Caros Amigos:
Desejo a todos os meus leitores
8º A N O
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MARTA, Santa
LÁZARO, Santo
Comemoração de São LÁZARO irmão de Santa MARTA por quem o Senhor chorou ao saber que estava morto e a quem ressuscitou, e de Santa MARIA sua irmã, que, enquanto MARTA se atarefava no serviço de hospedagem, ela estava sentada aos pés do Senhor e escutava a sua palavra.
CALÍNICO de Gangra, Santo
,
Em Gangra, na Paflagónia, hoje Çankiri, na Turquia, São CALÍNICO mártir. (séc. II)
FÉLIX, Santo
Na Via Portuense, a três milhas de Roma, no cemitério dedicado ao seu nome, São FÉLIX mártir. (séc. III)
SIMPLÍCIO, FAUSTINO, VIADORA e RUFO, Santos
Em Roma, no cemitério de Generosa, os santos SIMPLÍCIO, FAUSTINO, VIADORA e RUFO mártires. (séc. III)
LOPO de Troyes, Santo
Em Troyes, na Gália Lionense, hoje França, São LOPO bispo que foi para a Bretanha juntamente com São GERMANO DE AUXERRE para combater a heresia pelagiana defendeu com a oração a sua cidade do furor de Átila e, depois de exercer de modo admirável o sacerdócio durante 52 anos, descansou em paz. (478)
PRÓSPERO de Orleães, Santo
Em Orleães, Gália Lionense hoje França, São PRÓSPERO bispo. (séc. V)
URBANO II, Santo
Em Roma, o Beato URBANO II papa que defendeu a liberdade da Igreja contra as ingerências dos poderes seculares, combateu a simonia e a corrupção do clero e, no Concílio de Clermont, exortou os soldados cristãos a libertar, com o sinal da cruz , os irmãos oprimidos pelos infiéis e o sepulcro do Senhor. (1099)
GUILHERME PINCHON, Santo
Em Saint-Brieuc, Bretanha Menor, França, São GUILHERME PINCHON bispo que se dedicou à construção da igreja catedral resplandeceu pela sua bondade e simplicidade e, por defender intrepidamente o seu rebanho e os direitos da Igreja, suportou vexames duros e o exílio. (1234)
MLUÍS BERTRAN, MÂNCIO DE SANTA CRUZ e PEDRO DE SANTA MARIA, Beatos
Em Omura, no Japão, os beatos mártires LUÍS BERTRAN presbitero da Ordem dos Pregadores, MÂNCIO DA SANTA CRUZ e PEDRO DE SANTA MARIA religiosos da mesma Ordem que foram queimados vivos por Cristo. (1627)
CARLOS NICOLAU ANTÓNIO ANCEL, Beato
Num barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort, França o Beato CARLOS NICOLAU ANTÓNIO ANCEL presbítero da Congregação de Jesus e Maria mártir, que durante a revolução francesa encerrado na sórdida galera em ódio ao sacerdócio consumou o martírio, sendo contagiado por uma grave enfermidade. (1794)
JOSÉ ZHANG WENLAN, PAULO CHEN CHANGPIN, JOÃO BAPTISTA LOU TINGYIN e MARTA WANG LOUZHI, Santos
Em Qingyan, Guizhou, China, os santos mártires JOSÉ ZHANG WENLAN, PAULO CHEN CHANGPIN, alunos do seminário, JOÃO BAPTISTA LOU TINGYIN administrador do seminário e MARTA WANG LOUZHI viúva, que pela sua fé em Cristo, foram encerrados numa cavidade quente e húmida, sofreram atrozes tormentos e finalmente morreram decapitados. (1861)
LUÍS MARTIN e MARIA ZÉLIA GUéRIN, Beatos
Em La Musse, na Bretanha, França, os Beatos LUÍS MARTIN e MARIA ZÉLIA GUÉRIN, esposos e pais de Santa TERESA DO MENINO JESUS. (1894)
JOÃO BAPTISTA EGOZCUEZÁBAL ALDAZ, Beatos
Em Esplugues, Barcelona, Espanha, o Beato JOÃO BAPTISTA EGOZCUEZÁBAL ALDAZ da Ordem de São João de Deus e mártir, que, durante a perseguição contra a fé, foi morto em ódio à Igreja. (1936)
JOSÉ DE CALASANZ MARQUÉS, Beato
Em Valência, Espanha, o Beato JOSÉ DE CALASANZ MARQUÉS presbitero da Sociedade Salesiana e mártir, que na mesma perseguição derramou o sangue por Cristo. (1936)
LÚCIO MARTÍNEZ MANCEBO e 7 companheiros ANTÓNIO LÓPEZ COUCEIRO, FELICÍSSIMO DIEZ GONZÁLEZ, SATÚRIO REY ROBLES, TIRSO MANRIQUE MELERO, GUMERSINDO SOTO BARROS e LAMBERTO DE NAVACUÉS Y DE JUAN e MANUEL ALBERT GINÉS, Beatos
