Caros Amigos:
Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
Nº 2820 - (201 - 2016)
19 DE JULHO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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EPAFRAS DE COLOSSOS, Santo
Comemoração de Santo EPAFRAS que trabalhou muito pelo Evangelho em Colossos, em Laodiceia e em Hierápolis, a quem o Apóstolo São PAULO chama caríssimo companheiro de prisão e fiel ministro de Cristo.
MACEDÓNIO, TEÓDULO e TACIANO, Santos
Em Meros,na Frígia, hoje Turquia, os santos MACEDÓNIO, TEÓDULO e TACIANO mártires, que no tempo do imperador Juliano o Apóstata por ordem do governador Almáquio, foram colocados sobre grades de ferro em brasa, onde consumaram com alegria o seu martirio. (362)
MACRINA a Jovem, Santa
No mosteiro de Annesis junto ao rio Íris, no Ponto, hoje Turquia, Santa MACRINA a Jovem, virgem, irmã dos santos BASÍLIO MAGNO, GREGÓRIO DE NISSA e PEDRO DE SEBASTE erudita na Sagrada Escritura, que se retirou para a vida solitária e foi admirável exemplo do amor de Deus e abandono da vaidade do mundo. (379)
DIO DE CONSTANTINOPLA o Taumaturgo, Santo
Em Constantinopla, hoje Istambul, Turquia, São DIO o Taumaturgo arquimandrita natural de Antioquia que, nesta cidade foi ordenado sacerdote e construiu um mosteiro sob a regra dos Acemetas. (séc. V)
SÍMACO, Santo
Em Roma, junto a São Pedro, São SÍMACO papa que, depois de ter sofrido muito tempo0pela facção dos cismáticos, morreu como autêntico confessor da fé. (514)
ÁUREA DE CÓRDOVA, Santa
Em Córdova, na Andaluzia, Espanha, Santa ÁUREA virgem irmã dos santos mártires ADOLFO e JOÃO que, durante a perseguição dos Mouros, acometida pelo medo, abjurou perante o juiz; mas logo se arrependeu e, renovando a batalha, venceu o inimigo num novo combate com o derramamento do seu sangue. (856)
BERNOLDO ou BERNOLFO, Santo
Em Utrecht, na Gélbria da Lotaríngia, território da actual Holanda, São BERNOLDO ou BERNOLFO bispo que libertou igrejas e mosteiros do domínio dos poderosos e construiu muitas igrejas e fomentou nos mosteiros a observância dos Cluniacenses. (1054)
ESTILA DE ABENBERG, Beata
No mosteiro de Marienburg, na Francónia, Alemanha, a Beata ESTILA virgem consagrada que foi sepultada na igreja por ela construída. (1140)
BRUNO DE SOLERO, Santo
Em Ségni, no Lácio, Itália, São BRUNO bispo que trabalhou e sofreu muito pela renovação da Igreja e, por isso, obrigado a deixar a sua sede episcopal encontrou refúgio em Montecassino, aio qual presidiu como abade temporário do mosteiro. (1123)
PEDRO CRISCI, Beato
Em Foligno, na Úmbria, Itália, o Beato PEDRO CRISCI que, tendo distribuindo todos os seus bens pelos pobres, exercitou o ministério na Igreja catedral e viveu em grande humildade e penitência na torre do campanario da igreja. (1323)
JOÃO PLESSINGTON, Santo
Em Chester, na Inglaterra, São JOÃO PLESSINGTON presbitero e mártir, que, ordenado sacerdote em Segóvia e regressando à Inglaterra, foi por isso condenado ao suplicio da forca no reinado de Carlos II. (1679)
JOÃO BAPTISTA ZHOU WURUI, Santo
Em Lujiazuang, Yingzian, no Hebei, na China, São JOÃO BAPTISTA ZHOU WURUI mártir que, ainda adolescente se declarou abertamente cristão perante os sectários «Yihetuan» e por isso foi desmembrado a golpes de machado. (1900)
ISABEL QIN BIANZHI e SIMÃO QIN CHUNFU, Santos
Em Liucun, Renkin, Hebei, China, os santos mártires ISABEL QIN BIANZHI e seu filho SIMÃO QIN CHUNFU de 14 anos que, durante a mesma perseguição dos «Yihetuan» fortes na fé, superaram toda a crueldade dos inimigos. (1906)
AQUILES PUCHALA e HERMANO STEPIEN, Beatos
Em, Borowikowsczyzna, Polónia, os beatos AQUILES PUCHALA e HERMANO STEPIEN presbiteros da Ordem dos Frades Menores Conventuais e mártires que, durante a ocupação da Polónia sua pátria, sob um regime militar estrangeiro, foram mortos em ódio à fé crista. (1943)
... E AINDA ...
