domingo, 2 de outubro de 2016

Nº 2895 - (276 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 2 DE OUTUBRO DE 2016 - OITAVO ANO

Caros Amigos:





Nova foto do autor

Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar

UM BOM resto do ANO DE 2016

Nº 2895 -  (276 - 2016) 

2 DE OUTUBRO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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SANTOS ANJOS DA GUARDA

      

 

Memória dos SANTOS ANJOS DA GUARDA que, especialmente chamados à contemplação do rosto de Deus, forma também enviados pelo Senhor em auxílio dos homens, para que os acompanhem e aconselhem com a sua invisível mas solícita presença.

Do Livro SANTOS DE CADA DIA - III
da Editorial A. O.  -  Braga
transcreve-se o texto que se segue:

Os Anjos são puros espíritos mensageiros da bondade de Deus. Diz-nos a Epístola aos Hebreus que «todos eles são espíritos servidores, enviados em serviço daqueles que devem herdar a salvação» (Hb. 1, 14).
Segundo a piedade e a tradição cristãs,. bem fundadas no dogma, as nações, as dioceses, as povoações, estão confiadas à guarda de um anjo. Dum modo particular, honramos hoje os Anjos que têm o encargo de guardar, iluminar e reger cada um de nós. Jesus disse expressamente: «Não desprezeis nenhum destes pequeninos, porque eu vos digo que os seus anjos nos céus veem continuamente a face de meu Pai que está no Céu» (Mt 18, 10).
Os últimos papas têm-nos dado cativantes lições sobre a devoção aos Anjos da Guarda
O Papa PIO XI confidenciou a um grupo de peregrinos que cada manhã pedia a protecção do seu Anjo da Guarda, e que no decorrer do dia invocava o auxílio dos Anjos, de maneira especial quando o trabalho era complicado e difícil. Em acto de reconhecimento, o mesmo Papa declarou: «Para cumprir também um dever de gratidão, devo afirmar que sempre me senti maravilhosamente assistido pelo meu Anjo da Guarda. Experimentei continuamente que ele está bem perto de mim, pronto a ajudar-me». 
Dde maneiran especial inculcava a devoção ao Anjo a todos os educadores: «Recomendamos sempre a devoção ao Anjo, aos que têm a missão de ensinar».
O Papa JOÂO XXIII conta que, ao mandá-lo como Delegado Apostólico para a Turquia e Grécia, PIO XI confiou-lhe este «belíssimo segredo» para acertar no desempenho da sua delicada missão: «Quando devo manter uma conversa difícil com qualquer pessoa, então peço ao meu Anjo da Guarda que fale ao Anjo da Guarda daquela pessoa com quem devo tratar».  
Gostava também de recorrer aos Anjos da Guarda dos seus colaboradores e das pessoas que estavam à frente dos organismos eclesiásticos e das circunscrições territoriais. 
PIO XII, na Encíclica Humani Generis (1950), chamou a atenção para «algumas falsas opiniões que ameaçavam destruir os fundamentos da doutrina católica», entre as quais menciona esta: «por alguns põe-se em discussão se os Anjos são pessoas». 
A 2 de Outubro de 1958, uma semana antes do seu falecimento, exortou os peregrinos americanos a entreter-se familiarmente com os Anjos da Guarda. «Eles estavam nas cidades que visitastes, eram vossos companheiros de viagem. Não disse Cristo que os Anjos das crianças contemplam o rosto do Pai do Céu ? (Mt 18,10). Quando os pequenos se tornam adultos vão porventura serem abandonados pelos Anjos da Guarda?» Acabou afirmando que os Anjos da Guarda «preocupam-se constantemente pela vossa salvação e santificação. Passareis uma eternidade de alegria com os Anjos. Aprendei desde agora a conhecê-los». Etc., etc., etc..
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Em seguida transcrevo o texto inserto no site www.santiebeati.it 


La memoria dei Santi Angeli, oggi espressamente citati nel “Martirologio Romano” della Chiesa Cattolica, come Angeli Custodi, si celebra dal 1670 il 2 ottobre, data fissata da papa Clemente X (1670-1676); la Chiesa Ortodossa li celebra l’11 gennaio.
Ma chi sono gli Angeli e che rapporto hanno nella storia del genere umano? Prima di tutto l’esistenza degli Angeli è un dogma di fede, definito più volte dalla Chiesa (Simbolo Niceno, Simbolo Costantinopolitano, IV Concilio Lateranense (1215), Concilio Vaticano I (1869-70)).
Tutto ciò che riguarda gli Angeli, ha costituito una scienza propria detta ‘angelologia’; e tutti i Padri della Chiesa e i teologi, hanno nelle loro argomentazioni, espresso ed elaborato varie interpretazioni e concetti, riguardanti la loro esistenza, creazione, spiritualità, intelligenza, volontà, compiti, elevazione e caduta.
Come si vede la materia è così vasta e profonda, che è impossibile in questa scheda succinta, poter esporre esaurientemente l’argomento, ci limiteremo a dare qualche cenno essenziale.

