GERARDO, Beato
No mosteiro de Claraval, na Borgonha, França, o Beato GERARDO monge, irmão de São BERNARDO que, apesar da escassa cultura, tinha uma grande inteligência e discernimento espiritual. (1138)
AGOSTINHO PHAN VIET HUY e
NICOLAU BUI VIET THÊ, Beatos
Em Hué, no Anam, hoje Vietname, os santos AGOSTINHO PHAN VIET HUY em NICOLAU BUI VIET THÊ mártires que, depois de terem pisado a cruz, constrangidos pelo terror, quando recuperaram a consciência, desejosos de expiar a sua culpa, pediram imediatamente ao imperador Minh Mang que fossem novamente julgados como cristãos e, por isso, esquartejados vivos num barco, alcançaram as alegrias celestes. (1839)
MARIA ANA BIERNACKA, Beata
Em Naumowicze, cidade próxima de Grodno na Polónia, a Beata MARIA ANA BIERNACKA mãe de família e mártir, que, no regime de ocupação militar da sua pátria, durante a guerra, se ofereceu aos soldados para substituir sua nora que estava grávida e, imediatamente fuzilada, recebeu a palma gloriosa do martírio. (1943)
... E AINDA ...
ALFONSO GOMEZ DE ENCHINAS, Beato
Il Beato Alfonso Gomez de Encinas nacque a Cuellar, in provincia di Segovia (Spagna), verso il 1565, prese poi l’abito mercedario nel convento di Valladolid. Ordinato sacerdote fu inviato a perfezionare i suoi studi all’Università di Salamanca e verso il 1600 era vicario del collegio mercedario di quella città. Nel 1609, all’età di 44 anni circa, partì per il Messico insieme al Vicario Generale Venerabile Antonio de Mendoza, come segretario e predicatore; in seguito chiese di restare in America per evangelizzare gli indigeni. Fu inviato all’isola di Pumà, nella baia di Guayaquil (Ecuador), dove svolse il suo ministero con grande zelo. Catturati dai pirati olandesi guidati dall’eretico Giacomo l’Hermete, che avevano invaso l’isola di Pumà, venne interrogato, e saputo che aveva appena celebrato la santa messa fu dai pirati sventrato per cercarvi l’Eucaristia, era il 13 giugno 1624. Egli è uno dei martiri mercedari più celebri di questo periodo. L’Ordine lo festeggia il 13 luglio
MÁXIMO DE CRAVAGLIANA, Santo
Insigne religioso, il Beato Antonio de Pietra, trovandosi in Africa e vedendo tutte le ingiustizie e le percosse che ricevevano gli schiavi, si impietosì e ne liberò 80 da una dura prigionia. Morì santamente nel convento di San Martino ad Oran in Algeri nell'anno 1490.
L'Ordine lo festeggia il 12 giugno
CORRADO DE MALEVILLE, Beato
Il corpo santo di Massimo, di nome proprio, venne recuperato nel 1825 dalla catacomba di Ciriaca e fu donato alla comunità di Cravagliana da don Giovanni Juva, originario di Cervatto e canonico della cattedrale di Torino, in ricordo di suo zio don Spirito Antonio Juva, anch’egli di Cervatto, che fu il primo parroco del paese a portare, dal 1788, il titolo di pievano.Giunta in paese la reliquia fu oggetto di un’attenta ricognizione nella sacrestia della chiesa parrocchiale, alla presenza del delegato vescovile don Giacomo Pomi, nativo del posto e parroco a Camasco, di don Giovanni de Mattei parroco ad Ornavasso e del parroco di Sabbia don Giovanni Antonio Bertolio
SMBAT o Confessor, Santo
Il Sinassario di Ter Israyel commemora il 7 margac' (13 giu.) il generale (sparapet) Smbat Bagratuni, padre del re Asot I. Nella notizia si riferisce che al tempo dell'invasione dell'Armenia da pane del governatore Bula (Bugha al-Kabir), Smbat si consegnò a lui seguendo così la sorte di altri naxarar (nobili) armeni che. incatenati, furono condotti a Samarra (nel testo genericamente «Babilonia») per essere deferiti al califfo. Davanti a lui molti di loro, per aver salva la vita, preferirono rinnegare la religione cristiana; non così fecero Stefano detto Kon, principe del borgo di Tus nella provincia di Uteac'ik', che scelse il martirio, e lo stesso Smbat, il quale, avendo più volte proclamato la propria fede in Cristo, morì dopo una lunga prigionia. La notizia termina riferendo che alcuni cristiani del posto, ottenuta l'autorizzazione del califfo, trasportarono il suo corpo nella vecchia Babilonia, e lo seppellirono nella cappella che era stata costruita sopra la fossa del profeta Daniele
TREDICINA a SANTO ANTÓNIO DE PÁDUA
Quando si dice semplicemente «il santo», il pensiero di molti fedeli corre spontaneamente a sant’Antonio di Padova, il taumaturgo per antonomasia, la cui festa si celebra il 13 giugno. La basilica a lui intitolata vede ogni anno l’afflusso di oltre cinque milioni di pellegrini, che affollano la sua tomba e chiedono la sua prodigiosa intercessione. Una specifica ricerca ha messo in luce che fra le invocazioni dei devoti prevalgono statisticamente quelle relative alla salute e al lavoro (rispettivamente al primo e al terzo posto per frequenza), mentre al secondo posto ci sono i ringraziamenti per la protezione sperimentata in occasione di un incidente.
La più antica devozione relativa a sant’Antonio è il cosiddetto
Breve. La tradizione narra che una donna che intendeva suicidarsi si addormentò nella chiesa francescana di Santarem, in Portogallo, e sognò il santo che le diceva: «Alzati, figlia, tieni questo foglio e sarai libera dalle incursioni del maligno». Al risveglio ella si ritrovò fra le mani un foglietto con un testo in latino, che il Papa francescano Sisto V fece incidere nel 1590 sull’obelisco in piazza San Pietro. In italiano dice così: «Ecco la croce del Signore! Fuggite, o nemici. Il leone della tribù di Giuda, il germoglio di Davide, ha vinto. Alleluia».
Tuttora molto diffusa è la novena cosiddetta «
Tredicina», perché si svolge normalmente nell’arco di tredici martedì, il giorno in cui vennero celebrati i funerali del santo. Probabilmente però la preghiera più nota in onore di sant’Antonio è il
Si quaeris, composto da fra’ Giuliano da Spira nel 1233. Una traduzione italiana recita: «Se cerchi i miracoli, fuggono la morte, l’errore, le calamità, il demonio e la lebbra; gli ammalati si alzano risanati. Mare e catene si aprono, i giovani e i vecchi chiedono e ritrovano le forze e le cose perdute. Scompaiono i pericoli, terminano le difficoltà: racconti chi lo ha sperimentato, lo dicano i padovani»