Caros Amigos:
Desejo a todos os meus leitores
UM BOM ANO DE 2016
Nº 2791 - (172-2016)
20 DE JUNHO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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SANCHA, MAFALDA e TERESA, Beatas
Beatas SANCHA e MAFALDA virgens e TERESA religiosa, filhas de Dom Sancho I, rei de Portugal, que desde a infância foram modelo de virtudes. SANCHA começou a levar vida monacal em Alenquer, consagrando-se generosamente ao serviço de Deus, e depois retirou-se para o mosteiro cisterciense de Celas, junto de Coimbra, onde morreu santamente no dia 13 de Março de 1229. MAFALDA, após uma piedosa juventude, renunciando ao matrimónio que lhe foi proposto com o rei de Castela, tomou o hábito cisterciense no mosteiro de Arouca, do distrito de Aveiro, onde deu exemplo de vida perfeita, e aí morreu no dia 12 de Maio de 1256. TERESA apesar da sua aspiração à vida claustral, foi dada em casamento ao rei de Leão; mas, reconhecida a nulidade do matrimónio, retirou-se para o mosteiro de Lorvão, do distrito de Coimbra, onde tomou o hábito cisterciense e santamente morreu no dia 17 de Junho de 1250. (1229 - 1256 - 1250)
METÓDIO, Santo
Comemoração de São METÓDIO bispo de Olimpo e mártir, que escreveu livros de exposição clara e harmoniosa e no final da perseguição do imperador Diocleciano foi coroado com o martírio. (312)
GOBANO, Santo
No território de Laon, na Nêustria, hoje França, São GOBANO presbitero que natural da Irlanda, foi discípulo de São FUSCO na Inglaterra e, por amor de Cristo partiu para a Gália, onde levou vida eremítica na floresta. (670)
JOÃO DE MATERA, Santo
No mosteiro de São Tiago de Fóggia, Apúlia, Itália, São JOÃO DE MATERA abade que, foi insigne pela sua austeridade e pela sua pregação ao povo e, na região de Gárgano, fundou a Congregação de Pulsano sob a observância da regra de São Bento. (1139)
DERMÍCIO O'HURLEY, Beato
Em Dublin, na Irlanda, a paixão do beato DERMÍCIO O'HURLEY bispo e mártir jurista leigo que, por vontade do papa Gregório XIII foi nomeado bispo de Cashel. Durante o reinado de Isabel I, depois de sofrer interrogatórios e torturas durante vários meses, negando firmemente todas as calúnias, finalmente , diante do patíbulo levantado para ele em Hoggen Green, declarou publicamente que morria por causa da fé católica e pelo ministério episcopal. (1584)
MARGARIDA BALL, Santa
Em Dublin, na Irlanda, a comemoração da beata MARGARIDA BALL mártir que, já viúva, por acolher em sua casa vári0os sacerdotes perseguidos , por denúncia de um dos filhos foi presa e, depois de vários géneros de torturas no cárcere, morreu septuagenária em dia incerto. (1584)
FRANCISCO PACHECO e 8 companheiros BALTASAR DE TORRES, JOÃO BAPTISTA ZOLA, PEDRO RINSEI, VICENTE KAUN, JOÃO KISÁKU, PAULO KINZUKE, MIGUEL ROSO e
GASPAR SADAMÁTSU, Beatos
Em Nagasaki - Japão, os beatos mártires FRANCISCO PACHECO, presbitero e 8 companheiros BALTASAR DE TORRES e JOÃO BAPTISTA ZOLA presbíteros; PEDRO RINSEI, VICENTE KAUN, JOÃO KISÁKU, PAULO KINZUKE, MIGUEL ROSO e GASPAR SADAMÁTSU religiosos. da Companhia de Jesus, que foram queimados vivos em ódio à fé cristã. (1626)
TOMÁS WHITBREAD e companheiros
GUILHERME HARCOURT, JOÃO FENWICH, JOÃO GAVAN e ANTÓNIO TURNER, Beatos
Em Londres, Inglaterra, os beatos mártires
TOMÁS WHITBREAD e companheiros
GUILHERME HARCOURT, JOÃO FENWICH, JOÃO GAVAN e ANTÓNIO TURNERpresbíteros da Companhia de Jesus que, acusados falsamente de tomar parte numa conjura para assassinar o rei Carlos II, sofreram na praça de Tyburn o martírio pelo reino dos céus. (1679). (1535)
... E AINDA ...
