos que na História se conhecem!
Ei-lo perante nós, aquele que mais nos interessa: o asceta despegado de todas as ambições terrenas, de todas as humanas frivolidades, entregue por completo ao único fito de adorar e servir a Deus: o herói de outra batalha que, depois de se ter mostrado invencível nas lutas do mundo, abandona títulos, honras e riquezas - para ser apenas, humilde e feliz, FREI NUNO DE SANTA MARIA.
A sua existência é inteiramente percorrida por uma linha soberana, em que se descobrem três ideais distintos e um Ideal verdadeiro. Primeiro, a sedução generosa da Cavalaria - a fase em que só se deseja imitar Galaaz e ser paladino de todas as causas nobres; depois, a adesão apaixonada à defesa da independência nacional - a fase em que trava mil combates, manifesta total desprendimento pela vida e uma confiança como que sobrenatural na vitória, e desdenha os perigos, afronta exércitos com a maior indiferença pela desproporção numérica entre os seus e os adversários. Por fim, a anulação absoluta na vida religiosa - a fase em que, afastadas as ameaças, consolidado o Portugal independente, se retira para as sombras do claustro e unicamente aspira a engrandecer a sua alma com os mais edificantes actos de devoção e caridade. No fundo, o que sempre lhe comanda o destino é uma razão transcendente. Bem, o provam: a alta espiritualidade da sua conduta na juventude - quando procura esquivar-se ao casamento, decidido a cumprir como lendário Cavaleiro da Távola Redonda, um claro voto de pureza; mais tarde, nas horas guerreiras, os seus alheamentos místicos - como o daquele dramático lance de Valverde em que se isola numa oração ardente enquanto, à volta, tudo parece perdido, e afinal se levanta transfigurado para arrastar os companheiros ao assalto e ao triunfo; e, nos últimos anos, a naturalidade e a sinceridade insuperáveis com que se integra na sua missão de monge de Cristo, a prodigalizar actos de piedade e benemerência, agravar no coração do povo a imagem prodigiosa do Santo Condestável, maior ainda que a do libertador do território e vencedor dos Castelhanos!
Três ideais distintos, um Ideal verdadeiro: no fundo, NUNO ÁLVARES PEREIRA traz em si, desde o princípio, a vocação do serviço de Deus - para além de quaisquer outros senhores. E no serviço de Deus se extingue, abraçado ao Crucifixo, na pequena cela do Carmo, acompanhado até à última pelo Rei e pelos Infantes, chorado pelos mil desamparados que protegeu e acarinhou, no primeiro dia de Abril de 1431.
Quis ser enterrado na Capela-Mor do Convento, em sepultura rasa - onde descansa, após as solenes exéquias ordenadas pelo Soberano. O Infante Dom Duarte, seu amigo dilecto, manda pôr uma lâmpada de prata sobre o túmulo, cuja chama arde, permanentemente, a consagrar-lhe a memória. Mais tarde, a Rainha Dona Joana, descendente de Nuno Álvares, filha dos Reis Católicos e mulher de Filipe, o Formoso, Arquiduque de Áustria, fá-lo trasladar para um rico mausoléu de mármore, com a sua figura esculpida num dos extremos em hábito de carmelita e noutro extremo sob o aspecto de Cavaleiro, provido de armas de guerra - mausoléu que o terramoto de 1755 destruirá. Quando os ossos do antigo Condestável vão para o lugar onde se acham actualmente, o Rei Dom José ordena que nova lâmpada ali seja colocada, também com fogo perpétuo.
Toda a Nação o considera Santo e se empenha em ver o seu culto autorizado pela Santa Sé. Daí, a súplica dirigida pelos Três Estados, nas Cortes de 1641, a Urbano VIII, para que proceda à beatificação de FREI NUNO DE SANTA MARIA - iinstância renovada pelas Cortes de 1674 a Clemente X.
Correm os séculos. E a 15 de Janeiro de 1918, a Sagrada Congregação dos Ritos, em sessão plenária, aprova e reconhece o culto do Santo Condestável, que o Papa Bento XV confirma, no decreto de 23 de Janeiro do mesmo ano.
Assim eleva a Igreja aos altares o mais perfeito expoente de Heroísmo e de Fé da Idade Média em Portugal.
NOTA: Este texto foi escrito antes da Canonização, que ocorreu em 26 de Abril de 2009, por Decreto de BENTO XVI (*)
Inácio Delgado y Cébrian, Francisco de Capillas, Domingos Hénarez, Gregório Lo, Francisco Chien, Tomás Toan, Tomás De, José Marchand, Pedro Dumonlin-Borie, Pedro Koa, Vicente Diom, e Afonso de Navarrete e muitos Companheiros, Santos
A seguir, Texto do Livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. - Braga
A evangelização da Indochina, tentada no século XVI por alguns franciscanos, começou por 1615 com missionários jesuítas. Houve perseguições, mas cerca de 1635, falava-se de 300 000 cristãos. De 1790, aproximadamente, até aos vinte primeiros anos do século XIX, o Cristianismo fez grandes progressos, mas houve, de 1820 a 1841, um perseguição violenta: o imperador de Anam, Minh-Mang, procurou abafar a fé. Encontrou primeiro contra si o governador da Cochinchina, bem disposto quanto aos cristãos; mas, depois da morte deste, em 1832, Minh-Mang deu largas à violência. Todos os novos missionários foram expulsos; os cristãos receberam ordem de renegar publicamente a sua religião pisando o Crucifixo; as igrejas deviam ser destruídas e o ensino suprimido. Em 1836, as portas foram fechadas aos Europeus e a caça aos Padres foi decretada. Vários deles pereceram, assim como bispos.
No ano santo do jubileu (1900), o papa Leão XIII beatificou 77 mártires, entre os quais sobressaíam Dom INÁCIO DELGADO Y CÉBRIAN (1761-1838), vigário apostólico de Tonquim Oriental e Dom DOMINGOS HENÁREZ (1765-1838), seu coadjutor, ambos dominicanos espanhóis que trabalhavam nesta missão havia uns cinquenta anos. Com efeito, os dominicanos seguiram os jesuítas na China no princípio do século XVII: é a eles que toca a honra de terem formado o primeiro padre e bispo autóctone chinês. Dom GREGÓRIO LO (1616-1691) e o primeiro mártir da China que foi beatificado, o Beato FRANCISCO DE CAPILLAS (1608-1648). Tendo a perseguição recomeçado em 1838, os dois bispos esconderam-se mas o Beato INÁCIO depressa foi preso e levado para Nam-Dinh, numa jaula de bambu.
Tinha sido colocado na estrada, fora da cidade, um crucifixo para os portadores passarem por cima com o preso, mas, a pedido de INÁCIO, foi deslocado o objecto sagrado. Em seguida, foi reposto porém onde estava: os fiéis, se queriam seguir o bispo, tinham de passar-lhe por cima. O Beato foi condenado à decapitação; mas, sendo septuagenário e doente, morreu a 21 de Julho, antes que se executasse a sentença, devido à disenteria, estando exposto ao sol e ao pó numa jaula demasiado pequena, que não lhe permitia estar direito. Era bispo titular de Milopótamos, na Creta central; sucedeu-lhe no título, dois anos depois, NICOLAU WESTMINSTER na Inglaterra, que escolheu a sé cretense «para gozar do patrocínio e dos exemplos de tão bom pastor».
O Beato DOMINGOS HÉNAREZ, bispo titular de Fessa (Numídia) desde 1800, e o seu catequista anamita, o Beato FRANCISCO CHIEN forma também presos numa jaula; decapitaram-nos a 25 de Junho. outro catequista, o Beato TOMÁS TOAN cedeu na tortura, mas arrependeu-se e subiu até Deus morrendo de sede e de fome, na prisão, em Junho de 1840.
O alfaiate, Beato TOMÁS DE, dizia à mulher que o viera visitar: «Vai dar de comer aos nossos filhos. Eu não voltarei. Tenho apenas um desejo, morrer pela fé. Ofereci-te a Deus com os nossos filhos». Ao mesmo tempo que estes mártires pertencentes à Ordem Dominicana (foram 26), Leão XIII beatificou um Lazarista, um Franciscano e 49 membros da Sociedade das Missões Estrangeiras de Paris, como o beato JOSÉ MARCHAND (cf. 30 de Novembro), morto em 1835, que fora capturado em Saigão. Executaram-no arrancando-lhe a carne do corpo com tenazes ao rubro.
Um membro da mesma Sociedade, o Beato PEDRO DUMONLIN-BORIE, foi ordenado sacerdote dezasseis meses antes da idade canónica. Uma semana depois, em Dezembro de 1830 foi enviado à missão de Tonquim. Consagrou alguns meses ao estudo intensivo da língua do país, bem difícil, porque esses dialectos têm nada menos que seis tons de pronúncias diferentes, assumindo assim cada palavra sentidos que variam. Depois trabalhou frutuosamente nas províncias de Nghe An e de Bo Chinh. Para continuar o seu apostolado, não obstante a perseguição, via-se obrigado a mudar frequentemente de residência; viaja de noite por pistas e caminhos transversais, contra chuvas e ventos, muitas vezes encharcado na lama ou com água até ao peito. O apóstolo ia procurar as ovelhas perdidas e salvá-las desse lobo que é o demónio. Mas a sua estatura fazia que facilmente o reconhecessem; era muito alto: bem seria preciso que o diminuíssem, escrevia ele bem disposto. Por último teve de esconder-se mas foi traído e, em Julho de 1838, lançaram-no numa prisão com dois padres anamitas, os beatos PEDRO KOA e VICENTE DIOM. Não lhes poupavam blasfémias nem palavras obscenas. «Estripai-me se quereis, disse o beato PEDRO, mas pelo menos deixai de falar assim». Enquanto estava na prisão, soube DUMONLIN-BORIE que fora escolhido como vigário apostólico e bispo titular, em substituição do precedente que morrera. Os visitantes, cristãos e pagãos, eram facilmente admitidos a estar com ele, e todos ficavam admirados com a sua alegria e paciência. Quando se recusou a revelar a um mandarim os nomes dos que o tinham albergado, um oficial observou: «Domina a sua língua por agora, mas que fará se o mandarem açoitar? - Verei nessa altura. Longe de mim gabar-me antes de tempo», retorquiu o novo Bispo. Alguns dias mais tarde, interrogado de novo, respondeu às perguntas que lhe faziam: «Tenho 30 anos e meio. Vim ao Tonquim num junco pertencente a um mandarim bem conhecido. Vivi na província de Quang Binh cinco ou seis anos e visitei quase todos os seus recantos. Os nomes desses locais pouco importam». Então, foi espancado com bambus tão selvaticamente que partia dele, em frangalhos, a carne. O mandarim perguntou-lhe se sofria. respondeu: «Sou feito de pele e ossos, como toda a gente, como não havia de sofrer?».-
Da prisão escrevia a um companheiro missionário que já não havia esperança de se tornarem a ver: não se devia pensar em tal. O tigre devora a sua vítima, não deixa que ela se ausente; e, falando com franqueza, ele ficaria desolado se escapasse a tão boa ocasião... Estava bem perto de se apresentar diante do trono do divino Juiz, mas os méritos do nosso Salvador tranquilizavam-no, as orações dos bons associados da Propagação da Fé davam-lhe confiança... Não tinha nenhum livro consigo, nem sequer um terço, somente um pedaço de corda a que dera nós. Durante quatro meses, foi muitas vezes açoitado e torturado por se negar a dizer os nomes dos seus irmãos, e outros dois padres imitaram a sua constância no sofrimento. A 24 de Novembro de 1838, foram levados à morte. No trajecto, um mandarim perguntou-lhe se não tinha medo. «Medo, porquê? Não somos rebeldes nem salteadores, só tememos a Deus». O beato PEDRO KOA e VICENTE DIOM foram estrangulados. o Beato DUMONLIN-BORIE devia ser decapitado. O algoz, que estimava o missionário, tinha bebido para tomar coragem; foi desajeitado e teve de lhe dar sete golpes para o liquidar.
Em 1867, 205 confessores da fé, martirizados no Japão, foram beatificados por PIO IX. Havia entre eles vários dominicanos, em particular um castelhano, Padre AFONSO NAVARRETE. Valladolid, as Filipinas, a Espanha de novo e por fim o Japão, em 1611, são as grandes etapas deste apóstolo no seu itinerário de conquistador. Em Nagasáqui, organizou confrarias para se ocuparem dos doentes e recolherem as crianças abandonadas. Debateu-se com furiosos que desejavam violentar pobres cristãos, depois de terem lançado ao fogo todos os objectos de devoção que possuíam. Todos os cristãos o queriam ver, tê-lo ao lado. Afinal, foi decapitado com um jesuíta catequista.
Outros dominicanos chegaram ao martírio no país do Sol Nascente. Por meio deles, o Sol vermelho, vermelho de sangue, que se levantava sobre o Japão, tornava-se o Sol de Justiça. A 10 de Setembro de 1622, Cinco Padres, quatro espanhóis e um Italiano, com quatro estudantes da Ordem dos Pregadores, morriam em Nagasáqui, queimados a fogo lento. Houve assim 22 vítimas, entre as quais Franciscanos e Jesuítas. Outros 30, em geral japoneses convertidos, foram decapitados.
Félix de Tonisa, Santo
Em Toniza, na Numídia, hoje Túnis, na Tunísia, São FÉLIX mártir, do qual Santo AGOSTINHO parece referir-se, quando fala ao povo, dizendo: «Verdadeiramente feliz no nome e na coroa; confessou a fé em Cristo e foi entregue à tortura; no dia seguinte encontraram no cárcere o seu corpo exânime». séc. III)
Paulo de Constantinopla, Santo
Comemoração de São PAULO bispo de Constantinopla que, várias vezes expulso pelos arianos por manter a fé nicena e outras tantas vezes restituído à sua sede, foi por fim desterrado pelo imperador Constâncio para Cucuso, pequena povoação da Capadócia, onde, segundo a tradição, foi estrangulado por insídias dos arianos. (351)
Melânio de Rennes, Santo
Em Rennes, na Bretanha Menor, hoje em França, São MELÂNIO bispo que foi ao encontro do Senhor no lugar chamado «Plácium» junto ao rio Vilaine, onde tinha construido com as suas mãos uma igreja e congregado monges para o serviço de Deus. (511)
Iltuto de Llanitude Fawor, Santo
No mosteiro de Llanitude Fawor, na Câmbvria, hoje País de gales, lugar que tomou o seu nome, Santo ILTUTO abade que fundou este cenóbio onde a fama da sua santidade e exímia doutrina congregou muitos discipulos. (540)
Leonardo de Noblac, Santo
Leonardo de Noblac, Santo
Em Noblac, perto de Limoges, na Aquitânia, hoje em França, São LEONARDO eremita. (séc. VI)
A seguir, texto do livro SANTOS DE CADA DIA da Editorial A. O de Braga:
Nas terras aonde vêm peregrinos, são necessáruios estalajadeiros e lojistas para receberem as pessoas a troco de dinheiro. Assim nasceu, como tantas outras, a cidadezinha de Noblac no Limosino, França, para onde acorria gente da Europa inteira a fim de solicitar de São LEONARDO que libertasse presos.
