Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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DOMINGO DE RAMOS
La Domenica delle Palme giunge quasi a conclusione del lungo periodo quaresimale, iniziato con il Mercoledì delle Ceneri e che per cinque liturgie domenicali, ha preparato la comunità dei cristiani, nella riflessione e penitenza, agli eventi drammatici della Settimana Santa, con la speranza e certezza della successiva Risurrezione di Cristo, vincitore della morte e del peccato, Salvatore del mondo e di ogni singola anima.
I Vangeli narrano che giunto Gesù con i discepoli a Betfage, vicino Gerusalemme (era la sera del sabato), mandò due di loro nel villaggio a prelevare un’asina legata con un puledro e condurli da lui; se qualcuno avesse obiettato, avrebbero dovuto dire che il Signore ne aveva bisogno, ma sarebbero stati rimandati subito.
Dice il Vangelo di Matteo (21, 1-11) che questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Zaccaria (9, 9) “Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma”.
I discepoli fecero quanto richiesto e condotti i due animali, la mattina dopo li coprirono con dei mantelli e Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme.
Qui la folla numerosissima, radunata dalle voci dell’arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore a Gesù esclamando “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!”.
A questa festa che metteva in grande agitazione la città, partecipavano come in tutte le manifestazioni di gioia di questo mondo, i tanti fanciulli che correvano avanti al piccolo corteo agitando i rami, rispondendo a quanti domandavano “Chi è costui?”, “Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea”.
La maggiore considerazione che si ricava dal testo evangelico, è che Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso in Palestina, acclamato come solo ai re si faceva, a cavalcioni di un’asina.
Bisogna dire che nel Medio Oriente antico e di conseguenza nella Bibbia, la cavalcatura dei re, prettamente guerrieri, era il cavallo, animale nobile e considerato un’arma potente per la guerra, tanto è vero che non c’erano corse di cavalli e non venivano utilizzati nemmeno per i lavori dei campi.
Logicamente anche il Messia, come se lo aspettavano gli ebrei, cioè un liberatore, avrebbe dovuto cavalcare un cavallo, ma Gesù come profetizzato da Zaccaria, sceglie un’asina, animale umile e servizievole, sempre a fianco della gente pacifica e lavoratrice, del resto l’asino è presente nella vita di Gesù sin dalla nascita, nella stalla di Betlemme e nella fuga in Egitto della famigliola in pericolo.
Quindi Gesù risponde a quanti volevano considerarlo un re sul modello di Davide, che egli è un re privo di ogni forma esteriore di potere, armato solo dei segni della pace e del perdono, a partire dalla cavalcatura che non è un cavallo simbolo della forza e del potere sin dai tempi dei faraoni.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli vi si radunano e il sacerdote leggendo orazioni ed antifone, procede alla benedizione dei rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli (possono essere già dati in precedenza, prima della benedizione), quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di s. Giovanni.
Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura.
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d’Italia, con le parti tenere delle grandi foglie di palma, vengono intrecciate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
La benedizione delle palme è documentata sin dal VII secolo ed ebbe uno sviluppo di cerimonie e di canti adeguato all’importanza sempre maggiore data alla processione. Questa è testimoniata a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu accolta dalla liturgia della Siria e dell’Egitto.
In Occidente giacché questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali (il battesimo era amministrato a Pasqua) e all’inizio solenne della Settimana Santa, benedizione e processione delle palme trovarono difficoltà a introdursi; entrarono in uso prima in Gallia (sec. VII-VIII) dove Teodulfo d’Orléans compose l’inno “Gloria, laus et honor”; poi in Roma dalla fine dell’XI secolo.
L’uso di portare nelle proprie case l’ulivo o la palma benedetta ha origine soltanto devozionale, come augurio di pace.
Da venti anni, nella Domenica delle Palme si celebra in tutto il mondo cattolico la ‘Giornata Mondiale della Gioventù’, il cui culmine si svolge a Roma nella Piazza S. Pietro alla presenza del papa.
