quarta-feira, 17 de agosto de 2016

Nº 2849 - (230 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 17 DE AGOSTO DE 2016 - OITAVO ANO

Caros Amigos:




Desejo a todos os meus leitores



UM BOM ANO DE 2016

Nº 2849 -  (230 - 2016) 

17 DE AGOSTO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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BEATRIZ DA SILVA MENESES, Santa


            
     
Memória de Santa BEATRIZ DA SILVA MENESES virgem que, nascida de uma família nobre em Ceuta, África Setentrional, veio ainda jovem para Campo Maior, Portugal, depois de ter acompanhado seus pais para Ceuta, daqui passou à corte de Castela, Espanha, como dama de honor da sua parente, a infanta Dona ISABEL DE PORTUGAL. Para se dedicar a uma vida cristã mais perfeita, retirou-se para o convento da Ordem de São Domingos em Toledo, onde permaneceu mais de 30 anos, obedecendo religiosa e solícitamente à superiora do convento e submetendo-se fielmente à disciplina regular, especialmente quanto ao silêncio e à celebração diária dos Ofícios Divinos. Nesse convívio de vida consagrada tomou a resolução de instituir uma nova família religiosa consagrada à Santíssima Mãe de Deus. Apoiada no poder da rainha Isabel, a Católica, transferiu-se em 1484 com 12 companheiras para a casa vulgarmente chamada «Palácio do Galiana» na mesma cidade e, assim  começou a fundação da Ordem da Imaculada Conceição de Nossa Senhora; pouco depois de fazer profissão religiosa, faleceu com fama de santidade. (1492)


MÍRON DE CIZÍCO, Santo



Em Cizíco, no Helesponto, hoje Turquia, São MÍRON presbitero e mártir que, segundo a tradição, no tempo do imperador Décio e do governador Antipatro, depois de muitos suplícios foi decapitado. (séc. III)

MAMEDE DE CESAREIA DE CAPADÓCIA, Santo
 

Em Cesareia da Capadócia, hoje Kayseri, Turquia, São MAMEDE presbitero e mártir que, sendo um pastor de condição muito humilde, vivia solitário nas florestas dos montes com rigorosa frugalidade e, por ter professado a sua fé em Cristo, no tempo do imperador Aureliano consumou o martírio. (273)

EUSÉBIO, Santo



Na Sicília, hoje Itália, o dia natal de Santo EUSÉBIO papa valoroso testemunho de Cristo, que foi  deportado pelo imperador Maxêncio para esta ilha e, exilado da pátria terrena, mereceu entrar na pátria celeste; o seu corpo foi trasladado para Roma e depositado no cemitério de Calisto. (310)


JERÃO, Santo




Na Frísia, hoje Holanda, São JERÃO presbitero e mártir, que se narra ter sido morto por uns pagãos normandos. (856)
 
ELIAS (de Enna) o Jovem, Santo



Em Tessalónica, na Macedónia, hoje Grécia, o passamento  de Santo ELIAS o Jovem, monge segundo as regras dos Padres orientais que depois de ter sofrido muito da parte dos Sarracenos por causa da sua fé, com grande fortaleza de ânimo seguiu uma vida de contínua oração e rigorosa austeridade na Calábria e na Sicília. (903)

NICOLAU POLÍTI, Santo



  
Em Arcária, Milazzo, Sicília, Itália, São NICOLAU POLÍTI eremita que passou a vida em suprema austeridade numa caverna. (1107)


ALBERTO DE CHIATINA, Beato


   

Em Colle di Val d'Elsa, próximo de Sena, na Etrúria hoje Toscana, Itália, o Beato ALBERTO presbitero que deu ao povo um egrégio exemplo de virtude. (1202)
 
CLARA DA CRUZ (de Montefalco), Santa
 

Em Montefalco, na Úmbria, Itália, Santa CLARA DA CRUZ virgem da Ordem das Eremitas de Santa Agostinho, que dirigiu o mosteiro de Santa Cruz abrasada do amor à Paixão de Cristo. (1308)

TIAGO KYUHEI GOROBIOYE e 
MIGUEL KUROBIOYE, Santos



Em Nagasáqui, Japão, os santos mártires TIAGO KYUHEI GOROBIOYE presbitero da Ordem dos Pregadores e MIGUEL KUROBIOYE que no tempo do comandante supremo Tukugawa Yemitsu, foram condenados à pena capital e morreram por Cristo. (1633)


JOANA  DA CRUZ DELANOUE, Santa



Em Saumur, perto de Angers, França, Santa JOANA DA CRUZ DELANOUE virgem que totalmente confiada no auxílio da Divina Providência acolheu durante vários  anos na sua casa, órfãs, anciãs, enfermas e mulheres dissolutas e, finalmente fundou com algumas companheiras o Instituto das Irmãs de Santa Ana da Providência. (1736)