ANTÓNIO DE VALLADOLID, Beato
Provinciale perpetuo dell’Ordine Mercedario di Castiglia, il Beato Antonio da Valladolid, come profondo conoscitore delle Sacre Scritture fu consigliere dei Re cattolici spagnoli. Con chiara visione di futuro, prese l’inestimabile decisione di inviare i primi missionari in America, con il consenso dato da papa Alessandro VI° nel 1493 ai Re, il diritto di conquista di quelle terre con la condizione di evangelizzarle nella fede cattolica. Inoltre visitò molte chiese della Spagna e per la sua grandissima carità, spesso veniva chiamato padre dei poveri. Dopo una vita piena di meriti, nell’anno 1514 consegnò la sua purissima anima al Signore.
L’Ordine lo festeggia il 19 lugli
ARSÉNIO o Grande, Santo
Provinciale perpetuo dell’Ordine Mercedario di Castiglia, il Beato Antonio da Valladolid, come profondo conoscitore delle Sacre Scritture fu consigliere dei Re cattolici spagnoli. Con chiara visione di futuro, prese l’inestimabile decisione di inviare i primi missionari in America, con il consenso dato da papa Alessandro VI° nel 1493 ai Re, il diritto di conquista di quelle terre con la condizione di evangelizzarle nella fede cattolica. Inoltre visitò molte chiese della Spagna e per la sua grandissima carità, spesso veniva chiamato padre dei poveri. Dopo una vita piena di meriti, nell’anno 1514 consegnò la sua purissima anima al Signore.
L’Ordine lo festeggia il 19 lugli
ARSÉNIO o Grande, Santo
Nella Chiesa primitiva le debolezze umane venivano combattute con una disciplina assai rigorosa. In tempo di persecuzione l'ideale era rappresentato dalla morte per Cristo, col martirio. Poi, a cominciare dal IV secolo, si cercava un'altra morte: la rinuncia al mondo e la solitudine del deserto. La vita eremitica, che ha nell'egiziano S. Antonio abate l'esempio più imitato e più popolare, grazie anche alla biografia scritta da S. Atanasio, costituì per molti anni il rifugio preferito di questi simpatici anarchici dello spirito, inizialmente autonomi come i primi pionieri del West americano, poi organizzati da una Regola ascetica, che fissava tempi di digiuno e di preghiera nella vita parzialmente comunitaria, che mitigava la rigida separazione dai propri simili.
Molti cristiani intraprendevano lunghi e disagiati pellegrinaggi per avere un colloquio con questi anacoreti illuminati, tra i quali vi è appunto S. Arsenio, eremita in Egitto e uno dei più celebri "padri del deserto". Il santo anacoreta però non amava rompere la rigida osservanza del silenzio neppure con un pellegrino che venisse da lontano. E quando non poteva sottrarsi a queste visite d'obbligo, le sue rare e monosillabiche risposte scoraggiavano anche il più devoto degli interlocutori, al punto che questi se ne andava quasi più sconcertato che edificato. Arsenio era nato a Roma intorno al 354 da nobile famiglia senatore. Un'antica tradizione dice che egli fu ordinato diacono dallo stesso papa Damaso.