Segundo os hagiógrafos da Idade Média, LEONARDO teve o rei Clóvis como padrinho. Quando chegou à idade de tomar armas, recusou-se, tendo horror a derramar sangue; e São REMÍGIO deu-lhe a tousura eclesiástica. Em vão procurou Clóvis fazer do afilhado um bispo. Mas tudo o que este pedia era que lhe deixassem visitar os presos do reino e libertar quantos ele quisesse. Clóvis permitiu-lho. Depois de LEONARDO converter e libertar os do Norte da Gália, decidiu ocupar-se dos outros e tomou o caminho do Sul.
Chegando ao Limosino, foi detido por gente do rei da Aquitãnia. Este depressa reconheceu nele o homem de Deus que ele era. Falou-lhe da rainha, em trabalhos de parto havia cinco dias, que não era capaz de dar à luz e sem dúvida ia morrer. Logo que LEONARDO orou, ela pôs em liberdade o prisioneirozinho que retinha no seu seio. Reconhecidos, os pais da criancinha edificaram, para o benfeitor, um mosteiro nas vizinhanças. LEONARDO chamou-lhe Noblac em homenagem às nobres personalidades que lho tinham dado; instalou nele uma comunidade de ferventes religiosos; em seguida, aplicou-se de novo à visita aos presos.
Morreu na terra que tem o seu nome, parece que entre os séculos VI e X.
Calínico, Himério, Teodoro, Estêvão, outro Teodoro, João e ainda outro João, além de um outro cujo nome se desconhece, Santos
Segundo os hagiógrafos da Idade Média, LEONARDO teve o rei Clóvis como padrinho. Quando chegou à idade de tomar armas, recusou-se, tendo horror a derramar sangue; e São REMÍGIO deu-lhe a tousura eclesiástica. Em vão procurou Clóvis fazer do afilhado um bispo. Mas tudo o que este pedia era que lhe deixassem visitar os presos do reino e libertar quantos ele quisesse. Clóvis permitiu-lho. Depois de LEONARDO converter e libertar os do Norte da Gália, decidiu ocupar-se dos outros e tomou o caminho do Sul.
Chegando ao Limosino, foi detido por gente do rei da Aquitãnia. Este depressa reconheceu nele o homem de Deus que ele era. Falou-lhe da rainha, em trabalhos de parto havia cinco dias, que não era capaz de dar à luz e sem dúvida ia morrer. Logo que LEONARDO orou, ela pôs em liberdade o prisioneirozinho que retinha no seu seio. Reconhecidos, os pais da criancinha edificaram, para o benfeitor, um mosteiro nas vizinhanças. LEONARDO chamou-lhe Noblac em homenagem às nobres personalidades que lho tinham dado; instalou nele uma comunidade de ferventes religiosos; em seguida, aplicou-se de novo à visita aos presos.
Morreu na terra que tem o seu nome, parece que entre os séculos VI e X.
Calínico, Himério, Teodoro, Estêvão, outro Teodoro, João e ainda outro João, além de um outro cujo nome se desconhece, Santos
Em Jerusalém, os santos CALÍNICO, HIMÉRIO, TEODORO, ESTÊVÃO, outro TEODORO, JOÃO, outro JOÃO e ainda outro cujo nome se desconhece, mártires, que eram todos soldados em Gaza e, quando os Sarracenos ocuparam a cidade, foram presos pelos inimigos; mas, encorajados pelo bispo São SOFRÓNIO, confessaram a sua fé em Cristo e por isso foram degolados e alcançaram glorioso martírio. (638)
Severo de Barcelona, Santo
Em Barcelona, Espanha, São SEVERO que, segundo a tradição, recebeu a coroa do martírio. (séc. VII)
Protásio de Lausane, Santo
No território dos Helvécios, na Borgonha, hoje na Suiça, São PROTÁSIO venerado como bispo de Lausane. (séc. VII)
Vinoco de Therouanne, Santo
No território de Therouanne, na Austrásia, hoje em França, São VINOCO abade, que, natural da Bretanha, foi recebido por São BERTINO na comunidade de monges de Sithieu e depois construiu um mosteiro de Wormhoudt que dirigiu santamente como prior,. realizando muitos trabalhos com as próprias mãos. (716)
Estêvão de Apt, Santo
Em Apt, na Provença da Gália, hoje França, Santo ESTÊVÃO bispo insigne pela sua mansidão que foi duas vezes em peregrinação a Jerusalém e restaurou a igreja catedral. (1046)
Teobaldo de Le Dorat, Santo
Em Le Dorat, territorio de Limoges na Aquitânia, França, São TEOBALDO presbitero que sendo cónego regular, exerceu a função de ostiário da igreja e nunca saiu do cenóbio para assistir aos enfermos e providenciar as suas necessidades. (1070)
Cristina de Stolmeln, Beata
Em Colónia, na Lotaringia, Alemanha, a beata CRISTINA DE STOLMELN virgem que, em plena comunhão com a paixão de Cristo superou todas as tentações do mundo.- )1312)
Tomás de Santo Agostinho
(Tomás Ochia Jihyoe "Kintsuba"), Beato
Em Nishizaka, no Japão, o Beato TOMÁS DE SANTO AGOSTINHO (Tomás Ochia Jihyoe "Kintsuba") presbitero da Ordem de Santo Agostinho. (1637)
... e, A i n d a ...
498 Mártires espanhóis, Beatos
E’ cosa assai nota come in duemila anni di cristianesimo i santi che
hanno sempre goduto di maggiore popolarità siano stati in prevalenza
religiosi di ogni ordine e grado e martiri dei primi secoli. In secondo
piano sono invece sempre passate purtroppo tutte quelle esemplari figure
di coppie di sposi, che nella vita coniugale hanno tentato di attuare
la cosiddetta Chiesa domestica, sposa di Cristo Signore.
Buona parte
delle coppie di sposi a cui sia stato attribuito un culto pubblico sono
sovrani di nazioni europee, ma purtroppo spesso e volentieri solo al
marito è toccata una maggiore popolatrità, come nei casi di Carlo Magno
ed Ildegarda, Stefano e Gisella d’Ungheria, Etelberto e Berta del Kent.
L’ennesimo
caso di santa moglie un pò trascurata è costituito dalla regina Beatriz
de Suabia. Poche sono in realtà le notizie certe sulla breve vita
terrena di questa nobile donna. Nacque in Germania verso il 1200 dalla
grande celebre famiglia degli Hohenstaufen, quarta figlia di Filippo di
Svevia (1180-1208), duca di Suabia, e di Irene Angelo di Costantinopoli.
Filippo era a sua volta figlio di Federico I Barbarossa (1122-1190),
imperatore di Germania. Nelle vene di Beatriz scorreva dunque puro
sangue imperiale, tanto da valerle il titolo di “Sua Altezza Imperiale”.
Una
delle poche date certe sulla sua vita pare essere il 30 novembre 1219,
giorno del matrimonio con il re Ferdinando III di Castiglia e Léon, ben
più famoso di lei in quanto la sua memoria è legata alla riconquista
della penisola iberica alla cristianità. Da questa felice unione
nacquero il futuro sovrano Alfonso X ed altri nove figli: Fadrique,
Fernando, Enrique, Felipe, Sancho, Manuel, Leonor, Berenguela e María.
La
regina Beatriz fece parte dell’Ordine di Santa Maria della Mercede,
fondato in Spagna da San Pietro Nolasco e qui particolarmente diffuso.
La sua appartenenza all’ordine fu evidentemente in qualità di terziaria,
in quanto donna coniugata. Preferendo dunque ai beni terreni la gloria
celeste, fu ricompensata da Dio con una speciale corona, l’aureola della
santità. Nel 1235 circa, ancora in età non molto avanzata, Beatriz si
spense a Tori, nei pressi di Zamona, e le sue spoglie furono in un primo
tempo tumulate a Huelgas Rimasto dunque vedovo, Ferdinando III sposò in
seconde nozze Juana de Ponthieu Montreueil che gli diede ancora tre
figli: Fernando, Leonor e Luis. Quando il 30 maggio 1252 morì anch’egli e
fu sepolto nella cattedrale di Siviglia, anche i resti dell’amata
Beatriz furono traslati accanto a lui ed iniziarono ad essere oggetto di
venerazione da parte dei fedeli. Le fu popolarmente attribuito il
titolo di “beata” e come tale è festeggiata il 5 novembre, anche se
purtroppo il suo culto pare essere costantemente rimasto limitato a
livello locale ed all’Ordine Mercedario. Mentre il marito fu
ufficialmente canonizzato nel 1671, per Beatriz de Suabia si è ancora
dunque ancora in attesa almeno di una conferma di culto.
Per quanto
riguarda l’iconografia a lei relativa, si segnalano un’immaginetta
facente parte di una seria di santi mercedari ed una scultura lapidea
del XIII secolo custodita nel chiostro della cattedrale di Siviglia.
La cerimonia di beatificazione officiata su mandato del Santo Padre
Benedetto XVI dal Cardinale José Saraiva Martins, prefetto della
Congregazione per le Cause dei Santi, il 28 ottobre 2007 a Roma, avente
per oggetto ben 498 martiri spagnoli, comprende la più folta schiera di
testimoni della fede mai elevata alla gloria degli altari nei tempi
moderni dalla Chiesa Cattolica, se non consideriamo gli 800 beati
Martiri di Otranto, dei cui nomi però non vi è un elenco completo.
I novelli beati caddero vittime in odio alla loro fede cristiana durante la feroce persecuzione religiosa che contraddistinse la Guerra Civile Spagnola negli anni ’30 del XX secolo. In questa sanguinosa strage che attraversò la Spagna, il numero delle vittime superò il milione, colpendo persone di ogni età e classe sociale: vescovi, sacerdoti, religiosi e laici di ambo i sessi. E’ stato ormai appurato da parte degli storici che, all’interno di questo terribile massacro, gli anarchici ed i social-comunisti perpetrarono una vera e propria persecuzione volta ad annientare la Chiesa Cattolica in Spagna.
Con questa ennesima beatificazione di martiri periti in tali circostanze, la Chiese venera ad oggi un totale di 10 santi e 966 beati. Tanti solo coloro che a partire dal 1987 sono stati glorificati dalla Chiesa per non andasse perduto il ricordo della loro eroica testimonianza e poterrero essere posti a modelli per i cristiani del III millennio.
Nel fornire di seguito l’elenco completo dei 498 martiri beatificati nel 2007, suddiviso in base alle cause istruite dalle diverse diocesi e congregazioni, rimandiamo talvolta quando possibile a schede più specifiche ove sarà possibile trovare maggiori informazioni ed immagini dei vari martiri.
Ecco i loro nomi:
95755 Lucas de S. José, carmelitano, Leonardo José, lasalliano, Apolonia Lizarraga del Ss. Sacramento e 61 compagni
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 22 giugno 2004
I novelli beati caddero vittime in odio alla loro fede cristiana durante la feroce persecuzione religiosa che contraddistinse la Guerra Civile Spagnola negli anni ’30 del XX secolo. In questa sanguinosa strage che attraversò la Spagna, il numero delle vittime superò il milione, colpendo persone di ogni età e classe sociale: vescovi, sacerdoti, religiosi e laici di ambo i sessi. E’ stato ormai appurato da parte degli storici che, all’interno di questo terribile massacro, gli anarchici ed i social-comunisti perpetrarono una vera e propria persecuzione volta ad annientare la Chiesa Cattolica in Spagna.
Con questa ennesima beatificazione di martiri periti in tali circostanze, la Chiese venera ad oggi un totale di 10 santi e 966 beati. Tanti solo coloro che a partire dal 1987 sono stati glorificati dalla Chiesa per non andasse perduto il ricordo della loro eroica testimonianza e poterrero essere posti a modelli per i cristiani del III millennio.
Nel fornire di seguito l’elenco completo dei 498 martiri beatificati nel 2007, suddiviso in base alle cause istruite dalle diverse diocesi e congregazioni, rimandiamo talvolta quando possibile a schede più specifiche ove sarà possibile trovare maggiori informazioni ed immagini dei vari martiri.
Ecco i loro nomi:
95755 Lucas de S. José, carmelitano, Leonardo José, lasalliano, Apolonia Lizarraga del Ss. Sacramento e 61 compagni
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 22 giugno 2004
93918 Martiri Lasalliani di Barcellona
- Leonardo José (José María Aragonés Mateu), F.S.C.
- Dionisio Luis (Mateo Molinos Coloma), F.S.C.
- Jacob Samuel (José Enrique Chamayou Oulés), F.S.C.
- Crisóstomo (José Llorach Bretó), F.S.C.
- Cándido Alberto (José Ruiz de la Torre), F.S.C.
- Leónides Francisco Colóm González), F.S.C.
- Cirilo Pedro (Cecilio Manrique Arnáiz), F.S.C.
- Indalecio María (Marcos Morón Casas), F.S.C.
- Lorenzo Gabriel (José Figueras Rey), F.S.C.
- Cayetano José (Ramón Palos Gascón), F.S.C.
- Celestino Antonio (Ismael Barrio Marquilla), F.S.C.
- Félix José (José Trilla Lastra), F.S.C.
- Lamberto Carlos (Jaime Mases Boncompte), F.S.C.
- Benito Clemente (Félix España Ortiz), F.S.C.
- Adolfo Mariano (Mariano Anel Andreu), F.S.C.
- Florencio Miguel (Ruperto García Arce), F.S.C.
- Ildefonso Luis (José Llorach Bretó), F.S.C.
- Agapio (José Luis Carrera Comas), F.S.C.
- José Benito (José Mas Pujobrás), F.S.C.
- Mariano León (Santos López Martínez), F.S.C.
- Vicente Justino (Vicente Fernández Castrillo), F.S.C.
- Arnoldo Julián (Jesús Juan Otero), F.S.C.
- Benedicto José (José Bardalet Compte), F.S.C.
- Esiquio José (Baldomero Margenat Puigmitjá), F.S.C.
- Hilarión Eugenio (Eugenio Cuesta Padierna), F.S.C.
- Francisco Alfredo (Francisco Mallo Sánchez), F.S.C.
- Edmundo Ángel (Pedro Masó Llagostera), F.S.C.
- Hugo Julián (Julián Delgado Díez), F.S.C.
- Emerío José (José Plana Rebugent), F.S.C.
