quarta-feira, 1 de março de 2017

Nº 3034 - SÉRIE DE 2017 - (60) - SANTOS DE CADA DIA - 1 DE MARÇO DE 2017 - DÉCIMO ANO DE PUBLICAÇÃO

Feliz Ano de 2017




Interior da Igreja da Comunidade de São Paulo do Viso









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Nº 3034


Série - 2017 - (nº 60)

1 de MARÇO de 2017  


SANTOS DE CADA DIA

10º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA PARA SEMPRE 
NOSSO SENHOR JESUS CRISTO 
E SUA MÃE MARIA SANTÍSSIMA



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Todos os Católicos com verdadeira Fé, 
deverão Comemorar e Lembrar 
os Santos e Beatos de cada dia, além de procurar seguir os seus exemplos

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QUARTA-FEIRA DE CINZAS










«Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris», ovvero: «Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai». Queste parole compaiono in Genesi 3,19 allorché Dio, dopo il peccato originale, cacciando Adamo dal giardino dell’Eden lo condanna alla fatica del lavoro e alla morte: «Con il sudore della fronte mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».


Questa frase veniva recitata il primo giorno di Quaresima, quando il sacerdote segnava la fronte dei fedeli con la cenere. Dopo la riforma liturgica, seguita al Concilio Vaticano II, la frase è stata mutata con la locuzione: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15). Tradizionalmente le ceneri rituali si ricavano bruciando i rami d’ulivo benedetti la domenica delle Palme dell’anno precedente.

Per il mercoledì delle ceneri è previsto il digiuno e l’astensione dalle carni, astensione che la Chiesa ha sempre richiesto per tutti i venerdì dell’anno, ma che negli ultimi decenni si limita ai venerdì del periodo quaresimale. Inizia dunque il tempo della penitenza, delle rinunce e del colore viola per la Liturgia Sacra al fine di prepararsi alla Passione e alla Morte del Salvatore, che vinse il peccato e la morte. Difficile per il cattolico contemporaneo vivere seriamente la Quaresima. Mentre per i musulmani si richiede rispetto per il loro Ramadan, per i cattolici non solo non viene dato similare rispetto, ma a molti di essi non viene neppure insegnato il reale significato della Quaresima.

Il Figlio di Dio digiunò, cacciò le tentazioni di Satana e subì la Passione e la Morte esclusivamente per noi. A noi resta il compito di vivere nella grazia di Dio, per sostituire le abitudini viziose, sorte con il peccato originale, con le virtù, che si acquisiscono e si coltivano grazie ai Sacramenti, alla preghiera, alle rinunce, ai fioretti, alle penitenze e alle buone opere. Non ci sono altri sistemi. Tuttavia, mancando la Fede autentica, la Quaresima non è più periodo essenziale per la vita del credente, bensì momento di laica solidarietà, che prende le distanze dalla carità evangelica; essa, infatti, non è più correlata alla Croce e si limita a divenire un mero esercizio sociale.

Insegna Sant’Agostino: «Il cristiano anche negli altri tempi dell’anno deve essere fervoroso nelle preghiere, nei digiuni e nelle elemosine. Tuttavia questo tempo solenne deve stimolare anche coloro che negli altri giorni sono pigri in queste cose. Ma anche quelli che negli altri giorni sono solleciti nel fare queste opere buone, ora le debbono compiere con più fervore. La vita che trascorriamo in questo mondo è il tempo della nostra umiltà ed è simboleggiata da questi giorni nei quali il Cristo Signore, il quale ha sofferto morendo per noi una volta per sempre, sembra che ritorni ogni anno a soffrire. Infatti ciò che è stato fatto una sola volta per sempre, perché la nostra vita si rinnovasse, lo si celebra tutti gli anni per richiamarlo alla memoria. Se pertanto dobbiamo essere umili di cuore con tutta la forza di una pietà assolutamente verace per tutto il tempo di questo nostro pellegrinaggio, durante il quale viviamo in mezzo a tentazioni: quanto più dobbiamo esserlo in questi giorni nei quali non solo, vivendo, stiamo trascorrendo questo tempo della nostra umiltà, ma lo simboleggiamo anche con un’apposita celebrazione? L’umiltà di Cristo ci ha insegnato ad essere umili: nella morte infatti si sottomise ai peccatori; la glorificazione di Cristo glorifica anche noi: con la risurrezione infatti ha preceduto i suoi fedeli. Se noi siamo morti con lui ‒ dice l’Apostolo ‒ vivremo pure con lui; se perseveriamo, regneremo anche insieme con lui (2 Tim. 2, 11. 12)» (Sermoni, 206, 1).

Per avere la forza di vivere e sostenere le prove (le croci), senza esserne sopraffatti o, peggio, cercando di scappare da esse trovandone altre e di più pesanti, occorrono pratica e allenamento: il tempo di Quaresima è la miglior palestra per il corpo e per l’anima.

Autore: Cristina Siccardi




L'origine del Mercoledì delle ceneri è da ricercare nell'antica prassi penitenziale. Originariamente il sacramento della penitenza non era celebrato secondo le modalità attuali. Il liturgista Pelagio Visentin sottolinea che l'evoluzione della disciplina penitenziale è triplice: "da una celebrazione pubblica ad una celebrazione privata; da una riconciliazione con la Chiesa, concessa una sola volta, ad una celebrazione frequente del sacramento, intesa come aiuto-rimedio nella vita del penitente; da una espiazione, previa all'assoluzione, prolungata e rigorosa, ad una soddisfazione, successiva all'assoluzione".


La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Nel tempo il gesto dell'imposizione delle ceneri si estende a tutti i fedeli e la riforma liturgica ha ritenuto opportuno conservare l'importanza di questo segno.

La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.

1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).

2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).

La semplice ma coinvolgente liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che è esplicitato nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo". Adrien Nocent sottolinea che l'antica formula (Ricordati che sei polvere...) è strettamente legata al gesto di versare le ceneri, mentre la nuova formula (Convertitevi...) esprime meglio l'aspetto positivo della quaresima che con questa celebrazione ha il suo inizio. Lo stesso liturgista propone una soluzione rituale molto significativa: "Se la cosa non risultasse troppo lunga, si potrebbe unire insieme l'antica e la nuova formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato della celebrazione: "Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo".

