quinta-feira, 26 de maio de 2016

Nº 2766 - (147-2016) - SANTOS DE CADA DIA - 26 DE MAIO DE 2016 - OITAVO ANO



MÊS DE MAIO, MÊS DE MARIA


Caros Amigos:



Desejo a todos os meus leitores



UM BOM ANO DE 2016

Nº 2766 -  (147-2016) 

26 DE MAIO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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FILIPE NÉRI, Santo


Memória de São FILIPE NÉRI, presbítero, que, para salvar os jovens do mal, fundou em Roma um oratório, no qual se praticavam as leituras espirituais, o canto e as obras de caridade. Foi insigne pelo seu amor ao próximo , simplicidade evangélica, espírito alegre, zelo infatigável e fervoroso serviço de Deus. (1595)

ELEUTÉRIO, Santo

 

Em Roma, Santo ELEUTÉRIO papa, a quem os lebres mártires de Lião, então detidos no cárcere, escreveram uma nobre carta sobre a conservação da paz na Igreja. (189)



SIMÉTRIO DE ROMA, Santo


Em Roma, no cemitério de Priscila, junto à Via Salária Nova, São SIMÉTRIO mártir. (data incerta)

FELICÍSSIMA e GRACILIANO, Santos



Em Tódi, na Úmbria, Itália, Santa FELICÍSSIMA e santo GRACILIANO, mártires. (séc. III)




PRISCO e companheiros, Santos


No território de Auxerre, na Gália hoje França, a paixão de São PRISCO e companheiros, mártires. (data incerta)


AGOSTINHO, Santo



Em Cantuária, Inglaterra, o sepultamento de Santo AGOSTINHO bispo, cuja memória se celebra amanhã. (604)


DESIDÉRIO, Santo


No território de Lião, na Gália, hoje França, a paixão de São DESIDÉRIO bispo de Vienne que, por ordem da rainha Brunilde, a quem ele censurava as suas núpcias incestuosas e outras perversidades, foi relegado para o exílio, e depois, apedrejado por ordem da mesma rainha, recebeu a coroa do martírio. (606)

BERENGÁRIO, Santo



No mosteiro de Saint Papoul, Gália hoje França, São BERENGÁRIO monge.- (1093)

LAMBERTO, Santo


Em Vence, na Provença,. França, São LAMBERTO, bispo anteriormente monge de Lérins, que foi pródigo para com os pobres e amigo da pobreza. (1154)


FRANCISCO PATRÍZZI, Beato


Em Sena, na Etrúria hoje Toscana, Itália, o beato FRANCISCO PATRÍZZI presbitero da Ordem dos Servos de Maria que se dedicou com admirável zelo à pregação, à direcção das almas e ao ministério da Penitência. (1328)


ANDRÉ FRANCHI, Beato


Em Pistóia, Etrúria, Toscana, Itália, o beato ANDRÉ FRANCHI bispo que, depois da epidemia da peste negra, como prior da Ordem dos Pregadores restaurou a vida regular nos conventos da sua Ordem nesta região e aprovou na sua cidade as Irmandades de penitentes para promover a paz e a misericórdia. (1401)



MARIANA DE JESUS DE PAREDES,  Santa


Em Quito, no Equador, Santa MARIANA DE JESUS DE PAREDES virgem, que consagrou a Cristo a sua vida na Ordem Terceira de São Francisco e se dedicou com toda a energia a socorrer os pobres indigenas e os negros. (1645)

PEDRO SANS I JORDÁ, Santo

 

Em Fuzhou, Fugian, China, o PEDRO SANS I JORDÁ bispo da Ordem dos Pregadores e mártir, que, juntamente com outros sacercdotes, foi preso e levado com cadeias por longo caminho até ao tribunal, no lugar do suplicio ajoelhou-se e, terminada a oração, apresentou voluntariamente o pescoço ao cutelo. (1747)

JOSÉ CHANG SONG-JIB, Santo


Em Seul, na Coreia, São JOSÉ CHANG SONG-JIB mártir, que exercia o ofício de farmacêutico e, encarcerado por se ter convertido à fé cristã, morreu vítima de crudelíssimos tormentos. (1839)