Nel 383 l'imperatore Teodosio lo volle a Costantinopoli per affidargli l'educazione dei figli Arcadio e Onorio. Vi restò undici anni, fino al 394, quando in seguito a una profonda crisi spirituale ottenne l'esonero da quell'incarico per ritirarsi nel deserto egiziano. Chiedendo a Dio una sicura via per giungere alla salvezza, una voce misteriosa gli avrebbe risposto: "Fuggi gli uomini". Il quarantenne Arsenio seguì alla lettera il consiglio: sbarcato ad Alessandria d'Egitto, si aggregò alla comunità degli anacoreti di Scete, in pieno deserto. Concedendosi pochissimo sonno, trascorreva notti intere in preghiera e meditazione: una preghiera fatta più di lacrime che di parole, poiché egli ebbe da Dio il "dono del pianto".
Dal 434 al 450, che si presume sia l'anno della morte, Arsenio dovette vivere lontano dalla tranquilla Scete, invasa da una tribù libica. Morì a Troe presso Menfi. Di lui, oltre a una cronistoria e a sagge massime, riferite da Daniele di Pharan, amico di due discepoli di Arsenio, ci resta addirittura un ritratto in cui appare di bell'aspetto, maestosamente alto e asciutto
FÉLIZ DE VERONA, Santo
3
Occupa il diciassettesimo posto nella serie dei vescovi veronesi quale ci è fornita dall'autorevolissimo Velo di Classe. Tale nome si trova anche in una iscrizione (sec. XI o XII) dell'antica pieve di S. Stefano in Verona insieme con il nome di altri presuli veronesi, autentici o no; le sue reliquie riposerebbero nella stessa chiesa. L'Ordo veronese del sec. XI, detto Carpsum, nel calendario porta: "Iulius a IIII Natalis sancti Felicis confessoris" cui da mano del sec. XIII fu aggiunto il predicato et martiris. Molto probabilmente si volle identificare il vescovo con un omonimo martire veronese quale ci è riferito dal Martirologio Geronimiano al 2 agosto.
La tradizione locale pone l'episcopato di s. Felice contemporaneamente al dominio ostrogoto in Italia e precisamente quando Teodorico amava soggiornare lungamente a Verona di cui aveva fatto la sua residenza preferita tanto da essere chiamato, nelle saghe germaniche, Teodorico di Verona (Dietrich von Bern).
Una chiesa sui colli della città sarebbe stata dedicata a s. Felice, ed il nome rimase al castello fortificato in seguito costruito, anche dopo la distruzione della chiesa stessa (1407).
Il nome di Felice è nel Martirologio Romano al 19 luglio. Con la riforma del Proprio veronese (1961) la sua festa è venuta a cessare
SANTOS INOCENTES DE MILÃO (DIODORO E 3 companheiros), Santos
All’inizio della navata centrale della basilica di Santo Stefano Maggiore, in piazza Santo Stefano a Milano, si trova una grata che nasconde una pietra. I milanesi di una volta non osavano calpestarla, forse per superstizione o forse per rispetto nei confronti di ciò che protegge.
Non va confusa con l’altra che nasconde l’apertura attraverso cui si entra nella cripta dei Disciplini, presso l’adiacente chiesa di San Bernardino alle Ossa, bensì indica il luogo dove, nel 367, vennero uccisi quattro funzionari dell’impero romano.
La loro vicenda viene brevemente presentata dallo storico Ammiano Marcellino nel libro XXVII, capitolo VII, paragrafo 5 delle sue «Storie» (traduzione di Matilde Caltabiano):
«Destò tuttavia un certo scalpore in quel tempo, tra in quel tempo, tra altre uccisioni di uomini di umile condizione, la morte di Diocle, ex comes largitionum dell’Illirico, che l’imperatore condannò ad essere arso vivo per lievi colpe, e quelle di Diodoro, ex agens in rebus, e di tre impiegati subalterni del vicarius d’Italia, crudelmente uccisi per il fatto che il comes si era lamentato presso Valentiniano che Diodoro aveva invocato a buon diritto contro di lui il soccorso della legge, e che i funzionari per ordine del giudice avevano osato ammonirlo, mentre era sul punto di partire, di rispondere secondo la legge. La loro memoria è ancora oggi onorata presso Milano dai cristiani che chiamano il luogo dove sono sepolti Ad Innocentes».