Il rito dell'imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l'omelia, sostituisce l'atto penitenziale della messa; inoltre può essere compiuto anche senza la messa attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione solenne del tempo di quaresima, congedo.

Le ceneri possono essere imposte in tutte le celebrazioni eucaristiche del mercoledì ma sarà opportuno indicare una celebrazione comunitaria "privilegiata" nella quale sia posta ancor più in evidenza la dimensione ecclesiale del cammino di conversione che si sta iniziando.




ROSENDO, Santo


Em Celanova, na Galiza, Espanha, São ROSENDO que foi primeiramente Bispo de Dume, perto de Braga, Portugal, onde procurou promover e restaurar nesta região a vida monástica e, renunciando ao ministério episcopal, tomou o hábito monástico no mosteiro de Celanova, que dirigiu como abade. (977)

Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:


Seus pais foram o Conde Dom Guterre Méndez de Árias e Santa ILDUARA. Nasceu segundo J. Mattoso, em Monte Córdova, concelho de Santo Tirso, a 26 de Novembro de 907, ano em que o pai acompanhou Afonso III de Leão na marcha contra Coimbra muçulmana.
Adolescente, passou ROSENDO a Mondoñedo,onde seu tio paterno, SAVARICO, era bispo. É de presumir que tenha prosseguido os estudos nalgum mosteiro beneditino.
Em 925, apenas com dezoito anos, sucede ao bispo de Mondoñedo, sendo muito bem recebido. Esforçou-se por restabelecer e consolidar a paz, reconstruindo - ajudado pelos pais - os mosteiros e igrejas que tinham sofrido com a desordem. Assim serenou e conquistou os abades de toda a Galiza, que formavam a nobreza eclesiástica; e atraiu a nobreza civil, a que estava muito ligado pelo sangue. Libertou os escravos dependentes da mitra e trabalhou para que os outros senhores fizessem o mesmo; ficou sendo o pai de todos os libertos.
Depois de ser bispo de Mondoñedo, passou a sê-lo de Dume, que nessa época superentendia na vida monástica em muitas casas dos territórios da Galiza e de Entre-Douro-e-Minho, as quais pertenciam à sua família ou foram entregues ao santo para serem reformadas. veio a Portugal visitar o mosteiro de que era abadessa uma sua parente, Santa SENHORINHA.
Desejando apresentar uma comunidade-modelo, conseguiu regressar e edificar um grande mosteiro, depois de um irmão e uma prima lhe terem cedido a quinta de Villar, na diocese de Orense. Obteve doações de ricos e de pobres, sobretudo da mãe. Ao fim de oito anos de construção, num domingo do ano de 942, inaugurou a casa, que se ficou chamando Celanova; recebeu as felicitações de 11 bispos da Galiza e de Leão; foi saudado por 24 condes; prestaram-lhe homenagem muitos abades, presbiteros, diáconos e monges; e ouviu os aplausos da multidão.
Ficou abade de Celanova o monge Franquila. E São ROSENDO voltou a Mondoñedo a extinguir rancores, sufocar conspirações, acalmar avarezas e pacificar famílias.
Entre 944 e 948, depois de renunciar ao bispado, retirou-se para Celanova. mas foi preciso que substituísse alguns parentes seus, na autoridade que lhes pertencera, pois esses tinham-se revoltado contra Ordonho III (995). Administrou a diocese de Iria-Compostela pelo ano de 970, quando a região era assolada por violentas incursões normandas.
Veio a falecer em Celanova, em 1 de Março de 977 (há 1040 anos, atrás), com testamento que reflecte fé, ciência escriturística, humildade, amor à Ordem beneditina, predilecção,por Celanova e desejo de viver na eternidade como vivera os seus dias de afadigado peregrinar na terra: «sob a Providência de Deus».





Albino, Santo

   


Em Angers, na Gália Lionense, hoje França, Santo ALBINO bispo que repreendeu severamente os costumes abusivos dos poderosos e promoveu com ardor o Terceiro Concílio de Orleães para a renovação da Igreja. (550)

Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:

Nasceu de família nobre, na região de Vannes, França, no ano de 469 e faleceu em 1 de Março de 550. Era já sexagenário quando, depois de governar durante 35 anos a abadia de Tintillant, foi eleito bispo de Angers.
Eram numerosos, na época merovíngia, os senhores que tomavam por esposas as suas irmãs ou filhas. ALBINO combateu, com todas as forças, este costume incestuoso, o que despertou contra ele grande animosidade: durante muito tempo, julgou que morreria degolado como São JOÃO BAPTISTA por se opor a Herodes, qe fez menos: tomar para si uma cunhada, sendo vivo o irmão.
Nos anos de 538 e 541, ALBINO convocou em Orleães concílios que estabeleceram penas severas contra esse abuso vigente e contribuíram para levantar o nível de moralidade pública.
No culto popular atribuíam-se ao santo Bispo os mais extraordinários milagres: matar com um sopro um soldado que maltratava uma mulher presa por dívidas; e provocar um desabamento de terra que abriu caminho para uns encarcerados se libertarem..






Eudóxia, Santa

In  www.santiebeati.it:


