domingo, 22 de maio de 2016

Nº 2762 - (143-2016) - SANTOS DE CADA DIA - 22 DE MAIO DE 2016 - OITAVO ANO


MÊS DE MAIO, MÊS DE MARIA


Caros Amigos:



Desejo a todos os meus leitores



UM BOM ANO DE 2016

Nº 2762 -  (143-2016) 

22 DE MAIO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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RITA DE CÁSSIA, Santa



Santa RITA DE CÁSSIA, religiosa que, casada com um esposo violento, suportou pacientemente a sua crueldade e o reconciliou com Deus. depois de tyer perdido o esposo e os filhos, ingressou no mosteiro de Santo Agostinho em Cássia, na Úmbria, dando a todos exemplo de compunção e de paciência. (1457)

CASTO e EMÍLIO, Santos

  

Na África Setentrional, os santos CASTO e EMÍLIO mártires, que consumaram a sua paixão queimados pelo fogo. Como escreve São CIPRIANO a estes santos, vencidos no primeiro embate dos inimigos da fé, o Senhor tornou-os vencedores no segundo combate,. de modo que, se antes cederam perante o fogo, finalmente foram mais fortes que o fogo. (203)



BASILISCO, Santo



Em Comana, no Ponto, hoje Gumenek, na Turquia, São BASILISCO bispo e mártir. (séc. IV)



JÚLIA DE CORSICA, Santa



Na ilha de Córsega, França, a comemoração de Santa JÚLIA virgem e mártir. (data incerta)


QUITÉRIA, Santa



Em Aire-Sur-l'Adour, na Aquitânia, hoje França, Santa QUITÉRIA virgem. (data incerta)

AUSÓNIO DE ANGOULEME, Santo



Em Angouleme, Aquitânia, França, Santo AUSÓNIO considerado o primeiro bispo desta cidade. (séc. IV)


LOPO DE LIMOGES, Santo


Em Limoges, Aquitânia, França, São LOPO bispo que aprovou a fundação do mosteiro de Solignac. (637)


JOÃO DE PARMA, Santo


Em Parma, na Emília-Romanha, Itália, São JOÃO abade que, seguindo os conselhos de São MAIOLO DE CLUNY contribuiu com muitas orientações para promover a observância religiosa no seu mosteiro. (séc. X)


ATÃO DE PISTÓIA, Santo


Em Pistóia, na Etrúria, hoje Toscana, Itália, Santo ATÃO bispo quer, depois de ter sido abade da Ordem de Valumbrosa, foi eleito para a sede episcopal de Pistóia. (1153)


HUMILDADE (Rosana), Beata


Em Florença, Etrúria hoje Toscana, Itália, a Beata HUMILDADE (Rosana) que, com a anuência do esposo, viveu reclusa durante 12 anos,. e depois, a pedido do bispo, edificou um mosteiro , do qual foi abadessa e que associou à Ordem de Valumbrosa. (1310)


JOÃO FOREST, Beato


Em Londres, Inglaterra, o Beato JOÃO FOREST presbítero da Ordem dos Frades Menores e mártir, que, no reinado de Henrique VIII por defender a unidade católica, sofreu o martírio na praça de Smithfield, onde foi queimado vivo juntamente com as imagens sagradas de madeira. (1538)


PEDRO DE ASSUNÇÃO e 
JOÃO BAPTISTA MACHADO, Beatos


Em Kori. Japão, os beatos PEDRO DE ASSUNÇÃO da Ordem dos Frades Menores e JOÃO BAPTISTA MACHADO da Companhia de Jesus, presbíteros e mártires que, por exercerem o ministério clandestinamente foram decapitados em ódio à fé cristã. (1617)


MATIAS DE ARIMA, Beato

Em Omura, Japão, o Beato MATIAS DE ARIMA mártir que era catequista e, por não querer denunciar um missionário foi torturado até à morte. (1629)

MIGUEL HO DINH HY, Santo

 




Em Aname, hoje Vietname, São MIGUEL HO DINH HY mártir, um mandarim, membro da casa imperial e catequista que, denunciando por ser cristão, foi atrozmente torturado e finalmente decapitado. (1857)


DOMINGOS NGON, Santo

 Em An-Xá, Tonquim, hoje Vietname, São DOMINGOS NGON mártir, pai de família e agricultor, que se ajoelhou e adorou a cruz que os soldados lhe tinham ordenado calcar e, tendo professado intrepidamente diante do juiz a sua fé cristã, imediatamente foi degolado. (1862)


MARIA DOMINGAS BRUN BARBANTÍNI, Beata









Em Lucca, na Toscana, Itália, a Beata MARIA DOMINGAS BRUN BARBANTÍNI, religiosa que fundou a Congregação das Irmãs Ministras dos Enfermos de São Camilo. (1868)


... E AINDA  ...


