domingo, 25 de setembro de 2016

Nº 2888 - (269 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 25 DE SETEMBRO DE 2016 - OITAVO ANO

Caros Amigos:





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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar

UM BOM resto do ANO DE 2016

Nº 2888 -  (269 - 2016) 

25 DE SETEMBRO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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CLEÓFAS, Santo

  

Comemoração de São CLEÓFAS discípulo do Senhor que, seguindo em viagem com outro discípulo, sentiu arder-lhe o coração quando Cristo, na tarde de Páscoa lhes apareceu no caminho e lhes explicava as Escrituras e depois, na povoação de Emaús, reconheceu o Salvador na fracção do pão.
  
FIRMINO DE AMIENS, Santo



Em Amiens, na Gália Bélgica hoje França, São FIRMINO venerado como bispo e mártir. (data incerta)


PAULO, TATA, SABINIANO, MÁXIMO, RUFO e EUGÉNIO, Santos




Em Damasco, na Síria, os santos mártires PAULO e TATA, esposos e seus filhos SABINIANO, MÁXIMO, RUFO e EUGÉNIO que acusados de serem cristãos, depois de suportarem açoites e outros suplícios, entregaram a sua alma a Deus. (séc. IV)
 
SOLENE DE CHARTRES, Santo

 

Em Chartres, na Gália Lionense, França, São SOLENE bispo. (511)



PRINCÍPIO DE SOISSONS, Santo



Em Soissons, na Gália Bélgica, hoje França, São PRINCIPIO bispo irmão de São REMÍGIO. (séc. VI)

FINBARRO DE CORK, Santo



  
Na Cork, na Mormónia, Irlanda, São FINBARRO bispo. (séc. VI)


ANACÁRIO ou AUNACÁRIO DE AUXERRE, Santo



Em Auxerre, Nêustria hoje França, Santo ANACÁRIO ou AUNACÁRIO bispo durante cujo episcopado se concluiu o chamado Martirológio Jeronimiano. (605)

 
ERMENFREDO DE CUSANCE, Santo




Em Cusance, Besançon, Nêustria hoje França, Santo ERMENFREDO abade. (670)


SÉRGIO DE RADONEZ, Santo


 

No mosteiro da Santíssima Trindade, Moscovo, Rússia, São SÉRGIO DE RADONEZ que, depois de viver como eremita na aspereza da floresta, seguiu a vida cenobítica que propagou desde que foi eleito hegúmeno; foi sempre um homem de índole afável, conselheiro de principes e consolador dos fiéis. (1392)

MARCOS CRIADO DE ANDUJAR, Beato



Na serra de Alpujarras, Granada, Andaluzia, Espanha, o beato MARCOS CRIADO presbitero da Ordem da Santíssima Trindade dos Cativos e mártir, que foi morto pelos Mouros. (1569)
 



JOÃO PEDRO DE SANTO ANTÓNIO 
(José Maria Bengoa Arangúren), 
PAULO MARIA DE SÃO JOSÉ (Pedro Leoz y Portillo) e JESUS HITA MIRANDA, Beatos



Em Carrión de Calatrava, Ciudad Real, Espanha, os beatos mártires JOÃO PEDRO DE SANTO ANTÓNIO (José Maria Bengoa Arangúren), presbitero PAULO MARIA DE SÃO JOSÉ (Pedro Leoz y Portillo), religioso da Congregação da Paixão e JESUS HITA MIRANDA religioso da Companhia de Maria que, durante o furor da perseguição religiosa, foram fuzilados pelos milicianos em ódio à igreja. (1936)

JOÃO CODERA MARQUÊS e TOMÁS GIL DE LA CAL, Beatos

 

Em Madrid, Espanha, os beatos JOÃO CODERA MARQUÊS e TOMÁS GIL DE LA CAL religiosos da Sociedade Salesiana, e mártires. (1936)




 
 ... E AINDA  ...