NATAL HILÁRIO LE CONTE,  Beato



Num sórdido barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort, França, o beato NATAL HILÁRIO CONTE,  mártir que sendo clérigo da catedral de Bourges como mestre-capela, durante a violenta perseguição religiosa foi encerrado na galera, na qual consumido pela enfermidade, morreu por Cristo. (1794)


HENRIQUE CANADEL QUINTANA, Beato



Em Castelfullit de La Roca, Gerona, Espanha, o beato HENRIQUE CANADELL QUINTANA presbitero da Ordem dos Clérigos regrantes das Escolas Pias e mártir, assassinado em ódio à Igreja. (1936)



 ... E AINDA  ...

ANASTÁSIO DE TERNI, Santo


Ignoto fino al sec. IX, le notizie esistenti, purtroppo viziate da un certo spirito campanilistico, sono del sec. XV, a cui risale la più antica copia del testo che ci riferisce l'invenzione e traslazione del suo corpo, avvenuta, pare, al tempo del re Lotario (840).
Una notte il santo sarebbe apparso ad un contadino di Castro S. Geminiano ordinandogli di recarsi a Terni nella chiesa della Vergine e di ricercare il suo corpo sepolto a sinistra dell'ingresso. Il contadino dapprima trascurò l'ordine ricevuto, ma poiché il santo continuava nel suo comando si arrese; purtroppo le sue ricerche rimasero infruttuose. Poco dopo però, dovendosi seppellire un defunto nella stessa chiesa, si trovò occasionalmente il sepolcro di Anastasio Apertolo apparve il corpo rivestito di abiti pontificali preziosi. L'accaduto fu riferito al vescovo di Spoleto, che accorso sul posto e convinto dai miracoli operati dal santo, gli fece erigere un altare.
Se la predetta relazione merita fede almeno per la sostanza del fatto, bisogna ammettere che Anastasio sia vissuto molto tempo prima dell'invenzione del suo corpo, se a Terni se ne era perduta ogni memoria.
Il suo nome fu inserito nel Martirologio Romano nel 1518 e la commemorazione fissata al 1 7 agosto
BARTOLOMEU LAUREL, Beato


Nativo del Messico, aveva vestito l'abito religioso e professato la regola di s. Francesco come fratello laico. Divenne poi il compagno indi­visibile del b. Francesco di S. Maria, dei Minori, col quale passò, nel 1609, a Manila nelle isole Filippine e quindi, nel 1622, al Giappone, lavo­rando come medico e adoperandosi nel disporre i fedeli a ricevere i sacramenti e i pagani a venir alla fede e dando continui esempi di umiltà, di mortifi­cazione, di modestia e di zelo. Insieme col p. Fran­cesco di S. Maria e cinque altri compagni, fu arso vivo in Nagasaki il 17 ag. 1627. Fu beatificato il 6 lugl. 1867
 
 
CARLOS MAGNO, Santo
 
Era il figlio maggiore del Maestro di palazzo di Neustria ed Austrasia, Carlo Martello, e di Rotrude de Tréves (695-724). Nel 741, alla morte del padre ereditò l'Austrasia, la Svevia e la Turingia, che governò come maggiordomo (maestro di palazzo), senza assumere il titolo di re. Fu costantemente in lotta contro il ducato d'Aquitania, gli Alemanni, i Bavari ed i Sassoni, che riuscì sempre a sconfiggere. Fu promotore, sotto l'influsso di San Bonifacio, che era sotto la sua protezione, tra il 742 ed il 744 di una politica di moralizzazione dei costumi dei chierici e di rispetto per i beni della Chiesa e delle sedi vescovili da parte dei laici. Dopo tante battaglie, nel 747, rinunciò al potere e si fece religioso; si incontrò con Papa Zaccaria, affinché sollecitasse il suo passaggio allo stato clericale e si ritirò nell'abbazia di Montecassino, lasciando in mano al fratello Pipino il Breve, tutti i suoi titoli ed i suoi possedimenti. Nel 751 cercò di intervenire, per impedire l'incoronazione del fratello a re dei Franchi, ma il papa riuscì a fermarlo in Provenza e gli impose di rientrare immediatamente a Montecassino. Nel 753, fu inviato in Francia per una missione di pace ma morì a Vienne, nel 754. Fu tumulato nell'abbazia di Montecassino.
 
