terça-feira, 24 de maio de 2016

Nº 2764 - (145-2016) - SANTOS DE CADA DIA - 24 DE MAIO DE 2016 - OITAVO ANO



MÊS DE MAIO, MÊS DE MARIA


Caros Amigos:



Desejo a todos os meus leitores



UM BOM ANO DE 2016

Nº 2764 -  (145-2016) 

24 DE MAIO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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MÁNAEN DE ANTIOQUIA, Santo


Em Comemoração de São MÁNAEN, irmão colaço do tetrarca Herodes, que foi doutor e profeta na Igreja de Antioquia, sob a graça do Novo Testamento. 

JOANA, Beata

 

Comemoração da beata JOANA esposa de Cuza, procurador de Herodes, que, juntamente com outras mulheres, serviam Jesus e os Apóstolos conforme as suas possibilidades e no dia da Ressurreição do Senhor encontrou a pedra do túmulos removida e foi anunciá-lo aos discípulos.



ZOELO, SERVOLO, FELICE, SILVANO e DIOCLE, Santos



Em Listra, na Lacaónia, hoje Turquia, São ZOELO, SERVOLO, FELICE, SILVANO e DIOCLE, mártires. (séc. II)



SÉRVULO, Santo

 

Em Triestre, na Ístria, hoje no Friúli-Venézia Giúlia, Itália, São SÉRVULO mártir. (data incerta)




DONACIANO e ROGACIANO, Santos



Em Nantes, na Gália Lionense, hoje França, os santos irmãos DONACIANO e ROGACIANO mártires, dos quais, segundo a tradição , o primeiro tinha recebido o Baptismo , enquanto o segundo ainda era catecúmeno; na hora extrema do combate, DONACIANO beijou o irmão e orou a Deus para que ele, que não tinha podido tingir-se na sagrada fonte baptismal, merecesse ser aspergido na corrente do seu sangue. (304)

38 MÁRTIRES EM FILIPÓPOLIS, Santos



No Comem,oração dos santos 38 mártires que, segundo a tradição, foram decapitados em Filipópolis, na Trácia, hoje Plovdiv, na actual Bulgária, no tempo de Diocleciano e Maximiano. (304)


ESPERANÇA ou EXUPERÂNCIO ou SPES, Santo



Em Nórcia, Santo ESPERANÇA ou EXUPERÂNCIO ou SPES abade, que durante 40 anos suportou a cegueira com admirável paciência. (517)

VICENTE, Santo



No mosteiro de Lérins, na Provença, hoje França, São VICENTE presbítero e monge, muito ilustre pela  doutrina cristã e santidade de vida e diligentemente dedicado ao progresso das almas na fé. (4450)

SIMEÃO ESTILISTA o Jovem, Santo


Em No monte Admirável, na Síria, São SIMEÃO ESTILISTA O Jovem, presbítero e anacoreta, que viveu sobre uma coluna em união com Cristo, compôs vários tratados sobre a vida ascética e foi dotado de grandes dons carismáticos. (592)


FILIPE, Beato



Em Piacenza, na Emília-Romanha, Itália, o Beato FILIPE da Ordem dos Eremitas de Santo Agostinho que, para mais severamente se mortificar na carne, usava uma couraça de ferro. (1306)


JOÃO DE PRADO, Beato


Em Marrocos, o Beato JOÃO DE PRADO presbitero da Ordem dos Frades Menores e mártir, que foi envuiado para África, a fim de prestar auxílio espiritual aos cristãos reduzidos à escravidão nos reinos dos infiéis; mas tendo sido preso, confessou vigorosamente a sua fé em Cristo perante o tirano Miday al-Walid por ordem do qual sofreu o martírio na fogueira. (1631)



AGOSTINHO YI KWANG-HON, ÁGUEDA KIM A-GI e mais 7 companheiros 
DAMIÃO NAM MYONG-HYOG, catequista; MADALENA KIM O-BI, BÁRBARA HAN A-GI, 
ANA PAK A-GI, ÁGUEDA YI SO-SA, 
LÚCIA PAK HUI-SUN e PEDRO KWON TU-GIN, Santos



