quinta-feira, 14 de julho de 2016

Nº 2815 - (196-2016) - SANTOS DE CADA DIA - 14 DE JULHO DE 2016 - OITAVO ANO


Caros Amigos:




Desejo a todos os meus leitores



UM BOM ANO DE 2016

Nº 2815 -  (196-2016) 

14 DE JULHO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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CAMILO DE LÉLLIS, Santo 

   

São CAMILO DE LÉLLIS presbitero que, nascido em Teano, nos Abruzos, Itália, já desde a sua adolescência seguiu a vida militar e frequentou os vícios do mundo; finalmente convertido, dedicou-se fervorosamente ao serviço dos enfermos no hospital dos incuráveis, como se fossem o próprio Cristo e, ordenado sacerdote, lançou em Roma os fundamentos da Congregação dos Clérigos Regrantes Ministros dos Enfermos. (1614)



OPTACIANO DE BRÉSCIA, Santo
   


Em Bréscia, na Venécia, hoje na Lombardia, Itália, Santo OPTACIANO bispo que subscreveu a carta sinodal sobre a fé católica a respeito da Encarnação, enviada por EUSÉBIO bispo de Milão ao papa São LEÃO. (séc. V)
  

VICENTE ou MADELGÁRIO, Santo
    
 

Em Soignies, no Brabante da Austrásia, hoje Bélgica, São VICENTE ou MADELRIO que, com o assentimento da esposa Santa VALDETRUDES abraçou a vida monástica e, segundo a tradição, fundou dois mosteiros. (677)



MARQUELMO, Santo


Em Deventer, na Frísia, hoje Holanda, São MARQUELMO presbitero e monge de origem inglesa, que desde a infância foi discípulo de São VILIBRORDO e seu companheiro nos trabalhos da Evangelização. (775)

CROSNATO ou HRORNATA, Beato


Em Stary Kinsperky, próximo de Eger, na Boémia, hoje Chéquia, o Beato CROSNATO ou HRORNATA mártir, que depois da morte da esposa e do filho, abandonou a corte do rei para entrar no cenóbio dos Premonstratenses em Teplá e, ao defender os direitos do mosteiro, foi feito prisioneiro e abandonado até morrer de fome. (1217)

TOSCANA, Santa





Em Verona, no Véneto, Itália, Santa TOSCANA que, depois da morte do esposo, deu todos os seus bens aos pobres e se dedicou incansavelmente na Ordem de São João de Jerusalém, ao cuidado dos enfermos. (1343)


ANGELINA DE MONTEGIOVE ou MARSCIANO ou de CORBARA ou ainda de FOLIGNO, Beata
  


Em Foligno, na Úmbria, Itália, a Beata ANGELINA DE MONTEGIOVE ou MARSCIANO, ou CORBARA ou ainda de FOLIGNO que, ao ficar viúva se consagrou totalmente, durante mais de 50 anos ao serviço de Deus e do próximo e deu início à ordem religiosa das Terciárias Franciscanas de clausura, para se dedicar à educação da juventude feminina.

