quarta-feira, 26 de outubro de 2016

Nº 2919 - (300 - 2016) - SANTOS DE CADA DIA - 26 DE OUTUBRO DE 2016 - OITAVO ANO

Caros Amigos:





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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar

UM BOM resto do ANO DE 2016

Nº 2919-  (300 - 2016) 

26 DE OUTUBRO DE 2016

SANTOS DE CADA DIA

8º   A N O



 miscelania 008



LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO



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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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LUCIANO e MARCIANO, Santos
        
    

Em Nicomédia, na Bitínia, hoje Izmit, na Turquia, os santos LUCIANO e MARCIANO mártires que, segundo a tradição, no tempo do imperador Décio, por ordem do Pro cônsul Sabino, foram queimados vivos. (250)

ROGACIANO e FELICÍSSIMO DE CARTAGO, Santos

   

Em Cartago, hoje na Tunísia, a comemoração de São ROGACIANO presbitero a quem, no tempo do imperador Décio, São CIPRIANO confiou a administração da igreja de Cartago e que, juntamente com  São FELICÍSSIMO suportou torturas e cárceres pelo nome de Cristo. (séc. III)

AMANDO DE ESTRASBURGO, Santo
   
     

Em Estrasburgo, na Germânia, hoje França, Santo AMANDO que é considerado o primeiro bispo desta cidade. (séc. IV)

 
RÚSTICO de Narbona, Santo
 
  

Em Narbona, no litoral da Gália hoje França, São RÚSTICO bispo que, estando na intenção de abandonar  a sua função para se retirar à vida de silêncio, foi convencido pelo papa São LEÃO MAGNO à santa perseverança e, assim confortado, permaneceu no ministério que lhe fora confiado e nos encargos assumidos. (461)

APTÓNIO DE ANGOULÉME, Santo



Em Angouléme, na Aquitânia, França, Santo APTÓNIO bispo. (567)

CEDA DE LASTINGHAM, Santo

 


Em Lastingham, na Nortúmbria, Inglaterra, São CEDA irmão de São CEADA que foi ordenado bispo dos Saxões orientais por São FINANO e lançou entre os fundamentos da Igreja. (664)
 

 

EATA DE HESHAM, Santo



Em Hexham, também na Nortúmbria, Inglaterra, Santo EATA bispo homem sumamente afável e simples, que regeu vários cenóbios e Igrejas, até que, ao regressar a Hexham foi eleito bispo e abade, ministério que exerceu sabiamente sem nunca deixar a sua vida ascética. (616)

SIGEBALDO DE METZ, Santo



Em Metz na Austrásia, hoje França, São SIGEBALDO bispo e fundador de vários mosteiros. (741)

VITA ou ALBUÍNO DE HERESFELD, Santo


No mosteiro de Heresfeld, na Alemanha, o sepultamento de São VITA ou ALBUÍNO primeiro bispo e Burberg que, oriundo de Inglaterra foi chamado por São BONIFÁCIO e enviado para Hessen, com a missão de semear nesta região a palavra divina. (786)


BEANO DE MORTLACH, Santo


Na Escócia, São BEANO bispo de Mortlach. (1032)


FULCO SCOTTI DE PIACENZA e PAVIA, Santo


Em Pavia, na Lombardia, Itália, São FULCO bispo natural da Escócia, homem de paz, zelo apostólico e insigne caridade. (1229)


DAMIÃO FURCHERI  de Finale, Beato




Em Réggio Emília, Itália, o beato DAMIÃO FURCHERI presbitero da Ordem dos Pregadores egrégio arauto do Evangelho. (1484)

BOAVENTURA DE POTENZA, Beato


  

Em Ravello, Amálfi, Campânia, Itália, o beato BOAVENTURA DE POTENZA, presbitero da Ordem dos Frades Menores Conventuais que se distinguiu pela sua obediência e caridade. (1711)

CELINA CHLUDZINDSKA BORZECKA, Beata



Em Cracóvia, na Polónia, a beata CELINA CHLUDZINDSKA BORZECKA, religiosa fundadora da Congregação das Irmãs da Ressurreição de Nosso Senhor Jesus Cristo. (1913)

 ... E AINDA  ...

