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sexta-feira, 30 de dezembro de 2016

Nº 2973 - (364 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 30 DE DEZEMBRO DE 2016 - DÉCIMO ANO

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Nº 2973 - (364-2016)

30 de DEZEMBRO de 2016



SANTOS DE CADA DIA

10º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA PARA SEMPRE 
NOSSO SENHOR JESUS CRISTO 
E SUA MÃE MARIA SANTÍSSIMA



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Comemorar e lembrar 
os Santos de cada dia, 
é dever de todo o Católico, 
assim como procurar seguir os seus exemplos
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Félix I, Santo





Em Roma, no cemitério de CALISTO junto à Via Ápia, o sepultamento de São FÉLIX I, papa que regeu a Igreja Romana no tempo do imperador Aureliano. (274)

Hermes de Vidin - Mésia, Santo



Em Vidin, na Mésia, hoje Bulgária, santo HERMES exorcista e mártir. (séc. III)

Anísio da Tessalónica, Santo



Comemoração de Santo ANÍSIO bispo de Tessalónica, hoje na Grécia que no tempo do imperador Teodósio foi constituído pelos Pontífices Romanos vigário apostólico do antigo Ilírico, território dos actuais Balcãs e muito louvado por Santo AMBRÓSIO. (406)



Perpétuo de Tours, Santo



Em Tours, na Gália Lionense, hoje França, São PERPÉTUO bispo que edificou a basílica de São MARTINHO e muitas outras em honra dos Santos e regulamentou na sua Igreja a prática dos jejuns e das vigílias. (491)
   
Jucundo de Aosta, Santo



Em Aosta, nos Alpes Graios, Itália, São JUCUNDO, bispo (502)

Geremaro de Flay, Santo



Em Flay, Beauvais, na Nêustria hoje França, São GEREMARO abade do mosteiro deste lugar por ele fundado. (658)

Egvino de Evesham, Santo



 Em Evesham, Inglaterra, Santo EGVINO bispo que fundou o mosteiro deste lugar. (707)

Rainério dos Abruzos, Santo



Na região dos Vestinos, hoje Abruzos, Itália, São RAINÉRIO bispo de Forcone, cuja virtude na administração dos bens foi louvada pelo papa Alexandre II. (1077)


Rogério da Apúlia, Santo



Em Canne, na Apúlia, Itália, São ROGÉRIO bispo. (SÉC. XII)

Lourenço de Frazzanó, Santo



Em Frazzanó, Sicília, Itália, São LOURENÇO monge segundo a observância dos Padres orientais insigne pela austeridade de vida e incansável pregação. (1162)

Margarida Collona, Beata



Em Palestrina, no Lácio, Itália, a Beata MARGARIDA COLLONA virgem que às riquezas e deleites do século preferiu a pobreza por amor de Cristo, a quem serviu professando a Regra de Santa Clara. (1280)

Eugénia Ravasco, Beata

 


Em Génova, na Ligúria, Itália, a Beata EUGÉNIA RAVASCO virgem que fundou o Instituto das Irmãs Filhas dos Sagrados Corações de Jesus e Maria, ao qual confiou a educação da juventude feminina e a dedicação às necessidades dos enfermos e das crianças. (1900)

João Maria Boccardo, Beato




Em Pancaliéri, Turim, Itália, o beato JOÃO MARIA BOCCARDO presbítero que entre os muitos trabalhos empreendidos para a assistência dos anciãos e dos enfermos e a formação cristã das crianças, fundou a Congregação das Irmãs Pobres Filhas de São Caetano. (1913)






...  e, A i n d a ...



Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe




La festa della Sacra Famiglia nella liturgia cattolica, nel secolo XVII veniva celebrata localmente; papa Leone XIII nel 1895, la fissò alla terza domenica dopo l’Epifania “omnibus potentibus”, ma fu papa Benedetto XV che nel 1921 la estese a tutta la Chiesa, fissandola alla domenica compresa nell’ottava dell’Epifania; papa Giovanni XXIII la spostò alla prima domenica dopo l’Epifania; attualmente è celebrata nella domenica dopo il Natale o, in alternativa, il 30 dicembre negli anni in cui il Natale cade di domenica. 
La celebrazione fu istituita per dare un esempio e un impulso all’istituzione della famiglia, cardine del vivere sociale e cristiano, prendendo a riferimento i tre personaggi che la componevano, figure eccezionali sì ma con tutte le caratteristiche di ogni essere umano e con le problematiche di ogni famiglia. 
Innanzitutto le tre persone che la componevano: Maria la prescelta fra tutte le creature a diventare la corredentrice dell’umanità, che presuppose comunque il suo assenso con l’Annunciazione dell’arcangelo Gabriele. 
Seguì il suo sposalizio con il giusto Giuseppe, secondo i disegni di Dio e secondo la legge ebraica; e conservando la sua verginità, avvertì i segni della gravidanza con la Visitazione a s. Elisabetta, fino a divenire con la maternità, la madre del Figlio di Dio e madre di tutti gli uomini.
E a lei toccò allevare il Divino Bambino con tutte le premure di una madre normale, ma con nel cuore la grande responsabilità per il compito affidatale da Dio e la pena per quanto le aveva profetizzato il vecchio Simeone durante la presentazione al Tempio: una spada ti trafiggerà il cuore.
Infine prima della vita pubblica di Gesù, la troviamo citata nei Vamgeli, che richiama Gesù ormai dodicenne, che si era fermato nel Tempio con i dottori, mentre lei e Giuseppe lo cercavano angosciati da tre giorni.
Giuseppe è l’altro componente della famiglia di Gesù, di lui non si sa molto; i Vangeli raccontano il fidanzamento con Maria, l’avviso dell’angelo per la futura maternità voluta da Dio, con l’invito a non ripudiarla, il matrimonio con lei, il suo trasferirsi con Maria a Betlemme per il censimento, gli episodi connessi alla nascita di Gesù, in cui Giuseppe fu sempre presente.
Fu sempre lui ad essere avvisato in sogno da un angelo, dopo l’adorazione dei Magi, di mettere in salvo il Bambino dalla persecuzione scatenata da Erode il Grande e Giuseppe proteggendo la sua famiglia, li condusse in Egitto al sicuro.
Dopo la morte dello scellerato re, ritornò in Galilea stabilendosi a Nazareth; ancora adempì alla legge ebraica portando Gesù al Tempio per la circoncisione, offrendo per la presentazione alcune tortore e colombe.
La tradizione lo dice falegname, ma il Vangelo lo designa come artigiano; viene ancora menzionato nei testi sacri, che conduce Gesù e Maria a Gerusalemme, e qui con grande apprensione smarrisce Gesù, che aveva dodici anni, ritrovandolo dopo tre giorni che discuteva con i dottori nel Tempio; ritornati a Nazareth, come dice il Vangelo, il Bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la grazia di Dio era sopra di lui.
Di lui non si sa altro, nemmeno della sua morte, avvenuta probabilmente prima della vita pubblica di Gesù, cioè prima dei 30 anni.
La terza persona della famiglia è Gesù; con la sua presenza essa diventa la Sacra Famiglia; anche della sua infanzia non si sa praticamente niente; Egli, il Figlio di Dio, vive nel nascondimento della sua famiglia terrena, ubbidiente a sua madre ed a suo padre, collaborando da grandicello nella bottega di Giuseppe, meraviglioso esempio di umiltà.
Certamente assisté il padre putativo nella sua vecchiaia e morte, come tutti i buoni figli fanno, ubbidientissimo alla madre, ormai vedova, fino ad operare per sua richiesta, il suo primo miracolo pubblico alle nozze di Cana.
Non sappiamo quanti anni trascorsero con la Sacra Famiglia ridotta senza Giuseppe, il quale, se non fu presente negli anni della vita pubblica di Cristo, né alla sua Passione e morte e negli eventi successivi, la sua figura nella Cristianità, si diffuse in un culto sempre più crescente, in Oriente fin dal V secolo, mentre in Occidente lo fu dal Medioevo, sviluppandosi specie nell’Ottocento; è invocato per avere una buona morte, il nome Giuseppe è tra i più usati nella Cristianità.
Pio IX nel 1870 lo proclamò patrono di tutta la Chiesa; nel 1955 Pio XII istituì al 1° maggio la festa di s. Giuseppe artigiano; dal 1962 il suo nome è inserito nel canone della Messa.
La Sacra Famiglia è stato sempre un soggetto molto ispirato nella fantasia degli artisti, i maggiori pittori di tutti i secoli hanno voluto raffigurarla nelle sue varie espressioni della Natività, Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto, nella bottega da artigiano (falegname), ecc.
Il tema iconografico ha largamente ispirato gli artisti del Rinascimento, esso è composto in genere da Maria, Giuseppe e il Bambino oppure da Sant’Anna, la Vergine e il Bambino. Le più note rappresentazioni sono quella di Masaccio con s. Anna e quella di Michelangelo con s. Giuseppe, più conosciuta come Tondo Doni. È da ricordare in campo scultoreo e architettonico la “Sagrada Familia” di Antonio Gaudì a Barcellona.
Numerose Congregazioni religiose sia maschili che femminili, sono intitolate alla Sacra Famiglia, in buona parte fondate nei secoli XIX e XX; come le “Suore della Sacra Famiglia”, fondate a Bordeaux nel 1820 dall’abate P.B.Noailles, dette anche ‘Suore di Loreto’; le “Suore della Sacra Famiglia di Nazareth” fondate nel 1875 a Roma, dalla polacca Siedliska; le “Piccole Suore della Sacra Famiglia” fondate nel 1892, dal beato Nascimbeni a Castelletto di Brenzone (Verona); i “Preti e fratelli della Sacra Famiglia” fondati nel 1856 a Martinengo, dalla beata Paola Elisabetta Cerioli; i “Figli della Sacra Famiglia” fondati nel 1864 in Spagna da José Mananet e tante altre.