AURELIANO DE PAVIA, Santos

È un martire romano, il cui corpo fu trasferito a Pavia e dove è venerato il 22 maggio. La sua ‘Passio’ compilata da scrittori di Pavia è leggendaria, ed i personaggi narrati sono mostrati in modo grottesco e deformato.
Ma non avendo altre notizie, non resta altro che riportare queste, con la consapevolezza che Aureliano fu certamente uno delle migliaia di vittime martiri di quel triste, eppure glorioso periodo del primo cristianesimo

BOVO DE VOGHERA, Santo


Voghera (Pavia) lo venera come suo patrono, ma s. Bovo è originario della Provenza in Francia e secondo un’antica biografia in parte leggendaria, sarebbe nato da Adelfrido e Odelinda, nobili provenzali, verso la metà del secolo X.
Da giovane scelse la professione di cavaliere per poter combattere i Mori, i quali in quel tempo d’invasioni, partivano dalla base di Frassineto (Fraxinet) nei monti dei Maures, per compiere frequenti e disastrose incursioni nelle regioni della Provenza, Linguadoca e Delfinato
HELENA DE AUXERRE, Santa
Visse probabilmente nel V secolo; Stefano l'Agricano, biografo del vescovo S. Amatore, sostiene che Elena si trovava tra i fedeli riuniti in chiesa quando questo vescovo morì. Non si può trarre da questa affermazione altro che il fatto che Elena era già venerata ad Auxerre, quando Stefano scriveva, verso il 575.
Il Martirologio Geronimiano la menziona in questi termini: "Nella città di Auxerre deposizione e traslazione del corpo di s. Elena vergine".
La data del 22 maggio non è probabilmente quella della deposizione

FULGÊNCIO DE OTRICOLI, Santo

Nella cittadina di Otricoli in provincia di Terni, posta sul percorso della via Flaminia, è conservata una antica iscrizione, che ricorda il suo vescovo Fulgenzio, il quale ritrovò il corpo del santo martire Vittore e gli costruì un altare; detta epigrafe è conservata ancora nella chiesa collegiata di S. Maria, già esistente nel XII secolo.
Alcuni studiosi identificano s. Fulgenzio con il vescovo di Otricoli, vissuto nella metà del secolo VI e che è ricordato da s. Gregorio Magno (535-604), nei suoi ‘Dialogi’. Il santo papa riferisce di un miracolo operato da s. Fulgenzio, narratogli da un vecchio chierico, ancora vivente quando scriveva la sua opera


JOÃO SOLER e DIEGO DE BAJA, Beatos


Conoscitori delle Sacre Scritture, i Beati Giacomo Soler e Diego de Baja, furono inviati dall’Ordine Mercedario in redenzione ad Algeri in Africa. Predicando il vangelo e soccorrendo gli oppressi, liberarono dal giogo della schiavitù 289 prigionieri. Ricchi di sante opere morirono nel bacio del Signore

 JUSTO SAMPER e DIONÍSIO SENMARTIN, Beatos


Inviati in missione di redenzione a Tunisi in Africa da San Pietro de Amer nel 1279 per la provincia di Catalogna, i due mercedari Beati Giusto Samper e Dionisio Senmartin, liberarono 216 schiavi cristiani e annunziarono la fede ai mori. Stimati per il loro ardente zelo a favore dei prigionieri e la devozione verso le anime del purgatorio, morirono in pace nel 1350.