JOÃO DOAN TRINH HOAN e 
MATEUS HGUYUEN VANM PHUONG, Santos




Em Dong Hoi, Aname, hoje Vietname, os santos mártitres JOÃO DOAN TRINH HOAN presbitero e MATEUS HGUYEN VAN PHUONG pai de família e catequista, que tinha hospedado o seu companheiro de martirio; pela sua fé, foram ambos torturados e cruelmente delegados no tempo do imperador Tu Duc. 1861)

ANDRÉ KAGWA, Santo

    


Em Numyonyo, Uganda, Santo ANDRÉ KWAGA mártir, director dos tocadores de tímpano do rei Mwanga e seu familiar, que, recém-convertido à fé cristã, ensinava aos nativos e catecúmenos a doutrina do Evangelho e por isso foi cruelmente assassinado. (1886)


PONCIANO NGONDWE, Santo





Em Ttaka Jiunge, Uganda, São PONCIANO NGONDWE mártir, que era guarda do reino e,. quando já começara a perseguiição, recebeu o Baptismo; foi imediatamente metido no cárcere e morreu trespassado por uma lança quando conduzido à colina do suplício. (1886)



... E AINDA  ...


ARNALDO BUYSSON e companheiros, Santos


Ad Algeri in Africa, il Beato Arnaldo uysson e 11 Santi compagni, dopo aver redento 124 schiavi, per la fede di Cristo furono torturati crudelmente e rimanendo costanti nel loro credo ricevettero la palma del martirio nell’anno 1397, onorando l’Ordine Mercedario. L’Ordine li festeggia il 26 maggio



EDMUNDO, Santo



Nato da Edward il Vecchio nel 921, sposò Elfgivu e ne ebbe due figli, i re Edwy ed Edgaro. Al tempo delle battaglie di Brunanburk, sebbene contasse solo se­dici anni, aiutò suo fratello Athelstan a cacciare dall'Inghilterra gli invasori Norvegesi e Scozzesi. Quando Athelstan morì (939) egli divenne re di gran parte del territorio che era conosciuto col no­me di Inghilterra. La giovane età del re indusse Olaf Guthfrithson, re di Dublino, ad invadere l'Inghilterra, ma fu ricacciato nel 944. Sfortuna­tamente Edmondo non fu immune dalla barbarie del suo tempo e fece accecare i due figli di Dumail, re di Strathclyde. Nel 948 fu padrino di due re nor­vegesi, Anlaf Sihtricson e Ragnald di Northumbria, battezzati alla sua corte.
Si conosce una vivace leggenda riguardante un privilegio del 940 col quale Edmondo fece dono a Dunstano di terre a Glastonbury: mentre Edmondo stava ca­valcando presso Cheddar, il suo cavallo si im­bizzarrì in vista delle rupi; nel panico Edmondo si rese improvvisamente conto che Dunstano era stato in­giustamente trattato, cosicché immediatamente lo ricercò e lo fece condurre a Glastonbury, ove gli dette delle terre e provvide ai bisogni del mo­nastero. Edmondo concedette l'abbazia di Bath come ri­fugio ai monaci di St. Bertin che rifiutavano la riforma di Gerard de Brogne. Questo fruttuoso e felice regno si concluse con un atto di alta carità: Edmondo eroicamente perse la sua vita a Pucklechurch, il 26 magg. del 946, mentre difendeva il suo do­mestico in lotta con un criminale di nome Leofa, che ritornava dall'esilio

FELICÍSSIMO, HERÁCLIO e PAULINO, Santos



Poiché alcuni codd. del Geronimiano commemorano il 26 maggio «in Tuder Tusciae Felicissimi Eracli Paulini», Floro, Adone e altri scrittori fino al Baronio, convinti che i nomi posti dopo Felicissimo siano quelli di suoi compagni, attribuiscono tutti e tre i santi a Todi, città dell'Umbria. Ma è un errore perché solo Felicissimo appartiene a Todi, dove sarebbe stato ucciso sotto Diocleziano, mentre gli altri due sono autentici martiri di Noviodunum o Nividunum e la loro festa è celebrata il 17 maggio.
Si deve poi aggiungere che la lezione Felicissimi, originata da un gruppo di codd., è sbagliata poiché il cod. E, che è di gran lunga il più autorevole, porta Felicissimae. La lezione erronea ha prevalso, oltre che a Todi, a Perugia, dove Felicissimo è festeggiato ii 24 novembre e, sotto il nome di Felino, insieme con Gratiniano , il 10 giugno, e a Nocera Umbra (15 luglio); quella giusta invece è seguita a Civita Castellana (12 agosto con Gratiniano), a Orte e a Viterbo (2 maggio).
Non c'è infatti dubbio che si tratti di una sola persona, anzi sembra che anche s. Firmina di Amelia e s. Illuminata di Todi debbano identificarsi con la nostra Felicissimae