ANTÓNIO CID RODRIGUEZ, Beato

 


Nacque nei pressi di Allariz (Orense) il 15 aprile 1890 e fu battezzato il giorno seguente. Fece il Noviziato a Siviglia ed emise la professione l'8 dicembre del 1909. Umile e pio, lavorò come insegnante in diversi collegi.La rivoluzione lo trovò a Santander. Si rifugiò allora a Bilbao presso alcuni parenti, ma la sua condizione di religioso fu presto conosciuta. A mezzanotte del 25 settembre 1936 quattro miliziani irruppero nel suo domicilio, e avendogli trovato un crocifisso e altri oggetti religiosi, lo condussero alla fucilazione.
Beatificato il 28 ottobre 2007.

AURÉLIA e NEOMÍSIA, Santas





Secondo la leggenda riportata nell'Ufficio proprio della Chiesa anagnina il 25 settembre, le sorelle Aurelia e Neomisia, nate nell'Asia Minore e dedite fin dalla fanciullezza alla pietà, cresciute negli anni, per soddisfare la loro devozione, visitarono i luoghi sacri della Palestina e si recarono in pellegrinaggio ai più celebri santuari dell'Occidente. Partite da Roma e, mentre percorrevano la via Latina, sorprese dagli Agareni, che, dopo aver devastato Calabria e Lucania, avevano posto assedio a Capua, furono battute con verghe e ridotte in fin di vita. Ma un furioso temporale disperse i persecutori, e le due sorelle, libere, poterono proseguire il loro viaggio. Giunte nei pressi di Anagni, si stabilirono in una borgata, detta Macerata, ai piedi del colle e qui morirono in pace un 25 settembre. I loro corpi, venerati dagli abitanti del luogo, sepolti prima in un oratorio della borgata, furono poi trasportati nel cenobio di S. Reparata, presso le mura della città. In seguito il vescovo Rumaldo, mentre si trovava ad Anagni papa Leone IX, li collocò nella cattedrale, e quando questa fu ricostruita dal vescovo Pietro, essi furono onorevolmente riposti nella cripta di S. Magno, presso le spoglie di s. Secondina sotto l'altare ad esse dedicato.
L'unico testo a noi noto degli Atti delle due sante è contenuto nel cod. Chigiano C. VIII. 235, scritto all'inizio del sec. XIV. Il Baronio, che inserì il nome delle due vergini nel Martirologio Romano, dice di aver avuto conoscenza dei loro Atti, ma di aver trovato il testo alquanto corrotto. I Bollandisti, che trascrissero quegli Atti dai mss. di Costantino Caetani (ora nella Biblioteca Alessandrina di Roma), li giudicarono talmente infidi da non meritare di essere pubblicati, e tennero in qualche conto soltanto alcune notizie relative alle traslazioni delle reliquie.
Se i caratteri interni della leggenda rivelano nell'anonimo agiografo lo studio di una composizione letteraria non preoccupata dell'accertamento, forse già allora non più possibile, di fatti della vita delle due sorelle, dobbiamo, però, riconoscere che egli ha cercato di fissare cronologicamente la seconda traslazione delle reliquie e la loro definitiva deposizione con il riferimento a personaggi a noi noti: il vescovo Rumaldo e il vescovo Pietro da Salerno (m. 1105).
Le due vergini sono ripetutamente rappresentate negli affreschi del sec. XIII, nella cripta della cattedrale: ai lati della Madonna nella conca absidale dietro l'altare ad esse dedicato; nuovamente nella parete sinistra accanto all'altare. Nella nicchia fatta dipingere da Giacomo de Guerra nel 1324 le due sante sorelle fiancheggiano il vescovo Pietro.
Parte considerevole delle reliquie di Aurelia e Neomisia si conserva in due urne, fatte eseguire nel 1903 dal vescovo Antonio Sardi, che si espongono sull'altare maggiore della cattedrale il 25 settembre, giorno in cui le sante sono festeggiate.