LUPICINO DE VERONA, Santo



 La storicità di questo vescovo di Verona è attestata oltre che dai cataloghi della tradizione veronese, da quello riportato nell'autorevolissimo Velo di Classe (v. Agabio) del sec. VIII, che, data la sua antichità, è da ritenersi derivante dai dittici, integro e genuino (Lanzoni). Il rituale della Chiesa veronese, denominato Carpsum, dei primi decenni del sec. XI, nel calendario d'inizio attesta il culto di Lupicino: « XI Kal. iunii Assumptio sancti Lupicini episcopi ». Da notare la data — 22 magg. — osser­vata nella Chiesa veronese fino alla riforma del Proprio diocesano del 1961 e il termine arcaico di assumptio che denota un culto più antico del sec. XI, culto indicato anche dal fatto che il Carpsum, secondo studi recenti, in diverse parti del contenuto, risale al sec. IX. Nella cronotassi riferita dal Velo, Lupicino occupa il posto dopo Siagrio che sappiamo vivente al tempo di s. Ambrogio (m. 397)


SANTOS MÁRTIRES FRANCISCANOS NO JAPÃO


L’evangelizzazione del Giappone ebbe inizio con il gesuita s. Francesco Saverio (1506-1552) e con i suoi confratelli; si sviluppò con ottimi risultati nei decenni successivi al 1549, tanto che nel 1587 i cattolici giapponesi erano circa 300.000 con centro principale a Nagasaki
Ma proprio nel 1587 lo ‘shogun’ (maresciallo della corona) Hideyoshi, dai cristiani denominato ‘Taicosama’, che fino allora era stato condiscendente verso i cattolici, emanò un decreto di espulsione contro i Gesuiti (allora unico Ordine religioso presente nel Giappone) per delle ragioni non chiarite

PEDRO DE CÓRDOVA, Beato


Zelante mercedario, il Beato Pietro da Cordova, inviato ad Oran, in Algeria, liberò 84 schiavi anche dal pericolo dell’apostasia. Ornato da molte virtù dando lode a Dio morì in pace
ROMANO DE SUBIACO, Santo
 
 La spiritualità del grande San Benedetto, patrono d’Europa, ebbe origine con un ritiro di tre anni presso il cosiddetto Sacro Sepolcro di Subiaco. In questa profonda grotta quasi inaccessibile il giovane Benedetto si dedicò anima e corpo ad una durissima pratica ascetica. Non tutti però sanno che fu proprio San Romano, monaco nei pressi del paesino laziale di Subiaco, a vestire il celebre santo di Norcia con l’abito eremitico, ad aiutarlo a calarsi nel Sacro Speco ed a fornirgli per ben tre lunghi anni tutto il necessario per la sua sopravvivenza. Tutto ciò, però, con ogni minima attenzione, onde evitare che qualcuno potesse sospettare della presenza di Benedetto nella grotta e turbare eventualmente la sua ascesi. Quotidianamente San Romano forniva dunque al ragazzo penitente un po’ di pane recuperato dalla mensa del suo monastero: arrampicandosi sulla rupe sovrastante l’ingresso della cavità, avvertiva Benedetto del suo arrivo con una campanella e gli calava quanto necessario con una fune. La leggenda vuole che un giorno la campanella fu infranta dal diavolo, infuriato per le forti virtù ascetiche e caritatevoli che riscontrava rispettivamente in Benedetto e Romano
VIVIANO ou VIANO, Santo
 
Secondo la tradizione il santo, Viano o Viviano, era un viandante di origine emiliana arrivato a Vagli insieme alla moglie, qua svolse l’attività di contadino. Pare che fosse deforme e mite e schernito sia dalla moglie che dagli altri contadini. Poi il richiamo del Signore lo portò a ritirarsi alle pendici della Roccandagia dove visse in isolamento e contemplazione cibandosi di erbe, in particolare di cavolo selvatico, e bevendo acqua di fonte. È descritto come uomo umile, amante della natura e degli animali e la sua figura somiglia molto a quella di San Francesco come si vede anche dalla statua che lo rappresenta