I Vangeli narrano che giunto Gesù con i discepoli a Betfage, vicino Gerusalemme (era la sera del sabato), mandò due di loro nel villaggio a prelevare un’asina legata con un puledro e condurli da lui; se qualcuno avesse obiettato, avrebbero dovuto dire che il Signore ne aveva bisogno, ma sarebbero stati rimandati subito.
Dice il Vangelo di Matteo (21, 1-11) che questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta Zaccaria (9, 9) “Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma”.
I discepoli fecero quanto richiesto e condotti i due animali, la mattina dopo li coprirono con dei mantelli e Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme.
Qui la folla numerosissima, radunata dalle voci dell’arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore a Gesù esclamando “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!”.
A questa festa che metteva in grande agitazione la città, partecipavano come in tutte le manifestazioni di gioia di questo mondo, i tanti fanciulli che correvano avanti al piccolo corteo agitando i rami, rispondendo a quanti domandavano “Chi è costui?”, “Questi è il profeta Gesù da Nazareth di Galilea”.
La maggiore considerazione che si ricava dal testo evangelico, è che Gesù fa il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere civile e religioso in Palestina, acclamato come solo ai re si faceva, a cavalcioni di un’asina.
Bisogna dire che nel Medio Oriente antico e di conseguenza nella Bibbia, la cavalcatura dei re, prettamente guerrieri, era il cavallo, animale nobile e considerato un’arma potente per la guerra, tanto è vero che non c’erano corse di cavalli e non venivano utilizzati nemmeno per i lavori dei campi.
Logicamente anche il Messia, come se lo aspettavano gli ebrei, cioè un liberatore, avrebbe dovuto cavalcare un cavallo, ma Gesù come profetizzato da Zaccaria, sceglie un’asina, animale umile e servizievole, sempre a fianco della gente pacifica e lavoratrice, del resto l’asino è presente nella vita di Gesù sin dalla nascita, nella stalla di Betlemme e nella fuga in Egitto della famigliola in pericolo.
Quindi Gesù risponde a quanti volevano considerarlo un re sul modello di Davide, che egli è un re privo di ogni forma esteriore di potere, armato solo dei segni della pace e del perdono, a partire dalla cavalcatura che non è un cavallo simbolo della forza e del potere sin dai tempi dei faraoni.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge iniziando da un luogo adatto al di fuori della chiesa; i fedeli vi si radunano e il sacerdote leggendo orazioni ed antifone, procede alla benedizione dei rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano evangelico, vengono distribuiti ai fedeli (possono essere già dati in precedenza, prima della benedizione), quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico; il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è il testo del Vangelo di s. Giovanni.
Il racconto della Passione viene letto alternativamente da tre lettori rappresentanti: il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso. Esso è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura.
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, conservati quali simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici. Si usa in molte regioni, che il capofamiglia utilizzi un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
In molte zone d’Italia, con le parti tenere delle grandi foglie di palma, vengono intrecciate piccole e grandi confezioni addobbate, che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
La benedizione delle palme è documentata sin dal VII secolo ed ebbe uno sviluppo di cerimonie e di canti adeguato all’importanza sempre maggiore data alla processione. Questa è testimoniata a Gerusalemme dalla fine del IV secolo e quasi subito fu accolta dalla liturgia della Siria e dell’Egitto.
In Occidente giacché questa domenica era riservata a cerimonie prebattesimali (il battesimo era amministrato a Pasqua) e all’inizio solenne della Settimana Santa, benedizione e processione delle palme trovarono difficoltà a introdursi; entrarono in uso prima in Gallia (sec. VII-VIII) dove Teodulfo d’Orléans compose l’inno “Gloria, laus et honor”; poi in Roma dalla fine dell’XI secolo.
L’uso di portare nelle proprie case l’ulivo o la palma benedetta ha origine soltanto devozionale, come augurio di pace.
Da venti anni, nella Domenica delle Palme si celebra in tutto il mondo cattolico la ‘Giornata Mondiale della Gioventù’, il cui culmine si svolge a Roma nella Piazza S. Pietro alla presenza del papa.