Esistenza e creazione
La creazione degli angeli è affermata implicitamente almeno in un passo del Vecchio Testamento, dove al Salmo 148 (Lode cosmica), essi sono invitati con le altre creature del cielo e della terra a benedire il Signore: “Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti suoi angeli, lodatelo, voi tutte sue schiere… Lodino tutti il nome del Signore, perché al suo comando ogni cosa è stata creata”.
Nel nuovo Testamento (Col. 1.16) si dice: “per mezzo di Cristo sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra”. Quindi anche gli angeli sono stati creati e se pure la tradizione è incerta sul tempo e nell’ordine di questa creazione, essa è ritenuta dai Padri indubitabile; certamente prima dell’uomo, perché alla cacciata dal paradiso terrestre di Adamo ed Eva, era presente un angelo, posto poi a guardia dell’Eden, per impedirne il ritorno dei nostri progenitori.

Spiritualità
La spiritualità degli angeli, è stato oggetto di considerazioni teologiche fra i più grandi Padri della Chiesa; s. Giustino e s. Ambrogio attribuivano agli angeli un corpo, non come il nostro, ma luminoso, imponderabile, sottile; s. Basilio e s. Agostino furono esitanti e si espressero non chiaramente; s. Giovanni Crisostomo, s. Gerolamo, s. Gregorio Magno, asserirono invece l’assoluta spiritualità; il già citato Concilio Lateranense IV, quindi il Magistero della Chiesa, affermò che gli Angeli sono spirito senza corpo.
L’angelo per la sua semplicità e spiritualità è immortale e immutabile, privo di quantità non può essere localmente presente nello spazio, però si rende visibile in un luogo per esplicare il suo operato; non può moltiplicarsi entro la stessa specie e s. Tommaso d’Aquino afferma che tante sono le specie angeliche quanti sono gli stessi angeli, l’uno diverso dall’altro.
Nella Bibbia si parla di angeli come di messaggeri ed esecutori degli ordini divini; nel Nuovo Testamento essi appaiono chiaramente come puri spiriti.
Nella credenza ebraica essi furono talvolta avvicinati a esseri materiali, ai quali si offriva ospitalità, che essi ricambiavano con benedizioni, promesse di prosperità, ecc.

Intelligenza e volontà
L’Angelo in quanto essere spirituale non può essere sprovvisto della facoltà dell’intelligenza e della volontà; anzi in lui debbono essere molto più potenti, in quanto egli è puro di spirito; sulla prontezza e infallibilità dell’intelligenza angelica, come pure sull’energia, la tenace volontà, la libertà superiore, il grande Dottore Angelico, s. Tommaso d’Aquino, ha scritto ampiamente nella sua “Summa Theologica”, alla quale si rimanda per un approfondimento.

Elevazione
La Sacra Scrittura suggerisce più volte che gli Angeli godono della visione del volto di Dio, perché la felicità alla quale furono destinati gli spiriti celesti, sorpassa le esigenze della natura ed è soprannaturale.
E nel Nuovo Testamento frequentemente viene stabilito un paragone fra uomini, santi e angeli, come se la meta cui sono destinati i primi, altro non sia che una partecipazione al fine già conseguito dagli angeli buoni, i quali vengono indicati come ‘santi’, ‘figli di Dio’, ‘angeli di luce’ e che sono ‘innanzi a Dio’, ‘al cospetto di Dio o del suo trono’; tutte espressioni che indicano il loro stato di beatitudine; essi furono santificati nell’istante stesso della loro creazione.

Caduta
Il Concilio Lateranense IV, definì come verità di fede che molti Angeli, abusando della propria libertà caddero in peccato e diventarono cattivi.
San Tommaso affermò che l’Angelo poté commettere solo un peccato d’orgoglio, lo spirito celeste deviò dall’ordine stabilito da Dio e non accettandolo, non riconobbe al disopra della sua perfezione, la supremazia divina, quindi peccato d’orgoglio cui conseguì immediatamente un peccato di disobbedienza e d’invidia per l’eccellenza altrui.
Altri peccati non poté commetterli, perché essi suppongono le passioni della carne, ad esempio l’odio, la disperazione. Ancora s. Tommaso d’Aquino specifica, che il peccato dell’Angelo è consistito nel volersi rendere simile a Dio.
La tradizione cristiana ha dato il nome di Lucifero al più bello e splendente degli angeli e loro capo, ribellatosi a Dio e precipitato dal cielo nell’inferno; l’orgoglio di Lucifero per la propria bellezza e potenza, lo portò al grande atto di superbia con il quale si oppose a Dio, traendo dalla sua parte un certo numero di angeli.
Contro di lui si schierarono altri angeli dell’esercito celeste capeggiati da Michele, ingaggiando una grande e primordiale lotta nella quale Lucifero con tutti i suoi, soccombette e fu precipitato dal cielo; egli divenne capo dei demoni o diavoli nell’inferno e simbolo della più sfrenata superbia.
Il nome Lucifero e la sua identificazione con il capo ribelle degli angeli, derivò da un testo del profeta Isaia (14, 12-15) in cui una satira sulla caduta di un tiranno babilonese, venne interpretata da molti scrittori ecclesiastici e dallo stesso Dante (Inf. XXIV), come la descrizione in forma poetica della ribellione celeste e della caduta del capo degli angeli.
“Come sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’aurora! Come sei stato precipitato a terra, tu che aggredivi tutte le nazioni! Eppure tu pensavi in cuor tuo: Salirò in cielo, al di sopra delle stelle di Dio innalzerò il mio trono… salirò sulle nubi più alte, sarò simile all’Altissimo. E invece sei stato precipitato nell’abisso, nel fondo del baratro!”