Aina, Santa

Nel Martirologio di Rabban Sliba il 30 di kànùn qdem (kànùn primo) (dic.) è celebrata la memoria di cAynà di Bé[y]th Qusi. Tuttavia Aina non è riscontrabile nel valore di nome proprio e, poiché il termine significa « fonte ». si potrebbe pensare al ricordo di una sorgente prodigiosa, piuttosto che di una persona.

Bernardo de Rebolledo e Giovanni de Luna, Beatos

I Beati: Bernardo de Rebolledo, insigne mercedario per la dottrina, la carità e lo zelo nel predicare il vangelo, e Giovanni de Luna, discendente dei conti di Morada, che nell'anno 1400 lasciò le vanità del mondo per entrare nel convento mercedario di San Lazzaro in Saragozza, dove condusse una vita esemplare per la modestia e l'austerità; furono nominati redentori dell'Ordine. Inviati in redenzione nell'anno 1422 mentre navigavano verso l'Africa furono sorpresi dai pirati mori i quali li condussero a Marsiglia in Francia dove dopo varie torture meritarono il trionfo eterno dei martiri per la fede di Cristo.
L'Ordine li festeggia il 30 dicembre

Eugénio de Milão, Santo

La Notitia ecclesiarum urbis Romae della seconda metà del sec. VIII elenca anche i santi venerati a Milano, tra i quali un s. E. confessore, ricordato unitamente a due vescovi di Milano, s. Eustorgio e s. Magno, essi pure qualificati come confessori.
Documenti ecclesiastici milanesi dei secc. XI e XII (come il Kalendarium Ambrosianum succ. XI ed il Beroldus) ed il Liber notitiae Sanctorum Mediolani, del sec. XIV, ricordano il 30 dic. Ia deposizione e traslazione di s. E., vescovo, nella chiesa di S. Eustorgio. Nessun vescovo di nome E. si trova nella lista dei vescovi di Milano fino al 1922.
Landolfo Seniore, nella sua Historia Mediolanensis (dell'inizio del sec. XII), dicendo di riferire il testo di un sermone del vescovo Tommaso (780 ca.), lo presenta come un transmontanus episcopus senza indicarne la sede, e come padre spirituale di Carlo Magno, attribuendogli il merito di avere difeso, in un concilio tenutosi a Roma poco dopo la fine del regno longobardo, il rito ambrosiano contro Carlo Magno e papa Adriano I, che lo volevano abolire in nome dell'unità del mondo cristiano. In seguito alla difesa fattane da s. E., si sarebbe deciso di mettere sull'altare maggiore di S. Pietro in Vaticano un libro liturgico ambrosiano ed uno romano, di chiudere accuratamente la basilica, di digiunare e pregare per tre giorni e di scegliere, come libro liturgico normativo per tutta la Chiesa, quello dei due che fosse stato trovato aperto. Allorché dopo tre giorni si entrò in S. Pietro, i libri dei due riti furono trovati chiusi, ma, con meraviglia di tutti, improvvisamente ambedue si aprirono. Apparve chiaro che il Signore voleva il mantenimento di ambedue i riti.
Passando per Milano, prima di rientrare nella sua sede, E. in seguito alle preghiere del clero e dei maggiorenti della città accettò di restarvi per un po' di tempo. Nel frattempo, il vescovo morì. I milanesi, successivamente, ne avrebbero perso la memoria, che però, fu rinnovata da un miracolo operato dal santo a favore di una donna inferma cui chiese di adoperarsi affinché lo trasportassero dal sepolcro negletto alla vicina chiesa di S. Eustorgio. E così si cominciò a celebrarne ogni anno la festa. Appare evidente il carattere leggendario della narrazione di Landolfo, il cui scopo è di difendere le tradizioni milanesi (rito ambrosiano, clerogamia, ecc.) contro la riforma di Gregorio VII. Di E. si può soltanto dire che si tratta di un santo venerato con culto locale, di cui non si sa l'epoca in cui visse e nemmeno se fu vescovo.