BEATRIZ DE CASTELA, Beata

  


Figlia del Re di Portogallo, la Beata Beatrice, sposò Giovanni I° Re di Castiglia, fece molto per l’Ordine Mercedario e l’onorò con la sua vita santa di grandi virtù.
Infine si ritirò nel monastero di Sant’Antolino a Valladolid finché arricchita di celesti doni morì santamente nell’anno 1420 ed il suo corpo fu sepolto nella chiesa dello stesso monastero.
L’Ordine la festeggia il 25 settembre.

DOMENICO IN SORIANO, Santo


Nella notte del 15 settembre 1530, la Vergine Maria, insieme a s. Maria Maddalena e a s. Caterina d'Alessandria, apparve a fra Lorenzo da Grotterìa, nella chiesa dei Domenicani a Soriano Calabro, consegnandoli una tela raffigurante s. Domenico, perché fosse esposta al culto. Gli eventi del 1530 furono sottoposti a processo canonico nel 1609. Urbano ve ne autorizzò la festa liturgica. La miracolosa effigie rimase incolume tra le macerie del convento, crollato con il terremoto del 1783. La devozione di questa "celeste immagine" si è difffisa in Italia, in Europa e in tutto il mondo fino all'Estremo Oriente e ha fruttato nel corso dei secoli la conversione di molti peccatori. 
 
ERMENGARDA DE ANGERS, Beata


Personaggio storico oltremodo singolare; per le tante caratteristiche della sua vita, che la portarono alla fine a ricevere il culto di Beata.
Contessa di nascita, sposa e vedova una prima volta, sposa e vedova una seconda volta, madre affettuosa e premurosa, reggente del ducato, monaca, poi impegnata in politica, conciliatrice delle fazioni in lotta, di nuovo monaca cistercense, pellegrina, fondatrice di monastero.
Ermengarda, il cui nome deriva dall’antico provenzale Ermenjardis, tratto dal tedesco arcaico “Irmingard” e significa “protetta da Irmin, ossia il dio Odino”, nacque verso la metà del secolo XI ad Angers, da Folco IV conte d’Angiò.
Giovanissima, secondo le usanze del tempo, sposò Guglielmo IX conte di Poitiers, del quale rimase vedova dopo alcuni anni, nel 1093 si risposò con Alano Fergent, duca di Bretagna.
Quando il duca suo marito, partì per la Crociata, Ermengarda governò da reggente la Bretagna e si curò dell’educazione del figlio minore Conano.
Al ritorno dalla Crociata, Alano ormai malato e scosso nello spirito, decise, come capitava spesso in quei tempi, di lasciare la guida del ducato e di ritirarsi nel monastero di Redon; anche la pia moglie volle seguirlo nella sua scelta e ormai autonomo il figlio, si ritirò nel duplice monastero femminile e maschile di Fontevrault, sotto la direzione del beato Roberto d’Arbrissel (1111).
Alla morte del suo sposo Alano, Ermengarda uscì dal monastero per assumere personalmente un ruolo politico di conciliatrice, nella provincia di Bretagna sconvolta dagli intrighi di corte e dagli interessi dei nobili.
San Bernardo da Chiaravalle (1091-1153), riformatore dei cistercensi, le indirizzò parecchie lettere amichevoli, rendendole omaggio per il suo senso di giustizia, fondato sulla fede cristiana.
E dalle mani del santo, nel 1129, ricevette il velo delle monache cistercensi nel priorato di Larrey, presso Digione.
Su invito del fratello Folco, divenuto re di Gerusalemme, Ermengarda compì un rapido viaggio come pellegrina in Palestina. Al suo ritorno in Bretagna, fondò l’abbazia cistercense di Buzay, presso Nantes, di cui fu primo abate Nivardo, fratello di s. Bernardo.
Ermengarda morì a Larrey il 1° giugno 1147 e fu sepolta a Redon dove già era stato tumulato il marito Alano.
Il Menologio di Citeaux la commemora il 25 settembre, mentre nel nuovo “Menologio Cistercense” è ricordata al 31 maggio, ma senza alcun titolo. .