ALFREDO o GRANDE, Santo



In alcuni ‘Martirologi’ antichi e soprattutto inglesi, il suo nome compare sia al 26 sia al 28 ottobre; sulla scia dell’antica tradizione che ha visto considerare santi, molti regnanti di Paesi del Nord Europa, che avevano bene operato per il bene dello Stato e dei sudditi; spesso con grande religiosità e fedeltà alla Chiesa di Cristo.
E il re Alfredo detto il Grande, appartiene a questa categoria, bisogna comunque dire che l’attuale ‘Martirologio Romano’ non lo menziona, l’unico sant’Alfredo riportato, è il vescovo della Sassonia ricordato il 15 agosto.
Il re Alfredo nacque a Wantage, Berkshire, in Gran Bretagna, nell’849 e morì nell’899, quindi a 50 anni; figlio di Etelvulfo (re del Wessex dall’839 all’856) e fratello e successore del re Etelredo I (866-871).
Divenne re del Wessex (antico regno dei Sassoni dell’Ovest, nella Gran Bretagna meridionale) dall’871 all’878 e re degli Anglosassoni dall’878 all’899.
Dopo aver sostenuto una lotta accanita contro gli Scandinavi invasori e in particolare contro i Danesi (876), che già dal tempo del regno di suo padre Etelvulfo avevano invaso il Wessex e sotto il regno del fratello Etelredo I erano quasi riusciti a sommergere tutta l’Inghilterra, impose la propria superiorità sui Regni Anglo-Danesi con le vittorie militari di Ethandun, di Benfleet, di Buttington.
Ripristinò l’autorità regia e preparò l’unità del Paese; nonostante le difficoltà del suo regno, riuscì comunque a promuovere una splendida rinascita della civiltà anglosassone.
Diffuse la cultura attraverso traduzioni di opere latine, come la “Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum” di san Beda il Venerabile (672-735), monaco anglosassone e Dottore della Chiesa; inoltre incoraggiando la composizione di opere storiche e scrivendone lui stesso (Cronaca degli Anglosassoni).
Riorganizzò l’amministrazione dello Stato e notevole fu anche la sua opera legislativa, volta a superare il vecchio diritto consuetudinario germanico.
Come si vede, eccelsa figura storica di regnante che meritò l’appellativo “il Grande”, che questo poi abbia determinato anche il titolo di santo e cosa da inquadrare nella mentalità e religiosità dell’epoca.

Alfredo è un nome di origine esclusivamente sassone, deriva da ‘elf’ e ‘raed’ che significa “consigliato dagli Elfi”. Molto diffuso in Gran Bretagna (Alfred, Fred, Freddy), in Italia cominciò ad essere molto utilizzato, sull’onda del successo del personaggio maschile dell’opera lirica “La Traviata” di Giuseppe Verdi.



ALOR DE QUIMPER, Santo



In due cataloghi episcopali, il Cartulario della cattedrale di Quimper, trascritto ca. nel 1417 e inventariato tra i mss. latini della Biblioteca Nazionale di Pa­rigi con il n. 9891, e il Cartulario di Quimper le (ms. del sec. XII), in cui furono ricordati i vescovi fino a Rodolfo (1158), e in seguito fino a Ranoldo (1245), il nome di Alor segue, nella forma Allorus, quelli di Chorentinus e Guennoc (Guenuc).
Il santo visse nel VI sec. e il suo culto si diffuse in varie parrocchie della diocesi bretone, che, dal primitivo nucleo territoriale, alla confluenza dello Steir con l'Odet, giunse, con il passare degli anni, a comprendere l'odierno compartimento del Finistère. Le parrocchie dove il culto di Alor è ancora oggi particolarmente sentito sono Plobannalec, Tre-guennec, Erqué-Armel e Lennon. La sua festa si celebra il 26 ottobre.
Il santo viene invocato come protettore dei cavalli. Non c'è nulla che giustifichi questo patro­nato, oltre la probabile confusione con Eligio (588-660), vescovo di Noyon, e tesoriere di Clotario II e di Dagoberto, venerato come protettore dei fab­bri ferrai. Circa la grafia del nome non esistono veri e propri problemi, ma soltanto incertezze; J. Loth (Les noms des saints bretons, Parigi 1910, p. 9) propose la forma Talor.

ARNALDO DE QUERALT, Beato
 


Grande difensore delle verità del vangelo contro le eresie dei saraceni, il Beato Arnaldo da Queralt, dovette sopportare molte ingiurie da parte dei mussulmani. Fu cavaliere laico mercedario del convento reale di Santa Maria d'Ausonia in Spagna dove condusse una vita esemplare e nello stesso convento morì nel bacio del Signore circondato dalla venerazione popolare.
L'Ordine lo festeggia il 26 ottobre

BERNARDO DE FIGUEROLS, Beato
 
Generoso cavaliere laico dell'Ordine Mercedario, il Beato Bernardo de Figuerols, combatté energicamente contro i mori in Almeria (Spagna). Grande il suo valore quanto le sue virtù, di una fede straordinaria con la quale meritò molti favori dal cielo. Il Signore accompagnò la sua morte con santi prodigi.
L'Ordine lo festeggia il 26 ottobre

ELIAVO, Santo
Discendente da una famiglia principesca della Cornovaglia, emigrato in Breta­gna, fu ucciso, nel corso del sec. VIII, da suo fratello. La rinomanza della santità di cui era circondato in vita, gli valse il titolo di martire, attribuitogli dal favore del popolo, impressionato da qualche miracolo postumo. Ha dato il suo nome ad alcune parrocchie della diocesi di Saint-Brieuc; la festa ricorre il 26 ottobre.

