DEUSDADO, Santo
Em Blois, na Gália Lionense, hoje França, São DEUSDADO diácono e abade que, depois de ter vivido como anacoreta foi guia de vários discípulos que com ele formaram uma comunidade. (séc. VI)
MELITO, Santo
Em Cantuária, na Inglaterra, São MELITO bispo que foi enviado à Inglaterra como abade pelo papa São GREGÓRIO MAGNO posteriormente ordenado bispo dos Saxões orientais por Santo Agostinho e, depois de passar muitas tribulações nomeado para a ilustre sede episcopal de Cantuária. (624)
VILFREDO, Santo
Em York, Nortúmbria, Inglaterra, São VILFREDO bispo que exerceu com grande empenho o seu ministério durante 45 anos e, constrangido impetuosamente a ceder a outrem a sua sede, terminou em paz os seus dias entre os monges de Ripon, de quem tinha sido abade. (709)
EGBERTO, Santo
Em Iona, ilha da Escócia, Santo EGBERTO presbitero e monge que trabalhou com grande diligência na evangelização de várias regiões da Europa e, já em avançada idade, reconciliou os próprios monges de Iona com o uso romano no cômputo da Páscoa e, ao terminar a celebração da solenidade pascal, partiu para a Páscoa eterna. (729)
GUILHERME FIRMATO, Santo
Em Mortain, na Normandia, França, São GUILHERME FIRMATO eremita que sendo cónego e médico em Tours, depois de uma peregrinação a Jerusalém, passou o resto da sua vida na solidão. (1103)
BENTO (Ângelo) MÉNNI, Santo
Em Dinant, França, São BENTO (Ângelo) Ménni, presbitero da Ordem de São João de Deus, que fundou a Congregação das Irmãs Hospitaleiras do Sagrado Coração de Jesus. (1914)
MARIA ISABEL HESSELBAD, Beata
Em Roma, a Beata MARIA ISABEL HESSELBAD virgem , natural da Suécia, que depois de longo tempo de serviço num hospital, reformou a Ordem de Santa Brígida dedicando-se especialmente à contemplação , à caridade para com os necessitados e à união os cristãos. (1957)
... E AINDA ...
3 MERCEDÁRIOS MÁRTIRES DE PARIS, Santos
A Parigi, tre Santi mercedari che difendevano la fede cattolica con la predicazione e la santità della loro vita, vennero crudelmente uccisi dagli eretici Ugonotti e vittoriosi raggiunsero la grande schiera dei martiri nel regno celeste
ELIAS IOREST e SAVA BRANCOVICI, Santos
San Iorest il Confessore nacque in Transilvania e ricevette al battesimo il nome di Elia. Entrato nel monastero di Puta, assunse il nome religioso di Iorest. Nel 1640 il principe Basilio Lupu di Moldavia propose il suo nome quale successore del metropolita Gennadio di Ardeal. Dopo un periodo di esilio fece ritorno in Moldavia come vescovo di Hushi. Morì il 24 aprile 1657. San Sava Brancovici nacque ad Inau intorno al 1620 da una famiglia serba dell'Herzegovina. Al battesimo ricevette il nome di Simeone. Entrò nel monastero di Comana in Bucharest. Sposatosi, divenne sacerdote, finché nel 1656 fu eletto metropolita di Ardeal. Morì il 24 aprile 1683. Entrambi festeggiati al 24 aprile, questi santi metropoliti furono accomunati anche dalla lotta al protestantesimo che in quel tempo penetrava in Transilvania.