JOSÉ ANTÓN GÓMEZ, Beato



In data 26 aprile 2016 Papa Francesco ha riconosciuto il martirio di odio alla fede, durante la persecuzione religiosa al tempo della guerra civile spagnola, di questo sacerdote benedettino e di altri tre suoi confratelli..

KETEVAN DA GEÓRGIA, Santa

 

La Chiesa georgiana ricorda nella data odierna 25 settembre, corrispondente al 12 settembre del calendario giuliano, la martire Ketevan, una delle san­te più popolari della Georgia.
Ketevan era moglie del re Davide di Kakezia e madre del successo­re di quest'ultimo, il re Teimuraz. Essa fu preseguitata a motivo della sua fede ortodossa dal re di Persia, lo scià musulmano Abbas I, e tra­scorse quasi dieci anni imprigionata nella città di Shiraz. Qui Ketevan incontrò alcuni missionari agostiniani provenienti dal Portogallo, che fu­rono a tal punto impressionati dalla sua testimonianza di fedeltà al cri­stianesimo, da proporne dopo la morte la canonizzazione da parte del papa di Roma.
Dopo averla tenuta a lungo imprigionata senza veder mai venir me­no la sua fede né quella dei suoi compagni, lo scià decise di porla di­nanzi all'alternativa tra la conversione all'islam e la morte. Ketevan non ebbe dubbi, e si consegnò nella pace ai suoi aguzzini, che non le ri­sparmiarono una lunga serie di torture prima di infliggerle il colpo de­cisivo.
Ketevan morì il 12 settembre del 1624, e la sua fama si diffuse ben al di là della chiesa georgiana. Una parte dei suoi resti mortali fu infat­ti portata nelle Indie occidentali dai missionari cattolici; si parla di sue reliquie giunte fino alla cittadina belga di Namur.
La martire Ketevan, per la sua singolare vicenda, rappresenta perciò in modo emblematico l'unità della chiesa che già esiste quando vi so­no uomini e donne che testimoniano fino all'estremo la loro fedeltà al­l'Evangelo.

PREGHIERA
Colpita dal desiderio di Dio,
ti facesti carico di molte sofferenze
e patisti con coraggio
ogni sorta di tortura.
Tu che al posto
di un effimero regno terrestre
hai guadagnato
il regno senza fine dei cieli.
tre volte beata Ketevan,
prega Cristo Dio
per la salvezza delle nostre anime. 