Para melhor compreensão sobre as localidades referidas no seu nome, transcrevo o texto inserto em www.santiebeati.it:
  Fondatrice del Terz'Ordine regolare femminile, nacque nel 1357 nel castello di Monte Giove (Orvieto). Rimasta orfana di padre e di madre in tenera età, fu allevata dai nonni. Venuti a mancare i nonni e i tre fratelli maggiori, Angelina e la sorella Francesca, spogliate del Castello e dei beni di famiglia, si stabiliscono a Foligno a motivo del matrimonio della sorella con un membro della famiglia Trinci, allora signori di Foligno. Angelina, a Foligno, insieme a sua cugina Cecca, entra a far parte delle donne di lodevole vita» per le quali nel 1388 Paoluccio aveva ottenuto un riconoscimento da parte dell’allora generale Enrico Alfieri da Asti per fondare una «comunità aperta». Inserendosi nella Movimento dell’Osservanza Francescana, la caratteristica principale della nuova comunità religiosa femminile, formata da Angelina e dalle altre venticinque «monache povere» era quella di essere «comunità aperta», ossia un gruppo di donne che volevano vivere nella preghiera, nella penitenza e nel servizio agli altri, senza però essere costrette alla clausura. Alla morte di fra Paoluccio nel 1391, Angelina diventerà la guida carismatica delle suore per le quali, il Pontefice Bonifacio IX, concesse, nel gennaio del 1403, una autorizzazione a vivere liberamente come «comunità aperta». Ella mise questa concessione a disposizione di chiunque glielo chiedesse: nel 1428 nasceva così la Congregazione di Foligno che comprendeva anche i monasteri di Perugia, Firenze, L’Aquila, Viterbo, Ancona, Ascoli e Rieti.
Il riconoscimento pontificio però non appianò tutti i problemi, tanto che Angelina e le sue sorelle, nel 1430, dovettero difendere, con umiltà e tenacia, le loro scelte di fronte ai frati, cui creava difficoltà la loro autonomia e la loro libertà di movimento. Angelina morirà il 14 luglio del 1435 e sarà sepolta, dopo solenni funerali, nella chiesa francescana dei Frati Minori Conventuali di Foligno. La sua Congregazione si scioglierà pochi decenni dopo e da questo momento in poi ogni comunità continuerà autonomamente il proprio cammino. All’indomani del Concilio di Trento, le suore della comunità folignate, furono progressivamente spinte verso la clausura, nella quale entrarono definitamente nel 1619, riuscendo soltanto nel 1903 ad ottenere la dispensa dalla clausura. Ritornata «comunità aperta»  la Congregazione riprenderà vita ed oggi comprende comunità in Italia, in Brasile e in Madagascar.
Nel 1492, in seguito a un miracolo, la salma della Beata Angelina, trovata intatta, fu esumata e, chiusa in un'urna preziosa, venne collocata in un altare di fronte alla tomba della Santa Angela fino all’anno 2010. Il suo culto fu confermato l'8 marzo 1825. La festa si celebra il 14 luglio. Oggi, il suo corpo è esposto alla venerazione dei fedeli nel suo monastero di S. Anna a Foligno, dal giorno 27 giugno del 2010.


 
GASPAR DE BONO, Beato



Em Valência, Espanha, o Beato GASPAR DE BONO presbitero da Ordem dos Mínimos que abandonou as armas dos príncipes terrenos para servir a Cristo Rei e governou as casas da província espanhola da Ordem com zelo, prudência e caridade. (1664)


FRANCISCO SOLANO, Santo
  



  
Em Lima, no Peru, São FRANCISCO SOLANO presbitero da Ordem dos Frades Menores que, para a salvação das almas, percorreu por toda a parte as regiões da América do Sul e, com a sua palavra e o seu testemunho ensinou aos indigenas e aos proprios colonos espanhois a novidade da vida cristã. (1610)


RICARDO LANGHORNE, Beato




Em Londres, Inglaterra, o beato RICARDO LANGHORNE mártir, insigne jurista que, acusado falsamebnte de conspiração, no reinado de Carlos II, foi condenado à morte e entregou a alma a Deus no patíbulo de Tyburn. (1679)



GHEBRE MIGUEL, Beato



Em Cerecca-Ghebaba, Etiópia, o beato GHEBRE MIGUEL presbitero da Congregação da Missão e mártir, que, procurando sempre a verdadeira fé no estudo e na oração, finalmente entrou na unidade da Igreja católica; por isso, sofreu durante 13 meses o cárcere e caminhadas forçadas impelido por soldados, com os pés presos com cadeias, até que morreu consumido pelas incessantes flagelações, pela sede e pela fome. (1855)




JOÃO WANG GUIXIN, Santo



Em Nangong, Hebei, China, São JOÃO WANG GUIXIN mártir que, durante a perseguição dos «Yihetuan», recusou manchar-se com uma pequena mentira que lhe poupava a vida terrena e morreu por Cristo. (1900)






 ... E AINDA  ...