(LA CONSOLATA)
La devozione torinese verso la Consolata, Patrona dell’ Arcidiocesi, è certamente la più sentita oltre ad essere la più antica. Le origini sono remote, secondo la tradizione il protovescovo S. Massimo fu il costruttore di un’antica chiesa mariana proprio a ridosso delle mura cittadine, presso la torre angolare i cui resti sono ancora visibili. Simbolicamente allineato alle antiche mura, a prova della protezione, sorge oggi l’altare maggiore in cui è collocata la veneratissima effige. Originale è il titolo di “Consolata”, probabilmente un’antica storpiatura dialettale, “la Consolà”, del più consueto “Consolatrix afflictorum”. Per noi è bello pregare Maria meditando che Consolata da Dio è più che mai Consolatrice nostra.
Nella storia remota sull’origine del Santuario troviamo l’anziano Re Arduino di Ivrea che, ritiratosi nell’Abbazia di Fruttuaria, ebbe in sogno disposizione dalla Madonna, insieme a S. Benedetto e S. Maria Maddalena, di costruire tre chiese a lei dedicate: la Consolata, Belmonte nel Canavese e Crea nel Monferrato. Nel 1104 la Vergine apparve anche ad un cieco di Briancon, Giovanni Ravachio, a cui disse di recarsi a Torino dove, trovando un quadro che la rappresentava, avrebbe acquistato la vista. Il cieco ottenne ascolto solo dalla donna di servizio. Messosi in viaggio per un momento gli si aprirono gli occhi presso Pozzo Strada (oggi vi sorge la parrocchia dedicata alla Natività di Maria) e vide da lontano il campanile di S. Andrea (antico titolo del Santuario). Giunto finalmente alla meta, scavando, trovò l’immagine della Vergine e acquistò la sospirata vista. Probabilmente l’icona era stata nascosta durante l'imperversare dell’eresia del vescovo iconoclasta Claudio, affinché non fosse distrutta. Accorse il vescovo Mainardo, allora residente a Testona di Moncalieri, e la miracolosa immagine venne ricollocata con i dovuti onori. Quest’effige oggi non esiste più mentre vi è nella parte bassa del Santuario la cappella sotterranea detta “delle Grazie”. Il complesso abbaziale di S. Andrea era retto dai benedettini che vi avevano trovato rifugio dopo essere fuggiti dalla Novalesa a causa delle scorribande saracene. Della loro presenza ci restano il millenario imponente campanile in stile romanico-lombardo, opera del monaco-costruttore Bruningo, e le reliquie di S. Valerico Abate, collocate nell’altare a lui dedicato. Ai benedettini subentrarono poi i Cistercensi Riformati, detti Fogliensi.
Il quadro oggi venerato è invece dono del Cardinale Della Rovere (il costruttore del Duomo) ed è attribuito ad Antoniazzo Romano. Opera della fine del XV secolo si ispira alla Madonna del Popolo di Roma.
La devozione della città verso la Vergine fu sempre accompagnata a quella della Casa Regnante. I Savoia furono attenti ai vari interventi costruttivi facendo sì che vi lavorassero i migliori artisti al loro servizio. A Guarino Guarini si deve l’attuale impostazione dell’edificio, nato dalla trasformazione dell’antica chiesa di S. Andrea, mentre lo splendido altare maggiore è opera di Filippo Juvarra. Nel 1904 Carlo Ceppi, su commissione del Rettore Beato Giuseppe Allamano, aggiunse quattro cappelle laterali dando il definitivo assetto che si presenta assai originale e adatto al raccoglimento e alla preghiera. Colpisce inoltre la ricchezza di marmi e stucchi dorati.
La devozione della città verso la Vergine Consolata è rimasta costante nei secoli, il popolo con i suoi sovrani vi si raccoglieva in preghiera sia nelle occasioni felici, sia in quelle infauste: centinaia di ex-voto lo testimoniano.
Tra i vari avvenimenti che videro la Consolata particolarmente invocata, ricordiamo l’assedio alla città da parte dei francesi nel 1706. Torino resistette eroicamente per mesi agli attacchi del forte esercito nemico. Autentico padre spirituale della città fu il già anziano Beato Sebastiano Valfrè, oratoriano, confidente del Duca, cappellano militare, sostegno morale del popolo e ispiratore del voto alla Madonna di Vittorio Amedeo II che si concretizzerà nella costruzione della Basilica di Superga sul colle più alto della città. Dalla clausura anche la carmelitana Beata Maria degli Angeli indicava Maria Bambina come liberatrice. Dopo l’eroico gesto di Pietro Micca la vittoria avvenne il 7 settembre, vigilia della festa della Natività di Maria. Decine di pilastrini con scolpita l’immagine della Consolata furono collocati lungo il campo di battaglia (l’attuale Borgo Vittoria). Una palla di cannone, rimasta conficcata vicino alla cupola, è ancora oggi visibile.
