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8º A N O
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Comemoração do Beato GONÇALO DE LAGOS presbitero da Ordem dos Eremitas de Santo Agostinho que, sendo natural de Lagos, Portugal, ainda jovem abraçou a vida monástica em Lisboa. Foi prior de vários conventos da sua Ordem e distinguiu-se também pela sua dedicação em ensinar às crianças e aos incultos os preceitos cristãos. Morreu em Torres Vedras no dia 15 de Outubro (1422)
Em Roma, Santo EVARISTO papa que dirigiu a Igreja Romana como quarto sucessor de São PEDRO no tempo do imperador Trajano. (108)
TRASEIAS ou TRÁSEAS de Eumenia, Santo
Perto de Esmirna, na província da Ásia, hoje Turquia, São TRASEIAS ou TRÁSEAS, bispo de Euménia da Frígia e mártir. (170)
NAMÁCIO DE CLERMONT, Santo
Em Arvena, na Aquitânia, França hoje Clermont-Ferrand São NAMÁCIO bispo que construiu a igreja catedral. (460)
GAUDIOSO DE ABITENE, Santo
Em Nápoles, na Campânia, Itália, o sepultamento de São GAUDIOSO bispo, quem segundo a tradição, por causa da perseguição dos Vândalos, passou de Abitene à Campânia e terminou santamenmte os seus dias na paz de um mosteiro. (séc. V)
OTERANO DE IONA, Santo
Em Iona, ilha da Escócia, Santo OTERANO monge que foi um dos primeiros discípulos de São COLUMBA. (séc. VI)
BARTOLOMEU DA BREGANZE, Beato
Em Vicenza, na Venécia, hoje no Véneto, Itália, a comemoração do Beato BARTOLOMEU DE BREGANZE bispo da Ordem dos Pregadores, que fundou nesta cidade a Milícia de Jesus Cristo para defender a fé católica e a liberdade da Igreja. (1270)
SALVADOR MOLLAR VENTURA, Beato
Em Paterna, Valência, Espanha, o Beato SALVADOR MOLLAR VENTURA religioso da Ordem dos Frades Menores e mártir que, durante a perseguição contra a fé, mereceu ser redimido como discípulo fiel no sangue de Cristo (1936)
BALSAMIA DE REIMS, Santa
È ancora controversa la definizione di questa beata francese del Medioevo, considerata da alcuni studiosi come una ‘solitaria’ e da altri una suora conversa dell’Ordine Cistercense; probabilmente fu entrambe le cose.
Nacque verso il 1115 nella diocesi di Troyes e visse come ‘solitaria’ (eremita) in una grancia (nel Medioevo edificio e terreno appartenente ad una vicina abbazia cistercense) dell’abbazia di Boulancourt, situata nel Comune di Longeville (Alta Marna) in Francia.
L’abbazia aveva una sua storia, fondata nel 1095 nella diocesi di Troyes, oggi Langres, per i Canonici Regolari di Saint-Pierre-Mont, era caduta in grande rilassamento; allora per riformarla, il vescovo cistercense di Troyes, Enrico di Corinzia, la diede a s. Bernardo, fondatore dell’Ordine, il quale vi mandò un gruppo di monaci da Clairvaux.
Quando arrivarono i monaci a Boulancourt, Emelina già stava come suora conversa nella grancia di Perte-Sèche situata ad alcuni km dall’abbazia; del suo modo di vivere, il monaco beato Goslino riferì in una breve biografia; digiunava tre giorni a settimana, senza bere, ne mangiare, portava un cilicio e una catena di ferro con punte, camminava a piedi nudi sia d’inverno che in estate.
L’eremita pregava senza sosta e si dedicava al cucito; la sua vita di grande penitenza, fece diffondere la fama della sua santità e giacché era dotata del dono della profezia, la gente veniva da ogni parte a consultarla.
Morì nel 1178 e fu sepolta nella chiesa dell’abbazia di Boulancourt, sulla sua tomba fu messa una piccola lampada sempre accesa; fu iscritta come Beata nel “Menologio Cistercense” al 27 ottobre.
Come detto all’inizio, alcuni studiosi ritennero che non fosse una cistercense ma solo una ‘solitaria’, in quanto non poteva risiedere in un monastero o grancia di monaci cistercensi; ma è da considerare che Emelina stava già là, quando questi arrivarono a Boulancourt e poi può darsi che la grancia di Perte-Sèche fosse abitata da suore converse e non da frati conversi.