Secondo la sua lunghissima passio, Eudocia era una donna samaritana, che viveva ad Eliopoli nella Fenicia Libanese ai tempi di Traiano (98-117). Coi suoi facili costumi e la sua straordinaria bellezza si era procurata innumerevoli amanti e immense ricchezze, ma avendo per caso udito un monaco, Germano, leggere qualcosa sui Novissimi, ne restò impressionata, ottenne di parlarne con Germano stesso e con un sacerdote di Eliopoli e decise di farsi cristiana, di dare tutte le sue sostanze ai poveri e di condurre vita di penitenza e di preghiera. Le apparve l'arcangelo Michele in lotta col dragone infernale per il possesso dell'anima di lei e la voce di Dio sancì i diritti del perdono e della misericordia. Battezzata da Teodoto, vescovo di Eliopoli, concesse libertà a tutti i suoi schiavi, offrì tutte le sue ricchezze alla Chiesa e si chiuse in un monastero femminile congiunto a quello di Germano (si noti come si supponga già esistente il Monasterium duplex, che conosciamo per l'alto Medioevo), di cui in breve divenne la superiora. Un suo antico amante, Filostrato, che con abili manovre era riuscito a parlarle per indurla a tornare al peccato, cadde morto ai suoi piedi, ma Eudocia Io resuscitò e lo convertì. Un regalus del luogo, certo Aureliano, cercò di farla arrestare, ma i suoi soldati restarono inspiegabilmente immobilizzati per tre giorni ed infine un drago col suo alito pestilenziale li uccise quasi tutti. Il figlio stesso di Aureliano si incaricò allora dell'impresa: ma cadde da cavallo e, per una distorsione ad una caviglia (!), morì miseramente. Il re ne fu costernato e si decise a mandare un suo tribuno, Babila, a chiedere aiuto alla santa medesima. Eudocia rispose con una lettera, al semplice contatto della quale il giovane resuscitò. Aureliano si convertì e con lui tutta l a sua famiglia e i suoi magistrati: la figlia Gelasia entrò nel monastero di Eudocia e il figlio risorto divenne diacono e poi vescovo di Eliopoli. Allora il preside Diogene, già fidanzato di Gelasia, diede ordine di arrestare Eudocia, che, però, prima di essere trascinata via dal suo monastero, riuscì a prendere con sé un frammento dell'Eucaristia conservata nel Sacrarium (!). La santa venne lungamente interrogata sulla sua fede e sulle sue intenzioni, ma restò salda nei suoi propositi: mentre i littori si accingevano a sottoporla ai tormenti, ad Eudocia cadde la particola dell'Eucaristia, che venne gettata dai pagani sul fuoco: ne scaturirono globi di fiamme e tutti gli astanti, compreso il preside, ne restarono carbonizzati. Per intervento di Eudocia tutti resuscitarono. Anche una ricca matrona, morta in quel periodo, venne resuscitata e così pure un fanciullo, ucciso da uno spaventoso dragone. Grandi masse di popolo si convertirono al Cristianesimo alla vista di tanti miracoli e, tra gli altri, anche il preside Diogene. Alla morte (definitiva) di quest'ultimo gli successe il preside Vincenzo, uomo estremamente crudele ed infesto ai cristiani: come primo gesto del suo governo diede ordine di decapitare Eudocia ed il martirio avvenne senza altri incidenti alle calende di marzo.
Questa passio, scritta originariamente in dialetto siro-fenicio (almeno con probabilità) e quindi tradotta in greco, non merita in verità nessuna fiducia, sia per quanto riguarda il racconto sia per quanto riguarda i particolari (specialmente cronologici e topografici) di esso: è uno dei soliti romanzi agiografici che non hanno altro scopo che quello di eccitare la fantasia popolare con la narrazione dei miracoli più grandiosi proprio nelle circostanze più disperate, col porre di fronte la fragilità e la potenza, la bellezza (le donne di Eliopoli erano famose per la loro venustà) e la lussuria, sempre con la vittoria delle prime. Vi sono ampiamente svolti i temi teologici della conversione e dell'uso delle ricchezze, bene o male acquisite. Non torna conto, tuttavia, soffermarsi a porre in risalto le innumerevoli incongruenze, per cui si riportano ai tempi sub-apostolici istituzioni e usi posteriori al sec. VII.
Resta da chiedersi se tale passio sia anteriore o posteriore alla celebrazione del 1o marzo in onore di Eudocia, e, in altre parole, se la leggenda agiografica abbia inventato o presupponga l'esistenza della martire. Due sono gli elementi che restano fissi, sotto il fiorire delle leggende, a determinare la storicità di un martire: il culto al sepolcro e la festa annuale. Ora, di un culto al sepolcro di Eudocia, anzi, dell'esistenza di un suo sepolcro, non sappiamo nulla e neppure la passio sa indicarlo.
Per quanto poi riguarda la celebrazione del 1o marzo, dobbiamo riconoscere che non ne esistono testimonianze anteriori alla passio stessa. La recensione che ne dà il Sinassario Costantinopolitano (coll. 498-99) non è che un breve sunto di quella passio e, dunque, a lei posteriore; quella del Calendario Palestino-georgiano del sec. X (Garitte, p. 53) mancava nella prima stesura del documento, e vi fu aggiunta da Giovanni Zosimo quando poté arricchire il suo calendario con dati fornitigli da fonti greche: questo appare particolarmente grave in una celebrazione che doveva trarre la sua origine appunto dalle terre del Libano. Le note poi dell'Auctarium di Molano ad Usuardo (1568) e del Martirologio Romano (1586) sono troppo tarde e troppo chiaramente dipendenti dai sinassari bizantini per meritare qualsiasi attenzione. Non resta che concludere che non è certamente esistita una martire Eudocia dell'età traianea o di altra età: tutt'al più, a non voler eccessivamente insistere sul silenzio della prima redazione del Calendario Palestino-georgiano, si potrà ammettere che una celebrazione del 1o marzo abbia inteso ricordare una qualche venerata personalità dell'epoca bizantina, magari l'antica fondatrice di un monastero femminile in Eliopoli.


Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:

Duma beleza extraordinária, esta antiga cortesã de Heliópolis, Líbano, fez-se cristã e resgatou a vida pecaminosa com a penitência e o martírio pelo ano de 152. Tinha sido caluniada de roubar grandes riquezas do fundo público.