L’esercito celeste
La figura dell’Angelo come simbolo delle gerarchie celesti, in genere appare fin dai primi tempi del cristianesimo, collocandosi in prosecuzione della tradizione ebraica e come trasformazione dei tipi precristiani delle Vittorie e dei Geni alati, che avevano anche la funzione mediatrice, tra le supreme divinità e il mondo terrestre.
Attraverso l’insegnamento del “De celesti hierarchia” dello pseudo Dionigi l’Areopagita, essi sono distribuiti in tre gerarchie, ognuna delle quali si divide in tre cori.
La prima gerarchia comprende i serafini, i cherubini e i troni; la seconda le dominazioni, le virtù, le potestà; la terza i principati, gli arcangeli e gli angeli.
I cori si distinguono fra loro per compiti, colori, ali e altri segni identificativi, sempre secondo lo pseudo Areopagita, i più vicini a Dio sono i serafini, di colore rosso, segno di amore ardente, con tre paia di ali; poi vengono i cherubini con sei ali cosparse di occhi come quelle del pavone; le potestà hanno due ali dai colori dell’arcobaleno; i principati sono angeli armati rivolti verso Dio e così via.
Più distinti per la loro specifica citazione nella Bibbia, sono gli Arcangeli, i celesti messaggeri, presenti nei momenti più importanti della Storia della Salvezza; Michele presente sin dai primordi a capo dell’esercito del cielo contro gli angeli ribelli, apparve anche a papa s. Gregorio Magno sul Castel S. Angelo a Roma, lasciò il segno della sua presenza nel Santuario di Monte S. Angelo nel Gargano; Gabriele il messaggero di Dio, apparve al profeta Daniele; a Zaccaria annunciante la nascita di s. Giovanni Battista, ma soprattutto portò l’annuncio della nascita di Cristo alla Vergine Maria; Raffaele è citato nel Libro di Tobia, fu guida e salvatore dai pericoli del giovane Tobia, poi non citato nella Bibbia, c’è Uriele, nominato due volte nel quarto libro apocrifo di Ezra, il suo nome ricorre con frequenza nelle liturgie orientali, s. Ambrogio lo poneva fra gli arcangeli, accompagnò il piccolo s. Giovanni Battista nel deserto, portò l’alchimia sulla terra.

L’angelo nell’arte
Ricchissima è l’iconografia sugli angeli, la cui condizione di esseri spirituali, senza età e sesso, ha fatto sbizzarrire tutti gli artisti di ogni epoca, nel raffigurarli secondo la dottrina, ma anche con il proprio estro artistico.
Gli artisti, specie i pittori, vollero esprimere nei loro angeli un sovrumano stato di bellezza, avvolgendoli a volte in vesti sacerdotali o in classiche tuniche, a volte come genietti dell’arte romana, quasi sempre con le ali e con il nimbo (nuvoletta); dal secolo IV e V li ritrassero in aspetto giovanile, efebico, solo nell’epoca barocca apparirà il tipo femminile.
Gli angeli furono raffigurati non solo in atteggiamento adorante, come nelle magnifiche Natività o nelle Maestà medioevali, ma anche in atteggiamento addolorato e umano nelle Deposizioni, vedasi i gesti di disperazione per la morte di Gesù, degli angeli che assistono alla deposizione dalla croce, nel famoso dipinto di Giotto “Compianto di Cristo morto” (Cappella degli Scrovegni, Padova).
Poi abbiamo angeli musicanti e che cantano in coro, che suonano le trombe (tubicini); gli angeli armati in lotta con il demonio; angeli che accompagnano lo svolgersi delle opere di misericordia, ecc.

L’angelo nella Bibbia
Specifici episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, indicano la presenza degli Angeli: la lotta con l’angelo di Giacobbe (Genesi 32, 25-29); la scala percorsa dagli angeli, sognata da Giacobbe (Genesi, 28, 12); i tre angeli ospiti di Abramo (Genesi, 18); l’intervento dell’angelo che ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare Isacco; l’angelo che porta il cibo al profeta Elia nel deserto.
L’annuncio ai pastori della nascita di Cristo; l’angelo che compare in sogno a Giuseppe, suggerendogli di fuggire con Maria e il Bambino; gli angeli che adorano e servono Gesù dopo le tentazioni nel deserto; l’angelo che annunciò alla Maddalena e alle altre donne, la resurrezione di Cristo; la liberazione di s. Pietro, dal carcere e dalle catene a Roma; senza dimenticare la cosmica e celeste simbologia angelica dell’Apocalisse di s. Giovanni Evangelista.

L’Angelo Custode
Infine l’Angelo Custode, l’esistenza di un angelo per ogni uomo, che lo guida, lo protegge, dalla nascita fino alla morte, è citata nel Libro di Giobbe, ma anche dallo stesso Gesù, nel Vangelo di Matteo, quando indicante dei fanciulli dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
La Sacra Scrittura parla di altri compiti esercitati dagli angeli, come quello di offrire a Dio le nostre preghiere e sacrifici, oltre quello di accompagnare l’uomo nella via del bene.

Il nome di ‘angelo’ nel discorrere corrente, ha assunto il significato di persona di eccezionale virtù, di bontà, di purezza, di bellezza angelica e indica perfezione.