CIRO DE CARTAGENA, Santo

Nel Martirologio Romano, al 14 luglio, si legge questo elogio: "Carthagine sancti Cyri episcopi, in cuius festivitate sanctus Augustinus deeo sermonem ad populum habuit". Prima del Baronio non si trova il nome di questo santo in nessun documento liturgico greco o latino e, anche ora, non sappiamo nulla del tempo in cui visse, delle sue vicende e del genere di morte. Unica fonte è Possidio, il quale nel suo Indiculus ricorda effettivamente un discorso di s. Agostino con queste parole che figurano anche nell'ed. critica del Wilmart: "De depositione Cyri episcopi Carthaginiensis". Di tale discorso, però, oggi non è rimasto nulla. I Bollandisti avanzano cautamente l'ipotesi di un erroneo scioglimento di un'abbreviazione dell'antico testo di Possidio e che, perciò, possa trattarsi di un Quirino, Quiro o, più, possa trattarsi di un Quirino, Quiro o, più probabilmente, di Cipriano
CYNLLO, Santo



Le più antiche genealogie lo presentano come fratello di s. Teilo e figlio di Ensych (o Usyllt) di Hydwn Dwn e di Gwenhaf, figlia di Llifonwy. Non si sa niente sulla sua vita: nella tradizione scritta viene elencato fra i discepoli di s. Beuno. Si trovavano molte chiese dedicate a lui nel North Radnorshire e nel Cardiganshire. La festa è assegnata dai diversi calendari al 14, al 16 o al 17 luglio e, da un messale del sec. XVI, all’8 agosto, sotto il nome Gwil Ginllo

GIORGIO DE LAURIA, Beato

 3 luglio

Figlio dell’ammiraglio Don Ruggero della città di Lauria (Potenza), il Beato Giorgio, giovane di 24 anni, saputo che il cugino Beato Raimondo da Tolosa, era entrato nell’Ordine Mercedario, lo raggiunse subito nel suo convento di Barcellona (Spagna), minacciò percosse e pericoli contro i religiosi, ma nulla servirono a fare uscire il cugino dalla vita religiosa intrapresa. Qualche tempo dopo per una divina chiamata della Santa Vergine, il Beato Giorgio abbandonò il mondo e si fece religioso mercedario pure lui. Si dedicò con tutto il cuore a Dio, condusse una vita austera nella meditazione e nella lode al Signore, finché nel convento di Santa Maria di El Puig (Spagna), nell’anno 1339 meritò la vita eterna. L’Ordine lo festeggia il 14 luglio

GIUSTO, Santo

 Non si è conservata alcuna Vita di questo santo irlandese. È detto figlio di Fergus e discendente da Breasal Brealach, nipote di Cathair Mór, re del Leinster Ammesso nel gruppo dei missionari di s. Patrizio, fu ordinato diacono ed incaricato da Patrizio stesso delle chiese di Ardbraccan (presso Navan, contea di Meath) e di Fidarta (Fuerty, contea di Roscommon). Fu maestro (praeceptor) di Ciarán di Saighir; secondo la Vita tripartita di s. Patrizio, Giusto, in vecchiaia usava un libro datogli da Patrizio (ex libro Patricii) in occasione del Battesimo di Ciarán di Cluain Moccu Nóis (Clonmacnoise). Probabilmente, come suggerisce il glossatore del Martirologio di Oengus (ca. 820), egli deve identificarsi con il Justinus commemorato dal Martirologio il 5 maggio: "Il diacono Justinus (in qualche ms. Eutimus) con Ilario".
Poiché il Land's End fu evangelizzato dall'Irlanda, Giusto potrebbe essere il patrono di St. Just (detto St. Just in Penwith), Penzance; Guglielmo di Worcester (1415-1482) è certamente in errore quando afferma nel suo Itinerarium che questo patrono è il martire romano Giusto (18 ottobre): "sanctus Justus martyr jacet in parochia sancti Yoest, distat a Penzans versus occidentem per quínque miliaria". D'altra parte il Giusto patrono di St. Just a Roseland, ad oriente del porto di Falmouth, è con maggiore probabilità il Yestin ap Gereint gallese piuttosto che il Giusto irlandese. Nello stesso Galles si trova un s. Giusto (Ust), patrono (con Dvfing) di Llanwrin (Montgomeryshire), il quale, Peraltro, sembra essere venuto dall'Armorica con s. Cadfano

LIBERTO, Santo

Secondo notizie leggendarie contenute nella tardiva Vita di s. Rumoldo, scritta verso il 1100 dal monaco Teodorico di Saint-Trond, Liberto sarebbe stato battezzato alla fine dell'VIII sec. da s. Romualdo di Mechelen e ne sarebbe diventato discepolo. Inseguito dai Normanni, fuggí a Saint-Trond ma raggiunto vi fu trucidato ai piedi dell'altare dell'abbazia, verso l'883. Ivi si credette di ritrovarne le reliquie nel 1169. Non è improbabile che il ritrovamento, nel sec. XII a Saint-Trond, della tomba di un qualche Libertus, abbia dato origine al sorgere della leggenda.
Liberto è comunque festeggiato il 14 luglio nella diocesi di Mechelen e la seconda domenica di luglio nella stessa Mechelen