- Eusebio Andrés (Eusebio Roldán Vielba), F.S.C.
- Luis de Jesús (Joseph-Louis Marcou Pecalvel) , F.S.C.
- Adolfo Jaime (Antonio Serra Hortal), F.S.C.
- Miguel de Jesús (Jaime Puigferrer Mora), F.S.C.
- Victorio (Martín Anglés Oliveras), F.S.C.
- Jaime Bertino (Antonio Jaume Secases), F.S.C.
- León Justino (Francisco del Valle Villar), F.S.C.
- Honesto María (Francisco Pujol Espinalt), F.S.C.
- Raimundo Eloy (Narciso Serra Rovira), F.S.C.
- Francisco Magín (Antonio Tost Llavería), F.S.C.
- Olegario Ángel (Eudaldo Rodas Mas), F.S.C.
- Honorato Alfredo (Agustín Pedro Calvo), F.S.C.
- Eliseo Vicente (Vicente Alberich Lluch), F.S.C.
- Valeriano Luis (Nicolás Alberich Lluch), F.S.C.
- Onofre (Salvio Tolosa Alsina), F.S.C.
- Dionisio Luis (Mateo Molinos Coloma), F.S.C.
- Jacob Samuel (José Enrique Chamayou Oulés), F.S.C.
- Crisóstomo (José Llorach Bretó), F.S.C.
- Cándido Alberto (José Ruiz de la Torre), F.S.C.
- Leónides Francisco Colóm González), F.S.C.
- Cirilo Pedro (Cecilio Manrique Arnáiz), F.S.C.
- Indalecio María (Marcos Morón Casas), F.S.C.
- Lorenzo Gabriel (José Figueras Rey), F.S.C.
- Cayetano José (Ramón Palos Gascón), F.S.C.
- Celestino Antonio (Ismael Barrio Marquilla), F.S.C.
- Félix José (José Trilla Lastra), F.S.C.
- Lamberto Carlos (Jaime Mases Boncompte), F.S.C.
- Benito Clemente (Félix España Ortiz), F.S.C.
- Adolfo Mariano (Mariano Anel Andreu), F.S.C.
- Florencio Miguel (Ruperto García Arce), F.S.C.
- Ildefonso Luis (José Llorach Bretó), F.S.C.
- Agapio (José Luis Carrera Comas), F.S.C.
- José Benito (José Mas Pujobrás), F.S.C.
- Mariano León (Santos López Martínez), F.S.C.
- Vicente Justino (Vicente Fernández Castrillo), F.S.C.
- Arnoldo Julián (Jesús Juan Otero), F.S.C.
- Benedicto José (José Bardalet Compte), F.S.C.
- Esiquio José (Baldomero Margenat Puigmitjá), F.S.C.
- Hilarión Eugenio (Eugenio Cuesta Padierna), F.S.C.
- Francisco Alfredo (Francisco Mallo Sánchez), F.S.C.
- Edmundo Ángel (Pedro Masó Llagostera), F.S.C.
- Hugo Julián (Julián Delgado Díez), F.S.C.
- Emerío José (José Plana Rebugent), F.S.C.
- Eusebio Andrés (Eusebio Roldán Vielba), F.S.C.
- Luis de Jesús (Joseph-Louis Marcou Pecalvel) , F.S.C.
- Adolfo Jaime (Antonio Serra Hortal), F.S.C.
- Miguel de Jesús (Jaime Puigferrer Mora), F.S.C.
- Victorio (Martín Anglés Oliveras), F.S.C.
- Jaime Bertino (Antonio Jaume Secases), F.S.C.
- León Justino (Francisco del Valle Villar), F.S.C.
- Honesto María (Francisco Pujol Espinalt), F.S.C.
- Raimundo Eloy (Narciso Serra Rovira), F.S.C.
- Francisco Magín (Antonio Tost Llavería), F.S.C.
- Olegario Ángel (Eudaldo Rodas Mas), F.S.C.
- Honorato Alfredo (Agustín Pedro Calvo), F.S.C.
- Eliseo Vicente (Vicente Alberich Lluch), F.S.C.
- Valeriano Luis (Nicolás Alberich Lluch), F.S.C.
- Onofre (Salvio Tolosa Alsina), F.S.C.
93501 - Apolonia Lizarraga del Santísimo Sacramento, C.C.V.
95707 Martiri Carmelitani Scalzi di Barcellona
94180 - Lucas de San José, O.C.D.
- Jorge de San José, O.C.D.
- Jaime de Santa Teresa, O.C.D.
- Juan José de Jesús Crucificado, O.C.D.
- Romualdo de Santa Catalina, O.C.D.
- Pedro Tomás de la Virgen del Pilar, O.C.D.
- Luis María de la Merced, O.C.D.
- José Mariano de los Ángeles, O.C.D.
- Marcelo de Santa Ana, O.C.D.
- Antonio María de Jesús, O.C.D.
- Alfonso del Sagrado Corazón de María, O.C.D.
- Eduardo del Niño Jesús, O.C.D.
- Gabriel de la Anunciación, O.C.D.
- Joaquín de San José, O.C.D.
- Jorge de San José, O.C.D.
- Jaime de Santa Teresa, O.C.D.
- Juan José de Jesús Crucificado, O.C.D.
- Romualdo de Santa Catalina, O.C.D.
- Pedro Tomás de la Virgen del Pilar, O.C.D.
- Luis María de la Merced, O.C.D.
- José Mariano de los Ángeles, O.C.D.
- Marcelo de Santa Ana, O.C.D.
- Antonio María de Jesús, O.C.D.
- Alfonso del Sagrado Corazón de María, O.C.D.
- Eduardo del Niño Jesús, O.C.D.
- Gabriel de la Anunciación, O.C.D.
- Joaquín de San José, O.C.D.
93502 - José Casas Ros, Seminarista
95704 Martiri Missionarie Carmelitane
95706 - Esperanza de la Cruz, C.M.
95706 - María Refugio de San Ángelo, C.M.
95705 - Daniela de San Bernabé, C.M.
95705 - Gabriela de San Juan de la Cruz, C.M.
92647 Antero Mateo García, laico, e 11 compagni domenicani
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 19 dicembre 2005
94421 - Antero Mateo García, Laico
94422 - Miguel Peiró Victori, Laico
- Josefina Sauleda Paulis, O.P.
- María del Camen Zaragoza Zaragoza, O.P.
- María Rosa Adrover Martí, O.P.
- Ramona Fossas Románs, O.P.
- Adelfa Soro Bo, O.P.
- Teresa Prats Martí, O.P.
- Otilia Alonso González, O.P.
- Ramona Perramón Vila, O.P.
- Reginalda Reginalda Picas Planas, O.P.
- Rosa Jutglar Gallart, O.P.
95708 Simò Reynés Solivellas, M.SS.CC. e 3 compagni; 2 F.H.M. e Prudencia Canyelles y Ginestá, laica
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
95713 - Simò Reynes Solivellas, M.SS.CC.
95713 - Miquel Pons Ramis, M.SS.CC.
95713 - Francésc Mayol Oliver, M.SS.CC.
95710 - Pau Noguera Trias, M.SS.CC.
95712 - Catalina Caldés Socias, O.F.M.
95711 - Miquela Rullan Ribot, O.F.M.
95709 - Prudencia Canyelles Ginesta, Laica
93919 Ángel María Prat Hostench e 16 compagni, carmelitani dell’antica osservanza
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
- Ángel María Prat Hostench
- Eliseo María Maneus Besalduch
- Anastasio María Dorca Coromina
- Eduardo María Serrano Buj
- Pedro Ferrer Marín
- Andrés Corsino M. Solé Rovira
- Miguel María Solér Sala
- Juan María Puigmitjá Rubió
- Pedro Tomás María Prat Coldecarrera
- Eliseo M. Fontdecava Quiroga
- José María Escoto Ruiz
- Elías María Garre Egea
- Ludovico María Ayet Canós
- Ángel María Presta Batlle
- Fernando M. Llovera Puigsech
- Eufrosino María Raga Nadal
- María Patrocinio de San José
95752 Laurentino (Mariano Alonso Fuente), Virgilio (Trifón Lacunza Unzu) e 44 compagni maristi
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
- Laurentino (Mariano Alonso Fuente)
- Virgilio, (Trifón Lacunza Unzu)
- Alberto (Nestor Vivar Valdivielso)
- Ángel Andrés (Lucio Izquierdo López)
- Anselmo (Aniceto Falgueras Casellas)
- Antolín (Antonio Roig Alibau)
- Baudillo (Pedro Ciordia Hernández)
- Bernabé (Casimiro Riba Pi)
- Carlos Rafael (Carlos Brengaret, Pujol)
- Dionisio Martín (José Cesari Mercadal)
- Epifanio, (Fernando Suñer Estrach)
- Felipe José (Fermín Latienda Azpilicueta)
- Félix León (Felíx Ayúcar Eraso)
- Fortunato Andrés (Fortunto Ruíz Peña)
- Frumencio (Julio García Galarza)
- Gabriel Eduardo (Segismundo Hidalgo Martínez)
- Gaudencio (Juan Tubau Perello)
- Gil Felipe (Felipe Ruíz Peña)
- Hermógenes (Antonio Badía Andalé)
- Isaías María (Victoriano Martínez Martín)
- Ismael (Nicolás Ran Goñi)
- Jaime Ramón (Jaime Morella Bruguera)
- José Carmelo (Gregorio Faci Molins)
- José Federico (Nicolás Pereda Revuelta)
- Juan Crisóstomo (Juan Pelfort Planell)
- Juan de Mata (Jesús, Mechon Franco)
- Laureano Carlos (Pedro Sitjes Puig)
- Leónides (Jerónimo Messegue Ribera)
- Leopoldo José (Florentino Redondo Insausti)
- Lino Fernando (Victor Gutierrez Gómez)
- Licarión (Ángel Roba Osorno)
- Martiniano (Isidro Serrano Fabón)
- Miguel Ireneo (Leocadio Rodríguez Nieto)
- Porfirio (Leoncio Pérez Gómez)
- Prisciliano (José Mir Pons)
- Ramón Alberto (Feliciano Ayúcar Eraso)
- Silvio (Victoriano Gómez Gutierrez)
- Santiago (Serafín Zugaldía Lacruz)
- Santiago María (Santiago Sáiz Martínez)
- Santos (Santos Escudero Miguel)
- Teódulo (Lucio Zudarie Aramendia)
- Víctor Conrado (José Ambrós Dejuán)
- Victorino José (José Blanch Roca)
- Vito José (José Miguel Elola Arruti)
- Vivencio (Juan Núñez Casado)
- Vulfrano (Ramón Mill Arán)
Bernardo (Plácido Fábrega Juliá), Marista
Diocesi di Burgos
Decreto sul martirio: 22 giugno 2004
93488 - Bernardo (Plácido Fábrega Juliá)
95753 Ovidio Bertrán (Esteban Anunciabay Letona) e 4 compagni lasalliani , e José María Cánovas Martínez, sac. dioc.
Diocesi di Cartegna
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
95757 - Ovidio Beltrán (Esteban Anuncibay Letona), F.S.C.
95759 - Hermenegildo Lorenzo (Modesto Sáez Manzanares), F.S.C.
95761 - Luciano Pablo (Germán García García), F.S.C.
95758 - Estanislao Víctor (Augusto Cordero Fernández), F.S.C.
95760 - Lorenzo Santiago (Emilio Martínez de la Pera y Álava), F.S.C.
95756 - José María Cánovas Martínez, Sac. Dioc.
95739 Narciso de Esténaga y Echevarría, vescovo, 4 sac. dioc., 5 lasalliani e 1 laico
Diocesi di Ciudad Real
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
95741 - Narciso Estenaga Echevarría, Vescovo
95742 - Julio Melgar Salgado, Sac. Dioc.
95744 - Félix González Bustos, Sac. Dioc.
95745 - Pedro Buitrago Morales, Sac. Dioc.
95746 - Justo Arévalo y Mora, Sac. Dioc.
95706 - María Refugio de San Ángelo, C.M.
95705 - Daniela de San Bernabé, C.M.
95705 - Gabriela de San Juan de la Cruz, C.M.
92647 Antero Mateo García, laico, e 11 compagni domenicani
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 19 dicembre 2005
94421 - Antero Mateo García, Laico
94422 - Miguel Peiró Victori, Laico
- Josefina Sauleda Paulis, O.P.
- María del Camen Zaragoza Zaragoza, O.P.
- María Rosa Adrover Martí, O.P.
- Ramona Fossas Románs, O.P.
- Adelfa Soro Bo, O.P.
- Teresa Prats Martí, O.P.
- Otilia Alonso González, O.P.
- Ramona Perramón Vila, O.P.
- Reginalda Reginalda Picas Planas, O.P.
- Rosa Jutglar Gallart, O.P.
95708 Simò Reynés Solivellas, M.SS.CC. e 3 compagni; 2 F.H.M. e Prudencia Canyelles y Ginestá, laica
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
95713 - Simò Reynes Solivellas, M.SS.CC.
95713 - Miquel Pons Ramis, M.SS.CC.
95713 - Francésc Mayol Oliver, M.SS.CC.
95710 - Pau Noguera Trias, M.SS.CC.
95712 - Catalina Caldés Socias, O.F.M.
95711 - Miquela Rullan Ribot, O.F.M.