Autore: Antonio Borrelli



Il nuovo Calendario universale della Chiesa ha conservato, a questa data, non la festa, ma la memoria degli Angioli Custodi.
Un tempo questa festa veniva celebrata il 29 settembre, insieme con quella di San Michele, custode e protettore per eccellenza. Tre giorni fa, a quella data, abbiamo ricordato i tre Arcangeli principali, e diciamo così prototipi, ognuno con il loro nome: Michele, Gabriele e Raffaele.
L'uso di una festa particolare dedicata agli Angioli Custodi si diffuse nella Spagna nel '400, e nel secolo successivo in Portogallo, più tardi ancora in Austria. Nel 1670, il Papa Clemente X ne fissò la data al 2 ottobre.
La devozione per gli Angioli è più antica di quella per i Santi: prese particolare importanza nel Medioevo quando i monaci solitari ricercarono la compagnia di queste invisibili creature e le sentirono presenti nella loro vita di silenzioso raccoglimento.
Dopo il concilio di Trento, la devozione per gli Angioli fu meglio definita e conobbe nuova diffusione. Nella vita attuale, però, gli uomini trascurano sempre di più la propria angelica compagnia, e non avvertono ormai la presenza di un puro spirito, testimone costante dei pensieri e delle azioni umane.
Di solito si parla dell'Angiolo Custode soltanto ai bambini, e per questo anche l'iconografia si è fissata sulla figura dell'Arcangiolo Raffaele, che guida e conduce il giovane Tobiolo.
Gli adulti, invece, dimenticano facilmente il loro adulto testimone e consigliere, il loro invisibile compagno di viaggio, il muto testimone della loro vita. E anche questo aumenta il senso della desolazione e addirittura dell'angoscia che caratterizza il nostro tempo, nel quale si sono lasciate cadere, come infantili fantasie, tante consolanti e sostenitrici verità di fede.
E' infatti verità di fede che ogni cristiano, dal Battesimo, riceve il proprio Angiolo Custode, che lo accompagna, lo ispira e lo guida, per tutta la vita, fino alla morte, esemplare perfetto della condotta che si dovrebbe tenere nei riguardi di Dio e degli uomini.
L'Angiolo Custode è dunque il luminoso specchio sul quale ogni cristiano dovrebbe riflettere la propria condotta giornaliera.
Per questo la Chiesa ha dettato una delle più belle preghiere che dice: "Angiolo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Così sia".



  
ELEUTÉRIO DA NICOMÉDIA e companheiros, Santos



Em Nicomédia, na Bitínia hoje Izmit, Turquia, Santo ELEUTÉRIO mártir. (séc. III)


SATÚRIO DE NUMÂNCIA, Santo

   


Em Numância, na Hispânia Cartaginense, São SATÚRIO eremita. (606)
 
LEODEGÁRIO e GERINO, Santos

 


Em Saint-Leger, no território de Arras, na Nêustria, hoje França, a paixão de São LEODEGÁRIO bispo de Autun que, depois de ter sido submetido a vários suplícios e lhe vazarem os olhos, foi injustamente condenado à morte por Ebroíno, mordomo do rei Teodorico. Com ele venera-se a memória de seu irmão São GERINO mártir que, dois anos antes, por ordem do mesmo Ebroíno, morreu lapidado. (679 e 677)



BEREGISO DE ANDAGE, Santo




Em Andage, na floresta das Ardenas, na Austrásia hoje Saint-Hubert na Bélgica, São BEREGISO abade que fundou neste lugar um mosteiro de Cónegos Regrantes ao qual presidiou com diligência. (725)


URSICINO DE CHUR, Santo



  
Na Récia, território da actual Suiça, Santo URSICINO bispo de Chur e primeiro abade do mosteiro de Disentis por ele fundado. (séc. VIII)

TEÓFILO DE CONSTANTINOPLA, Santo



Em Constantinopla, hoje Istambul, na Turquia, a comemoração de Santo TEÓFILO monge que, por defender o culto das sagradas imagens foi cruelmente torturado e exilado por Leão o Isáurico. (795)

 
LUÍS YAKICHI e LÚCIA, ANDRÉ e FRANCISCO, Santos




Em Nagasáqui, no Japão, os beatos LUÍS YAKICHI e LÚCIA, esposos e seus filhos ANDRÉ e FRANCISCO mártires que, morreram por Cristo: a mãe e os filhos foram degolados na presença do pai, que depois foi queimado vivo. (1622)


JORGE EDMUNDO RENÉ, Beato


 
Num barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort em França, o beato JORGE EDMUNDO RENÉ presbitero e mártir que, sendo cónego de Vézelay durante a revolução francesa foi condenado ao cativeiro na sórdida galera por ser sacerdote e aí morreu coberto de chagas infectadas. (1794)

JOANA EMÍLIA VILLENEUVE, Beata
 



Em Castres, França, a beata JOANA EMÍLIA VILLENEUVE que fundou a Congregação de Nossa Senhora da Imaculada de Castres, destinada à formação humana e cristã dos mais desfavorecidos. (1854)
 



ANTÓNIO CHEVRIER, Beato




Em Lião, França, o Beato ANTÓNIO CHEVRIER presbitero que fundou a Obra da Providência do Prado, para preparar sacerdotes destinados a ensinar aos jovens pobres a doutrina cristã. (1879)