VIRGEM DO ROSÁRIO DE SÃO NICOLAU

«Come Vescovo diocesano competente a tale tipo di istruzione; motivato da un senso di giusta coscienza (…) riconosco il carattere soprannaturale dei felici eventi con cui Dio per mezzo della sua figlia prediletta, Gesù attraverso la Sua Santissima Madre, lo Spirito Santo per mezzo della Sua diletta Sposa, ha voluto manifestarsi amorosamente nella nostra diocesi».
Domenica 22 maggio 2016, Mons. Héctor Cardelli, vescovo di San Nicolás (a nord di Buenos Aires, Argentina), ha confermato il carattere soprannaturale per gli “eventi mariani” accaduti a partire dal 25 settembre 1983, quando la veggente, Gladys Motta, vide apparire la Vergine vestita di azzurro e con il Bambino in braccio; entrambi avvolti da una straordinaria luce. L'apparizione era stata preceduta da una serie di fatti straordinari, in particolare molte corone del Santo Rosario avevano cominciato a brillare in molte case dei fedeli della città di San Nicolás, quasi ad anticipare quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Da quel 25 settembre numerosissime sono state le apparizioni e molti i messaggi.
Il primo di questi viene dato il 13 di ottobre 1983, giorno dell'ultima apparizione di Fatima, mentre il 15 di novembre la Signora si presentava con il titolo di Nostra Signora del Rosario: «Sono la patrona di questa regione, fate valere i miei diritti».
Come per altre apparizioni mariane, la Vergine indica alla veggente un luogo su cui edificare un santuario - «Non chiedo splendori. Chiedo una casa spaziosa.» - cosa che avviene puntualmente e nel 1989 l'immagine venerata viene trasferita nel nuovo tempio dedicato appunto a Maria del Rosario di San Nicolás. Questa immagine, una statua di legno un po' più alta di una donna di media statura, era stata segnalata alla veggente dalla Vergine. La statua venne trovata, con sorpresa dei sacerdoti, nel campanile della Cattedrale di San Nicolás, venne poi restaurata e quindi posta nel nuovo santuario; l'immagine ha circa 150 anni e fu donata alla cattedrale da una signora che l'aveva portata da Roma, dopo essere stata benedetta da Papa Leone XIII. 
L'8 novembre 1984 la veggente racconta come gli appare la Vergine. «Oggi come non mai sento che devo dire come vedo la Beata Vergine Maria. Non è una bellezza facile da descrivere: è bella, e in Lei va insieme con l'umiltà, la forza, la purezza e l'Amore, così: con la maiuscola, perché tutto l'amore del mondo non copre l'amore che prova per i suoi figli. Quando ordina, sento la forza che ha con sé. Quando dà consigli, sento il suo amore materno. E quando dice che soffre per i suoi figli lontani dal Signore, mi trasmette la sua tristezza». In quello stesso anno, 1984, Gladys comincia a vivere la Passione di Nostro Signore.
Il 13 maggio 1989, ancora in occasione dell'anniversario delle apparizioni di Fatima, la Vergine dice a Gladys: «Oggi come allora, a Fatima, sono nuovamente qui a visitare la terra, anche se [queste visite] sono più frequenti e prolungate, perchè l'umanità vive momenti molto drammatici». Ancora una volta, quindi, sembrerebbe che il messaggio delle apparizioni di Fatima non sia affatto concluso, i momenti drammatici vissuti dall'umanità richiedono ancora una presenza così frequente e assidua della Vergine. Questo, in un certo senso, conferma le parole di Papa Ratzinger del 2010 quando disse che «si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa», al netto di tutte le recenti speculazioni intorno al famoso Terzo Segreto. Il dato che rimane, infatti, è quello di una condizione di drammaticità che l'umanità sta vivendo, insieme ad un intensificarsi delle visite della Madre ai suoi figli.
Su questo c'è già molto da riflettere. I messaggi delle apparizioni argentine, in continuità con quanto comunicato in tutte le apparizioni mariane degli ultimi 200 anni, parlano della necessità della conversione dei peccatori, il ritorno ai sacramenti della Confessione e dell'Eucaristia, la necessità vitale della preghiera e in particolare della preghiera del Santo Rosario, infine, la preghiera per la pace e l'amore al prossimo. In uno dei messaggi la Signora del Rosario di San Nicolás dice: «Alcuni di voi diranno: “Niente di nuovo dice il Signore.” Io dico: Tutto è nuovo, perché nulla si pratica, sembra che di Dio nulla si conosca». E in altro messaggio: «In quei luoghi del mondo in cui sono stati dati i miei messaggi, sembra di aver predicato nei cimiteri, perché non c'è stata la risposta che vuole il Signore».
La pubblicazione di questi messaggi, interrotta nel 1990, è stata ripresa proprio grazie al vescovo Cardelli che lo ha annunciato il 25 settembre 2014. «A San Nicolás – disse il vescovo - Maria Santissima, in rivelazioni private confidate alla signora Gladys Motta, in modo semplice e in un linguaggio adatto all'uomo di oggi, ci consiglia come una madre fa con il suo bambino. Davanti a un mondo disorientato e che ha perso il senso soprannaturale della vita Ella ci orienta, come madre e maestra, ricordandoci quello che Gesù ci ha detto e ci invita ad ascoltare, accettare e annunciare quello che dice». Così hanno visto la luce i libri con i messaggi dal 2005, fino al 2014.