Em Seul, na Coreia, os santos mártires
AGOSTINHO YI KWANG-HON, em cuja casa se lia a Sagrada Escritura, ÁGUEDA KIM A-GI mãe de família, que recebeu o Baptismo no cárcere, e  7 companheiros 
DAMIÃO NAM MYONG-HYOG, catequista; MADALENA KIM O-BI, BÁRBARA HAN A-GI, ANA PAK A-GI, ÁGUEDA YI SO-SA, LÚCIA PAK HUI-SUN
 e PEDRO KWON TU-GIN, que foram todos degolados pela sua fé em Cristo. (1839)


LUÍS ZEFERINO MOREAU, Beato

  

Em Saint-Hyacinte, cidade do Canadá, o beato LUÍS ZEFERINO MOREAU bispo que, nas suas múltiplas actividades pastorais, tinha sempre a intenção de sentir-se ardentemente unido com a Igreja.

... E AINDA  ...

VIRGEM MARIA AUXILIADORA

 

“Auxilium Christianorum”; ‘Aiuto dei Cristiani’, è il bel titolo che è stato dato alla Vergine Maria in ogni tempo e così viene invocata anche nelle litanie a Lei dedicate dette anche Lauretane perché recitate inizialmente a Loreto.
Sulle virtù, la vita, la predestinazione, la maternità, la mediazione, l’intercessione, la verginità, l’immacolato concepimento, i dolori sofferti, l’assunzione di Maria, sono stati scritti migliaia di volumi, tenuti vari Concili, proclamati dogmi di fede, al punto che è sorta un’autentica scienza teologica: la Mariologia.
E sempre è stata ribadita la presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca, a lei fummo affidati come figli da Gesù sulla Croce e a noi umanità è stata indicata come madre, nella persona di Giovanni apostolo, anch’egli ai piedi della Croce.
Ma la grande occasione dell’utilizzo ufficiale del titolo “Auxilium Christianorum” si ebbe con l’invocazione del grande papa mariano e domenicano san Pio V (1566-1572), che le affidò le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità, minacciati da secoli dai turchi arrivati fino a Vienna, e che nella grande battaglia navale di Lepanto (1571) affrontarono e vinsero la flotta musulmana.
Il papa istituì per questa gloriosa e definitiva vittoria, la festa del S. Rosario, ma la riconoscente invocazione alla celeste Protettrice come “Auxilium Christianorum”, non sembra doversi attribuire direttamente al papa, come venne poi detto, ma ai reduci vittoriosi che ritornando dalla battaglia, passarono per Loreto a ringraziare la Madonna; lo stendardo della flotta invece, fu inviato nella chiesa dedicata a Maria a Gaeta dove è ancora conservato.
Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il Senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel Palazzo Ducale: “Né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di ‘Consolatrix afflictorum’ (Consolatrice degli afflitti) e ‘Refugium peccatorum’ (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il popolo e per la Chiesa ‘Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani).
Il culto pur continuando nei secoli successivi, ebbe degli alti e bassi, finché nell’Ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario con il beato Bartolo Longo a Pompei e per la Madonna Ausiliatrice con s. Giovanni Bosco a Torino.
Il grande educatore ed innovatore torinese, pose la sua opera di sacerdote e fondatore sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe e s’ingarbugliavano; a Lei diceva: "E allora incominciamo a fare qualcosa?". S. Giovanni Bosco, nato il 16 agosto 1815 presso Castelnuovo d’Asti e ordinato sacerdote nel 1841, fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice, la cui festa era stata istituita sotto questo titolo e posta al 24 maggio, qualche decennio prima, dal papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento a Maria per la sua liberazione dalla ormai quinquennale prigionia napoleonica.
Il grande sacerdote, apostolo della gioventù, fece erigere in soli tre anni nel 1868, la basilica di Maria Ausiliatrice nella cittadella salesiana di Valdocco - Torino; sotto la Sua materna protezione pose gli Istituti religiosi da lui fondati e ormai sparsi in tutto il mondo: la Congregazione di S. Francesco di Sales, sacerdoti chiamati normalmente ‘Salesiani di don Bosco’; le ‘Figlie di Maria Ausiliatrice’ suore fondate con la collaborazione di s. Maria Domenica Mazzarello e per ultimi i ‘Cooperatori Salesiani’ per laici e sacerdoti che intendono vivere lo spirito di ‘Don Bosco’, come è generalmente chiamato.
Le Congregazioni sono così numerose, che si vede con gratitudine la benevola protezione di Maria Ausiliatrice nella diffusione di tante opere assistenziali ed a favore della gioventù.
Ormai la Madonna Ausiliatrice è divenuta la ‘Madonna di Don Bosco’ essa è inscindibile dalla grande Famiglia Salesiana, che ha dato alla Chiesa una schiera di santi, beati, venerabili e servi di Dio; tutti figli che si sono affidati all’aiuto della più dolce e potente delle madri.
Interi Continenti e Nazioni hanno Maria Ausiliatrice come celeste Patrona: l’Australia cattolica dal 1844, la Cina dal 1924, l’Argentina dal 1949, la Polonia fin dai primi decenni del 1800, diffusissima e antica è la devozione nei Paesi dell’Est Europeo.
Nella bella basilica torinese a Lei intitolata, dove il suo devoto figlio s. Giovanni Bosco e altre figure sante salesiane sono tumulate, vi è il bellissimo e maestoso quadro, fatto eseguire dallo stesso fondatore, che rappresenta la Madonna Ausiliatrice che con lo scettro del comando e con il Bambino in braccio, è circondata dagli Apostoli ed Evangelisti ed è sospesa su una nuvola, sullo sfondo a terra, il Santuario e l’Oratorio come appariva nel 1868, anno dell’esecuzione dell’opera del pittore Tommaso Lorenzone.
Il significato dell’intero quadro è chiarissimo; come Maria era presente insieme agli apostoli a Gerusalemme durante la Pentecoste, quindi all’inizio dell’attività della Chiesa, così ancora Lei sta a protezione e guida della Chiesa nei secoli, gli apostoli rappresentano il papa ed i vescovi.