Filetero (ou Filotero) e Eubioto, Santos

FILETERO (FILOTER0) ed EUBIOTO, santi, martiri di Nicomedia. 

Al 19 maggio il Martirologio Romano commemorava Filotero di Nicomedia, figlio di un proconsole, martirizzato durante la persecuzione di Diocleziano. Nessuna traccia di quel martire si trova nel Martirologio Geronimiano, né in quello Siriaco del sec. IV abitualmente ben documentato sui martiri di Nicomedia. La fonte del Martirologio Romano si deve cercare piuttosto nei sinassari bizantini dove il nome di Filetero nella forma Filotero appare al 18, 19 o 20 maggio nonché al 30 dicembre. La notizia a lui ivi dedicata non è altro che un riassunto della passio favolosa dei santi Filetero ed Eubioto, scritta da pretesi testimoni oculari.
Secondo il testo dei sinassari, Filetero figlio del prefetto di Nicomedia, Taziano, denunciato come cristiano, fu condotto dinanzi a Diocleziano, che allora si trovava da quelle parti. Rifiutandosi di sacrificare agli idoli fu gettato in una fornace ardente, da cui uscì miracolosamente illeso. Sottoposto a nuovo processo e a nuovi tormenti davanti a Massimiano Galerio, dopo avere assistito al martirio della sorella Teotima, di Ciriaca e di altre quattro vergini, fu inviato in esilio nel Preconneso. 
Durante il viaggio fece conversioni ed operò miracoli, tra i quali la guarigione di un cieco e quella di un energumeno; morì prima di giungere nel luogo del suo esilio, dopo avere ricevuto la visita di Eubioto. Era questi un prete dotato di virtù taumaturgiche che viveva in solitudine in quella regione; dopo l'incontro con Filetero si diede ad una intensa opera di evangelizzazione, presto interrotta dall'intervento delle autorità romane. Il prefetto non ottenne da lui, neppure coi supplizi, l'abiura. Gettato in prigione, fu liberato con l'avvento al trono di Costantino. Morì cinque anni dopo, il 18 dicembre. I due santi furono ricordati sempre insieme ed il loro culto si diffuse soprattutto a Cizico e nella Sigriana.



Savino de Assisi, Santo


La biografia del Santo appare incerta e frammentaria, la tradizione lo vuole nativo di Sulmona, e per alcuni anni, eremita presso la selva Liba (nelle vicinanze di Fusignano). La leggenda asserisce che in seguito all'apparizione di un angelo durante il suo romitaggio fu spinto all'evangelizzazione della zona tra Spoleto ed Assisi. La testimonianza del suo passaggio in questi luoghi potrebbe essere riscontrata dalla presenza di un monte nella zona che si chiama Costa San Savino. La sua presenza ad Assisi invece è certa, in quanto in questa città ricopri il soglio episcopale verso la fine del III secolo e l'inizio del IV. In questo periodo, in seguito agli editti di Diocleziano e Massimiano subì il martirio. Fu sepolto a Spoleto, per essere traslato in seguito a Fusignano. Da qui, al tempo di Astorgio II Manfredi signore di Faenza, conte di Bagnacavallo e di Fusignano, venne trasferito a Faenza, tra il 1438 ed il 1444, dove attualmente risiedono ancora le sue spoglie, che si trovano nella cappella dedicata al Santo all'interno della cattedrale cittadina.


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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto




Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros








Natal no Porto - 2016



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