95709 - Prudencia Canyelles Ginesta, Laica
93919 Ángel María Prat Hostench e 16 compagni, carmelitani dell’antica osservanza
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
- Ángel María Prat Hostench
- Eliseo María Maneus Besalduch
- Anastasio María Dorca Coromina
- Eduardo María Serrano Buj
- Pedro Ferrer Marín
- Andrés Corsino M. Solé Rovira
- Miguel María Solér Sala
- Juan María Puigmitjá Rubió
- Pedro Tomás María Prat Coldecarrera
- Eliseo M. Fontdecava Quiroga
- José María Escoto Ruiz
- Elías María Garre Egea
- Ludovico María Ayet Canós
- Ángel María Presta Batlle
- Fernando M. Llovera Puigsech
- Eufrosino María Raga Nadal
- María Patrocinio de San José
95752 Laurentino (Mariano Alonso Fuente), Virgilio (Trifón Lacunza Unzu) e 44 compagni maristi
Diocesi di Barcellona
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
- Laurentino (Mariano Alonso Fuente)
- Virgilio, (Trifón Lacunza Unzu)
- Alberto (Nestor Vivar Valdivielso)
- Ángel Andrés (Lucio Izquierdo López)
- Anselmo (Aniceto Falgueras Casellas)
- Antolín (Antonio Roig Alibau)
- Baudillo (Pedro Ciordia Hernández)
- Bernabé (Casimiro Riba Pi)
- Carlos Rafael (Carlos Brengaret, Pujol)
- Dionisio Martín (José Cesari Mercadal)
- Epifanio, (Fernando Suñer Estrach)
- Felipe José (Fermín Latienda Azpilicueta)
- Félix León (Felíx Ayúcar Eraso)
- Fortunato Andrés (Fortunto Ruíz Peña)
- Frumencio (Julio García Galarza)
- Gabriel Eduardo (Segismundo Hidalgo Martínez)
- Gaudencio (Juan Tubau Perello)
- Gil Felipe (Felipe Ruíz Peña)
- Hermógenes (Antonio Badía Andalé)
- Isaías María (Victoriano Martínez Martín)
- Ismael (Nicolás Ran Goñi)
- Jaime Ramón (Jaime Morella Bruguera)
- José Carmelo (Gregorio Faci Molins)
- José Federico (Nicolás Pereda Revuelta)
- Juan Crisóstomo (Juan Pelfort Planell)
- Juan de Mata (Jesús, Mechon Franco)
- Laureano Carlos (Pedro Sitjes Puig)
- Leónides (Jerónimo Messegue Ribera)
- Leopoldo José (Florentino Redondo Insausti)
- Lino Fernando (Victor Gutierrez Gómez)
- Licarión (Ángel Roba Osorno)
- Martiniano (Isidro Serrano Fabón)
- Miguel Ireneo (Leocadio Rodríguez Nieto)
- Porfirio (Leoncio Pérez Gómez)
- Prisciliano (José Mir Pons)
- Ramón Alberto (Feliciano Ayúcar Eraso)
- Silvio (Victoriano Gómez Gutierrez)
- Santiago (Serafín Zugaldía Lacruz)
- Santiago María (Santiago Sáiz Martínez)
- Santos (Santos Escudero Miguel)
- Teódulo (Lucio Zudarie Aramendia)
- Víctor Conrado (José Ambrós Dejuán)
- Victorino José (José Blanch Roca)
- Vito José (José Miguel Elola Arruti)
- Vivencio (Juan Núñez Casado)
- Vulfrano (Ramón Mill Arán)
Bernardo (Plácido Fábrega Juliá), Marista
Diocesi di Burgos
Decreto sul martirio: 22 giugno 2004
93488 - Bernardo (Plácido Fábrega Juliá)
95753 Ovidio Bertrán (Esteban Anunciabay Letona) e 4 compagni lasalliani , e José María Cánovas Martínez, sac. dioc.
Diocesi di Cartegna
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
95757 - Ovidio Beltrán (Esteban Anuncibay Letona), F.S.C.
95759 - Hermenegildo Lorenzo (Modesto Sáez Manzanares), F.S.C.
95761 - Luciano Pablo (Germán García García), F.S.C.
95758 - Estanislao Víctor (Augusto Cordero Fernández), F.S.C.
95760 - Lorenzo Santiago (Emilio Martínez de la Pera y Álava), F.S.C.
95756 - José María Cánovas Martínez, Sac. Dioc.
95739 Narciso de Esténaga y Echevarría, vescovo, 4 sac. dioc., 5 lasalliani e 1 laico
Diocesi di Ciudad Real
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
95741 - Narciso Estenaga Echevarría, Vescovo
95742 - Julio Melgar Salgado, Sac. Dioc.
95744 - Félix González Bustos, Sac. Dioc.
95745 - Pedro Buitrago Morales, Sac. Dioc.
95746 - Justo Arévalo y Mora, Sac. Dioc.
95740 Martiri Lasalliani di Ciudad Real
95747 - Agapito León (Remigio Olalla Aldea), F.S.C.
95748 - Josafat Roque (Urbano Corral González), F.S.C.
95749 - Julio Alfonso (Valeriano Ruíz Peral), F.S.C.
95750 - Dámaso Luis (Antolín Martínez Martínez), F.S.C.
95751 - Ladislao Luis (Isidro Muñoz Antolín), F.S.C.
95748 - Josafat Roque (Urbano Corral González), F.S.C.
95749 - Julio Alfonso (Valeriano Ruíz Peral), F.S.C.
95750 - Dámaso Luis (Antolín Martínez Martínez), F.S.C.
95751 - Ladislao Luis (Isidro Muñoz Antolín), F.S.C.
95743 - Álvaro Santos Cejudo, Laico
Cruz Laplana y Laguna, Vescovo, e Fernando Español Berdié, Sac. Dioc.
Diocesi di Cuenca
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
93497 - Cruz Laplana y Laguna, Vescovo
93497 - Fernando Español, Sac. Dioc.
94959 María del Carmen, María Rosa y Magdalena Fradera Ferragutcasas, C.M.F.
Diocesi di Gerona
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
- María del Carmen Fradera Ferragutcasas
- María Rosa Fradera Ferragutcasas
- Magdalena Fradera Ferragutcasas
95727 Mariano de San José (Altolaguirre) e 9 compagni trinitari
Diocesi di Jaén e Cuenca
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
95731 - Mariano de San José (Santiago Altolaguirre Altolaguirre)
95730 - José de Jesús María (José Vicente Hormaechea y Apoitia)
95732 - Prudencio de la Cruz (Prudencio Gueréquiz y Guezuraga)
95732 - Segundo de Santa Teresa (Segundo García y Cabezas)
95729 - Juan de Jesús María (Juan Otazua y Madariaga)
95733 - Luis de San Miguel de los Santos (Luis de Erdoiza y Zamalloa)
95733 - Melchor del Espíritu Santo (Melchor Rodríguez Villastrigo)
95733 - Santiago de Jesús (Santiago Arriaga y Arrien)
95733 - Juan de la Virgen del Castellar (Juan Francisco Joya y Corralero)
95728 - Francisca de la Encarnación (María Francisca Espejo y Martos)
95735 Manuela Arriola del Corazón de Jesús, A.A.S.C., e 22 compagne
Diocesi di Madrid
Decreto sul martirio: 1° giugno 2007
95736 - Manuela del Sagrado Corazón (Manuela Arriola Uranga)
95737 - Blasa de María (Juana Pérez de Labeaga García)
95738 - Lucila María de Jesús (Lucía González García)
- Rosaura de María (Rosa López Brochier)
- Casta de Jesús (Teresa Vives y Missé)
- Borja de Jesús (Mª Zenona Aranzábal Barrutia)
- Luisa de la Eucaristía (Luisa Pérez Andriá)
- María de la Presentación (María García Ferreiro)
- Sulpicia del Buen Pastor (Dionisia Rodríguez de Anta)
- Belarmina de Jesús (Belarmina Pérez Martínez)
- Mª Dolores de la Santísima Trinidad (Mª Dolores Hernández Santorcuato)
- Mª Dolores de Jesús Crucificdo (Mª Dolores Monzón Rosales)
- Máxima de San José (Emilia Echeverría Fernández)
- Prima de Jesús ( Mª Prima Ipiña Malzárraga)
- Sinforosa de la Sagrada Familia (Sinforosa Díaz Fernández)
- Purificación de María (Purificación Martínez Vera)
- Josefa de Jesús (Josefa Boix Riera)
- Herlinda (Aúrea González Fernández)
- Ángeles (Mercedes Tuní Ustech)
- Ruperta (Concepción Vázquez Áreas)
- Felipa (Felipa Gutiérrez Garay)
- Cecilia (Concepción Iglesias del Campo)
- Magdalena (Magdalena Pérez)
93503 Avelino Rodríguez Alonso e 97 confratelli agostiniani, 5 sac. dioc. e 1 diacono
Diocesi di Madrid, Cuenca, Oviedo
Decreto sul martirio: 1° giugno 2007
- Avelino Rodríguez Alonso, O.S.A.
- Benito Alcalde González, O.S.A.
- Bernardino Álvarez Melcón, O.S.A.
- Manuel Álvarez Rego de Seves, O.S.A.
- Juan Baldajos Pérez, O.S.A.
- Senén García González, O.S.A.
- Samuel Pajares García, O.S.A.
- José Peque Iglesias, O.S.A.
- Marcos Pérez Andrés, O.S.A.
- Lucinio Ruiz Valtierra, O.S.A.
- Balbino Villarroel Villarroel, O.S.A.
- Sabino Rodrigo Fierro, O.S.A.
- Antonio María Arriaga Anduiza, O.S.A.
- Ramiro Alonso López, O.S.A.
- Dámaso Arconada Merino, O.S.A.
- Luis Abia Melendro, O.S.A.
- Bernardino Calle Franco, O.S.A.
- Pedro Carbajal Pereda, O.S.A.
- Miguel Cerezal Calvo, O.S.A.
- Víctor Cuesta Villalba, O.S.A.
- José Dalmau Regas, O.S.A.
- Nemesio Díez Fernández, O.S.A.
- José Joaquín Esnaola Urteaga, O.S.A.
- Matías Espeso Cuevas, O.S.A.
- José Agustín Fariña Castro, O.S.A.
- Francisco Fuente Puebla, O.S.A.
- José Gando Uña, O.S.A.
- Joaquín García Ferrero, O.S.A.
- Arturo García de la Fuente, O.S.A.
- Nemesio García Rubio, O.S.A.
- Esteban García Suárez, O.S.A.
- Benito Garnelo Álvarez, O.S.A.
- Gerardo Gil Leal, O.S.A.
- Marcos Guerrero Prieto, O.S.A.
- Miguel Iturraran Laucirica, O.S.A.
- Jesús Largo Manrique, O.S.A.
- José López Piteira, O.S.A.
- Constantino Malumbres Francés, O.S.A.
- Francisco Marcos del Río, O.S.A.
- Ricardo Marcos Reguero, O.S.A.
- Julio Marcos Rodríguez, O.S.A.
- Julio María Fincias, O.S.A.
- Román Martín Mata, O.S.A.
- Melchor Martínez Antuña, O.S.A.
- Pedro Martínez Ramos, O.S.A.
- Isidro Mediavilla Campos, O.S.A.
- Heliodoro Merino Merino, O.S.A.
- Juan Monedero Fernández, O.S.A.
- José Noriega González, O.S.A.
- Gerardo Pascual Mata, O.S.A.
- José Antonio Pérez García, O.S.A.
- Agustín Renedo Martínocia, O.S.A.
- Mariano Revilla Rico, O.S.A.
- Benito Rodríguez González, O.S.A.
- Conrado Rodríguez Gutiérrez, O.S.A.
- Macario Sánchez López, O.S.A.
- Tomás Sánchez López, O.S.A.
- Juan Sánchez Sánchez, O.S.A.
- Pedro Simón Ferrero, O.S.A.
- Luis Suárez Valdés, O.S.A.
- Dionisio Terceño Vicente, O.S.A.
- Máximo Valle García, O.S.A.
- Pedro de la Varga Delgado, O.S.A.
- Benito Velasco Velasco, O.S.A.
- Julián Zarco Cuevas, O.S.A.
- José Gutiérrez Arranz, O.S.A.
- José Aurelio Calleja del Hierro, O.S.A.
- Enrique Serra Chorro, O.S.A.
- Antolín Astorga Díaz, O.S.A.
- Jacinto Martínez Ayuela, O.S.A.
- Nicolás de Mier Francisco, O.S.A.
- Lorenzo Arribas Palacio, O.S.A.
- Primitivo Sandín Miñambres, O.S.A.
- Pedro Alonso Fernández, O.S.A.
- Froilán Lanero Villadangos, O.S.A.
- Vicente Toledano Valenciano, Sac. Dioc.
- Severino Montes Fernández, O.S.A.
- Florencio Alonso Ruiz, O.S.A.
- Juan Pérez Rodríguez, O.S.A.
- Vidal Ruiz Vallejo, O.S.A.
- Claudio Julián García San Roma, O.S.A.
- Leoncio Lope García, O.S.A.
- Miguel Sanrromán Fernández, O.S.A.
- Eugenio Cernuda Ferrero, O.S.A.
- Epifanio Gómez Álvaro, O.S.A.
- Manuel Formigo Giráldez, O.S.A.
- Fortunato Merino Vegas, O.S.A.
- Luis Gutiérrez Calvo, O.S.A.
- Diego Hompanera París, O.S.A.
- Enrique Vidaurreta Palma, Sac. Dioc.
95471 - Juan Duarte Martín, Diacono
- Gabino Olaso Zabala, O.S.A.
- Ángel Pérez Santos, O.S.A.
- Víctor Gaitero González, O.S.A.
- Anastasio Díez García, O.S.A.
- Cipriano Polo García, O.S.A.
- Emilio Camino Noval, O.S.A.
- Felipe Barba Chamorro, O.S.A.
- Luis Blanco Álvarez, O.S.A.
- Luciano Ramos Villafruela, O.S.A.
- Ubaldo Revilla Rodríguez, O.S.A.
- Ribogerto A. de Anta y de Barrio, Sac. Dioc.
- Fortunato Arias Sánchez, Sac. Dioc.
- Miguel Díaz Sánchez, Sac. Dioc.
93504 Enrique Saiz Aparicio, salesiano, e 62 Compagni
Diocesi di Madrid e Siviglia
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
92168 - Enrique Sáiz Aparicio, S.D.B.
94002 - Félix González Tejedor, S.D.B.
94003 - Germán Martín Martín, S.D.B.
94004 - José Villanova Tormo, S.D.B.
94008 - Pío Conde Conde, S.D.B.
94005 - Miguel Lasaga Carazo, S.D.B.
94006 - Andrés Jiménez Galera, S.D.B.
- Luis Martínez Alvarellos, S.D.B.
- Juan Larragueta Garay, S.D.B.
- Pascual de Castro Herrera, S.D.B.
- Virgilio Edreira Mosquera, S.D.B.
- Francisco Edreira Mosquera, S.D.B.
- Pedro Artolozaga Mellique, S.D.B.
- Manuel Borrajo Míguez, S.D.B.
- Justo Juanes Santos, S.D.B.
94034 - Heliodoro Ramos García, S.D.B.
94033 - Esteban Vázquez Alonso, S.D.B.
94025 - Pablo García Sánchez, S.D.B.
94026 - Valentín Gil Arribas, S.D.B.
94032 - Anastasio Garzón González, S.D.B.
94029 - Francisco José Martín López de Arroyave, S.D.B.
94031 - Ramón Eirín Mayo, S.D.B.
- Juan de Mata Díez, Laico
93997 - Salvador Fernández Pérez, S.D.B.
94001 - Sabino Hernández Laso, S.D.B.
94007 - Andrés Gómez Sáez, S.D.B.
94036 - Carmelo Juan Pérez Rodríguez, S.D.B.
- Esteban Cobo Sanz, S.D.B.
- Manuel Martín Pérez, S.D.B.
- Teódulo González Fernández, S.D.B.
- Victoriano Fernández Reinoso, S.D.B.
- Florencio Rodríguez Guemes, S.D.B.