Sul luogo della loro sepoltura venne costruita in primo luogo una cappella che, nel corso dei secoli, è stata sostituita con altri edifici, fino ad arrivare all’attuale, risalente al 1596. Col Calendario ambrosiano approvato nel 2008, la memoria dei santi Diodoro e compagni è stata fissata, per la sola basilica di Santo Stefano, al 19 luglio.
Le reliquie di uno dei quattro Innocenti si trovano presso la chiesa di Sant’Ambrogio a Sant’Ambrogio Olona, dove vengono solennemente esposte il 19 e il 20 luglio di ogni anno.
KRAGON, Santo
È conosciuto anche sotto la denominazione di ‘Abba Karazün’; s. Kragon è
inserito nel ‘Sinassario Alessandrino’ compilato dal vescovo di Atrïb,
Michele al 19 luglio e questa è la fonte più credibile delle notizie che
lo riguardano, salvo le consuete favole dei redattori delle ‘Vite’ dei
martiri egiziani.
Kragon originario di Banawän visse al tempo dell’imperatore Diocleziano (243-313), fu dapprima un brigante, poi incontrato un santo eremita (siamo nella terra dei grandi eremiti d’Egitto) si convertì con due compagni divenendo anch’egli monaco; dopo sei anni, nel 303, quando Diocleziano emanò l’editto di persecuzione contro i cristiani, il suo padre spirituale gli annunziò che sarebbe morto martire.
A questo punto Kragon lasciò l’eremo e si mise in cammino (si può dire alla ricerca del suo carnefice) e andò a predicare Cristo a Niqyüs dove subì una prima serie di tormenti; proseguì poi paese per paese fino a giungere a Samannüd vicino ad Alessandria e a Banawän suo paese natio e anche in questi luoghi, racconta il ‘Sinassario Alessandrino’ subì nuovi tormenti, uscendone sempre incolume.
Percorse più volte, sempre predicando, il percorso da Samannüd ad Alessandria e viceversa; in una delle volte che giunse a Samannüd dopo aver subito dei supplizi, operò un miracolo davanti al visir Justus, che si convertì con sua moglie e molti soldati, che in seguito sarebbero morti tutti martiri.
E in una di queste trasferte, in zona denominata “Colle di Barmüdah” fu decapitato; un prete della cittadina di Manüf, miracolosamente avvertito, si recò sul posto a recuperare il corpo e dopo la persecuzione in atto, si edificò a Banawän una chiesa dove fu deposto
Kragon originario di Banawän visse al tempo dell’imperatore Diocleziano (243-313), fu dapprima un brigante, poi incontrato un santo eremita (siamo nella terra dei grandi eremiti d’Egitto) si convertì con due compagni divenendo anch’egli monaco; dopo sei anni, nel 303, quando Diocleziano emanò l’editto di persecuzione contro i cristiani, il suo padre spirituale gli annunziò che sarebbe morto martire.
A questo punto Kragon lasciò l’eremo e si mise in cammino (si può dire alla ricerca del suo carnefice) e andò a predicare Cristo a Niqyüs dove subì una prima serie di tormenti; proseguì poi paese per paese fino a giungere a Samannüd vicino ad Alessandria e a Banawän suo paese natio e anche in questi luoghi, racconta il ‘Sinassario Alessandrino’ subì nuovi tormenti, uscendone sempre incolume.
Percorse più volte, sempre predicando, il percorso da Samannüd ad Alessandria e viceversa; in una delle volte che giunse a Samannüd dopo aver subito dei supplizi, operò un miracolo davanti al visir Justus, che si convertì con sua moglie e molti soldati, che in seguito sarebbero morti tutti martiri.
E in una di queste trasferte, in zona denominata “Colle di Barmüdah” fu decapitato; un prete della cittadina di Manüf, miracolosamente avvertito, si recò sul posto a recuperare il corpo e dopo la persecuzione in atto, si edificò a Banawän una chiesa dove fu deposto
PASCÁSIO DE LIONE, Beato
Vescovo mercedario in Lycaonia, il Beato Pascasio
da Lione, fu zelante e virtuoso pastore del suo gregge. Famoso per la
dottrina e santità morì nella pace del Signore.
L’Ordine lo festeggia il 19 luglio
L’Ordine lo festeggia il 19 luglio
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
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Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com
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