quarta-feira, 15 de junho de 2016

Nº 2786 - (167 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 15 DE JUNHO DE 2016 - OITAVO ANO





Caros Amigos:



Desejo a todos os meus leitores



UM BOM ANO DE 2016

Nº 2786 -  (167-2016) 

15 DE JUNHO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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AMÓS, Santo
     



A comemoração de Santo AMÓS profeta que era pastor de gado e cultivador de sicómoros quando o Senhor o enviou aos filhos de Israel, para proclamar a sua justiça e santidade divinas contra as prevaricações do seu povo.

 


HESÍQUIO, Santo



Em Dorósforo, na Mésia hoje Silistra, na Bulgária, Santo HESÍQUIO que era soldado quando foi preso juntamente com São JÚLIO e depois dele, sob o domínio do governador Máximo, recebeu a coroa do martírio. (302)


VITO, Santo



Na Lucânia, hoje na Basilicata, Itália, São VITO mártir. (data incerta)


ABRAÃO, Santo



Em Arvena, na Aquitânia hoje Clermont-Ferrand, na França, Santo ABRAÃO monge que, oriundo do litoral do rio Eufrates, se pôs a caminho do Egipto para visitar os eremitas mas, preso pelos pagãos, permaneceu cinco anos no cárcere; depois, partindo para a Gália, estabeleceu-se na região do Auverne e recolheu-se no mosteiro de São CÍRICO onde morreu com avançada idade. (480)



LANDELINO, Santo


Em Crespin, no Hainaut, hoje na França, São LANDELINO abade, que convencido pelo bispo Santo AUTBERTO do banditismo à prática da virtude, fundou o mosteiro de Lobbes, dirigindo-se depois para Crespin, de onde partiu deste mundo. (686)

LOTÁRIO, Santo



Em Séez, na Nêustria hoje França, São LOTÁRIO bispo que, renunciando ao ministério episcopal, segundo a tradição quis morrer na solidão. (756)


BENILDE, Santa



Em Córdova, na Andaluzia, Espanha, Santa BENILDE mártir, que de idade já avançada morreu durante a perseguição aos Mouros. (853)


BERNARDO DE MENTHON, Santo

 

Em Montjoux, território de Valais, São BERNARDO DE MENTHON presbitero que foi cónego e arcediago de Aosta, mas durante muitos anos habitou nos cimos dos Alpes, onde construiu um memorável cenóbio e edificou também hospedarias para os peregrinos em dois montes que ainda hoje são conhecidos pelo seu nome. (1081) 


ISFRIDO, Santo

 

Em Ratzeburg, no Holstein, Alemanha, Santo ISFRIDO bispo que, vivendo segundo a observância dos Cónegos Premonstratenses, se dedicou à evangelização dos Vendos. (1204) 


TOMÁS SCRYVEN, Beato

  

Em Londres, Inglaterra, o Beato TOMÁS SCRYVEN mártir, monge da Cartuxa desta cidade que, no reinado de Henrique VIII permaneceu na fé da Igreja e, por isso, consumido pela fome no cárcere, recebeu a coroa do martírio. (1537) 


PEDRO SNOW e RODOLFO GRIMSTON, Beatos

 Em York, Inglaterra, os beatos mártires PEDRO SNOW presbitero e RODOLFO GRIMSTON que, no reinado de Isabel I, foram condenados à morte; o primeiro porque era sacerfdote, o outro porque tentou livrá-lo da captura, ambos sofreram o suplício do patíbulo. (1598)


GERMANA, Santa

 

Em Pibrac, Toulouse, França, Santa GERMANA virgem que, nascida de pais desconhecidos e suportando desde a infância uma vida servil e de penosas enfermidades, aceitou todo o género de tribulações com fortaleza de alma e rosto alegre, até que, aos vinte e dois anos de idade, descansou em paz. (1601) 


LUÍS MARIA PALÁZZOLO, Beato

 

Em Bérgamo, Itália, o beato LUÍS MARIA PALLÁZZOLO presbitero que fundou a Congregação das Irmãs Pobrezinhas e dos Irmãos da Sagrada Família. (1886) 


BÁRBARA CUI LIANZHI, Santa

Em Qianschengzhuang, perto da cidade de Liushuitao, no Hebei, na China, Santa BÁRBARA CUI LIANZHI mártir que, depois de ter sido assassinado o seu filho, ao fugir de noite para salvar a vida, foi presa pelos inimigos dos cristãos e crudelissimamente torturada até à morte. (1900)


ALBERTINA BERKENBROCK, Beata

 
 

Em São Luís, cidade de Santa Catarina, no Brasil, a beata ALBERTINA BERKENBROCK virgem e mártir que aos 12 anos foi assassinada por defender heroicamente a sua castidade. (1931)


CLEMENTE VISMARA, Beato

  

Em Mong Ping na Birmânia, hoje Myanmar, o Beato CLEMENTE VISMARA presbitero missionário. (1988) 

 


 ... E AINDA  ...