Ad ogni modo Emelina deve essere stata una delle ultime suore converse, aggregate ad un monastero di monaci, perché il 12 febbraio 1234 papa Gregorio IX in una lettera all’abate di Boulancourt, invitava i monaci a non ricevere più nelle loro grance le suore converse; questo conferma che circa 50 anni dopo la morte di Emelina, nella suddetta grancia vi era ancora qualche suora conversa.
Mercedario del convento di SanBartolomeo in Castillon d'Empuries, ilBeato Pietro de Pazzis, fu famoso perla cultura e santità.Con il suo sapre e la pietà onorò ilgeneralato di San Raimondo Albert el'Ordine de la Mercede nella prima metàdel XIV° secolo.Pieno di grazia divina migrò al Signore.
L'Ordine lo festeggia il 27 ottobre.
TEÓDULO ou TEODORO II, Santo
La figura di s. Teodulo vescovo di Sion, ha molte assonanze con l’omonimo santo, vescovo di Octodurum, vissuto però nel IV secolo, con il quale viene spesso confuso, specie nel racconto dei miracoli, ambedue sono del Vallese (Cantone della Svizzera sud-occidentale).
S. Teodulo o Teodoro II, fu il primo vescovo della nuova diocesi di Sion nel cantone Vallese, dopo che s. Sigismondo re di Borgogna († 524) ebbe trasferito la sede della diocesi di Martigny, nel nuovo capoluogo del Vallese, Sion.
S. Teodulo suggerì al re Sigismondo, insieme ai vescovi vicini riuniti in concilio ad Agauno il 30 aprile 515, di fondare la celebre abbazia di S. Maurizio, in onore dei martiri della Legione Tebea, uccisi in quei luoghi.
Morì in un anno imprecisato del VI secolo; le sue più antiche immagini sono quelle del reliquiario della cattedrale di Sion, mentre altri quadri sono nei Musei di Ginevra e di Zurigo.
Un racconto leggendario dice, che un anno le vigne del Vallese avevano sofferto gravemente per il gelo, allora s. Teodulo alla vigilia della vendemmia, esortò i vignaioli a preparare le botti come se fosse un’abbondante raccolto.
Quindi fece ammucchiare tutta l’uva che era ancora buona in uno stesso posto, le benedisse e fece pigiare i grappoli in tutte le botti, che si riempirono di vino fino a traboccare.
Per questo divenne protettore dei vigneti e dei vignaioli, in alcuni quadri è raffigurato con un grappolo d’uva in mano. La sua festa è il 27 ottobre.
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Desde o dia 1 de Janeiro que venho colocando aqui os meus Votos de um Bom Ano de 2016.
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
Como estamos no último terço do Ano, que se aproxima do seu fim velozmente, passo a desejar
UM BOM resto do ANO DE 2016
Nº 2920- (301 - 2016)
27 DE OUTUBRO DE 2016
SANTOS DE CADA DIA
8º A N O
LOUVADO SEJA NOSSO SENHOR JESUS CRISTO
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Comemorar e lembrar os
Santos de Cada Dia
é dever de todo o católico,
assim como procurar seguir os seus exemplos
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GONÇALO DE LAGOS, Beato
Comemoração do Beato GONÇALO DE LAGOS presbitero da Ordem dos Eremitas de Santo Agostinho que, sendo natural de Lagos, Portugal, ainda jovem abraçou a vida monástica em Lisboa. Foi prior de vários conventos da sua Ordem e distinguiu-se também pela sua dedicação em ensinar às crianças e aos incultos os preceitos cristãos. Morreu em Torres Vedras no dia 15 de Outubro (1422)
EVARISTO, Santo
Em Roma, Santo EVARISTO papa que dirigiu a Igreja Romana como quarto sucessor de São PEDRO no tempo do imperador Trajano. (108)
TRASEIAS ou TRÁSEAS de Eumenia, Santo
Perto de Esmirna, na província da Ásia, hoje Turquia, São TRASEIAS ou TRÁSEAS, bispo de Euménia da Frígia e mártir. (170)
NAMÁCIO DE CLERMONT, Santo
Em Arvena, na Aquitânia, França hoje Clermont-Ferrand São NAMÁCIO bispo que construiu a igreja catedral. (460)
GAUDIOSO DE ABITENE, Santo
Em Nápoles, na Campânia, Itália, o sepultamento de São GAUDIOSO bispo, quem segundo a tradição, por causa da perseguição dos Vândalos, passou de Abitene à Campânia e terminou santamenmte os seus dias na paz de um mosteiro. (séc. V)
OTERANO DE IONA, Santo
Em Iona, ilha da Escócia, Santo OTERANO monge que foi um dos primeiros discípulos de São COLUMBA. (séc. VI)
BARTOLOMEU DA BREGANZE, Beato
Em Vicenza, na Venécia, hoje no Véneto, Itália, a comemoração do Beato BARTOLOMEU DE BREGANZE bispo da Ordem dos Pregadores, que fundou nesta cidade a Milícia de Jesus Cristo para defender a fé católica e a liberdade da Igreja. (1270)
SALVADOR MOLLAR VENTURA, Beato
Em Paterna, Valência, Espanha, o Beato SALVADOR MOLLAR VENTURA religioso da Ordem dos Frades Menores e mártir que, durante a perseguição contra a fé, mereceu ser redimido como discípulo fiel no sangue de Cristo (1936)
... E AINDA ...