GIANNETTA, Beata
EE’ il personaggio più caro alla devozione popolare. Per animi semplici è naturale identificarsi in questa donna "tribolata" dal marito ma "consolata" dalla Madre di Dio, di umili condizioni ma innalzata al di sopra dei potenti di questo mondo a causa dell'evento che, al declinare di quel lunedì 26 maggio 1432 segneràper sempre la sua vita, e del messaggio che porta a tutti, anche ai grandi della terra

GUINIZZONE, Santo


Nella millenaria storia dell’abbazia di Montecassino, vi sono stati vari periodi di distruzione e dispersione della Comunità e della stessa abbazia, ma sempre seguiti da un periodo di fulgida ripresa; nell’uno e nell’altro periodo però splendettero figure mirabili di santi monaci e abati, alcuni perfino martiri.
E in uno di questi periodi di contrasto violento, nel secolo XI, troviamo i monaci santi Guinizzone e Gennadio
MARIA ANGÉLICA MASTROTI DE PAPASIDERO, Beata


Visse in odore di santità. A sei anni si ammalò di tubercolosi che la costrinse all'immobilità per ben 13 anni. Quando tutti erano in attesa della sua imminente fine, fu miracolata: era il 1870. Non cessarono, però, i suoi patimenti: un calcolo alla vescica le procurò indicibili sofferenze fino al 1873 quando un secondo intervento soprannaturale la liberò dal male; ma il suo desiderio di espiazione la indusse a mortificare il suo corpo facendo uso di cilici, giacigli di spine e sottoponendosi a lunghi digiuni. La sua vita ascetica le procurò frequenti estasi durante le quali colloquiava con la Madonna e il Figlio che la Vergine aveva tra le braccia. Il coinvolgimento spirituale ebbe anche conseguenze fisiche. Infatti una ferita da cui sgorgava spesso sangue si aprì spontaneamente sul costato e non si rimarginò più. Nel 1890, per seguire il suo nipote Nicola, avviato al sacerdozio, si trasferì a Castelluccio Superiore (Pz) dove continuarono a verificarsi fatti prodigiosi, tanto che la fama si sparse in tutti i paesi limitrofi. A Castelluccio si spense il 26 Maggio del 1896. La sua tomba è ancora oggi meta di numerosi fedel
SANTA MARIA DA FONTE PRESSO CARAVAGGIO