FERNANDO DE PORTUGAL, Beato

La Chiesa Cattolica festeggia il 15 giugno il principe  portoghese Fernando, figlio minore del re Giovanni I del Portogallo e della principessa Filippa di Lancaster , nato nel giorno della festa dell’Arcangelo Michele il 29 settembre nel 1402 a Santarem. Crebbe austero e pietoso, particolarmente interessato alla sorte dei cristiani fatti schiavi dai mussulmani. Li soccorreva come poteva e finì col privarsi anche di ogni sua rendita finanziaria pur di riscattarli. Nel 1434 divenne Gran Maestro dell’ordine monastico e militare di Avis e con tali carica intraprese, insieme a suo fratello Enrico il Navigatore, una crociata alla riconquista di Tangeri con settemila militari cristiani contro i mori in Nordafrica, partendo da Lisbona. Alla testa di un esercito di  uomini valorosi e con il sacrosanto entusiasmo di crociata, Fernando attaccò Tangeri il 13 settembre 1437. I crociati furono però presto costretti a rinunciare all’assedio e accerchiato a sua volta dai rinforzi mussulmani dovette capitolare. Furono poste loro dure condizioni, fra cui l’impegno di riconsegnare la città di Ceuta , già presa dai crociati nel 1415 e la garanzia di Fernando come ostaggio. Fernando, insieme ad altri 12 compagni, fra cui anche il suo segretario e futuro biografo J. , fu preso quindi come ostaggio e condannato a vergognosi e duri lavori forzati, prima a Tangeri e dopo a Fez. Invano si cercò di riscattarlo perché il sultano islamico chiedeva cifre economiche talmente esorbitanti che la Corona portoghese non poteva assolutamente pagare. Nei seguenti cinque anni di prigione, che finirono il 5 giugno 1443 con la sua morte, Fernando ricevette, grazie alle visioni celesti, la forza soprannaturale per resistere e morire eroicamente di dissenteria. Il suo corpo, con la crudeltà tipica dei mori mussulmani, fu sviscerato e appeso per i piedi alle mura della città.

J. Alvarez  raccontò nella biografia, che questo nobile principe, durante la sua ultima confessione, gli aveva confidato che gli era apparsa la Beatissima Vergine Maria in compagnia di angeli; lui si era inginocchiato davanti a lei e aveva sentito, in maniera chiara ed inconfondibile, come un angelo della schiera di Maria le rivolse la seguente preghiera: “Ti prego ferventemente, Regina, prenditi cura di questo tuo servo, che ti ha servito con tutte queste sofferenze e che ti ha venerato con tanto amore! Guarda da quanto tempo è afflitto! Chiedi a tuo figlio, che ponga fine alle sofferenze che toccò sopportare a Fernando! Porto a te, Regina, le mie preghiere per lui, perché mi è stato affidato sin dalla sua nascita il 29 settembre 1402. Che sia di tuo gradimento portarlo via con noi!” “Quando io” - continuò a raccontare il coraggioso principe al suo segretario Alvarez - “ebbi appreso questo, rivolsi lo sguardo a chi stava parlando e vidi che portava in una mano una fiaccola e nell’altra una croce nella forma con cui i cristiani usano raffigurare l’Arcangelo Michele e compresi che fu proprio lui, Dio, che, grazie a questi simboli, mi fece riconoscere. Così il valoroso principe Fernando incontrò, alla fine della sua vita, “l’angelo del Portogallo”.

Quando il segretario e biografo di Fernando, Alvarez, fu liberato nel 1451 dalla prigionia, portò con sé in Portogallo il cuore dell’ eroe morto. Nel 1463 anche la salma del beato Fernando, la cui venerazione fu esplicitamente permessa in un breviario da Papa Paolo II, fu portata nella patria portoghese e sepolta nella meravigliosa chiesa del monastero di Bethala vicino a Leira nelle vicinanze di Fatima. A Fatima l’angelo del Portogallo, apparso a Fernando in fin di vita, si mostrò in seguito anche ai tre pastorelli Lucia, Francisco e Giacinta.

Bisogna ancora aggiungere, che il grande poeta spagnolo Calderòn de la Barca nel suo dramma “ Il principe costante”, uno dei suoi più bei drammi, esaltò il beato Fernando, descrivendo le sue sofferenze e la sua morte come segue: “Fernando potrebbe venir liberato dalla prigionia moresca se consegnasse la città cristiana di Ceuta come prezzo del riscatto. Egli sostiene di non potersi assumere la responsabilità, di far cadere nelle mani dei mori chiese e persone cristiane.