BALSAMIA DE REIMS, Santa
La qualifica che Santa Balsamia si è portata con sé nel Calendario è quella di balia, o nutrice.
L'usanza dei baliatico è oggi sempre meno diffusa nei nostri paesi, soggetta, giustamente, a ineccepibili critiche di carattere medico, igienico e anche psicologico. Ma un tempo costituiva un'istituzione di notevole importanza anche dal punto di vista sociale, mentre su un piano di vita familiare era l'inevitabile risposta alle abitudini prolifiche delle spose dei giorni andati. Si adottava, insomma, il principio della divisione dei compiti: alla madre occupata a mettere al mondo numerosa prole, si affiancava la nutrice che provvedeva al loro immediato sostentamento!
Questo, oltre alla delicatezza delle funzioni di una nutrice, che era pur sempre qualcosa di più che non una macchina per allattare, spiega la diffusione del culto per le Sante nutrici e soprattutto la popolarità di Santa Balsamia, vivissima nei secoli dei Medioevo.
La figura di questa Santa è molto pittoresca, ma anche assai nebulosa. In Francia, nella diocesi di Reims, ella viene onorata come nutrice di San Remigio, Vescovo di quella città. Si riflette perciò su di lei la gloria di un figlio di latte di eccezionale importanza, perché San Remigio fu colui che indusse alla conversione prima la Regina Clotilde, poi suo marito Clodoveo, con tutti i suoi Cavalieri franchi.
Con la conversione di Clodoveo, da parte di San Remigio, si iniziò quindi la storia cristiana della Francia, " figlia primogenita della Chiesa ", e in questa storia, in quella figliolanza, anche il latte di Santa Balsamia sembrò avere un certo peso.
Abbiamo già detto che San Remigio venne considerato dai Francesi quasi un secondo Giovanni Battista, precursore e profeta del Verbo cristiano in terra di Francia. Si disse addirittura che anch'egli fosse stato benedetto nel grembo della madre, Santa Celina, che corrisponderebbe quindi a Santa Elisabetta, madre del Battista.
Ma con la santa di oggi, Balsamia, San Remigio avrebbe avuto qualcosa di più dello stesso San Giovanni. Avrebbe avuto santa anche la balia, il cui nome però appare tardivamente, nel X secolo e che, oltre che nutrice, vien detta madre di Santi, perché San Celsino sarebbe stato uno dei suoi figli.
Un tempo, in Francia, ella veniva chiamata Santa Nutrice, poi prevalse il nome di Balsamia, come se il latte da lei dispensato all'eccezionale figlioccio fosse stato un profumato balsamo di santità.
Un ultimo particolare le leggende aggiungono sul suo conto. Benché venerata in Francia, ella sarebbe stata di origine italiana, anzi romana, e da Roma, divinamente ispirata, sarebbe giunta a Reims proprio in tempo per svolgervi la sua delicata mansione di nutrice.
Il significato di questo particolare è trasparente: il latte - o balsamo - trasmesso dalla nutrice a San Remigio, e da questi trasmesso a tutta la Francia, " figlia primogenita della Chiesa ", proveniva direttamente e indubbiamente da Roma: non corrotto, non adulterato, non sofisticato, era il latte puro della dottrina cattolica, apostolica e romana!