FÉLIX III, Santo



Em Roma, junto de São Paulo, na Via Ostiense, o FÉLIX III papa tetravô do papa São GREGÓRIO MAGNO. (492)




DAVID, Santo


Em Saint David, antiga Menévia, no Pais de Gales, São DAVID bispo que imitando os exemplos e virtudes dos Padres Orientais , fundou um mosteiro, de onde partiram muitos monges para evangelizar o País de Gales, a Irlanda, a Cornualha e a Armórica. (601)

SIVIARDO, Santo



Em Le Mans, Nêustria, hoje França, São SIVIARDO abade de Anisole. (680)

SUITBERTO, Santo


Em Kaiserswerdt, ilha do Reno, na Saxónia, hoje Alemanha, São SUITBERTO bispo que tendo sido monge na Nortumbria, depois companheiro de São VILIBRORDO e finalmente ordenado bispo por São VILFREDO anunciou o Evangelho aos Bátavos, aos Frisões e a outros povos da Germânia e morreu piedosamente, já em idade avançada no mosteiro que tinha fundado. (713)


LEÃO, Santo

Na Gasconha, num território hoje situado no sudeste de França e noroeste de Espanha, São LEÃO, bispo e mártir. (séc. IX)


LEÃO LUCAS, Santo



No mosteiro de Avena, nas encostas do monte Mercúrio, nas Calábria, região de Itália, São LEÃO LUCAS abade de Monte Mula, que resplandeceu na vida eremítica e cenobítica segundo a observância dos monges orientais. (900)




CRISTÓVÃO DE MILÃO, Beato


Em Tággia, na Ligúria, Itália, a comemoração do Beato CRISTÓVÃO DE MILÃO, presbitero da Ordem dos Pregadores, muito dedicado ao culto divino e à doutrina sagrada. (1484)


JOANA MARIA BONOMO, Beata



Em Bassano, no Véneto, Itália, a beata JOANA MARIA BONOMO abadessa da Ordem de São Bento que, dotada de dons místicos experimentou no corpo e na alma as dores da paixão do Senhor. (1670)


INÊS CAO KUIYING, Santa


Em Xilinxian, Guangxi, China, Santa INÊS CAO KUIYING mártir que, tendo vivido casada com um esposo violento, depois da morte deste se dedicou por mandato do bispo, ao ensino da doutrina cristã; por isso foi encerrada num cárcere, onde sofreu crudelíssimos tormentos e, sempre animada pela confiança em Deus, partiu deste mundo para as núpcias eternas. (1856)


e ainda ...


BONO DE CAGLIÁRI, Santo



Bispo e mártir


DOMNINA, Santa



Con questo nome per noi strano, vi sono ben cinque sante, riportate nella ‘Bibliotheca Sanctorum’ quasi tutte orientali, tranne una martire a Terni. 
Della s. Domnina che si venera al 1° marzo, si hanno poche notizie, del resto come per le altre; essa è citata in questo giorno dai Sinassari bizantini; (il Sinassario nella liturgia greca è l’indice delle Lezioni ed il libro che le raccoglie). 
Secondo lo storico teologo Teodoreto, vescovo di Ciro (393-458), Domnina era di ricca famiglia nella Siria cristiana, da giovane si costruì una capanna nel giardino della casa materna e vi trascorse tutta la vita, pregando e digiunando, al punto da divenire estremamente magra; praticamente una eremita dentro le mura di casa.




JORGE DE BIANDRATE, Santo


Apparteneva alla famiglia dei conti di san Giorgio Canavese. Celebre la sua caritàe la tenera devozione alla Vergine Santissima.
Morì nel 1483. Il suo corpo riposa nella parrocchiale di San Giorgio Canavese,dove una lapide ricorda la fama dei miracoli compiuti sia da vivo sia da morto




GONÇALO DE UBEDA, Beato



Il Beato Gonzalo de Ubeda, era vescovo mercedario ausiliare di Granada e commendatore perpetuo. Verso l’anno 1500, trasferì il suo monastero che si trovava ad un miglio dalla città di Granada, nelle vicinanze di Porta Elvira di detta città. Qui costruì chiesa e convento, in stile romano-gotico-arabo, tra gli anni 1521 e 1525. Morì santamente a Granada nel 1538



PIETRO ERNANDEZ, Santo



Fu, San Pietro Ernandez, un mercedario con molti doni divini, specialmente quello delle lingue consentendogli di convertire molti infedeli. Per amore di Cristo e del vangelo, fu lacerato lungo le strade pubbliche in Almeria (Spagna), con tenaglie infuocate, poi legato ad un palo fu trafitto con frecce ricevendo dal tiranno un nobile trionfo e meritò la corona dei Santi


SÍLVIO e companheiros, Santos

Ci sono cinque santi, tutti dell’antichità cristiana, che portano questo nome, poi ve ne sono altri con le varianti Silvino, Silvano, Silvia, Silvana; il Silvio del quale si parla in questa scheda, fa parte di un gruppo di martiri di cui alcuni nomi sono Massimo, Benigno, Fedele, Silvio.
Di loro non si sa niente, chi furono nella vita, come subirono il martirio, chi furono i loro giudici; si sa solo che le loro reliquie erano deposte nel cimitero di S. Callisto in Roma, quindi è da presumere perlomeno che morirono a Roma, in una delle grandi persecuzioni contro i cristiani.
Di s. Silvio e compagni si ritornò a parlarne il 28 febbraio 1650, quando i Gesuiti belgi di Anversa, ricevettero le loro reliquie (si ricorda che era pratica molto diffusa, quella di donare le reliquie dei martiri a Comunità e Chiese meritevoli in Italia e in Europa) e come era logico, esse furono accolte con solenni riti, che le cronache dell’epoca riportarono ampiamente.
Gli studiosi della materia, cercarono loro notizie, trovando solo la conferma della loro provenienza romana e dei loro nomi, evidentemente incisi sui contenitori, com’era uso fare nei cimiteri e catacombe cristiane.
La loro ricorrenza liturgica nella chiesa della Compagnia di Gesù, si celebrava ad Anversa il 1° marzo





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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto


miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In




MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e através dos sites:


 Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, 
e do Livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial de Braga, além de outros, eventualmente 

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Também no que se refere às imagens que aparecem aqui no fim das mensagens diárias, são recolhidas aleatoriamente ou através de fotos próprias que vou obtendo, ou transferindo-as das redes sociais e que creio, serem livres. 
Quanto às de minha autoria, não coloco quaisquer entraves para quem quiser copiá-las





Porto  - Entre-grades, foto recolhida no Décimo piso de um silo-parque de estacionamento 



Blogue: 
 SÃO PAULO (e Vidas de Santos)
http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

terça-feira, 28 de fevereiro de 2017

IGREJAS DO PORTO - NOVA PÁGINA - (28) - 28 DE FEVEREIRO DE 2017


Meus Amigos:

Como já afirmei aqui no passado dia 1, tomei a iniciativa de publicar aqui uma descrição das Igrejas, Capelas e Oratórios que existem na cidade do Porto. Vou-me socorrer de várias fontes, nomeadamente Wikipedia, do livro Porto e as Igrejas editado pela Câmara Municipal do Porto em 2015, e possivelmente de outras fontes. 
Não quero fazer uma enciclopédia, nem nada que se pareça e não vou fazer plágios. Sempre que publicar algo sobre este assunto, darei nota das fontes a que recorrer, respeitando sempre a deontologia e os direitos de Autor.. 
A maior parte das Igrejas e Capelas (e suas histórias) que vão ser aqui mencionadas, nunca as visitei e decerto também, muitos de vós, não conhecem. 
Apesar da minha idade - ser já um pouco avançada - e dado que publicarei diariamente apenas uma monografia (ou História), tenciono completar todo este trabalho, se Deus me der vida e saúde.