DONATO (Donatello) de Ripacândida, Santo 


Nasce da gente umile e di semplici e purissimi costumi, salda e profonda la fede. All'età di 14 anni lasciò Ripacandida per ritirarsi nel chiostro Verginiano (Montevergine). Ma la sua ammissione fu rimandata al compimento del quindicesimo anno d'età. Il giovinetto ritornò nel tempo stabilito e fu adibito a lavori materiali come la custodia degli animali e alla guardia delle vigne e dei campi. Ben presto rifulse per le virtù e, le genti che avevano la fortuna di trovarsi nelle vicinanze, sentivano e percepivano che un'anima elettissima si aggirava sulla terra. Nel fiore della giovinezza, a 19 anni, S. Donatello morì. Era il 1198.
I concittadini, desiderosi di recuperare le spoglie, partirono da Ripacandida e ottennero quanto desideravano nel 1202. Il corteo partì dal monastero di Massadiruta, ma attraversando Auletta (Sa), si dovette fermare alle suppliche della popolazione devota e dovette lasciare, tali furono i segni manifesti del Santo, il suo braccio destro. Tale reliquia è conservata tuttora nella Chiesa parrocchiale di Auletta.
In data 25 febbraio 1758 la S. Congregazione dei Riti ne confermava il culto prestato ab immemorabili, con Ufficio proprio, per quel che si riferiva all'orazione e alle lezioni del II Notturno, per Auletta esteso poi a Ripacandida, Melfi e Rapolla. E' festeggiato in dette località e a Montevergine il 17 agosto.
La più antica raffigurazione iconografica l'abbiamo in una campanella del 1501, che si conservava nel monastero di S. Onofrio. In essa il santo è rappresentato avente nella sinistra un giglio, nella destra il breviario, ai piedi una volpe. La rappresentazione più bella del santo è data da una piccola oleografia su rame del sec. XVIII, che si conserva nell'abbazia di Montevergine.


MARIA ISABEL TURGEON, Beata


A Rimouski, in Canada, il cardinale Angelo Amato, a nome del Papa, il 26 prile 2015 ha presieduto la Cerimonia di Beatificazione di Maria Elisabetta Turgeon, religiosa canadese vissuta nella seconda metà del XIX secolo, Fondatrice della Congregazione delle Suore di Notre Dame del Santo Rosario.
Se ti affidi totalmente al Signore, anche con una salute cagionevole potrai compiere grandi opere. E' il messaggio forte che ci consegna la vita e l'azione apostolica di suor Marie-Élisabeth Turgeon, la nuova Beata canadese che nella sua breve vita - morì a 41 anni - riuscì a fondare la Congregazione delle Suore di Notre Dame del Santo Rosario. Una realtà che - un secolo e mezzo dopo l'istituzione - è florida e diffusa oggi in Canada, Stati Uniti, e Centro America.

Al servizio dei bambini poveri

La sua spiritualità era in particolare rivolta all'educazione dei bambini poveri delle campagne della diocesi di Saint-Germain di Rimouski non lontana da quella di Québec. Sempre serena, nonostante le molte sofferenze sopportate a causa della sua fragile salute, suor Marie-Elisabeth era una donna coraggiosa che non si perdeva d'animo dinnanzi alle non poche difficoltà incontrate nel portare avanti le sue "scuole di campagna", un'innovazione che sarà incoraggiata dal vescovo locale del tempo, mons. Langevin. La religiosa aveva una fiducia incrollabile nel Signore e in particolare nella Divina Misericordia. Una volta affermò che "con la protezione di Gesù Cristo, le ragnatele sono più forti delle muraglie, ma senza la sua protezione le più forti muraglie sono fragili come ragnatele". Sul carisma e la testimonianza della neo Beata, la riflessione del cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi:
"Si santificò proprio con la carità verso il prossimo bisognoso di istruzione e di formazione cristiana. Sono quattro gli aspetti più rilevanti della santità di Madre Élisabeth: ricerca e accettazione della volontà di Dio; missione concentrata sull'istruzione e sull'educazione cristiana dei piccoli; vita di fede, speranza e carità; unione con Dio nella preghiera".

Preghiera e carità per fare la volontà di Dio


La carità fu dunque il segno distintivo della vita e della missione educativa di Madre Marie-Élisabeth assieme alla preghiera. Di fronte alle avversità, era solita affermare che "tutto concorre al bene di coloro che cercano la volontà di Dio". E aggiungeva che "il riposo viene dopo il lavoro, la vittoria dopo la battaglia e la gioia dopo la sofferenza". Poco prima di morire, alle sorelle che le stavano vicino, lasciò questo messaggio spirituale: "Mie sorelle, vi incoraggio particolarmente a vivere la comunione, la carità fraterna, giacché quando si è uniti in una comunità, quando la pace regna tra i suoi membri, si vive il cielo già sulla terra".