 LUPERCILLA, Santa



Gli esperti dicono che Santa Lupercilla poteva avere 7 o 8 anni e doveva appartenere alla nobile famiglia del Console Pammacchio, che con tutta la famiglia (42 persone) fu martirizzato sotto l'Impero di Alessandro Severo nel 233.
Le spoglie della Santa sono deposte nel 1819 nella Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano a Crodo (VB) dove proviene dal cimitero di San Callisto sulla Via Appia.
Nel 1744 Papa Benedetto XIV rilascia l'autentica, dove si legge: "una bambina rivestita di stoffe preziose come una fanciulla romana, con aipiedi il vasetto di sangue".
Ogni anno, la seconda domenica di Luglio, e' riservata per antica tradizione, molto cara ai Crodesi, a elevate celebrazioni in onore della Piccola Martire, sempre invocata con particolare fiducia


MARCIANO DE FRIGENTO, Santo

 Come ci dicono gli Atti di S. Marciano, composti molti secoli dopo il periodo in cui si suppone essere vissuto il santo e che non hanno nessun valore storico, secondo i critici moderni, S. Marciano era di origine greca e ricco. Distribuito tutti i suoi beni ai poveri, orfani e vedove, Marciano si diede a vita ascetica. Ciò attirò su di lui l’ammirazione dei connazionali. Per sottrarsi agli onori, lasciò la Grecia e venne in Italia stabilendosi a Frigento, come eremita. Qui operò vari miracoli. Quando, poi, si recò a Roma insieme al suo amico Lorenzo che doveva essere consacrato vescovo di Canosa, il papa s. Leone I lo elesse vescovo di Frigento, dove esercitò il suo episcopato in modo esemplare.
Il dies natalis, ossia il giorno della sua morte, si ritiene essere stato il 18 luglio. Il 14 giugno invece ricorre l’anniversario della traslazione del suo corpo da Frigento a Benevento.
Marciano quindi sarebbe vissuto alla metà del V secolo.
Occorre rilevare, però, come disse lo storico irpino Mongelli, che Frigento non era sede vescovile in quel tempo. Lo diventerà solo nel XI secolo, subentrando a Quintodecimo, l’antica Aeclanum.
S. Marciano è venerato in molte parti come vescovo locale. A Benevento, per esempio, S. Marciano è festeggiato il 14 luglio ma sembra ci si confonda con l’ononimo santo più sicuro di Siracusa. Anche Napoli ricorda S. Marciano, come proprio vescovo, il 30 ottobre. E' ricordato a Frigento il 14 giugno.
Comunque il Lanzoni identifica il S. Marciano di Frigento con S. Marco I vescovo di Aeca, l’odierna Troia in Puglia, del III-IV secolo. Il nome Marciano è una corruzione di Marco d’Aeca.
Il martirologio geroriminiano lo ricorda il 5 novembre.
Reliquie di S. Marciano erano venerate a Frigento, ma furono portate nel 839, per ordine del principe Sicardo, nell’abazzia di S. Sofia a Benevento, perché luogo ritenuto più sicuro da incursioni.
A Frigento, il santo è venerato soprattutto in due chiese molto belle e antiche: la ex Cattedrale e la chiesa di S. Marciano. Nella ex cattedrale di Frigento di conserva un busto d’argento sbalzato e cesellato. Al centro del petto una teca contiene una reliquia del cranio del santo.
Nella chiesa di S. Marciano, bella è la tela che raffigura il santo, posta sull’altar maggiore. L’interno della chiesa conserva anche vari ex voto al santo. Bella è anche l’antica statuetta in pietra sistemata, dopo i restauri post-terremoto del 1980, nella parete esterna, quella che dà sui giardini, della chiesa.
A Taurasi, nella parrocchia si venera un busto ligneo del santo del 1708. Nella pedana della statua si venerano alcune reliquie del santo. Purtroppo fu rubata, e quindi persa, la teca, posta nel petto di questa statua, che conteneva un dito del santo. A Taurasi un’antica targa di rame dorato, risalente al 1150, riporta la proclamazione di S. Marciano a patrono di Taurasi, in occasione della consacrazione dell’altar maggiore della chiesa principale