AMÁLIA, Santa

A dicembre, il Calendario è folto di bei nomi femminili: Bibiana Barbara, Valeria, Eulalia, Lucia, Adelaide, Eugenia, Anastasia, e così via. Nomi belli nel suono e nel ricordo della santità che evocano.
Non c'è però, né a dicembre né in tutto il resto dell'anno, una Santa con il nome di Amalia: simile nel suono, ma diverso per origine e significato da quello di Amelia, derivante forse dal nome latino di Emiliana

BENEDETTO DE GASSINO, Beato



Monaco a Montecassino nella prima metà del sec. XI, Benedetto fu per le sue virtù preposto al monastero di Capua. Quivi rifulse per l'assiduità ai divini uffici, per le elemosine, per l'austerità della vita. Vi morì il 22 magg. 1055. Sul suo sepolcro, situato all'ingresso del monastero, avvennero molti miracoli. Nei calendari benedettini è ricordato il 24 maggio

DIEGO ALONSO, Beato
Missionario in Perù, il Beato Diego Alonso, fu un mercedario che si dedicò completamente per la gloria della chiesa e per la conversione degli indios.
Evangelizzando quei popoli si consumò con grande amore per loro, operando molti miracoli e, lasciando una grande fama di santità, si addormentò nel Signore e fu pianto da tutti