 HUGO DE TENNENBACH, Beato

Nel Menologio cistercense è ricordato al 17 agosto il beato Hugo (Ugo) monaco cistercense tedesco. Egli nacque nel 1190 e durante la sua giovinezza dimostrò un carattere instabile.
Intraprese la strada del sacerdozio, ma mentre ancora era suddiacono, la sua vocazione venne meno e quindi si lasciò andare verso i piaceri del mondo.
Ma la sua strada era tracciata, cadde gravemente ammalato e pentito della sua scelta, fece di tutto per farsi perdonare, ritirandosi in una stalla per imitare l’umiltà di Cristo. Poi sentì il bisogno di farsi religioso e bussò alla porta dell’abbazia cistercense di Tennenbach vicino Friburgo, nella diocesi di Costanza, dove ritornò alla vita religiosa e intemerata di prima, pur lottando contro grandi tentazioni.
Ebbe in sogno il conforto di un suo fratello defunto, anch’egli monaco e prete nella stessa abbazia e si decise a pronunciare i voti. La sua fu una vita travagliata da molteplici tentazioni, che contrastò con veglie, digiuni e discipline per 40 anni e sebbene molto malato, non volle mai mangiare carne e bere vino.
Fu ordinato sacerdote e celebrava ogni giorno la S. Messa con grande devozione, ebbe incarichi di responsabilità, che espletò con sacrificio al servizio dei fratelli e durante la notte per un certo tempo, era dedito alla contemplazione.
Il 20 agosto 1270, festa di s. Bernardo, celebrò la Messa con maggiore lentezza e fervore del solito, i frati intuirono che la fine era vicina e così dopo aver assistito alle celebrazioni liturgiche della festa del santo fondatore, verso sera chiese l’estrema unzione e raccomandandosi alla SS. Trinità, morì ad 80 anni.


 

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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto


miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros











Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

terça-feira, 16 de agosto de 2016

ÚLTIMA HORA - 16 DE AGOSTO DE 2016

Meus amigos que me seguem neste Blogue:




Transcrevo o texto do site CIÊNCIA CONFIRMA A IGREJA, na sua edição de 15 de Agosto, que diz respeito a São Paulo e como este blogue se intitula precisamente SÃO PAULO (e Vidas de Santos), achei que seria interessante a sua difusão. 
A responsabilidade desta transcrição é absolutamente minha.  


ANTÓNIO FONSECA

Ciência confirma a Igreja


Dois milênios após a morte de São Paulo restauradores descobriram sua mais antiga imagem
Posted: 15 Aug 2016 01:30 AM PDT
Descoberta mais antiga imagem de São Paulo
Arqueólogos no momento que desvendaram a pintura.
Luis Dufaur
Escritor, jornalista,
conferencista de
política internacional,
sócio do IPCO,
webmaster de
diversos blogs




Em 19 de junho de 2009 foi descoberta a mais antiga representação conhecida de São Paulo. Ela se remonta ao fim do século IV.

Segundo informou a agência Zenit, foi localizada enquanto se praticavam escavações na catacumba de Santa Tecla, na via Ostiense, não longe da basílica do Apóstolo, fora das antigas muralhas de Roma.

Os arqueólogos limpavam com raios laser uma abóbada quando descobriram um exuberante afresco.

No centro estava representado o Bom Pastor. Em volta, tinha quatro círculos com as esfinges de São Pedro, São Paulo, e mais dos apóstolos.

Os arqueólogos Fabrizio Bisconti e Barbara Mazzei forneceram todos os detalhes da descoberta. Bisconti, que é secretario da Pontifícia Comissão de Arqueologia Sacra e presidente da Academia Pontifícia do Culto dos Mártires, ponderou que “pode ser considerado o ícone mais antigo do Apóstolo encontrado até agora”.

A imagem mais antiga de São Paulo descoberta em Roma.
A imagem mais antiga de São Paulo descoberta em Roma.
O achado, entretanto, suscitou mal-estar entre aqueles ‒ inclusive “católicos de esquerda” ‒ que gostam dizer que a tradição da Igreja Católica baseia-se em mitos inverificáveis.

Na pintura, São Paulo aparece com um ar pensativo, olhar penetrante, a frente alta e barba em ponta.

Aquela face, uma vez indo a Damasco para perseguir os cristãos, viu subitamente Nosso Senhor que lhe apareceu envolvido numa nuvem de luz e o derrubou do cavalo.

“Saulo! Saulo! Por quê me persegues?” (Atos, 9, 4-ss)

Ele então perguntou:

“Quem és, Senhor?”

“Eu sou Jesus a quem tu persegues! Duro te é recalcitrar contra o aguilhão.”

“Quem és, Senhor? O que queres que eu faça?”
“Quem és, Senhor? O que queres que eu faça?”
São Paulo tremeu. O sopro da graça há tempo vinha chamando o Paulo para se converter, e ele recalcitrava. E Nosso Senhor lhe disse:

“Levanta-te, entra na cidade. E aí te será dito o que deves fazer”. (Atos, 9, 4-ss)

O murro tinha valido. Paulo estava embasbacado e com medo. Levou um tranco que sacudiu sua alma.