L'usanza dei baliatico è oggi sempre meno diffusa nei nostri paesi, soggetta, giustamente, a ineccepibili critiche di carattere medico, igienico e anche psicologico. Ma un tempo costituiva un'istituzione di notevole importanza anche dal punto di vista sociale, mentre su un piano di vita familiare era l'inevitabile risposta alle abitudini prolifiche delle spose dei giorni andati. Si adottava, insomma, il principio della divisione dei compiti: alla madre occupata a mettere al mondo numerosa prole, si affiancava la nutrice che provvedeva al loro immediato sostentamento!
Questo, oltre alla delicatezza delle funzioni di una nutrice, che era pur sempre qualcosa di più che non una macchina per allattare, spiega la diffusione del culto per le Sante nutrici e soprattutto la popolarità di Santa Balsamia, vivissima nei secoli dei Medioevo.
La figura di questa Santa è molto pittoresca, ma anche assai nebulosa. In Francia, nella diocesi di Reims, ella viene onorata come nutrice di San Remigio, Vescovo di quella città. Si riflette perciò su di lei la gloria di un figlio di latte di eccezionale importanza, perché San Remigio fu colui che indusse alla conversione prima la Regina Clotilde, poi suo marito Clodoveo, con tutti i suoi Cavalieri franchi.
Con la conversione di Clodoveo, da parte di San Remigio, si iniziò quindi la storia cristiana della Francia, " figlia primogenita della Chiesa ", e in questa storia, in quella figliolanza, anche il latte di Santa Balsamia sembrò avere un certo peso.
Abbiamo già detto che San Remigio venne considerato dai Francesi quasi un secondo Giovanni Battista, precursore e profeta del Verbo cristiano in terra di Francia. Si disse addirittura che anch'egli fosse stato benedetto nel grembo della madre, Santa Celina, che corrisponderebbe quindi a Santa Elisabetta, madre del Battista.
Ma con la santa di oggi, Balsamia, San Remigio avrebbe avuto qualcosa di più dello stesso San Giovanni. Avrebbe avuto santa anche la balia, il cui nome però appare tardivamente, nel X secolo e che, oltre che nutrice, vien detta madre di Santi, perché San Celsino sarebbe stato uno dei suoi figli.
Un tempo, in Francia, ella veniva chiamata Santa Nutrice, poi prevalse il nome di Balsamia, come se il latte da lei dispensato all'eccezionale figlioccio fosse stato un profumato balsamo di santità.
Un ultimo particolare le leggende aggiungono sul suo conto. Benché venerata in Francia, ella sarebbe stata di origine italiana, anzi romana, e da Roma, divinamente ispirata, sarebbe giunta a Reims proprio in tempo per svolgervi la sua delicata mansione di nutrice.
Il significato di questo particolare è trasparente: il latte - o balsamo - trasmesso dalla nutrice a San Remigio, e da questi trasmesso a tutta la Francia, " figlia primogenita della Chiesa ", proveniva direttamente e indubbiamente da Roma: non corrotto, non adulterato, non sofisticato, era il latte puro della dottrina cattolica, apostolica e romana!
CESARE TAPARELLI DE GENOLA, Beato
Cesare Taparelli nacque a Savigliano da Filippina e Michele Taparelli dei conti di Genola.Coltivò gli studi, in particolare le lingue straniere.Entrò tra i Gesuiti e fu mandato nelle missioni di America.Morì ad Angelopoli del Messico, dove rifulse dopo morte, per molteplicità di miracoli.Un tempo la sua immagine era appesa presso l’altare di Santa Maria Maddalena, nellaChiesa dei Domenicani di Savigliano.La sua memoria era ricordata il 27 ottobre |
EMELINA DE TROYES, Beata
È ancora controversa la definizione di questa beata francese del Medioevo, considerata da alcuni studiosi come una ‘solitaria’ e da altri una suora conversa dell’Ordine Cistercense; probabilmente fu entrambe le cose.
Nacque verso il 1115 nella diocesi di Troyes e visse come ‘solitaria’ (eremita) in una grancia (nel Medioevo edificio e terreno appartenente ad una vicina abbazia cistercense) dell’abbazia di Boulancourt, situata nel Comune di Longeville (Alta Marna) in Francia.
L’abbazia aveva una sua storia, fondata nel 1095 nella diocesi di Troyes, oggi Langres, per i Canonici Regolari di Saint-Pierre-Mont, era caduta in grande rilassamento; allora per riformarla, il vescovo cistercense di Troyes, Enrico di Corinzia, la diede a s. Bernardo, fondatore dell’Ordine, il quale vi mandò un gruppo di monaci da Clairvaux.