Em Calanda, próximo de Teruel, Espanha, os beatos LÚCIO MARTINEZ MANCEBO presbitero da Ordem dos Pregadores e companheiros ANTÓNIO LÓPEZ COUCEIRO, FELICÍSSIMO DIEZ GONZÁLEZ, SATÚRIO REY ROBLES, TIRSO MANRIQUE MELERO, presbiteros; GUMERSINDO SOTO BARROS e LAMBERTO DE NAVACUÉS Y DE JUAN religiosos da Ordem dos Pregadores e MANUEL ALBERT GINÉS, presbiterio mártires que animados pela fortaleza de Cristo deram a vida na mesma perseguição. (1936)
ÂNGELO MARIA PRAT HOSTENCH e 11 companheiros ELISEU MARIA (Eliseu Maneus Bessalduch), ANASTÁSIO MARIA (Pedro Dorca Coromina), EDUARDO MARIA (Manuel Serrano Buj), presbiteros; ANDRÉ CORSINO MARIA (José Solé Rovira), ELISEU MARIA (Luís Fontedecave Quiroga), JOÃO MARIA (João Maria Puigmitjá Rubió), JOSÉ MARIA (Gabriel Escoto Ruiz), MIGUEL MARIA (Miguel Soler Sala), PEDRO MARIA (Pedro Ferrer Marin), PEDRO TOMÁS MARIA (João Prat Colldecarrera), ELIAS MARIA (Genésio Garre Egea), Beatos
Em Clot dels Aubins, perto de Lérida, Espanha, os beatos ÂNGELO MARIA PRAT HOSTENCH, presbitero da Ordem dos Carmelitas Descalços e 11 companheiros ELISEU MARIA (Eliseu Maneus Bessalduch), ANASTÁSIO MARIA (Pedro Dorca Coromina), EDUARDO MARIA (Manuel Serrano Buj), presbiteros; ANDRÉ CORSINO MARIA (José Solé Rovira), ELISEU MARIA (Luís Fontedecave Quiroga), JOÃO MARIA (João Maria Puigmitjá Rubió), JOSÉ MARIA (Gabriel Escoto Ruiz), MIGUEL MARIA (Miguel Soler Sala), PEDRO MARIA (Pedro Ferrer Marin), PEDRO TOMÁS MARIA (João Prat Colldecarrera), ELIAS MARIA (Genésio Garre Egea), religiosos todos da Ordem dos Carmelitas Descalços, mártires. (1936)
BERIO ou BENIAMINO, BENIO ou ainda BÍNIO, Santo
È un santo il cui nome è molto controverso, infatti i testi agiografici lo chiamano Beniamino, Berio, Benio, Bineo. Il ‘Sinassario Costantinopolitano’ commemora il martirio di Beniamino e di Berios il 29 luglio; il 30 luglio viene ripetuto nello stesso Sinassario il martirio di Beniamino, Benios e Binaios.
Gli studiosi hanno pensato che ci si trovi dinanzi a quattro grafie differenti dello stesso nome. Il martirio sarebbe avvenuto presso il palazzo dell’Hebdomon, nei dintorni di Costantinopoli; purtroppo nessuna notizia di ordine biografico o cronologico, ci permette di aggiungere qualche precisazione a questo o a questi personaggi.
E' probabile che sia vissuto e morto, prima dell’avvento al potere dell’imperatore Costantino il Grande (280-337), il quale come è noto ricostruì la sconfitta Bisanzio, dandole il nome di Costantinopoli e trasferendovi nel 330 la sede imperiale.
Essendo Costantino favorevole al Cristianesimo e convertito anche lui, le persecuzioni cessarono, quindi Berio o Beniamino, ecc. subì il martirio almeno nel III secolo, quando esse erano in corso, decretate da altri imperatori precedenti.
Nel braccio di mare antistante Rochefort sulla costa francese, beato Carlo Nicola Antonio Ancel, sacerdote della Società di Gesù e Maria e martire, che, durante la rivoluzione francese, confinato in quanto sacerdote in una galera in condizioni disumane, portò a termine il suo martirio consunto da letale contagio
JOÃO BAPTISTA LOU TINGYIN, Santo
Luo (o Ló) Tingyin nacque intorno al 1825 da una famiglia benestante. Oltre a ricevere una buona educazione generale, apprese anche delle conoscenze di medicina, che gli permisero di aprire una piccola clinica. La sua sincerità e gentilezza, insieme al comportamento amichevole che aveva verso tutti, gli valsero una buona reputazione. Convertitosi al cristianesimo e assunto il nome di Giovanni Battista, coinvolse nella nuova fede anche la moglie, i genitori e tutto il suo casato. Inoltre, approfittava dell’attività medica per battezzare i bambini.