Para já vou começar este trabalho-missão, através da transcrição dos textos do Livro 
"O Porto e as Igrejas" por ordem de paróquias.



Vigararia PORTO POENTE

Paróquia de CRISTO REI - CRISTO REI

28.  Capela das Irmãs de São JOSÉ DE CLUNY

    
Rua do Crasto, 998

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Interior da Capela das Irmãs de São JOSÉ DE CLUNY





Instaladas num edifício de habitação na esquina da Rua de Fez com a Rua do Crasto, desde 1981 as Irmãs de SÃO JOSÉ DE CLUNY possuem uma pequena capela para seu uso comunitário, consequência da adaptação de uma das dependências da casa em que se instalaram. 
Simples e sóbria na sua dimensão comunitária religiosa.


                                                                                           



Do Livro O PORTO E AS IGREJAS




ANTÓNIO FONSECA

Nº 3033 - SÉRIE DE 2017 - (59) - SANTOS DE CADA DIA - 28 DE FEVEREIRO DE 2017 - DÉCIMO ANO DE PUBLICAÇÃO

Feliz Ano de 2017




Interior da Igreja da Comunidade de São Paulo do Viso









Caros Amigos:




Foto actual do autor




Nº 3033


Série - 2017 - (nº 59)

28 de FEVEREIRO de 2017  (*)
(*)  29 de Fevereiro

SANTOS DE CADA DIA

10º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA PARA SEMPRE 
NOSSO SENHOR JESUS CRISTO 
E SUA MÃE MARIA SANTÍSSIMA



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Todos os Católicos com verdadeira Fé, 
deverão Comemorar e Lembrar 
os Santos e Beatos de cada dia, além de procurar seguir os seus exemplos

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TORCATO, Santo


Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:


Numa Igreja monumental ainda em construção, na freguesia de São TORCATO, perto de Guimarães,venera-se um corpo incorrupto que se diz ser de São TORCATO.
Este santo é tido como o primeiro dos Varões Apostólicos, bispos que teriam sido mandados no século I desde Roma à Peninsula Ibérica para a evangelizar. Aportaram perto de Cádis, ao Sul de Espanha, que percorreram. TORCATO ficou em Cádis, onde morreu e foi sepultado.
No tempo das invasões dos Mouros, no século VIII, os cristãos de Cádis fugiram para o Norte, transportando consigo o corpo de São TORCATO que ficou depositado no mosteiro de Celanova, Orense. Alguns monges deste convento vieram no século fundar um mosteiro perto de Guimarães, no terreno que lhes ofereceu a Condessa Mumadona. Como traziam consigo relíquias de São TORCATO deram ao novo convento o nome deste santo. Há efectivamente documentos autênticos que atestam que pelo menos no ano de 1059 (cerca de 100 anos antes da Fundação e Independência de Portugal) já existia o mosteiro de São TORCATO, perto de Guimarães. Dele fazia parte a actual Igreja paroquial, onde se encontram vestígios arquitectónicos antiquíssimos.
Em 1637, numas escavações que se fizeram na freguesia de São TORCATO  descobriu-se um túmulo, dentro do qual aparece um corpo incorrupto revestido de alva com um cajado ao lado.
Começaram então a dizer que era o corpo do bispo São TORCATO , varão apostólico, que vindo de Roma, morreu em Cádis, sendo depois trazido para a Galiza e dali para o  mosteiro que tem o seu nome, perto de Guimarães.
Pensam os historiadores modernos que tal hipótese é falsa. As razões são claras. Sabe-se que muitas relíquias do corpo de São TORCATO de Cádis foram distribuídas pelos mosteiros da Galiza. Ora o corpo do «santo» de Guimarães está completo. São TORCATO era bispo. Ora o corpo encontrado não estava revestido com os trajes de bispo, mas com, os de peregrino (túnica e cajado). nenhum dos documento antigos que se referem à fundação histórica do mosteiro de São TORCATO, fala do corpo incorrupto de tal santo. E para que é que o haviam de enterrar para só aparecer 600 anos mais tarde?
Tudo isto prova que o corpo encontrado incorrupto em 1637 não era de São TORCATO, bispo e varão apostólico, que deu o nome ao mosteiro.
De quem é então? Não se sabe. 
Algum monge do mosteiro que ali existia
Ou algum peregrino, pois o cadáver estava vestido com as características vestes de peregrino, túnica e cajado
Qual é o seu nome? Não se sabe. 
Chamaram-lhe TORCATO, pensando erradamente que era bispo, varão apostólico que tinha esse nome.
Em conclusão: o corpo incorrupto desenterrado em 1637, que se encontra na Igreja monumental da freguesia de São TORCATO, nos arredores de Guimarães, não é de são TORCATO, Bispo, varão apostólico. Não se sabe de quem é, nem qual o sue nome.
Seja como for, não há dúvidas que são numerosas as graças por ele concedidas e grande a devoção que o povo lhe dedica.