ARQUIPO, Santo
Comemoração de Santo ARQUIPO companheiro do apóstolo São PAULO que o menciona nas suas epistolas a FILÉMON e aos Colossenses.
PAULO, CIRILO, EUGÉNIO e outros, Santos
Em Antioquia na Síria, hoje na Turquia, os santos PAULO, CIRILO, EUGÉNIO e outros mártires. (data incerta)
MARTINHO, Santo
Em Braga, cidade da Galécia hoje Portugal, São MARTINHO bispo oriundo da Panónia, actual Hungria. A sua memória celebra-se em Portugal, juntamente com a dos santos bispos FRUTUOSO e GERALDO, no dia 5 de Dezembro. (579)
URBÍCIO, Santo
Em Metz na Gália Bélgica, hoje França, Santo URBÍCIO bispo, (450)
CUTBERTO, Santo
Na ilha de Farne, Nortúmbria, Inglaterra o passamento de São CUTBERTO bispo de Lindisfarne, que no seu ministério pastoral resplandeceu pela mesma diligência anteriormente demonstrada no mosteiro e no ermo, e conseguiu conciliar pacificamente a austeridade e modo de viver dos Celtas com os costumes romanos. (687)
VULFRANO, Santo
No mosteiro de Fontenelle, Nêustria hoje França, a deposição de São VULFRANO que, sendo monge foi eleito bispo de Sens e se dedicou a levar ao povo dos Frisões a mensagem evangélica, finalmente regressou ao mosteiro de Fontenelle onde morreu em, paz. (700)
NICETAS, Santo
Comemoração de São NICETAS bispo de Apolónia, na Macedónia que foi exilado pelo imperador Leão o Arménio opor defender o culto das sagradas imagens. (733)
20 MONGES MÁRTIRES DE SÃO SABAS
Na Laura de São SABAS, na Palestina, a paixão dos santos 20 monges que durante a incursão dos Sarracenos morreram sufocados pelo fumo na Igreja da Mãe de Deus. (797)
AMBRÓSIO SANSEDONI, Beato
Em Sena, na Etrúria, hoje Toscana, Itália, o Beato AMBRÓSIO SANSEDONI presbitero da Ordem dos Pregadores, discípulo de Santo ALBERTO MAGNO que apesar da sua eminente sabedoria e pregação procedeu sempre com a maior simplicidade para com todos. (1287)
JOÃO NEPOMUCENO, Santo
Em Praga, na Boémia, actualmente Chéquia, São JOÃO NEPOMUCENO presbitero e mártir que, pela defesa da Igreja sofreu a persistente perseguição do rei Venceslau IV e, depois de muitos tormentos e atrocidades, foi lançado vivo ao rio Morávia. (1393)
BAPTISTA SPAGNÓLI, Beato
Em Mântua, Lombardia, Itália, o Beato BAPTISTA SPAGNÓLI presbitero da Ordem dos Carmelitas que restabeleceu a paz entre os príncipes e reformou a sua Ordem, da qual foi nomeado, contra o seu desejo, superior geral. (1516)
HIPÓLITO GALANTÍNI, Beato
Em Florença, na Etrúria, hoje Toscana, Itália, o beato HIPÓLITO GALANTÍNI que fundou a Irmandade da Doutrina Cristã e trabalhou ardentemente na formação catequética dos pobres e dos humildes. (1619)
JOANA VERÓN, Beata
Em Ernée, Mayenne .- França, a beata JOANA VERÓN virgem e mártir que se entregou ao cuidado das crianças e dos enfermos e, durante a Revolução Francesa por ter ocultado sacerdotes aos perseguidores, foi morta ao fio da espada,. (1794)
FRANCISCO DE JESUS, MARIA E JOSÉ
(Francisco Palau Quer), Beato
Em Tarragona, Espanha, o Beato FRANCISCO DE JESUS, MARIA E JOSÉ (Francisco Palau Quer) presbitero da Ordem dos Carmelitas Descalços que no sue ministério suportou graves persguições e, acusado injustamente foi mandado para a ilha de Ibiza e aí abandonado a si mesmo durante vários anos. (1872)
MARIA JOSEFA DO CORAÇÃO DE JESUS
(Maria Josefa Sancho de Guerra), Santa
Em Bilbau, País Basco, Espanha, Santa MARIA JOSEFA DO CORAÇÃO DE JESUS (Maria Josefa Sancho de Guerra) virgem, fundadora da Congregação das Irmãs Servas de Jesus, que orientou especialmente para o cuidado dos enfermos e dos pobres. (1912)
JOSÉ BILCZEWSKI, Santo
Em L'viv na Ucrânia, São JOSÉ BILCZEWSKI bispo quem se dedicou com ardente caridade à< edificação dos costumes e à formação doutrinal do clero e do povo e, no tempo da guerra, socorreu por todos os meios os pobres e os necessitados. (1923)
...e AINDA ...