Dopo aver rinunciato alla medicina, si diede a coltivare i campi di sua proprietà, ma anche, su richiesta, quelli della Chiesa. Ammirandolo per la sua onestà e buona condotta, padre Bai, il rettore del recentemente inaugurato Seminario maggiore di Yaojiaguan, gli chiese di occuparsi degli affari economici dell’istituzione.
Nel 1861 scoppiò una nuova, terribile persecuzione religiosa, che obbligò i seminaristi a sfollare a Yangmeigao. L’unica persona ad essere catturata nel Seminario fu proprio Giovanni Battista. Due allievi, Paolo Chen Changping e Giuseppe Zhang Wenlan, vennero invece arrestati mentre tornavano da un giro di spese in città.
I tre vennero imprigionati in un tempio abbandonato, diventato una cava, sottoposti a numerose torture e tenuti in condizioni miserande, motivo per cui Giovanni Battista si ammalò. Tuttavia, quando venne a trovarlo sua moglie, le raccomandò di restare salda nella fede, perché doveva badare ai loro due figli. Benché minacciata dalle guardie, la responsabile delle cucine del Seminario, la vedova Marta Wang Luoshi, forniva loro del cibo e portava degli abiti puliti. Fece anche in modo di consegnare delle lettere da parte dei seminaristi al loro vescovo.
Il 29 luglio 1861 arrivò la notizia di un’amnistia da parte dell’imperatore per tutti i cristiani, ma il magistrato incaricato di seguire la loro sorte ignorò il decreto e ordinò in segreto che venissero giustiziati. Mentre venivano condotti lungo le strade principali, verso il luogo dell’esecuzione, Marta li vide passare mentre lavava i panni sulla riva di un fiume. Li seguì e, quando i soldati le dissero che le avrebbero tagliato la testa se avesse proseguito, rispose: «Se loro possono morire, allora posso farlo anch’io». I quattro prigionieri pregarono continuamente, con i volti raggianti di gioia, fino al luogo dove vennero decapitati.
Giovanni Battista Luo Tingyin e i suoi tre compagni vennero inclusi nel gruppo di 33 martiri dei Vicariati Apostolici di Guizhou, Tonchino Occidentale e Cocincina, il cui decreto sul martirio venne promulgato il 2 agosto 1908. La beatificazione, ad opera di san Pio X, avvenne il 2 maggio 1909. Inseriti nel più ampio gruppo dei 120 martiri cinesi, capeggiati da Agostino Zhao Rong, vennero infine iscritti nell’elenco dei santi il 1 ottobre 2000, da san Giovanni Paolo II.
Un’antica tradizione narra che Flora e Lucilla erano sorelle,
cittadine romane, vissute nel terzo secolo. Si distinsero a Roma per
fede, amore alla castità e disprezzo del mondo. Un giorno, ad Ostia,
furono rapite da un africano di nome Eugenio che in seguito, commosso
dal loro esempio, si convertì. Quando l’imperatore Gallieno pubblicò
l’editto di condana dei cristiani, Flora e Lucilla diedero prova di
straordinario coraggio, sacrificando per Cristo la propria vita. Era
circa l’anno 260. La tradizione aggiunge che nel secolo IX le loro
reliquie vennero portate ad Arezzo, nel monastero benedettino che
sorgeva nei pressi dell’Olmo. Nel 1196 i monaci dovettero lasciare il
colle della Torrita (che ancora si chiama S. Flora). Costruirono il
monastero ad Arezzo, portando in badia le preziose reliquie, oggi
custodite nell’altare dedicato a s. Rita. La festa locale di Flora e
Lucilla è fissata al 29 luglio.
PREGHIERA
O sante Flora e Lucilla, vergini a mariti gloriose di Cristo, nostre patrone, mentre vi ringraziamo per la singolare protezione che esercitate sopra di noi liberandoci dai pericoli dell’anima e del corpo, umilmente vi preghiamo di intercedere dal Signore la pace con lui e con il prossimo. Benedite la nostra vita, quella delle nostre famiglie e delle nostre comunità parrocchiali, con la speranza di poter essere un giorno, per divina misericordia, con Voi nella gloria di Dio. Amen.