HERMÍNIO, Santo
Mons. Marc'Antonio Oddi, vicegerente di Roma e poi vescovo di Perugia, donò al fratello Giacomo, arcidiacono del capitolo di quella cattedrale, due "corpi santi" tratti dalle catacombe romane: uno si diceva essere quello della martire Agnesia e fu donato al capitolo, I'altro, quello di Erminio, fu posto nella chiesa di S. Benedetto fuori le mura, oggí officiata dalle Clarisse. Il corpo di E. fu trasferito nella predetta chiesa il 23 aprile 1662, con grande pompa e sfarzosa processione il cui racconto si trova in un ms. della Biblioteca comunale di Perugia (Ms. 1859, ff. 4-31) e fu posto sotto l'altare maggiore in "una urna di legno intagliato e dorato". Il Lanzoni riferisce che nella suddetta chiesa " trovasi l'iscrizione: Hermirzius plumbatis coesus, con la corona, con la palma e con lo stesso monogramma alla destra ", ma aggiunge che essa è spuria; e certamente lo è, perché dalla relazione della traslazione del corpo di Erminio a Perugia, contenuta nel ms. sopraccitato, si deduce chiaramente che essa fu preparata proprio per quella occasione. Trattandosi di un " corpo santo", non si possono avere notizie né sulla personalità, né sul martirio di Erminio; tuttavia Clemente XIII (1753-69) concesse l'indulto di celebrare in suo onore la Messa votiva e la festa è tuttora celebrata il 24 aprile
IVO, Santo
Il nome Ivo è molto diffuso in Europa, prendendo secondo i luoghi delle varianti, così in Italia è Ivo o Ivone, in Spagna Ivo o Ivano, Yves in Inghilterra e Francia. Proviene quasi certamente dal celtico ‘ivos’ che vuol dire ‘legno di tasso’; il tasso, infatti, per i Celti era un’albero sacro, con cui venivano fabbricate sia le armi sia le abitazioni.
LUPICINO, Santo
Tutto quanto sappiamo di questo santo è tratto dalla notizia a lui dedicata da s. Gregorio di Tours nelle sue Vitae Vatrum (13, in PL, LXXI, coli. 1064-67). Secondo Gregorio, il quale aveva ottenuto le sue informazioni da un prete ottuagenario, Lupicino era un uomo di grande santità che andava elemosinando di casa in casa. A metà della sua vita si ritirò « ad vicum Berberensem qui nunc Lipidiaco dicitur » dove si installò tra le mura in rovina e condusse un'esistenza di recluso, nascondendosi alla vista degli uomini.
Gli passavano il pane da un finestrino ed egli cantava i salmi per tutto il giorno, facendo penitenza e portando una grossa pietra sul capo. Molti ammalati andavano a visitarlo ed egli li guariva tracciando su di essi il segno della croce. Tre giorni prima di morire, preannunciò la propria fine a un suo servitore e fece chiamare la gente del vicinato, cui rivolse un discorso edificante
MÁRTIRES DO GENOCÍDIO ARMÉNIO, Santos
La persecuzione scatenata, tra il 1915 e il 1918, dai turchi nei confronti del popolo armeno residente in Anatolia e nel resto dell’Impero Ottomano rappresenta forse il primo esempio dell’epoca moderna di sistematica soppressione di una minoranza etnico-religiosa. Una campagna di eliminazione che non scaturì soltanto dell’ideologia, scopertamente razzista, del sedicente Partito “modernista e progressista” dei Giovani Turchi, ma trasse le sue origini più profonde anche dall’innata, anche se inconfessabile, insofferenza che i mussulmani ottomani e curdi di Anatolia hanno sempre manifestato nei confronti di una minoranza cristiana, quella armena, portatrice di valori religiosi e culturali semplicemente diversi
MAURÍCIO, JORGE e TIBÉRIO, Santos
Un’antica leggenda locale, raccolta dagli scrittori subalpini dei secc. XVI-XVIII e ormai quasi completamente spenta, assegna a Pinerolo tre santi: Maurizio, Giorgio e Tiberio, i quali, scampati all’eccidio dei loro commilitoni della legione tebea, sarebbero pervenuti nelle terre presso Pinerolo e qui avrebbero trovato gloriosa la morte, dopo averne cristianizzato gli abitanti. Questa tradizione si collega ad altre leggende locali, secondo cui anche altri soldati tebei, quali s. Secondo e s. Valeriano, avrebbero incontrato il martirio rispettivamente nei vicini paesi di S. Secondo e di Cumiana