VLADIMIRO JOÃO BAPTISTA, Santo



Nel descrivere la figura di san Vladimiro Giovanni Battista, bisogna dire che vi sono elementi certi ed altri elementi probabili; il racconto è in buona parte tratto da un capitolo della “Cronaca del Prete Diocleate” del secolo XII.
Prima di tutto il nome, conosciuto come Vladimiro con un seguito di Giovanni Battista, è da ritenere che Vladimiro sia il nome di famiglia “Vladimir-ovic” e Giovanni Battista il nome di battesimo.
Egli fu principe di Zeta (e non re di Dalmazia, come erroneamente ritenuto da alcuni), che era detta una volta “Croazia Rossa”, situata nell’odierno territorio tra il Montenegro e l’Albania settentrionale, il cui capoluogo oggi sconosciuto, si trovava ad ovest del lago di Scutari, probabilmente l’antica Doclea, che dava il nome al principato, prima di quello di Zeta.
Verso la fine del secolo XI, fu attaccato dal re dei Macedoni Samuele, il quale lo sconfisse e lo rese prigioniero e schiavo; ma Vladimiro riuscì a conquistare l’amore della figlia del re, Teodora-Kosara, che volle sposarlo


ZOTA (IOATA, IOATHAS), Santo

I Bollandisti hanno pubblicato in Anal. Boll. la passio di Zota tratta dal Magnum Legendarium Austriacum. del sec. XII e da loro giudicata di dubbia fede.
Secondo questa passio, Zota fu arrestato dal giudice Dadio, mandato appositamente dall'imperatore Massimiano, nella pentapoli africana (Cirene), allo scopo di perseguitare i cristiani. Avendo Zota rífiutato di fare sacrifici agli dèi e di riconoscerne l'autorità, fu ripetutamente sottoposto ai piú vari tormenti fino a che, sul punto di morire, esclamò:
"Suscipe Domine animam meam"! Per ordine del giudice il suo corpo fu seppellito in un luogo ignoto, affinché i cristiani non lo potessero onorare. Ma il vescovo Teodoro, aggiogati due buoi ad un carro e salitovi sopra di notte, chiese tra le lacrime a Gesú Cristo che gli venisse mostrato il posto in cui erano nascoste le ossa. I buoi riuscirono cosí miracolosamente a trovarle e, postisi nuovamente in cammino, si fermarono solo quando giunsero ad una villa chiamata Tribilia, non lontano da Adradianes (il Ferrari traduce villa Adriana); in questa località fu ben presto costruita una chiesa in onore del martire.
A Belluno sono venerate le reliquie di s. Ioatha, patrono minore della città, col quale secondo i Bollandisti si deve identificare il nostro Zota, data la completa somiglianza fra la passio e il compendio che il Ferrari riporta a proposito del martire Ioatha


SANTÍSSIMA TRINDADE





Un Mistero non contro la ragione
Il mistero della Santissima Trinità è un mistero e come tale non può essere compreso. Ma non per questo è qualcosa d’irragionevole. Nella dottrina cattolica ciò che è mistero è sì indimostrabile con la ragione, ma non è irrazionale, cioè non è in contraddizione con la ragione.
La ragione conduce all’unicità di Dio: Dio è assoluto e logicamente non possono esistere più assoluti. Ebbene, la ragionevolezza del mistero della Trinità sta nel fatto che esso non afferma l’esistenza di tre dei, bensì di un solo Dio che però è in tre Persone uguali e distinte. Nel Credo si afferma: «Credo in un solo Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo».  Quale è il Padre, tale è il Figlio e tale è lo Spirito Santo. Increato è il Padre, increato è il Figlio, increato è lo Spirito Santo. Onnipotente è il Padre, onnipotente è il Figlio, onnipotente è lo Spirito Santo. Tuttavia non vi sono tre increati, tre assoluti, tre onnipotenti, ma un increato, un assoluto e un onnipotente. Dio e Signore è il Padre, Dio e Signore è il Figlio, Dio e Signore è lo Spirito Santo; tuttavia non vi sono tre dei e signori, ma un solo Dio, un solo Signore (Simbolo atanasiano).