MARIA DE BETÂNIA, Santa
La troviamo in vari punti dei Vangeli. La prima cosa che salta all’occhio è la sua differenza dalla sorella: mentre Marta è sempre in movimento, indaffarata nella sua premura per essere una brava padrona di casa, lei ama stare ai piedi di Gesù per ascoltarlo: un gesto che non ha nulla di romantico, dato che “sedersi ai piedi di un maestro” significava esserne i discepoli. Maria è quindi una discepola attenta. Per questo Gesù dirà che lei ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta. Infatti, essere discepolo di Cristo è una possibilità di cui non saremo mai privati. La vita può rubarci molte opportunità: la salute, le capacità, la giovinezza, un impegno, un ruolo, una posizione, ma in ogni situazione noi possiamo essere discepoli del Signore. Maria ci fa capire che ci può essere tolto tutto, ma ascoltare Gesù è sempre possibile.
Ritroviamo Maria alla morte del fratello Lazzaro: il suo pianto commuove nel profondo Gesù che a lei mostra la sua umanità sensibile al dolore per la morte dell’amico. Infine, è suo un gesto che Gesù definirà profetico. Sei giorni prima della sua ultima Pasqua, Gesù va a trovare gli amici e si ferma a cena. C’è Lazzaro redivivo, Marta che sta servendo e in quel contesto Maria, senza dire nulla, prende trecento grammi di profumo di puro nardo, preziosissimo, unge i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli.
Un gesto simile lo aveva compiuto una peccatrice pubblica, mescolando le sue lacrime con il profumo per ringraziare Gesù della sua misericordia (cfr Vangelo di Luca 7,36-50). Maria non piange: usa una gran quantità di un costosissimo profumo e la fragranza si diffonde per tutta la casa; unge l’Unto del Signore. Poi con i suoi capelli asciuga i piedi di Gesù, così che lo stesso profumo avvolge lei e il suo Signore. I suoi capelli profumano come Gesù, come se lei volesse conservare su di sé il ricordo di quel momento.
Nessuno capisce perché Maria abbia fatto questa cosa. Giuda brontola per lo spreco: si poteva utilizzare quel prezioso profumo per ricavarne dei soldi da dare ai poveri.
Anche se non c’è nessuno scambio di parole tra Gesù e Maria, perché spesso i gesti significativi accadono in silenzio, lui capisce e mostra di gradire quel gesto nel quale vede un segno profetico dell’unzione che viene fatta ai defunti. Maria è stata spinta dall’amore per il suo Signore, a cui ha voluto tributare un segno di onore. Ma questo svela sia la regalità di Gesù che la sua morte imminente. «Ha profumato in anticipo il mio corpo per la sepoltura», dice Gesù, così collega quel momento di intimità familiare al futuro terribile che sta incombendo su di lui, quell’unzione anticipa la pace silenziosa che verrà dopo la tragedia della croce. Mentre montano gli intrighi dell’odio, dell’inganno, del tradimento, negli ultimi giorni di Gesù c’è un momento luminoso carico di bontà: il profumo dell’amore generoso di Maria.
ottobre 2015
SERAFINA DE MAMIE, Santa
Pur essendoci due Serve di Dio con il nome di Serafina, che attendono il riconoscimento della loro santità: Suor Serafina - Vittoria Gregoris (1873-1935 di Venezia) e Suor Serafina di Dio - Prudenza Pisa, venerabile (1621-1699 di Capri), la recente edizione del ‘Martyrologium Romanum’ riporta con questo nome solo due beate e nessuna santa: la beata suora cappuccina spagnola, martire nel 1936, Serafina Fernandez Ibero (Emanuela Iusta) e la beata Serafina Sforza clarissa (1434-1478).
Ma nelle precedenti edizioni il ‘Martirologio Romano’ riportava al 29 luglio, l’unica santa con questo nome, essa fu inserita in questo celebre catalogo dei santi della Chiesa Romana, compilato dal cardinale Cesare Baronio (1538-1607), prendendolo dal ‘Martirologio’ di Belini, pubblicato nel 1498 e che sembra sia il primo testo a nominare questa santa.
Bisogna dire che nello stesso giorno è commemorata s. Serapia, compagna di s. Sabina e qualche studioso tende ad identificare Serapia con Serafina, se non fosse che i luoghi inerenti la loro vita sono diversi.
Serapia e Sabina erano delle martiri di Roma, mentre le poche notizie riportate dalle fonti su citate, dicono che Serafina era una vergine spagnola di Mamie in Galizia (regione montuosa della Spagna nord-occidentale), che avrebbe ricevuto i primi insegnamenti cristiani direttamente dall’apostolo s. Giacomo, che come è noto è veneratissimo in Spagna, dove predicò e poi morì martire a Gerusalemme nel 43.