Caravaggio in provincia di Bergamo, è una cittadina celebre per un grande Santuario lì esistente fin dal 1451, eretto per una apparizione della Vergine e alla Madonna di Caravaggio (come poi è denominata), sono dedicate chiese un po’ dappertutto in Italia e nel mondo.
Dopo 140 anni, nella città lombarda crebbe il grande pittore Michelangelo Merisi (1573-1610) detto “il Caravaggio” e il nome della città ebbe un’altra grande diffusione, legato al nome, alle opere, alle avventure del famoso pittore di fine Rinascimento.
Ma torniamo all’apparizione, che è una delle prime avvenute negli ultimi cinque secoli, era il 26 maggio del 1432 al tramonto e nel prato di Massalengo alla periferia di Caravaggio, piccolo centro poco lontano da Treviglio, la giovane contadina Giovannetta de’ Vacchi è intenta a raccogliere l’erba fresca per i suoi conigli e come sempre si è inginocchiata per recitare l’Angelus.
Ma la sua non è solo preghiera, piange anche perché ha una vita tribolata; il marito Francesco Varoli deluso per la sua grama vita di contadino, si è dato al bere e alle cattive compagnie; sono sposati da qualche anno e non hanno ancora la benedizione di un figlio, infine il marito la maltratta.
All’improvviso Giovannetta de’ Vacchi è abbagliata da una grande luce, spaventata si alza e sta per fuggire, ed ecco che le compare la Madonna, che rassicurandola sul redimersi del marito, la invita a inginocchiarsi per ricevere un grande annuncio.
Dovrà Giovannetta convincere governanti e popolo che la guerra deve cessare, i Veneti devono far pace con i Milanesi e anche le divisioni nella Chiesa devono finire, i Greci devono rientrare nell’unità ecclesiale.
La Madonna prosegue col dire di avere ottenuto “di allontanare dal popolo cristiano i meritati e imminenti castighi della Divina Provvidenza”, ma bisogna che fra i cristiani torni la pace.
A conferma della sua apparizione, la Madonna lasciò l’impronta dei piedi nel posto dove toccò il suolo e proprio lì sgorgò subito una fonte che ben presto si rivelerà miracolosa.
Come sempre è agli umili che vengono affidati questi messaggi celesti, a Caravaggio la Madonna chiede la pace nelle guerre, se vogliamo ‘regionali’ fra veneti e lombardi, ma quello che più rincresce è che sono due popoli cattolici, inoltre chiede l’unificazione dei Greci, cioè degli Ortodossi con i Cattolici Romani.
Nelle successive apparizioni, come La Salette nel 1848, Lourdes nel 1858, Fatima nel 1917, ecc. la Madonna invoca la pace, la libertà di religione, la conversione dei peccatori, ma riferendosi ad intere Nazioni e all’umanità stessa; servendosi come a Caravaggio, Guadalupe, Castelpetroso, La Salette, Lourdes, Fatima, ecc. di umili pastorelli o contadini, che nella loro semplicità e purezza di cuore, sono ritenuti degni di essere ‘veggenti’.
Giovannetta de’ Vacchi diventa una ‘veggente’ e come tale, depositaria del messaggio della Vergine; corre subito a raccontare la visione prima ai parenti e ai compaesani, suscitando l’interesse dei credenti ma anche l’incredulità degli scettici.
Uno di questi volle gettare un ramo secco nella pozza della fonte ed ecco che esso rinverdisce e subito germoglia. Giovannetta convince le autorità locali ad accompagnarla dal duca di Milano, Filippo Maria Visconti (1393-1447) per trasmettergli il desiderio della Vergine; poi è la volta del governo della Repubblica Veneta e del doge Francesco Foscari (doge dal 1423 al 1457); l’opera di pacificazione diede i suoi effetti perché già nel 1433, un anno dopo, i contendenti firmarono la pace, mentre le truppe milanesi vennero richiamate dai territori pontifici.
Più laborioso fu il compito di convincere l’imperatore d’Oriente, Giovanni VIII Paleologo (1390-1448) a fare rientrare la Chiesa Greca nell’unità della Chiesa di Roma, un mosaico posto nell’attuale Santuario, ritrae Giovannetta in abiti contadini, davanti all’imperatore in trono circondato da dignitari, che gli porge una brocca dell’acqua della fonte miracolosa di Caravaggio, fu accompagnata a Costantinopoli dai Veneziani con una scorta di galee.
L’imperatore si convince e nel 1438 i Greci ritornarono all’unità romana e papa Eugenio IV (1431-1447) ne diede l’annuncio al Concilio di Firenze nel 1439. In seguito ritornarono anche gli Armeni e altri Orientali.
La Madonna comparve ancora a Caravaggio in quegli anni, ad una suora agostiniana, ad un sordomuto che guarì, ad un’altra contadina ammalata di Codogno.
Attratti dal moltiplicarsi delle voci di guarigioni miracolose, operate dall’acqua sgorgata dalla fonte, accorsero pellegrini e devoti da ogni parte, fra i quali principi e nobili dell’epoca.
L’afflusso dei pellegrini continuò nei secoli successivi e fra loro futuri papi, s. Carlo Borromeo, imperatori e re. Sul luogo della visione fu deciso di erigere una cappella, ma il duca Filippo Maria Visconti volle poi costruire una chiesa, che fu consacrata nel 1451 e di cui anche gli Sforza furono protettori.
Più di un secolo dopo nel 1575, essendo pericolante la vecchia chiesa, il cardinale arcivescovo di Milano s. Carlo Borromeo (1538-1584) volle in onore alla Vergine, che fosse costruito un più grande e degno tempio, eretto nel 1575 su disegno di Pellegrino Tibaldi (1527-1596) pittore e architetto manierista.
Proprio sotto la cupola c’è il grande altare ricco di marmi e bronzi, eretto sopra il luogo dove sgorga la fonte miracolosa e che racchiude il “sacro speco” dell’apparizione, con un gruppo statuario in legno che riproduce l’evento del 26 maggio 1432.
Il ‘sacro fonte’ situato nel sotterraneo della chiesa, si trova proprio sotto l’altare maggiore, da una cella laterale i pellegrini possono attingere l’acqua che fuoriesce da rubinetti e zampilla in una grande vasca; l’acqua poi defluisce all’esterno del santuario, alimentando una piscina alla quale si accede scendendo dei gradini. I fedeli come a Lourdes si bagnano le parti malate del corpo.
Un grande ed imponente viale di ippocastani conduce al Santuario, a cui sono annessi edifici accessori dove si acquistano ricordi religiosi e i piccoli pani detti ‘michini’, impastati con l’acqua della fonte miracolosa e recanti l’immagine della Madonna.
Purtroppo il paese di Caravaggio non fu nei secoli successivi, immune da guerre e occupazioni e luogo di preda di soldataglie; così del grande tesoro del santuario, formato da doni di re e principi ed ex voto e che nel 1790 un inventario indicava ancora in 64 kg d’oro e 288 d’argento per i preziosi posseduti, oggi non ce n’è più traccia.
Bisogna dire che nel Santuario fra tante opere d’arte esistenti, manca proprio un’opera del grande figlio di Caravaggio, Michelangelo Merisi.
Venendo dal grande viale, il Santuario si presenta con tutta la sua imponenza e la cupola lucente, ma mostrando non la facciata, ma il fianco con i portici, rivolto così per le leggi liturgiche, in modo che il celebrante durante i riti guarda verso Oriente.
Il Santuario celebra solennemente le feste mariane dell’anno e in particolare il 26 maggio, anniversario della lontana apparizione della Vergine a Giovannetta de’ Vacchi