JOÃO BEYZYM Beato



Em Fianarantsoa, Madagáscar, o Beato JOÃO BEYZYM presbitero da Companhia de jesus que exerceu nesta ilha uma intensa actividade junto dos leprosos, a quem prestou assistência corporal e espiritual com ardente caridade. (1912)



FRANCISCO CARCELLER GALINDO e 
ISIDORO BOVER OLIVER, Beatos

 

Em Castellón, Espanha, os beatos FRANCISCO CARCELLER GALINDO da Ordem dos Cónegos Regrantes das Escolas Pias e ISIDORO BOVER OLIVER, da Irmandade de Sacerdotes Operários Diocesanos, presbíteros e mártires, que, durante a perseguição religiosa, consumaram o seu martírio fuzilados junto ao muro do cemitério em ódio ao sacerdócio. (1936)


ELIAS CARBONELL MOLÁ e 
JOÃO BAPTISTA CARBONELL MOLLÁ, Beatos

  

Em Sax, localidade de Alicante, Espanha, os beatos ELIAS e JOÃO BAPTISTA CARBONELL MOLLÁ presbiteros e mártires, dois irmãos que forma fuzilados na mesma perseguição contra a Igreja. (1936)

MARIA GUADALUPE
(Maria Francisca Ricart Olmos), Beata


Em Silla, povoação de Valência, Espanha, a Beata MARIA GUADALUPE (Maria Francisca Ricart Olmos) religiosa da Ordem dos Servos de Maria e mártir, que, na mesma perseguição pelo seu testemunho de Cristo recebeu a coroa da glória. (1936) 

HENRIQUE SÁIZ APARÍCIO e 
PEDRO ARTOLOZAGA MELLIQUE, Beatos

 

Em Madrid, Espanha, os beatos mártires HENRIQUE SÁIZ APARÍCIO presbitero e PEDRO ARTOLOZAGA MELLIQUE religioso ambos da Sociedade Salesiana. (1936)


BARTOLOMEU BLANCO MÁRQUEZ, Beato



Em Jaén, Espanha, o beato BARTOLOMEU BLANCO MÁRQUEZ religioso da Sociedade Salesiana e mártir. (1936)


MARIA ANTONINA (Maria Anna) KRATOCHWILL, Beata

 

Em Stanislawow, Polónia, a Beata MARIA ANTONINA (Maria Anna) KRATOCHWIL, virgem da Congregação das Irmãs das Escolas de Nossa Senhora e mártir que, durante a guerra, por causa da sua fé foi encerrada no cárcere onde morreu vítima das torturas suportadas por Cristo esposo. (1942)


SZILARD BOGDANFFY, Beato

 

Em Aiud, Alba, Roménia, o Beato SZILARD BOGDANFFY bispo de Oradea Mare e mártir. (1953)




 ... E AINDA  ...


ALFONSO DEL RIO, Beato


Redentore mercedario, il Beato Alfonso del Rio, passando per Granada in Spagna, liberò 258 cristiani prigionieri sotto il regno moro di Ismaele V° e da questi ricevuto con grande benevolenza per le sue ammirevoli virtù. Morì santamente nell'anno 1313.
L'Ordine lo festeggia il 2 ottobre.

Etimologia: Alfonso = valoroso e nobile, dal gotico
ANDREA XIMENEZ, Beato

 

Fulgido per la santità della vita e l'autorevolezza dovunque si trovasse, il Beato Andrea Ximenez, fu un religioso mercedario esemplare facendo onore alla Chiesa ed al propio Ordine. Passando in redenzione nel regno moro di Granada in Spagna, liberò da una dura oppressione 128 schiavi. Alla fine glorioso raggiunse la felicità eterna in Gesù Cristo.
L'Ordine lo festeggia il 2 ottobre.

BONAVENTURA RELLI DE PALAZZOLO, Beato
Bonaventura Relli nacque a Palazzolo, presso Trino. Era devotissimo della Madonna di Crea. Dapprima pensò ad entrare tra gli Agostiniani, ma poi entrò tra i Minori Conventuali a Giaveno. In seguito fu trasferito a Santa Maria degli Angeli a Torino.Predicò nelle valli valdesi a Luserna ed Angrogna, dove la sua fama si diffuse grazie allapredicazione, all’austerità di vita e ai miracoli.Nel 1634 fu mandato da papa Urbano VIII in Albania e Serbia, territori sotto il dominio dell’Impero Ottomano. Era sua caratteristica distribuire immagini della Vergine, da lui stesso dipinte sopra la seta. Nel 1643 ritorna in Piemonte, ad Ozegna e a San Giorgio Canavese. Morì nel Convento della Madonna degli Angeli di Torino il 2 ottobre 165

MODESTO DE BENEVENTO, Santo 


Secondo la Passio di S. Modesto, non documentata però, era un diacono originario della Sardegna morto per la fede sotto Diocleziano.
Una leggenda sostiene che le reliquie furono trasferite a Benevento, nella chiesa che porta il suo nome, senonchè il 27 luglio del 1480 il suo corpo fu rinvenuto sotto l’altare maggiore della basilica di Montevergine insieme ai corpi di altri santi tra cui San Gennaro, che fu poi portato a Napoli.
Il corpo di san Modesto al presente, è venerato in uno scrigno prezioso nella cripta di Montevergine dove gli è dedicato anche un altare.
Alcune sue reliquie si trovano sotto l’altar maggiore di S. Maria Maggiore di Mirabella Eclano.
La festa del santo ricorre il 2 ottobre, ma ci sono molte altre date di culto a livello locale