Né promesse né minacce possono cambiare la sua posizione. Preferisce vivere piuttosto tutti gli orrori della prigionia, schiavitù, carcere, torture e morte anziché agire contro la sua fede. “Perché Lui è il sole che brilla, / perché Lui è la luce che mi illumina.” La vita dell’aldilà nella comunità degli angeli e dei santi, è una tale certezza per Fernando, che rinuncia volentieri alla vita terrestre pur di ottenere quella eterna. Ringrazia il re dei mori, che lo tortura a morte, perché gli abbrevia la strada verso la vita eterna, e fa sapere a suo fratello a Lisbona, che per lui morire vuol dire vivere. Quando finalmente si avvicina un esercito per liberarlo, è troppo tardi. Fame e sete hanno ucciso il martire. Ma colui, che si è sacrificato per salvare una città, appare come spirito raggiante, illumina con la torcia in mano il cammino dell’esercito e lo porta alla vittoria. Così come Fernando aveva visto l’arcangelo Michele prima di morire, così apparve ora lui in una visione, simile ad un angelo raggiante, all’esercito cristiano.“Con Fernando, Calderón ha dato l’esempio di un uomo, che è deciso a lottare per la sua fede e a soffrire ma che, allo stesso tempo, si tiene sempre lontano da ogni fanatismo. Fernando tributa rispetto e tolleranza anche ai nemici che professano un’altra fede. Non pronuncia mai una sola parola negativa nei confronti del re dei mori. Un animo più piccolo di Calderòn avrebbe descritto questa battaglia fra Cristianesimo e l’Islam in bianco e nero. Calderòn, invece, crea con il personaggio del condottiero Mulay, persino un musulmano che compete, in quanto alla sua magnanimità, con il cristiano Fernando. Goethe, che fece rappresentare il dramma a Weimar, ne disse: “ Se si perdesse la poesia in questo mondo, con questo dramma la si potrebbe recuperare.”

JOÃO RODRIGUES e PEDRO DE TERUEL, Beatos


Nominati redentori, i Beati Giovanni Rodriguez e Pietro da Teruel, insigni mercedari per le virtù e costanza nella fede, in terra d’Africa liberarono 180 schiavi da una dura prigionia e là morirono nella pace del Signore.
L’Ordine li festeggia il 15 giugno


MODESTO e CRESCÊNCIA, Santos



Nonostante il nuovo Martyrologium Romanum si limiti in data odierna a citare singolarmente il giovane martire siculo San Vito, sono comunque degni di nota coloro che una plurisecolare tradizione ha voluto affiancargli come compagni di vita e di martirio, i Santi Modesto e Crescenzia, rispettivamente suo maestro e sua nutrice. Entrambi accostarono Vito alla fede cristiana, nonostante l’opposizione di suo padre. Questi cercò di fargli rinnegare la nuova religione, ma Vito rimase saldo agli insegnamenti ricevuti e preferì fuggire con Modesto e Crescenza in Lucania, ove al tempo dell’imperatore Diocleziano subirono il martirio. In tutta questa vicenda non vi è assolutamente nulla di storico, in quanto la Passio redatta sul loro conto ha un carattere esclusivamente leggendario



PEDRO DE CERVIS, Santo



Originario di Perpignano (Francia), San Pietro de Cervis, entrò nell’Ordine della Mercede e divenne commendatore del convento di Santa Maria in Narbona. Con ardente desiderio di soffrire per Gesù Cristo, partì verso il regno moro di Granada (Spagna) per la promulgazione della fede cattolica e la redenzione degli schiavi. Arrivato nella città di Granada venne subito privato dei beni che gli servivano per la liberazione dei prigionieri, fu percosso e gettato in una fetida prigione dove morì fra atroci supplizi nell’anno 1422.


PEDRO NOLASCO PERRA, Beato

 
L’Ordine dei Mercedari fu fondato in Spagna da s. Pietro Nolasco (1180-1245), con lo scopo principale della ‘redenzione’ dei cristiani fatti schiavi dai Mori arabi e portati nei Paesi musulmani dell’Africa Settentrionale.
Passata l’epoca della dominazione araba, l’Ordine continuò la sua opera apostolica e di evangelizzazione, diffondendosi in tutte le realtà nazionali d’Europa, ma anche in America (con Cristoforo Colombo c’erano anche alcuni Mercedari come cappellani); ormai la ‘redenzione’ era intesa soprattutto come liberazione dal peccato delle anime traviate

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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto


miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros









Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

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