Mas, respondeu com o radicalismo dele. Não perdeu tempo. Viu que estava errado, pôs-se logo ao serviço de Deus.

Saulo levantou-se cego! Foi tateando, passo ante passo, pé ante pé, sem saber se ficaria cego a vida inteira.

Ele, o grande Paulo, fariseu, excelente e ilustre, entrou como uma criança cega, conduzido por outro na cidade de Damasco.

Ananias pondo as mãos sobre Paulo lhe devolve a vista.
Ananias pondo as mãos sobre Paulo lhe devolve a vista.
A cena foi de uma violência peculiar. Pois, Paulo era, ele próprio, muito violento.

Prova disso é que quando Deus, em sonhos, aconselhou Ananias acolhê-lo.

Ananias respondeu, segundo os Atos dos Apóstolos (Atos, 9, 13-ss):

“Senhor, muitos já me falaram deste homem, quantos males fez aos teus fiéis em Jerusalém. E aqui ele tem poder dos príncipes dos sacerdotes para prender a todos aqueles que invocam o teu nome.”

Mas Deus lhe respondeu:

“Vai, porque este homem é para mim um instrumento escolhido, que levará o meu nome diante das nações, dos reis e dos filhos de Israel”.

Ananias então entrou na casa e pondo as mãos sobre ele, disse:

“Saulo, meu irmão, o Senhor, esse Jesus que te apareceu no caminho, enviou-me para que recobres a vista e fiques cheio do Espírito Santo.”

São Paulo, uma vez convertido, confundia os judeus demonstrando que Jesus é o Cristo anunciado pelos profetas
São Paulo, uma vez convertido, confundia os judeus
demonstrando que Jesus é o Cristo anunciado pelos profetas
E acrescentam os Atos dos Apóstolos:

“No mesmo instante caíram dos olhos de Saulo umas como escamas, e recuperou a vista. Levantou-se e foi batizado.

“Depois tomou alimento e sentiu-se fortalecido. Demorou-se por alguns dias com os discípulos que se achavam em Damasco.

“Imediatamente começou a proclamar pelas sinagogas que Jesus é o Filho de Deus.

“Todos os seus ouvintes pasmavam e diziam: Este não é aquele que perseguia em Jerusalém os que invocam o nome de Jesus? Não veio cá só para levá-los presos aos sumos sacerdotes?

“Saulo, porém, sentia crescer o seu poder e confundia os judeus de Damasco, demonstrando que Jesus é o Cristo.” (Atos, 9, 18-ss)

Quem sabe se esta descoberta não traz uma mensagem para nós, para o mundo.

Não precisaríamos de uma “queda” como a de São Paulo, uma chacoalhada providencial, para o mundo, nós mesmos, endereçar nossos caminhos e nos engajar pela causa da Igreja?










Nº 2848 - (229 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 16 DE AGOSTO DE 2016 - OITAVO ANO

Caros Amigos:




Desejo a todos os meus leitores



UM BOM ANO DE 2016

Nº 2848 -  (229 - 2016) 

16 DE AGOSTO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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ESTEVÃO, Rei da Hungria, Santo


            
     
Santo ESTÊVÃO, rei da Hungria que, renascido pelo Baptismo e tendo recebido do papa Silvestre II a coroa do reino, impulsionou a propagação da f´de cristã entre os Húngaros, organizou a Igreja no seu reino e dotou-a de bens e mosteiros, foi justo e pacifico no governo dos seus súbditos, até que, em Alba Régia, hoje Szekesfehérvar, no dia da Assunção, a sua alma subiu ao Céu. (1038)


ARSÁCIO DE NICOMÉDIA, Santo



Comemoração de Santo ARSÁCIO que, no tempo do imperador Licínio professou a fé cristã e, deixando a vida militar se retirou para a solidão em Nicomédia; finalmente vaticinando a iminente destruição da cidade, enquanto orava entregou o seu espírito a Deus. (358)


TEODORO DE OCTODURO, Santo
 
Em Sion, Valais, Helvécia hoje Suíça, São TEODORO primeiro bispo desta cidade que, seguindo o exemplo de Santo AMBRÓSIO defendeu a fé católica contra os arianos e recebeu com honras solenes as relíquias dos mártires de Agauno. (358)

ARMAGILO, Santo



Na Bretanha Menor, França, Santo ARMAGILO eremita. (séc. VI)


FRAMBALDO, Santo




Em Le Mans, na Gália hoje França, São FRAMBALDO monge, que seguiu ora a vida solitária ora a vida cenobítica. (650)
 