DOMINGOS, Trasladação de, Santo


San Domenico quando fu vicino a morire, manifestando la sua precisa volontà esclamò: “A Dio non piaccia ch’io sia sepolto in altro luogo, che non sia sotto i piedi dei miei Frati!”. Fu questa non solo espressione di verace umiltà, ma più ancora di tenero affetto verso i suoi figli, dai quali neppure morto voleva essere separato. Così fu fatto. Ma l’umile tomba, povera e disadorna, in S. Niccolò di Bologna, attirava i cuori come celeste calamita, e su di essa si moltiplicavano grazie e miracoli. Allora si pensò di trasportare i preziosi resti in luogo più degno. Questa prima traslazione fu fatta il 24 maggio del 1233, martedì di Pentecoste. Erano presenti molti Vescovi, illustri personaggi, il Beato Giordano, successore di San Domenico e più di trecento frati. Appena fu smossa la pietra sepolcrale un odore soavissimo cominciò a diffondersi, mentre gli occhi dei figli si bagnavano delle più dolci lacrime. Il sacro corpo fu trasportato in un’apposita cappella e chiuso in un semplice monumento di marmo. Nel 1267 si volle arricchire la tomba di sculture, e quindi di nuovo le reliquie del glorioso Patriarca furono rimosse in data 5 giugno. Il 15 febbraio 1383 fu ancora aperta la cassa per toglierne il capo e riporlo in un prezioso reliquiario. Nel 1473 il monumento fu rinnovato, e per opera di Niccolò Pisano è divenuto uno dei più bei monumenti sepolcrali. Altre traslazioni, senza però aprire la cassa, ci furono l’11 novembre 1411 e il 25 aprile 1605, quando fu definitivamente trasferito nella sede attuale. Il 23 agosto 1946 quei preziosi resti furono riportati con solenne pompa nell‘artistica arca, di dove erano stati tolti, il 17 aprile 1943, durante l’infausto periodo della II guerra mondiale

GENNADIO DE ASTORGA, Santo



A Peñalba nelle Asturie in Spagna, san Gennadio, che da abate fu fatto vescovo di questa sede; fu consigliere dei re, ma, spinto dal desiderio di vita monastica, rinunciò alla dignità episcopale, per trascorrere i restanti anni della sua vita da monaco ed eremita
JOÃO DE HUETE, Beato


Il Beato Giovanni da Huete, arricchì il convento mercedario di Santa Maria a Huete in Spagna con molti manoscritti, aumentando la biblioteca dello stesso in modo eccellente. Fu carissimo ai Re cristiani e agli infedeli i quali molti furono convertiti a Cristo.
Glorioso per i miracoli e le virtù, nell’anno 1442 morì nella pace del Signore e fu sepolto nella chiesa dello stesso convento