94023 - Dionisio Ullívarri Barajuán, S.D.B.
94022 - Mateo Garolera Masferrer, S.D.B.
94028 - José María Celaya Badiola, S.D.B.
94024 - Nicolás de la Torre Merino, S.D.B.
94030 - Emilio Arce Díez, S.D.B.
94035 - Antonio Cid Rodríguez, S.D.B.
94027 - Juan Codera Marqués, S.D.B.
- Tomás Gil de la Cal, S.D.B.
- Higinio de Mata Díez, S.D.B.
- Federico Cobo Sanz, S.D.B.
- Antonio Torrero Luque, S.D.B.
- Antonio Fernández Camacho, S.D.B.
- Manuel Fernández Ferro, S.D.B.
- Juan Luis Hernández Medina, S.D.B.
- Antonio Rodríguez Blanco, Sac. Dioc.
49050 - Bartolomé Blanco Márquez, Laico
- José Limón Limón, S.D.B.
- Antonio Enrique Canut Isús, S.D.B.
- Miguel Molina de la Torre, S.D.B.
- Pablo Caballero López, S.D.B.
- Antonio Mohedano Larriva, S.D.B.
- Francisco Míguez Fernández, S.D.B.
- Félix Paco Escartín, S.D.B.
- Manuel Gómez Contioso, S.D.B.
- Antonio Pancorbo López, S.D.B.
- Honorio Hernández Martín, S.D.B.
- Tomás Alonso Sanjuán, S.D.B.
- Esteban García García, S.D.B.
- Rafale Rodríguez Mesa, S.D.B.
- José Blanco Delgado, S.D.B.
93994 - Teresa Cejudo Redondo, Laica
Buenaventura García Paredes, domenicano, Miguel Léibar Garay, marianista, e 40 compagni
Diocesi di Madrid
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
Cruz Laplana y Laguna, Vescovo, e Fernando Español Berdié, Sac. Dioc.
Diocesi di Cuenca
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
93497 - Cruz Laplana y Laguna, Vescovo
93497 - Fernando Español, Sac. Dioc.
94959 María del Carmen, María Rosa y Magdalena Fradera Ferragutcasas, C.M.F.
Diocesi di Gerona
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
- María del Carmen Fradera Ferragutcasas
- María Rosa Fradera Ferragutcasas
- Magdalena Fradera Ferragutcasas
95727 Mariano de San José (Altolaguirre) e 9 compagni trinitari
Diocesi di Jaén e Cuenca
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
95731 - Mariano de San José (Santiago Altolaguirre Altolaguirre)
95730 - José de Jesús María (José Vicente Hormaechea y Apoitia)
95732 - Prudencio de la Cruz (Prudencio Gueréquiz y Guezuraga)
95732 - Segundo de Santa Teresa (Segundo García y Cabezas)
95729 - Juan de Jesús María (Juan Otazua y Madariaga)
95733 - Luis de San Miguel de los Santos (Luis de Erdoiza y Zamalloa)
95733 - Melchor del Espíritu Santo (Melchor Rodríguez Villastrigo)
95733 - Santiago de Jesús (Santiago Arriaga y Arrien)
95733 - Juan de la Virgen del Castellar (Juan Francisco Joya y Corralero)
95728 - Francisca de la Encarnación (María Francisca Espejo y Martos)
95735 Manuela Arriola del Corazón de Jesús, A.A.S.C., e 22 compagne
Diocesi di Madrid
Decreto sul martirio: 1° giugno 2007
95736 - Manuela del Sagrado Corazón (Manuela Arriola Uranga)
95737 - Blasa de María (Juana Pérez de Labeaga García)
95738 - Lucila María de Jesús (Lucía González García)
- Rosaura de María (Rosa López Brochier)
- Casta de Jesús (Teresa Vives y Missé)
- Borja de Jesús (Mª Zenona Aranzábal Barrutia)
- Luisa de la Eucaristía (Luisa Pérez Andriá)
- María de la Presentación (María García Ferreiro)
- Sulpicia del Buen Pastor (Dionisia Rodríguez de Anta)
- Belarmina de Jesús (Belarmina Pérez Martínez)
- Mª Dolores de la Santísima Trinidad (Mª Dolores Hernández Santorcuato)
- Mª Dolores de Jesús Crucificdo (Mª Dolores Monzón Rosales)
- Máxima de San José (Emilia Echeverría Fernández)
- Prima de Jesús ( Mª Prima Ipiña Malzárraga)
- Sinforosa de la Sagrada Familia (Sinforosa Díaz Fernández)
- Purificación de María (Purificación Martínez Vera)
- Josefa de Jesús (Josefa Boix Riera)
- Herlinda (Aúrea González Fernández)
- Ángeles (Mercedes Tuní Ustech)
- Ruperta (Concepción Vázquez Áreas)
- Felipa (Felipa Gutiérrez Garay)
- Cecilia (Concepción Iglesias del Campo)
- Magdalena (Magdalena Pérez)
93503 Avelino Rodríguez Alonso e 97 confratelli agostiniani, 5 sac. dioc. e 1 diacono
Diocesi di Madrid, Cuenca, Oviedo
Decreto sul martirio: 1° giugno 2007
- Avelino Rodríguez Alonso, O.S.A.
- Benito Alcalde González, O.S.A.
- Bernardino Álvarez Melcón, O.S.A.
- Manuel Álvarez Rego de Seves, O.S.A.
- Juan Baldajos Pérez, O.S.A.
- Senén García González, O.S.A.
- Samuel Pajares García, O.S.A.
- José Peque Iglesias, O.S.A.
- Marcos Pérez Andrés, O.S.A.
- Lucinio Ruiz Valtierra, O.S.A.
- Balbino Villarroel Villarroel, O.S.A.
- Sabino Rodrigo Fierro, O.S.A.
- Antonio María Arriaga Anduiza, O.S.A.
- Ramiro Alonso López, O.S.A.
- Dámaso Arconada Merino, O.S.A.
- Luis Abia Melendro, O.S.A.
- Bernardino Calle Franco, O.S.A.
- Pedro Carbajal Pereda, O.S.A.
- Miguel Cerezal Calvo, O.S.A.
- Víctor Cuesta Villalba, O.S.A.
- José Dalmau Regas, O.S.A.
- Nemesio Díez Fernández, O.S.A.
- José Joaquín Esnaola Urteaga, O.S.A.
- Matías Espeso Cuevas, O.S.A.
- José Agustín Fariña Castro, O.S.A.
- Francisco Fuente Puebla, O.S.A.
- José Gando Uña, O.S.A.
- Joaquín García Ferrero, O.S.A.
- Arturo García de la Fuente, O.S.A.
- Nemesio García Rubio, O.S.A.
- Esteban García Suárez, O.S.A.
- Benito Garnelo Álvarez, O.S.A.
- Gerardo Gil Leal, O.S.A.
- Marcos Guerrero Prieto, O.S.A.
- Miguel Iturraran Laucirica, O.S.A.
- Jesús Largo Manrique, O.S.A.
- José López Piteira, O.S.A.
- Constantino Malumbres Francés, O.S.A.
- Francisco Marcos del Río, O.S.A.
- Ricardo Marcos Reguero, O.S.A.
- Julio Marcos Rodríguez, O.S.A.
- Julio María Fincias, O.S.A.
- Román Martín Mata, O.S.A.
- Melchor Martínez Antuña, O.S.A.
- Pedro Martínez Ramos, O.S.A.
- Isidro Mediavilla Campos, O.S.A.
- Heliodoro Merino Merino, O.S.A.
- Juan Monedero Fernández, O.S.A.
- José Noriega González, O.S.A.
- Gerardo Pascual Mata, O.S.A.
- José Antonio Pérez García, O.S.A.
- Agustín Renedo Martínocia, O.S.A.
- Mariano Revilla Rico, O.S.A.
- Benito Rodríguez González, O.S.A.
- Conrado Rodríguez Gutiérrez, O.S.A.
- Macario Sánchez López, O.S.A.
- Tomás Sánchez López, O.S.A.
- Juan Sánchez Sánchez, O.S.A.
- Pedro Simón Ferrero, O.S.A.
- Luis Suárez Valdés, O.S.A.
- Dionisio Terceño Vicente, O.S.A.
- Máximo Valle García, O.S.A.
- Pedro de la Varga Delgado, O.S.A.
- Benito Velasco Velasco, O.S.A.
- Julián Zarco Cuevas, O.S.A.
- José Gutiérrez Arranz, O.S.A.
- José Aurelio Calleja del Hierro, O.S.A.
- Enrique Serra Chorro, O.S.A.
- Antolín Astorga Díaz, O.S.A.
- Jacinto Martínez Ayuela, O.S.A.
- Nicolás de Mier Francisco, O.S.A.
- Lorenzo Arribas Palacio, O.S.A.
- Primitivo Sandín Miñambres, O.S.A.
- Pedro Alonso Fernández, O.S.A.
- Froilán Lanero Villadangos, O.S.A.
- Vicente Toledano Valenciano, Sac. Dioc.
- Severino Montes Fernández, O.S.A.
- Florencio Alonso Ruiz, O.S.A.
- Juan Pérez Rodríguez, O.S.A.
- Vidal Ruiz Vallejo, O.S.A.
- Claudio Julián García San Roma, O.S.A.
- Leoncio Lope García, O.S.A.
- Miguel Sanrromán Fernández, O.S.A.
- Eugenio Cernuda Ferrero, O.S.A.
- Epifanio Gómez Álvaro, O.S.A.
- Manuel Formigo Giráldez, O.S.A.
- Fortunato Merino Vegas, O.S.A.
- Luis Gutiérrez Calvo, O.S.A.
- Diego Hompanera París, O.S.A.
- Enrique Vidaurreta Palma, Sac. Dioc.
95471 - Juan Duarte Martín, Diacono
- Gabino Olaso Zabala, O.S.A.
- Ángel Pérez Santos, O.S.A.
- Víctor Gaitero González, O.S.A.
- Anastasio Díez García, O.S.A.
- Cipriano Polo García, O.S.A.
- Emilio Camino Noval, O.S.A.
- Felipe Barba Chamorro, O.S.A.
- Luis Blanco Álvarez, O.S.A.
- Luciano Ramos Villafruela, O.S.A.
- Ubaldo Revilla Rodríguez, O.S.A.
- Ribogerto A. de Anta y de Barrio, Sac. Dioc.
- Fortunato Arias Sánchez, Sac. Dioc.
- Miguel Díaz Sánchez, Sac. Dioc.
93504 Enrique Saiz Aparicio, salesiano, e 62 Compagni
Diocesi di Madrid e Siviglia
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
92168 - Enrique Sáiz Aparicio, S.D.B.
94002 - Félix González Tejedor, S.D.B.
94003 - Germán Martín Martín, S.D.B.
94004 - José Villanova Tormo, S.D.B.
94008 - Pío Conde Conde, S.D.B.
94005 - Miguel Lasaga Carazo, S.D.B.
94006 - Andrés Jiménez Galera, S.D.B.
- Luis Martínez Alvarellos, S.D.B.
- Juan Larragueta Garay, S.D.B.
- Pascual de Castro Herrera, S.D.B.
- Virgilio Edreira Mosquera, S.D.B.
- Francisco Edreira Mosquera, S.D.B.
- Pedro Artolozaga Mellique, S.D.B.
- Manuel Borrajo Míguez, S.D.B.
- Justo Juanes Santos, S.D.B.
94034 - Heliodoro Ramos García, S.D.B.
94033 - Esteban Vázquez Alonso, S.D.B.
94025 - Pablo García Sánchez, S.D.B.
94026 - Valentín Gil Arribas, S.D.B.
94032 - Anastasio Garzón González, S.D.B.
94029 - Francisco José Martín López de Arroyave, S.D.B.
94031 - Ramón Eirín Mayo, S.D.B.
- Juan de Mata Díez, Laico
93997 - Salvador Fernández Pérez, S.D.B.
94001 - Sabino Hernández Laso, S.D.B.
94007 - Andrés Gómez Sáez, S.D.B.
94036 - Carmelo Juan Pérez Rodríguez, S.D.B.
- Esteban Cobo Sanz, S.D.B.
- Manuel Martín Pérez, S.D.B.
- Teódulo González Fernández, S.D.B.
- Victoriano Fernández Reinoso, S.D.B.
- Florencio Rodríguez Guemes, S.D.B.
94023 - Dionisio Ullívarri Barajuán, S.D.B.
94022 - Mateo Garolera Masferrer, S.D.B.
94028 - José María Celaya Badiola, S.D.B.
94024 - Nicolás de la Torre Merino, S.D.B.
94030 - Emilio Arce Díez, S.D.B.
94035 - Antonio Cid Rodríguez, S.D.B.
94027 - Juan Codera Marqués, S.D.B.
- Tomás Gil de la Cal, S.D.B.
- Higinio de Mata Díez, S.D.B.
- Federico Cobo Sanz, S.D.B.
- Antonio Torrero Luque, S.D.B.
- Antonio Fernández Camacho, S.D.B.
- Manuel Fernández Ferro, S.D.B.
- Juan Luis Hernández Medina, S.D.B.
- Antonio Rodríguez Blanco, Sac. Dioc.
49050 - Bartolomé Blanco Márquez, Laico
- José Limón Limón, S.D.B.
- Antonio Enrique Canut Isús, S.D.B.
- Miguel Molina de la Torre, S.D.B.
- Pablo Caballero López, S.D.B.
- Antonio Mohedano Larriva, S.D.B.
- Francisco Míguez Fernández, S.D.B.
- Félix Paco Escartín, S.D.B.
- Manuel Gómez Contioso, S.D.B.
- Antonio Pancorbo López, S.D.B.
- Honorio Hernández Martín, S.D.B.
- Tomás Alonso Sanjuán, S.D.B.
- Esteban García García, S.D.B.
- Rafale Rodríguez Mesa, S.D.B.
- José Blanco Delgado, S.D.B.
93994 - Teresa Cejudo Redondo, Laica
Buenaventura García Paredes, domenicano, Miguel Léibar Garay, marianista, e 40 compagni
Diocesi di Madrid
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
95766 Martiri Domenicani di Madrid
94043 - Buenaventura García Paredes, O.P.
- Alfredo Fanjul Acebal, O.P.
- Félix Alonso Muñiz, O.P.
- Juan Mendibelzúa Ocerin, O.P.
- José Gafo Muñiz, O.P.
- José López Tascón, O.P.
- Reginaldo Hernández Ramírez, O.P.
- Vicente Álvarez Cienfuegos, O.P.
- Vicente Peña Ruiz, O.P.
- Vicente Rodríguez Fernández, O.P.
- Vidal Luis Gómara, O.P.
- Antonio Varona Ortega, O.P.
- Amado Cubeñas Diego-Madrazo, O.P.