ALEXANDRA DE AMISO e 6 companheiras, Santas
Sono commemorate il 20 marzo nel Martirologio Romano. Nel Sinassario Costantinopolitano, invece, se ne fa memoria il 18 marzo con un breve elogio, tratto certamente da una passio perduta, ma che non doveva essere molto attendibile. Secondo questo testo, al tempo di Massimiano sette donne e cioè Alessandra, Claudia, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia si presentarono al preside di Amiso, professandosi cristiane e rimproverandolo per la sua crudeltà e la sua ingiustizia nel condannare i cristiani. Subito arrestate, furono flagellate, scarnificate e, infine, gettate in una fornace ardente. Quattro dei nomi sopra ricordati e precisamente Alessandra, Claudia, Eufrasia e Matrona ritornano in un altro gruppo, pur esso di sette vergini, annegate dal prefetto Teotecno e ricordate nella passio, certamente più attendibile, di Teodoto di Ancira. Gli altri tre nomi Giuliana, Eufemia e Teodosia si possono facilmente intravedere nei rispettivi Giulitta, Faine e Tecusa del gruppo di Ancira, commemorato nei sinassari greci e nel Martirologio Romano il 18 maggio
ARCILL II, Santo
Figlio di Stefano Khosroid, principe di Cakheth, combatté insieme al fratello Mihr o Mirian, allora re della Georgia, gli invasori arabi che, guidati dall’emiroMurvan-Qru, nipote di Maometto, li avevano assaliti mentre erano accampati ad Anakopia. Alla morte di Mihr, privo di discendenza maschile, gli succedette Archil II. Nel quarantesimo anno di regno, gli arabi invasero nuovamente il territorio georgiano al comando di un altro discendente di Maometto: Cicum, detto anche Asim, il quale percorse gran parte della regione mettendo a ferro e fuoco i paesi che lasciava alle spalle. Per scongiurare ulteriori devastazioni Archil II decise di chiedere la pace all’invasore e porre il paese sotto la sua protezione, purché fossero risparmiate le chiese e non fossero usate le violenze messe in atto altrove per costringere i nuovi sudditi a rinnegare la fede cristiana. Ricevuto degnamente dal capo arabo, Arcil II qualche giorno dopo ricevette la promessa di doni considerevoli in cambio dell’abiura
CLÁUDIA e companheiras, Alexandra, Eufrásia, Matrona, Juliana, Eufémia e Teodósia, Santas
Il 20 marzo il ‘Martirologio Romano’ commemora un gruppo di sette donne martiri e cioè: Claudia, Alessandra, Eufrasia, Matrona, Giuliana, Eufemia e Teodosia, le quali, in piena persecuzione dei cristiani nel secolo IV, sotto l’imperatore Massimino Cesare (309-313), furono arrestate ad Amiso (odierna Turchia).
Esse condividendo fede e coraggio, rimproverarono al preside di Amiso la sua crudeltà e la sua ingiustizia nel condannare i cristiani
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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
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Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com
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