Quando arrivarono i monaci a Boulancourt, Emelina già stava come suora conversa nella grancia di Perte-Sèche situata ad alcuni km dall’abbazia; del suo modo di vivere, il monaco beato Goslino riferì in una breve biografia; digiunava tre giorni a settimana, senza bere, ne mangiare, portava un cilicio e una catena di ferro con punte, camminava a piedi nudi sia d’inverno che in estate.
L’eremita pregava senza sosta e si dedicava al cucito; la sua vita di grande penitenza, fece diffondere la fama della sua santità e giacché era dotata del dono della profezia, la gente veniva da ogni parte a consultarla.
Morì nel 1178 e fu sepolta nella chiesa dell’abbazia di Boulancourt, sulla sua tomba fu messa una piccola lampada sempre accesa; fu iscritta come Beata nel “Menologio Cistercense” al 27 ottobre.
Come detto all’inizio, alcuni studiosi ritennero che non fosse una cistercense ma solo una ‘solitaria’, in quanto non poteva risiedere in un monastero o grancia di monaci cistercensi; ma è da considerare che Emelina stava già là, quando questi arrivarono a Boulancourt e poi può darsi che la grancia di Perte-Sèche fosse abitata da suore converse e non da frati conversi.
Ad ogni modo Emelina deve essere stata una delle ultime suore converse, aggregate ad un monastero di monaci, perché il 12 febbraio 1234 papa Gregorio IX in una lettera all’abate di Boulancourt, invitava i monaci a non ricevere più nelle loro grance le suore converse; questo conferma che circa 50 anni dopo la morte di Emelina, nella suddetta grancia vi era ancora qualche suora conversa.
PEDRO DE LAURO, Beato
Fu un religioso molto osservante della regola, il
Beato Pietro de Lauro, del convento mercedario di Sant'Eulalia in Gerona
(Spagna).Governò il monastero fino alla morte con grande zelo,
intelligenza e santità e con le mani cariche di meriti salì in cielo.
L'Ordine lo festeggia il 27 ottobre
L'Ordine lo festeggia il 27 ottobre
PIETRO DE PAZZIS, Beato
Mercedario del convento di SanBartolomeo in Castillon d'Empuries, ilBeato Pietro de Pazzis, fu famoso perla cultura e santità.Con il suo sapre e la pietà onorò ilgeneralato di San Raimondo Albert el'Ordine de la Mercede nella prima metàdel XIV° secolo.Pieno di grazia divina migrò al Signore.
L'Ordine lo festeggia il 27 ottobre.
TEÓDULO ou TEODORO II, Santo
La figura di s. Teodulo vescovo di Sion, ha molte assonanze con l’omonimo santo, vescovo di Octodurum, vissuto però nel IV secolo, con il quale viene spesso confuso, specie nel racconto dei miracoli, ambedue sono del Vallese (Cantone della Svizzera sud-occidentale).
S. Teodulo o Teodoro II, fu il primo vescovo della nuova diocesi di Sion nel cantone Vallese, dopo che s. Sigismondo re di Borgogna († 524) ebbe trasferito la sede della diocesi di Martigny, nel nuovo capoluogo del Vallese, Sion.
S. Teodulo suggerì al re Sigismondo, insieme ai vescovi vicini riuniti in concilio ad Agauno il 30 aprile 515, di fondare la celebre abbazia di S. Maurizio, in onore dei martiri della Legione Tebea, uccisi in quei luoghi.
Morì in un anno imprecisato del VI secolo; le sue più antiche immagini sono quelle del reliquiario della cattedrale di Sion, mentre altri quadri sono nei Musei di Ginevra e di Zurigo.
Un racconto leggendario dice, che un anno le vigne del Vallese avevano sofferto gravemente per il gelo, allora s. Teodulo alla vigilia della vendemmia, esortò i vignaioli a preparare le botti come se fosse un’abbondante raccolto.
Quindi fece ammucchiare tutta l’uva che era ancora buona in uno stesso posto, le benedisse e fece pigiare i grappoli in tutte le botti, che si riempirono di vino fino a traboccare.
Per questo divenne protettore dei vigneti e dei vignaioli, in alcuni quadri è raffigurato con un grappolo d’uva in mano. La sua festa è il 27 ottobre.
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Os meus cumprimentos e agradecimentos pela atenção que me dispensarem.
Textos recolhidos
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In
MARTIROLÓGIO ROMANO
Ed. Conferência Episcopal Portuguesa - MMXIII
e
sites: Wikipédia.org; Santiebeati.it; es.catholic.net/santoral, e outros
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