Una possibile analogia
Per capire qualcosa della Trinità, ma senza la possibilità di esaurirne il mistero, si può utilizzare questa analogia. La Sacra Scrittura dice che quando Dio creò l’uomo, lo creò a sua “immagine” (Genesi 1,27). Dunque, nell’uomo si trova una lontana ma comunque presente immagine della Santissima Trinità.
L’uomo possiede la mente e la mente genera il pensiero. Il pensiero, contemplato dalla mente, è amato, e così dal pensiero e dalla mente procede l’amore. Ora mente, pensiero, amore, sono tre cose ben distinte fra loro, ma assolutamente inseparabili l’una dall’altra, tanto che si può dire che siano nell’uomo una cosa sola.
Nella Trinità il Padre è mente, che da tutta l’eternità genera il suo Pensiero perfettissimo (il Logos). Il Pensiero, generato eternamente dal Padre, sussiste, come persona distinta, ed è lo Spirito Santo.
Ma come la mente, il pensiero e l’amore sono nell’uomo tre cose distinte, ma assolutamente inseparabili, così il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sebbene sussistano come persone distinte, sono però un Dio solo.

Un grande insegnamento sull’amore vero
Fin qui cose che solitamente si conoscono. Invece ciò di cui solitamente non si parla è il fatto che il mistero della Trinità esprime chiaramente quanto l’amore debba essere giudicato dalla verità. Vediamo in che senso.
Come abbiamo già avuto modo di dire, la Trinità è costituita dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Non si dice: dallo Spirito Santo, dal Figlio e dal Padre o dal Figlio, dal Padre e dallo Spirito Santo, ma: dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Il tutto in una successione logica ma non cronologica. Ciò vuol dire che senza il Figlio non ci sarebbe lo Spirito Santo e senza il Padre non ci sarebbe il Figlio. Ma – e anche questo lo abbiamo detto – non è che il Padre abbia creato il Figlio e il Figlio abbia creato lo Spirito Santo. Perché, se così fosse, il Figlio e lo Spirito Santo sarebbero delle creature e ciò non è.
Dunque una successione logica ma non nel tempo (cronologica). Il Cristianesimo ortodosso (quello dei Russi, dei Serbi, dei Greci, per intenderci) è lontano dal Cattolicesimo non solo perché non riconosce il Primato del Vescovo di Roma (il Papa), ma anche perché, a proposito della Trinità, non riconosce la dottrina cosiddetta del Filioque, cioè che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Lo Spirito Santo – secondo gli ortodossi – procederebbe solo dal Padre.
Questione di lana caprina, direbbe qualcuno. Inutili pignolerie, direbbero altri. E invece no, la questione è importante, per non dire importantissima.
Didatticamente si attribuisce al Padre l’azione della creazione, al Figlio quella della redenzione, allo Spirito Santo quella della santificazione. Questo non vuol dire che nel momento della creazione il Padre agiva e il Figlio e lo Spirito Santo non partecipavano, oppure nella redenzione il Figlio agiva e il Padre e lo Spirito Santo erano assenti... Nella creazione ha agito tanto il Padre, quanto il Figlio, quanto lo Spirito Santo e così nella redenzione... ma metodologicamente si dice così: il Padre crea, il Figlio redime, lo Spirito Santo santifica.
Il Figlio è chiamato anche Verbo (Parola) per indicare il fatto che è il Dio che si manifesta, che si comunica. Il Figlio è anche il Logos, la Verità, mentre lo Spirito Santo è l’Amore. Ed ecco il punto nodale. Già in Dio è pienamente rispettata la processione logica verità-amore. L’amore deve essere sempre giudicato dalla verità, altrimenti può diventare anche la cosa più terribile.
Facciamo un esempio. Un padre di figli lascia la famiglia perché “s’innamora” di un’altra donna: fa bene? Oggi molti risponderebbero di sì e direbbero: se lo ha fatto per amore... Due uomini o due donne s’innamorano e decidono di vivere insieme: fanno bene? Se lo fanno per amore… Ma questo è il punto. L’amore se non è giudicato dalla verità diventa il contrario di sé. Facciamo un altro esempio. Perché Hitler e i suoi decisero di perseguitare gli Ebrei? La risposta può sembrare paradossale ma non lo è: per troppo “amore” nei confronti della razza ariana. Perché Stalin decise di sterminare milioni e milioni di piccoli proprietari? Per troppo “amore” nei confronti dello Stato socialista. Perché Robespierre decise di tagliare teste su teste? Per troppo “amore” nei confronti della Rivoluzione che sentiva minacciata.  Ecco cos’è l’amore sganciato dalla verità. E, se si riflette bene, questo è uno degli errori più tipici dei nostri tempi. C’è chi si lamenta che oggi c’è poco amore. Verrebbe da dire: no, non è così, oggi ciò che manca non è l’amore, ma la consapevolezza della Verità, che è un’altra cosa! Oggi ciò che manca è la convinzione che l’amore – perché sia vero – deve essere giudicato dalla verità.
Bisognerebbe ritornare a meditare sulla natura di Dio per capire come già nella Sua intima natura è presente questa verità, e cioè che l’amore è vero se è conforme al Vero. Solo così si potrà anche capire perché mai la Chiesa Cattolica ha tenuto fermo sul punto del Filioque.