Nel 1835 durante l’epidemia di colera la municipalità fece un nuovo voto di cui il principale promotore fu il decurione Tancredi di Barolo, Servo di Dio. In ringraziamento per il limitato numero di vittime fu eretta all’esterno del Santuario una colonna con la statua della Vergine. In quegli anni un assiduo devoto fu Silvio Pellico, un semplice busto all’interno lo ricorda.
Nel 1852 lo scoppio della vicina polveriera di Borgo Dora vide Paolo Sacchi, novello Pietro Micca, scongiurare la tragedia. Il vicino ospedale del Cottolengo subì gravissimi danni, tra le macerie restò illesa un’immagine della Consolata e fortunosamente non si registrò alcuna vittima.
Anche durante le due guerre mondiali i torinesi si rivolsero alla loro Patrona: centinaia di spalline militari, croci di guerra, un’edicola all’esterno e una lapide all’interno ce lo ricordano.
Il Santuario fu meta di numerosi santi. L’elenco sarebbe lungo, ricordiamo S. Carlo Borromeo e S. Francesco di Sales, S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, Don Bosco che portava qui i suoi ragazzi dal vicino Valdocco, S. Giuseppe Cafasso (qui sono venerate le sue spoglie), S. Leonardo Murialdo fuori dal portone faceva la questua per le sue opere, S. Ignazio da Santhià si raccoglieva lungamente in preghiera durante il suo giro in città prima di salire al Monte, il Beato Pier Giorgio Frassati vi sostava per la Messa prima di recarsi nelle soffitte dai poveri, S. Giuseppe Marello vi fu miracolato da ragazzo, la Beata Enrichetta Dominici del vicino Istituto S. Anna, il Venerabile Pio Brunone Lanteri fondatore degli Oblati di Maria Vergine che nell’800 ressero il Santuario.
Diversi istituti religiosi hanno preso il loro nome dalla Consolata: le Figlie della Consolata, le Suore di Maria SS. Consolatrice (dette le “Consolatine”), i Missionari e le Missionarie della Consolata. Questi ultimi due Istituti furono fondati dal Beato Giuseppe Allamano, nipote del Cafasso e Rettore del Santuario per 46 anni. Oggi questi suoi figli e figlie spirituali sono presenti negli angoli più remoti del pianeta. Nel 1906 S. Pio X conferì al Santuario il titolo di Basilica Minore.
La festa si celebra, preceduta dalla solenne novena, il 20 giugno. Al tramonto del sole la statua argentea viene condotta in processione per le vie del centro cittadino. Migliaia di fedeli la seguono preceduti da tutti i religiosi e le religiose della città, da tutte le confraternite e dalle associazioni cattoliche di volontariato.
Cuore pulsante della Diocesi il Santuario è un’oasi, in pieno centro cittadino, per temprare lo spirito. Le celebrazioni si susseguono quasi ininterrottamente tutti i giorni e numerosi sacerdoti sono sempre presenti per riconciliare con Dio chiunque lo desidera.
ELIAS (Eliada) de Ohren, Santa
Fu la quinta badessa del monastero di Ohren (Treviri) e morì verso il 750. Ne fanno memoria, al 16 luglio, il breviario dell'arcivescovo Balduino, i calendari di S. Irmino, di S. Massimino, del sec. XIV, e il Greven, negli Auctaria ad martyrologium Usuardi. Dai martirologi benedettini, fin dal Wion, Elia è commemorata al 20 giugno, data della morte. Nel monastero francescano di Ohren è venerata una reliquia del braccio
ETTORE ou HEITOR, Santo
Sappiamo che s. Ettore fu un martire al tempo di Diocleziano, probabilmente in Grecia, del resto non si trovano notizie nei testi più autorevoli, la sua festa è al 20 giugno, riportata in molti calendari, in alcune località è festeggiato il 23 dicembre.
La fortuna del nome, ancora oggi molto usato nel Nord Italia, specie in Lombardia e Trentino, più che al santo poco conosciuto, la si deve all’eroe omerico dell’Iliade, ucciso in una sfida a Troia da Achille, determinato a vendicare la morte dell’amico Patroclo, ucciso appunto da Ettore figlio di Priamo e strenuo difensore della città.
A diffondere ulteriormente il nome, contribuì l’ottocentesco popolare romanzo storico di Massimo d’Azeglio “Ettore Fieramosca”, condottiero di ventura, che guidò vittoriosamente la ‘Disfida di Barletta’ nel 1503 contro i cavalieri francesi.