Con questa ipotesi e tradizione si deve posizionare la vita della vergine Serafina di Mamie intorno alla prima metà del I secolo.
Il nome è molto usato in buona parte dell’Italia e Francia; la sua origine ebraica significa “angelo risplendente” e secondo la tradizione ebraica, gli angeli serafini e cherubini reggono il trono di Dio.
Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
Nº 2830 - (211 - 2016)
29 DE JULHO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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MARTA, Santa
Memória de Santa MARTA que em Betânia próximo de Jerusalém, recebeu na sua casa o Senhor Jesus e, quando morreu o seu irmão LÁZARO, confessou: «Tu és Cristo, o Filho de Deus, que veio ao mundo».
LÁZARO, Santo
Comemoração de São LÁZARO irmão de Santa MARTA por quem o Senhor chorou ao saber que estava morto e a quem ressuscitou, e de Santa MARIA sua irmã, que, enquanto MARTA se atarefava no serviço de hospedagem, ela estava sentada aos pés do Senhor e escutava a sua palavra.
CALÍNICO de Gangra, Santo
Em Gangra, na Paflagónia, hoje Çankiri, na Turquia, São CALÍNICO mártir. (séc. II)
FÉLIX, Santo
Na Via Portuense, a três milhas de Roma, no cemitério dedicado ao seu nome, São FÉLIX mártir. (séc. III)
SIMPLÍCIO, FAUSTINO, VIADORA e RUFO, Santos
Em Roma, no cemitério de Generosa, os santos SIMPLÍCIO, FAUSTINO, VIADORA e RUFO mártires. (séc. III)
LOPO de Troyes, Santo
Em Troyes, na Gália Lionense, hoje França, São LOPO bispo que foi para a Bretanha juntamente com São GERMANO DE AUXERRE para combater a heresia pelagiana defendeu com a oração a sua cidade do furor de Átila e, depois de exercer de modo admirável o sacerdócio durante 52 anos, descansou em paz. (478)
PRÓSPERO de Orleães, Santo
Em Orleães, Gália Lionense hoje França, São PRÓSPERO bispo. (séc. V)
URBANO II, Santo
Em Roma, o Beato URBANO II papa que defendeu a liberdade da Igreja contra as ingerências dos poderes seculares, combateu a simonia e a corrupção do clero e, no Concílio de Clermont, exortou os soldados cristãos a libertar, com o sinal da cruz , os irmãos oprimidos pelos infiéis e o sepulcro do Senhor. (1099)
GUILHERME PINCHON, Santo
Em Saint-Brieuc, Bretanha Menor, França, São GUILHERME PINCHON bispo que se dedicou à construção da igreja catedral resplandeceu pela sua bondade e simplicidade e, por defender intrepidamente o seu rebanho e os direitos da Igreja, suportou vexames duros e o exílio. (1234)
MLUÍS BERTRAN, MÂNCIO DE SANTA CRUZ e PEDRO DE SANTA MARIA, Beatos
Em Omura, no Japão, os beatos mártires LUÍS BERTRAN presbitero da Ordem dos Pregadores, MÂNCIO DA SANTA CRUZ e PEDRO DE SANTA MARIA religiosos da mesma Ordem que foram queimados vivos por Cristo. (1627)
CARLOS NICOLAU ANTÓNIO ANCEL, Beato
Num barco-prisão ancorado ao largo de Rochefort, França o Beato CARLOS NICOLAU ANTÓNIO ANCEL presbítero da Congregação de Jesus e Maria mártir, que durante a revolução francesa encerrado na sórdida galera em ódio ao sacerdócio consumou o martírio, sendo contagiado por uma grave enfermidade. (1794)
JOSÉ ZHANG WENLAN, PAULO CHEN CHANGPIN, JOÃO BAPTISTA LOU TINGYIN e MARTA WANG LOUZHI, Santos
Em Qingyan, Guizhou, China, os santos mártires JOSÉ ZHANG WENLAN, PAULO CHEN CHANGPIN, alunos do seminário, JOÃO BAPTISTA LOU TINGYIN administrador do seminário e MARTA WANG LOUZHI viúva, que pela sua fé em Cristo, foram encerrados numa cavidade quente e húmida, sofreram atrozes tormentos e finalmente morreram decapitados. (1861)
LUÍS MARTIN e MARIA ZÉLIA GUéRIN, Beatos