Romão e Lupicino, Santos

   
No monte Jura, na Gália Lionense, hoje França, o sepultamento de São ROMÃO abade, que, seguindo os exemplos dos monges antigos, foi o primeiro a seguir vida eremítica neste ermo e se tornou depois o pai de muitos monges. (463)

Em Lião, Gália Lionense. França, São LUPICINO bispo, no tempo da perseguição desencadeada pelos Vândalos.(SÉC. v)
Lupicino dopo la morte della sua sposa si ritirò presso il fratello, Romano, che viveva in solitudine. Insieme, fondarono due monasteri: Condat, chiamato più tardi Saint-Oyend (S. Eugendus) e quindi Saint-Claude, e Lauconne, chiamato in seguito S. Lupi-cino. I due fratelli dirigevano contemporaneamente le comunità, ma L., più austero per se stesso, si dimostrò assai più rigido di Romano nel mante­nere la disciplina ed osservare la regola e più severo anche nel reclutamento. Alla morte di Ro­mano, Lupicino assunse il governo dei due monasteri.
Fu protettore delle popolazioni circostanti e, in particolar modo, assunse le difese del conte Agrippino contro il re burgundo. Mori nel 480.
La biografia di Lupicino, Romano e Oyend (Eugen­dus), fu redatta da un monaco di Condat poco dopo la morte dì quest'ultimo (516 o 517), di cui aveva raccolte le informazioni. Pubblicando questo documento, B. Krusch gli nega ogni autorità sto­rica, ma il Duchesne, il Poupardin e il Delehaye riconoscono il suo valore. Esiste anche un'altra biografia di Lupicino e Romano dovuta a Gregorio di Tours, ma di minor valore.
Le reliquie di Lupicino furono traslate un 3 lugl. pochi anni dopo la sua morte; una ricognizione effettuata nel 1689 rivelò che il corpo si era conser­vato intatto. Fino alla Rivoluzione francese, il .6 giug. di ogni anno le reliquie erano solennemente trasportate da S. Lupicino fino alla chiesa del capi­tolo di Saint-Claude.
Usuardo ha posto la festa di Lupicino al 21 marzo, data conservata dal Martirologio Romano. Lupicino, Ro­mano e Oyend sono chiamati santi benedettini, perché i loro monasteri, per quanto anteriori a s. Benedetto, hanno successivamente adottata la Regola benedettina. Il Wion, per aggirare la diffi­coltà, pone Lupicino un secolo più tardi. Oggi Lupicino e Romano sono festeggiati insieme, nelle diocesi di Besancon e di Belley, al 28 febbraio



Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:

Natural de Bugey, França, ROMÃO começou a vida religiosa quando tinha cerca de 35 anos, entrando num mosteiro perto de Lião. Deixou-o, porém, em breve, levando consigo a "Vida dos padres do Deserto" e as instituições de CASSIANO. Tomou o rumo de leste e foi em Condat que se lhe deparou o que buscava: alguns campos, árvores e uma fonte. Nesse recanto, esquecido do mundo e esquecendo-se de si mesmo, pôde repartir o tempo entre a oração, os trabalhos manuais e a leitura.
Mais tarde, juntou-se-lhe seu irmão LUPICINO, que enviuvara: fundaram assim  outro mosteiro, em Leucone. A regra que adoptaram inspirava-se em São BASILIO, São PACÓMIO e CASSIANO proibindo em especial o uso de carne e preceituando os trabalhos manuais.
O contraste entre os dois irmãos e santos era flagrante: enquanto ROMÃO se mostrava complacente, LUPICINO tinha tendência para abolir qualquer tolerância. «Deves escolher os teus candidatos e não apanhá-los ao acaso», dizia LUPICINO ao irmão. «No teu mosteiro os medíocres ocupam o lugar dos outros, prejudicando a edificação comum». ROMÃO opunha-lhe convir confiar em todos, até que a vontade de Deus se manifestasse claramente. No entanto, as qualidades e defeitos dos dois santos combinavam-se admiravelmente, e ROMÃO converteu muitos religiosos de que seu irmão desesperara.
ROMÃO foi ordenado sacerdote, cerca do ano 444, por Santo HILÁRIO DE ARLES. Além dos mosteiros já indicados, fundou outros, até na Alemanha.
Entre os milagres que lhe atribuem, merece especial menção o que operou nas vizinhanças de Genebra, abraçando dois leprosos. depois, estes olharam um para o outro e ficaram surpreendidos, vendo-se curados.
ROMÃO faleceu em 463 e LUPICINO em 480.





Daniel Alessio Brottier, Beato

Em Paris, França, o Beato DANIEL ALESSIO BROTTIER presbitero da Congregação do Espírito Santo que se dedicou plenamente a trabalhar em favor dos órfãos. (1936)
Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:

No dia 25 de Novembro de 1984, o Papa JOÃO PAULO II beatificou, em Roma, o Padre DANIEL BROTTIER dos Missionários do Espírito Santo. Torna-se assim o segundo espiritano a ser beatificado, depois do Padre LAVAL, em 1979.
De naturalidade francesa, DANIEL BROTTIER nasceu a 7 de Setembro de 1876. depois de se ordenar sacerdote na sua diocese, fez-se membro da Congregação do Espírito Santo, partindo como missionário para o Senegal em 1902. Sete anos volvidos, regressa definitivamente a França por problemas de saúde.
Com a primeira Guerra Mundial, lista-se voluntariamente como capelão para as linhas da frente, onde permanecerá quatro anos nas trincheiras transportando os feridos, assistindo aos moribundos, incitando os compatriotas, em total desafio ao perigo, dando exemplos de patriota e de homem de Deus, que lhe valeriam mais tarde as condecorações da Cruz de Guerra e da legião de Honra.
Em 1923, é nomeado director da Casa dos Órfãos Aprendizes de Auteuil, obra de assistência a rapazes abandonados, semelhante à do Padre AMÉRICO em Portugal. Foi a esta Obra que o seu nome ficou sobretudo ligado. Tomando conta dos 175 aprendizes aí existentes na altura, faz aumentar o número para 1400 à data da sua morte, 13 anos mais tarde. Para aumentar e dirigir esta Obra, precisa de dinheiro, muito dinheiro. Desafia então a Providência: se Deus quer a Obra, que lhe envie o dinheiro de que precisa! E ele chega, por intercessão de Santa TERESINHA DO MENINO JESUS, sob cuja protecção se colocara. Desde então e até hoje, a protecção do Céu foi-se manifestando através das numerosas ofertas que permitem manter de pé esta Obra.
Homem de forte personalidade e de grande capacidade imaginativa que o levarão a usar os meios mais audaciosos para conseguir a Catedral-Monumento de Dakar, ou para lançar a "União Nacional dos Antigos Combatentes" após a guerra, e que agrupará dois milhões de aderentes, ou ainda na direcção da Obra de Auteuil, O Padre DANIEL BROTTIER soube ser homem de Deus ao serviço dos homens.
Concretizou a união de homem de acção e de oração: por fora foi apóstolo, director de «empresa», organizador de publicidade; por dentro foi um trapista, um contemplativo; em tudo, um home de Deus. A isto juntou-se a sua fé na Providência e o sofrimento que o acompanhou desde os doze anos, e o vitimou em 28 de Fevereiro de 1936. As qualidades de homem forte e bondoso, ousado e humilde, empreendedor mas aberto à acção discernente do Espírito Santo, fez dizer a uma religiosa do Senegal a frase: «Este padre tinha duas almas».
Por tudo isto, a Igreja apresenta-nos este Santo do nosso século como modelo e intercessor. Os numerosos milagres e graças que após a sua morte se fizeram e fazem sentir, atestam a sua santidade que a Igreja reconhece. 
Quando se enchem de Deus e se põem ao serviço dos mais abandonados, os homens fazem-se santos. Como DANIEL BROTTIER.