Il nome deriva dal greco ‘Héktor’ latinizzato in Hèctor e significa ‘sostenitore’, ‘che trattiene fortemente’, ‘reggitore’ (del popolo).
E’ in uso anche il femminile Ettorina.
JOÃO BAPTISTA ZOLA, Beato
UI Gesuiti con s. Francesco Saverio (1506-1552) furono i primi ad incominciare l’evangelizzazione del Giappone, che si sviluppò con notevoli risultati nei decenni successivi al 1549, tanto che nel 1587 i cattolici giapponesi erano circa 300.000, con centro principale a Nagasaki.
Ma proprio nel 1587 lo ‘shogun’ (maresciallo della corona) Hideyoshi, dai cristiani denominato ‘Taicosama’, che fino allora era stato condiscendente verso i cattolici, emanò un decreto di espulsione contro i Gesuiti (allora unico Ordine religioso presente nel Giappone) per delle ragioni non chiarit
JOÃO GAVAN, Beato
Nel 1687 fu "scoperta" in Inghilterra la cosiddetta "Congiura di Oates", pretesa cospirazione di "papisti" per uccidere il re, esautorare il governo e sradicare la religione protestante, denunziata da Titus Oates. In questa provocazione furono coinvolte eminenti personalità cattoliche e tra queste anche Tommaso Whitebrand, provinciale dei Gesuiti, che fu giudicato il 13 giugno 1679. Con lui comparvero dinanzi al tribunale altri quattro gesuiti, cioè Guglielmo Harcout, Giovanni Fenwich, Antonio Turèner e Giovanni Gavan o Gawen. Quest'ultimo, nato a Londra, fu educato nel seminario di St. Omer, metitandosi per la sua bontà il soprannome di "Angelo" e poi, a venti anni, nel 1660, entrò nella Compagnia, completò i suoi studi a Liegi e a Roma e nel 1671 fu inviato in Inghilterra, dove per otto anni lavorò con zelo e profitto. Fu artestato in casa dell'ambasciatore imperiale e, dopo un rapido processo, fu condannato a morte con i confratell
GUIBSECH DE CLUAIN-BAIRENN, Santo
I Martirologi di Gorman e del Donegal commemorano questo santo il 20
giug. È il patrono di Cluain-Bairenn (Clonburren, contea di Roscommon) e
potrebbe esservi qualche connessione tra lui e Càirech Dergain,
considerato fondatore di una comunità di monache a Cìuain-Bairenn
LUCANO ou LUGANO, Santo
E' chiamato "l'Apostolo delle Dolomiti" ed in queste montagne parecchie
località portano il suo nome e varie chiese gli sono dedicate. Visse
nella prima metà del sec. V ed essendo vescovo di Sabiona (ora Chiusa a
dieci chilometri da Bressanone, dove piú tardi quella sede vescovile fu
trasferita), durante una carestia, permise ai suoi fedeli l'uso dei
latticini in Quaresima. Denunciato per questo al papa Celestino I
(422432), fu invitato a Roma a scusarsi; i miracoli che lo
accompagnarono durante il viaggio e la permanenza nella città, valsero
piú d'ogni scusa.
Al suo ritorno i nemici (gli ariani?) lo costrinsero a lasciare di nuovo la sede. Si ritirò allora a vita eremitica nella Valle di Fiemme, ove si trovano il piccolo villaggio e la chiesuola a lui intitolati. Non sentendosi sicuro neanche là, oltrepassò le crode e scese verso la conca agordina, in quella che ancor oggi si chiama Valle di S. Lugano; si rifugiò in una caverna, il "Col di S. Lugano", donde non si allontanava che per evangelizzare e curare spiritualmente le genti della zona
Al suo ritorno i nemici (gli ariani?) lo costrinsero a lasciare di nuovo la sede. Si ritirò allora a vita eremitica nella Valle di Fiemme, ove si trovano il piccolo villaggio e la chiesuola a lui intitolati. Non sentendosi sicuro neanche là, oltrepassò le crode e scese verso la conca agordina, in quella che ancor oggi si chiama Valle di S. Lugano; si rifugiò in una caverna, il "Col di S. Lugano", donde non si allontanava che per evangelizzare e curare spiritualmente le genti della zona
LUIGI MATIENZO, Beato
Mercedario del convento di Logrono (Spagna), il Beato Luigi Matienzo, nell’anno 1579 a Tunisi in Africa, realizzò una numerosa redenzione di 220 schiavi, tra i quali vi era un gruppo di importanti cavalieri portoghesi, ragione per cui aumentò il costo della redenzione. Non avendo abbastanza beni per il pagamento rimase in pegno per tre anni chiuso in un tenebroso carcere soffrendo molti maltrattamenti fino a quando non fu riscattato. Ritornato in patria con nel cuore e sulla bocca sempre la passione di Cristo, morì santamente nel suo convento.