Em La Musse, na Bretanha, França, os Beatos LUÍS MARTIN e MARIA ZÉLIA GUÉRIN, esposos e pais de Santa TERESA DO MENINO JESUS. (1894)
JOÃO BAPTISTA EGOZCUEZÁBAL ALDAZ, Beatos
Em Esplugues, Barcelona, Espanha, o Beato JOÃO BAPTISTA EGOZCUEZÁBAL ALDAZ da Ordem de São João de Deus e mártir, que, durante a perseguição contra a fé, foi morto em ódio à Igreja. (1936)
JOSÉ DE CALASANZ MARQUÉS, Beato
Em Valência, Espanha, o Beato JOSÉ DE CALASANZ MARQUÉS presbitero da Sociedade Salesiana e mártir, que na mesma perseguição derramou o sangue por Cristo. (1936)
LÚCIO MARTÍNEZ MANCEBO e 7 companheiros ANTÓNIO LÓPEZ COUCEIRO, FELICÍSSIMO DIEZ GONZÁLEZ, SATÚRIO REY ROBLES, TIRSO MANRIQUE MELERO, GUMERSINDO SOTO BARROS e LAMBERTO DE NAVACUÉS Y DE JUAN e MANUEL ALBERT GINÉS, Beatos
Em Calanda, próximo de Teruel, Espanha, os beatos LÚCIO MARTINEZ MANCEBO presbitero da Ordem dos Pregadores e companheiros ANTÓNIO LÓPEZ COUCEIRO, FELICÍSSIMO DIEZ GONZÁLEZ, SATÚRIO REY ROBLES, TIRSO MANRIQUE MELERO, presbiteros; GUMERSINDO SOTO BARROS e LAMBERTO DE NAVACUÉS Y DE JUAN religiosos da Ordem dos Pregadores e MANUEL ALBERT GINÉS, presbiterio mártires que animados pela fortaleza de Cristo deram a vida na mesma perseguição. (1936)
ÂNGELO MARIA PRAT HOSTENCH e 11 companheiros ELISEU MARIA (Eliseu Maneus Bessalduch), ANASTÁSIO MARIA (Pedro Dorca Coromina), EDUARDO MARIA (Manuel Serrano Buj), presbiteros; ANDRÉ CORSINO MARIA (José Solé Rovira), ELISEU MARIA (Luís Fontedecave Quiroga), JOÃO MARIA (João Maria Puigmitjá Rubió), JOSÉ MARIA (Gabriel Escoto Ruiz), MIGUEL MARIA (Miguel Soler Sala), PEDRO MARIA (Pedro Ferrer Marin), PEDRO TOMÁS MARIA (João Prat Colldecarrera), ELIAS MARIA (Genésio Garre Egea), Beatos
Em Clot dels Aubins, perto de Lérida, Espanha, os beatos ÂNGELO MARIA PRAT HOSTENCH, presbitero da Ordem dos Carmelitas Descalços e 11 companheiros ELISEU MARIA (Eliseu Maneus Bessalduch), ANASTÁSIO MARIA (Pedro Dorca Coromina), EDUARDO MARIA (Manuel Serrano Buj), presbiteros; ANDRÉ CORSINO MARIA (José Solé Rovira), ELISEU MARIA (Luís Fontedecave Quiroga), JOÃO MARIA (João Maria Puigmitjá Rubió), JOSÉ MARIA (Gabriel Escoto Ruiz), MIGUEL MARIA (Miguel Soler Sala), PEDRO MARIA (Pedro Ferrer Marin), PEDRO TOMÁS MARIA (João Prat Colldecarrera), ELIAS MARIA (Genésio Garre Egea), religiosos todos da Ordem dos Carmelitas Descalços, mártires. (1936)
... E AINDA ...
BERIO ou BENIAMINO, BENIO ou ainda BÍNIO, Santo
È un santo il cui nome è molto controverso, infatti i testi agiografici lo chiamano Beniamino, Berio, Benio, Bineo. Il ‘Sinassario Costantinopolitano’ commemora il martirio di Beniamino e di Berios il 29 luglio; il 30 luglio viene ripetuto nello stesso Sinassario il martirio di Beniamino, Benios e Binaios.
Gli studiosi hanno pensato che ci si trovi dinanzi a quattro grafie differenti dello stesso nome. Il martirio sarebbe avvenuto presso il palazzo dell’Hebdomon, nei dintorni di Costantinopoli; purtroppo nessuna notizia di ordine biografico o cronologico, ci permette di aggiungere qualche precisazione a questo o a questi personaggi.
E' probabile che sia vissuto e morto, prima dell’avvento al potere dell’imperatore Costantino il Grande (280-337), il quale come è noto ricostruì la sconfitta Bisanzio, dandole il nome di Costantinopoli e trasferendovi nel 330 la sede imperiale.
Essendo Costantino favorevole al Cristianesimo e convertito anche lui, le persecuzioni cessarono, quindi Berio o Beniamino, ecc. subì il martirio almeno nel III secolo, quando esse erano in corso, decretate da altri imperatori precedenti.