- Cipriano Alguacil Torredenaida, O.P.
- Eduardo González Santo Domingo, O.P.
- Manuel Moreno Martínez, O.P.
- Higinio Roldán Iriberri, O.P.
- Inocencio García Díez, O.P.
- Juan Crespo Calleja, O.P.
- Juan Herrero Arroyo, O.P.
- José Luis Palacio Muñiz, O.P.
- José Santonja Pinsach, O.P.
- Leoncio Arce Urrutia, O.P.
- Maximino Fernández Marínas, O.P.
- Teófilo Montes Calvo, O.P.
- Víctor García Ceballos, O.P.
- Jesús Villaverde Andrés, O.P.
- Isabelino Carmona Fernández, O.P.
- Jacinto García Riesco, O.P.
- Luis Furones Furones (Arenas), O.P.
- Manuel Álvarez Álvarez, O.P.
- José María López Carrillo, O.P.
- Nicasio Romo Rubio, O.P.
- Pedro Ibañez Alonso, O.P.
- Manuel Santiago Santiago, O.P.
- José Delgado Pérez, O.P.
- Francisco Fernández Escosura, O.P.
- José Prieto Fuentes, O.P.
- Alfredo Fanjul Acebal, O.P.
- Félix Alonso Muñiz, O.P.
- Juan Mendibelzúa Ocerin, O.P.
- José Gafo Muñiz, O.P.
- José López Tascón, O.P.
- Reginaldo Hernández Ramírez, O.P.
- Vicente Álvarez Cienfuegos, O.P.
- Vicente Peña Ruiz, O.P.
- Vicente Rodríguez Fernández, O.P.
- Vidal Luis Gómara, O.P.
- Antonio Varona Ortega, O.P.
- Amado Cubeñas Diego-Madrazo, O.P.
- Cipriano Alguacil Torredenaida, O.P.
- Eduardo González Santo Domingo, O.P.
- Manuel Moreno Martínez, O.P.
- Higinio Roldán Iriberri, O.P.
- Inocencio García Díez, O.P.
- Juan Crespo Calleja, O.P.
- Juan Herrero Arroyo, O.P.
- José Luis Palacio Muñiz, O.P.
- José Santonja Pinsach, O.P.
- Leoncio Arce Urrutia, O.P.
- Maximino Fernández Marínas, O.P.
- Teófilo Montes Calvo, O.P.
- Víctor García Ceballos, O.P.
- Jesús Villaverde Andrés, O.P.
- Isabelino Carmona Fernández, O.P.
- Jacinto García Riesco, O.P.
- Luis Furones Furones (Arenas), O.P.
- Manuel Álvarez Álvarez, O.P.
- José María López Carrillo, O.P.
- Nicasio Romo Rubio, O.P.
- Pedro Ibañez Alonso, O.P.
- Manuel Santiago Santiago, O.P.
- José Delgado Pérez, O.P.
- Francisco Fernández Escosura, O.P.
- José Prieto Fuentes, O.P.
95767 Martiri Marianisti di Madrid
- Miguel Léibar Garay, S.M.
- Joaquín Ochoa Salazar, S.M.
- Sabino Ayastuy Errasti, S.M.
- Florencio Arnaiz Cejudo, S.M.
95714 Félix Echevarría Gorostiaga e 6 compagni, Frati Minori
Diocesi di Mérida e Badajoz
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
95716 - Félix Echevarría Gorostiaga
95715 - José María Azurmendi Mugarza
95718 - Francisco Carlés González
95717 - Luis Echevarría Gorostiaga
95721 - Simón Miguel Rodríguez
95720 - Miguel Zarragúa Iturriaga
95719 - Antonio Sáez de Ibarra López
95768 Celestino José Alonso Villar e 9 compagni domenicani
Diocesi di Oviedo
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
- Celestino José Alonso Villar
- Santiago Franco Mayo
- Gregorio Díez Pérez
- Abilio Sáiz López
- Miguel Menéndez García
- José María Palacio Montes
- Isidro Ordoñez Díez
- Cristóbal Iturriaga-Echevarría
- Pedro Vega Ponce
- José María Laguía Puerto
Eufrasio del Niño Jesús (Barredo Fernández)
Diocesi di Oviedo
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
93500 - Eufrasio del Niño Jesús (Barredo Fernández), O.C.D.
95769 Enrique Izquierdo Palacios e 13 compagni domenicani
Diocesi di Santander
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
- Enrique Izquierdo Palacios
- Enrique Canal Gómez
- Manuel Gutiérrez Ceballos
- Eliseo Miguel Largo
- Miguel Rodríguez González
- Bernardino Irurzun Otermín
- Eleuterio Marne Mansilla
- Pedro Luis Luis
- José María García Tabar
- Estanislao García Obeso
- Germán Caballero Atienza
- José Menéndez García
- Victoriano Ibáñez Alonso
- Eugenio Andrés Amo
92646 Víctor Chumillas Fernández e 21 compagni, Frati Minori
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 19 dicembre 2005
95724 - Víctor Chumillas Fernández
95724 - Ángel Hernández-Ranera de Diego
95724 - Domingo Alonso de Frutos
95724 - Martín Lozano Tello
95724 - Julián Navío Colado
95724 - Benigno Prieto del Pozo
95724 - Marcelino Ovejero Gómez
95724 - José de Vega Pedraza
95724 - José Álvarez Rodríguez
95724 - Santiago Mate Calzada
95724 - Andrés Majadas Málaga
95724 - Alonso Sánchez Hernández-Raner
95724 - Anastasio González Rodríguez
95724 - Félix Maroto Moreno
95724 - Federico Herrera Bermejo
95724 - Antonio Rodrigo Anton
95724 - Saturnino Río Rojo
95724 - Ramón Tejado Librado
95724 - Vicente Majadas Málaga
95724 - Valentín Díez Serna
95722 - Félix Gómez-Pinto Piñero
95723 - Perfecto Carrascosa Santos
93498 Liberio González Nombela, Sac. Dioc., e 12 compagni
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
- Liberio González Nombela, Sac. Dioc.
- Francisco López-Gasco Fernández- Largo, Sac. Dioc.
- Miguel Beato Sánchez, Sac. Dioc.
- Bartolomé Rodríguez Soria, Sac. Dioc.
- Mamerto Carchano Carchano, Sac. Dioc.
- Agrícola Rodríguez G. de los Huertos Sac. Dioc.
- Saturnino Ortega Montealegre, Sac. Dioc.
- Domingo Sánchez Lázaro, Sac. Dioc.
- Joaquín de la Madrid Arespacochaga, Sac. Dioc.
- Justino Alarcón Vera, Sac. Dioc.
- José Polo Benito, Sac. Dioc.
93499 - Francisco Maqueda López, Suddiacono
- Ricardo Pla Espí, Sac. Dioc.
95754 Teodosio Rafael (Diodoro López), F.S.C., e 3 compagni
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
95763 - Teodosio Rafael (Diodoro López Hernando)
95764 - Eustaquio (Luis Villanueva Montoya)
95765 - Carlos Jorge (Dalmacio Bellota Pérez)
95762 - Felipe José (Pedro Juan Álvarez Pérez)
94181 Eusebio del Niño Jesús (Ovidio Fernández Arenillas) e 15 compagni, carmelitani scalzi
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
- Eusebio del Niño Jesús (Ovidio Fernández Arenillas)
- Nazario del Sagrado Corazón (Nazario del Valle González)
- Pedro José de los Sagrados Corazones (Pedro Jiménez Vallejo)
- Ramón de la Virgen del Carmen (José Grijalvo Medel)
- Tirso de Jesús María (Gregorio Sánchez Sancho)
- José Agustín del Santísimo Sacramento (Tomás Mateos Sánchez)
- Hermilo de San Eliseo (Pedro Ramón Rodríguez Calle)
- Eliseo de Jesús Crucificado (Esteban Cuevas Casquero)
- Perfecto de la Virgen del Carmen (Perfecto Domínguez Monge)
- Melchor del Niño Jesús (Melchor Martín Monge)
- Constancio de S. José (José Mata Luis)
- Félix de la Virgen del Carmen (Luis Gómez de Pablo)
- Plácido del Niño Jesús (José Luis Collado Oliver)
- José María de la Dolorosa (Vicente Álamo Jiménez)
- Daniel de la Sagrada Pasión (Daniel Mora Nine)
- Clemente de los Sagrados Corazones (Clemente López Yagüe)
- Joaquín Ochoa Salazar, S.M.
- Sabino Ayastuy Errasti, S.M.
- Florencio Arnaiz Cejudo, S.M.
95714 Félix Echevarría Gorostiaga e 6 compagni, Frati Minori
Diocesi di Mérida e Badajoz
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
95716 - Félix Echevarría Gorostiaga
95715 - José María Azurmendi Mugarza
95718 - Francisco Carlés González
95717 - Luis Echevarría Gorostiaga
95721 - Simón Miguel Rodríguez
95720 - Miguel Zarragúa Iturriaga
95719 - Antonio Sáez de Ibarra López
95768 Celestino José Alonso Villar e 9 compagni domenicani
Diocesi di Oviedo
Decreto sul martirio: 26 giugno 2006
- Celestino José Alonso Villar
- Santiago Franco Mayo
- Gregorio Díez Pérez
- Abilio Sáiz López
- Miguel Menéndez García
- José María Palacio Montes
- Isidro Ordoñez Díez
- Cristóbal Iturriaga-Echevarría
- Pedro Vega Ponce
- José María Laguía Puerto
Eufrasio del Niño Jesús (Barredo Fernández)
Diocesi di Oviedo
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
93500 - Eufrasio del Niño Jesús (Barredo Fernández), O.C.D.
95769 Enrique Izquierdo Palacios e 13 compagni domenicani
Diocesi di Santander
Decreto sul martirio: 16 dicembre 2006
- Enrique Izquierdo Palacios
- Enrique Canal Gómez
- Manuel Gutiérrez Ceballos
- Eliseo Miguel Largo
- Miguel Rodríguez González
- Bernardino Irurzun Otermín
- Eleuterio Marne Mansilla
- Pedro Luis Luis
- José María García Tabar
- Estanislao García Obeso
- Germán Caballero Atienza
- José Menéndez García
- Victoriano Ibáñez Alonso
- Eugenio Andrés Amo
92646 Víctor Chumillas Fernández e 21 compagni, Frati Minori
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 19 dicembre 2005
95724 - Víctor Chumillas Fernández
95724 - Ángel Hernández-Ranera de Diego
95724 - Domingo Alonso de Frutos
95724 - Martín Lozano Tello
95724 - Julián Navío Colado
95724 - Benigno Prieto del Pozo
95724 - Marcelino Ovejero Gómez
95724 - José de Vega Pedraza
95724 - José Álvarez Rodríguez
95724 - Santiago Mate Calzada
95724 - Andrés Majadas Málaga
95724 - Alonso Sánchez Hernández-Raner
95724 - Anastasio González Rodríguez
95724 - Félix Maroto Moreno
95724 - Federico Herrera Bermejo
95724 - Antonio Rodrigo Anton
95724 - Saturnino Río Rojo
95724 - Ramón Tejado Librado
95724 - Vicente Majadas Málaga
95724 - Valentín Díez Serna
95722 - Félix Gómez-Pinto Piñero
95723 - Perfecto Carrascosa Santos
93498 Liberio González Nombela, Sac. Dioc., e 12 compagni
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
- Liberio González Nombela, Sac. Dioc.
- Francisco López-Gasco Fernández- Largo, Sac. Dioc.
- Miguel Beato Sánchez, Sac. Dioc.
- Bartolomé Rodríguez Soria, Sac. Dioc.
- Mamerto Carchano Carchano, Sac. Dioc.
- Agrícola Rodríguez G. de los Huertos Sac. Dioc.
- Saturnino Ortega Montealegre, Sac. Dioc.
- Domingo Sánchez Lázaro, Sac. Dioc.
- Joaquín de la Madrid Arespacochaga, Sac. Dioc.
- Justino Alarcón Vera, Sac. Dioc.
- José Polo Benito, Sac. Dioc.
93499 - Francisco Maqueda López, Suddiacono
- Ricardo Pla Espí, Sac. Dioc.
95754 Teodosio Rafael (Diodoro López), F.S.C., e 3 compagni
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
95763 - Teodosio Rafael (Diodoro López Hernando)
95764 - Eustaquio (Luis Villanueva Montoya)
95765 - Carlos Jorge (Dalmacio Bellota Pérez)
95762 - Felipe José (Pedro Juan Álvarez Pérez)
94181 Eusebio del Niño Jesús (Ovidio Fernández Arenillas) e 15 compagni, carmelitani scalzi
Diocesi di Toledo
Decreto sul martirio: 28 aprile 2006
- Eusebio del Niño Jesús (Ovidio Fernández Arenillas)
- Nazario del Sagrado Corazón (Nazario del Valle González)
- Pedro José de los Sagrados Corazones (Pedro Jiménez Vallejo)
- Ramón de la Virgen del Carmen (José Grijalvo Medel)
- Tirso de Jesús María (Gregorio Sánchez Sancho)
- José Agustín del Santísimo Sacramento (Tomás Mateos Sánchez)
- Hermilo de San Eliseo (Pedro Ramón Rodríguez Calle)
- Eliseo de Jesús Crucificado (Esteban Cuevas Casquero)
- Perfecto de la Virgen del Carmen (Perfecto Domínguez Monge)
- Melchor del Niño Jesús (Melchor Martín Monge)
- Constancio de S. José (José Mata Luis)
- Félix de la Virgen del Carmen (Luis Gómez de Pablo)
- Plácido del Niño Jesús (José Luis Collado Oliver)
- José María de la Dolorosa (Vicente Álamo Jiménez)
- Daniel de la Sagrada Pasión (Daniel Mora Nine)
- Clemente de los Sagrados Corazones (Clemente López Yagüe)
Autore: Fabio Arduino
Note: Per maggiori informazioni consultare il sito dell'Ufficio della Cause dei Santi della Conferenza Episcopale Spagnola: www.conferenciaepiscopal.es/santos/default.htm
Beatriz de Olive, Santa
Il “Menologium cistertiense” di Anversa del 1630, riporta questa santa leggendaria al 6 novembre. Beatrice monaca cistercense di Olive (Morlanwelz, Belgio), prima molto devota alla Vergine, avrebbe tradito la sua vocazione religiosa, abbandonando il suo monastero.
Dopo un lungo peregrinare di quindici anni, ormai pentita, ritornò ad Olive, dove apprese in una visione miracolosa, che la stessa Madonna, l’aveva sostituita durante la lunga assenza, sostenendo in sua vece l’intera Comunità.