Augusto Chapdelaine, Santo



Dia 29

Em Xilinxian, Guangxi, China, Santo AUGUSTO CHAPDELAINE, presbitero da Sociedade das Missões Estrangeiras de Paris e mártir, que, preso pelos soldados com muitos neófitos por ser o primeiro a semear a fé cristã nesta região, foi flagelado com trezentos açoites e metido numa pequena gaiola e finalmente morreu decapitado. (1856)

Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:

Nasceu em La Rochelle, França, em 1814, e foi ordenado sacerdote em 1843. Entrando nas Missões estrangeiras de Paris, partiu para a China em 1852, onde morreu num (Dia 29) dos últimos dias de Fevereiro em 1856. Sempre sozinho, sem nenhum colega ao seu lado, fundou em Kuang-Si uma cristandade que, na altura da sua morte, contava algumas centenas de fiéis. As suas cartas mostram um homem tranquilamente heroico, esperando o martírio como a coisa mais natural do mundo. esta ora na prisão ora no meio dos cristãos, segundo o capricho dos funcionários locais. Veio um que o mandou prender numa gaiola dentro da qual eram supliciados, de maneira atroz, os grandes criminosos. No dia seguinte, porque ele respirava ainda, o mandarim mandou que o decapitassem e lhe pendurassem a cabeça numa grande árvore. A criançada reuniu-se para a atirar abaixo com pedras; depois vieram cães vadios devorá-la. 



Gregório de Narek, Santo



Dia 27 (in. Martirológio Romano)
Dia 29 - (in SANTOS DE CADA DIA)



No mosteiro de Narek, na Arménia, São GREGÓRIO, monge, evangelizador dos Arménios, ilustre pela doutrina, escritos e ciência mística. (1005)


Texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O. de Braga:


Nasce na Arménia pelo ano de 944, e faleceu em Narek - hoje Turquia mais ou menos em 1010. É um dos grande poetas da literatura universal. As suas obras-primas andam dispersas no Livro das Orações, trabalho de cerca de 20 000 versos que ele dizia ter composto em três anos.
Entrou ainda jovem no mosteiro de Narek, governado por ANANIAS, o FILÓSOFO, seu tio materno. Aí devia passar a vida inteira. Logo que foi ordenado sacerdote, encarregaram-no de formar os noviços e ao mesmo tempo de reformar os conventos vizinhos. Tais encargos, vindo somar-se aos talentos que tinha, valeram-lhe grandes inimizades e perseguições. Acusaram-no de heresia, para o lançar definitivamente na sombra. O Sinaxário armeno narra como Deus veio em auxilio do seu poeta.
Entre os teólogos que tinham, os bispos armenos encontraram, dois homens inteligentes que mandaram examinar qual era a heresia de GREGÓRIO. Estes, nada desejosos de se medir com tão alto espírito, combinaram chegar a Narek numa sexta-feira e ofereceram-lhe pombos assados. «Se ele os comer, pensavam, é sinal de que é herege». Mas quando lhos apresentaram, GREGÓRIO abriu a janela, bateu as mãos e disse aos pombos: «Ide brincar, meus amiguinhos, o que se come hoje é peixe». Os animaizinhos ressuscitados voaram logo para as árvores. E os dois teólogos perderam o apetite; prostrando-se de joelhos, pediram a benção ao santo e despediram-se para ir certificar os seus bispos de que, teologicamente falando, tal prodígio estava acima das leis da natureza, e que um herege não o podia ter feito.


Antónia ou Antonieta, Beata




Dia 29 (in SANTOS DE CADA DIA)

Em L'Áquila nos Abruzos, Itália, a Beata ANTÓNIA (ou ANTONIETA DE FLORENÇA) viúva, que foi fundadora e +primeira abadessa do mosteiro de Corpo de Cristo com a observância da primeira regra de Santa CLARA. (1472)

Do texto do livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial A. O,. de Braga:
ANTÓNIA ou ANTONIETA nascida em Florença, Itália, foi levada ao casamento aos 15 anos. Ficando viúva com um filho, entrou, alguns anos depois da segunda viuvez, nas Clarissas de Santo Onófrio, onde edificou as Irmãs pela piedade e todas as virtudes. Foi enviada para o convento de Santa ANA em Foligno e depois veio a ser prioresa do convento de Santa ISABEL em Áquila. Passados vários anos, São JOÃO DE CAPRISTANO seu director, fez com que lhe dessem o mosteiro de Corpus Christi, na mesma Áquila, na qual ela fez que renascesse a observância em toda a pureza.
O filho, que lhe esbanjara os bens, só lhe ocasionou desgostos. A paciência dela não se alterou, porém, entre dores e doenças. Era mesmo a consolação dos aflitos, o alívio dos doentes e o apoio dos fracos. Foi honrada com uma aparição da Santíssima Virgem e com várias visões. Morreu santamente a 29 de Fevereiro de 1472 e houve milagres no funeral. Contra o costume, os habitantes de Áquila rogaram que o corpo ficasse exposto na igreja.
A 11 de Setembro de 1847, PIO IX aprovou o culto imemorial prestado a esta Beata. 