CARLO NICOLA ANTÓNIO ANCEL, Beato
Nel braccio di mare antistante Rochefort sulla costa francese, beato Carlo Nicola Antonio Ancel, sacerdote della Società di Gesù e Maria e martire, che, durante la rivoluzione francese, confinato in quanto sacerdote in una galera in condizioni disumane, portò a termine il suo martirio consunto da letale contagio
JOÃO BAPTISTA LOU TINGYIN, Santo
Luo (o Ló) Tingyin nacque intorno al 1825 da una famiglia benestante. Oltre a ricevere una buona educazione generale, apprese anche delle conoscenze di medicina, che gli permisero di aprire una piccola clinica. La sua sincerità e gentilezza, insieme al comportamento amichevole che aveva verso tutti, gli valsero una buona reputazione. Convertitosi al cristianesimo e assunto il nome di Giovanni Battista, coinvolse nella nuova fede anche la moglie, i genitori e tutto il suo casato. Inoltre, approfittava dell’attività medica per battezzare i bambini.
Dopo aver rinunciato alla medicina, si diede a coltivare i campi di sua proprietà, ma anche, su richiesta, quelli della Chiesa. Ammirandolo per la sua onestà e buona condotta, padre Bai, il rettore del recentemente inaugurato Seminario maggiore di Yaojiaguan, gli chiese di occuparsi degli affari economici dell’istituzione.
Nel 1861 scoppiò una nuova, terribile persecuzione religiosa, che obbligò i seminaristi a sfollare a Yangmeigao. L’unica persona ad essere catturata nel Seminario fu proprio Giovanni Battista. Due allievi, Paolo Chen Changping e Giuseppe Zhang Wenlan, vennero invece arrestati mentre tornavano da un giro di spese in città.
I tre vennero imprigionati in un tempio abbandonato, diventato una cava, sottoposti a numerose torture e tenuti in condizioni miserande, motivo per cui Giovanni Battista si ammalò. Tuttavia, quando venne a trovarlo sua moglie, le raccomandò di restare salda nella fede, perché doveva badare ai loro due figli. Benché minacciata dalle guardie, la responsabile delle cucine del Seminario, la vedova Marta Wang Luoshi, forniva loro del cibo e portava degli abiti puliti. Fece anche in modo di consegnare delle lettere da parte dei seminaristi al loro vescovo.
Il 29 luglio 1861 arrivò la notizia di un’amnistia da parte dell’imperatore per tutti i cristiani, ma il magistrato incaricato di seguire la loro sorte ignorò il decreto e ordinò in segreto che venissero giustiziati. Mentre venivano condotti lungo le strade principali, verso il luogo dell’esecuzione, Marta li vide passare mentre lavava i panni sulla riva di un fiume. Li seguì e, quando i soldati le dissero che le avrebbero tagliato la testa se avesse proseguito, rispose: «Se loro possono morire, allora posso farlo anch’io». I quattro prigionieri pregarono continuamente, con i volti raggianti di gioia, fino al luogo dove vennero decapitati.
Giovanni Battista Luo Tingyin e i suoi tre compagni vennero inclusi nel gruppo di 33 martiri dei Vicariati Apostolici di Guizhou, Tonchino Occidentale e Cocincina, il cui decreto sul martirio venne promulgato il 2 agosto 1908. La beatificazione, ad opera di san Pio X, avvenne il 2 maggio 1909. Inseriti nel più ampio gruppo dei 120 martiri cinesi, capeggiati da Agostino Zhao Rong, vennero infine iscritti nell’elenco dei santi il 1 ottobre 2000, da san Giovanni Paolo II.
LUCÍLIA, FLORA, EUGÉNIO e companheiros Santos
PREGHIERA
O sante Flora e Lucilla, vergini a mariti gloriose di Cristo, nostre patrone, mentre vi ringraziamo per la singolare protezione che esercitate sopra di noi liberandoci dai pericoli dell’anima e del corpo, umilmente vi preghiamo di intercedere dal Signore la pace con lui e con il prossimo. Benedite la nostra vita, quella delle nostre famiglie e delle nostre comunità parrocchiali, con la speranza di poter essere un giorno, per divina misericordia, con Voi nella gloria di Dio. Amen.