Di lei non si sa altro, né il periodo in cui visse; il monastero cistercense di Olive fu fondato nel 1233 mentre alcuni documenti storici come il ‘Menologium’ di Henriquez, attestano l’esistenza di un culto per santa Beatrice di Olive nel secolo XVII; con queste due date si può supporre che sia vissuta fra il XIII e XIV secolo.
Ancora oggi si venerano le sue reliquie nella chiesa parrocchiale di Morlanwelz in Belgio.
Bernardo de Apiano, Beato
Il Beato Bernardo de Apiano, visse nel convento della Mercede di San Martino in Perpignano (Francia). Famoso per la santità della vita, l'osservanza della regola, lo studio e le virtù raggiunse santamente in Cristo la patria celeste.
L'Ordine lo festeggia il 6 novembre.
Demétrio, Santo
San Severo, venerato in Spagna, a Barcellona, dove il suo culto è stato rintracciato, dagli storici, fino al Mille. Pare che fosse Vescovo e che sia morto Martire. Ma non sappiamo in quale epoca, né per mano di quali persecutori. Sappiamo soltanto che con lui suggellò la propria fede con il sangue un contadino di nome Emeterio.
Un po' meglio delineata è la figura di San Demetrio, oggi commemorato, e venerato soprattutto nell'isola di Cipro, dove fu Vescovo. Demetrio è nome greco di chiara origine pagana. Ripete infatti il nome di Demetra, la " madre terra " dei Greci. Ma anche questo nome venne battezzato con il sangue di molti Martiri, sparsi qua e là nei vari calendari. San Demetrio era nato nell'isola di Cipro, mitica patria di Venere, che infatti veniva detta anche Ciprigna. I genitori del futuro Santo, buoni cristiani ma preoccupati della sua umana felicità, lo fecero sposare a soli 15 anni, con una dolce bambina che morì poco dopo il matrimonio.
Allora Demetrio, ancora giovanissimo, si ritirò in un monastero. Con il passare degli anni, inasprì sempre di più la sua vita di quotidiana penitenza, facendosi eremita.
Aveva quarant'anni, e intorno a lui si era creata la fama di prodigioso guaritore di anime e di corpi, quando il Vescovo lo volle suo coadiutore, consacrandolo sacerdote.
Alla morte del Vescovo, Demetrio tornò al monastero, dove venne scelto per abate. Poi, alla morte del nuovo Vescovo, la cattedra di Cipro venne offerta a lui.
Si nascose in una grotta, nota soltanto a un amico. Bisognò frustare quell'amico, per sapere dove Demetrio si fosse celato.
Portato quasi a forza sulla cattedra episcopale, resse per 25 anni il pastorale, con straordinaria pietà e grande saggezza. Morì ottantenne, nel 915. E per quanto, come abbiamo detto, la sua figura non abbia mai raggiunto larga fama ed estesa venerazione, la sua memoria non venne meno nell'isola di Cipro, dove ben quattro località ripetono il nome dell'antico Vescovo santo.
Emanuele della Sacra Famiglia
(Manuel Sanz Domínguez), Beato
Monaco professo e Riformatore dell'Ordine di San Girolamo; nato a Sotodosos (Spagna) nel 1887 e ucciso, in odio alla Fede, a Paracuellos de Jarama (Spagna) tra il 6 e l'8 novembre 1936. Papa Benedetto XVI ha riconosciuto il suo martirio in data 20 dicembre 2012. E' stato beatificato sotto il pontificato di Papa Francesco in data 13 ottobre 2013.
Emiliano da Irlanda, Santo
Per sant'Emiliano, come per tanti altri santi, le testimonianze di un culto sono anteriori alle testimonianze sulla vita. A Faenza esisteva una ecclesia s. Emiliani già nel XII secolo. Un sinodo del 1321 ordina che in tutta la città e nei borghi se ne celebri la festa. Un calendario faentino della prima metà del XV secolo ci attesta che la sua festa era celebrata il 6 novembre e dal 1512 questo giorno diventa di precetto per tutta la città. Con la soppressione Napoleonica la chiesa fu chiusa al culto e le reliquie traslate in Cattedrale.
Tutte le fonti a nostra disposizione (cf. Bibliothca Sanctorum IV, cc.1184-1185) si soffermano soprattutto sul racconto del miracoloso rinvenimento del sepolcro del santo e dei diversi prodigi che sono avvenuti nel corso degli anni. Della sua vita si sa ben poco: Emiliano era un santo vescovo irlandese, il quale venne a Roma per venerarvi le tombe degli Apostoli, ammalandosi nel viaggio di ritorno e morendo a Faenza.
Unico elemento cronologico è quello della sua morte avvenuta prima della conquista di Faenza da parte dei longobardi di Liutprando (740), giacchè furono appunto le rovine causate dalla guerra che fecero perdere la memoria del sepolcro.
Il Lucchesi sostiene che nella zona del ravvenate la presenza di monaci irlandesi venuti per condurvi vita eremitica o per predicare il Vangelo ai popoli germanici o per semplice pellegrinaggio, è cosa nota. Unici elementi certi sulla vita di Emiliano sono la traslazione delle reliquie di un santo dall'esterno della città alla chiesa di San Clemente, ed una seconda a quella di Santa Maia del Conte, che da allora cominciò a chiamarsi anche s.Emiliano. questa seconda traslazione avvenne prima del 1139.
Circa i miracoli narrati nelle fonti, molti autori sono concordi nel ritenere che vi è un ripetersi di luoghi comuni (cf. Bibliotheca Sanctorum, ivi.)
La sua memoria si celebra il 6 novembre, ed è obbligatoria per la città di Faenza. .
Félix de Génova, Santo
La Chiesa genovese nutre una particolare venerazione per alcuni santi che sono stati suoi pastori nella fede: il più celebre è sicuramente il terzo vescovo, San Siro, con il cui nome è universalmente nota la cattedra episcopale della città, poiché il cui culto per motivi a noi ignoti si espanse oltre i confini liguri in altre zone dell’Italia settentrinale.
Oggi si festeggià invece il suo predecessore, San Felice, sulla cui vita sono state tramandate ben poche notizie certe dal punto di vista storico. Visse a cavallo tra il IV ed il V secolo ed fu ricordato in particolare per essere stato padre e maestro di San Siro.
Il suo culto è sempre stato riservato ad un ambito ristrettamente locale, tanto da non essere mai stato citato dal Martyrologium Romanum. L’Arcidiocesi di Genova ha inserito nel calendario liturgico la sua commemorazione in data 6 novembre, unitamente ai santi Valentino e Romolo, che furono rispettivamente il primo ed il quarto vescovo della città.
Le spoglie mortali dei tre santi pastori ricevettero sepoltura nella basilica genovese dei dodici Apostoli, dedicata in seguito a San Siro, ma alcune loro insigni reliquie sono custodite ancora oggi anche nella cattedrale cittadina.
Garcia Darlet, Beato
Grande penitente spagnolo dell'Ordine Mercedario, il Beato Garcia Darlet, offrì se stesso in sacrificio a Dio. Per tutta la sua vita diede testimonianza di un'ardente fede, finché, nel convento di Sant'Eulalia in Pamplona (Spagna), ornato di divine virtù lasciò questo mondo per gioire eternamente nella gloria del Signore.
L'Ordine lo festeggia il 6 novembre.
Mártires Espanhóis Vicenzianos de Gijón- P. Fortunato Velasco Tobar, P. Leôncio Pérez Nebreda, Fr. Luís Aguirre Bilbao,
P. António Carmaniu Mercader, P. Ireneo Rodríguez González, P. Gregório Cermeño Barceló, P. Vicente Vilumbrales Fuente, Fr. Narciso Pascual Pascual, P. Tomás Pallarés Ibánez, Fr. Salustiano González Crespo, P. Pelayo-José Granado Prieto, P. Andrés Avelino Gutiérrez Moral, P. Ricardo Atanes Castro, P. Amado García Sánchez, Beatos
P. FORTUNATO VELASCO TOBAR era nato a Tardajos (Burgos) il 1 giugno1906. Entrò nella Congregazione della Missione il 18 settembre 1923, pronunciando i voti propri dell'Istituto il 19 settembre 1925. Come tanti altri martiri della Congregazione della Missione ricevette gli ordini sacri dalle mani da un altro insigne martire della stessa persecuzione :Cruz Laplana y Laguna, Vescovo di Cuenca. Nella sua prima messa celebrata nella Basílica de la Milagrosa lo assistettero tre suoi fratelli: i PP. Esteban, Luis eMaximino Velasco Tobar, C. M. Fatti gli studi superiori a Londres, fu destinato al collegio apostolico di Teruel, capitale, e poi spostato a Alcorisa (Teruel) nel 1935. Del Servo di Dio è stato detto che nel suo aspetto esteriore appariva un riflesso della felicità che sentiva nel cuore, così come il fervore della sua carità e la delicatezza di coscienza, perchè viveva pienamente la sua vita di sacerdote e missionario.
P. LEONCIO PÉREZ NEBREDA, era nato il 18 marzo 1895 a Villarmentero (Burgos). Entrò nella Congregazione della Missione il 19 agosto 1911 , pronunciando i voti propri dell'Istituto il 1 gennaio 1914. Fu ordinato sacerdote il 10 agosto 1921. Come P. Velasco fu sempre professore del Collegio apostolico della Congregazione, prima a Teruel e poi, dal 1935, ad Alcorisa. Aveva una spiccata intelligenza, ma mai si vantò delle sue buone qualità umane: al contrario, seguendo la teologia cristocentrica del Santo Fondatore, seppe vedere Cristo nella persona di ogni uomo, guadagnandosi così la fama di sacerdote fervoroso e retto.
Fr. LUIS AGUIRRE BILBAO nacque a Munguía (Vizcaya) il 19 agosto 1914. Orfano da bambino, presto sentì la vocazione religiosa. A 17 anni lasciò Guernica (Vizcaya) dove lavorava come meccanico per entrare nel noviziato il 29 giugno 1931,emettendo i voti il 30giugno 1933.Fu destinato al collegio di Alcorisa. Tre anni dopo si meritò la grazia del martirio, congiungendo la fama di santità a quella di innocenza. Qualche mese prima aveva manifestato per iscritto la sua conformità alla volontà di Dio e la sua ferma volontà di dimostrare la fede fino alla offerta della vita.Negli ultimi giorni il Servo di Dio ed il fr. Felipe Barbero, suo compagno di comunità, si scambiarono reciprocamente la raccomandazione delle loro anime.
Fu il prino a donare la vita per Cristo. Il 29 luglio 1936, alle 7 di sera, si riunì la comunità nel Coro per prepararsi a morire. P. Emilio Conde confessò i tre Servi di Dio. Uscirono tutti cercando rifugio, tranne P. Fortunato, che era l'economo, e P. Luis, che rimasero in Casa pensando che potevano essere utili al bene spirituale del popolo. Lo stesso giorno i marxisti assaltarono la Casa, e la presero senza violenza. Presero i due, li separarono e proprio sulla porta si consumò il martirio di Aguirre, che morì gridando: "Viva Cristo Re". Stava per compiere 22 anni.
Intanto P. Fortunato fu portato in carcere con due sacerdoti e altri strappati alle loro comunità religiose. In quella prima notte di prigionia si confessarono tutti e si prepararono alla morte imminente. Li lasciarono invece liberi, ma il Servo di Dio fu arrestato di nuovo il 22 agosto: fu fucilato il 24 agosto 1936. Morì perdonando quelli che lo uccidevano.
P. Leoncio si era diretto verso Saragoza, cercando rifugio. Passò di villaggio in villaggio, ormai stremato. In un villaggio potè dir messa e tornare a ricevere l'assoluzione sacramentale: a Oliete (Teruel) lo riconobbero come religioso e un contandino, fingendo di aiutarlo, lo fece salire su un carretto e lo condusse in cima ad un burrone, a tre chilometri da Oliete, e lì lo uccise a colpi di uno strumento di lavoro dei campi, gettando il corpo dal precipizio. Era il 2 agosto 1936: il giorno seguente l'assassino cominciò a vantarsi raccontando pubblicamente il fatto brutale, con tutti i particolari. Si vantava dicendo che aveva abbattuto un grosso uccello.
P. ANTONIO CARMANIU MERCADER nacque e Rialp (Lérida) il 17 Aprile 1860. Nel 1872 entrò nel seminario diocesano di Seo de Urgel (Lérida) dove fece gli studi ecclesiastici fino al Febbraio 1879 quando passò al Noviziato della Congregazione della Missione, emettendo i voti propri dell'Istituto il 23 Febbraio 1881. Ordinato sacerdote nel 1881 fu destinato a Palma de Mallorca, rivelandosi un grande predicatore nelle Missioni popolari. Ebbe varie destinazioni a Figueras (Gerona), Bellpuig (Lérida) e Barcelona e Rialp, suo paese natale. Eretta la Provincia Canonica a Barcellona, il Servo di Dio vi fu incorporato. Nel 1936 faceva parte della Comunità della Casa Provinciale di Barcellona C/ Provenza 212. Come tutta la Comunità, fu costretto a fuggire di nascosto il 19 luglio 1936, rifugiandosi in varie case di conoscenti. Sentendosi più sicuro nel suo paese, passò a Rialp, col permesso del Superiore P. Ramis. Tuttavia fu perseguitato anche lì, per cui partì per la Francia, pensando di trovare rifugio in qualche Casa della Congregazione: ma fu scoperto e, sopo un periodo di carcerazione, fu martirizzato a causa della sua condizione di sacerdote e missionario il 17 agosto 1937, nel territorio municipale di Llavorsi, diocesi di Urgel, gridando "Viva Cristo Re !". Il Suo cadavere era perforato da 16 colpi di proiettile.
Sei sacerdoti e due fratelli coadiutori formavano la Comunità di Guadalajara. Nella primavera del 1936, furono trasferiti a Murguía (Álava), per metterli in salvo, gli aspiranti e parte dei professori: rimasero nella Casa solo i PP. Ireneo Rodríguez González, Gregorio Cermeño Barceló, Vicente Vilumbrales Fuente e Fr.Narciso Pascual Pascual. I quattro subirono il martirio il 6 dicembre 1936.
P. IRENEO RODRÍGUEZ GONZÁLEZ nacque a Los Balbases (Burgos) il 10 febbraio 1879. Il 2 giugno 1895 fu ammesso nella Congregazione della Missione, ed emise i voti propri dell'Istituto il 3 giugno 1897. Fu ordinato sacerdote il 1 novembre 1903 e immediatamente destinato nelle Filippine, dove eserciterà il suoi ministeri sacerdotali e missionari fino al 1923. Dal 1923 al 1927 ebbe la sua destinazione nella Casa Provinciale di Madrid e dal 1927 al 1931 a Cuba. Nel dicembre 1931 fu destinato al Collegio apostolico di Sigüenza (Guadalajara) dove troverà il martirio. Il tratto saliente della sua personalità era il suo spirito di fede e una simpatia ben orientata nei suoi ministeri. Amabile e condiscendente con tutti, la sua conversazione era sempre amena e gradevole. Buono di carattere, non ebbe mai risentimento con alcuno, ma anzi era sempre disponibile al servizio e per questo era da tutti benvoluto.