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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto


miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros











Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

sábado, 1 de outubro de 2016

Nº 2894 - (275 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 1 DE OUTUBRO DE 2016 - OITAVO ANO

Caros Amigos:





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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar

UM BOM resto do ANO DE 2016

Nº 2894 -  (275 - 2016) 

1 DE OUTUBRO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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TERESA DO MENINO JESUS, Santa

     

Memória de Santa TERESA DO MENINO JESUS virgem e doutora da Igreja, quem, entrando ainda muito jovem no mosteiro das Carmelitas de Lisieux, em França, pela sua vida de inocência e simplicidade se tornou mestra na santidade em Cristo, ensinando o caminho da infância espiritual para atingir a perfeição cristã e ponto toda a sua mística solicitude ao serviço da salvação das almas e do fortalecimento da Igreja. Terminou a sua vida terrena aos vinte e cinco anos de idade e morreu no dia 30 de Setembro. (1897)

Em seguida transcrevo o texto inserto no site www.santiebeati.it 

 Si arrampica a Milano sul Duomo fino alla Madonnina, a Pisa sulla Torre, e a Roma si spinge anche nei posti proibiti del Colosseo. La quattordicenne Teresa Martin è la figura più attraente del pellegrinaggio francese, giunto in Roma a fine 1887 per il giubileo sacerdotale di Leone XIII. Ma, nell’udienza pontificia a tutto il gruppo, sbigottisce i prelati chiedendo direttamente al Papa di poter entrare in monastero subito, prima dei 18 anni. Cauta è la risposta di Leone XIII; ma dopo quattro mesi Teresa entra nel Carmelo di Lisieux, dove l’hanno preceduta due sue sorelle (e lei non sarà l’ultima).
I Martin di Alençon: piccola e prospera borghesia del lavoro specializzato. Il padre ha imparato l’orologeria in Svizzera. La madre dirige merlettaie che a domicilio fanno i celebri pizzi di Alençon. Conti in ordine, leggendaria puntualità nei pagamenti come alla Messa, stimatissimi. E compatiti per tanti lutti in famiglia: quattro morti tra i nove figli. Poi muore anche la madre, quando Teresa ha soltanto quattro anni.
In monastero ha preso il nome di suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, ma non trova l’isola di santità che s’aspettava. Tutto puntuale, tutto in ordine. Ma è scadente la sostanza. La superiora non la capisce, qualcuna la maltratta. Lo spirito che lei cercava, proprio non c’è, ma, invece di piangerne l’assenza, Teresa lo fa nascere dentro di sé. E in sé compie la riforma del monastero. Trasforma in stimoli di santificazione maltrattamenti, mediocrità, storture, restituendo gioia in cambio delle offese.
E’ una mistica che rifiuta il pio isolamento. La fanno soffrire? E lei è quella che "può farvi morir dal ridere durante la ricreazione", come deve ammettere proprio la superiora grintosa. Dopodiché, nel 1897 lei è già morta, dopo meno di un decennio di vita religiosa oscurissima. Ma è da morta che diviene protagonista, apostola, missionaria. Sua sorella Paolina (suor Agnese nel Carmelo) le ha chiesto di raccontare le sue esperienze spirituali, che escono in volume col titolo Storia di un’anima nel 1898. Così la voce di questa carmelitana morta percorre la Francia e il mondo, colpisce gli intellettuali, suscita anche emozioni e tenerezze popolari che Pio XI corregge raccomandando al vescovo di Bayeux: "Dite e fate dire che si è resa un po’ troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com’è maschia e virile, invece! Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è un grand’uomo". Ed è lui che la canonizza nel 1925.
Non solo. Nel 1929, mentre in Urss trionfa Stalin, Pio XI già crea il Collegio Russicum, allo scopo di formare sacerdoti per l’apostolato in Russia, quando le cose cambieranno. Già allora. E come patrona di questa sfida designa appunto lei, suor Teresa di Gesù Bambino
  
VERÍSSIMO, MÁXIMA e JÚLIA, Santos

Em Lisboa, Portugal, os santos VERÍSSIMO, MÁXIMA e JÚLIA mártires. (séc. III)


PIATÃO DE TOURNAI, Santo

   



Em Séclin, na Gália Bélgica, hoje França, São PIATÃO presbitero que é venerado como evangelizador do território de Tournai e rtir. (séc. III)
 
ROMANO O Melodioso, Santo



Em Constantinopla, hoje Istambul, na Turquia, São ROMANO diácono que foi denominado O Melodioso pela sua arte sublime em compor hinos eclesiásticos em honra do Senhor e dos santos.(555-565)



NICÉCIO DE TRÉVERIS, Santo




Em Tréveris, na Renânia da Austrásia, hoje Alemanha, São NICÉCIO bispo que, segundo o testemunho de São GREGÓRIO DE TOURS era veemente na pregação, terrivel na repreensão, consistente no ensino. Sofreu o exílio ao tempo de Clotário, rei dos Francos. (561)


BAVÃO DE GAND, Santo



  
Em Gand, na Flandres, Nêustria hoje Bélgica, São BAVÃO monge que foi discípulo de Santo AMANDO deixando a vida secular distribuiu os seus bens pelos pobres e entrou no mosteiro fundado nesta cidade. (659)