RODOLFO DE LA FUSTAIE, Santo



Na floresta de Rennes, na Bretanha Menor, França, o Beato RODOLFO DE LA FUSTAUIE presbitero fundador do mosteiro de São SULPÍCIO. (1129)

LOURENÇO (Lorigado) de Subiaco, Santo



  
Em Subiaco, no Lácio, Itália, o beato LOURENÇO chamado Lorigado que, tendo matado um homem acidentalmente decidiu expiar a sua pena com extrema austeridade e penitência, vivendo solitariamente na caverna de um monte. (1243)


ROQUE, Santo


   

Na Lombardia, Itália, São ROQUE que, nascido em Montpellier no Languedoc, França, adquiriu fama de santidade com a sua piedosa peregrinação através da Itália, cuidando os afectados pela peste. (1379)
 
ÂNGELO AGOSTINHO MAZZINGHI, Beato 
 

Em Florença, Etrúria, hoje Toscana, Itália, o Beato ÂNGELO AGOSTINHO MAZZINGHI presbitero da Ordem dos Carmelitas. (1438)

MELCHIOR KUMAGAI MOTONAO, Beato



Em Hagi, no Japão, o Beato MELCHIOR KUMAGAI MOTONAO pai de família e mártir. (1605)


JOÃO DE SANTA MARTA, Beato



Em Kioto, Japão, o beato JOÃO DE SANTA MARTA presbitero da Ordem dos Frades Menores e mártir que, enquanto ia conduzido ao suplício, pregava ao povo e cantava o salmo «Laudate Dóminum, omnes gentes» (Louvai o Senhor, todas as nações). (1618)


SIMÃO BOKUZAI KYOTA, MADALENA BOKUSAI KYOTA, TOMÉ GENGORO, MARIA GENGORO e TIAGO GENGORO,  Beatos



Em Kokura, Japão, os beatos mártires SIMÃO BOKUSAI KYOTA catequista e MADALENA BOKUZAI KYOTA sua esposa, TOMÉ GENGORO e MARIA, também esposos e TIAGO filho destes, ainda criança que, por ordem do governador Yetsundo, foram todos crucificados de cabeça para baixo em ódio ao nome de Cristo. (1620)

JOÃO BAPTISTA MENESTREL, Beato
 

   

Num sórdido barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort, França, o beato JOÃO BAPTISTA MÉNESTREL, presbitero e mártir que, durante a Revolução Francesa foi condenado à galera por causa do seu sacerdócio e, infectado por chagas putrefactas consumou o seu martírio. (1794)


ROSA FAN HUI, Santa



Em Fanjiazhuang, Wujiao, no Hebei, China, Santa ROSA FAN HUI virgem e mártir, que na perseguição desencadeada pela seita dos Yihetuan, espancada e cheia de feridas, foi lançada ao rio ainda com vida. (1900)

PETRA DE SÃO JOSÉ (Ana Josefa Pérez Florido), Beata



Em Barcelona, Espanha, a Beata PETRA DE SÃO JOSÉ (Ana Josefa Pérez Florido) virgem que se dedicou diligentemente à assistência dos anciãos abandonados e fundou a Congregação das Irmãs Mães dos Desamparados. (1906)
PLÁCIDO GARCÍA GILABER, Beato
Em Dénia, Alicante, Espanha, o Beato PLÁCIDO GARCÍA GILABER religioso da Ordem dos Frades menores e mártir, que consumou egregiamente o seu combate por Cristo. (1936)


HENRIQUE GARCÍA BELTRAN, Beato



Em Benicassim, Castellón, Espanha, o Beato HENRIQUE GARCÍA BELTRAN diácono da Ordem dos Frades Menores Capuchinhos e mártir, que pelo martírio se tornou participante na vitória de Cristo. (1936)

GABRIEL MARIA DE BENIFAYÓ 
(José Maria Sanchis Mompó), beato


Em Picassent, Valência, Espanha o beato GABRIEL MARIA DE BENIFAYÓ (José Maria Sanchis Mompó) religioso da Congregação dos Terciários Capuchinhos de Nossa Senhora das Dores que, oprimido pela violência dos inimigos da Igreja, foi ao encontro do Senhor. (1936)


ANTÓNIO RODRÍGUEZ BLANCO, Beato
Em Pozoblanco, Córdova, Espanha, o Beato ANTÓNIO RODRÍGUEZ BLANCO presbitero da diocese de Córdova e mártir. (1936)


