Perto de Burgos, Castela, Espanha, São SISEBUTO abade de São Pedro de Cardeña. (1086)
GUILHERME HART, Beato
Em York, Inglaterra, o Beato GUILHERME HART presbitero e mártir que, ordenado no Colégio Inglês de Roma, regressou à pátria e, no reinado de Isabel I, por ter persuadido algumas pessoas a abraçar a fé católica, foi enforcado e estripado. (1583)
PIO CONDE CONDE, Beato
Em Madrid, Espanha, o Beato PIO CONDE CONDE presbitero da Sociedade Salesiana e mártir. (1936)
JOÃO ADALBERTO BALICKI, Beato
Em Przemysl, Polónia, o Beato JOÃO ADALBERTO BALICKI presbitero que exerceu diversas actividades apostólicas em favor de todo o povo de Deus, empenhando-se particularmente no anúncio do Evangelho e na assistência às jovens errantes. (1948)
ARTÉMIDES ZÁTTI, Beato
Em Viedma na Argentina, o beato ARTÉMIDES ZÁTTI religioso da Sociedade de São Francisco de Sales que, animado pelo seu grande zelo missionário partiu para as inóspitas terras da Patagónia e passou toda a sua vida no hospital desta cidade acudindo com incansável magnanimidade, paciência e humildade às necessidades dos indigentes. (1951)
...E AINDA ....
EUSÉBIO II, Santo
Di lui non parlano né il volume stampato nel 1581, a cura del Capitolo Eusebiano che conteneva le litanie antiche e gli Uffici propri della Cattedrale di Vercelli, né il Calendario Eusebiano, edito nel 1676 dal canonico M. A. Cusano; probabilmente s. Eusebio II ebbe culto nei secoli antichi.
Di sicuro, si ha soltanto che sotto il suo ritratto, facente parte dell’antica serie dei primi 40 vescovi dipinta nella cattedrale poi incendiata da Arduino da Ivrea (955-1015), si leggeva il nome con l’appellativo di S. Eusebius II.
Adesso inquadriamo il periodo storico della sua esistenza; a s. Emiliano, che resse la diocesi di Vercelli alla fine del secolo V († 501), successe un vescovo di cui non si conosce il nome e poi subito dopo venne Eusebio II, che in effetti fu il dodicesimo vescovo della serie episcopale, alcuni storici locali indicano il suo episcopato dal 515 al 534, ma senza documentarlo.
Gli agiografi Bollandisti, che posero la sua memoria al 15 marzo, stabilirono la data verso il 520, e si espressero con lodi generiche, dicendo che, sull’esempio del protovescovo diocesano s. Eusebio I di Vercelli († 1° agosto 371) suo omonimo, adempì i doveri pastorali con somma diligenza e carità.
E in questi termini si espresse anche il vescovo Ferrero, nell’opera sui vescovi vercellesi, da lui edita in seconda edizione nel 1609.
LUDOVICO DE LA PENA, Beato
Mercedario nel convento di Sant’Eulalia in Siviglia, il Beato Ludovico de la Pena, operò molti miracoli nella sua vita fra i quali restituì la vista ad un cieco, l’udito ad un sordo e resuscitò un morto. Nell’ora della morte fu allietato dall’apparizione della Beatissima Vergine la quale lo chiamò alle delizie del paradiso.
L’Ordine lo festeggia il 15 marzo
MONALDO DE ANCONA, FRANCISCO DE PETRÍOLO e ANTÓNIO CANTONI DE MILÃO, Beatos
Del martirio di questi francescani abbiamo una relazione abbastanza ampia e contemporanea di Carlino Grimaldi, guardiano di Trebisonda. Inviati come missionari nell'Armenia, non solo ebbero a cuore la condizione dei cattolici ivi dimoranti, ma si prodigarono soprattutto, per convertire alla fede cristiana i musulmani del luogo.
Nella città di Arzenga (che i geografi scrivono in modi diversi: Arzingam, Artzinga, Artzinganis o Ertzinga), situata in Armenia presso l'Eufrate, da identificarsi probabilmente con l'odierna Ersindjan, essi erano soliti parlare alla folla, radunata alla presenza del cadí, il venerdí di ogni settimana, giorno festivo per i musulmani, testimoniando la divinità di Cristo e confutando gli errori di Maometto. Quando il cadí si accorgeva che qualcuno degli ascoltatori era scosso dalle parole dei missionari, metteva fine alla discussione e li licenziava. Ma essi tornavano a parlare dinanzi a lui il venerdí successivo con nuove argomentazioni e con rinnovato zelo, tanto che costui fu costretto ad indire una pubblica disputa tra i religiosi ed i piú sapienti tra.i musulmani: fu tanta la forza delle argomentazíóni, tanto l'ardore della fede, che gli infedeli non seppero cosa ribattere e accesi d'ira volevano immediatamente ucciderli. Il cadí, in quella occasione, si oppose, e convocato il consiglio degli anziani e dei fachiri, si consultò con loro: «Che essi muoiano - fu la risposta - perché insultano il nostro profeta e la sua legge; ogni giorno si fanno piú audaci».
Il venerdí della terza settimana di Quaresima, 15 marzo 1314 (alcuni autori sostengono che l'anno sia il 1286), mentre gli ardenti predicatori annunziavano le verità evangeliche, furono arrestati e condotti nella pubblica piazza della città. Un saraceno che, mosso a compassione, aveva cercato di difenderli, fu ucciso all'istante. Giunti nella piazza, confessarono ancora davanti al tribunale la loro fede in Cristo. I musulmani allora si scagliarono contro di loro con le spade, ferendoli gravemente; amputarono loro gli arti, mentre essi nei tormenti raccomandavano le loro anime a Dio. Furono alfine decapitati. Mentre i corpi erano abbandonati sulla piazza, gli arti e le teste furono appesi alle porte e alle mura della città sotto la sorveglianza dei soldati; quindi i corpi furono gettati in aperta campagna, perché fossero divorati dalle belve.
Un sacerdote armeno, con l'aiuto di alcuni cristiani e a sue spese, riuscí a raccogliere i resti delle vittime e a dar loro un'onorata sepoltura. Sulla loro tomba un cieco riacquistò la vista. La domenica del Buon Pastore, il 28 aprile dello stesso anno, si fece la traslazione delle reliquie. La venerazione degli Armeni verso questi servi di Dio era tanta che il patriarca li canonizzò iscrivendoli nel catalogo dei santi armeni e imponendo il digiuno nella vigilia del martirio.
PIETRO PASCALE, Beato
Primo commendatore del monastero di San Martino a Perpignano in Francia, il Beato Pietro Pasquale ricevette l’abito mercedario dalle stesse mani del Santo Fondatore Pietro Nolasco. Fu esempio di vita rigorosa nella fede e famoso per i miracoli morì in santità.
L’Ordine lo festeggia il 15 marzo