La troviamo in vari punti dei Vangeli. La prima cosa che salta all’occhio è la sua differenza dalla sorella: mentre Marta è sempre in movimento, indaffarata nella sua premura per essere una brava padrona di casa, lei ama stare ai piedi di Gesù per ascoltarlo: un gesto che non ha nulla di romantico, dato che “sedersi ai piedi di un maestro” significava esserne i discepoli. Maria è quindi una discepola attenta. Per questo Gesù dirà che lei ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta. Infatti, essere discepolo di Cristo è una possibilità di cui non saremo mai privati. La vita può rubarci molte opportunità: la salute, le capacità, la giovinezza, un impegno, un ruolo, una posizione, ma in ogni situazione noi possiamo essere discepoli del Signore. Maria ci fa capire che ci può essere tolto tutto, ma ascoltare Gesù è sempre possibile.
Ritroviamo Maria alla morte del fratello Lazzaro: il suo pianto commuove nel profondo Gesù che a lei mostra la sua umanità sensibile al dolore per la morte dell’amico. Infine, è suo un gesto che Gesù definirà profetico. Sei giorni prima della sua ultima Pasqua, Gesù va a trovare gli amici e si ferma a cena. C’è Lazzaro redivivo, Marta che sta servendo e in quel contesto Maria, senza dire nulla, prende trecento grammi di profumo di puro nardo, preziosissimo, unge i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli.
Un gesto simile lo aveva compiuto una peccatrice pubblica, mescolando le sue lacrime con il profumo per ringraziare Gesù della sua misericordia (cfr Vangelo di Luca 7,36-50). Maria non piange: usa una gran quantità di un costosissimo profumo e la fragranza si diffonde per tutta la casa; unge l’Unto del Signore. Poi con i suoi capelli asciuga i piedi di Gesù, così che lo stesso profumo avvolge lei e il suo Signore. I suoi capelli profumano come Gesù, come se lei volesse conservare su di sé il ricordo di quel momento.
Nessuno capisce perché Maria abbia fatto questa cosa. Giuda brontola per lo spreco: si poteva utilizzare quel prezioso profumo per ricavarne dei soldi da dare ai poveri.
Anche se non c’è nessuno scambio di parole tra Gesù e Maria, perché spesso i gesti significativi accadono in silenzio, lui capisce e mostra di gradire quel gesto nel quale vede un segno profetico dell’unzione che viene fatta ai defunti. Maria è stata spinta dall’amore per il suo Signore, a cui ha voluto tributare un segno di onore. Ma questo svela sia la regalità di Gesù che la sua morte imminente. «Ha profumato in anticipo il mio corpo per la sepoltura», dice Gesù, così collega quel momento di intimità familiare al futuro terribile che sta incombendo su di lui, quell’unzione anticipa la pace silenziosa che verrà dopo la tragedia della croce. Mentre montano gli intrighi dell’odio, dell’inganno, del tradimento, negli ultimi giorni di Gesù c’è un momento luminoso carico di bontà: il profumo dell’amore generoso di Maria.
ottobre 2015
Pur essendoci due Serve di Dio con il nome di Serafina, che attendono il riconoscimento della loro santità: Suor Serafina - Vittoria Gregoris (1873-1935 di Venezia) e Suor Serafina di Dio - Prudenza Pisa, venerabile (1621-1699 di Capri), la recente edizione del ‘Martyrologium Romanum’ riporta con questo nome solo due beate e nessuna santa: la beata suora cappuccina spagnola, martire nel 1936, Serafina Fernandez Ibero (Emanuela Iusta) e la beata Serafina Sforza clarissa (1434-1478).
Ma nelle precedenti edizioni il ‘Martirologio Romano’ riportava al 29 luglio, l’unica santa con questo nome, essa fu inserita in questo celebre catalogo dei santi della Chiesa Romana, compilato dal cardinale Cesare Baronio (1538-1607), prendendolo dal ‘Martirologio’ di Belini, pubblicato nel 1498 e che sembra sia il primo testo a nominare questa santa.
Bisogna dire che nello stesso giorno è commemorata s. Serapia, compagna di s. Sabina e qualche studioso tende ad identificare Serapia con Serafina, se non fosse che i luoghi inerenti la loro vita sono diversi.
Serapia e Sabina erano delle martiri di Roma, mentre le poche notizie riportate dalle fonti su citate, dicono che Serafina era una vergine spagnola di Mamie in Galizia (regione montuosa della Spagna nord-occidentale), che avrebbe ricevuto i primi insegnamenti cristiani direttamente dall’apostolo s. Giacomo, che come è noto è veneratissimo in Spagna, dove predicò e poi morì martire a Gerusalemme nel 43.
Con questa ipotesi e tradizione si deve posizionare la vita della vergine Serafina di Mamie intorno alla prima metà del I secolo.
Il nome è molto usato in buona parte dell’Italia e Francia; la sua origine ebraica significa “angelo risplendente” e secondo la tradizione ebraica, gli angeli serafini e cherubini reggono il trono di Dio.
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
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MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
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Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com
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