VÍTOR CHUMILLAS FERNÁNDEZ e 
19 companheiros MARTINHO LOZANO TELLO, JULIÃO NAVIO COLADO, DOMINGOS ALONSO DE FRUTOS, BENIGNO PRIETO DEL POZO, ÂNGELO HERNÁNDEZ-RANERA DE DIEGO, presbíteros; VICENTE MAJADAS MÁLAGA, VALENTIM DIEZ SERNA, TIAGO MATÉ CALZADA, SATURNINO RIO ROJO, RAIMUNDO TEJADO LIBRADO, MARCELINO OVEJERO GÓMEZ, JOSÉ DE VEGA PEDRAZA, JOSÉ ÃLVAREZ RODRÍGUEZ, FREDERICO HERRERA BERMEJO, FÉLIX MAROTO MORENO, ANTÓNIO RODRIGO ANTÓN, ANDRÉ MAJADAS MÁLAGA, ANASTÁSIO GONZÁLEZ RODRÍGUEZ, AFONSO SÁNCHEZ HERNÁNDEZ-RANERA, beatos

 


Em Fuente del Fresno, Ciudad Real, Espanha, os beatos VÍTOR CHUMILLAS FERNÁNDEZ presbitero e 19 companheiros MARTINHO LOZANO TELLO, JULIÃO NAVIO COLADO, DOMINGOS ALONSO DE FRUTOS, BENIGNO PRIETO DEL POZO, ÂNGELO HERNÁNDEZ-RANERA DE DIEGO, presbíteros; VICENTE MAJADAS MÁLAGA, VALENTIM DIEZ SERNA, TIAGO MATÉ CALZADA, SATURNINO RIO ROJO, RAIMUNDO TEJADO LIBRADO, MARCELINO OVEJERO GÓMEZ, JOSÉ DE VEGA PEDRAZA, JOSÉ ÃLVAREZ RODRÍGUEZ, FREDERICO HERRERA BERMEJO, FÉLIX MAROTO MORENO, ANTÓNIO RODRIGO ANTÓN, ANDRÉ MAJADAS MÁLAGA, ANASTÁSIO GONZÁLEZ RODRÍGUEZ, AFONSO SÁNCHEZ HERNÁNDEZ-RANERA, religiosos, mártires, da Ordem dos Frades Menores. (1939)





 ... E AINDA  ...

SERENA DE ROMA, Santa



Fino alla precedente edizione del ‘Martyrologium Romanum’, s. Serena, presunta sposa dell’imperatore Diocleziano (243-313) era inserita come celebrazione al 16 agosto, come in precedenza l’aveva inserita Adone († 875) arcivescovo di Vienne, nel suo ‘Martirologio’ e di seguito nei Martirologi successivi, fino al ‘Romano’ sopra citato.
Nell’odierna edizione, essa non è più menzionata, il perché scaturisce dalla grande incertezza che la riguarda come sposa di Diocleziano, infatti Lattanzio (Lucio Cecilio, III-IV sec.) scrittore latino cristiano che visse al tempo ed alla corte di Diocleziano, afferma nel suo “De mortibus persecutorem” che la moglie e la figlia si chiamavano Prisca e Valeria e che furono costrette a fare riti pagani.
Mentre i leggendari “Atti” di s. Marcello e di santa Susanna, parlano invece di un’imperatrice di nome Serena, moglie di Diocleziano, che intervenne per difendere i cristiani dalla persecuzione scatenata dal marito, la decima e la più violenta. Evidentemente il suo intervento fu proficuo, riguardo il termine della persecuzione, perché nel 305 Diocleziano abdicò e si ritirò a Spalato.
Probabilmente dall’antichità, venne considerata per questo, una figura santa da venerare, senz’altro con evidente esagerazione.
HUGOLINA DE VERCÉLLI, Santa