GAUDIOSO (Gaudino) de Salerno, Santo

La tradizione, che lo fa figlio o nipote di Teofilatto, duca di Napoli (666-670) e ascritto al clero della basilica napoletana di S. Maria Maggiore (dal vescovo s. Pomponio), lo presenta altresí come solerte vescovo della città di Salerno, che avrebbe difesa dalle invasioni dei barbari, specialmente durante la guerra dei Longobardi di Benevento. Morto all'età di cinquant'anni, prima del 649, un maestro dei soldati di Napoli, suo consanguineo, pochi anni dopo, da un Grimoaldo duca di Benevento e signore di Salerno (I o II di questo nome) ne avrebbe ottenuto il corpo, che avrebbe deposto in una chiesa a lui dedicata in Napoli.
Uno storico napoletano del sec. XVII informa che nel 1606 il card. arcivescovo Ottavio Acquaviva ne aprí il sepolcro sotto l'altare maggiore della chiesa di S. Gaudioso africano per estrarne una reliquia da rinchiudere nel busto d'argento. La scarsa attendibilità delle fonti, pochissime e tardive, la nebulosità della tradizione cinque-secentesca e la vicinanza delle date commemorative dei due santi (il 26 ottobre è fissato come festa del vescovo salernitano; il 27 dello stesso mese il Proprio napoletano festeggia s. Gaudioso africano) hanno indotto, e giustamente, il Delehaye a sospettare che si tratti dello sdoppiamento del s. vescovo di Abitine. In onore del santo e a ricordo dell'invenzione delle reliquie il celebre umanista Jacopo Sannazzaro avrebbe composto qualche inno dell'ufficiatura propria.

URSA DE PIEVE VERGONTE, Santa

Il nome di Orsa (nella variante Ursa) viene menzionato in alcune versioni dei Martirologi all’interno di un gruppo di martiri orientali, precisamente di Nicomedia: Luciano, Marciano, Floro, Eraclio ecc., vittime della persecuzione di Decio (249-251), condannati a morte per ordine del proconsole Sabino un 26 ottobre, giorno in cui i santi sono ricordati. Secondo la tradizione esistente a Pieve Vergonte, popoloso centro dell’Ossola, la cui parrocchia fu una delle prime chiese dell’intera vallata, le reliquie della santa sarebbero state trasferite, fin dall’epoca del suo martirio, nel complesso cimiteriale di Priscilla a Roma. In quella catacomba rimasero fino al 1715 quando, estratte dal loculo che le conteneva, vennero destinate alla venerazione dei fedeli. Attraverso una lunga serie di passaggi, i resti della giovane martire pervennero alla parrocchia dei Santi Vincenzo ed Anastasio di Pieve Vergante come dono della nobile famiglia Cattaneo di Vogogna, come documenta un atto notarile del 4 dicembre 1732. Ottenuta l’autorizzazione del vescovo di Novara Gilberto Borromeo, il corpo di Sant’Orsa venne esposto alla venerazione, ma soltanto nel 1741 collocato nell’elegante urna in cui ancor oggi è visibile. Per l’inaugurazione della pregevole opera, realizzata a Milano da Giovanni Antonio Ferreri, si svolsero solenni festeggiamenti il 23 ottobre dello stesso anno, con un grande concorso di devoti da ogni parte dell’Ossola, che contribuirono ad accrescere nei vari paesi la devozione verso la santa. Nel 1879, caso più unico che raro nel culto dei corpi santi estratti dalle catacombe romane, la Sacra Congregazione dei Riti concesse alla comunità di Pieve l’ufficio e la liturgia propria della Messa per la celebrazione della festa annuale, nell’ultima domenica di ottobre. La motivazione di tale concessione risiedeva nel fatto che le reliquie, recuperate a Roma, vennero effettivamente ritenute appartenenti alla santa martire di Nicomedia citata nelle fonti agiografiche e che dunque poteva vantare una certa qual storicità. Dubbi su questa identificazione tuttavia sussistono, in particolare per quanto riguarda la supposta traslazione dalla città asiatica alla catacomba di Priscilla, non ricordata da alcuna fonte storica. L’unico elemento che avrebbe potuto fare chiarezza in merito era l’epigrafe posta a chiusura del loculo che conteneva le ossa della santa, purtroppo andata perduta e della quale fino ad ora non se ne conosce una trascrizione. A prescindere da questa possibile identificazione, Sant’Orsa è tutt’oggi oggetto di un sentito culto popolare: oltre ad essere stata proclamata patrona delle valli ossolane, è particolarmente invocata come protettrice dei bambini, la cui benedizione si svolge in occasione della festa annuale. Attualmente l’urna di Sant’Orsa, sormontata da un angelo recante corona e palma simboli del martirio, è conservata in uno scurolo sopraelevato che si apre sulla navata destra della chiesa, terminato con elegante forma nel 1898.



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miscelania 003


Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.

Textos recolhidos

In

MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII

e

sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros











Blogue: SÃO PAULO (e Vidas de Santos) -  http://confernciavicentinadesopaulo.blogspot.com

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