L’Ordine lo festeggia il 20 giugno
Essa racconta che Stefano patriarca di Aquileia, non riuscendo più a governare la troppo vasta diocesi e volendo venire incontro alle esigenze della popolazione, con l’appoggio dell’imperatore bizantino Giustino I, chiese nel 524 al papa Giovanni I di dare un vescovo proprio, alle principali città dell’Istria
MARTINO DE AGREDA, Beato
Inviato in redenzione nel 1280 da San Pietro de Amer, il Beato Martino de Agreda, liberò 129 schiavi in Andalusia (Spagna), ma ritornato in Pastiglia con i redenti finì in un’imboscata di briganti che lo spogliarono e disposero di vendere i redenti agli infedeli, quando per miracolo arrivarono i soldati del Re di Granada e li liberarono. Con una grande devozione alla Madonna della Mercede, la sua vita fu esemplare e le sue virtù lo condussero santamente in Paradiso.
L’Ordine lo festeggia il 20 giugn
BEATOS MÁRTIRES IRLANDESES
eIl 27 settembre 1992 papap Giovanni Paolo II beatificò diciassette martiri irlandesi uccisi dai protestanti tra il 1579 e il 1654. Naturalmente, l’elenco sarebbe molto lungo, dal momento che la persecuzione anticattolica nell’arcipelago britannico, dallo scisma di Enrico VIII in poi, provocò circa settantamila vittime.
Quando la pressione, coi secoli cambiò sistema, divenne puramente amministrativa e i cattolici, considerati cittadini di serie B, acquistarono la pienezza dei diritti solo nell’Ottocento. Per esempio, l’irlandese Oscar Wilde potè frequentare l’università perché, almeno ufficialmente , di religione anglicana (si convertì al cattolicesimo solo in punto di morte).
Anche le repressioni in Irlanda fecero migliaia di vittime, tanto che qualcuno ha parlato di genocidio, specialmente nell’epoca di Oliver Cromwell (1599-1658), ma quelli tra loro Chiesa chiama Servi di Dio (cioè, i proposti alla beatificazione per una vita cristianamente eroica o, nel nostro caso, un martirio documentato) erano quasi duecentosessanta
PAULO XINSUKI, Beato
Nella storia missionaria, la figura del catechista ha avuto sempre una valenza di primo piano, per la sua opera indispensabile, essendo anche nativo del luogo, a fianco del missionario che era perlopiù europeo; e tanti di loro hanno dato anche la vita, a conferma e difesa di quella fede, importata si dai missionari, ma diventata primaria nella loro esistenza.
Xinsuki fu uno di questi in Giappone; nacque a Usanda nel 1581, conosciuti i missionari abbracciò la fede cristiana prendendo il nome al battesimo di Paolo; divenne prima aiutante e poi catechista dei padri gesuiti Girolamo degli Angeli e Pietro Paolo Navarro, alla morte di quest’ultimo, proseguì il suo compito con il padre Francesco Paceco, speranzoso di essere ammesso nella Compagnia di Gesù.
Nel 1614 i bonzi sobillarono le autorità dell’epoca che scatenarono una persecuzione contro i missionari, anche chi li aiutava era passibile di morte.
Nel 1615 la persecuzione infierì nella zona di Nagasaki e in un rastrellamento di missionari, il 19 dicembre 1625 fu fatto prigioniero il padre Paceco e con lui altri suoi collaboratori, fra cui Xinsuki. Furono rinchiusi nell’orribile carcere di Scimibara, in celle strettissime ed umide e con un trattamento che non aveva niente di umano; durante questo periodo durato sei mesi, ebbe la gioia di essere accettato nella Compagnia di Gesù.
Nel giugno 1626 arrivò l’ordine del governatore di uccidere missionari e catechisti, perciò fu trasferito con una corda al collo e trascinato sotto scorta a Nagasaki, dove il 20 giugno 1626 subì il martirio, venendo bruciato vivo come tanti altri, così da formare una macabra illuminazione notturna sulle colline che circondavano la città; le sue ceneri vennero poi sparse in mare.
Fu beatificato il 7 luglio 1867 da papa Pio IX insieme ad altri 204 martiri in Giappone
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Local onde se processa este blogue, na cidade do Porto
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
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Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) - http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com
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