NOSSA SENHORA DE QUERCIOLI


Il Santuario dei Quercioli si trova ad un centinaio di metri dalla stazione di Massa centro, ed è intitolato a «Maria aiuto dei cristiani». Vi si venera un antico affresco che rappresenta la Vergine Madre con il Bambino e Sant’Antonio da Padova in preghiera. La pittura risale alla metà del XVIII secolo. Domenico Nocchi la fece dipingere sul muro della sua casa nel 1754.
Alla sua morte la casa venne venduta e in seguito fu del tutto abbandonata, così la sacra immagine rimase coperta di rovi.
Il 19 settembre 1831, tre donne si recarono per una passeggiata in quella località, e rimasero colpite alla vista di quella bella immagine tutta sorridente e, ai primi giorni del marzo dell’anno seguente, una delle tre donne condusse nella stessa località una nipote gravemente inferma che, dopo aver pregato, fu improvvisamente guarita. Il vero culto iniziò il lunedì di Pasqua del 1832, quando la fama del miracolo si diffuse. Si pensò subito ad erigere una chiesa che venne terminata l’anno successivo.
Il 25 maggio 1835 si verificò un miracolo: Giuseppe Bertozzi, soldato dell’esercito ducale, cieco, riacquistò la vista dopo aver pregato la Madonna dei Quercioli.
Nel 1932, mentre era rettore del Santuario il padre cappuccino Dionisio Cantarelli, il tempio venne ampliato.
Nel 1909, il Santuario passò sotto la direzione dei Frati Cappuccini della Provincia religiosa di Lucca, i quali prestano ancora il loro servizio religioso.
Nel 1946 il Santuario fu elevato a parrocchia e l’immagine fu solennemente incoronata il 6 giugno 1948.
Nel 1973 è stata avviata un’opera di ampi restauri.
La prima chiesa era a croce greca, con maestosa cupola, su progetto dell’architetto Giuseppe Marchelli di Modena, e un secolo dopo, la Chiesa fu trasformata a croce latina. Il miracolo del soldato, dipinto nell’arcata principale, fu eseguito nel 1932 dal pittore Oreste Bontemps di Massa. Si tratta di un rifacimento di un piccolo quadro ad olio eseguito su tavola, e lasciato dai commilitoni al Santuario dei Quercioli in ricordo del miracolo. Nel Santuario si trova un quadro a tempera, di autore ignoto, raffigurante la Madonna con gli emblemi della Concezione, Santa Maria Maddalena, Santa Caterina Vergine e martire, e alcuni angeli. Tale quadro venne portato dal convento dei frati cappuccini di Massa e si fa risalire tra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII.
L'armonico edificio conserva alcuni pregevoli arredi sacri e una predella in legno, del Cinquecento, raffigurante l'Eterno Padre con angeli, attribuita alla scuola del Ghirlandaio. L'armonico edificio conserva alcuni pregevoli arredi sacri e una predella in legno, del Cinquecento, raffigurante l'Eterno Padre con angeli, attribuita alla scuola del Ghirlandaio. L'armonico edificio conserva alcuni pregevoli arredi sacri e una predella in legno, del Cinquecento, raffigurante l'Eterno Padre con angeli, attribuita alla scuola del Ghirlandaio.

TOMÁS VAZIERE, Beato


Di origine francese, il Beato Tommaso Vasiere, religioso del convento mercedario di Santa Maria in Tolosa, si distinse per la sua ardente pietà. Partito come redentore per l’Africa, predicò con lodevole zelo e viva fede liberando 114 schiavi da una dura prigionia. Ritornato in patria morì nel suo convento in odore di santità

UBERTO DE BRETIGNY, Santo


Secondo una ‘Vita’ compilata nel secolo XVI dal monaco Piso di Brétigny, Uberto, la cui nascita avvenne per le preghiere di un monaco di Brétigny, visse al tempo dei re di Neustria e di Borgogna, Childerico III (683-711) e Dagoberto III (699-715).
Entrò in questo monastero all’età di dodici anni, conducendo una vita piena di virtù e di prodigi miracolosi; morì il 24 maggio 713.
Le sue reliquie si conservavano nella cosiddetta “Cappella delle Bilance”, situata nell’ala Nord della chiesa abbaziale del monastero di Brétigny (diocesi di Soissons), già esistente prima del VII secolo.
E in questa cappella, che venne poi distrutta, godeva di un culto ed era invocato dai fedeli contro la rabbia. A causa dell’omonimia con il santo vescovo Uberto di Maastricht, morto il 30 maggio 727, quindi contemporaneo del santo monaco di Brétigny, si è creata nel tempo una confusione parziale nella commemorazione, che a ragione dovrebbe essere il 24 maggio, data della sua morte; ma la data del 30 maggio deve essere rimasta, anche perché in un Breviario di Coutance del secolo XV, si ricordava al 30 maggio una traslazione delle reliquie di s. Uberto monaco di Brétigny e come si sa, molte volte non si celebra i santi con il giorno della morte, a volte sconosciuto, ma anche con il giorno della traslazione delle reliquie.




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miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros












Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

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Nº 5 801 - SÉRIE DE 2024 - Nº (277) - SANTOS DE CADA DIA - 2 DE OUTUBRO DE 2024

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