RAFFAELLE DE BARLETTA, Beato






L’affascinate città costiera di Cattaro (odierna Kotor, nell’attuale Montenegro) era uno dei più importanti centri economici e religiosi della Dalmazia del XV secolo. Sin dal 1423 Kotor si era liberamente sottomessa alla signoria veneziana, diventando successivamente capoluogo della cosiddetta “Albania veneta” e conservando così una larga indipendenza dall’incalzante Impero Ottomano. Inoltre, proprio grazie al legame con la Serenissima, era divenuta un porto vivace e ricco di commercianti, marinai e pescatori, ma anche di predicatori itineranti del Vangelo.
Fu in questo contesto marittimo che ebbe i natali il beato Raffaele, del quale, tuttavia, ci giungono notizie solo dopo il suo trasferimento alla riva opposta dell’Adriatico, nel rinomato centro pugliese di Barletta; qui egli professò nell’Ordine Religioso dei Servi di Maria come fratello converso, presso il fiorente Convento di Santa Maria della Croce, situato in una zona periferica della città.
Le fonti ci parlano di un frate umile e modesto, pieno di carità e di zelo. Per le sue qualità e soprattutto per la sua prudenza, i Superiori gli affidarono l’ufficio di questuante dentro e fuori le mura della città. In quell’ufficio egli si rese amabile e degno di stima e venerazione (“magna erat apud populum illum venerationem”), specie per la carità smisurata che usava verso i poveri. I suoi contemporanei ci riferiscono che il Beato Raffaele, dopo aver questuato il pane per i frati del suo convento, uscendo dalle mura della città lo distribuiva ai poveri e ai bisognosi che lì lo attendevano; rientrando poi in città riempiva nuovamente la sua bisaccia di elemosine e le portava al convento. Altri testimoni affermano che era così sensibile ai bisogni del prossimo, da non reggergli il cuore perfino alla vista di alcuni falsi poveri, ai quali vuotava nelle mani ciò che aveva raccolto, per poi andar di nuovo a stender loro la mano. Nella sua umiltà voleva sentirsi povero tra i poveri.
Dalle fonti storiche, inoltre, ci viene riferito che da parte dei barlettani godeva grande stima, non solo per la sua straordinaria carità, ma anche per la sua grande austerità di vita. Infatti egli voltò le spalle a tutto ciò che in questo mondo crea distrazioni e offre vane speranze, assumendo un rigore di vita molto austero e penitente, praticando digiuni e veglie notturne. Camminava sempre a piedi scalzi. Non ebbe mai una sua cella per dormire: pregava davanti al SS. Sacramento e dormiva pochissimo tempo dove gli capitava.
Fu tentato dal demonio molte volte, soprattutto di notte, ma essendo un uomo puro e casto, con la forza dei sacramenti e della preghiera, ne uscì sempre vittorioso. A riguardo ci viene tramandato che, alla stregua di altri santi, come rimedio ad alcune tentazioni, egli usava immergersi nell’acqua gelida.
Una notte ebbe in sogno che la sua morte era ormai imminente. Perciò il Beato svegliò dal sonno i suoi confratelli perché non voleva restare sprovvisto dei Sacramenti. Il Padre Superiore, Bartholomeus Janatasius, si recò subito in chiesa dove fra Raffaele stava già dinanzi all’altare della Beata Vergine Maria, di cui era tanto devoto, ascoltò la sua confessione e gli diede il Santo Viatico. Allora il Beato Raffaele, con gli occhi rivolti verso il Cielo, in ginocchio e con le mani giunte, spirò nella pace del Signore tra l’ammirazione dei suoi confratelli. Era il 14 luglio 1566.
Il suo corpo rimase esposto per tre giorni, perché moltissima gente da Barletta e dai dintorni accorse per venerarlo con devozione, piangendo la sua perdita. Alcuni chiedevano con insistenza che gli venisse dato, come reliquia, un pezzetto delle sue vesti, quasi a sentire più vicina la benevola protezione di questo umile Frate che in vita si era fatto tutto a tutti, testimone vivente della carità di Cristo




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miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros










Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

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