Autore: Lorenzo Bertocchi




Sono messaggi estremamente attuali e pertinenti con la modernità e la crisi di fede nella Chiesa quelli che la Vergine del Rosario di San Nicolas in Argentina ha affidato alla veggente Gladys Quiroga de Motta tra il 25 settembre del 1983 e l’11 novembre 1990. 1804 messaggi che la Madonna ha chiesto venissero resi pubblici. Recentemente la Diocesi di San Nicolas de los Arroyos, retta dal vescovo Domingo Salvador Castagna ha allestito un portale dove i messaggi sono classificati cronologicamente e tematicamente.
Vi si può così scorgere la precisione con la quale la Madonna ha voluto manifestarsi alla veggente, la quale, a differenza di altri veggenti della storia recente e no, non si è mai fatta vedere in pubblico ed è sempre stata nel nascondimento. Ma i messaggi si ricollegano a Fatima e a Lourdes che sono citati spesso. E la Madonna spiega che “in tutti i luoghi del mondo dove ho dato messaggi, sembra che si sia predicato nei cimiteri, non c’è stata la risposta che voleva il Signore.
Per questo il tuo popolo è stato eletto, predica perché i tuoi fratelli rispondano alla chiamata del Signore, nostro Dio”, ha detto nel gennaio del 1984. Significativa anche la modalità con la quale è stata predisposta la statua che da quel giorno viene venerata a San Nicolas. Una modalità che non può non richiamare ad un’altra importante profezia della modernità. E’ il 27 novembre 1983: la veggente chiede alla misteriosa signora che cosa deve fare. La Vergine le risponde di andare a recuperare una statua che giace dimenticata all’interno della torre campanaria della Cattedrale di San Nicolas.
La veggente esegue e si scopre che si tratta di una statua raffigurante la Madonna col bambino e il Rosario, che fu benedetta nell’800 da Papa Leone XIII in occasione della fondazione della cattedrale cittadina. Lo stesso Leone XIII il cui sogno premonitore sul diavolo sciolto dalle catene per 100 anni rappresenta ancora oggi una delle profezie più misteriose della storia recente.
Ma la Madonna parla alla veggente di tutti i mali moderni e chiede sacrifici, riparazioni e conversione: aborto, divorzio, odio, mancanza di fede. Il 15 settembre 1989 elenca quelli che sono i “miei dolori: ateismo, mancanza di carità, i bambini che non nascono, le incomprensioni nelle famiglie, il grande egoismo di molti miei figli nel mondo, cuori chiusi all’Amore della Madre” mentre il 10 febbraio 1986 chiede novene per l’unione delle famiglie perché in questi giorni i divorzi si stanno diffondendo in maniera allarmante”.
Ma le parole della Vergine non devono essere “motivo di pena”, come lascia detto il 4 febbraio 1984 perché dovete essere convinti che “il futuro sarà meglio del presente”. Mentre i messaggi del 2005 non sono ancora stati pubblicati, quelli dal 1983 al 1990 sono stati pubblicati tutti, tranne uno. Risale al 1984 e si riferisce, come ha riferito il quotidiano El Clarin, all’Argentina che “attraverserà situazioni gravi fino a quando arriverà il momento nel quale il Signore la proteggerà”.
La maggior parte dei messaggi parlano del Male nel mondo e delle pene sofferte dalla Chiesa. “Quelli che non obbediranno avranno il peso della loro colpa, il Signore non tollera la malvagità che viene dal nemico”. Ma – dice l’8 agosto 1984 – niente può distruggere l’opera di Dio perché sopra Dio non c’è nessun potere, niente può distruggere la Chiesa dato che la Chiesa è lo stesso Cristo e Cristo è la verità”.