P. GREGORIO CERMEÑO BARCELÓ nacque a Saragoza il 9 maggio 1874. Entrò nella Congregazione della Missione il 27 aprile 1892, ed emise i voti propri dell'Istituto il 28 aprile 1894. Ordinato sacerdote l'8 settembre 1899 passò due anni, da professore, nel seminario di Porto-Alegre in Brasile ed ebbe diverse destinazioni in Spagna: l'ultima fu al Collegio apostolico di Guadalajara, nel 1929.
P. VICENTE VILUMBRALES FUENTE nacque a Reinoso de Bureba (Burgos) il 5 aprile 1909. Entrò nella Congregazione della Missione il 14 settembre 1926 ed emise i voti propri dell'Istituto il 27 settembre 1928. Fu ordinato sacerdote il 9 settembre 1934. Dopo un periodo per completare gli studi a Londres e una breve permanenza nella casa Provinciale di Madrid, fu inviato provvisoriamente al Collegio Apostolico di Guadalajara nel febbraio 1936. Lì lo colse la gloriosa morte coi suoi compagni di comunità.
Fr. NARCISO PASCUAL PASCUAL navque a Sarreaus (Orense) l'11 agosto 1917. Entrò nella Congregazione il 26 novembre 1933 e emise i voti propri dell'Istituto, come fratello coadiutore, il 27 novembre 1935 e fu destinato al Seminario di San Pablo de Cuenca. La persecuzione religiosa si manifestò con crudezza a Cuenca il 1 maggio 1936. Espulsa da Cuenca la Comunità dei Vincenziani per ordine governativoe con grandi minacce, il Fr. Pascual si rifugiò per un po' di tempo nel Palazzo Vescovile, per poi andare nella Casa Centrale di Madrid. Fu inviato dai superiori al Collegio apostolico intanto fondato a Guadalajara, dove morì per mano dei nemici della fede, insieme con tre compagni di Comunità, all'età di 19 anni.
Dal rifugio del palazzo Vescovile di Cuenca scrisse ai genitori una lunga e profonda lettera, dove tra l'altro dice: "Io non ho paura di niente di quello che si dice. Sono disposto a tutto, perchè se moriamo, moriamo per la fede in Cristo e professando Cristo, e per la nostra Patria, in difesa del suo santo ideale, e così ci salveremo".
La domenica 26 luglio 1936 i PP. Ireneo Rodríguez González, Gregorio Cermeño Barceló, Vicente Vilumbrales Fuente e Fr. Narciso Pascual Pascual furono incarcerati nella Prigione Centrale di Guadalajara. Tennero un comportamento esemplare tra le più grandi privazioni e vessazioni, insieme con altri sacerdoti e religiosi. Li uccisero tutti nello stesso carcere, nel modo più crudele, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 1936.
Come in molte altre diocesi, il Vescovo di Oviedo aveva affidato alla Congregazione della Missione l'organizzazione e la direzione spirituale del Seminario. Per questo si costituì all'inizio del sec. XX una comunità stabile che nel 1934 risultava composta da 5 sacerdoti ed un fratello codiutore. Tutti furono arrestati durante la persecuzione religiosa che nelle Asturie ebbe la sua massima intensità nell'ottobre 1934: diedero la loro vita per la fede i PP. TOMÁS PALLARÉS IBÁÑEZ E VICENTE PASTOR VICENTE e FR. SALUSTIANO GONZÁLEZ CRESPO, oltre due professori, sacerdoti secolari e sei seminaristi.
P. TOMÁS PALLARÉS IBÁÑEZ nacque a Iglesuela del Cid (Teruel) il 6 marzo 1890, entrò in Congregazione l'8 settembre 1906, pronunciò i voti 9 settembre 1908 e fu ordinato sacerdote a Madrid il 29 agosto 1915. Già nella sua prima destinazione, nelle Canarie, si distinse per per il suo talento, il suo preciso linguaggio dottrinale, la sua grande mortificazione e umiltà. Destinato alla Casa Provinciale, dal 1927 al 1930 visse un intenso tempo di apostolato. Stava per compiere i 40 anni, quando cominciò ad esercitare il suo ministero nel Seminario Diocesano di Oviedo. All'inzio ebbe l'incarico di mayordomo (amministratore) del Seminario e successivamente di direttore spirituale. Nell'ottobre del 1934 era Vice-Rettore, ed era considerato dai sacerdoti che lì si formarono come un vero padre.
Fr. SALUSTIANO GONZÁLEZ CRESPO nacque il 1 maggio1871 a Tapia de la Ribera (León), entrò in Congregazione il 28 ottobre 1894, pronunciò i voti il 29 ottobre 1896. Dal 1900 al 1928 fu destinato alle Canarie. Dopo un periodo nella Casa-Teologado di Cuenxa, in 1930 fu destinato al Seminario Diocesano di Oviedo, disimpegnando i compiti di cuoco e portiere, modello ed esempio di vita soprannaturale, semplicità e abnegazione per tutti i seminaristi che lo conobbero.
Gli altri quattro Servi di Dio della diocesi di Oviedo furono martirizzati nel 1936 e appartenevano alla comunità di Gijón (Asturias). Questi sono i loro nomi: P. PELAYO-JOSÉ GRANADO PRIETO, P. ANDRÉS AVELINO GUTIÉRREZ MORAL, P. RICARDO ATANES CASTRO E P. AMADO GARCÍA SÁNCHEZ.
P. PELAYO-JOSÉ GRANADO PRIETO nacque a Santa María de los Llanos (Cuenca) il 30 luglio 1895, entrò in Congregazione l'8 settembre 1914, pronunciò i voti il 9 settembre 1916 e fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1923. Il suo principale ministero fu la predicazione nelle missioni al popolo, che, nei suoi appunti personali, definì come " un'ambasciata che Dio invia attraverso i suoi ministri per trattare dell'unico affare che è la salvezza dell'anima". Fu destinato in diverse zone dell'Andalusia e a Badajoz fino al 1935, quando fu destinato alla casa di Gijón (Asturias) dove incontrerà il martirio il 27 agosto 1936.
Il martirio di P. Granado è marcato dall'obbedienza. Pauroso di natura, anche perchè aveva il ricordo incancellabile della precedente rivoluzione asturiana (1934) che lo aveva molto impressionato, P. Granado ripeteva spesso: "Ho paura di Gijón". Ciò nonostante non si rifiutò all'obbedienza e accettò la destinazione in Asturias. Uno dei suoi ministeri importanti era la predicazione, tanto nelle missioni popolari che nelle feste liturgiche straordinarie. La Comunità si era impegnata con il Parroco di un paese vicino chiamato La Corrada a predicare il sermone della festa della Vergine del Carmelo, che si celebrava la domenica successiva al 14 luglio, vale a dire il 19 luglio del 1936. Di fronte agli avvenimenti della vigilia, P. Pelayo non nasconde il suo timore, ma ritenendo di dover adempiere al dovere di La Corrada, celebra il sermone e assiste alla processione con una grande folla devota, ma anche con i persecutori della chiesa che minacciano: "Quello che si va a cercare, quello si trova..". Dopo essersi rifugiato per un certo tempo con sacerdoti della zona, senza tralasciare di amministrare i sacramenti a quelli nascosti, fu scoperto e, dopo vari giorni di sofferenze fisiche e morali, lo uccisero nel villaggio vicino, Soto del Barco, buttando il suo corpo a pezzi nel fiume Nalón.
P. ANDRÉS AVELINO GUTIÉRREZ MORAL nacque a Salazar de Amaya (Burgos) il 12 novembre 1886, entrò in Congregazione il 3 luglio 1903, pronunciò i voti il 4 luglio 1905 e fu ordinato sacerdote a Limpias nell'ottobre del 1911.
Sia a Limpias che a Tardajos, a Orense e a Gijón, si distinse per la sua predicazione zelante e ardente nelle missioni popolari, la sua resistenza alle avversità e alle difficoltà del periodo, la sua solida dottrina e la sua grande simpatia verso bambini e anziani. Stava a Gijón dal 1933: aveva dunque vissuto la persecuzione del 1934.
Andarono a prendere P. Avelino nella sua residenza il 25 luglio 1936: egli non nascose il suo nome, nè la sua condizione di sacerdote vincenziano,
Il 3 agosto fu portato con un camion a un villaggio chiamato Sariego, presso Villaviciosa, e da lì lo fecero salire, attraverso cespugli e già molto affaticato, sopra un monte, dove gli spararono varie volte, lasciandolo mezzo morto. Accorsero alcune paesani ad aiutarlo, ma spirò verso le 5 del pomeriggio, dopo un'estenuante agonia. Il parroco del villaggio raccolse per quanto fu possibile le testimonianze dei paesani e così si è potuto documentare perfettamente questi fatti.
P. RICARDO ATANES CASTRO nacque a Cualedro (Orense) il5 maggio 1875, entrò in Congregazione l' 11 maggio 1891, pronunciò i voti il 3 agosto 1893 e fu ordinato sacerdote il 27 maggio 1899.
La sua prima destinazione fu il Messico, dove passò 14 anni alternando l'insegnamento nel Seminario diocesano alla predicazione del vangelo agli indios mayas.
Nel 1914 fu destinato agli Stati Uniti, ritornò in Spagna nel 1924 destinato a Orense e nel 1935 fu inviato alla casa di Gijón (Asturias), da dove andrà incontro al martirio il 14 agosto 1936. Si conserva un suo scritto giovanile a un formatore del seminario, dove racconta il suo lavoro missionario nel Messico e gli parla con allegria della possibilità di morire martire. Si capisce che il formatore gli aveva parlato della relazione tra martirio e attività missionaria, ed il discepolo ora gli raccontava la sua esperienza.
P. Atanes fu portato prigioniero nel carcere improvvisato per religiosi nel Collegio dei Gesuiti di Gijón. Lo inserirono nell'assassinio di massa del 14 agosto, insieme a sette sacerdoti secolari, quattro cappuccini (tre dei quali sacerdoti) e tre gesuiti. La cosa fu preparata come una specie di spettacolo pubblico: furono condotti in pieno giorno su un camion scoperto per le strade di Gijón, esposti alle grida della folla contro i sacerdoti e contro la Chiesa. Li uccisero nello stesso cimitero.
P. AMADO GARCÍA SÁNCHEZ nacque a Moscardón (Teruel) il 29 aprile 1903, entrò in Congregazione il 10 settembre 1917, pronunciò i voti il 30 aprile 1921, avendo compiuto i 18 anni, e fu ordinato sacerdote il 2 maggio 1926, avendone compiuti 23.
Sue prime destinazioni furono Ávila e Granada, sempre impegnato nel ministero delle missioni popolari, particolarmente nei paesi poveri. Nel febbraio del 1929 fu inviato a fondare la casa di Gijón (Asturias) e nel 1935 ne fu nominato Superiore. A Gijón, oltre che delle missioni, si occupava della cappellania delle Figlie della Carità e della direzione spirituale dei vari gruppi delle Figlie di Maria. Queste giovani del Patronato furono quelle che visitarono P. Amado in prigione e ne riconobbero poi il cadavere all'obitorio.
Dopo che fu preso P. Avelino Gutiérrez, si ritrovarono soli nella casa il Superiore, P. Amado García Sánchez, e il Fr. Paulino Jiménez, che era molto anziano. Il 15 agosto P. Amado andò a celebrare la messa in un collegio delle Figlie della Carità di Gijón: qualcuno lo vide e lo denunciò, ma riuscì a salvarsi dalla registrazione.
Le Figlie di Maria gli misero a disposizione le loro case, e restò nascosto qualche giorno. Aveva però lasciato solo nella residenza Fr. Paulino Jiménez e, come Superiore, volle riunirsi a lui. Li presero nei giorni 18 e 19 ottobre, portandoli prigionieri alla Chiesa dei Gesuiti, insieme a molti sacerdoti e religiosi. Nei pochi giorni di prigionia confessò molti e confortò coloro che andavano al martirio. Il 24 ottobre, vigilia di Cristo Re, di pomeriggio, venne il turno di P. Amado García: diede l'arrivederci in cielo a Fr. Paulino, che non fu ucciso perchè anziano, e andò in gruppo ad essere fucilato nel cimitero di Ceares de Gijón. Delle giovani Figlie di Maria trovarono il cadavere di P. Amado e riuscirono a portar via un asciugamano che aveva al collo, impregnato del suo sangue.Questo asciugamano si conserva nel museo dei martiri di Madrid, anche se ne mancano alcuni pezzi che quelle ragazze si divisero, come preziose reliquie.
Tornata la pace, si è potuto riconoscere il cadavere e seppellirlo con la dovuta dignità in una nicchia dei PP. Vincenziani di Gijón.
Autore: Suor Josefina Salvo FdC
Pietro Amelio, Beato
Religioso del convento di Santa Maria in Narbona (Francia), il Beato Pietro Amelio, fu valoroso soldato di Cristo. Combatté ovunque per la propagazione della fede cattolica e per allontanare i nemici del Signore finché celebre per la santità e la dottrina si addormentò in pace.
L'Ordine lo festeggia il 6 novembre.
Valentino de Génova, Beato
La sede episcopale di Genova è universalmente nota come “Cattedra di San Siro”, dal nome del terzo vescovo del capoluogo ligure, il cui culto ha superato per motivi a noi ignoti quello di altri pastori di tale città, espandendosi anche in altre zone dell’Italia settentrinale.
Il protovescovo di Genova fu invece un certo San Valentino, da non confondere assolutamente con l’omonimo patrono degli innamorati festeggiato al 14 febbraio, o comunque egli è il primo di cui sia stato tramandato il nome. Assai poche sono le notizie certe sul suo conto dal punto di vista storico. Visse nel IV secolo e svolse il suo ufficio pastorale con rara prudenza e grande carità, specialmente in favore degli orfani e delle vedove.
Il suo culto è sempre stato riservato ad un ambito ristrettamente locale, tanto da non essere mai stato citato dal Martyrologium Romanum. L’Arcidiocesi di Genova ha inserito nel calendario liturgico la sua commemorazione in data 6 novembre, unitamente ai santi Felice e Romolo, che furono rispettivamente il secondo ed il quarto vescovo della città.
Le spoglie mortali dei tre santi pastori ricevettero sepoltura nella basilica genovese dei dodici Apostoli, dedicata in seguito a San Siro, ma alcune loro insigni reliquie sono custodite ancora oggi anche nella cattedrale cittadina.
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
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MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
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