VASNULFO DE CONDÉ-SUR-L'ESCAUT, Santo



Em Condé-sur-L'Escaut no Hainaut, território da Austrásia, hoje França, São VASNULFO monge, natural da Escócia. (séc. VII)

 
GERALDO EDWARDS ou EDOARDO CAMPION, ROBERTO WILCOX e CRISTÓVÃO BUXTON e ROBERTO WIDMERPOOL, Santos




Em Cantuária, na Inglaterra, São GERALDO EDWARDS (também conhecido como EDOARDO CAMPION), presbitero e mártir que foi ordenado em França e, tendo regressado à sua pátria durante a perseguição da rainha Isabel I depois de longo cativeiro consumou o martírio no patíbulo. Com ele foram, martirizados o Beato ROBERTO WILCOX e CRISTÓVÃO BUXTON presbíteros também por serem sacerdotes e ROBERTO WIDMERPOOL por ter ajudado um sacerdote. (1588)


RODOLFO CROCKETT e EDUARDO JAMES, Beatos


 
Em Chichester, Inglaterra, os beatos RODOLFO CROCKETT e EDUARDO JAMES, presbiteros e mártires que, formados no Colégio dos Ingleses de Reims, regressando à sua pátria, só por causa do seu sacerdócio foram condenados ao suplício do patíbulo. (1588)

JOÃO ROBINSON, Beato
 

Em Ipswich, Inglaterra, o Beato JOÃO ROBINSON presbitero e mártir que, sendo pai de familia depois da morte da esposa, recebeu em idade avançada a ordenação sacerdotal e por isso recebeu a coroa do martírio. (1588)
 



GASPAR HIKOJIRO e ANDRÉ YOSHIDA, Beatos




Em Nagasáqui, Japão, os beatos GASPAR HIKOJIRO e ANDRÉ YOSHIDA mártires, que sendo catequistas foram degolados por terem recebido sacerdotes em suas casas. (1617)

JOÃO DE PALAFOX Y MENDOZA Beato
 


Em Osma, cidade de Castela la Mancha, Espanha, o beato JOÃO DE PALAFOX Y MENDOZA bispo. (1659)



LUÍS MARIA MONTÍ, Beato 



Em Saronno, Varese, Lombardia, Itália, o Beato LUÍS MARIA MONTÍ religioso que, embora conservando s sua condição laical, instituiu os Filhos de Maria Imaculada que orientou para o exercício da caridade em favor dos pobres e necessitados, dedicando-se especialmente à assistência dos enfermos e dos órfãos e à formação dos jovens. (1900)


CECÍLIA EUSÉPI, Beata

 

Em Népi, Viterbo, Itália, a beata CECÍLIA EUSÉPI religiosa da Ordem Terceira dos Servos de Maria. (1928)


FLORÊNCIA CAEROLS MARTÍNEZ, Beata

 

Em Rotglá e Corbera, Valência, Espanha a beata FLORÊNCIA CAEROLS MARTÍNEZ virgem e mártir, que em tempo de perseguição contra a fé, mereceu através do martírio a glória da vida eterna. (1936) 

ÁLVARO SANJUAN CANET, Beato



Em Villena, Valência, Espanha, o beato ÁLVARO SANJUAN CANET presbitero da Sociedade Salesiana e mártir que, durante a mesma perseguição alcançou a palma da vitória no combate pela fé. (1936)


ADOLFO MARIANO (Mariano Anel Andréu) e ILDEFONSO LUÍS (José Casa Lluch), Beatos


Em Barcelona, Catalunha, Espanha, em dia incerto de Outubro os beatos ADOLFO MARIANO (Mariano Anel Andréu) e ILDEFONSO LUÍS (José Casa Lluch) religiosos da Congregação dos Irmãos das Escolas Cristãs e mártires. (1936)


MANUEL BORRAJO MIGUEZ, Beato

Em Madrid, Espanha, o beato MANUEL BORRAJO MIGUEZ em dia incerto de Outubro  religioso da Sociedade Salesiana e mártir. (1936)


CARMELO JOÃO PÉREZ RODRÍGUEZ, MATEUS GAROLERA MASFERRER , HIGÍNIO DE MATA DIEZ e JOÃO DE MATA DIEZ, Beatos

 

Em Madrid, Espanha, os beatos CARMELO JOÃO PÉREZ RODRÍGUEZ, MATEUS GAROLERA MASFERRER, HIGÍNIO DE MATA DIEZ religiosos da Sociedade Salesiana e JOÃO DE MATA DIEZ mártires. (1936)


ANTÓNIO REWERA, beato



Munique, Baviera, Alemanha, o beato ANTÓNIO REWERA presbitero e mártir que, deportado da Polónia para o campo de concentração de Dachau por causa do seu testemunho de Cristo, depois de duros tormentos alcançou a coroa do martírio. (1942)








 ... E AINDA  ...