Parole di conforto arrivano quando invita a non lamentarsi “quando passerete momenti di dolore perché senza dolore non potete riparare, bisogna accettarlo come offerta al Signore per le vostre colpe”. E lega queste riparazioni alla Messa dove “mio figlio è presente con tutto il suo amore, Cristo sarà presente con voi e voi con Lui, questo si vive nella Messa, per questo serve la Messa”.
Il 5 febbraio 1985 si parla del mistero di iniquità: la veggente ha una visione. Vede enormi mostri che vengono verso di lei: “Sono orribili, alcuni sembrano dinosauri e altri sembrano persone, però molto brutte, con orecchie e testa grandi. Non appena sono vicinissimi a me, appare una muraglia celeste che si interpone tra me e i mostri. Poco dopo la Vergine mi dice: “Questi mostri rappresentano il Maligno, che vuole attaccare la Chiesa e la muraglia è il mio manto protettore”.
L’attacco alla Chiesa è prefigurato anche il 1 novembre 1986, solennità di tutti i santi: “Figlia mia – dice -: mi assale un gran dolore nel vedere con quale crudeltà è attaccata la Chiesa, io sto combattendo per salvarla. Il mio cuore in questo tempo sta effondendo amore”.
Concetto ripetuto il 9 novembre dell’anno seguente in cui nel chiedere una novena per la Santa Chiesa si dice che “Sta subendo una orribile persecuzione”, ma che “risplenderà in futuro come la più splendente delle stelle”. Messaggio che la Madonna si raccomanda a “far conoscere”.
Rivolgendosi alla stessa Gladys, il 12 giugno 1987 spiega che “ateismo e persecuzione si estendono per la debolezza spirituale dei tuoi fratelli”. Ma “l’azione misericordiosa del Signore è tanto grande che arriverà, ma tutto si deve risolvere nella preghiera e nella riparazione. Non cesserò di dire a miei figli; smettete di offendere Dio”.
Il 24 novembre si torna a parlare di divorzio: “Commettono un gravissimo peccato, un attentato contro Dio, perché (il matrimonio ndr) è un legame indissolubile”. Subito dopo si rivolge a Gladys pregando per le creature che non nascono, che non riescono a vedere la luce del giorno. Sono tanti gli aborti, sono tanti gli attentati alla vita che appartiene solo a Dio”.
Che la Messa sia da valorizzare maggiormente è un concetto ribadito anche il 15 settembre 1984: “Un buon cristiano deve sentirsi obbligato a partecipare alla Santa Cena, alla Messa quotidiana o per lo meno una volta alla settimana. In questo momento quello che il mio adorato figlio ci trasmette è l’amore del Padre e la Salvezza eterna, dove è lui che si offre per noi” perché – aggiunge il 9 giugno ’85 – “nella santa Messa non si riceve il Corpo e il Sangue di Cristo simbolicamente, ma Gesù Cristo è presente e si offre veramente”. Due mesi dopo, il 3 agosto, ribadisce: “Voglio che andiate e partecipiate alla Messa perché in essa vi alimenterete con il Pane di Vita, che non vi recherà nessuna pestilenza che venga da fuori perché Gesù la distruggerà”.
In occasione della solennità della Beata Vergine di Lourdes nel 1990, in uno degli ultimi suoi messaggi finora pubblicati, la Vergine invita a “pregare, riparare e confidare. Benedetti quelli che trovano nella preghiera un rifugio per le loro anime, quelli che riparano le gravi offese che sono inferte a mio figlio e che confidano nell’amore di Madre”. Poi promette: “Tutti quelli che confideranno in Dio e in Maria, saranno salvi” e si raccomanda di predicarlo. Infatti, pochi giorni prima aveva messo in guardia che “quelli che non obbediscono alla Madre soffriranno i dolori della morte, in cambio quelli che la accoglieranno (la Madre ndr.) godranno dei benefici della vita”.

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miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros











Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

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