Autore: Corrado Gnerre
  

Si afferma, con facilità, che tutti i popoli - anche i non cristiani - sanno che Dio esiste e che anche i 'pagani' credono in Dio. Questa verità condivisa – pur con alcune differenze, riserve e la necessità di purificare immagini e rapporti - è la base che rende possibile il dialogo fra le religioni, e in particolare il dialogo fra i cristiani e i seguaci di altre religioni. Sulla base di un Dio unico comune a tutti, è possibile tessere un'intesa fra i popoli in vista di azioni concertate a favore della pace, in difesa di diritti umani, per la realizzazione di progetti di sviluppo e crescita umana e sociale. Su questo fronte abbiamo visto gesti coraggiosi e positivi di intesa e collaborazione, promossi anche da grandi Papi, come Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II; ma sempre nella chiara consapevolezza che tutto questo è soltanto una parte dell'azione evangelizzatrice della Chiesa nel mondo.
Per un cattolico l'orizzonte di relazioni fondate sull'esistenza di un Dio unico non è sufficiente, e tanto meno lo è per un missionario cosciente della straordinaria rivelazione ricevuta per mezzo di Gesù Cristo, rivelazione che abbraccia tutto il mistero di Dio, nella sua unità e trinità. Il Vangelo che il missionario porta al mondo, oltre a rafforzare e perfezionare la comprensione del monoteismo, apre all'immenso, sorprendente mistero del Dio-comunione di Persone. La parola 'mistero' è da intendersi più per ciò che rivela che per quello che nasconde. In questa materia è meglio lasciare la parola ai mistici. Per S. Giovanni della Croce "c'è ancora molto da approfondire in Cristo. Questi infatti è come una miniera ricca di immense vene di tesori, dei quali, per quanto si vada a fondo, non si trova la fine; anzi in ciascuna cavità si scoprono nuovi filoni di ricchezze". Rivolgendosi alla Trinità, S. Caterina da Siena esclama: "Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l'anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna".

La rivelazione cristiana del Dio trino offre parametri nuovi sul mistero di Dio. Sia in se stesso, sia nei suoi rapporti con l'uomo e il creato, come pure per le relazioni fra le persone umane. Un anonimo ha trasmesso il seguente dialogo, scarno ma essenziale, tra un musulmano e un cristiano.
- Diceva un musulmano: "Dio, per noi, è uno; come potrebbe avere un figlio?"
- Rispose un cristiano: "Dio, per noi, è amore; come potrebbe essere solo?"
Si tratta di una forma stilizzata di 'dialogo interreligioso', che manifesta una verità fondamentale del Dio cristiano, capace di arricchire anche il monoteismo ebraico, musulmano e delle altre religioni. Infatti, il Dio rivelato da Gesù (Vangelo) è soprattutto Dio-amore (cf. Gv 3,16; 1Gv 4,8). È un Dio unico, in una piena comunione di Persone. Egli si rivela a noi soprattutto come un "Dio misericordioso e pietoso" (I lettura); "Dio ricco di misericordia" (Ef 2,4).

È questo il vero volto di Dio che tutti i popoli hanno il diritto e il bisogno di conoscere * dai missionari della Chiesa. Per questo, afferma il Concilio, "la Chiesa pellegrinante è missionaria per sua natura, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il progetto di Dio Padre" (Ad Gentes 2). Nei primi numeri dello stesso Decreto il Concilio spiega l'origine e il fondamento trinitario della missione universale della Chiesa, offrendo, tra l'altro, una delle più alte sintesi teologiche di tutto il Concilio.





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miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros












Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

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