SANTOS PRESBÍTEROS, DIÁCONOS e MUITOS OUTROS DE ALEXANDRIA


Em Alexandria, Egipto, a comemoração doSANTOS PRESBÍTEROS, DIÁCONOS e MUITOS OUTROS no tempo do imperador Galieno, quando grassava um surto fortíssimo de peste, voluntariamente foram ao encontro da morte ao assistirem os que eram atingidos pela epidemia; por isso a piedade dos fiéis de habituou a venerá-los como mártires. (262)


MARANA e CIRA, Santas


Comemoração das santas MARANA e CIRA virgens que em Bereia, na Síria, viveram num lugar estreito e fechado a céu aberto, sem sequer um modesto manto , observando o silêncio e recebendo por uma janelinha o alimento necessário. (séc. V)

PAULO UCHIBORI SAKUEMON, GASPAR KIZAEMON, MARIA MINE, GASPAR NAGAI SOHAN, 
LUÍS SHINZABURO, DINIS SAEKIEKI ZENKA, 
LUÍS SAEKI KIZO, DAMIÃO ICHIYATA, 
LEÃO NAKAJIMA SOKAN, PAULO NAKAJIMA, 
JOÃO KISAKI KYUHACHI, JOÃO HEISAKU, 
TOMÉ UZUMI SHINGORO, ALEIXO SUGI SHOHACHI, TOMÉ KONDO HYOUEMON e JOÃO ARAKI KANSHISHI, Beatos


Em Unzen, Japão, os beatos PAULO UCHIBORI SAKUEMON, GASPAR KIZAEMON e sua esposa MARIA MINE, GASPAR NAGAI SOHAN e companheiros LUÍS SHINZABURO, DINIS SAEKIEKI ZENKA e seu filho LUÍS SAEKI KIZO, DAMIÃO ICHIYATA, LEÃO NAKAJIMA SOKAN e seu filho PAULO NAKAJIMA, JOÃO KISAKI KYUACHI, JOÃO HEISAKU, TOMÉ UZUMI SHINGORO, ALEIXO SUGI SHOHACHI, TOMÉ KONDO HYOUEMON e JOÃO ARAKI KANSHISHI mártires. (1627)

TIMÓTEO TROJANOWSKI, Beato



 No campo de concentração de Auschwitz, Cracóvia, Polónia, o Beato TIMÓTEO TROJANOWSKI presbitero da Ordem dos Frades Menores Conventuais e mártir, que, durante a ocupação militar da sua pátria por um regime hostil à  dignidade humana e à religião, esvanecido pelos suplícios que teve de suportar, consumou o martírio por causa da sua fé cristã.(1942)

CARLOS GNÓCCHI, Beato



Em Milão, Itália, o beato CARLOS GNÓCCHI presbitero que, para ajudar as crianças mutiladas ou deficientes físicos e psíquicos por causa da guerra, fundou a sua obra máxima, a "Fundação Pro Iuventute", hoje chamada Obra Don Gnocchi. (1956)

e ainda...

MACÁRIO, RUFINO, JUSTO e TEÓFILO, Santos

Sono martiri di origine sconosciuta, il cui culto è testimoniato dal Martirologio Geronimiano, dove i loro nomi appaiono dispersi tra altri, ugualmente ignoti, nella nota del 28 febbraio (v. anche CEREALE, PUPOLO, CAIO e SERAPIONE), insieme con un gruppo di martiri certamente alessandrini (i nomi vi sono riportati in grafie varie ed incerte: Maccaris o Macharis, Rufiniae o Refinae, Iusti, Theofili o Thyopili o Epoli od Opoli).
Si pensa che possa trattarsi anche qui di martiri alessandrini: Macario e Teofilo sono anche ricordati (ma non è certo che si tratti dei nostri) nella lettera di Dionigi Alessandrino a Fabio d'Antiochia; secondo la stessa Hist. Eccl., Giusto fu eletto vescovo di Alessandria nel 119-120; inoltre il Martirologio Geronimiano celebra (erroneamente) un Rufino martire alessandrino al 22 giugno. Si aggiunga che, da un papiro di Ossirinco, si conosce un martyrion dedicato ad un martire Giusto, pure di Alessandria.
Il Martirologio Romano raggruppa questi quattro martiri sotto l'indicazione topografica di Roma.

HILÁRIO, Santo



Em Roma, junto à Via Tiburtina, o sepultamento de Santo HILÁRIO papa, que escreveu cartas sobre a fé católica pelas quais confirmou os concílios de Niceia, de Éfeso e da Calcedónia, enaltecendo o primado da Sé Romana. (468)



OSWALDO, Santo

Em Worcester, Inglaterra, Santo OSWALDO bispo que foi cónego e depois monge; finalmente,. governou a Igreja de Worcester e mais tarde a de York; instituiu em muitos mosteiros a Regra de São Bento e foi um  mestre afável , generoso , alegre e de grande sabedoria. (992)




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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto


miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In




MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e através dos sites:


 Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, 
e do Livro SANTOS DE CADA DIA, da Editorial de Braga, além de outros, eventualmente 

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Também no que se refere às imagens que aparecem aqui no fim das mensagens diárias, são recolhidas aleatoriamente ou através de fotos próprias que vou obtendo, ou transferindo-as das redes sociais e que creio, serem livres. 
Quanto às de minha autoria, não coloco quaisquer entraves para quem quiser copiá-las





Porto  - Décimo piso de um silo-parque de estacionamento 



Blogue: 
 SÃO PAULO (e Vidas de Santos)
http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

Igreja da Comunidade de São Paulo do Viso

Nº 5 801 - SÉRIE DE 2024 - Nº (277) - SANTOS DE CADA DIA - 2 DE OUTUBRO DE 2024

   Caros Amigos 17º ano com início na edição  Nº 5 469  OBSERVAÇÃO: Hoje inicia-se nova numeração anual Este é, portanto, o 277º  Número da ...