ABREHA e ASBEHA, Santos
Secondo tar­dive leggende copte Abreha e il fratello Asbeha sareb­bero stati i primi re etiopi convertiti da s. Frumenzio (morto ca. nel 380) al Cristianesimo. La Chiesa copta ne festeggia la memoria il 1° ott. (nel 4° giorno di paopi) insieme con il re Aizana e il fratello Sazana. Ma, se Aizana, re nel 356, fece eri­gere ad Aksum iscrizioni che rivelano chiaramente l'indole pagana e se bisogna attendere un re della seconda metà del sec. V, il presunto Tazana (nome di grafia incerta), per leggere ad Aksum iscrizioni votive che esaltino un solo Dio del cielo e del mon­do, non si vede come nella corte etiope possa esser penetrato il cristianesimo prima del sec. V.
Fu necessario, infatti, che maturassero particola­ri condizioni politiche, cioè che la dominazione etiope nell'Arabia meridionale, minacciata dalla ostilità dei Persiani, si appoggiasse a Bisanzio, di­venendo la protettrice ufficiale del cristianesimo, perché questo sostituisse la religione precedente.
Se questa rivoluzione accadde, come testimonia Cosma Indicopleuste nell'ambito del sec. VI, non è chiaro quanto credito si possa concedere ad una notizia che l'anticipa di due secoli. 
DIEGO BOTELLO, Beato
 Dei tre martiri Ferdinando (Fernando, Hernando) di Salcedo, Diego Botello e un compagno (il nome del terzo è rimasto ignoto), probabilmente giunti all'isola Espanola (oggi Haiti) nel primo decennio del sec. XVI e appartenenti alla provincia francescana della Santa Croce di Espanola, eretta nel 1505, conosciamo soltanto la concisa notizia della loro morte, tramandata dallo storico francescano Girolamo di Mendieta (m. 1604). Nel 1516, in una delle isole delle Piccole Antille, gli indios caraibici, antropofagi, li uccisero a colpi di freccia e, dopo averli mangiati, portarono in giro le loro teste e gli abiti come bandiere in segno di trionfo. Il Martirologio Francescano li ricorda col titolo di beati il 1° ottobre, ed indica arbitrariamente il Venezuela come luogo del loro martirio. 
DOMENICO DE VILLANOVA, Beato
 
Religioso del convento mercedario di Santa Maria di Montflorite in Aragona (Spagna), il Beato Domenico da Villanova, ne fu anche il commendatore. Famoso per la cultura e la santità, pieno di meriti si addormentò in pace e fu sepolto nella chiesa del convento.
L'Ordine lo festeggia l'1 ottobre
FERDINANDO (Fernando ou Hernando) DE SALCEDO, Santo 


Dei tre martiri Ferdinando (Fernando, Hernando) di Salcedo, Diego Botello e un compagno (il nome del terzo è rimasto ignoto), probabilmente giunti all'isola Espanola (oggi Haiti) nel primo decennio del sec. XVI e appartenenti alla provincia francescana della Santa Croce di Espanola, eretta nel 1505, conosciamo soltanto la concisa notizia della loro morte, tramandata dallo storico francescano Girolamo di Mendieta (m. 1604). Nel 1516, in una delle isole delle Piccole Antille, gli indios caraibici, antropofagi, li uccisero a colpi di freccia e, dopo averli mangiati, portarono in giro le loro teste e gli abiti come bandiere in segno di trionfo. Il Martirologio Francescano li ricorda col titolo di beati il 1° ottobre, ed indica arbitrariamente il Venezuela come luogo del loro martirio

VIRILA DE LEYRE, Santo



San Virila abate benedettino. Visse nell'XI secolo e fu abate del monastero di San Salvatore di Leyre, Yesa di Navarra, Spagna.
La sua festa ricorre il 1° ottobre.
Yesa è un comune spagnolo di 257 abitanti situato nella comunità autonoma della Navarra.
È il primo comune che si incontra entrando in Spagna dal passo del Somport (Huesca), lungo il Camino aragonés verso Santiago, alla fine dell'omonimo lago artificiale.
Vicino al villaggio sorge il monastero benedettino di San Salvador de Leyre. La leggenda racconta la storia di San Virila, abate del monastero, che era ossessionato dal mistero dell'eternità. Meditando meditando, affascinato dal canto di un uccellino, quando l'abate si riscosse scoprì che erano passati 300 anni, e lui pensava che fosse passata solo un'ora.
La tradizione vuole che lo stesso San Virila raccontò :
“…In quel mentre mi tormentava il dilemma dell'eternità e i dubbi mi assalivano incessantemente. Pregavo Dio, nostro Signore, affinché mi illuminasse su questo mistero e accendesse la luce nel mio cuore. Una sera di primavera, come ero solito fare, uscii a passeggiare tra i frondosi alberi della sierra di Leyre.
Affaticato, mi sedetti a riposare accanto ad una fontana e rimasi lì assorto ed ipnotizzato ad ascoltare il bellissimo canto di un usignolo.
Trascorsa secondo me qualche ora, feci ritorno al monastero. Quando superai l'ingresso principale, nessun fratello monaco mi risultava familiare. Deambulai nelle varie dipendenze, sorprendendomi con ogni particolare e capendo poco a poco che era successo qualcosa di strano.
Rendendomi conto che nessuno mi riconosceva, mi recai dal Priore che, attonito, ascoltò la mia storia con attenzione. Ci dirigemmo alla biblioteca per cercare di decifrare questo enigma e consultando antichi documenti, scoprimmo che "trecento anni fa, un monaco santo, chiamato San Virila, aveva governato il monastero ed era stato divorato dalle belve durante una delle sue passeggiate primaverili"…
Con le lacrime agli occhi, capii che quel monaco ero io e che Dio finalmente aveva esaudito le mie preghiere. 


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miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros











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