PARDO, Santo

La dignità di vescovo non è messa in discussione dagli studiosi, quello che invece li fa trovare discordanti è la città di cui fu vescovo. Un gruppo di esperti afferma che san Pardo fu vescovo di Larino (Campobasso) nel Molise, considerandolo il primo della sede episcopale.
Mentre un’altro gruppo afferma che fu vescovo di una città del Peloponneso in Grecia (Mira?), del quale la leggenda racconta, che costretto a fuggire dalla sua sede a causa della persecuzioni (forse quelle derivate dall’iconoclastia), si rifugiò a Roma presso il papa Gregorio II

QUADRATO, Santo



Ci parla di lui l’antico scrittore storico Eusebio, che lo cita in quattro passi della sua “Storia” e della sua “Cronaca”.
Quadrato è il più antico apologista cristiano; alla morte dell’imperatore Traiano, subentrò al governo Elio Adriano (agosto 117) e a lui Quadrato indirizzò e consegnò un discorso appassionato in difesa della nuova religione, perché gente malevole cercava di attaccare i cristiani con bugie.
Scrive Eusebio che questo ‘libro’ era conservato presso di loro e presso altri fratelli, aggiungendo che anche Aristide, un cristiano fedele, ci lasciò un’apologia della fede indirizzata ad Adriano; come pure annota che anche il proconsole d’Asia, Serenio Graniano, aveva inviato una lettera all’imperatore, dicendo che gli sembrava ingiusto condannare a morte gli innocenti cristiani, solo in base a voci della gente; una decina d’anni prima la stessa cosa era stata fatta da Plinio, che chiedeva chiarimenti a Traiano

REGINTRUDE DE NONNBERG, Beata



 Badessa benedettina morta intorno al 750. Quarta badessa del convento di Nonnemberg presso Salisburgo


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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto


miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros



Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

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