Il primo biografo di S. Ugolina, che scrisse subito dopo la sua morte, fu il confessore domenicano Padre Valentino. Queste importanti memorie, già introvabili nel ‘700, sono citate dal francescano Ludovico della Croce che, consultandole, scrisse a metà del ‘600 quella che è oggi la biografia più antica. Purtroppo l’opera ha principalmente lo scopo di tramandare le virtù e non le notizie storiche su questa santa, la cui vita è simile ad altre figure sorte nel Medioevo a imitazione degli anacoreti orientali.
Ugolina nacque a Vercelli nel 1239, nella nobile e ricca famiglia De Cassami (o De Cassinis, secondo studi recenti). La sua venuta al mondo fu una grazia per i pii genitori che videro in lei, figlia unica, un dono prezioso e la circondarono di cure premurose. A soli dieci anni esercitava mirabilmente la carità verso il prossimo, la pratica costante della preghiera personale e comunitaria, la perfetta adesione agli insegnamenti dei genitori. Un grande amore aveva per i pellegrini, a quei tempi numerosi. Quando veniva a conoscenza che la meta era la Terra Santa la sollecitudine diveniva particolare, dava loro viveri e denaro per il viaggio.
La prima grande prova per la giovane arrivò quando aveva solo quattordici anni: morì colei che l’aveva generata fisicamente e che aveva formato il suo spirito secondo i più nobili sentimenti cristiani. Rimase dunque col padre che, purtroppo, solo per poco tempo frenò l’impulso di sedurla. Il più orrendo dei crimini familiari stava quindi per consumarsi, in quella casa un tempo felice. Il Signore non abbandonò Ugolina che, con le buone maniere e soprattutto con la preghiera, riuscì a ricondurre il padre sulla retta via. L’equilibrio familiare era però compromesso e Ugolina maturò la vocazione che già sentiva nel cuore. Unica confidente era una donna di nome Libera, a cui manifestò il desiderio di servire Cristo con la preghiera, vivendo ritirata dal mondo. Questa le disse di meditare a fondo la decisione, aspettando un segno celeste. Ugolina decise che avrebbe messo in atto la fuga nel momento in cui il padre si fosse assentato per affari e ciò avvenne proprio il giorno seguente, quando il genitore si recò a Torino. Indossati abiti maschili e un cappuccio, la fanciulla lasciò il palazzo. La straordinaria e pericolosa ispirazione la condusse verso un bosco, distante un miglio dalla città, dove sorgeva la cappella di S. Maria di Betlemme. Vi era a fianco la cella, ormai vuota, di un eremita di nome Favorino che, di ritorno dalla Terra Santa, aveva costruito quel romitorio per vivervi santamente. Ugolina decise che sarebbe stata la sua nuova dimora. Per quarantasette anni, facendo credere di essere un uomo di nome Ugone, visse con lo stretto necessario, in preghiera, tra intensi colloqui con Dio e penitenze per combattere le tentazioni che certo non mancarono.
La distanza dalla città era comunque breve e quindi la cappella divenne un punto di riferimento per tutto il territorio circostante, luogo di orazione, di conforto, di consiglio, per persone di differenti ceti sociali. Ugolina comunicava, senza mostrare il volto, attraverso una finestrella. Solo il confessore e la confidente Libera sapevano chi realmente fosse quell’anacoreta. L’antico biografo ci tramanda un fatto singolare. Una povera vedova di Vercelli, pesantemente vessata dal Procuratore malvagio della città, chiese aiuto ad Ugolina che eccezionalmente la fece entrare nella propria cella. Alla mezzanotte del giorno seguente, nella cappella a fianco, un angelo le confortò dicendo loro che il persecutore avrebbe pagato per le sue malefatte. Da lì a poco fu difatti condannato. La donna mantenne il segreto, andando poi ogni giorno a trovarla. Trascorsero così molti anni, fino a quando il fisico di Ugolina andò declinando: disturbi allo stomaco e febbri la costrinsero a letto. Qualche giorno prima della morte chiamò il Padre Valentino per la confessione generale e la Santa Comunione. Morì il 16 agosto del 1300.
La notizia si diffuse rapidamente per la città. Il sacerdote andò dal Vescovo, Aimone di Challant, che era già informato dei fatti. In processione solenne, col clero e il popolo, volle renderle omaggio. Ugolina, su un povero giaciglio, riposava nella pace del Signore, col costato del Crocifisso, che teneva tra le mani, appoggiato alla bocca. Il Vescovo, commosso, si inginocchiò baciandole le mani. Tutto il popolo sfilò davanti alla salma, scoprendo finalmente che era la figlia del ricco De Cassami. Secondo il suo volere fu sepolta nella cella, poi, successivamente, in chiesa. La tomba divenne meta di pellegrini, sovente miracolati. Fu santa a furor di popolo, con festa l’8 di agosto. Nel 1453 i Francescani eressero a fianco della chiesa un importante convento, detto S. Maria di Billiemme (da Betlemme), perdurando la devozione verso la santa. La reliquia del cranio fu autenticata dal vescovo Mons. D’Angennes il 26 giugno 1832. Ai tempi delle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi fu tenuta, per breve tempo, da una pia persona, poi pervenne al Capitolo Metropolitano e infine ricollocata in chiesa.
La cappella, con le sue volte a vela, fu pregevolmente affrescata nel secolo XVI, mentre la cella venne distrutta nell’assedio del 1704. Nell’800 a Billiemme sorse il cimitero cittadino.
Nel 1996 la secolare presenza dei Francescani cessò, subentrando i Padri Marianisti.


PREGHIERA
O ammirabile Ugolina
che, decisa a imitare l’immagine di Gesù Cristo,
ti applicasti nel povero eremo di Billiemme ai rigori della penitenza,
alle veglie in preghiera, ai digiuni,
alla macerazione della tua carne innocente,
all’orazione fino ad ottenere un’intima unione con Dio,
ottienici la grazia di vincere, con l’esercizio della mortificazione,
le nostre passioni e di sapere gustare le gioie dell’amicizia con Dio.
Amen.



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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

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